Lei- 4.La Perfezione
di
Joshua83
genere
dominazione
In quei momenti si rivive tutto come un in un flashback lungo una vita. Arrivano risposte a domande che ancora non si erano poste, come il perchè non avesse mai avuto problemi ad organizzare all’ultimo minuto o il cellulare che non suonava mai. Insomma ci si sente dei polli ed è normale pensare ad un inganno, se quello che sta succedendo non sia il piano di due menti malate. Ora mi taglieranno e mi congeleranno? Mi ricatteranno? Abuseranno di me? Tutti pensieri estremamente positivi.
Lo guardavo mentre si rivestiva ricambiando il mio sguardo. Rideva. Sogghignava. Dove avrà avuto il coltello? era forse lo sguardo di un folle? bisogna capire che in quel momento ero ancora coi calzoni calati e i postumi di un devastante orgasmo che ancora non mi aveva abbandonato. La lucidità era un miraggio.
S’inginocchiò davanti a me, senza mai distogliere lo sguardo accompagnato dal ghigno, lentamente e in modo snervante diede due lunghe e profonde leccate sulla mia cappella. Le ultime gocce. Poi ,meno snervante e più sbrigativo, si alzò tirandomi su pantaloni e boxer in un unico movimento. Fu quel bacio stampo sulle labbra che mi fece prendere una decisione, poi messa in atto tempi dopo, di consigliare un dopobarba meno alcolico.
-Ammetto che questo è stato un colpo basso
-Sinceramente, sto cercando ancora di capire cosa sia successo…
Come se fosse il padrone di casa, mi fece accomodare su uno dei divanetti
-Vuoi qualcosa da bere? - mi chiese
-Si ho della birra in frigo. . . .offritela...offrimela...prendi quelle cazzo di birre …
DI solito ho sempre la situazione sotto controllo, so quali sono gli equilibri. Io caccio, loro si fanno cacciare. Io voglio, loro cedono. Non è mai stato difficile il concetto alla base della mia vita. Ma questa volta non mi era assolutamente chiaro cosa, cazzo, fosse, successo.
-Lei mi ha parlato di te tempo fa. Prima eri la novità del quartiere, poi la curiosità, poi fonte di discussione sulle tue foto fino a….- e proprio in quel momento il tabagista che era in lui ebbe il sopravvento.
-TI faccio compagnia. L’ultima sigaretta del condannato..- non che scherzassi poi tanto.
-Dicevo, fino a quando non è entrata nel tuo negozio. La prima volta ha avuto il dubbio che tu la mangiassi con gli occhi, la seconda volta ne ha avuto la certezza - il tutto scandito dai tempi di una snervante fumata….
-Pensavo di essere stato più discreto. . .
-Le donne non le freghi, ricordalo ahaha
-Potrei non essere pienamente d’accordo, ma non credo di essere nella posizione giusta per argomentare le mie motivazioni…
-Direi amico mio hahaha direi! In ogni modo tutto era partito come un gioco, stuzzicarti per vederti soffrire un po, ma quasi subito vidi che suscitavi un certo interesse in lei.
Ma quella sigaretta non finiva più?
-Ormai avrai capito che non siamo una coppia tradizionale, qualche sfizio ce lo togliamo. Ci piace giocare e siamo complici in questo gioco, ma tu hai giocato meglio e hai toccato corde che non pensavamo esistessero.
Quindi poteva essere un caso di coppia con il lui sottomesso alla moglie. Potevo uscirne vivo!
-Non ho mai lasciato la mia donna sola con un uomo. Ma Lei mi parlava delle tue foto, dei tuoi quadri, della tua arte con un tale trasporto che non me la sono sentita di fare il guastafeste.
Non lo era sottomesso, ma lo era diventato. Una via di scampo c’era ancora!
-Era sempre molto eccitata quando tornava dal tuo studio. La prima volta che le hai fato vedere i tuoi nudi, abbiamo fatto l’amore fino all’alba! Non che le cose andassero male prima, anzi puoi immaginare, ma certe fantasie non erano ancora entrate nel nostro letto.
Una sera mi disse che voleva osare di più con te, non era mai successo, ma ne parlammo e ...bhe immagina com’è andata a finire hahaaha
-Quindi non sei un marito represso e sottomesso alla moglie...ma sei un uomo che ha capito le esigenze della sua compagna e le ha assecondate!
Mi venne naturale ridere, di pancia, fragorosamente e in modo liberatorio. Non avevo capito un cazzo e davanti a me avevo le due persone più sconvolgenti che avessi mai visto!
Davanti alla tentazione non scappano o si spaventano, no la fanno propria e ne traggono il massimo.
-Perchè ridi? ti fa ridere quello che ti dico?
-No no calmo! non fraintendere, ho appena capito che sono un ragazzo fortunato! Ma continua ti prego, ora sono curioso.
-Bhe non c’è molto d’aggiungere, ho goduto dell’eccitazione che le provocavi, non ha mai lesinato in dettagli e particolari! Poi ha iniziato a stuzzicarmi, parlandomi della tua bisessualità. Dopo il vostro book fotografico, che mi ha letteralmente lasciato basito ed è stato fonte d’intere nottate di fantasie sotto le lenzuola, mi ha parlato dei nudi maschili.
-Vedo che ti ha stuzzicato bene ahahaha
-Bhe non mi sono mai tirato indietro quando c’era da provare e lei mi ha sfidato!
Mi accesi un’altra sigaretta, questa volta fumandola con più rilassatezza.
-Ora cosa succede? - chiesi
-Ora possiamo fare tutto quello che ci pare..credo
Penso che sia iniziata così….per la seconda volta.
Decidemmo di organizzare qualcosa di epico per Lei. Una prima volta, tutti insieme, col botto! ...e lo fu.
Organizzammo tutto in una sera praticamente, quella sera. Eravamo come due ragazzini che non vedevano l’ora di scartare il loro regalo più bello! Da li a tre giorni sarebbe arrivato il materiale necessario e in una giornata avremo allestito il set. Il giorno dopo non si sarebbe lavorato, quindi avevamo tutto il tempo per recuperare le forze, o continuare i giochi.
Furono tre giorni lunghissimi, non smettemmo di sentirci un secondo. Lei sapeva del nostro incontro e voleva conoscere i dettagli, colsi quindi l’’occasione per invitarli da me per un aperitivo, con la scusa di visionare, tutti e tre insieme, un fantomatico lavoro. Lo stesso che mi avrebbe tenuto occupato, stranamente, quei tre lunghissimi giorni!
