Tremenda, meravigliosa umiliazione
di
PAOLO VERGANI
genere
feticismo
UNA MERAVIGLIOSA, TREMENDA UMILIAZIONE.
Luca non riusciva a credere a ciò che gli stava accadendo: la ragazza più bella della scuola,
Francesca, più grande di lui di quasi tre anni, mostrava interesse per lui.
Da qualche tempo si era reso conto che la ragazza lo guardava in un modo strano. La incrociava
durante la ricreazione, lungo il corridoio del Liceo che frequentava e lei lo fissava con un sorrisetto
ricco di sottintesi, talvolta sussurrava qualcosa nell’orecchio dell’amica che l’accompagnava
immancabilmente, Simona , sempre continuando a guardarlo negli occhi, e l’amica sorrideva a
sua volta come approvando quello che lei le diceva. Luca era sicuro che parlassero di lui e
questo lo riempiva di orgoglio. Solo che era combattuto tra alterni sentimenti. Lo stavano
prendendo in giro? Com’era possibile che una ragazza di quasi 18 anni, in procinto di diplomarsi ,
bella, di ottima famiglia, semprecircondata da ragazzi attraenti, aitanti, si interessasse ad un
ragazzino imbranato di 15 anni come lui?
Davanti allo specchio, quel pomeriggio, tentò di guardarsi con un occhio diverso, con gli occhi
della ragazza che venerava da un anno, quello che vide non lo rassicurò né giustificò ai suoi
occhi l’improvvisa inaspettata attenzione della ragazza nei suoi confronti: era una ragazzino
dall’aspetto delicato, biondo con gli occhi azzurri, il volto era indubbiamente bello, i lineamenti
regolari e piuttosto femminei, non era molto alto, la parte superiore del corpo era piuttosto esile, le
spalle più strette dei fianchi, che per la loro ampiezza erano anch’essi tutt’altro che virili, decise di
procedere più a fondo con l’esame, si sfilò i pantaloni e tolse la camicia restando solo con le
mutandine, uno slip bianco da ragazzino, gonfiò il torace, ma l’effetto fu patetico, i seni erano
piuttosto grassocci e oprominanti come quelli di una ragazzina impubere, dalle spalle esili e
strette il busto si allargava verso i fianchi, imbottiti di morbido grasso adolescenziale, il pancino
arrotondato le cosce piene che sfregavano l’una contro l’altra mentre camminava, lo misero in
uno stato di imbarazzo così forte che decise di interrompere la crudele ispezione, proprio quando
stava per girarsi a controllare, fin dove possibile, l’aspetto posteriore del suo giovane corpo.
Cosa vedeva in lui una ragazza dall’aspetto prepotentemente femminile come Francesca? Cosa
vedeva in quel timido, debole , morbido, femmineo ragazzino, una donna come lei?
L’istinto suggerì a Luca di non accettare l’invito che lei gli aveva rivolto quella mattina: vedersi a
casa di lei per una proposta che voleva fargli. Di che si trattava? Di uno scherzo?
L’amore disperato ed impossibile che nutriva per lei da un anno lo spinse ad accettare, malgrado
i brutti presentimenti che lo agitavano, anche solo vederla fuori dalla scuola, poterle parlare
valeva il rischio della più terribile delusione, così si ritrovò come in trance a suonare il campanello
di casa Merini….
Francesca lo guidò, attraverso l’ampio salone, verso la sua stanza e quando vi entrò il povero
giovinetto provò la prima delusione (il pomeriggio gliene avrebbe riservato di peggiori,…), seduta
sul letto lo attendeva Simona l’amica inseparabile di Francesca. Quindi niente incontro galante…o
intimo…ciò che la ragazza voleva dirgli poteva essere condiviso con l’amica, di cosa si trattava?
