Succube di Matilda 2
di
cagliostrus
genere
sadomaso
LEGGI LA PRIMA PARTE, prima di questa!
Quando mi risistemai giù, lei si abbassò di nuovo sulla mia faccia. Questa volta, mi premette la fica sul naso e nella bocca. Iniziai subito a leccarle le labbra, scuotendo la lingua dentro e fuori dal suo canale, giocando con il clitoride e l'apertura dell'uretra. Il suo odore e sapore erano sublimi. I suoi succhi asprigni ora scorrevano abbondantemente e li lasciai ricoprirmi la lingua e scorrere giù per la gola. Stava iniziando a gemere più forte, strofinandomi i genitali sul viso, provando piacere. Poi venne con un orgasmo potente, cadendo in avanti, bloccando la caduta con le mani per terra.
Alzandosi disse: "Ripulisciti e raggiungimi in camera mia".
Feci una doccia e la raggiunsi in camera da letto.
"Sono stanca morta" disse, già mezzo addormentata. “Puoi dormire nel letto accanto a me. Buona notte."
Presi il telefono dal comodino e chiamai mamma, raccontandole che Matilda era in lacrime per il pensiero della madre malata e aveva bisogno che non la lasciassi sola. Mia madre che era lontana mille miglia dal sospettare che potesse esserci nulla che non fosse casto tra me e la mia ex baby sitter, mi diede il permesso, anzi lodò anche la mia gentilezza d'animo.
Mi sdraiai accanto a lei, posando il braccio sulla sua pancia grande e morbida.
Quando Matilda si svegliò la mattina dopo verso le dieci, andò in bagno. Potevo sentire il suono del suo piscio che colpiva l'acqua del water.
Quando tornò nella stanza, salì su di me in posizione del 69 e disse:
“Fammi il bidet con la lingua!”
Iniziai a pulire i suoi folti peli pubici neri, succhiando ogni goccia della sua forte scarica mattutina. Allo stesso tempo sentivo le sue dita giocare con le mie palle e la sua bocca gustare e avvolgere il mio pene duro. Mentre le leccavo la figa, la sua eccitazione cresceva come era evidente dalla grande quantità di succhi che ora scorrevano liberamente dalla sua vagina, proprio nella mia bocca. Continuava a succhiarmi, stringendo le palle fino al punto di farmi male; ma non mi lamentavo, anzi mi piaceva quel momento, godevo di una assoluta felicità. Quando sentì la mia eccitazione arrivare al punto di esplodere, si fermò, si distese sulla schiena e disse:
"Fottimi"
Non potevo credere alla mia fortuna, anche se avevo paura che il mio pene d'adolescente non fosse in grado di darle la soddisfazione che bramava. Tuttavia, glielo spinsi dentro il più a fondo possibile, ovviamente senza aspettarmi di riempirla tutta. Con mio stupore, sentii i muscoli della vagina stringersi attorno al mio stelo.
"Non te lo aspettavi, vero?" lei disse.
"No, non so come hai fatto", risposi.
“L'ho imparato da una geisha a Yokohama l'anno scorso e da allora mi sono esercitata tutti i giorni. Qui li chiamano esercizi di Kegel e li fanno sembrare una invenzione recente, quando in Asia e in India le donne esperte nell'arte dell'amore hanno sempre saputo come controllare i loro muscoli pubo-coccigei per migliorare il piacere sessuale, da millenni.
Sentivo a malapena quello che Matilda mi stava dicendo, essendo tutto concentrato sulla sensazione del mio pene che si muoveva dentro e fuori dalla vagina stretta eppur intrisa abbondantemente dei suoi liquidi lubrificanti. Mentre mi muovevo tra le sue cosce muscolose, battendo sul suo grande corpo succulento, mi sentivo come se tutte le mie fantasie si fossero improvvisamente avverate. Era bellissima, le sue curve sode e rotonde si muovevano all'unisono con il mio martellare della sua adorabile vagina. Matilda stava giocando con i suoi capezzoli, sollevando le mammelle tanto abbondanti da raggiungerle la bocca. Non mi ci volle molto tempo per raggiungere l'orgasmo e pompare il mio seme nel suo corpo voluttuoso.
Appena finito, mi spinse via da lei e si accovacciò sul mio viso, lasciando che il mio sperma e i suoi succhi fluissero nella mia bocca. Facciamo anche questo sacrificio, dissi fra me e me, mentre ingoiavo tutti i succhi che Matilda mi offriva, ringraziandola ad alta voce della sua generosità.
"Leccami ancora." mi disse
Ubbidii con mia somma goduria nello stringere fra le mie labbra quelle sue più intime e spesse, ricoperte dai suoi peli pubici, neri, grossi e pesanti.