Tante volte ripenso alle mie esperienze, talvolta distrattamente mentre guido, altre volte ripescando un preciso momento. Ricordo con piacere una manciata di avventure, ricordo la prima volta con due uomini, ricordo la coppia in montagna, riesco anche a ricordare qualcosa della dark room del locale di berlino, mistico. Quella sera è uno tra i ricordi che, ad oggi, mi fa ancora venire i brividi..
Iniziai dal mattino presto a montare l’attrezzatura, non volevo perdere un solo fotogramma di quello che sarebbe accaduto. Configurai le fotocamere, verificai le inquadrature, montai le luci e ricominciai da capo per due volte. La paranoia era troppa!
Mi misi anche ai fornelli, preparando un po di stuzzichini salati e dolci, oltre ad una bella dose d’insalata di riso! Avremo avuto fame ad un certo punto!
Arrivò l’alba. Ero rilassato. Potevo godermi ogni istante di quello che sarebbe successo da li a breve. Sicuramente Lei si aspettava qualcosa da quella sera, ma non immaginava… I patti con Lui erano chiari, ognuno fa quello che si sente di fare. I miei pochi limiti li sapeva, lui, i suoi, li avrebbe scoperti. Quando nel pomeriggio passò a portare i cambi che gli avevo chiesto, ci ritrovammo veramente in difficoltà. L’eccitazione era palpabile e cercavamo costantemente il contatto l’uno dell’altro. Mi appoggiai al muro, guardandolo, slacciandomi i pantaloni e facendo uscire il cazzo già duro. Si avvicinò piano, abbassando i suoi e lasciando uscire il suo fantastico attrezzo.
-Dobbiamo mantenere le forze…
-Lo so - si avvicina sempre di più
-Abbassati i pantaloni, visto che vuoi giocare…
Se li lascia cadere fino alle ginocchia, allargando le gambe leggermente e inarcando i fianchi il giusto per esaltare tutta la lunghezza dell’asta. Lo accompagnai con il volto verso il muro, allargandogli le gambe con un piede. M’inginocchiai davanti alle sue natiche, due mappamondi tondi e sodi. Passai una salvietta umidificata nel solco delle natiche, linda.
Schiacciai il mio corpo sul suo, sentiva il mio cazzo nel solco delle natiche. Un tocco leggero ma profondo il giusto.
-Vedo che sei pronto ad ogni evenienza
-Questa è una sua richiesta, ma non ho dato garanzie eh
-Vediamo subito - M’inginocchiai allargando leggermente le natiche.
-Hei..calmo..
-Fidati - Affondai il viso iniziando a leccare il bordo del pertugio, che tanto avrei voluto prendere per primo. Piccoli colpi di lingua, alternati a lunghe e profonde leccate. Ogni tanto scendevo per prendermi cura delle palle, gonfie e pulsanti. Le leccavo, succhiavo, sfioravo, poi tornavo su con lunghe e profonde leccate. Gli allargai ulteriormente le natiche ed istintivamente Lui inarcò la schiena per meglio godersi la mia lingua. Iniziai a leccare con avidità, muovendo la mia lingua dentro di Lui e cogliendo ogni contrazione dei suoi muscoli. Il suo respiro accelerato era la conferma che gradiva e anche molto. Ma non era il tempo. Non ancora. Lo girai velocemente infilandomi la sua cappella in gola. Una serie di colpi veloci e profondi.
-Cazzo...che troia che sei!
Infilai una mano tra le sue natiche, appoggiando due dita al suo sfintere. Non entrai, ma esercitai solo una forte pressione sul muscolo. Il suo cazzo ebbe un sussulto nella mia gola.
-Io sarò troia, ma quello che gode come un maiale per due dita appoggiate al culo sei tu! - riprendendo fiato un po alla volta..
-Direi che è ora che tu vada a casa, tra due ore dovete essere qua!
-Sei un bastardo…me la pagherai ahhaha
-Lo spero!
Uscì lasciandomi pieno di voglia, con il suo sapore sulle labbra e il suo odore nelle dita...due ore sarebbero state lunghissime. Terminai gli ultimi lavori e decisi che una doccia gelata avrebbe risolto ogni problema!
Luci soffuse, musica jazz, vino fresco, stuzzichini. Tutto pronto per il loro arrivo.
Il suo profumo arrivò prima del suo sorriso, ma entrambi furono un piacere per i sensi. Lui subito dietro, aveva gli occhi che brillavano. Non so quanto saremmo riusciti a resistere vestiti.
Ci salutammo con lunghi baci e carezze, indulgiando forse troppo su quest’ultime.
-Ragazzi, abbiamo delle foto da vedere! - cercando di riportare l’ordine!
-Non so voi, ma io ho una voglia matta di sentire com’è stato il vostro incontro, le foto possono aspettare! ahhaha
Come immaginavo, si sarebbe arrivati al dolce molto velocemente, tutti eravamo su di giri. Gli sguardi tra di noi erano carichi di erotismo. Cercavamo il contatto con futili motivi. Non saremmo rimasti vestiti ancora per molto!
-Allora carissima, in questi giorni ti abbiamo organizzato uan sorpresa. Quindi ti chiedo di andare di la e vestirti con quello che troverai sulla sedia, io e Lui faremo altrettanto nella sala di posa. La strada la sai già ahhaha
Avevo scelto delle luci calde, volevo creare un po d’intimità. Il carrellino era attrezzato con tutti il necessario, mentre sul soffitto era legato il lampadario di candele, fratello dell’ultimo usato, ma con una fila di candele in più. Fremevo dalla voglia di provarlo!
Eravamo sul letto, entrambi nudi intenti ad una lenta sega reciproca. Ero tesissimo. Un bambino pronto a scartare il regalo! Lui fremeva forse più di me, sentivo le sue dita stringere, il suo cazzo vibrare e il suo respiro aumentare.
I capelli raccolti in una lunga coda, scendevano sulla schiena. Il completo era molto semplice. Si componeva di una gonna di pelle nera, molto aderente. Sotto nulla. La parte superiore era composta da un top elasticizzato, nero. Molto aderente anch’esso. Il contrasto era forte, entrambi i cazzi ebbero un sussulto e le dita li strinsero con più vigore. Nel mentre il suo volto era paralizzato in un’espressione di stupore. Il suo sguardo vagava sui nostri corpi, i nostri gesti, i nostri sguardi. Ogni tanto si sentiva lo scatto di una macchina fotografica.