Francesca lo invitò a sedere, Luca obbedì sentendo i jeans stretti che si tendevano sulle cosce
piene, lo tiravano anche dietro, sul sedere, erano nuovi e avevano bisogno di adattarsi alle sue
forme….li aveva messi pensando di far colpo sulla ragazza, erano della marca che andava di
moda quell’anno, Francesca lo osservava sorridendo, i suoi occhi si posarono sulle cosce fasciate
dalla ruvida tela, sull’inguine perfettamente disegnato, sul leggero strato di grasso che premeva
sulla camicia in corrispondenza della cintura, sui piccoli piedi da ragazza infilati nei mocassini di
pelle morbida… un velo di ironia, mentre scambiava uno sguardo con l’amica…poi venne al
punto:
“Tu sai caro Luca, che quest’anno mi occupo della recita scolastica di fine anno sono la regista e
Simona è mio aiuto, costumista ed un sacco di altre cose…”
Luca annuì a disagio, forse non era stata una buona idea mettere quei jeans nuovi, gli sembrava
che stessero per scoppiargli addosso lasciandolo nudo davanti allo sguardo malizioso delle due
ragazze, la commessa aveva detto che erano troppo stretti, anche se della taglia giusta per uno
della sua età, ma la madre aveva insistito convinta che portandoli avrebbero ceduto allargandosi.
Luca ripensò al misterioso ( ai suoi occhi) sguardo ironico della commessa, molto simile a quello
di Francesca, ma cosa avevano queste ragazze? Perchè lo guardavano in quel modo?
“Sto lavorando al cast, dovresti sapere che mettiamo in scena una sorta di antologia di scene
mitologiche, insomma tu potresti essere il mio Ganimede…”
“ O anche Eros..” Intervenne Simona…sono entrambi callipigi…”
“ Non corriamo troppo….dobbiamo fargli un provino, se accetta di sottoporvisi….” Disse
Francesca.
Luca emise un lungo respiro, la delusione ebbe l’effetto di scaricare immediatamente la tensione,
dunque si trattava di quello, un ‘interesse meramente scolastico professionale…che diamine
voleva dire callipigio? Certo accettare voleva dire lavorare con la ragazza che vedeva come una
dea, che amava senza speranza, e contemporaneamente continuare a farsi del male a soffrire
come un cane…
“ Che mi dici? Sei pronto a fare una prima prova costume?” Chiese sorridendo Francesca?
Luca guardò esitante le due ragazze prima di rispondere in un sussurro: “Certo, se pensate che
io possa… “
“Certo che puoi” lo interruppe Simona, hai le “physique du role”…guarda qui..”
Simona aprì un libro che si trovava sulla piccola scrivania accanto al letto ed indicò al giovinetto
un’illustrazione .”Questo è Ganimede…”
Luca guardò e vide un ragazzino che indossava un gonnellino….una spalla era nuda e lasciava
vedere il seno morbido e prominente, le cosce erano piene, il volto delicato nei lineamenti lo si
sarebbe detto dal sesso incerto, una sorta di ermafrodito…. “
Luca preferì considerarlo un complimento ed accettò di sottoporsi al provino..
“evviva!” Urlarono all’unisono Francesca e Simona. “ Procediamo subito. Vai dietro quel separè ed
indossa ciò che ora ti darà la mia costumista. ” gli ordinò Francesca imitando il tono
professionale di una vera regista.
Simona estrasse da un bustone di carta, una camicia che aveva adattato in modo che sembrasse
una tunichetta e gliela porse” Ti va di provare questo, lasciandoti solo la biancheria sotto, oppure
vuoi anche una calzamaglia color carne…?”
Luca arrossì al pensiero di trovarsi seminudo dinnanzi alle ragazze, sapeva per averle controllate
più volte che le sue cosce oltre che grassocce erano anche completamente glabre, optò per la
calzamaglia e si ritirò dietro il separè.
Francesca e Simona attesero per qualche minuto, attente ai rumori di indumenti che fregavano
sulla carne, poi Simona chiese: “Come va? Tutto bene?”
“Sì “ rispose esitante il giovinetto” ma ho un problema con la calzamaglia dietro…non mi copre
abbastanza tutto il…”
“ Prova a togliere la biancheria…se indossi la calzamaglia meglio farlo sulla pelle nuda…”
Rispose Simona. Ancora fruscii e strofinii, finalmente Luca uscì da dietro il separè.
