La palestra sessuale

di
genere
gay

La palestra sessuale

Amo lo sport! Mi piace muovere il corpo per tenerlo in forma e sentirmi meglio con me stesso; e ancor più adoro vedere altri corpi muoversi che siano maschili o femminili. Mi chiamo Andrea e sono un ragazzo di 22 anni di bell’aspetto, con due spalle molto larghe, labbra carnose, naso prominente al punto giusto e con un fisico già robusto donatomi da madre natura. Non potendo praticare nessuno sport a causa dei duri turni al supermercato in cui lavoro, mi sono accontentato di frequentare la palestra del quartiere in cui mi sono stabilito da un anno. Marco e Adriana sono una coppia di bella presenza che gestisce la struttura assieme agli altri istruttori di altrettanta gradevole compagnia: Giulio, Lorenza e Martino.
Fortunatamente, la mia scheda è compilata personalmente da Giulio, quello che reputo più competente, dopo Marco, e a cui posso chiedere qualsiasi cosa perché mi risponde sempre sorridendo e scherzando. Ogni volta che mi guardo in giro, anche attraverso gli specchi delle pareti, posso notare con grande stupore i bellissimi corpi di tutte le altre persone che si allenano duramente: ci sono uomini dotati di braccia possenti e d enormi bicipiti e donne dalle curve perfette e il fondoschiena bello sodo.
Da tempo ho scoperto la mia attrazione per entrambi i sessi e l’ho coltivata accuratamente perché sono arrivato alla conclusione che si può trarre enorme piacere sia da una femminilità sensuale e sia da una rudezza maschile: ho già sperimentato entrambi i campi ai tempi del liceo e ora intendo impegnarmi di più per ricercare e conquistare più uomini e donne possibili per accrescere la mia passione sessuale. Per questo motivo, tra un esercizio e l’altro, cerco sempre di catturare l’attenzione di Gianluca, un ragazzo dal volto fanciullesco e dal fisico tonico, o di Teresa, una splendida signora dai lunghi capelli neri che muove sensualmente le sue cosce ogni volta che corre sul tapis roulant.
Certo non mancano quelli che definisco i trogloditi dell’era preistorica, ovvero quegli omaccioni dai muscoli gonfiati che urlano e si spremono come limoni; uno di questi è Cosimo: un uomo sulla quarantina, con i capelli cortissimi e un umorismo pessimo molto infantile. Oppure Matteo, un giovane 27enne mulatto dal six-pack invidiabile che ci prova con tutte le ragazze riuscendo a farsi dare i loro numeri di telefono per portarle a letto; o ancora Paolo, un altro giovane dai bicipiti pronunciati e dall’espressione tonta ma con un grande arnese tra le gambe sempre ritto. Ma nessuno supera Marco, il proprietario, di cui gli sforzi in ogni suo allenamento fanno tremare il pavimento di parquet della palestra e a vederlo diventare rosso e pieno di nervi, mi ribollisce il sangue di terrore e nel frattempo sale in me una voglia matta di poter usufruire del suo corpo per appagare il mio piacere sessuale.
Il trucco dello sguardo comincia a funzionare, forse anche troppo bene dato che più di una volta ho incrociato la complicità di Cosimo che, per carità è un bel vedere e anche un bel pezzettino di carne succulenta, ma se potessi mirerei a qualcuno della mia portata come Giorgio, il figlio di Marco e Adriana che ha la mia stessa età e mette in mostra un corpo impeccabile, dai muscoli ben delineati e definiti, non come quelli esagerati del padre, e un fondoschiena che cattura l’attenzione del mio cazzo che devo tenere a bada ogni qual volta che Giorgio mi passa davanti e mi pone quella vista così sessualmente indiscutibile. Ho cercato più di una volta il dialogo con lui, ma a quanto pare è un tipo molto solitario che ama allenarsi per conto proprio e studiare costantemente le tecniche del padre e degli altri istruttori per migliorare la sua istruzione dato che un giorno erediterà tutta la struttura.
E che dire del magico momento dello spogliatoio? Certo, a volte vedere altri corpi dalle forme irregolari può ridurre il mio desiderio maschile così come accade nel sentire il terribile tanfo del miscuglio di sudori che si crea; ma essere al cospetto di quei corpi nudi mi eccita in un modo incredibile, tanto che mi trasformo in una bestia assetata di carne umana e solo facendo una doccia fredda posso sbollentare il mio ardore. Ma come resistere alla forma più chiara degli slip lasciata sul culo di Giorgio? O alle cosce toniche e possenti di Giulio, al cazzo di Cosimo, alle spalle di Martino; e se vedessi anche Marco nudo penso proprio che … meglio non pensarci affatto. Anzi, voglio proprio vederlo quel montone nel suo stato naturale.
Decido allora di soffermarmi più del previsto una sera, dato che è proprio Marco a chiudere la struttura per poi tornare a casa dalla sua bella mogliettina Adriana dal culo sodo e ben modellato proprio come quello del figlio. Tentativo inutile, dato che Marco è così preciso nel suo lavoro da attendere l’uscita di tutti i clienti per fare la doccia; così, mi dirigo verso l’uscita accontentandomi del suo solito saluto alla reception.
«Andrea, aspetta un po’» mi dice riuscendo a fermarmi di colpo « ti devo parlare di una promozione che ti interessa» e dopo aver posato a terra il borsone mi poggio al bancone per ascoltarlo meglio «Cosimo mi ha detto come lo guardi ogni volta e anch’io ho notato che fai la stessa cosa con me e mio figlio; Giulio ha confermato e Matteo ti vuole con noi».
