Benedetta, vergine arrapata
di
Anonimo534
genere
prime esperienze
Ciao sono Tommaso, 18 anni quasi 19, altino, spalle larghe, fisico atletico grazie alla piscina, capelli biondo scuro e occhi verdi. Del mio fisico oltre a essere carino la cosa di cui più vado fiero è il mio cazzo, che misura ben 22,5 cm di lunghezza e la bellezza di 16,2 cm di circonferenza: quello che dalle mie ex è definito "il grosso pacco di Tommaso".
Benedetta, praticamente la mia sorellina, invece ha 18 anni anche lei, alta quasi quanto me (giusto un paio di centimetri in meno), carina, capelli scuri, occhi marroni, due cosce belle carnose, una terza di tette e un culo che parla da solo.
Quel giorno ero a mangiare da lei (viviamo già entrambi da soli) e l'atmosfera era al quanto piccante.
Io non indossavo le mutande, mi danno fastidio a causa delle mie dimensioni e quando ne ho la possibilità le evito, e indossavo un paio di jeans stretti per lasciar intravedere la forma sporgente del pacco, che si faceva vedere anche da moscio, e una t-shirt. Lei invece leggings attillatissimi che lasciavano intravedere le mutandine (mangiate dal suo culone) e la forma della sua figa depilata e t-shirt corta e larga, che lasciava scoperto l'ombelico arrapante e un po di reggiseno dalla scollatura. Entrambi eravamo scalzi e potevo ammirare i suoi piedini perfetti (probabilmente 38).
Finito di mangiare ci sedemmo sul divano e siccome non avevamo niente da fare ma eravamo entrambi evidentemente vogliosi, giocammo a obbligo o verità.
Iniziai io e scelsi obbligo.
"Devi mettermi la faccia tra le tette e restarci fino a che non ti manca il fiato"
Io ovviamente non me lo feci ripetere due volte e immersi la faccia tra quelle tette meravigliose, morbide e succose, mentre lei con sorpresa mi strinse forte con le braccia al petto. Resistetti per più di un minuto.
Lei scelse verità.
"Cosa ti aspetti dalle mie dimensioni? "
"10 cm"
"ahahah serio? Ma sai quant'è? È minuscolo"
"Lo so benissimo, nonostante sono ancora vergine ho già visto altri cazzi e li ho pure misurati, e sono fermamente convinta che tu non abbia più di 10 cm in erezione"
A questo punto scelsi obbligo, questa offesa andava ripagata.
"Leccami il dito del piede per 20 secondi" e mi porse il piede destro. Non mi potevo tirare indietro e lo feci. Quei piedi erano meravigliosi, profumosi e arrapanti. Me lo gustai.
Scelse obbligo. Finalmente.
"Devi tenermi i piedi sul pacco fino a che non sarai costretta da un altro obbligo a toglierli"
Non appena li poggio cambiò espressione, forse si era accorta che 10 cm per me erano niente.
Scelsi obbligo.
"Togliti la maglia"
Easy.
Scelse di nuovo obbligo.
"Via la maglia anche per te"
E scoprì le sue tette, che in reggiseno sembravano ancora più grosse e morbide. Nonostante il mio autocontrollo feci fatica a mantenere l'erezione che rischiavo di avere.
Stavolta provai verità.
"Sei arrapato non è vero? Lo so che stai contenendo il durello" e così dicendo strusciò i piedi sul mio cazzo che ormai era agli sgoccioli e no lo avrei trattenuto ancora per molto. Arrossendo risposi di sì.
Obbligo per lei.
"Via i leggings"
In mutande e reggiseno era ancora più bella, due tette meraviglie, un culo fantastico e la figa che si intravedeva sotto le mutandine vistosamente strette e attillate.
Scelsi obbligo. Mi guardò in tono di sfida.
"Escilo e fattelo misurare". Andò a prendere il metro da sarto, nel mentre il mio cazzo era diventato durissimo e mi spingeva sotto i jeans.
Si abbassò, sbottonò i pantaloni, aprì la zip e lo tirò fuori. "Oh mio dio Tommaso....... 22 centimetri e mezzo!!!".
Era a bocca aperta, e si stava arrapando. Lo fisso per un po e notai che stava cominciando a gocciolarle la figa per terra.
