Mamma scusa ma ce l'ho enorme
di
Dingo30
genere
incesti
Non voglio farvi perdere tempo a raccontare troppo su di me, meglio andare subito al punto, ero un ragazzino normale in tutto eccetto quello che mi ritrovavo tra le gambe...
Che ero ben diverso dagli altri lo scoprii quando avevo solo 12 anni, a quei tempo non c’erano internet o altro, un giorno andammo da un nostro amico che aveva trovato una videocassetta porno per guardarci il nostro primo pornazzo.
Io, come gli altri, non avevo ancora visto una donna nuda, tanto meno un uomo, perciò la prima volta che comparai il mio pisello con gli altri era proprio con l’attore porno, e poi la videocassetta diceva “l’attore più dotato del porno”, un certo John Holmes.
Poco dopo l’inizio del film mentre l’attore non ce l’aveva ancora duro mi sembrò piccolo, più piccolo del mio, poi in erezione il suo diventò parecchio piu grande e grosso, ma era poco più di quello che il mio diventava da duro, tutti i miei amici commentavano “guardate che mostro che ha!” e commenti simili, io allora pensavo ma che mostro che ho io invece?
Inutile dire che negli anni successivi il mio pisello continuò con una crescita costante e a 18 anni mi ritrovavo con un pisello penzolante grande quanto il mio avambraccio e grosso quasi come il mio polso…
In quegli anni durante le masturbazioni pensavo spesso a mia madre, che era una donna veramente attraente, tette 5° misura abbondante, culo enorme, coscie possenti e fianchi larghi, insomma mi sono sempre chiesto come mai non aveva trovato un uomo dopo il divorzio.
Quelle poche ragazze che rimorchiavo al tempo di fare sesso si sono sempre rifiutate per paura proprio delle mie dimensioni, me lo dissero chiaramente: “tu quello non me lo metti dentro…” “ma dove vorresti metterlo quello?” “dallo a tua madre!” “ma sei un mostro!” “sei deforme” “portalo a quella che te l’ha fatto!” ecc. ecc..
In effetti proprio allora, mentre in estate eravamo in casa dalla zia cominciò a frugarmi l’idea di farlo vedere a mia madre, volevo proprio vedere cosa mi avrebbe detto, vedere la sua reazione in confronto a quelle delle ragazze.
Qualche giorno per prendere coraggio e una serata mentre guardavamo la tv insieme io, mamma e zia, mi confidai con loro dei miei problemi con le ragazze, e ne scaturì un intenso argomento sulle dimensioni, e come dal nulla mia zia se ne uscì con un “perché non ce lo fai vedere così te lo diamo noi un parere” e con una risata biricchina, subito rimproverata da mia madre “Dai ma cosa dici?!”, e mia zia che riprese subito “ma me l’avevi detto tu che era da sempre superdotato!” , io rimasi esterefatto, mi madre che sapeva della mia dotazione? Infatti glielo chiesi e lei “Beh si amore, anche quando eri piccolino, ce l’avevi da sempre sporporzionato, anche se ormai non te l’ho visto da moltissimi anni…”
E da qui parte una conversazione lunga su di me e sui miei genitali, anche molto accesa tra le due donne, finchè alla fine, ci crediate o no, di fronte a sua sorella, mia madre mi chiese di farglielo vedere, e alla fine dopo un po' di insistenza da parte delle due donne, mi calai giù pantaloni e mutande in un solo colpo.
Dopo un periodo di silenzio che mi sembrò infinito, sulle loro faccie erano ben evidenti lo stupore, meraviglia, sorpresa tali da togliere quasi la capacità di parlare e di agire, le loro reazioni erano praticamente uguali finche la prima a dir qualcosa fù la zia: “porca puttana!”, la mamma a bocca aperta ancora a fissare il mio organo penzolante riuscì solo a dire “mamma mia, non sapevo, cioè non pensavo che ti sarebbe cresciuto così…” continuando a balbettare qualcosa.
Mi pareva che quelle due sarebbero rimaste così impietrite fino all’infinito, e così dissi “Ecco ora capite perché scappano tutte”, alzando i pantaloni me ne andai a dormire, ma prima di mettermi a letto mi masturbai fuiriosamente, quella scena mi aveva eccitato parecchio.