«In che senso?» gli domando senza sapere di preciso a cosa alludesse.
«Io e mia moglie organizziamo delle notti di giochi ed esercizi omosessuali: martedì e giovedì solo per gli uomini; mercoledì e venerdì solo per le donne. Siamo una coppia molto aperta con le persone del nostro stesso sesso e guai a tradire con quelle dell’altro. Tu mi capisci, no?» mi dice dandomi una pacca sulla spalla che accarezza con molta cura, quasi tastandone la carne «Dai, vieni una notte di prova. I fatti contano più delle parole».
«Ci sto» gli dico senza riflettere: cavolo! Questa sì che è una belle occasione per farmi meglio gli occhi, il cazzo, il culo… per farmi tutto insomma e soprattutto per fare gli altri.
«Allora trovati qui a mezzanotte con l’accappatoio e un paio d’infradito, senza farti notare da nessuno e non portare nulla che non faccia parte del tuo corpo: giocattoli erotici, DVD porno, biancheria femminile o altre porcherie del genere. Ti ricordo che questa è una palestra e qui apprezziamo il corpo al naturale e i rapporti omosessuali tipicamente originali, senza miscugli o cazzate del genere».
«D’accordo Marco. Ci sarò» e così dicendogli, mi dirigo verso l’uscita con entusiasmo e con una grossa erezione che mi scoppiava nelle mutande mentre Cosimo mi superava nel salire le scale dopo avermi palpato il culo e sorrisomi di sfuggita senza farsi vedere da nessuno.
Mezzanotte! L’insegna della palestra e spenta e non c’è nessuna luce che indica l’entrata, e ben sapendo dove si trova, busso alla porta e vengo accolto dal sorriso di Marco, avvolto dal suo accappatoio verde, e rimango letteralmente sbigottito quando vedo l’intera sala immersa in una luce rossa che la colorava già di un ardore infuocato ancor prima che qualche corpo s’incendiasse di passione sessuale, come lo simboleggiavano le piccole e numerosissime candele per terra.
«Vai nello spogliatoio e fatti una doccia, poi vieni qui con addosso l’accappatoio, le mutande e gli infradito» mi dice Marco con una voce calda e profonda che pensavo non potesse mai avere.
La sorpresa è ancora più grande quando vedo le stesse persone che osservavo in allentamento farsi la doccia sorridendo e scherzando tra loro:
«Guardate che c’è» Cosimo era già in attesa che i suoi compagni finissero di lavarsi, mettendo in mostra i suoi boxer neri molto dotati.
«Ben ritrovato Andrea» mi sorrideva Giulio mentre si asciugava il cazzo con il lembo del suo accappatoio blu «avanti, fatti una doccia e raggiungici di là».
«Sempre se non sborra prima nella doccia» rideva Matteo coperto di una schiuma così bianca che entrava nettamente in contrasto con il colore scuro della sua carne così appetitosa «sembra proprio un novellino alle prime armi».
«Preoccupati per le tue chiappe» gli rispondo togliendomi i jeans e gli slip bianchi «io lo farei se fossi in te con il mio cazzo in tiro».
«Il ragazzo sa il fatto suo» commenta Martino che asciuga sotto il fono i suoi capelli lunghi e biondi mentre Paolo ride di gusto massaggiandosi l’enorme pacco tra le cosce leggermente pelose. Continuando a ridere, la massa di quei corpi trasudanti sesso si reca verso la sala attrezzi, lasciandomi solo… Come non detto, sento ancora lo scroscio di una doccia e dalle cabine vedo uscire Giorgio: non l’avevo mai visto nudo e non pensavo nemmeno potesse far parte dell’orgia proprio perché non sembrava il tipo di queste cose. Senza dir nulla come al solito, si copre il cazzo che riesco a vedere di sfuggita e mi lancia uno sguardo di sfida, come se dovessimo affrontarci in una lotta all’ultimo sangue, per poi seguire gli altri in sala.
Lavato e profumato, faccio il mio ingresso avvolto dall’accappatoio rosso che faceva intravedere i miei slip bianchi, motivo per cui vengo accolto da un forte applauso e da numerosi fischi di apprezzamento.
«Ora che siamo tutti, possiamo cominciare» annuncia Marco mentre distribuisce le solite schede di allenamento solo ad alcuni «Cosimo fai coppia con Gianluca, Paolo con Giulio, Matteo con Martino e Andrea, tu fai coppia con me» l’ha detto. Non ci posso credere, coppia con il grande Marco in persona, praticamente il mio sogno proibito di sempre: non solo potevo vederlo nudo da vicino, ma addirittura approcciarmi a lui sessualmente e assaporarne le carni di tutto il suo corpo.
«E Giorgio?» domando spontaneamente senza nemmeno rendermi conto di aver parlato.
«Mio figlio non partecipa mai ai nostri allenamenti sessuali» sentenzia Marco «si limita a masturbarsi sotto l’accappatoio decidendo chi voler osservare per eccitarsi. Ma tanto si diverte a casa con me» conclude regalandogli un sorriso che viene ricambiato appena da Giorgio, forse per l’imbarazzo in cui il padre l’aveva messo.
«Dovevi mettermi per forza con questo qui?» si lamenta Cosimo che avrebbe di gran lunga preferito far parte del mio rito di iniziazione assieme a Marco.
«E io che dovrei dire?» replica Gianluca «farmi fottere sempre da te».
«Non è che a me vada meglio» tentenna immediatamente Martino che accarezza la testa del suo partner per rivelare il suo sarcasmo.