Le ragazze lo osservarono in silenzio per qualche secondo…lo spettacolo era singolare e per
qualche verso conturbante…la tunichetta lasciava scoperto parte del torace lasciando
intravvedere un seno bianco morbido da ragazza, la calzamaglia color carne dava l’illusione di
cosce nude tornite ed unite l’una all’altra come a preservare la verginità di una donzella…
“ Voltati..”ordinò Francesca con voce bassa ed imperiosa. Luca si voltò e le ragazze videro che in
corrispondenza delle natiche inaspettatamente formose ed ampie per un ragazzo il gonnellino si
sollevava lasciando intravvedere peggio che se fossero nude la parte inferiore delle due
prosperose colline, l’effetto color carne dava l’illusione che il grosso sedere fosse nudo, che si
offrisse senza pudore allo sguardo malizioso delle due femmine…
“ Bisogna trovare una calzamaglia più grande…non pensavo che…insomma così non
funziona….” Simona si avvicinò a Luca e gli si mise dietro per controllare meglio, Francesca la
seguì, così gli occhi delle due ragazze si trovarono a pochi centimetri dal grosso posteriore di
Luca che cominciò a sentirsi a disagio, anche quella maledetta calzamaglia, come i jeans gli tirava
troppo dietro e sulle cosce…Simona sollevò il gonnellino e si trovò davanti il sedere di Luca
stretto in quella sorta di gabbia elastica , la parte superiore delle natiche, bianche e lisce , era
scoperta, sicché si vedeva l’inizio della profonda fessura che separava le natiche del ragazzino
che, ora , le due ragazze potevano constatare essere eccezionalmente prominenti.
Qualcosa accadde, poiché entrambe sembravano in preda ad un’improvvisa irrefrenabile
eccitazione, Luca percepì quasi fisicamente lo sguardo bruciante delle ragazze sulla sua carne, ,
inoltre improvvisamente la situazione gli parve singolare, bizzarra, cosa ci faceva lì seminudo,
sotto lo sguardo di quelle due femmine?
“Sentite, credo di non essere adatto….forse sarà meglio ..”
“Ma no “ lo interruppe Simona con la voce rauca” Si può risolvere..ti prenderò le misure per bene
in modo da farti fare su misura la calza maglia…a meno che tu non accetti di recitare senza, hai
belle gambe…possiamo vederle nude?”
Luca percepì il turbamento nel tono di voce della ragazza, imbarazzato replicò: “preferirei la
calzamaglia, mi sentirei a disagio…con le gambe nude..insomma..”
“Ok allora passiamo a misurare…”Disse Simona. “Aiutami Francesca prendi il metro”
Francesca portò il metro da sarta e Le due ragazze cominciarono ad armeggiare intorno al corpo
del ragazzino sempre più agitato. Simona misurò la lunghezza della gamba dall’interno coscia in
prossimità dell’inguine, poi la circonferenza dei fianchi in corrispondenza del maggior aggetto
delle formidabili natiche.
“accidenti..” Si lasciò sfuggire a mezza voce Simona segnando la misura…”ce ne vorrà di stoffa..”
Francesca sorrise. “ Non pensavo che un ragazzo potesse avere misure come queste…”
Luca arrossì al commento , stava rendendosi conto di una caratteristica anatomica del suo corpo
che aveva sempre ignorato, e nel modo peggiore , chi gli stava facendo notare di avere un sedere
prosperoso come quello di una donna era la ragazza che amava… il pomeriggio aveva preso una
piega imprevista quanto crudele…inoltre le due ragazze sembravano in preda ad una eccitazione
pericolosa…”Eh sì” rincarò Simona, “ un sedere così metterebbe in imbarazzo anche una donna
adulta…fguriamoci un ragazzino che magari gioca a fare l’ometto”
“ Forse è meglio che vada..io credo di non essere adatto per questa parte..” Balbettò Luca con un
filo di voce…”
“Forse sei troppo adatto,… per dirlo dobbiamo sottoporti ad un esame più accurato…vedi
Ganimede aveva belle natiche femminee ed un sesso ridicolmente inadeguato..dobbiamo vederti
nudo..” Mormorò Simona con la voce roca…
” Credo anch’io che sia necessario…” approvò Francesca.
Luca afferrò i Jeans e fece per muoversi verso la porta ma le ragazze gli furono addosso e lo
immobilizzarono facilmente mortificando ulteriormente la sua dignità di maschietto.
