Una vacanza liberatoria
di
Gianpiero/piera
genere
gay
Sono stato anche sposato. E per un paio d’anni è filata liscia senza grandi problemi. Poi, una sera, mentre scopavamo con me sotto e lei chi si impalava sopra di me, le ho messo prima uno, poi due dita nel culo. Mia moglie allora ha cominciato a gemere di piacere e a urlare che sì, le piaceva farsi aprire il culo. Per un momento mi sono sentito smarrito e ho provato un profondo senso d’invidia. Desideravo essere al suo posto, desideravo essere io a farmi impalare da un cazzo e a urlare quelle frasi e a gemere in quel modo. Così da quella sera si è riaccesa in me una crescente e irrefrenabile voglia di cazzo. Ma non volevo buttare via il mio matrimonio o ferire mia moglie, così ho iniziato a instillarle nella mente il desiderio di fare l’amore a tre, con un altro uomo. Nel frattempo, nelle sere che ero preso come da una febbre, mi penetravo con un vibratore che le avevo regalato, ma che serviva più alle mie voglie. Lei ha mostrato di apprezzare da subito la libertà di concedersi ad altri uomini, e una sera non è tornata a dormire. All'alba mi ha detto di avere accettato l’invito di un rappresentante a passare la notte in albergo con lui. Io, con il cuore in gola, non sapevo che dire e l’unica cosa che ho saputo dire è stata: “Le hai dato anche il culo?”
Lei ha abbassato lo sguardo e mi ha detto che avevano fatto sesso in tutti i modi, anche in culo. Con il tempo mi sono fatto raccontare tutto, anche nei particolari, e le ho detto che sì, era libera di andare con altri uomini, ma che io volevo assistere ai loro incontri. Mi eccitavano i suoi racconti e forse lei pensava che mi piacesse farmi fare cornuto, non sapeva che io speravo di condividere i maschi con lei. Siamo andati avanti così per un po' di tempo, con lei che ogni tanto m’indicava qualcuno che le piaceva e mi diceva: “Portami a casa quello lì e ti faccio vedere come me lo scopo.” Ma poi era sempre difficile abbordare quel qualcuno.
Così siamo arrivati alla primavera successiva e siamo partiti per un viaggio a Cuba. Il nostro motto era – liberi di scopare con chi ci piace – e credo di non sbagliare se entrambi pensavamo a un bel cubano col pacco ben fornito. Il secondo giorno a Cuba mia moglie conosce un ragazzo di Verona, macho e abbronzato, che faceva l’istruttore subacqueo e subito si scrive ai suoi corsi. Quella sera, durante l’animazione, m’indica un ballerino cubano, e mi dice: “Quello me lo devi portare in camera, mi piace troppo.” Alla fine dello spettacolo cerco di fare amicizia con il ballerino, ma Fulgenzio – così si chiamava – pur mostrandosi un ragazzo molto carino e cordiale, dice di dover andare a lavorare in un altro locale, ma che è disponibile per altre sere. Fulgenzio era un fascio di muscoli, era sensualità pura, e a vederlo ballare ti veniva voglia di baciarlo dappertutto, anche se madido di sudore, anzi.