«Forza che vi meritate a vicenda, e poi ora che siamo in numero pari, possiamo dedicarci completamente l’uno all’altro facendo tutti gli esercizi sulla scheda» li riprende Marco «ragazzi buon allenamento e alla fine ci vediamo, come al solito, in sala fitness per l’orgia».
Wow! Era sicuramente un sogno, perché mai e poi ami mi sarei immaginato di sentir dire una cosa del genere, men che meno di farne parte. Era la mia grande occasione e potevo finalmente dar libero sfogo alle mie qualità e doti di perfetto amante e di bestia perennemente assetata di sesso.
Mentre ognuno di loro seguiva il proprio partner, Marco avviò un dolce CD per un melodioso e sensuale sottofondo sonoro: dato che la musica rock e house inducevano a dar ritmo violento al corpo per eseguire i duri esercizi, questo tipo di musica abbastanza soft era l’ideale per farsi comandare dall’istinto senza pensare a cosa si fa.
«Andiamo anche noi» mi dice Marco ora che eravamo rimasti da soli, tranne che per lo sguardo fisso di Giorgio su di me «leggi il primo esercizio».
«Pomiciata - Chest Press Nera» mi affretto a leggere, dopodiché lo seguo senza perderlo di vista.
Giunti alla macchina, Marco si denuda e posa l’accappatoio sullo schienale dicendomi «ricorda che l’igiene è sempre fondamentale in questo tipo di cose, perciò copri sempre le superfici dove metti il tuo corpo nudo» e si sedette mostrandomi finalmente il suo corpo palestratissimo e i suoi slip neri misura extra-large «coraggio, vieni… non sarà la prima volta che baci un uomo».
Cosa? Quella domanda… a me? Forse Marco non ha idea con chi stesse parlando e senza usare le parole per rispondere, passo ai fatti: mi spoglio posando l’accappatoio sulla macchina a fianco e mi insinuo sensualmente tra le sue cosce enormi, avvertendo immediatamente la durezza del suo cazzo. Lo guardo intensamente negli occhi, in quei grandi occhi neri sormontati da enormi sopracciglia scure. Gli accarezzo il viso spigoloso. Gli passo un dito sulle sue labbra consunte; una mano sul petto accuratamente depilato e inizio a baciarlo appassionatamente: che goduria! Che incredibile sapore! Con la sua lingua, Marco mi penetrava rudemente la bocca e mentre faceva questo mi palpava selvaggiamente tutto il corpo, lasciandomi intendere che voleva lo stesso trattamento anche per il suo. Ovviamente faccio di meglio: non mi limito a baciargli ogni muscolo del collo, del petto e delle braccia, ma ne assaporo l’essenza e la sostanza azzannandolo ferocemente, come una bestia con la sua preda di cui vuole cibarsene. Lo stringo. Mi preme. Gli metto le mani al collo. Mi graffia la spalla. Lo spingo contro lo schienale e lui mi incide la pelle delle cosce con le sue enormi dita. I nostri corpi parlano con l’affanno di due guerrieri; sono lucidi di piccole molecole di sudore che inebriano l’olfatto, attivando ancor di più tutti gli altri sensi. Che uomo! Finalmente assaporavo del sano sesso con un vero uomo!
Ai nostri versi di piacere, si uniscono quelli di Martino e Matteo, intenti a rendere il loro approccio omosessuale, aspro e intenso quanto il nostro: le lunghe dita scure del mulatto strisciano tra i biondi capelli del biondino che si perde di piacere tra quelle labbra esageratamente carnose e lucide di saliva che gli cola sul petto bianco e che porta al capezzolo per stimolare ancora di più il suo desiderio e la sua lussuria carnale. Meraviglioso vedere il cioccolato e la vaniglia avvinghiarsi in quel modo così dolce e combattersi con così tanta violenza, quasi Matteo voglia vendicarsi per la battuta che Martino aveva fatto davanti a tutti sul loro accostamento.
All’improvviso, mi rendo conto che non solo loro mi guardano, ma lo sguardo di Giorgio è ancora fisso su di me e la sua mano avvinghiata presumibilmente al suo cazzo per smanettarle ben bene dato che stringeva così forte l’accappatoio verde chiaro a sé, da non far intravedere assolutamente nulla.
«Prossimo?» mi chiede Marco riportandomi a lui dopo avermi toccato e accarezzato il cazzo dai miei slip bianchi.
«Leccata - Leg Curling» gli sussurro all’orecchio per poi alzarmi di malavoglia dai suoi slip neri, tanto comodi e tanto pietrosi.
«Per questo esercizio ci occorrono creme e salviette» e così dicendo, Marco si avvia alla reception per aprire una grande scatola piena di lubrificanti dalle varie essenze, preservativi della più costosa marca, pacchetti di fazzoletti e confezioni di salviettine profumate. «Ricorda Andrea, noi non siamo gay e non vogliamo infettarci a vicenda dato che qui, ognuno di noi conduce già una vita sessuale con una donna. Semplicemente amiamo trascorrere dei momenti di puro divertimento sessuale con altri uomini. Perciò devi sempre usare questo materiale quando l’esercizio richiede qualcosa di più impegnativo».
«D’accordo Marco. Quindi ora che ci serve? Che dobbiamo fare?»
Lui mi sorride maliziosamente e dopo aver preso una confezione di salviettine profumate, mi invita a seguirlo mentre gli tutti gli altri, finito il loro esercizio, si dirigono in massa allo scatolone.
