Tanto va il gatto a largo (1)
di
Osama
genere
gay
Da qualche settimana, il mio nuovo gattino, sperimentava l’ebbrezza delle “gite” all’aperto; ovviamente io preoccupato che non si perdesse, gli avevo messo un collarino con tanto di nome, indirizzo e numero di cellulare.
Tutto andava bene, fino a quando si realizzò la mia paura, una sera non rientrò per la sua solita pappa serale e da quel momento in poi non fece rientro.
Erano trascorsi 3 giorni, avevo affisso per la via diversi volantini con foto e numero di telefono ma nulla.
La mattina del 4 giorno, finalmente squillò il telefono, numero non presente in rubrica, ero emozionato e speranzoso, forse avrei rivisto il mio gatto.
Risposi: “Pronto…”,
A: “Pronto, buongiorno sono Alessio, ho trovato questo gatto e ho chiamato a questo numero!”
Felice ed emozionato, non ho potuto fare a meno di notare la voce profonda e sensuale dell’interlocutore.
Io: “Pronto, piacere, sì ha fatto benissimo! Sono il proprietario e sono felice che lei abbia trovato il mio gatto! Se posso chiedere, da dove mi sta chiamando? Così posso passare a prenderlo.”
A:” Certo! Sto in via XXXX numero 12, ha presente dov’è?”
Io:” Sì sì, io abito nella via trasversale; se lei è a casa e non disturbo posso passare tra una 15 ina di minuti!”
A:” Che fortuna! Dico, che lei abiti vicino. Sì, venga pure, non disturba mica, sono solo a casa che sistemo il casino che ha lasciato mia moglie nel bagno!”
Rimasi stupito di questa informazione aggiuntiva, pensai il solito maritino che non ha voglia di pulire e dare una mano in casa.
Comunque, confermai l’appuntamento, mi cambiai e mi recai a piedi presso l’indirizzo che mi aveva fornito.
La casa era una classica villetta a schiera di recente costruzione, un bel giardino curato con un’amaca biposto tra due grossi pini; il cancellino del giardino era aperto così mi reco direttamente alla porta d’ingresso. Suono il campanello e dopo qualche istante mi aprì la porta.
Ebbi quasi un colpo al cuore, si presentò dinnanzi a me un uomo di carnagione olivastra sulla 40 ina alto almeno 1,90 ben piazzato fisicamente e con un sorriso da far svenire chiunque.
Per peggiorare la situazione, sarà stato il caldo o lo sforzo nel pulire il bagno, stava a petto nudo con degli short gialli cortissimi e larghi (probabilmente quelli del calcetto) con un paio di infradito bianche ai piedi, o meglio piedoni, saranno stati un 45 minimo.
Rimasi quasi inebetito, alche mi porse la sua mano e presentandosi nuovamente mi disse di accomodarmi dentro. Mentre si scusava per l’abbigliamento (ma quali scuse per me era un regalo) si girò e notai un bel sedere che a stento veniva contenuto dai pantaloncini, mentre il bozzo davanti prometteva qualcosa di “ingombrante”, inoltre la cosa che mi eccitò di più è il fatto che sembrava “libero”, possibile stesse senza mutande? D’altronde era a casa sua…
Mi fece accomodare in cucina, sia la cucina che la sala erano in penombra grazie alle tende da sole abbassate, il che rendeva il tutto un ambiente intimo e protetto da sguardi indiscreti; avevo le palpitazioni, mi ero quasi scordato del gatto!
Cercai di calmarmi, pensando: “ragiona è un omo sposato che ti ha fatto la cortesia di recuperati il gatto, cerca di non rovinare tutto, per di più è praticamente un tuo vicino di casa…”
A: “Ti vedo pensieroso, tranquillo il gatto è nello studiolo sai ho dovuto chiuderlo lì perché non mi faceva pulire il bagno in tranquillità! Ora vado a prendertelo, ma prima gradisci un caffè o qualcosa di fresco?”
Io, che continuavo a fissarlo come un bambino osserva un gelato, risposi “sì, nessuna fretta, non voglio disturbarti, ma un caffè lo prendo volentieri! “e nel mentre pensavo che avrei preso volentieri anche qualcos’altro!
A:” Ma quale disturbo, anzi mi fa piacere prendere un caffè assieme a te”.
Mise la moka sul fuoco e si sedette nello sgabello difronte a me, io stando seduto nella sedia avevo quasi lo sguardo in corrispondenza della sua vita; mi si azzerò la salivazione quando con non salace aprì leggermente le gambe e vidi fare capolino dall’interno del pantaloncino un bel testicolo grosso ricoperto da qualche pelo nero; il porco stava senza intimo!