L’indomani mattina mia moglie esce a fare un’escursione in mare con l’istruttore. Io invece decido di prendere una canoa e farmi una remata. L’unica canoa disponibile però a due posti, così la devo condividere con un ragazzo canadese, un certo Alvin. Io e Alvin remiamo per circa un’ora, poi lui si butta in acqua e nuota verso una caletta tra le palme. Io lo raggiungo con la canoa e lo trovo disteso nudo a prendere il sole. Alvin era a Cuba già da dieci giorni, era abbronzato con delle cosce robuste, i capelli raccolti dietro a coda e pochi peli rossastri sul torace. Io ero in vacanza, libero da ogni freno inibitorio, e lui era uno spettacolo degli dei. Mi sono avvicinato e senza tanti scrupoli ho cominciato a carezzarlo. Prima le cosce poi il torace. Lui ha mostrato di gradire. Allora gli ho carezzato il cazzo che subito è cresciuto nella mia mano. Gli ho leccato le palle e l’asta, ho tirato indietro la pelle e con la punta della lingua gli ho avvolto la cappella. L’ho spinto fino in gola, c’ho sputato sopra e ho iniziato un lento pompino. Lui mugolava di piacere, e io ogni tanto lo guardavo. Poi mi ha fatto girare per avere il mio culo alla portata della sua mano sinistra. Si è sputato sulla dita e mia ha messo prima un dito, poi due, poi tre nel culo, e ha preso a spingerle dentro. A un certo punto mi ha sollevato quasi di peso facendomi sedere sul suo cazzo e allargandomi le natiche. Io ho preso il suo cazzo e l’ho puntato sul buchetto. Lui mi entrava dentro un po' con il cazzo, poi lo sfilava e mi spingeva dentro le dita. E così avanti per un po'. Ero estasiato da quel gioco cazzo – dita nel culo. Mi sono chinato gli ho detto con voce tremante: “Please Alvin fuck me. Fuck me hardly.”
Lui ha assestato qualche colpo di bacino e ho sentito il suo cazzo entrarmi tutto dentro. Dopo qualche secondo abbiamo iniziato a muoverci ritmicamente, lui spingendo in alto, io verso il basso. Non so per quanto siamo andati avanti, ma ad un certo punto siamo venuti insieme, io sulla sua pancia lui dentro di me, con convulsi sussulti. Siamo rimasti distesi per circa una mezz’ora, poi mi sono sfilato da sopra di lui coprendolo di baci sul torace, sul ventre e sul cazzo. Ci siamo fatti un breve bagno e in silenzio siamo tornati con la canoa. Mentre remavo io pensavo che non potevo continuare a mentire a mia moglie. Per quanto ci avessi provato a darle piacere , non potevo negare che a me piaceva il cazzo. Mi piaceva succhiarlo, prenderlo in culo e farmi sbattere come una troia. Ma non volevo farla soffrire o peggio ancora perderla.
Quella sera, a cena, Alvin si unisce al nostro tavolo. Io lo presento a mia moglie e lei perplessa mi dice che ha già un impegno per quella sera. Deve andare in discoteca con l’istruttore subacqueo. Di fronte al mio stupore lei mi rassicura.
“Tranquillo, vado in esplorazione. Poi ti racconto tutto e lo faccio conoscere anche a te.”
Mi ha strizzato l’occhiolino e ho sperato che avesse capito tutto di me, mi avrebbe evitato lunghe e impacciate spiegazioni. E comunque io Alvin siamo finiti al bar della spiaggia, ad ascoltare musica, bere pina colada e guardare il mare. Dopo un po' di tempo che ce ne stavamo lì in silenzio Alvin si avvicina e mi dice che vuole passare una notte intera con me. Io lo guardo con stupore ed eccitazione e gli chiedo di ripeterlo. Lui allora mi prende le mani e mi dice che gli piaccio tanto e mi vuole scopare per tutta la notte. Sono quasi commosso dalla sua dichiarazione, non riesco proprio a resistere a un bel ragazzo che dice di volermi scopare – per tutta la notte. Lo prendo per le mani e ci avviamo verso la mia stanza. Poco dopo incrociamo Fulgenzio che ci viene incontro trafelato. Si scusa per il ritardo e ci racconta un sacco di cose, ma alla fine ci dice il suo tariffario. 