Senza dir nulla, Marco si toglie l’accappatoio e, dandomi le spalle, si denuda completamente posando gli slip neri sull’attrezzatura vicina; dopodiché, sempre di spalle, si sdraia sulla macchina lasciandomi l’incredibile panorama del suo culo perfettamente aperto. La mia erezione è oramai schizzata alle stelle alla vista di quelle chiappe così perfettamente tonde e sode, abbellite ancor di più dalla leggera peluria che circonda il buco dove si sarebbe presto insinuata la mia lingua. Senza perdere altro tempo, comprendo ciò che va fatto prima di ogni altra cosa e dopo aver preso una salviettina, inizio ad accarezzare dolcemente quella bianca superficie così succulenta. Le mie mani sembrano sfuggire al controllo della mia mente per obbedire all’ordine naturale dettato direttamente dal mio istinto selvaggio fino a costringerle a stringere intensamente quel fondoschiena modellato e scolpito da anni di allenamento. Le delineo dolcemente con un dito. Con lo stesso sovrasto la scia che conduce al buco, approfittando per profumarlo per bene e stimolarlo profondamente. In una risposta riflessiva, Marco stringe duramente le natiche e dal suo intenso ansimare, capisco che il grosso istruttore gode come non mai. Lo sento. I suoi suoni sono a tratti deboli, a tratti forti e gravi. Decido di fare di più, di regalargli un estasi ancora più grande ed intensa. Poso delicatamente le mie labbra sul buco che dilato poco a poco allargando il culo con le mani. La mia lingua scivola via dalla mia bocca e comincia ad insinuarsi bruscamente nel buco per penetrarlo con violenta foga. Che sapore divino! Che gusto aspro e maledettamente maschile! Mi inebria… sì! L’istinto ha la meglio e l’ardore si impossessa del mio corpo che reagisce ancora più violentemente su quello di Marco. Lo bramo! Lo desidero! Voglio impossessarmi di quel culo così orgasmico e celestiale.
Ad un certo punto, Marco si lascia sfuggire un grido così pieno di impeto, da attirare l’attenzione di Giulio, intento a sviscerare con la sua enorme lingua, il bel culo di Paolo che sembra svenire a momenti dall’intenso piacere provato. Il mio istruttore è proprio un gran bel ragazzo ed ero certo che possedeva una passione così virulenta da darne vera prova in qual momento. Le sue grandi mani affondano la pelle rossa del povero Paolo dato che, contortosi di piacere, il suo culo non rimane aperto più a lungo di una leccata dettata a regola d’arte. Giulio ci sa proprio fare e nel suo sguardo acre, posso leggere ciò che ave in serbo per me quando gli sarebbe stato possibile avvicinarmi.
«Ora tocca a me» dice Marco dopo essersi ripreso «sei proprio bravo Andrea. Ti ho sottovalutato e ti assicuro che nessuno degli altri sa leccare bene il culo come lo fai tu».
Non riesco a rispondere perché ora sono io quello che si deve denudare e affrontare l’energica passione che Marco impiegherà nel fottermi il culo con la lingua. Perché sono sicuro che sarà proprio questo quello che lui farà. Tolgo gli slip dandogli le spalle e mi stendo sullo schienale reggendomi forte alle impugnatura per evitare di contorcermi dal piacere com’era successo a Paolo. Sento lo strappo della salviettina e l’inconfondibile alone di freschezza che aleggia sul mio culo. Marco si diverte a sembrare il più dolce possibile per sviarmi da quelle che sono le sue vere intenzioni. Infatti, di lì a poco le sue enormi mani penetrano la carne del mio culo e la sua lingua entra bruscamente nel mio buco facendomi sobbalzare violentemente sullo schienale e costringendomi a reggere forte alle impugnature. Sapevo che sarebbe successo. Piacere… vero e intenso piacere prova il mio corpo intero ai continui colpi di lingua che mi privano d’energia, quasi mi prosciugano di forze, lasciandomi inerme e immobile per alcuni secondi. Sono in un’altra dimensione. La dimensione della goduria maschile.
«Il prossimo è Pompino – Leg Press» gli dico dopo essermi ripreso e rivestito senza che lui mi potesse vedere.
«Perfetto» mi risponde trascinandomi al suo corpo sudato e traboccante di sesso, per avviarci insieme allo scatolone e prendere due preservativi. «La regola più importante di questi allenamenti è raggiungere l’orgasmo una e una volta sola che avviene durante l’orgia, quando scegli da solo con chi vuoi avere un rapporto sessuale. Questo perché non possiamo perdere troppi ormoni, altrimenti non abbiamo più energia per sollevare pesi o far l’amore con le nostre donne. Perciò, prendi sempre un preservativo quando devi fare un pompino o altro del genere».
«Penso sia un discorso molto sensato e giusto» gli rispondo stringendo il braccio attorno al suo bacino per dirigerci presso la nuova macchina che ci attendeva.
