Incontro equivoco

di
genere
etero

Sono sempre stato un tipo fedele, sin dai primi fidanzamenti, ma un paio d’anni fa avevo un periodo di crisi con mia moglie e ho deciso di provare a trovarmi qualche altra donna per fare puro sesso, senza coinvolgimenti.
Ho cominciato a frequentare un sito di single e ho provato qualche incontro.
Non nego che ho mandato in bianco più d’una persona: donne con la quinta di tette che si rivelavano uomini gay, ragazze trentenni col culetto tondo che poi scoprivo essere donne sfatte di mezza età, ecc. Finché una volta detti appuntamento ad una “passera scopaiola” che mi promise scintille; non particolarmente fiducioso, date le esperienze, decisi di dare un’occhiata alla tipa: luogo d’incontro una certa panchina in un parco.
Quando mi avvicino noto subito che effettivamente è un gran pezzo di fica, sui trentacinque, formosa, bel viso e due gambe chilometriche; però accanto a lei c’è una tizia sui cinquanta, decisamente grassa e con una faccia che sembrava un uomo: “oddìo – penso – questa vuol fare del sesso a tre con questa specie di zia…”. Mi avvicino ma non troppo, le mostro il segno di riconoscimento (un nastro al polso) e le faccio cenno di avvicinarsi: fortunatamente si alza da sola, non erano insieme. Le dico “lo sappiamo tutt’e due perché siamo qui, quindi direi di non stare a perdere tempo: vieni, abito qui vicino. ”Lei non dice niente, e mi segue.
La porto in casa e appena entrati le faccio i complimenti per le gambe, e per il culo che palpeggio con grande piacere; le apro la camicetta e le bacio i seni da sopra il reggiseno, le tette non sono grandi, ma i capezzoli si inturgidiscono in un lampo e la spoglio fino a slinguazzarglieli ben bene. Lei si concede al piacere, dice solo cose tipo “sei un diavolo! che passione!”. La porto in camera da letto e finisco di spogliarla: nuda è bellissima, si siede sul letto e dice “però ora tocca a me” e mi spoglia pezzo per pezzo baciandomi e leccandomi per tutto il corpo; quando mi tira giù gli slip il cazzo durissimo mi salta su che sembra a molla, lei lo bacia leggermente in punta, poi si stende sul letto, allarga le gambe e mi dice “scopami, ti prego”. Vado su di lei e le infilo il cazzo nella fica morbidissima, aperta, che sembra di burro. La scopo godendomela tutta, prima piano, poi veloce, poi di nuovo rallentando; lei sembra sciogliersi, geme, sussurra. Andiamo avanti così, cambiamo posizione un paio di volte, finché mentre lei è su di me veniamo insieme, con un piccolo grido che si smorza in gemito sento la sua fica pulsare mentre io le vengo dentro come non facevo da parecchi anni.
Ci abbandoniamo distesi uno accanto all’altra. “Non mi era mai piaciuto tanto.” “Sì, è stato fantastico.” Restiamo un po’ lì, a riposare. A questo punto mi viene da offrirle un caffè, di chiederle il suo nome. Lei mi chiede “scusa la curiosità, spiegami un po’: cos’è quel nastrino che hai al polso? Perché anche la signora accanto a me sulla panchina al parco ne aveva uno: è una specie di moda?”
scritto il
2009-12-15
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