20 dollari per venire con me, 30 per entrambi. Io guardo Alvin, ma lui ha già tirato fuori i soldi. Prendiamo una bottiglia di prosecco al bar e ci avviamo verso la mia stanza. Il profumo dolciastro della pelle di Fulgenzio mi eccita già nelle scale per andare in camera. Appena chiusa la porta Alvin prepara i bicchieri di prosecco, io guardo Fulgenzio e gli carezzo i suoi capelli ricci. Lui mi sorride dolcemente e io sento di voler essere la loro puttana per quella notte. Sbottono la camicia di Fulgenzio e lo stendo sul letto, poi inizio a baciarlo sul torace liscio e muscoloso. Ci liberiamo in un attimo di tutti i vestiti, e nel vedere il cazzo di Fulgenzio ho un’esclamazione di stupore. Non è molto grosso ma è lungo almeno 30 centimetri. Non riesco a prenderlo tutto in bocca perché mi arriva subito in gola, allora lo lavoro di lingua, su e giù. Alvin si è piazzato dietro di me e sta leccando il culo. Cielo! Ho un supercazzo in bocca e una lingua ne culo, e la cosa mi piace assai. Sono proprio una puttana. Ci sistemiamo meglio, in modo che Alvin mi possa inculare mentre continuo a spompinare Fulgenzio. In breve sono caduto come in trance, facevo quello che dicevano loro abbandonato al piacere. Mi sbattevano, mi giravano, mi aprivano e mi strizzavano. Dopo un po' ho sentito Alvin sborrarmi in culo con un grido liberatorio. Fulgenzio invece non riusciva a venire, allora mi sono dedicato a lui. Ho cominciato a menarlo su e giù freneticamente, poi non ho saputo resistere e mi sono impalato su quel banano nero. La penetrazione non è stata difficile ma me lo sentivo dentro la pancia, e più spingeva più provavo sensazioni nuove che mi facevano esclamare di piacere. Quando ho sentito che cominciava ad ansimare e che stava per venire ho sentito forte il desiderio di farmi sborrare in faccia. Lentamente mi sono sfilato, lasciandomi una sensazione di vuoto dopo che il cazzo è uscito, e abbiamo iniziato a menarlo a due mani, la mia e la sua. Il suo fiotto di sperma non è stato violento, ma lento e continuo e mentre gli leccavo la cappella dedicavo il mio amore a quel super cazzo.
Ci siamo fatti una doccia, abbiamo bevuto un po' di prosecco, poi Fulgenzio è andato via e io e Alvin siamo tornati a letto. Lui mi ha detto che lo facevo arrapare e che aveva una voglia matta d’incularmi alla pecorina. Ci siamo messi a ridere senza riuscire a smettere, poi però mi sono disteso e ho alzato il bacino per offrirgli il culo. Lui lo ha insaponato bene poi ha preso la bottiglia del prosecco e ha cominciato a spingerla dentro di me. Spingeva un po' e mi diceva se era ok, e poi continuava. A un certo punto mi sembrava che mi spaccasse tutto, lui allora ha tolto la bottiglia e ha messo il suo cazzo, con mia grande soddisfazione. È stata un’inculata lunga e lenta, con me che gemevo continuamente e lui che roteava il bacino e spingeva a destra e a sinistra. Poi siamo rimasti abbracciati e ci siamo addormentati così.
Alle otto del mattino è tornata mia moglie e ci ha trovati insieme nel letto. È andata in bagno senza dire niente e io le sono andato dietro. Mentre faceva la pipì mi ha detto:
“Pensavo di doverci andare io a letto con il tuo amico, e invece ci sei andato tu.”
“A te com’è andata?”
“Lascia stare, è uno stronzo egoista.”
Ho preso un lungo respiro e tutto d’un fiato ho detto: “ Ho fatto l’amore con due uomini.”
Lei mi ha guardato, mentre si asciugava la fica con la carta igienica e ha detto: “ E l’altro chi è?”
“Fulgenzio, il ballerino mulatto che ti piaceva.”
“Ah però! Vedo che mi stai portando via gli amanti.” Poi carezzandomi una guancia ha aggiunto:
“Forse è proprio quello che hai sempre desiderato.”