Non ci fu più bisogno di parlare. Entrò nel letto, accarezzando i nostri corpi, baciando la mia mano sul suo cazzo, poi la sua mano sul mio. In breve fu in mezzo a noi, scambiandoci un lungo bacio con entrambi. I nostri sapori si mischiavano, i repsiri sempre più corti.
Si spogliò di tutto e alzando lo sguardo vide il lampadario, il suo amico lampadario. Lo accolse con un sorriso mordendosi un labbro.
Prese l’olio e iniziò a farlo colare sui nostri corpi, sul suo seno, il nostro ventre. Si buttò su di noi e inziammo a strusciarci l’uno con l’altro, spalmandoci l’olio con le mani, le gambe, il bacino, tutto il corpo. Furono momenti interminabili. Baci rubati. Carezze. Perfetto.
Preparai il lampadario, accendemmo le candele insieme, per Lui era la prima volta. Per Lei era l’attesa di un piacere devastante.
Iniziammo a leccarle i piedi, una gamba a per uno, piccoli baci, profondi massaggi. Lenti e snervanti fino all’interno coscia. Le prime gocce di cera iniziarono a cadere sui nostri corpi. I brividi iniziarono. Affondammo le nostre lingue sul suo clitordie, sulle grandi labbra, sulle piccole, rubandoci profondi baci e assaporando i suoi sapori.
-Mi fate morire cazzo! non smettete!
Mi abbassai andando a leccarle l’orifizio, lunghe e profonde leccate io, altrettanto profonde e lunghe Lui dentro la sua figa pulsante. Non tardò molto che le nostre sole lingue, la portarono al primo lunghissimo orgasmo.
Io rimasi a gustarmi il suo orgasmo, mentre Lui lentamente si spostava verso l’alto, porgendo, alla fine, il suo cazzo nella bocca infuocata di Lei. Una pioggia di cera non ci dava tregua, entrai in lei in un colpo solo, allungandomi fino alle sue labbra. Ci litigavamo la cappella di Lui, rubandola dalla lingua dell’altro, mentre la mia schiena era ricoperta di piccole gocce e i miei lombi infiammati dalla foga della scopata.
Ci demmo il cambio alcune volte, sempre aiutando Lei a succhiare e a godere. La prima fila di gocce era finita. La seconda era a metà e la stanza era piena dei nostri odori e grida di piacere.
La stavo scopando con foga, guardandola negli occhi. La vidi sorridere e sogghignare. Non capii fino a quando non sentii la cappella di Lui appoggiarsi sul mio orifizio, i suoi pettorali sulla schiena e il suo fiato nel collo.
-Ce ne hai messo di tempo! Cosa aspetti! - con la voce rotta dall’eccitazione
Lei mi guardò con stupore quasi
-Ti adoro! Inculalo dai!
Fortuna che la lubrificazione era abbondante, perchè decise di entrare con foga. Mi tolse il respiro spingendomi dentro di lei ancora di più. Un urlo strozzato provenne da Lei seguito da un lungo - Siiiiiii cazzooo tuttooo
Gli feci eco io pochi istanti dopo, appena ripreso il respiro
-Cazzo che bello! Dai! Vediamo che sai fare! - lo sfidai, ma non credo sia stata una buona idea.
Non so per quanto tempo mi prese, mentre la pioggia di cera iniziava a scemare montava in noi il primo orgasmo!
Lei iniziò un devastante e profondo pompino. Non mi dava tregua. Lui iniziò un ritmo forsennato. Non stavo capendo più niente! All’improvviso eruttai una quantità di sperma bollente tale che lei non riuscì a tenerlo tutto! Lui non smetteva di pompare e io non smettevo di venire! Poi lui con un urlo uscì di colpo da dentro di me, togliendomi il respiro, e sfogando tutto il suo piacere sul viso di Lei, ormai una maschera di piacere!
Ci adagiammo sul letto ansimanti. Ormai le ultime gocce di cera colavano, ma erano niente.
Ogni tanto lei sussultava. Io non riuscivo a dire una parola e lui non era da meno. Passò così un tempo tendente all’infinito, dove riprendemmo possesso della nostra lucidità.
Fu il momento giusto per una pausa, una doccia e qualcosa da mangiare!
Davanti all’insalata commentammo quello che era appena successo, tutti sconvolti per l’esperienza, ma non ancora appagati!
Riprese le forze e il vigore, decisi che era il momento per l’ultima sorpresa della serata!
La portammo nella sala pose e la bendammo. Stesa sul letto legai gambe e piedi a delle cinghie apposta. Era immobilizzata. Accesi 1 candela del lampadario e ci mettemo ai lati del suo viso, entrambi strusciavamo le nostre cappelle sul suo viso. Lei cercava di rapirle con la lingua, mentre le prime gocce la fecero sobbalzare e contorcere, per quanto possibile.
Ci litigammo la sua bocca per diversi minuti, mentre lei chideva con sempre più suppliche, di avere qualcosa in figa. Aveva bisogno di attenzioni e a turno iniziammo a leccarla, toccarla a portarla ad un passo dall’orgasmo, per poi fermarsi!
-Vi odio! fatemi godere!
-Godrai quando lo decideremo noi!
-Siete degli stronzi!
Ma gli tappai la bocca con il mio cazzo, mentre lui la portò ancora una volta al limite dell’orgasmo, con un furioso lavoro di dita sul suo clitoride. Dal canto mio affondavo sempre più in profondità man mano che l’orgasmo montava. Era una ventosa.
Presi una manciata di elastici trovati per l’occasione, piccoli e ruvidi. L’ideale. Con perizia iniziai a farli stringere sul capezzolo. Erano perfetti. Lo stringevano senza scivolare, lo stimoalvano facendolo diventare ancora più turgido, con la conseguenza del sentire stringere ancora di più.
-Vi...vi...pregooooo cazo no no no fammi godereee
Dopo l’ennesimo orgasmo negato, era una furia. Si dimenava sempre di più le ondate erano sempre più violente e fermarsi in tempo era sempre più difficile!