Quella notte nel sonno sento un “Nicola svegliati” e mentre apro gli occhi vedo mia madre in una vestaglia da notte con la quale non l’avevo mai vista prima, che con una mano cerca di scuotermi dai “svegliati amore”. Mentre lo faceva vedevo le sue tettone ballonzare e mi chiesi se non era un sogno, non poteva essere vero, soprattutto dopo quello che mi disse dopo: “Amore non sei un mostro, devi solo imparare ad usarlo, e lo farai con me, hai capito?” io con ancora gli occhi metà chiusi non feci altro che annuire e lei subito come se avesse fretta mi prende per i bordi del pigiama chiedendomi di alzare il culo per potermi abbassare il pigiama e le mutande, faccio come dice e appena il mio coso esco allo scoperto lei lo prende in mano e dice “cavolo che roba che hai…ora rilassati e fammi fare” e comincia a leccarmelo e a succhiare sulla cappella, già da moscio ce l’avevo molto grosso ma la cappella riusciva comunque a metterla dentro la sua bocca vogliosa, e così parte con un lavoro di bocca che non vi dico, ero in paradiso, mai prima nessuna me l’aveva fatto, ed ora mia madre mi spominava alla grande, il godimento era tale che non potevo rimanere in silenzio, tutto quello che ripetevo era “ooh mamma, sii cosii, sei fantastica…” mentro il mio amichetto cresceva e cresceva, sempre più lungo, sempre più grosso, infatti lei poverina dopo un po' non riusciva più a tenerlo in bocca, ci provava e riprovava quasi a slogarsi la mascella, ma dovette tirarlo fuori prima che se la slogasse sul serio.
Non per niente incominciò a commentare sulle dimensioni, “mamma mia quant’è grosso”, ero praticamente al massimo e lei che usava entrambi le mani e la sua bocca vogliosa, con la sua incredibile lingua e le mani me lo insalivava e lo lustrava, a momenti in modo violento, in altri in modo gentile come a voler sentire tutte le vene con le dita, con le labbra e con la lingua. Senza dubbio il mio cazzo l’aveva fatta impazzire, ne ero certo.
Non so per quanto tempo lei continuò a lavorarmelo ma mi sembrò durare per molto, infatti parti del mio membro erano quasi rosse per quanto lo masturbava, io accompagnavo la sua testa tenendo una mano tra i suoi capelli sulla nuca, e ad un certo punto lei sale sul letto e su di me a cavalcioni, lo prende in mano e se lo punta sulla patata “dai mettiamolo dentro” mi dice con un tono di voce che mai avevo sentito.
Comincia a calarsi e sento le sue labbra avvolgere la mia cappella, “Dio com’è grosso, uaah”, ma il mio pisellone non voleva proprio entrare, la cappella era gigante, la parte più grossa del mostro.
Lei tenta e ritenta, poi scende giù con la sua bella bocca e ci sputa sopra, lo lavora di nuovo con le sue mani di fata, cercando di renderlo il più bagnato possibile, poi risale e prova di nuovo, poi ripete il tutto, prova e riprova e finalmente il mostro entra che lei accompagna con un lungo “ooooh” e con un altrettanto lungo sospiro.
Poi comincia ad andare su e giù per pochi centimetri alla volta, prendendone sempre di più dentro, io godevo come un riccio, per giunta le sue enormi tettone mi sballonzavano di fronte e così le prendo in mano, le massaggio come ad impastare, cavolo quanto sono grosse, le lecco avidamente, non le lascio mai. Sale il ritmo della sua cavalcata, ma alla fine ne prende solo metà, e poi cambia posizione, si mette sdraiata sul letto con le gambe oscenamente aperte e mi dice “vieni, metti quà!”, indicandomi la sua patata che ora sembrava un largo buco.
Arrivo come un treno lo sbatto dentro e spingo sempre più in profondità, era la prima volta che lo facevo, non sapevo quanto ne potevo mettere dentro, spingo, spingo e mi eccito ad ogni centimetro in più che entra, anche i suoi gemiti cambiano e ad un tratto lei fa un urlo dicendomi di mettere la mia mano alla base del cazzo, e dopo la mia lei ne mette la sua e ricomincio a spingere e a fotterla così, con due mani che fingono da limitatore, anche se in quel momento ancora non capivo.