Forse accortosi del mio sguardo ed espressione stupita, incrociò i piedi in modo da chiudere il siparietto mostrato, subito si scusò nuovamente dicendomi “sai a casa mi piace stare in totale libertà specie in giornate così calde gli slip mi danno fastidio al cazzo; non ti sarai turbato? D’altronde siamo tra maschi…” subito dopo senza darmi il tempo di rispondere mi chiese: “ma è il primo gatto che prendi?”
Sarà per la confessione appena ricevuta o per lo stato confusionale che mi provocò, risposi: “no, no, ne ho presi tanti di CAZZI!” mi si gelò il sangue per il lapsus freudiano (ricordava molto la gaffe famosa della Clerici “Io non posso vivere senza cazzo”); subito puntualizzai “volevo dire gatti”, ma ormai c’era poco da riparare.
Lui quasi con un ghigno compiaciuto, rispose “AH AH, grazie della informazione confidenziale! Nel mentre prendi il caffè che è pronto!” e mi passò la tazzina. Rincarò lo sfottio “vuoi qualche biscotto da inzuppare?”
Preso dal panico risposi:” scusami posso andare un attimo in bagno?”:
A:” Vai pure, è la prima porta a destra nel corridoio”
Corsi in bagno volevo rinfrescarmi un po’ per ricompormi e calmarmi; nel bagno effettivamente c’era un po’ di casino, mentre mi sciacquavo il viso vidi riflesso nello specchio una confezione di preservativi DUREX Comfort XXL che stava poggiata sulla lavatrice; probabilmente rimasta lì dall’ultima chiavata consumata nel bagno. Inutile dire che la dimensione dei condom non mi era passata inosservata… avevo intravisto bene, il caro Alessio era ben fornito la sotto!
Mi asciugo il viso e mi soffio il naso con un po’ di carta igienica, non so perché ma anziché buttarla nel WC la buttai nel cestino del bagno, come l’aprii usci un inconfondibile odore di sperma; quasi ipnotizzato osservavo il preservativo che giaceva annodato e carico di sperma in maniera spaventosa.
Feci un respiro profondo, chiusi il cestino ed usci dal bagno.
Fine parte 1.
Tutto andava bene, fino a quando si realizzò la mia paura, una sera non rientrò per la sua solita pappa serale e da quel momento in poi non fece rientro.
Erano trascorsi 3 giorni, avevo affisso per la via diversi volantini con foto e numero di telefono ma nulla.
La mattina del 4 giorno, finalmente squillò il telefono, numero non presente in rubrica, ero emozionato e speranzoso, forse avrei rivisto il mio gatto.
Risposi: “Pronto…”,
A: “Pronto, buongiorno sono Alessio, ho trovato questo gatto e ho chiamato a questo numero!”
Felice ed emozionato, non ho potuto fare a meno di notare la voce profonda e sensuale dell’interlocutore.
Io: “Pronto, piacere, sì ha fatto benissimo! Sono il proprietario e sono felice che lei abbia trovato il mio gatto! Se posso chiedere, da dove mi sta chiamando? Così posso passare a prenderlo.”
A:” Certo! Sto in via XXXX numero 12, ha presente dov’è?”
Io:” Sì sì, io abito nella via trasversale; se lei è a casa e non disturbo posso passare tra una 15 ina di minuti!”
A:” Che fortuna! Dico, che lei abiti vicino. Sì, venga pure, non disturba mica, sono solo a casa che sistemo il casino che ha lasciato mia moglie nel bagno!”
Rimasi stupito di questa informazione aggiuntiva, pensai il solito maritino che non ha voglia di pulire e dare una mano in casa.
Comunque, confermai l’appuntamento, mi cambiai e mi recai a piedi presso l’indirizzo che mi aveva fornito.
La casa era una classica villetta a schiera di recente costruzione, un bel giardino curato con un’amaca biposto tra due grossi pini; il cancellino del giardino era aperto così mi reco direttamente alla porta d’ingresso. Suono il campanello e dopo qualche istante mi aprì la porta.
Ebbi quasi un colpo al cuore, si presentò dinnanzi a me un uomo di carnagione olivastra sulla 40 ina alto almeno 1,90 ben piazzato fisicamente e con un sorriso da far svenire chiunque.