Prima di dire o fare altro, Marco cerca i miei occhi che non tardano a incrociare il suo sguardo che ora è diventato sbarazzino e malandrino. Non riesco a tradurre i suoi occhi ma presto conosco le sue intenzioni quando si toglie nuovamente gli slip neri per essere completamente nudo di fronte a me. Resto un minuto intero a osservarlo e studiare per bene il frutto che pendeva dal suo bacino rinforzato che aveva contribuito alla creazione dello splendido Giorgio. Il suo cazzo è perfettamente simmetrico con i muscoli del suo corpo. Non avevo mai visto nulla del genere. Disposto l’accappatoio verde sullo schienale della macchina, Marco prende posto allargando più che può le gambe e poggiando i piedi sulla pedana di fronte. È il momento che stavo aspettando più d’ogni altro. Mi insinuo tra le sue cosce e vesto il cazzo col preservativo che rimane perfettamente ritto e impietrito. Inizio a maneggiarlo prima con cura e poi bruscamente tanto che lui è costretto a tenersi alle impugnature per reggere l’intensità del piacere che gli regalo ad ogni smanettata. Guardo quella grossa cappella rossa. Osservo con estasi le sue palle gonfie piene di sperma. Lo sento pulsare nella mia mano forte come il mio di cuore che, in questo momento, batte a più non posso. Apro le labbra e lo introduco nella mia calda bocca, per farlo accogliere dalla mia lingua ansante, pronta a far meglio di quanto non avesse già fatto con il suo buco del culo. Su è giù. Sono io ad averlo in pugno, o meglio in bocca. Sono io che ora assaporo la virilità di Marco e ne succhio l’essenza. Il sapore è quello del preservativo, ma è più che sufficiente a tenere a bada la mia sete di maschilismo mallo stato puro. D’improvviso, la grande mano di Marco frena la mia testa facendomi perdere di bocca il suo cazzo.
«Può bastare prima che mi fai venire» dice ansimando il grand’uomo «wow! Ci sai proprio fare ragazzino. I miei complimenti. Ma ora ti faccio vedere come fa un maschio adulto».
Tocca a me! È arrivato il momento di denudarmi completamente di fronte a lui. Il momento di farmi vedere per quello che sono. Per come mamma mi ha fatto. Decido di non pensarci altrimenti non lo faccio più. Mi spoglio dell’accappatoio rosso che poso sullo schienale ora liberato da Marco e mi privo degli slip bianchi. Ecco… ora sono nudo. Sento la pesantezza dei suoi occhi neri trafiggermi le carni, ma il suo sguardo si addolcisce quando si accorge del mio imbarazzo e mi aiuta a prendere posto.
«Sta’ tranquillo» mi sussurra all’orecchio per poi allargarmi le gambe e poggiare i piedi sulla pedana di fronte. Il mio cazzo si erge in tutto il suo splendore riuscendo a raggiungere quasi le dimensioni di quelle di Marco che senza preavviso mi infila il preservativo e ingoia letteralmente tutta l’asta facendomi sobbalzare nuovamente come nel precedente esercizio. Inutile! I suoi anni di esperienza si traducono in azioni meglio del mio istinto bestiale; ma ciò mi rincuora perché coll’esperienza anch’io riuscirò a perfezionarmi in tal modo. Godo! Finalmente un pompino fatto come si deve. Mai nessuno era riuscito a stimolarmi il cazzo come la gola e la sua lingua, né donne e neppure altri uomini. Marco ci mette la passione in ogni cosa in cui crede. È Proprio vero.
Stavolta sono i miei acuti lamenti che richiamano l’attenzione di Cosimo, seduto sulla macchina nelle vicinanze mentre Gianluca è calato sul suo cazzo che succhia con avidità e quasi con disprezzo, ma dimostrando ugualmente di provare gusto nel farlo. Gli occhi verdi di Cosimo continuano a fissarmi perché ci sarebbe voluto essere lui al posto di Marco e scommetto che questo non glielo avrebbe mai perdonato. Voleva essere lui il primo a immettermi in quel club. Voleva essere lui il primo uomo a farmi sentire davvero uomo. In fondo era stato lui a riferire i miei continui sguardi d’interesse a Marco. Ma in futuro si sarebbe rifatto di tutto questo. Il suo sguardo continua a dirmelo mentre le sue grandi mani guidano con foga la testa del povero Gianluca che quasi non respira, immaginando che sia io ad avere il suo cazzo in bocca. Anche se il suo umorismo era troppo infantile e il suo carattere così immaturo, decido ugualmente di ricambiare la sua attenzione con un sorriso che lui accoglie molto volentieri.
Il sorriso non tarda però a trasformarsi in espressione di sbigottimento perché ho nuovamente incrociato gli occhi neri, come il padre, di Giorgio che continua ancora a guardarmi come se volesse sbranarmi e mangiarmi. Forse dipende dal fatto che è stato eclissato dal padre per favorire me. Forse mi teme come avversario. Chissà… So solo che non la smette di guardarmi in modo ossessivo.
«Fermo! Fermo!» urlo contro Marco che sta quasi per farmi venire.
«Sono bravo, eh?» commenta lui con quella faccia da bravo bamboccio che mi ispira ancora più violenza. «Penso che anche tutti glia altri abbiano finito di “allenarsi” per questa notte» mi dice togliendosi il preservativo dal cazzo e invitandomi a fare altrettanto. «vai in sala fitness che tra poco ti raggiungo».
«Hai goduto dell’antipasto Andrea?» Cosimo era dietro le mie spalle «preparati che ora si mangia per bene».
«Ho visto quello che sei in grado di fare» mi dice Giulio venendomi incontro «mettici lo stesso impegno negli esercizi con la Pectoral e raggiungerai la mia massa muscolare».
«Ha superato la parte iniziale» commenta Matteo «ma vediamo se ci lascia a bocca aperta anche nell’orgia».
«Vedrai di cosa sono ancora capace» gli rispondo ottenendo i consensi degli altri.
La sala fitness è diversa dal solito: tutte le cyclette e i tapis-roulant sono addossati alle pareti e in mezzo ci sono tutti i tappetini per i Crunch uniti per formare un’enorme piattaforma morbida rivestita di un asciugamano altrettanto enorme.
«L’igiene prima di tutto» Marco fa il suo ingresso in sala portando con sé lo scatolone «come avrai capito Andrea, usiamo l’asciugamano per assorbire eventuali schizzi di sperma o di sangue».