Fu facile per le due crudeli ragazze sfilare calzamaglia e camicia….alla fine si trovarono davanti
allo spettacolo conturbante di un giovinetto dalla pelle candida e setosa che serrava le cosce
piene a nascondere il piccolo pene glabro, le cui ridicole dimensioni erano rese ancora più
scandalose dall’abbondanza degli attributi posteriori che le ragazze si divertirono a palpare a
sculacciare a pizzicare… le grosse natiche del timido fanciullo in balia dell crudeli femmine
sobbalzavano, tremolavano, roteavano oscenamente.
“Sei perfetto..grosse natiche morbide e lisce e pisellino….voglio fotografarti, immortalare queste
forme scandalose, oscene… “ Disse Simona prendendo il cellulare ed iniziando a scattare foto da
ogni prospettiva. Luca era come in trance, l’umiliazione lo aveva annientato annullando ogni
reazione…
Francesca lo muovere come una marionetta, facendogli assumere pose che esaltavano le
caratteristiche femminee del suo giovane corpo.
“Guardati….sei bellissimo..se ti vedessero i miei compagni…uno di loro mi ha detto che una volta
in palestra ti ha visto mentre ti cambiavi… facevi in modo di non mostrare il tuo ridicolo pisellino,
incurante che le mutandine da bambino che indossi lasciavano scoperto quasi completamente il
tuo grosso sedere….mi ha detto che da dietro sembravi proprio una ragazza…ed una ragazza più
che formosa…..lui volgarmente ha usato l’aggettivo “culona”…”
“Vi prego lasciatemi andare…” piagnucolò Luca..
“E’ dall’anno scorso che ti teniamo d’occhio o meglio teniamo d’occhio il considerevole didietro
di cui madre natura ti ha generosamente dotato… una volta sei venuto a scuola con un paio di
pantaloni bianchi così stretti che delineavano le tue natiche peggio che se fossero nude… e
davanti non si indovinava il minimo rilievo….è quest’accoppiamento che ci eccita….voglio dire me
e Simona, magari ti senti un maschietto, qualche volta ti abbiamo sorpreso a guardarci, ma la tua
acerba virilità è imprigionata in questo corpo ambiguo……pisellino e culone, sei destinato ad
essere preda dei nostri crudeli giochini….se ti ribelli le foto finiscono sul Web, con i maniaci che
girano, avrai parecchi followers….”
Continua.
“
Luca non riusciva a credere a ciò che gli stava accadendo: la ragazza più bella della scuola,
Francesca, più grande di lui di quasi tre anni, mostrava interesse per lui.
Da qualche tempo si era reso conto che la ragazza lo guardava in un modo strano. La incrociava
durante la ricreazione, lungo il corridoio del Liceo che frequentava e lei lo fissava con un sorrisetto
ricco di sottintesi, talvolta sussurrava qualcosa nell’orecchio dell’amica che l’accompagnava
immancabilmente, Simona , sempre continuando a guardarlo negli occhi, e l’amica sorrideva a
sua volta come approvando quello che lei le diceva. Luca era sicuro che parlassero di lui e
questo lo riempiva di orgoglio. Solo che era combattuto tra alterni sentimenti. Lo stavano
prendendo in giro? Com’era possibile che una ragazza di quasi 18 anni, in procinto di diplomarsi ,
bella, di ottima famiglia, semprecircondata da ragazzi attraenti, aitanti, si interessasse ad un
ragazzino imbranato di 15 anni come lui?
Davanti allo specchio, quel pomeriggio, tentò di guardarsi con un occhio diverso, con gli occhi
della ragazza che venerava da un anno, quello che vide non lo rassicurò né giustificò ai suoi
occhi l’improvvisa inaspettata attenzione della ragazza nei suoi confronti: era una ragazzino
dall’aspetto delicato, biondo con gli occhi azzurri, il volto era indubbiamente bello, i lineamenti
regolari e piuttosto femminei, non era molto alto, la parte superiore del corpo era piuttosto esile, le
spalle più strette dei fianchi, che per la loro ampiezza erano anch’essi tutt’altro che virili, decise di
procedere più a fondo con l’esame, si sfilò i pantaloni e tolse la camicia restando solo con le
mutandine, uno slip bianco da ragazzino, gonfiò il torace, ma l’effetto fu patetico, i seni erano
piuttosto grassocci e oprominanti come quelli di una ragazzina impubere, dalle spalle esili e
strette il busto si allargava verso i fianchi, imbottiti di morbido grasso adolescenziale, il pancino
arrotondato le cosce piene che sfregavano l’una contro l’altra mentre camminava, lo misero in
uno stato di imbarazzo così forte che decise di interrompere la crudele ispezione, proprio quando
stava per girarsi a controllare, fin dove possibile, l’aspetto posteriore del suo giovane corpo.