Decidemmo di farle provare la serie d’orgasmi più devastanti che avesse provato!
Lui iniziò a scoparla con foga, colpi profondi e secchi mentre io mi dedicavo al clitoride, succhiandolo, leccandolo e ogni tanto dando pure due leccate alla verga, ormai ricoperta del piacere di 100 orgasmi negati!
Iniziò a gridare di piacere quasi subito, si dimenava con sempre maggiore forza mentre lui entrava sempre più in profondità.
Decisi di rendergli il favore e mi posizionai dietro di lui iniziando a leccare il vergine pertugio. Se ne accorse inarcando leggermente la schiena e facendo movimenti sempre più ampi. Era chiaro che voleva provare. Non esitai.
Mi appoggiai e lasciai che fosse il suo movimento a farlo entrare, con i suoi tempi e i suoi ritmi. Lei era in preda ad un orgasmo continuo.
-Togiela la benda che si goda lo spettacolo!
-Cosa state facendo maiali? ahhhhhh cazzo godo ancora vengoooo
In quel momento le fu chiaro che ero dentro al suo uomo e che lui stava godendo alla grande di quella penetrazione, tutti e tre stavamo traendo il massimo piacere da quel momento.
Perdemmo la concezione del tempo, persi nel nostro piacere, nei nostri spasmi e gemiti. Lei rimase legata per tutto il tempo, subiva il nostro piacere chiedendone sempre di più.
Dopo non so quanti secoli, lui venne dentro di lei con un grugnito e un urlo liberatorio, strinse lo sfintere fino a farmi quasi male, sentii l’intensità del loro piacere farmi quasi capitolare, ma resistetti ancora un po. Lui si tolse e si buttò sulla bocca di lei, che avida puliva ogni traccia del piacere dalla sua cappella, mentre io mi lanciai sulla sua figa raccogliendo tutti i liquidi che sgorgavano dalla sua fonte del piacere. Condivisi questi nuovi sapori con i miei compagni di letto, che avidi si abbeverarono di quel nettare frutto della nostra perversione. Misi la mia cappella sulle labbra di Lei, che con la lingua mi solleticava e cercava di rapire tutti i miei succhi con la sua innata maestria. Quando lui si abbassò per aiutarla nel lavoro, fu troppo, venni scaricando nelle loro bocche tutto il mio piacere. Le loro lingue si rubavano gocce di sperma, se lo litigavano, per poi passarselo, pulendo le ultime gocce e facendo sparire ogni traccia.
Guardai l’orologio, era notte fonda, forse più mattina che notte. Con le poche forze rimaste andammo sotto la doccia per a fare un’abbondante colazione. Dovevo preparare lo zabaione, a saperlo.
Restammo in silenzio, parlando con gli occhi, non c’era bisogno di dire niente. Fu tutto fantastico. Mentre io e Lui parlavamo di quello che era successo, delle impressioni che aveva avuto e del piacere provato, Lei si stese sul letto appisolandosi.
-Ti va di farle uno scherzo? -dissi
-Che hai in mente?
-Quanto dista casa vostra da qui?
-Circa 15 minuti a piedi...perchè?
-Vestiti e prendi il suo cellulare, io raccolgo tutti i vestiti, teli e asciugamani che trovo!
Raccolsi tutto in un paio di borsoni, misi il cellulare sul letto ed uscimmo dal negozio pronti per tornare a casa!
Era ancora notte fonda, ma i primi lavoratori iniziavano a popolare le strade, mentre il buio si faceva sempre meno deciso e convinto.
Ci appartammo in un vicolo sulla strada di casa, la chiamai. Pochi squilli
-oh - rispose il sonno
-Ciao splendore!
-Ma dove sei? dove siete?! - era sveglia
-Ti stiamo aspettando a casa vostra, volevamo visionare un po di foto. Ci raggiungi?
-Arrivo!
Ci avrebbe messo un po a realizzare
-Ma perchè non mi avete chiamata?
Silenzio
-ma dove sono i vestiti?! Pronto?!!
-ahahah scherzetto! i tuoi vestiti li abbiamo noi, dovrai raggiungerci a casa vostra, nuda!
-Ma sei stronzo??
-Si!
-No dai dov’è Lui?
-Qui che se la ride mentre gli faccio una sega in un vicolo di Piazza … ahahhaha
-Siete dei porci schifosi… - ecco la voce della voglia...era già bagnata
-Si ti aspettiamo a casa ciao!
Ovviamente noi eravamo a debita distanza, ma sempre senza perderla mai di vista, non si sa mai chi s’incontra a quell’ora, purtroppo.
Uscì dal negozio quasi subito, una rapida occhiata e poi fulminea prese la via principale correndo a lunghe falcata verso casa. Si nascose dietro ad una pianta all’arrivo di uno spazzino, ma poi capì che era inutile cercare di nascondersi, bastava non mostrare il viso. Iniziò quindi a correre, ma meno convinta di prima, con meno paura e ansia. Un ragazzo con una valigia le stava venendo in contro, noi eravamo un po in ansia a dire il vero, ma lei con grazia e naturalezza girò il viso dalla parte opposta, lasciando che lo sconosciuto potesse guardarla. Era fantastica, aveva già trovato il modo di goderne. I nostri cazzi scoppiavano, decidemmo di farle la posta vicino a casa, nel parchetto c’era una tettoia con delle panchine, l’ideale! Arrivata vicino a casa ci facemmo trovare a cazzo duro sulle panchine. Non ci pensò un attimo e corse verso di noi. Subito iniziò a cavalcare Lui e posso garantire che era un lago, il rumore della sua figa bagnata che sbatteva sulle palle risuonava nel cortile, mentre il suo piacere era strozzato dalla mia cappella che cercava di entrare nella sua gola ogni cm di più. Fu una cosa veloce e fulminea, pochi minuti. Eravamo tutti estremamente eccitati, in poco le riversai l’ormai esigua quantità di sperma che era rimasta, direttamente nelle sue labbra, per poi baciarla con trasporto mentre Lui, con gli ultimi colpi le riversò dentro le ultime gocce di piacere, il tutto scandito dall’ennesimo orgasmo di Lei.
Eravamo distrutti. Albeggiava e sicuramente qualcuno aveva visto la nostra performance, qualche luce era accesa, ombre sospette, sicuramente qualcuno ci aveva dedicato un piacevole orgasmo.