«Cosa?» chiedo immediatamente non riuscendo a capire di cosa stesse parlando.
«Fare un orgia tra uomini, vuol dire battersi arduamente per vedere chi deve fottere chi» mi spiega Giulio, gentile e saccente come sempre.
Rimango un attimo senza parole, dato che è la mia immaginazione a prendere il sopravvento guidandomi a ciò che potrebbe succedermi tra tutti quei corpi muscolosi.
«Ora potete scegliere l’uomo con cui battervi»
«Scelgo lui» tuonò la voce di Giorgio indicando con l’indice me «papà, fammi provare con lui».
«Veramente dovrei essere io a farlo con Andrea» si affretta a dire Marco incrociando lo sguardo bruto di Cosimo «ma se ci tieni figlio mio. In fondo è la prima volta che ti vuoi unire a noi, almeno direttamente».
«Non glielo lascerai fare spero» si precipita ad intervenire Cosimo «sai che ho più diritto io di lui…»
«Ha più diritto la carne della mia carne, dato che toccava a me» sentenzia Marco chiudendo la questione «bene, possiamo iniziare».
Cominciano a scegliersi tutti tra loro formando due coppie e un terzetto dato che io mi sarei battuto con Giorgio: Cosimo voleva prendersi una rivincita personale e inizia ad afferrare Marco buttandolo a terra con un grande tonfo, il quale reagisce all’attacco prendendo a pugni il suo avversario; Matteo e Gianluca in accordo, si avventano d’improvviso sul povero Martino che tenta di scaraventarli in aria, fallendo nell’impresa, mentre Giulio afferra le gambe di Paolo per poi bloccarlo nella sua micidiale morsa a ragno.
In questa sfida olimpionica di lotta greco-romana, con tanto di sesso permesso al vincitore sul vinto, mi sentivo nel mio mondo, fatto di forza e complicità maschile che sfocia in sano e puro sesso sfrenato, sottolineato da un’atmosfera dolce e resa ancor più perfetta dal tepore che infondeva il bagliore della luce rossa, dalle piccole fiamme delle candele che oscillavano sensualmente accarezzate dai perfetti brani musicali che descrivevano quel momento così passionale.
«Sei pronto ragazzino?»
«Potrei farti la stessa domanda» dico a mia volta a Giorgio.
Senza dire più nulla, ci limitiamo semplicemente ad attaccarci con feroci sguardi di sfida fino a che, lui decide di togliersi l’accappatoio verde chiaro mostrando finalmente il suo fisico: è uguale al mio! Le braccia sono forti e delineate da bicipiti sempre più in via di sviluppo; i pettorali sono gonfi e molto carnosi, così come il culo… Sapevo di aspettarmi un bel fondoschiena da lui; in fondo ho sempre immaginato di possedere quelle chiappe così perfette e finalmente posso dare una bella lezione al caro Giorgio, così la smette di darsi tante arie. Il suo cazzo sembra essere delle mie stesse dimensioni, ma posso solo dedurlo dato che non si è ancora tolto i boxer bianchi.
Rimaniamo mezzo minuto a squadrarci perfettamente, cercando di individuare il punto debole dell’altro per averne la meglio. Ed eccolo che parte verso di me: mi lancia due pugni per mettermi al tappeto, ma sono così veloce da scansarne uno ma non così tanto da fare altrettanto con l’altro. Che botta! Il moccioso sa tirar di boxe. Ora gli faccio vedere anch’io. Stando disteso a terra gli colpisco il fondo dei polpacci per metterlo al mio stesso livello, dopodiché lo metto a pancia in giù e lo sovrasto cercando di immobilizzarlo. Che bella pelle che ha. Lo sfregamento con il suo corpo mi provoca un’erezione madornale di cui lui ne approfitta per stringere forte il mio cazzo e farmi crollare nuovamente per terra. Si avventa su di me e mi stringe il collo con il braccio fino quasi a farmi soffocare. Nel mentre sento premere il suo cazzo dentro i boxer contro il mio culo scoperto e la cosa mi eccita ancora di più. Non gli permetto di continuare e gli sferro un pugno da farlo prima indietreggiare e poi cadere con le spalle a terra. Approfittando della sua condizione, gli salto addosso ma vengo immediatamente respinto dalle sue gambe che mi lanciano a un metro da lui.
Non ci posso credere! Nella mia nuova posizione riesco a dar un’occhiata a quello che stava succedendo intorno a noi due: per qualche inspiegabile ragione, Cosimo era riuscito a vincere e in questo momento cavalcava il culo di Marco, messo a pecorina, come un forsennato, tirandogli i capelli e inveendo contro di lui, mentre il poveretto godeva e ansimava forsennatamente. Anche Giulio ce l’aveva fatta e ora penetra violentemente le chiappe di Paolo, o meglio, le chiappe di Paolo penetrano il cazzo di Giulio dato che il primo era perpendicolare al secondo. Martino sicuramente è quello che gode più di tutti dato che era riuscito ad avere la meglio su Gianluca, che penetra sensualmente di lato, ma non su Matteo che a sua volta lo penetra sempre di lato, creando un rude triangolo di ansimanti.
Cavolo! Senza rendermene conto, Giorgio è riuscito già a raggiungermi e ha approfittato della mia distrazione per mettermi di nuovo a pancia in giù, posizionando il suo cazzo ancora coperto tra le mie natiche.
«Ti piace vero?»
«Credimi, piacerebbe più a te» gli rispondo cercando di richiamare tutte le forze dentro di me.