A questo punto non c'è la facemmo più, la tirai su e la baciai con la lingua, mentre con le mani esploravamo i nostri corpi, lei mi segava e mi stringeva il cazzo tra le mani, io le palpavo i seni e il culo, finalmente miei.
Dopo qualche minuto ci ritrovammo sul suo letto. Si levò le mutandine mostrando finalmente la fighetta depilata e ancora mezza chiusa e si slaccio il reggiseno, liberando le sue tette meravigliose, morbide e coccolone, sormontate da due bei capezzoli turgidi rosa chiaro, che succhiai avidamente.
Appena potei la misi davanti a me, le aprii le gambe e finalmente assaggiai la sua figa, dolce e saporita di umori, e dopo un lavoretto di lingua tra le labbra mi attaccai al clitoride, succhiandolo, leccandolo e facendola urlare di piacere. Quando ebbi finito le tremavano le gambe, aveva il fiatone ed era venuta due volte. Ci sbaciucchiammo un'altro po mentre mi riempiva di complimenti e si aggrappava a me con gambe e braccia, stringendo forte come se non volesse staccarsi mai più.
Ad un certo punto mentre mi baciava aprì le gambe "Amore non ce la faccio più, voglio il tuo cazzone dentro di me". Allora mi inumidii la cappella e la poggiai sulla sua figa fradicia di sudore e di umori.
"Fai piano, è la mia prima volta".
All'inizio andai piano, già ai primi due piccoli affondi era uscito un po di sangue, nonostante avessi fatto entrare poco più della metà. Benedetta lanciava piccoli gridolini all'inizio di dolore, poi di piacere e cominciò a godere come una cagna in calore, mentre si stringeva le tette. Piano piano cominciai ad affondare di più e aumentare il ritmo, finché non la stavo martellando, ad ogni affondo sentivo la mia cappella sbattere sul suo utero, e lei urlava e godeva abbracciandomi forte. Venne 3 volte e la quarta volle farla con me: dopo più di 10 minuti di convulsioni strinse forte a sé il mio petto e dopo l'ultimo affondo le inondai la figa con 5 potenti fiotti carichi di sborra. Le tremavano ancora le gambe, la figa tutta allargata e volante di sborra e di umori. "Ti amo Tommaso, è stato bellissimo l, grazie per questa prima volta, sei fantastico".
Presa la pillola ci addormentammo abbracciati. Il giorno dopo faceva fatica a camminare, l'avevo proprio sfondata, ma nonostante ciò eravamo due fidanzati pronti a scopare di nuovo.
Benedetta, praticamente la mia sorellina, invece ha 18 anni anche lei, alta quasi quanto me (giusto un paio di centimetri in meno), carina, capelli scuri, occhi marroni, due cosce belle carnose, una terza di tette e un culo che parla da solo.
Quel giorno ero a mangiare da lei (viviamo già entrambi da soli) e l'atmosfera era al quanto piccante.
Io non indossavo le mutande, mi danno fastidio a causa delle mie dimensioni e quando ne ho la possibilità le evito, e indossavo un paio di jeans stretti per lasciar intravedere la forma sporgente del pacco, che si faceva vedere anche da moscio, e una t-shirt. Lei invece leggings attillatissimi che lasciavano intravedere le mutandine (mangiate dal suo culone) e la forma della sua figa depilata e t-shirt corta e larga, che lasciava scoperto l'ombelico arrapante e un po di reggiseno dalla scollatura. Entrambi eravamo scalzi e potevo ammirare i suoi piedini perfetti (probabilmente 38).
Finito di mangiare ci sedemmo sul divano e siccome non avevamo niente da fare ma eravamo entrambi evidentemente vogliosi, giocammo a obbligo o verità.
Iniziai io e scelsi obbligo.
"Devi mettermi la faccia tra le tette e restarci fino a che non ti manca il fiato"
Io ovviamente non me lo feci ripetere due volte e immersi la faccia tra quelle tette meravigliose, morbide e succose, mentre lei con sorpresa mi strinse forte con le braccia al petto. Resistetti per più di un minuto.
Lei scelse verità.
"Cosa ti aspetti dalle mie dimensioni? "
"10 cm"
"ahahah serio? Ma sai quant'è? È minuscolo"
"Lo so benissimo, nonostante sono ancora vergine ho già visto altri cazzi e li ho pure misurati, e sono fermamente convinta che tu non abbia più di 10 cm in erezione"
A questo punto scelsi obbligo, questa offesa andava ripagata.