-Mi avete distrutta! - furono le prima parole di un’affannata amazzone, che indossava la nudità con disarmante naturalezza.
Era stata una nottata impegnativa, piena di scoperte e piacere. Ci salutammo con la promessa che quella, sarebbe stata si la prima volta, ma non l’unica.
Lo guardavo mentre si rivestiva ricambiando il mio sguardo. Rideva. Sogghignava. Dove avrà avuto il coltello? era forse lo sguardo di un folle? bisogna capire che in quel momento ero ancora coi calzoni calati e i postumi di un devastante orgasmo che ancora non mi aveva abbandonato. La lucidità era un miraggio.
S’inginocchiò davanti a me, senza mai distogliere lo sguardo accompagnato dal ghigno, lentamente e in modo snervante diede due lunghe e profonde leccate sulla mia cappella. Le ultime gocce. Poi ,meno snervante e più sbrigativo, si alzò tirandomi su pantaloni e boxer in un unico movimento. Fu quel bacio stampo sulle labbra che mi fece prendere una decisione, poi messa in atto tempi dopo, di consigliare un dopobarba meno alcolico.
-Ammetto che questo è stato un colpo basso
-Sinceramente, sto cercando ancora di capire cosa sia successo…
Come se fosse il padrone di casa, mi fece accomodare su uno dei divanetti
-Vuoi qualcosa da bere? - mi chiese
-Si ho della birra in frigo. . . .offritela...offrimela...prendi quelle cazzo di birre …
DI solito ho sempre la situazione sotto controllo, so quali sono gli equilibri. Io caccio, loro si fanno cacciare. Io voglio, loro cedono. Non è mai stato difficile il concetto alla base della mia vita. Ma questa volta non mi era assolutamente chiaro cosa, cazzo, fosse, successo.
-Lei mi ha parlato di te tempo fa. Prima eri la novità del quartiere, poi la curiosità, poi fonte di discussione sulle tue foto fino a….- e proprio in quel momento il tabagista che era in lui ebbe il sopravvento.
-TI faccio compagnia. L’ultima sigaretta del condannato..- non che scherzassi poi tanto.
-Dicevo, fino a quando non è entrata nel tuo negozio. La prima volta ha avuto il dubbio che tu la mangiassi con gli occhi, la seconda volta ne ha avuto la certezza - il tutto scandito dai tempi di una snervante fumata….
-Pensavo di essere stato più discreto. . .
-Le donne non le freghi, ricordalo ahaha
-Potrei non essere pienamente d’accordo, ma non credo di essere nella posizione giusta per argomentare le mie motivazioni…
-Direi amico mio hahaha direi! In ogni modo tutto era partito come un gioco, stuzzicarti per vederti soffrire un po, ma quasi subito vidi che suscitavi un certo interesse in lei.
Ma quella sigaretta non finiva più?
-Ormai avrai capito che non siamo una coppia tradizionale, qualche sfizio ce lo togliamo. Ci piace giocare e siamo complici in questo gioco, ma tu hai giocato meglio e hai toccato corde che non pensavamo esistessero.
Quindi poteva essere un caso di coppia con il lui sottomesso alla moglie. Potevo uscirne vivo!
-Non ho mai lasciato la mia donna sola con un uomo. Ma Lei mi parlava delle tue foto, dei tuoi quadri, della tua arte con un tale trasporto che non me la sono sentita di fare il guastafeste.
Non lo era sottomesso, ma lo era diventato. Una via di scampo c’era ancora!
-Era sempre molto eccitata quando tornava dal tuo studio. La prima volta che le hai fato vedere i tuoi nudi, abbiamo fatto l’amore fino all’alba! Non che le cose andassero male prima, anzi puoi immaginare, ma certe fantasie non erano ancora entrate nel nostro letto.
Una sera mi disse che voleva osare di più con te, non era mai successo, ma ne parlammo e ...bhe immagina com’è andata a finire hahaaha
-Quindi non sei un marito represso e sottomesso alla moglie...ma sei un uomo che ha capito le esigenze della sua compagna e le ha assecondate!
Mi venne naturale ridere, di pancia, fragorosamente e in modo liberatorio. Non avevo capito un cazzo e davanti a me avevo le due persone più sconvolgenti che avessi mai visto!
Davanti alla tentazione non scappano o si spaventano, no la fanno propria e ne traggono il massimo.
-Perchè ridi? ti fa ridere quello che ti dico?
-No no calmo! non fraintendere, ho appena capito che sono un ragazzo fortunato! Ma continua ti prego, ora sono curioso.
-Bhe non c’è molto d’aggiungere, ho goduto dell’eccitazione che le provocavi, non ha mai lesinato in dettagli e particolari! Poi ha iniziato a stuzzicarmi, parlandomi della tua bisessualità. Dopo il vostro book fotografico, che mi ha letteralmente lasciato basito ed è stato fonte d’intere nottate di fantasie sotto le lenzuola, mi ha parlato dei nudi maschili.
-Vedo che ti ha stuzzicato bene ahahaha
-Bhe non mi sono mai tirato indietro quando c’era da provare e lei mi ha sfidato!
Mi accesi un’altra sigaretta, questa volta fumandola con più rilassatezza.
-Ora cosa succede? - chiesi
-Ora possiamo fare tutto quello che ci pare..credo
Penso che sia iniziata così….per la seconda volta.
Decidemmo di organizzare qualcosa di epico per Lei. Una prima volta, tutti insieme, col botto! ...e lo fu.
Organizzammo tutto in una sera praticamente, quella sera. Eravamo come due ragazzini che non vedevano l’ora di scartare il loro regalo più bello! Da li a tre giorni sarebbe arrivato il materiale necessario e in una giornata avremo allestito il set. Il giorno dopo non si sarebbe lavorato, quindi avevamo tutto il tempo per recuperare le forze, o continuare i giochi.
Furono tre giorni lunghissimi, non smettemmo di sentirci un secondo. Lei sapeva del nostro incontro e voleva conoscere i dettagli, colsi quindi l’’occasione per invitarli da me per un aperitivo, con la scusa di visionare, tutti e tre insieme, un fantomatico lavoro. Lo stesso che mi avrebbe tenuto occupato, stranamente, quei tre lunghissimi giorni!