Per peggiorare la situazione, sarà stato il caldo o lo sforzo nel pulire il bagno, stava a petto nudo con degli short gialli cortissimi e larghi (probabilmente quelli del calcetto) con un paio di infradito bianche ai piedi, o meglio piedoni, saranno stati un 45 minimo.
Rimasi quasi inebetito, alche mi porse la sua mano e presentandosi nuovamente mi disse di accomodarmi dentro. Mentre si scusava per l’abbigliamento (ma quali scuse per me era un regalo) si girò e notai un bel sedere che a stento veniva contenuto dai pantaloncini, mentre il bozzo davanti prometteva qualcosa di “ingombrante”, inoltre la cosa che mi eccitò di più è il fatto che sembrava “libero”, possibile stesse senza mutande? D’altronde era a casa sua…
Mi fece accomodare in cucina, sia la cucina che la sala erano in penombra grazie alle tende da sole abbassate, il che rendeva il tutto un ambiente intimo e protetto da sguardi indiscreti; avevo le palpitazioni, mi ero quasi scordato del gatto!
Cercai di calmarmi, pensando: “ragiona è un omo sposato che ti ha fatto la cortesia di recuperati il gatto, cerca di non rovinare tutto, per di più è praticamente un tuo vicino di casa…”
A: “Ti vedo pensieroso, tranquillo il gatto è nello studiolo sai ho dovuto chiuderlo lì perché non mi faceva pulire il bagno in tranquillità! Ora vado a prendertelo, ma prima gradisci un caffè o qualcosa di fresco?”
Io, che continuavo a fissarlo come un bambino osserva un gelato, risposi “sì, nessuna fretta, non voglio disturbarti, ma un caffè lo prendo volentieri! “e nel mentre pensavo che avrei preso volentieri anche qualcos’altro!
A:” Ma quale disturbo, anzi mi fa piacere prendere un caffè assieme a te”.
Mise la moka sul fuoco e si sedette nello sgabello difronte a me, io stando seduto nella sedia avevo quasi lo sguardo in corrispondenza della sua vita; mi si azzerò la salivazione quando con non salace aprì leggermente le gambe e vidi fare capolino dall’interno del pantaloncino un bel testicolo grosso ricoperto da qualche pelo nero; il porco stava senza intimo!
Forse accortosi del mio sguardo ed espressione stupita, incrociò i piedi in modo da chiudere il siparietto mostrato, subito si scusò nuovamente dicendomi “sai a casa mi piace stare in totale libertà specie in giornate così calde gli slip mi danno fastidio al cazzo; non ti sarai turbato? D’altronde siamo tra maschi…” subito dopo senza darmi il tempo di rispondere mi chiese: “ma è il primo gatto che prendi?”
Sarà per la confessione appena ricevuta o per lo stato confusionale che mi provocò, risposi: “no, no, ne ho presi tanti di CAZZI!” mi si gelò il sangue per il lapsus freudiano (ricordava molto la gaffe famosa della Clerici “Io non posso vivere senza cazzo”); subito puntualizzai “volevo dire gatti”, ma ormai c’era poco da riparare.
Lui quasi con un ghigno compiaciuto, rispose “AH AH, grazie della informazione confidenziale! Nel mentre prendi il caffè che è pronto!” e mi passò la tazzina. Rincarò lo sfottio “vuoi qualche biscotto da inzuppare?”
Preso dal panico risposi:” scusami posso andare un attimo in bagno?”:
A:” Vai pure, è la prima porta a destra nel corridoio”
Corsi in bagno volevo rinfrescarmi un po’ per ricompormi e calmarmi; nel bagno effettivamente c’era un po’ di casino, mentre mi sciacquavo il viso vidi riflesso nello specchio una confezione di preservativi DUREX Comfort XXL che stava poggiata sulla lavatrice; probabilmente rimasta lì dall’ultima chiavata consumata nel bagno. Inutile dire che la dimensione dei condom non mi era passata inosservata… avevo intravisto bene, il caro Alessio era ben fornito la sotto!
Mi asciugo il viso e mi soffio il naso con un po’ di carta igienica, non so perché ma anziché buttarla nel WC la buttai nel cestino del bagno, come l’aprii usci un inconfondibile odore di sperma; quasi ipnotizzato osservavo il preservativo che giaceva annodato e carico di sperma in maniera spaventosa.
Feci un respiro profondo, chiusi il cestino ed usci dal bagno.
Fine parte 1.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Tanto va il gatto a largo (2)
Commenti dei lettori al racconto erotico