Io ho annuito con la testa.
“Ti è piaciuto almeno?” Forse pensava farti rompere il culo, ma ha avuto il pudore di non dirlo.
“Sì, mi è piaciuto.” La mia risposta è stata secca e decisa.
Mi ha dato un leggero bacio e poi ha detto: “Lasciami andare a dormire, domani ne parliamo.”
Io e mia moglie abbiamo anche rifatto l’amore, ma veniva meglio se mi metteva un vibratore in culo. Da quella notte ho preso coscienza di quello ero, sono anche cambiato nei gesti e nella voce, e talvolta mi sono sorpreso a muovermi o atteggiarmi come una vecchia checca. Eh sì, è stata proprio una vacanza liberatoria.
Lei ha abbassato lo sguardo e mi ha detto che avevano fatto sesso in tutti i modi, anche in culo. Con il tempo mi sono fatto raccontare tutto, anche nei particolari, e le ho detto che sì, era libera di andare con altri uomini, ma che io volevo assistere ai loro incontri. Mi eccitavano i suoi racconti e forse lei pensava che mi piacesse farmi fare cornuto, non sapeva che io speravo di condividere i maschi con lei. Siamo andati avanti così per un po' di tempo, con lei che ogni tanto m’indicava qualcuno che le piaceva e mi diceva: “Portami a casa quello lì e ti faccio vedere come me lo scopo.” Ma poi era sempre difficile abbordare quel qualcuno.
Così siamo arrivati alla primavera successiva e siamo partiti per un viaggio a Cuba. Il nostro motto era – liberi di scopare con chi ci piace – e credo di non sbagliare se entrambi pensavamo a un bel cubano col pacco ben fornito. Il secondo giorno a Cuba mia moglie conosce un ragazzo di Verona, macho e abbronzato, che faceva l’istruttore subacqueo e subito si scrive ai suoi corsi. Quella sera, durante l’animazione, m’indica un ballerino cubano, e mi dice: “Quello me lo devi portare in camera, mi piace troppo.” Alla fine dello spettacolo cerco di fare amicizia con il ballerino, ma Fulgenzio – così si chiamava – pur mostrandosi un ragazzo molto carino e cordiale, dice di dover andare a lavorare in un altro locale, ma che è disponibile per altre sere. Fulgenzio era un fascio di muscoli, era sensualità pura, e a vederlo ballare ti veniva voglia di baciarlo dappertutto, anche se madido di sudore, anzi.
L’indomani mattina mia moglie esce a fare un’escursione in mare con l’istruttore. Io invece decido di prendere una canoa e farmi una remata. L’unica canoa disponibile però a due posti, così la devo condividere con un ragazzo canadese, un certo Alvin. Io e Alvin remiamo per circa un’ora, poi lui si butta in acqua e nuota verso una caletta tra le palme. Io lo raggiungo con la canoa e lo trovo disteso nudo a prendere il sole. Alvin era a Cuba già da dieci giorni, era abbronzato con delle cosce robuste, i capelli raccolti dietro a coda e pochi peli rossastri sul torace. Io ero in vacanza, libero da ogni freno inibitorio, e lui era uno spettacolo degli dei. Mi sono avvicinato e senza tanti scrupoli ho cominciato a carezzarlo. Prima le cosce poi il torace. Lui ha mostrato di gradire. Allora gli ho carezzato il cazzo che subito è cresciuto nella mia mano. Gli ho leccato le palle e l’asta, ho tirato indietro la pelle e con la punta della lingua gli ho avvolto la cappella. L’ho spinto fino in gola, c’ho sputato sopra e ho iniziato un lento pompino. Lui mugolava di piacere, e io ogni tanto lo guardavo. Poi mi ha fatto girare per avere il mio culo alla portata della sua mano sinistra. Si è sputato sulla dita e mia ha messo prima un dito, poi due, poi tre nel culo, e ha preso a spingerle dentro. A un certo punto mi ha sollevato quasi di peso facendomi sedere sul suo cazzo e allargandomi le natiche. Io ho preso il suo cazzo e l’ho puntato sul buchetto. Lui mi entrava dentro un po' con il cazzo, poi lo sfilava e mi spingeva dentro le dita. E così avanti per un po'. Ero estasiato da quel gioco cazzo – dita nel culo. Mi sono chinato gli ho detto con voce tremante: “Please Alvin fuck me. Fuck me hardly.”