Tante volte ripenso alle mie esperienze, talvolta distrattamente mentre guido, altre volte ripescando un preciso momento. Ricordo con piacere una manciata di avventure, ricordo la prima volta con due uomini, ricordo la coppia in montagna, riesco anche a ricordare qualcosa della dark room del locale di berlino, mistico. Quella sera è uno tra i ricordi che, ad oggi, mi fa ancora venire i brividi..
Iniziai dal mattino presto a montare l’attrezzatura, non volevo perdere un solo fotogramma di quello che sarebbe accaduto. Configurai le fotocamere, verificai le inquadrature, montai le luci e ricominciai da capo per due volte. La paranoia era troppa!
Mi misi anche ai fornelli, preparando un po di stuzzichini salati e dolci, oltre ad una bella dose d’insalata di riso! Avremo avuto fame ad un certo punto!
Arrivò l’alba. Ero rilassato. Potevo godermi ogni istante di quello che sarebbe successo da li a breve. Sicuramente Lei si aspettava qualcosa da quella sera, ma non immaginava… I patti con Lui erano chiari, ognuno fa quello che si sente di fare. I miei pochi limiti li sapeva, lui, i suoi, li avrebbe scoperti. Quando nel pomeriggio passò a portare i cambi che gli avevo chiesto, ci ritrovammo veramente in difficoltà. L’eccitazione era palpabile e cercavamo costantemente il contatto l’uno dell’altro. Mi appoggiai al muro, guardandolo, slacciandomi i pantaloni e facendo uscire il cazzo già duro. Si avvicinò piano, abbassando i suoi e lasciando uscire il suo fantastico attrezzo.
-Dobbiamo mantenere le forze…
-Lo so - si avvicina sempre di più
-Abbassati i pantaloni, visto che vuoi giocare…
Se li lascia cadere fino alle ginocchia, allargando le gambe leggermente e inarcando i fianchi il giusto per esaltare tutta la lunghezza dell’asta. Lo accompagnai con il volto verso il muro, allargandogli le gambe con un piede. M’inginocchiai davanti alle sue natiche, due mappamondi tondi e sodi. Passai una salvietta umidificata nel solco delle natiche, linda.
Schiacciai il mio corpo sul suo, sentiva il mio cazzo nel solco delle natiche. Un tocco leggero ma profondo il giusto.
-Vedo che sei pronto ad ogni evenienza
-Questa è una sua richiesta, ma non ho dato garanzie eh
-Vediamo subito - M’inginocchiai allargando leggermente le natiche.
-Hei..calmo..
-Fidati - Affondai il viso iniziando a leccare il bordo del pertugio, che tanto avrei voluto prendere per primo. Piccoli colpi di lingua, alternati a lunghe e profonde leccate. Ogni tanto scendevo per prendermi cura delle palle, gonfie e pulsanti. Le leccavo, succhiavo, sfioravo, poi tornavo su con lunghe e profonde leccate. Gli allargai ulteriormente le natiche ed istintivamente Lui inarcò la schiena per meglio godersi la mia lingua. Iniziai a leccare con avidità, muovendo la mia lingua dentro di Lui e cogliendo ogni contrazione dei suoi muscoli. Il suo respiro accelerato era la conferma che gradiva e anche molto. Ma non era il tempo. Non ancora. Lo girai velocemente infilandomi la sua cappella in gola. Una serie di colpi veloci e profondi.
-Cazzo...che troia che sei!
Infilai una mano tra le sue natiche, appoggiando due dita al suo sfintere. Non entrai, ma esercitai solo una forte pressione sul muscolo. Il suo cazzo ebbe un sussulto nella mia gola.
-Io sarò troia, ma quello che gode come un maiale per due dita appoggiate al culo sei tu! - riprendendo fiato un po alla volta..
-Direi che è ora che tu vada a casa, tra due ore dovete essere qua!
-Sei un bastardo…me la pagherai ahhaha
-Lo spero!
Uscì lasciandomi pieno di voglia, con il suo sapore sulle labbra e il suo odore nelle dita...due ore sarebbero state lunghissime. Terminai gli ultimi lavori e decisi che una doccia gelata avrebbe risolto ogni problema!
Luci soffuse, musica jazz, vino fresco, stuzzichini. Tutto pronto per il loro arrivo.
Il suo profumo arrivò prima del suo sorriso, ma entrambi furono un piacere per i sensi. Lui subito dietro, aveva gli occhi che brillavano. Non so quanto saremmo riusciti a resistere vestiti.
Ci salutammo con lunghi baci e carezze, indulgiando forse troppo su quest’ultime.
-Ragazzi, abbiamo delle foto da vedere! - cercando di riportare l’ordine!
-Non so voi, ma io ho una voglia matta di sentire com’è stato il vostro incontro, le foto possono aspettare! ahhaha
Come immaginavo, si sarebbe arrivati al dolce molto velocemente, tutti eravamo su di giri. Gli sguardi tra di noi erano carichi di erotismo. Cercavamo il contatto con futili motivi. Non saremmo rimasti vestiti ancora per molto!
-Allora carissima, in questi giorni ti abbiamo organizzato uan sorpresa. Quindi ti chiedo di andare di la e vestirti con quello che troverai sulla sedia, io e Lui faremo altrettanto nella sala di posa. La strada la sai già ahhaha
Avevo scelto delle luci calde, volevo creare un po d’intimità. Il carrellino era attrezzato con tutti il necessario, mentre sul soffitto era legato il lampadario di candele, fratello dell’ultimo usato, ma con una fila di candele in più. Fremevo dalla voglia di provarlo!
Eravamo sul letto, entrambi nudi intenti ad una lenta sega reciproca. Ero tesissimo. Un bambino pronto a scartare il regalo! Lui fremeva forse più di me, sentivo le sue dita stringere, il suo cazzo vibrare e il suo respiro aumentare.
I capelli raccolti in una lunga coda, scendevano sulla schiena. Il completo era molto semplice. Si componeva di una gonna di pelle nera, molto aderente. Sotto nulla. La parte superiore era composta da un top elasticizzato, nero. Molto aderente anch’esso. Il contrasto era forte, entrambi i cazzi ebbero un sussulto e le dita li strinsero con più vigore. Nel mentre il suo volto era paralizzato in un’espressione di stupore. Il suo sguardo vagava sui nostri corpi, i nostri gesti, i nostri sguardi. Ogni tanto si sentiva lo scatto di una macchina fotografica.