Andiamo avanti così ancora per un bel po' di tempo e poi lei mi dice di tirarlo fuori e cambia posizione, si mette alla pecorina e mi invita a rimetterlo dentro.
Cavolo che visione il culone di mia madre e io che spingo il mio pisellone dentro la sua figona, il tutto mi arrappa talmente tanto che comincio a spingere in modo violento, la prendo per i fianchi e aumento ritmo e profondità, arrivo più o meno a mettere dentro tanto quanto avevo messo prima quando mi fermò, infatti la sento urlare nel cuscino, probabilmente non voleva farsi sentire e svegliare la zia.
Ma ora volevo proprio sentirla urlare, e così parto a mitraglia, lei con la mano sinistra stringe le lenzuola, e cerca con la mano destra di farmi smettere o per lo meno di attenuare il mio impeto, ma io ero ormai impazzito, sento la cappella sbattere come ad un fine percorso.
Non sapendo di farle male, adirittura acceleravo il ritmo fino a che la scopata non diventò violenta, poverina con una mano sempre a stringere le lenzuola, con l’altra a sbattere a pugno chiuso sul letto, mentre la vedevo stringere i denti e ad emettere dei suoni mai sentiti prima, poi cominciarono anche le urla, gli “aaah” e gli “oooh” mischiati ai “mio Dioooo” “porca puttanaaa” “uuuuaaaahhh”.
Le sue continue urla e commenti non fecero altro che eccitarmi ancora di più, facendomi continuare con quelle bombate distruttive. Purtroppo per lei, durai molto quella notte perché, come detto, prima di andare a dormire mi masturbai scaricandomi parecchio.
Io volevo che quella scopata non finisse mai, lei invece probabilmente pregava che quel supplizio finisse.
Anche se la sua sofferenza era evidente, quella notte non mi disse mai nulla e questa santa donna a denti stretti cercava di resistere stoicamente alle mie debordanti stantuffate.
Ad un certo punto ricordo solo che essendo vicino all’estasi assoluta, lo tirai fuori e venni ricoprendola tutta di sperma bollente. Lei sembrava sfinita, distrutta, tutta sudata con i capelli spettinati e rossa in viso uscì dalla mia stanza senza dire una parola, mentre io probabilmente mi addormentai solo pochi minuti dopo, sfinito pure io ma in uno stato di estasi mai sentita prima.
La mattina successiva dopo la sveglia lei si presenta di nuovo in camera mia e mi spiega dove ho sbagliato, dicendomi che avrò bisogno di ulteriori “lezioni”…
Che ero ben diverso dagli altri lo scoprii quando avevo solo 12 anni, a quei tempo non c’erano internet o altro, un giorno andammo da un nostro amico che aveva trovato una videocassetta porno per guardarci il nostro primo pornazzo.
Io, come gli altri, non avevo ancora visto una donna nuda, tanto meno un uomo, perciò la prima volta che comparai il mio pisello con gli altri era proprio con l’attore porno, e poi la videocassetta diceva “l’attore più dotato del porno”, un certo John Holmes.
Poco dopo l’inizio del film mentre l’attore non ce l’aveva ancora duro mi sembrò piccolo, più piccolo del mio, poi in erezione il suo diventò parecchio piu grande e grosso, ma era poco più di quello che il mio diventava da duro, tutti i miei amici commentavano “guardate che mostro che ha!” e commenti simili, io allora pensavo ma che mostro che ho io invece?
Inutile dire che negli anni successivi il mio pisello continuò con una crescita costante e a 18 anni mi ritrovavo con un pisello penzolante grande quanto il mio avambraccio e grosso quasi come il mio polso…
In quegli anni durante le masturbazioni pensavo spesso a mia madre, che era una donna veramente attraente, tette 5° misura abbondante, culo enorme, coscie possenti e fianchi larghi, insomma mi sono sempre chiesto come mai non aveva trovato un uomo dopo il divorzio.
Quelle poche ragazze che rimorchiavo al tempo di fare sesso si sono sempre rifiutate per paura proprio delle mie dimensioni, me lo dissero chiaramente: “tu quello non me lo metti dentro…” “ma dove vorresti metterlo quello?” “dallo a tua madre!” “ma sei un mostro!” “sei deforme” “portalo a quella che te l’ha fatto!” ecc. ecc..