Cosa vedeva in lui una ragazza dall’aspetto prepotentemente femminile come Francesca? Cosa
vedeva in quel timido, debole , morbido, femmineo ragazzino, una donna come lei?
L’istinto suggerì a Luca di non accettare l’invito che lei gli aveva rivolto quella mattina: vedersi a
casa di lei per una proposta che voleva fargli. Di che si trattava? Di uno scherzo?
L’amore disperato ed impossibile che nutriva per lei da un anno lo spinse ad accettare, malgrado
i brutti presentimenti che lo agitavano, anche solo vederla fuori dalla scuola, poterle parlare
valeva il rischio della più terribile delusione, così si ritrovò come in trance a suonare il campanello
di casa Merini….
Francesca lo guidò, attraverso l’ampio salone, verso la sua stanza e quando vi entrò il povero
giovinetto provò la prima delusione (il pomeriggio gliene avrebbe riservato di peggiori,…), seduta
sul letto lo attendeva Simona l’amica inseparabile di Francesca. Quindi niente incontro galante…o
intimo…ciò che la ragazza voleva dirgli poteva essere condiviso con l’amica, di cosa si trattava?
Francesca lo invitò a sedere, Luca obbedì sentendo i jeans stretti che si tendevano sulle cosce
piene, lo tiravano anche dietro, sul sedere, erano nuovi e avevano bisogno di adattarsi alle sue
forme….li aveva messi pensando di far colpo sulla ragazza, erano della marca che andava di
moda quell’anno, Francesca lo osservava sorridendo, i suoi occhi si posarono sulle cosce fasciate
dalla ruvida tela, sull’inguine perfettamente disegnato, sul leggero strato di grasso che premeva
sulla camicia in corrispondenza della cintura, sui piccoli piedi da ragazza infilati nei mocassini di
pelle morbida… un velo di ironia, mentre scambiava uno sguardo con l’amica…poi venne al
punto:
“Tu sai caro Luca, che quest’anno mi occupo della recita scolastica di fine anno sono la regista e
Simona è mio aiuto, costumista ed un sacco di altre cose…”
Luca annuì a disagio, forse non era stata una buona idea mettere quei jeans nuovi, gli sembrava
che stessero per scoppiargli addosso lasciandolo nudo davanti allo sguardo malizioso delle due
ragazze, la commessa aveva detto che erano troppo stretti, anche se della taglia giusta per uno
della sua età, ma la madre aveva insistito convinta che portandoli avrebbero ceduto allargandosi.
Luca ripensò al misterioso ( ai suoi occhi) sguardo ironico della commessa, molto simile a quello
di Francesca, ma cosa avevano queste ragazze? Perchè lo guardavano in quel modo?
“Sto lavorando al cast, dovresti sapere che mettiamo in scena una sorta di antologia di scene
mitologiche, insomma tu potresti essere il mio Ganimede…”
“ O anche Eros..” Intervenne Simona…sono entrambi callipigi…”
“ Non corriamo troppo….dobbiamo fargli un provino, se accetta di sottoporvisi….” Disse
Francesca.
Luca emise un lungo respiro, la delusione ebbe l’effetto di scaricare immediatamente la tensione,
dunque si trattava di quello, un ‘interesse meramente scolastico professionale…che diamine
voleva dire callipigio? Certo accettare voleva dire lavorare con la ragazza che vedeva come una
dea, che amava senza speranza, e contemporaneamente continuare a farsi del male a soffrire
come un cane…
“ Che mi dici? Sei pronto a fare una prima prova costume?” Chiese sorridendo Francesca?
Luca guardò esitante le due ragazze prima di rispondere in un sussurro: “Certo, se pensate che
io possa… “
“Certo che puoi” lo interruppe Simona, hai le “physique du role”…guarda qui..”