Finalmente riesco a liberarmi e senza riflettere gli do una testata così forte da sbatterlo pesantemente a terra e ne approfitto per togliergli i boxer. Wow, anche il suo cazzo è bello e carnoso come il mio. Questo non se l’aspettava e si rialza da terra più feroce che mai. Mi colpisce duramente la spalla, ma io riesco a resistere al dolore e lo faccio posare sulla stessa spalla per catapultarlo all’indietro e farlo cadere a spalle in giù. Lo volto immediatamente e mi butto a peso morto su di lui riuscendo a bloccarlo definitivamente.
Vittoria! Il moccioso ha capito chi è la vera bestia più forte. Ora l’ambito premio, ovvero il suo culetto. Fiero e gasato, vado verso lo scatolone, prendo un preservativo e il lubrificante alla vaniglia e torno dalla mia preda che inerme attende il suo destino. Finalmente il culo di Giorgio è tutto mio e nessuno, nemmeno egli stesso me lo può più negare, ora che l’ho vinto. Con mia grande sorpresa, Giorgio si sistema meglio a pecorina permettendomi di spalmargli meglio il liquido sul buco del suo culo e al contatto col liquido freddo, lui comincia a gemere piano. Ora si volta, apre il preservativo e, con la testa bassa, mi veste il cazzo accuratamente per non farmi perdere l’erezione. Ma nulla al mondo me l’avrebbe fatto più ammosciare sapendo cosa mi attende.
Si posiziona nuovamente a quattro zampe lasciandomi al cospetto di quella vista divina e dopo essermi posizionato sul suo corpo, comincio a spingere il mio cazzo verso il suo buco. Non deve averlo preso spesso, perché è molto stretto e Giorgio lo stringe violentemente con le pareti dell’ano cominciando a lamentarsi di dolore. Ma io, molto dolcemente, premo i suoi pettorali con le mie mani calde e lo tiro a me, sussurrandogli la mia rude foga scandita dalle violente e decise spinte del mio bacino che penetrano completamente il suo culo, mettendolo k.o. per qualche frazione di secondo.
Tutti gli altri si godono lo spettacolo, ora che hanno finito di dar sfogo ai loro impulsi selvaggi. Tutti guardano me e Giorgio. Tutti sono in silenzio e ancor più eccitati di prima alla vista di due giovani corpi muscolosi e vogliosi come non mai.
Inizio a stantuffare sempre più velocemente. Ancora. E ancora. Sempre di più… nell’aria si odono solo i fievoli lamenti acuti di Giorgio, sormontati dai miei aspri gemiti di piacere. Mi sento maschio come non mi ero mai sentito. La bestia prende la sua rivincita sul suo simile; questo sta accadendo ora. Provo un piacere ineffabile: impossibile riuscire a descriverlo attraverso le parole, perché nessuna di esse riuscirebbe mai ad esprimere l’ardore con cui il mio animo bruciava, la passione che guidava il mio corpo caldo e infuocato o la mia fame di sesso che in questo riesco finalmente ad appagare nel migliore dei modi. Giorgio… n’è valsa proprio la pena aspettare che tu fossi pronto per questo. Aspettare di essere coperto di lividi e ammaccature porpuree dall’ultima sfida corpo a corpo per godere appieno di te e delle tua carni. Ti sono dentro! Ti lacero dentro! Sei in perfetta comunione con me… penso che solo questo tipo di rapporto odio-competizione tra uomo e uomo, venga al secondo posto dopo l’amore-passione tra un uomo e una donna.
Mi fermo. Non voglio raggiungere immediatamente l’orgasmo. Oh no! Prima voglio lavorarmelo per bene il moccioso, provarlo in tutte le posizioni per goderlo veramente appieno. Mi distendo e lo posiziono su di me, permettendogli di poggiare le sue mani leggermente callose sulle mie spalle e facendogli credere che stavolta sia lui a condurre il gioco. Godo… e anche lui si diverte un mondo in quella posizione. Poi lo stendo di fianco, gli apro le gambe a forbice e continua a penetrarlo ancora più violentemente fino a farlo urlare di piacere. Scommetto che nemmeno il padre l’ha mai fatto godere in questo modo. Ora siamo intrecciati. Di nuovo a pecorina. Seduti in ginocchio. Rotolandoci. Le sperimentiamo davvero tutte e quando ormai i nostri corpi mostrano i segni di arresa, mi decido a venirgli copiosamente nella posizione iniziale, quella che mi ha permesso di vincerlo e possederlo.
Wow! Ho raggiunto l’universo e provato una forza che non avrei mai sognato di poter conoscere.
Esco delicatamente dal suo culo. Fortunatamente Giorgio è sempre stato un ragazzo pulito, merito sicuramente della dedizione all’igiene del padre. Rimaniamo sdraiati per terra ansimando sempre più in fretta cercando di calmare l’affanno che a momenti soffoca il nostro respiro.
«E cazzo!» esclama Giulio sbalordito «Giorgio è proprio figlio tuo capo» continua rivolgendosi a Marco «e tu Andrea sei una bestia feroce».
Non riuscendo a rispondergli, mi limito solamente a mostrargli il mio pollice all’insù in segno positivo.
«La prossima volta sei mio bel maschietto e guai a chi si metterà tra noi» mi ripete ancora una volta Cosimo mentre si alza per andarsene.
«Eh già» è la volta di Matteo «chi l’avrebbe mai detto che i più piccoli sono quelli più attivi» dice alzandosi a sua volta e seguendo l’altro verso le docce.