In effetti proprio allora, mentre in estate eravamo in casa dalla zia cominciò a frugarmi l’idea di farlo vedere a mia madre, volevo proprio vedere cosa mi avrebbe detto, vedere la sua reazione in confronto a quelle delle ragazze.
Qualche giorno per prendere coraggio e una serata mentre guardavamo la tv insieme io, mamma e zia, mi confidai con loro dei miei problemi con le ragazze, e ne scaturì un intenso argomento sulle dimensioni, e come dal nulla mia zia se ne uscì con un “perché non ce lo fai vedere così te lo diamo noi un parere” e con una risata biricchina, subito rimproverata da mia madre “Dai ma cosa dici?!”, e mia zia che riprese subito “ma me l’avevi detto tu che era da sempre superdotato!” , io rimasi esterefatto, mi madre che sapeva della mia dotazione? Infatti glielo chiesi e lei “Beh si amore, anche quando eri piccolino, ce l’avevi da sempre sporporzionato, anche se ormai non te l’ho visto da moltissimi anni…”
E da qui parte una conversazione lunga su di me e sui miei genitali, anche molto accesa tra le due donne, finchè alla fine, ci crediate o no, di fronte a sua sorella, mia madre mi chiese di farglielo vedere, e alla fine dopo un po' di insistenza da parte delle due donne, mi calai giù pantaloni e mutande in un solo colpo.
Dopo un periodo di silenzio che mi sembrò infinito, sulle loro faccie erano ben evidenti lo stupore, meraviglia, sorpresa tali da togliere quasi la capacità di parlare e di agire, le loro reazioni erano praticamente uguali finche la prima a dir qualcosa fù la zia: “porca puttana!”, la mamma a bocca aperta ancora a fissare il mio organo penzolante riuscì solo a dire “mamma mia, non sapevo, cioè non pensavo che ti sarebbe cresciuto così…” continuando a balbettare qualcosa.
Mi pareva che quelle due sarebbero rimaste così impietrite fino all’infinito, e così dissi “Ecco ora capite perché scappano tutte”, alzando i pantaloni me ne andai a dormire, ma prima di mettermi a letto mi masturbai fuiriosamente, quella scena mi aveva eccitato parecchio.
Quella notte nel sonno sento un “Nicola svegliati” e mentre apro gli occhi vedo mia madre in una vestaglia da notte con la quale non l’avevo mai vista prima, che con una mano cerca di scuotermi dai “svegliati amore”. Mentre lo faceva vedevo le sue tettone ballonzare e mi chiesi se non era un sogno, non poteva essere vero, soprattutto dopo quello che mi disse dopo: “Amore non sei un mostro, devi solo imparare ad usarlo, e lo farai con me, hai capito?” io con ancora gli occhi metà chiusi non feci altro che annuire e lei subito come se avesse fretta mi prende per i bordi del pigiama chiedendomi di alzare il culo per potermi abbassare il pigiama e le mutande, faccio come dice e appena il mio coso esco allo scoperto lei lo prende in mano e dice “cavolo che roba che hai…ora rilassati e fammi fare” e comincia a leccarmelo e a succhiare sulla cappella, già da moscio ce l’avevo molto grosso ma la cappella riusciva comunque a metterla dentro la sua bocca vogliosa, e così parte con un lavoro di bocca che non vi dico, ero in paradiso, mai prima nessuna me l’aveva fatto, ed ora mia madre mi spominava alla grande, il godimento era tale che non potevo rimanere in silenzio, tutto quello che ripetevo era “ooh mamma, sii cosii, sei fantastica…” mentro il mio amichetto cresceva e cresceva, sempre più lungo, sempre più grosso, infatti lei poverina dopo un po' non riusciva più a tenerlo in bocca, ci provava e riprovava quasi a slogarsi la mascella, ma dovette tirarlo fuori prima che se la slogasse sul serio.
Non per niente incominciò a commentare sulle dimensioni, “mamma mia quant’è grosso”, ero praticamente al massimo e lei che usava entrambi le mani e la sua bocca vogliosa, con la sua incredibile lingua e le mani me lo insalivava e lo lustrava, a momenti in modo violento, in altri in modo gentile come a voler sentire tutte le vene con le dita, con le labbra e con la lingua. Senza dubbio il mio cazzo l’aveva fatta impazzire, ne ero certo.