Simona aprì un libro che si trovava sulla piccola scrivania accanto al letto ed indicò al giovinetto
un’illustrazione .”Questo è Ganimede…”
Luca guardò e vide un ragazzino che indossava un gonnellino….una spalla era nuda e lasciava
vedere il seno morbido e prominente, le cosce erano piene, il volto delicato nei lineamenti lo si
sarebbe detto dal sesso incerto, una sorta di ermafrodito…. “
Luca preferì considerarlo un complimento ed accettò di sottoporsi al provino..
“evviva!” Urlarono all’unisono Francesca e Simona. “ Procediamo subito. Vai dietro quel separè ed
indossa ciò che ora ti darà la mia costumista. ” gli ordinò Francesca imitando il tono
professionale di una vera regista.
Simona estrasse da un bustone di carta, una camicia che aveva adattato in modo che sembrasse
una tunichetta e gliela porse” Ti va di provare questo, lasciandoti solo la biancheria sotto, oppure
vuoi anche una calzamaglia color carne…?”
Luca arrossì al pensiero di trovarsi seminudo dinnanzi alle ragazze, sapeva per averle controllate
più volte che le sue cosce oltre che grassocce erano anche completamente glabre, optò per la
calzamaglia e si ritirò dietro il separè.
Francesca e Simona attesero per qualche minuto, attente ai rumori di indumenti che fregavano
sulla carne, poi Simona chiese: “Come va? Tutto bene?”
“Sì “ rispose esitante il giovinetto” ma ho un problema con la calzamaglia dietro…non mi copre
abbastanza tutto il…”
“ Prova a togliere la biancheria…se indossi la calzamaglia meglio farlo sulla pelle nuda…”
Rispose Simona. Ancora fruscii e strofinii, finalmente Luca uscì da dietro il separè.
Le ragazze lo osservarono in silenzio per qualche secondo…lo spettacolo era singolare e per
qualche verso conturbante…la tunichetta lasciava scoperto parte del torace lasciando
intravvedere un seno bianco morbido da ragazza, la calzamaglia color carne dava l’illusione di
cosce nude tornite ed unite l’una all’altra come a preservare la verginità di una donzella…
“ Voltati..”ordinò Francesca con voce bassa ed imperiosa. Luca si voltò e le ragazze videro che in
corrispondenza delle natiche inaspettatamente formose ed ampie per un ragazzo il gonnellino si
sollevava lasciando intravvedere peggio che se fossero nude la parte inferiore delle due
prosperose colline, l’effetto color carne dava l’illusione che il grosso sedere fosse nudo, che si
offrisse senza pudore allo sguardo malizioso delle due femmine…
“ Bisogna trovare una calzamaglia più grande…non pensavo che…insomma così non
funziona….” Simona si avvicinò a Luca e gli si mise dietro per controllare meglio, Francesca la
seguì, così gli occhi delle due ragazze si trovarono a pochi centimetri dal grosso posteriore di
Luca che cominciò a sentirsi a disagio, anche quella maledetta calzamaglia, come i jeans gli tirava
troppo dietro e sulle cosce…Simona sollevò il gonnellino e si trovò davanti il sedere di Luca
stretto in quella sorta di gabbia elastica , la parte superiore delle natiche, bianche e lisce , era
scoperta, sicché si vedeva l’inizio della profonda fessura che separava le natiche del ragazzino
che, ora , le due ragazze potevano constatare essere eccezionalmente prominenti.
Qualcosa accadde, poiché entrambe sembravano in preda ad un’improvvisa irrefrenabile
eccitazione, Luca percepì quasi fisicamente lo sguardo bruciante delle ragazze sulla sua carne, ,
inoltre improvvisamente la situazione gli parve singolare, bizzarra, cosa ci faceva lì seminudo,
sotto lo sguardo di quelle due femmine?
“Sentite, credo di non essere adatto….forse sarà meglio ..”
“Ma no “ lo interruppe Simona con la voce rauca” Si può risolvere..ti prenderò le misure per bene
in modo da farti fare su misura la calza maglia…a meno che tu non accetti di recitare senza, hai
belle gambe…possiamo vederle nude?”
Luca percepì il turbamento nel tono di voce della ragazza, imbarazzato replicò: “preferirei la
calzamaglia, mi sentirei a disagio…con le gambe nude..insomma..”