«Questi devono ancora riprendersi» commenta Martino «lasciamoli riposare e andiamo a lavarci» finisce di dire dopodiché si reca dagli altri due seguito dai restanti palestrati.
«Siete stati molto bravi» ci sussurra Marco accarezzandoci i capelli e stendendosi tra di noi «ora ci penso io» e quasi come un leone saggio e sovrano del suo territorio, inizia a massaggiare i nostri corpi e leccare le nostre ferite.
Non avevo mai sentito tanto amore paterno e devozione verso il mio operato in campo di sesso. Ho a che fare con veri uomini che non si vergognano di dimostrare o comportarsi come il loro istinto comanda, avendo la meglio sulla mente. Perché a volte, seguire la propria indole è la miglior cosa che possiamo fare per evitare di reprimere i nostri desideri che rischierebbero solo di farci impazzire se non diamo loro il giusto sfogo.
«Ci vediamo domani ragazzi» saluta Giulio «e ancora complimenti».
«Davvero una bella nottata» lo segue verso l’uscita Paolo.
E man mano escono tutti vestiti e profumati dallo spogliatoio per andar via.
Cosimo è l’ultimo, che, avvicinandosi, mi lancia uno sguardo di profonda lussuria per poi voltarsi e recarsi verso l’uscita senza dir nulla.
Una volta ripresi, Marco guida me e Giorgio verso le docce e, ristabiliti del tutto, cominciamo a lavarci senza smettere di fissarci: i suoi occhi squadrano scrupolosamente il mio corpo in ogni angolo, soffermandosi sui miei che ricambiano quello sguardo dolce, ma insignito ancora di voglia di sfida e rivincita.
«Che bravi ragazzi» ci sussurra piano Marco posando le sua grandi mani sui nostri culi, massaggiando con le dita il buco di ciascuno.
«Non vorrai ancora…»
Ma non riesco ad ultimare la frase che le sua labbra ostruiscono le mie con un profondo bacio che mi rimette tutto il corpo in fiamme e mi riporta il cazzo in tiro. Marco è proprio un assetato di sesso quanto lo sono io e senza smettere di baciarmi, comincia a toccarmi e parlarmi peggio di quanto l’avesse fatto negli esercizi precedenti, mentre Giorgio ci osserva attentamente.
«Che ne dici se papà ti vendica?»
«Fai pure, in fondo te l’ho sottratto io» risponde il figlio che comincia a massaggiarsi il cazzo ritornato ad essere duro.
Non oso controbattere, anche perché non ho speranze di battermi contro Marco e di uscirne vincitore. Perciò, mi abbandono al suo volere e al suo corpo che mi avvolge e mi preme di continuo. Stavolta sarò io a provare il suo cazzo dentro di me. Senza aggiungere altro, Marco indossa un preservativo e dopo avermi coperto il buco con la sua saliva e il suo sputo, comincia a penetrarmi dolcemente. Cavolo! Che dolore… immaginavo che quel frutto così matura mi avrebbe fatto male; ma non così tanto. Ed ecco che al dolore si aggiunge il piacere e ai miei primi lamenti si mischiano i miei gemiti di profonda goduria.
Nel frattempo il caro Giorgio si gusta la scena mentre si masturba velocemente, quasi a non saper più come contenere quell’erezione così forte e così vogliosa di esplodere in un fuco d’artificio fatto di abbondante sperma. Ma sono io a vedere i fuochi e le stelle quando Marco mi penetra sempre più forte cominciando ad urlare quasi quanto si sforza per sollevare pesi. La sua calda voce maschile mi eccita ancor di più e cerco di assecondare i suoi movimenti violenti col mio bacino per allungare quegli istanti di puro e piacevolissimo piacere omosessuale che mi stava facendo perdere letteralmente i sensi.
Un urlo lancinante. Seguito da scosse improvvise che pervadono il suo corpo e si trasmettono al mio. Marco è venuto dentro di me. Ho fatto godere un vero uomo; il suo cazzo era dentro di me e ho potuto godere della sua virilità che spero mi abbia infuso nei suoi movimenti violenti.
Un secondo urlo più leggero. Ed ecco che anche Giorgio comincia a sborrare copiosamente contorcendosi su se stesso come un pazzo.
«Bel lavoro papà» afferma il moccioso avvicinandosi a Marco per baciarlo appassionatamente.
«A casa ce ne sarà anche per te» gli risponde sorridendo. «Beh, penso che per stanotte sia più che sufficiente: ognuno ha dato il meglio di se, come si è visto. Mi raccomando Andrea, qui siamo tutti uomini per bene e d’onore. Non voglio soffiate o problemi».
«Nemmeno io Marco» mi affretto a rispondere «questo è lo sfogo che mi serve per stare meglio con me stesso senza impazzire e cercare il sesso omosessuale altrove».
«Perfetto» aggiunge lui regalandomi un sorriso al quale si accosta anche quello di Giorgio.
Finito di lavarci, ci rivestiamo e infialiamo accuratamente la biancheria intima e l’accappatoio nel nostro borsone; dopodiché do una mano a padre e figlio per rimuovere tutte le numerose candele sparse a terra, raccogliere la busta di preservativi usati e sistemare tutta la struttura come si presentava di giorno.
«Buonanotte ragazzi e grazie ancora».
«Aspetta Andrea» mi ferma con la voce Marco «se vuoi continuare a venire devi versare una somma di 5 euro al mese» e accortosi della mia espressione attonita, continua «preservativi e candele non ce li regala nessuno».
Mi sembra giusto, e poi ne vale la pena ;)


scritto il
2011-09-26
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