"Succhiami il clitoride" disse, gemendo già di piacere.
Presi la sua corta escrescenza carnosa e gonfia d'amore tra labbra e denti e la succhiai, strofinandoci sopra la punta della lingua. I suoi gemiti si fecero più forti e più pressanti quando scoppiò in un orgasmo potente, tremando violentemente, con la figa che si contraeva ad ogni spasmo orgasmico.
Dopo essersi ripresa, disse: “Ho intenzione di fare un bagno, vai a preparare la colazione. Vedi di farla abbondante, non quella miseria all'italiana.”
Mi precipitai nella cucina di casa mia e razziai tutto quel che potevo, informando mia madre che Matilda non aveva mangiato niente il giorno prima e che in casa non aveva nulla.
Quando finii di preparare la colazione, sulla tavola imbandita sfoggiavo fette di pane tostato, burro, marmellata d'arancia, uova strapazzate, salmone affumicato, caffè, latte e un piatto di frutta fresca. Andai a dirlo a Matilda e mentre entravo nel bagno, lei emerse dalla vasca proprio come Venere dal guscio di una enorme conchiglia. Presi il grosso telo da bagno e iniziai ad asciugare il suo corpo voluttuoso. Allora non lo sapevo, ma questa fu l'ultima volta che vidi e toccai quel corpo incredibilmente eccitante, l'ultima volta che mi riempii gli occhi di ogni sua curva sinuosa, dei suoi seni pesanti, delle sue cosce forti, dei suoi lussureggianti peli pubici e delle sue prorompenti labbra vaginali.
Dopo aver finito la colazione, chiamammo un taxi e l'accompagnai in aeroporto. Prima di entrare nell'area del check-in, mi abbracciò e se ne andò senza guardarsi indietro.
Per alcuni anni restammo in contatto per posta e poi per e-mail. Ogni tanto ricevevo un pacchetto con un paio di mutandine usate e la storia di dove e come le aveva indossate. Invecchiando i suoi aromi maturarono e divennero ancora più eccitanti. Ho sempre seguito la sua carriera e comprato i CD delle sue esibizioni. Poi un giorno seppi che si era sposata. La nostra comunicazione si interruppe e in seguito non ricevetti più regali da lei. Ma ogni tanto mi masturbo, pensando al suo bel corpo e al suo nettare delizioso.
Quando mi risistemai giù, lei si abbassò di nuovo sulla mia faccia. Questa volta, mi premette la fica sul naso e nella bocca. Iniziai subito a leccarle le labbra, scuotendo la lingua dentro e fuori dal suo canale, giocando con il clitoride e l'apertura dell'uretra. Il suo odore e sapore erano sublimi. I suoi succhi asprigni ora scorrevano abbondantemente e li lasciai ricoprirmi la lingua e scorrere giù per la gola. Stava iniziando a gemere più forte, strofinandomi i genitali sul viso, provando piacere. Poi venne con un orgasmo potente, cadendo in avanti, bloccando la caduta con le mani per terra.
Alzandosi disse: "Ripulisciti e raggiungimi in camera mia".
Feci una doccia e la raggiunsi in camera da letto.
"Sono stanca morta" disse, già mezzo addormentata. “Puoi dormire nel letto accanto a me. Buona notte."
Presi il telefono dal comodino e chiamai mamma, raccontandole che Matilda era in lacrime per il pensiero della madre malata e aveva bisogno che non la lasciassi sola. Mia madre che era lontana mille miglia dal sospettare che potesse esserci nulla che non fosse casto tra me e la mia ex baby sitter, mi diede il permesso, anzi lodò anche la mia gentilezza d'animo.
Mi sdraiai accanto a lei, posando il braccio sulla sua pancia grande e morbida.
Quando Matilda si svegliò la mattina dopo verso le dieci, andò in bagno. Potevo sentire il suono del suo piscio che colpiva l'acqua del water.
Quando tornò nella stanza, salì su di me in posizione del 69 e disse:
“Fammi il bidet con la lingua!”
Iniziai a pulire i suoi folti peli pubici neri, succhiando ogni goccia della sua forte scarica mattutina. Allo stesso tempo sentivo le sue dita giocare con le mie palle e la sua bocca gustare e avvolgere il mio pene duro. Mentre le leccavo la figa, la sua eccitazione cresceva come era evidente dalla grande quantità di succhi che ora scorrevano liberamente dalla sua vagina, proprio nella mia bocca. Continuava a succhiarmi, stringendo le palle fino al punto di farmi male; ma non mi lamentavo, anzi mi piaceva quel momento, godevo di una assoluta felicità. Quando sentì la mia eccitazione arrivare al punto di esplodere, si fermò, si distese sulla schiena e disse:
"Fottimi"
Non potevo credere alla mia fortuna, anche se avevo paura che il mio pene d'adolescente non fosse in grado di darle la soddisfazione che bramava. Tuttavia, glielo spinsi dentro il più a fondo possibile, ovviamente senza aspettarmi di riempirla tutta. Con mio stupore, sentii i muscoli della vagina stringersi attorno al mio stelo.