“Ok allora passiamo a misurare…”Disse Simona. “Aiutami Francesca prendi il metro”
Francesca portò il metro da sarta e Le due ragazze cominciarono ad armeggiare intorno al corpo
del ragazzino sempre più agitato. Simona misurò la lunghezza della gamba dall’interno coscia in
prossimità dell’inguine, poi la circonferenza dei fianchi in corrispondenza del maggior aggetto
delle formidabili natiche.
“accidenti..” Si lasciò sfuggire a mezza voce Simona segnando la misura…”ce ne vorrà di stoffa..”
Francesca sorrise. “ Non pensavo che un ragazzo potesse avere misure come queste…”
Luca arrossì al commento , stava rendendosi conto di una caratteristica anatomica del suo corpo
che aveva sempre ignorato, e nel modo peggiore , chi gli stava facendo notare di avere un sedere
prosperoso come quello di una donna era la ragazza che amava… il pomeriggio aveva preso una
piega imprevista quanto crudele…inoltre le due ragazze sembravano in preda ad una eccitazione
pericolosa…”Eh sì” rincarò Simona, “ un sedere così metterebbe in imbarazzo anche una donna
adulta…fguriamoci un ragazzino che magari gioca a fare l’ometto”
“ Forse è meglio che vada..io credo di non essere adatto per questa parte..” Balbettò Luca con un
filo di voce…”
“Forse sei troppo adatto,… per dirlo dobbiamo sottoporti ad un esame più accurato…vedi
Ganimede aveva belle natiche femminee ed un sesso ridicolmente inadeguato..dobbiamo vederti
nudo..” Mormorò Simona con la voce roca…
” Credo anch’io che sia necessario…” approvò Francesca.
Luca afferrò i Jeans e fece per muoversi verso la porta ma le ragazze gli furono addosso e lo
immobilizzarono facilmente mortificando ulteriormente la sua dignità di maschietto.
Fu facile per le due crudeli ragazze sfilare calzamaglia e camicia….alla fine si trovarono davanti
allo spettacolo conturbante di un giovinetto dalla pelle candida e setosa che serrava le cosce
piene a nascondere il piccolo pene glabro, le cui ridicole dimensioni erano rese ancora più
scandalose dall’abbondanza degli attributi posteriori che le ragazze si divertirono a palpare a
sculacciare a pizzicare… le grosse natiche del timido fanciullo in balia dell crudeli femmine
sobbalzavano, tremolavano, roteavano oscenamente.
“Sei perfetto..grosse natiche morbide e lisce e pisellino….voglio fotografarti, immortalare queste
forme scandalose, oscene… “ Disse Simona prendendo il cellulare ed iniziando a scattare foto da
ogni prospettiva. Luca era come in trance, l’umiliazione lo aveva annientato annullando ogni
reazione…
Francesca lo muovere come una marionetta, facendogli assumere pose che esaltavano le
caratteristiche femminee del suo giovane corpo.
“Guardati….sei bellissimo..se ti vedessero i miei compagni…uno di loro mi ha detto che una volta
in palestra ti ha visto mentre ti cambiavi… facevi in modo di non mostrare il tuo ridicolo pisellino,
incurante che le mutandine da bambino che indossi lasciavano scoperto quasi completamente il
tuo grosso sedere….mi ha detto che da dietro sembravi proprio una ragazza…ed una ragazza più
che formosa…..lui volgarmente ha usato l’aggettivo “culona”…”
“Vi prego lasciatemi andare…” piagnucolò Luca..
“E’ dall’anno scorso che ti teniamo d’occhio o meglio teniamo d’occhio il considerevole didietro
di cui madre natura ti ha generosamente dotato… una volta sei venuto a scuola con un paio di
pantaloni bianchi così stretti che delineavano le tue natiche peggio che se fossero nude… e
davanti non si indovinava il minimo rilievo….è quest’accoppiamento che ci eccita….voglio dire me
e Simona, magari ti senti un maschietto, qualche volta ti abbiamo sorpreso a guardarci, ma la tua
acerba virilità è imprigionata in questo corpo ambiguo……pisellino e culone, sei destinato ad
essere preda dei nostri crudeli giochini….se ti ribelli le foto finiscono sul Web, con i maniaci che
girano, avrai parecchi followers….”
Continua.
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