Lui ha assestato qualche colpo di bacino e ho sentito il suo cazzo entrarmi tutto dentro. Dopo qualche secondo abbiamo iniziato a muoverci ritmicamente, lui spingendo in alto, io verso il basso. Non so per quanto siamo andati avanti, ma ad un certo punto siamo venuti insieme, io sulla sua pancia lui dentro di me, con convulsi sussulti. Siamo rimasti distesi per circa una mezz’ora, poi mi sono sfilato da sopra di lui coprendolo di baci sul torace, sul ventre e sul cazzo. Ci siamo fatti un breve bagno e in silenzio siamo tornati con la canoa. Mentre remavo io pensavo che non potevo continuare a mentire a mia moglie. Per quanto ci avessi provato a darle piacere , non potevo negare che a me piaceva il cazzo. Mi piaceva succhiarlo, prenderlo in culo e farmi sbattere come una troia. Ma non volevo farla soffrire o peggio ancora perderla.
Quella sera, a cena, Alvin si unisce al nostro tavolo. Io lo presento a mia moglie e lei perplessa mi dice che ha già un impegno per quella sera. Deve andare in discoteca con l’istruttore subacqueo. Di fronte al mio stupore lei mi rassicura.
“Tranquillo, vado in esplorazione. Poi ti racconto tutto e lo faccio conoscere anche a te.”
Mi ha strizzato l’occhiolino e ho sperato che avesse capito tutto di me, mi avrebbe evitato lunghe e impacciate spiegazioni. E comunque io Alvin siamo finiti al bar della spiaggia, ad ascoltare musica, bere pina colada e guardare il mare. Dopo un po' di tempo che ce ne stavamo lì in silenzio Alvin si avvicina e mi dice che vuole passare una notte intera con me. Io lo guardo con stupore ed eccitazione e gli chiedo di ripeterlo. Lui allora mi prende le mani e mi dice che gli piaccio tanto e mi vuole scopare per tutta la notte. Sono quasi commosso dalla sua dichiarazione, non riesco proprio a resistere a un bel ragazzo che dice di volermi scopare – per tutta la notte. Lo prendo per le mani e ci avviamo verso la mia stanza. Poco dopo incrociamo Fulgenzio che ci viene incontro trafelato. Si scusa per il ritardo e ci racconta un sacco di cose, ma alla fine ci dice il suo tariffario. 20 dollari per venire con me, 30 per entrambi. Io guardo Alvin, ma lui ha già tirato fuori i soldi. Prendiamo una bottiglia di prosecco al bar e ci avviamo verso la mia stanza. Il profumo dolciastro della pelle di Fulgenzio mi eccita già nelle scale per andare in camera. Appena chiusa la porta Alvin prepara i bicchieri di prosecco, io guardo Fulgenzio e gli carezzo i suoi capelli ricci. Lui mi sorride dolcemente e io sento di voler essere la loro puttana per quella notte. Sbottono la camicia di Fulgenzio e lo stendo sul letto, poi inizio a baciarlo sul torace liscio e muscoloso. Ci liberiamo in un attimo di tutti i vestiti, e nel vedere il cazzo di Fulgenzio ho un’esclamazione di stupore. Non è molto grosso ma è lungo almeno 30 centimetri. Non riesco a prenderlo tutto in bocca perché mi arriva subito in gola, allora lo lavoro di lingua, su e giù. Alvin si è piazzato dietro di me e sta leccando il culo. Cielo! Ho un supercazzo in bocca e una lingua ne culo, e la cosa mi piace assai. Sono proprio una puttana. Ci sistemiamo meglio, in modo che Alvin mi possa inculare mentre continuo a spompinare Fulgenzio. In