"Non te lo aspettavi, vero?" lei disse.
"No, non so come hai fatto", risposi.
“L'ho imparato da una geisha a Yokohama l'anno scorso e da allora mi sono esercitata tutti i giorni. Qui li chiamano esercizi di Kegel e li fanno sembrare una invenzione recente, quando in Asia e in India le donne esperte nell'arte dell'amore hanno sempre saputo come controllare i loro muscoli pubo-coccigei per migliorare il piacere sessuale, da millenni.
Sentivo a malapena quello che Matilda mi stava dicendo, essendo tutto concentrato sulla sensazione del mio pene che si muoveva dentro e fuori dalla vagina stretta eppur intrisa abbondantemente dei suoi liquidi lubrificanti. Mentre mi muovevo tra le sue cosce muscolose, battendo sul suo grande corpo succulento, mi sentivo come se tutte le mie fantasie si fossero improvvisamente avverate. Era bellissima, le sue curve sode e rotonde si muovevano all'unisono con il mio martellare della sua adorabile vagina. Matilda stava giocando con i suoi capezzoli, sollevando le mammelle tanto abbondanti da raggiungerle la bocca. Non mi ci volle molto tempo per raggiungere l'orgasmo e pompare il mio seme nel suo corpo voluttuoso.
Appena finito, mi spinse via da lei e si accovacciò sul mio viso, lasciando che il mio sperma e i suoi succhi fluissero nella mia bocca. Facciamo anche questo sacrificio, dissi fra me e me, mentre ingoiavo tutti i succhi che Matilda mi offriva, ringraziandola ad alta voce della sua generosità.
"Leccami ancora." mi disse
Ubbidii con mia somma goduria nello stringere fra le mie labbra quelle sue più intime e spesse, ricoperte dai suoi peli pubici, neri, grossi e pesanti.
"Succhiami il clitoride" disse, gemendo già di piacere.
Presi la sua corta escrescenza carnosa e gonfia d'amore tra labbra e denti e la succhiai, strofinandoci sopra la punta della lingua. I suoi gemiti si fecero più forti e più pressanti quando scoppiò in un orgasmo potente, tremando violentemente, con la figa che si contraeva ad ogni spasmo orgasmico.
Dopo essersi ripresa, disse: “Ho intenzione di fare un bagno, vai a preparare la colazione. Vedi di farla abbondante, non quella miseria all'italiana.”
Mi precipitai nella cucina di casa mia e razziai tutto quel che potevo, informando mia madre che Matilda non aveva mangiato niente il giorno prima e che in casa non aveva nulla.
Quando finii di preparare la colazione, sulla tavola imbandita sfoggiavo fette di pane tostato, burro, marmellata d'arancia, uova strapazzate, salmone affumicato, caffè, latte e un piatto di frutta fresca. Andai a dirlo a Matilda e mentre entravo nel bagno, lei emerse dalla vasca proprio come Venere dal guscio di una enorme conchiglia. Presi il grosso telo da bagno e iniziai ad asciugare il suo corpo voluttuoso. Allora non lo sapevo, ma questa fu l'ultima volta che vidi e toccai quel corpo incredibilmente eccitante, l'ultima volta che mi riempii gli occhi di ogni sua curva sinuosa, dei suoi seni pesanti, delle sue cosce forti, dei suoi lussureggianti peli pubici e delle sue prorompenti labbra vaginali.
Dopo aver finito la colazione, chiamammo un taxi e l'accompagnai in aeroporto. Prima di entrare nell'area del check-in, mi abbracciò e se ne andò senza guardarsi indietro.
Per alcuni anni restammo in contatto per posta e poi per e-mail. Ogni tanto ricevevo un pacchetto con un paio di mutandine usate e la storia di dove e come le aveva indossate. Invecchiando i suoi aromi maturarono e divennero ancora più eccitanti. Ho sempre seguito la sua carriera e comprato i CD delle sue esibizioni. Poi un giorno seppi che si era sposata. La nostra comunicazione si interruppe e in seguito non ricevetti più regali da lei. Ma ogni tanto mi masturbo, pensando al suo bel corpo e al suo nettare delizioso.
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