Un incontro che mai dimenticherò 2.

di
genere
etero

Arrivo puntualissimo alla pizzeria e dopo una consueta mezz'ora eccoti arrivare Rita e Debora. Mi alzo per salutarle e ci accomodiamo parlando del nostro passato scolastico, tanto per fare capire a Debora che sua zia ed io eravamo dei tornadi non comuni mortali: eravamo un vero ciclone vivente. Debora si sganascia dal ridere con le mie imitazioni dei nostri insegnanti e la sera scorre tra grandi boccali di birra per incrementare lo stato di ubriachezza per ridere ancora meglio coinvolgendo il resto dei frequentatori del locale che Rita conosceva da anni ed i camerieri stavano incantati ad ascoltare quello che avevo combinato io con la preziosissima collaborazione di Rita ed un altro di noi che però ora non è più al Mondo. Debora, intuendo come si concluderà la serata per noi ex liceali, finge di ricevere una telefonata da una sua amica che le chiede di andare da lei e così ci bacia sulle guance e se ne va via. Io e Rita troviamo la forza fisica per alzarsi dalle sedie e,salutando tutti, ce ne andiamo a casa sua. Giunti lì ci sediamo sul divano e diventiamo d'improvviso seri e, guardandoci negli occhi, ci rendiamo conto di desiderarci moltissimo e così le nostre bocche si uniscono in un lungo bacio prima casto poi diventa focosissimo in quanto le nostre lingue s'intrecciano e sembra proprio che non vogliono più sciogliersi. Lei mi slaccia la camicia e infila le mani sotto la maglietta intima scorrendo le dita sui miei capezzoli, dandomi un brivido di piacere che mi infiamma il viso, poi Rita mi slaccia la cintura dei pantaloni che a fatica mi sfila e, abbassati gli slip, mi prende il cazzo in bocca e lo scorre con la lingua per poi infilandoselo in bocca ma quando si rende conto che la mia "bestiola" è di circa trenta centimetri di lunghezza e dodici di larghezza, sgrana gli occhi e mi dice di volerlo provare subito e, dopo che l'ho interamente spogliata e leccato a fondo la sua fighina fino a farla sbrodolare di umori, le appoggio il cazzo sfiorandole il clitoride e lei già urla gemendo di piacere poi le metto tutto dentro il batacchione nella figa ed inizio a stantuffare a lungo e lei gode, geme, sospira, ansima ed anch'io non è che "stò lì ad annoiarmi"! Me ne vengo senza essere più capace di trattenere le mie emozioni e godiamo fortunatamente insieme. Lei mi riempe di baci in bocca, sul collo e sul retro delle orecchie, poi mi dice di trasferirsi al suo lettone e ci andiamo subito dopo esserci fatta una doccia insieme per pulirci degli umori reciproci. Crolliamo ambedue ancora ben presi dagli effetti della birra e dormiamo fino all'alba che illumina la stanza non avente la finestra con la persiana chiusa ed il sole ci accarezza i volti ancora sconvolti dalla scopata e sbornia serale. Mi alzo per andare in bagno, completamente nudo e mi trovo difronte Debora, appena entrata in casa e, visto il mio sventolone di batacchio, senza tanti preamboli e pregiudizi, mi dice che vorrebbe prenotarsi per poterlo gustare, sorridendomi ammiccando con gli occhi incantati dallo spettacolo appena apprezzato. Rido e le dico che deve chiedere il permesso a sua zia ma io comunque non ho nulla in contrario a farle la festa. Vado in bagno, mi faccio un'altra doccia e, dopo un caffè offertomi da Debora, vado a dare un bacio a Rita che ancora dorme poi saluto Debora che senza complimenti mi da un bacio in bocca e mi tasta il cazzo ancora addormentato ma pronto all'uso. salgo in ascensore e, ribaciata Debora, la faccio uscire e chiudo le porte e parto.
scritto il
2019-11-22
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