Non ci fu più bisogno di parlare. Entrò nel letto, accarezzando i nostri corpi, baciando la mia mano sul suo cazzo, poi la sua mano sul mio. In breve fu in mezzo a noi, scambiandoci un lungo bacio con entrambi. I nostri sapori si mischiavano, i repsiri sempre più corti.
Si spogliò di tutto e alzando lo sguardo vide il lampadario, il suo amico lampadario. Lo accolse con un sorriso mordendosi un labbro.
Prese l’olio e iniziò a farlo colare sui nostri corpi, sul suo seno, il nostro ventre. Si buttò su di noi e inziammo a strusciarci l’uno con l’altro, spalmandoci l’olio con le mani, le gambe, il bacino, tutto il corpo. Furono momenti interminabili. Baci rubati. Carezze. Perfetto.
Preparai il lampadario, accendemmo le candele insieme, per Lui era la prima volta. Per Lei era l’attesa di un piacere devastante.
Iniziammo a leccarle i piedi, una gamba a per uno, piccoli baci, profondi massaggi. Lenti e snervanti fino all’interno coscia. Le prime gocce di cera iniziarono a cadere sui nostri corpi. I brividi iniziarono. Affondammo le nostre lingue sul suo clitordie, sulle grandi labbra, sulle piccole, rubandoci profondi baci e assaporando i suoi sapori.
-Mi fate morire cazzo! non smettete!
Mi abbassai andando a leccarle l’orifizio, lunghe e profonde leccate io, altrettanto profonde e lunghe Lui dentro la sua figa pulsante. Non tardò molto che le nostre sole lingue, la portarono al primo lunghissimo orgasmo.
Io rimasi a gustarmi il suo orgasmo, mentre Lui lentamente si spostava verso l’alto, porgendo, alla fine, il suo cazzo nella bocca infuocata di Lei. Una pioggia di cera non ci dava tregua, entrai in lei in un colpo solo, allungandomi fino alle sue labbra. Ci litigavamo la cappella di Lui, rubandola dalla lingua dell’altro, mentre la mia schiena era ricoperta di piccole gocce e i miei lombi infiammati dalla foga della scopata.
Ci demmo il cambio alcune volte, sempre aiutando Lei a succhiare e a godere. La prima fila di gocce era finita. La seconda era a metà e la stanza era piena dei nostri odori e grida di piacere.
La stavo scopando con foga, guardandola negli occhi. La vidi sorridere e sogghignare. Non capii fino a quando non sentii la cappella di Lui appoggiarsi sul mio orifizio, i suoi pettorali sulla schiena e il suo fiato nel collo.
-Ce ne hai messo di tempo! Cosa aspetti! - con la voce rotta dall’eccitazione
Lei mi guardò con stupore quasi
-Ti adoro! Inculalo dai!
Fortuna che la lubrificazione era abbondante, perchè decise di entrare con foga. Mi tolse il respiro spingendomi dentro di lei ancora di più. Un urlo strozzato provenne da Lei seguito da un lungo - Siiiiiii cazzooo tuttooo
Gli feci eco io pochi istanti dopo, appena ripreso il respiro
-Cazzo che bello! Dai! Vediamo che sai fare! - lo sfidai, ma non credo sia stata una buona idea.
Non so per quanto tempo mi prese, mentre la pioggia di cera iniziava a scemare montava in noi il primo orgasmo!
Lei iniziò un devastante e profondo pompino. Non mi dava tregua. Lui iniziò un ritmo forsennato. Non stavo capendo più niente! All’improvviso eruttai una quantità di sperma bollente tale che lei non riuscì a tenerlo tutto! Lui non smetteva di pompare e io non smettevo di venire! Poi lui con un urlo uscì di colpo da dentro di me, togliendomi il respiro, e sfogando tutto il suo piacere sul viso di Lei, ormai una maschera di piacere!
Ci adagiammo sul letto ansimanti. Ormai le ultime gocce di cera colavano, ma erano niente.
Ogni tanto lei sussultava. Io non riuscivo a dire una parola e lui non era da meno. Passò così un tempo tendente all’infinito, dove riprendemmo possesso della nostra lucidità.
Fu il momento giusto per una pausa, una doccia e qualcosa da mangiare!
Davanti all’insalata commentammo quello che era appena successo, tutti sconvolti per l’esperienza, ma non ancora appagati!
Riprese le forze e il vigore, decisi che era il momento per l’ultima sorpresa della serata!
La portammo nella sala pose e la bendammo. Stesa sul letto legai gambe e piedi a delle cinghie apposta. Era immobilizzata. Accesi 1 candela del lampadario e ci mettemo ai lati del suo viso, entrambi strusciavamo le nostre cappelle sul suo viso. Lei cercava di rapirle con la lingua, mentre le prime gocce la fecero sobbalzare e contorcere, per quanto possibile.
Ci litigammo la sua bocca per diversi minuti, mentre lei chideva con sempre più suppliche, di avere qualcosa in figa. Aveva bisogno di attenzioni e a turno iniziammo a leccarla, toccarla a portarla ad un passo dall’orgasmo, per poi fermarsi!
-Vi odio! fatemi godere!
-Godrai quando lo decideremo noi!
-Siete degli stronzi!
Ma gli tappai la bocca con il mio cazzo, mentre lui la portò ancora una volta al limite dell’orgasmo, con un furioso lavoro di dita sul suo clitoride. Dal canto mio affondavo sempre più in profondità man mano che l’orgasmo montava. Era una ventosa.
Presi una manciata di elastici trovati per l’occasione, piccoli e ruvidi. L’ideale. Con perizia iniziai a farli stringere sul capezzolo. Erano perfetti. Lo stringevano senza scivolare, lo stimoalvano facendolo diventare ancora più turgido, con la conseguenza del sentire stringere ancora di più.
-Vi...vi...pregooooo cazo no no no fammi godereee
Dopo l’ennesimo orgasmo negato, era una furia. Si dimenava sempre di più le ondate erano sempre più violente e fermarsi in tempo era sempre più difficile!
Decidemmo di farle provare la serie d’orgasmi più devastanti che avesse provato!
Lui iniziò a scoparla con foga, colpi profondi e secchi mentre io mi dedicavo al clitoride, succhiandolo, leccandolo e ogni tanto dando pure due leccate alla verga, ormai ricoperta del piacere di 100 orgasmi negati!