"Leccami il dito del piede per 20 secondi" e mi porse il piede destro. Non mi potevo tirare indietro e lo feci. Quei piedi erano meravigliosi, profumosi e arrapanti. Me lo gustai.
Scelse obbligo. Finalmente.
"Devi tenermi i piedi sul pacco fino a che non sarai costretta da un altro obbligo a toglierli"
Non appena li poggio cambiò espressione, forse si era accorta che 10 cm per me erano niente.
Scelsi obbligo.
"Togliti la maglia"
Easy.
Scelse di nuovo obbligo.
"Via la maglia anche per te"
E scoprì le sue tette, che in reggiseno sembravano ancora più grosse e morbide. Nonostante il mio autocontrollo feci fatica a mantenere l'erezione che rischiavo di avere.
Stavolta provai verità.
"Sei arrapato non è vero? Lo so che stai contenendo il durello" e così dicendo strusciò i piedi sul mio cazzo che ormai era agli sgoccioli e no lo avrei trattenuto ancora per molto. Arrossendo risposi di sì.
Obbligo per lei.
"Via i leggings"
In mutande e reggiseno era ancora più bella, due tette meraviglie, un culo fantastico e la figa che si intravedeva sotto le mutandine vistosamente strette e attillate.
Scelsi obbligo. Mi guardò in tono di sfida.
"Escilo e fattelo misurare". Andò a prendere il metro da sarto, nel mentre il mio cazzo era diventato durissimo e mi spingeva sotto i jeans.
Si abbassò, sbottonò i pantaloni, aprì la zip e lo tirò fuori. "Oh mio dio Tommaso....... 22 centimetri e mezzo!!!".
Era a bocca aperta, e si stava arrapando. Lo fisso per un po e notai che stava cominciando a gocciolarle la figa per terra.
A questo punto non c'è la facemmo più, la tirai su e la baciai con la lingua, mentre con le mani esploravamo i nostri corpi, lei mi segava e mi stringeva il cazzo tra le mani, io le palpavo i seni e il culo, finalmente miei.
Dopo qualche minuto ci ritrovammo sul suo letto. Si levò le mutandine mostrando finalmente la fighetta depilata e ancora mezza chiusa e si slaccio il reggiseno, liberando le sue tette meravigliose, morbide e coccolone, sormontate da due bei capezzoli turgidi rosa chiaro, che succhiai avidamente.
Appena potei la misi davanti a me, le aprii le gambe e finalmente assaggiai la sua figa, dolce e saporita di umori, e dopo un lavoretto di lingua tra le labbra mi attaccai al clitoride, succhiandolo, leccandolo e facendola urlare di piacere. Quando ebbi finito le tremavano le gambe, aveva il fiatone ed era venuta due volte. Ci sbaciucchiammo un'altro po mentre mi riempiva di complimenti e si aggrappava a me con gambe e braccia, stringendo forte come se non volesse staccarsi mai più.
Ad un certo punto mentre mi baciava aprì le gambe "Amore non ce la faccio più, voglio il tuo cazzone dentro di me". Allora mi inumidii la cappella e la poggiai sulla sua figa fradicia di sudore e di umori.
"Fai piano, è la mia prima volta".
All'inizio andai piano, già ai primi due piccoli affondi era uscito un po di sangue, nonostante avessi fatto entrare poco più della metà. Benedetta lanciava piccoli gridolini all'inizio di dolore, poi di piacere e cominciò a godere come una cagna in calore, mentre si stringeva le tette. Piano piano cominciai ad affondare di più e aumentare il ritmo, finché non la stavo martellando, ad ogni affondo sentivo la mia cappella sbattere sul suo utero, e lei urlava e godeva abbracciandomi forte. Venne 3 volte e la quarta volle farla con me: dopo più di 10 minuti di convulsioni strinse forte a sé il mio petto e dopo l'ultimo affondo le inondai la figa con 5 potenti fiotti carichi di sborra. Le tremavano ancora le gambe, la figa tutta allargata e volante di sborra e di umori. "Ti amo Tommaso, è stato bellissimo l, grazie per questa prima volta, sei fantastico".
Presa la pillola ci addormentammo abbracciati. Il giorno dopo faceva fatica a camminare, l'avevo proprio sfondata, ma nonostante ciò eravamo due fidanzati pronti a scopare di nuovo.
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