breve sono caduto come in trance, facevo quello che dicevano loro abbandonato al piacere. Mi sbattevano, mi giravano, mi aprivano e mi strizzavano. Dopo un po' ho sentito Alvin sborrarmi in culo con un grido liberatorio. Fulgenzio invece non riusciva a venire, allora mi sono dedicato a lui. Ho cominciato a menarlo su e giù freneticamente, poi non ho saputo resistere e mi sono impalato su quel banano nero. La penetrazione non è stata difficile ma me lo sentivo dentro la pancia, e più spingeva più provavo sensazioni nuove che mi facevano esclamare di piacere. Quando ho sentito che cominciava ad ansimare e che stava per venire ho sentito forte il desiderio di farmi sborrare in faccia. Lentamente mi sono sfilato, lasciandomi una sensazione di vuoto dopo che il cazzo è uscito, e abbiamo iniziato a menarlo a due mani, la mia e la sua. Il suo fiotto di sperma non è stato violento, ma lento e continuo e mentre gli leccavo la cappella dedicavo il mio amore a quel super cazzo.
Ci siamo fatti una doccia, abbiamo bevuto un po' di prosecco, poi Fulgenzio è andato via e io e Alvin siamo tornati a letto. Lui mi ha detto che lo facevo arrapare e che aveva una voglia matta d’incularmi alla pecorina. Ci siamo messi a ridere senza riuscire a smettere, poi però mi sono disteso e ho alzato il bacino per offrirgli il culo. Lui lo ha insaponato bene poi ha preso la bottiglia del prosecco e ha cominciato a spingerla dentro di me. Spingeva un po' e mi diceva se era ok, e poi continuava. A un certo punto mi sembrava che mi spaccasse tutto, lui allora ha tolto la bottiglia e ha messo il suo cazzo, con mia grande soddisfazione. È stata un’inculata lunga e lenta, con me che gemevo continuamente e lui che roteava il bacino e spingeva a destra e a sinistra. Poi siamo rimasti abbracciati e ci siamo addormentati così.
Alle otto del mattino è tornata mia moglie e ci ha trovati insieme nel letto. È andata in bagno senza dire niente e io le sono andato dietro. Mentre faceva la pipì mi ha detto:
“Pensavo di doverci andare io a letto con il tuo amico, e invece ci sei andato tu.”
“A te com’è andata?”
“Lascia stare, è uno stronzo egoista.”
Ho preso un lungo respiro e tutto d’un fiato ho detto: “ Ho fatto l’amore con due uomini.”
Lei mi ha guardato, mentre si asciugava la fica con la carta igienica e ha detto: “ E l’altro chi è?”
“Fulgenzio, il ballerino mulatto che ti piaceva.”
“Ah però! Vedo che mi stai portando via gli amanti.” Poi carezzandomi una guancia ha aggiunto:
“Forse è proprio quello che hai sempre desiderato.”
Io ho annuito con la testa.
“Ti è piaciuto almeno?” Forse pensava farti rompere il culo, ma ha avuto il pudore di non dirlo.
“Sì, mi è piaciuto.” La mia risposta è stata secca e decisa.
Mi ha dato un leggero bacio e poi ha detto: “Lasciami andare a dormire, domani ne parliamo.”
Io e mia moglie abbiamo anche rifatto l’amore, ma veniva meglio se mi metteva un vibratore in culo. Da quella notte ho preso coscienza di quello ero, sono anche cambiato nei gesti e nella voce, e talvolta mi sono sorpreso a muovermi o atteggiarmi come una vecchia checca. Eh sì, è stata proprio una vacanza liberatoria.
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