Iniziò a gridare di piacere quasi subito, si dimenava con sempre maggiore forza mentre lui entrava sempre più in profondità.
Decisi di rendergli il favore e mi posizionai dietro di lui iniziando a leccare il vergine pertugio. Se ne accorse inarcando leggermente la schiena e facendo movimenti sempre più ampi. Era chiaro che voleva provare. Non esitai.
Mi appoggiai e lasciai che fosse il suo movimento a farlo entrare, con i suoi tempi e i suoi ritmi. Lei era in preda ad un orgasmo continuo.
-Togiela la benda che si goda lo spettacolo!
-Cosa state facendo maiali? ahhhhhh cazzo godo ancora vengoooo
In quel momento le fu chiaro che ero dentro al suo uomo e che lui stava godendo alla grande di quella penetrazione, tutti e tre stavamo traendo il massimo piacere da quel momento.
Perdemmo la concezione del tempo, persi nel nostro piacere, nei nostri spasmi e gemiti. Lei rimase legata per tutto il tempo, subiva il nostro piacere chiedendone sempre di più.
Dopo non so quanti secoli, lui venne dentro di lei con un grugnito e un urlo liberatorio, strinse lo sfintere fino a farmi quasi male, sentii l’intensità del loro piacere farmi quasi capitolare, ma resistetti ancora un po. Lui si tolse e si buttò sulla bocca di lei, che avida puliva ogni traccia del piacere dalla sua cappella, mentre io mi lanciai sulla sua figa raccogliendo tutti i liquidi che sgorgavano dalla sua fonte del piacere. Condivisi questi nuovi sapori con i miei compagni di letto, che avidi si abbeverarono di quel nettare frutto della nostra perversione. Misi la mia cappella sulle labbra di Lei, che con la lingua mi solleticava e cercava di rapire tutti i miei succhi con la sua innata maestria. Quando lui si abbassò per aiutarla nel lavoro, fu troppo, venni scaricando nelle loro bocche tutto il mio piacere. Le loro lingue si rubavano gocce di sperma, se lo litigavano, per poi passarselo, pulendo le ultime gocce e facendo sparire ogni traccia.
Guardai l’orologio, era notte fonda, forse più mattina che notte. Con le poche forze rimaste andammo sotto la doccia per a fare un’abbondante colazione. Dovevo preparare lo zabaione, a saperlo.
Restammo in silenzio, parlando con gli occhi, non c’era bisogno di dire niente. Fu tutto fantastico. Mentre io e Lui parlavamo di quello che era successo, delle impressioni che aveva avuto e del piacere provato, Lei si stese sul letto appisolandosi.
-Ti va di farle uno scherzo? -dissi
-Che hai in mente?
-Quanto dista casa vostra da qui?
-Circa 15 minuti a piedi...perchè?
-Vestiti e prendi il suo cellulare, io raccolgo tutti i vestiti, teli e asciugamani che trovo!
Raccolsi tutto in un paio di borsoni, misi il cellulare sul letto ed uscimmo dal negozio pronti per tornare a casa!
Era ancora notte fonda, ma i primi lavoratori iniziavano a popolare le strade, mentre il buio si faceva sempre meno deciso e convinto.
Ci appartammo in un vicolo sulla strada di casa, la chiamai. Pochi squilli
-oh - rispose il sonno
-Ciao splendore!
-Ma dove sei? dove siete?! - era sveglia
-Ti stiamo aspettando a casa vostra, volevamo visionare un po di foto. Ci raggiungi?
-Arrivo!
Ci avrebbe messo un po a realizzare
-Ma perchè non mi avete chiamata?
Silenzio
-ma dove sono i vestiti?! Pronto?!!
-ahahah scherzetto! i tuoi vestiti li abbiamo noi, dovrai raggiungerci a casa vostra, nuda!
-Ma sei stronzo??
-Si!
-No dai dov’è Lui?
-Qui che se la ride mentre gli faccio una sega in un vicolo di Piazza … ahahhaha
-Siete dei porci schifosi… - ecco la voce della voglia...era già bagnata
-Si ti aspettiamo a casa ciao!
Ovviamente noi eravamo a debita distanza, ma sempre senza perderla mai di vista, non si sa mai chi s’incontra a quell’ora, purtroppo.
Uscì dal negozio quasi subito, una rapida occhiata e poi fulminea prese la via principale correndo a lunghe falcata verso casa. Si nascose dietro ad una pianta all’arrivo di uno spazzino, ma poi capì che era inutile cercare di nascondersi, bastava non mostrare il viso. Iniziò quindi a correre, ma meno convinta di prima, con meno paura e ansia. Un ragazzo con una valigia le stava venendo in contro, noi eravamo un po in ansia a dire il vero, ma lei con grazia e naturalezza girò il viso dalla parte opposta, lasciando che lo sconosciuto potesse guardarla. Era fantastica, aveva già trovato il modo di goderne. I nostri cazzi scoppiavano, decidemmo di farle la posta vicino a casa, nel parchetto c’era una tettoia con delle panchine, l’ideale! Arrivata vicino a casa ci facemmo trovare a cazzo duro sulle panchine. Non ci pensò un attimo e corse verso di noi. Subito iniziò a cavalcare Lui e posso garantire che era un lago, il rumore della sua figa bagnata che sbatteva sulle palle risuonava nel cortile, mentre il suo piacere era strozzato dalla mia cappella che cercava di entrare nella sua gola ogni cm di più. Fu una cosa veloce e fulminea, pochi minuti. Eravamo tutti estremamente eccitati, in poco le riversai l’ormai esigua quantità di sperma che era rimasta, direttamente nelle sue labbra, per poi baciarla con trasporto mentre Lui, con gli ultimi colpi le riversò dentro le ultime gocce di piacere, il tutto scandito dall’ennesimo orgasmo di Lei.
Eravamo distrutti. Albeggiava e sicuramente qualcuno aveva visto la nostra performance, qualche luce era accesa, ombre sospette, sicuramente qualcuno ci aveva dedicato un piacevole orgasmo.
-Mi avete distrutta! - furono le prima parole di un’affannata amazzone, che indossava la nudità con disarmante naturalezza.
Era stata una nottata impegnativa, piena di scoperte e piacere. Ci salutammo con la promessa che quella, sarebbe stata si la prima volta, ma non l’unica.
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