Non so per quanto tempo lei continuò a lavorarmelo ma mi sembrò durare per molto, infatti parti del mio membro erano quasi rosse per quanto lo masturbava, io accompagnavo la sua testa tenendo una mano tra i suoi capelli sulla nuca, e ad un certo punto lei sale sul letto e su di me a cavalcioni, lo prende in mano e se lo punta sulla patata “dai mettiamolo dentro” mi dice con un tono di voce che mai avevo sentito.
Comincia a calarsi e sento le sue labbra avvolgere la mia cappella, “Dio com’è grosso, uaah”, ma il mio pisellone non voleva proprio entrare, la cappella era gigante, la parte più grossa del mostro.
Lei tenta e ritenta, poi scende giù con la sua bella bocca e ci sputa sopra, lo lavora di nuovo con le sue mani di fata, cercando di renderlo il più bagnato possibile, poi risale e prova di nuovo, poi ripete il tutto, prova e riprova e finalmente il mostro entra che lei accompagna con un lungo “ooooh” e con un altrettanto lungo sospiro.
Poi comincia ad andare su e giù per pochi centimetri alla volta, prendendone sempre di più dentro, io godevo come un riccio, per giunta le sue enormi tettone mi sballonzavano di fronte e così le prendo in mano, le massaggio come ad impastare, cavolo quanto sono grosse, le lecco avidamente, non le lascio mai. Sale il ritmo della sua cavalcata, ma alla fine ne prende solo metà, e poi cambia posizione, si mette sdraiata sul letto con le gambe oscenamente aperte e mi dice “vieni, metti quà!”, indicandomi la sua patata che ora sembrava un largo buco.
Arrivo come un treno lo sbatto dentro e spingo sempre più in profondità, era la prima volta che lo facevo, non sapevo quanto ne potevo mettere dentro, spingo, spingo e mi eccito ad ogni centimetro in più che entra, anche i suoi gemiti cambiano e ad un tratto lei fa un urlo dicendomi di mettere la mia mano alla base del cazzo, e dopo la mia lei ne mette la sua e ricomincio a spingere e a fotterla così, con due mani che fingono da limitatore, anche se in quel momento ancora non capivo.
Andiamo avanti così ancora per un bel po' di tempo e poi lei mi dice di tirarlo fuori e cambia posizione, si mette alla pecorina e mi invita a rimetterlo dentro.
Cavolo che visione il culone di mia madre e io che spingo il mio pisellone dentro la sua figona, il tutto mi arrappa talmente tanto che comincio a spingere in modo violento, la prendo per i fianchi e aumento ritmo e profondità, arrivo più o meno a mettere dentro tanto quanto avevo messo prima quando mi fermò, infatti la sento urlare nel cuscino, probabilmente non voleva farsi sentire e svegliare la zia.
Ma ora volevo proprio sentirla urlare, e così parto a mitraglia, lei con la mano sinistra stringe le lenzuola, e cerca con la mano destra di farmi smettere o per lo meno di attenuare il mio impeto, ma io ero ormai impazzito, sento la cappella sbattere come ad un fine percorso.
Non sapendo di farle male, adirittura acceleravo il ritmo fino a che la scopata non diventò violenta, poverina con una mano sempre a stringere le lenzuola, con l’altra a sbattere a pugno chiuso sul letto, mentre la vedevo stringere i denti e ad emettere dei suoni mai sentiti prima, poi cominciarono anche le urla, gli “aaah” e gli “oooh” mischiati ai “mio Dioooo” “porca puttanaaa” “uuuuaaaahhh”.
Le sue continue urla e commenti non fecero altro che eccitarmi ancora di più, facendomi continuare con quelle bombate distruttive. Purtroppo per lei, durai molto quella notte perché, come detto, prima di andare a dormire mi masturbai scaricandomi parecchio.
Io volevo che quella scopata non finisse mai, lei invece probabilmente pregava che quel supplizio finisse.
Anche se la sua sofferenza era evidente, quella notte non mi disse mai nulla e questa santa donna a denti stretti cercava di resistere stoicamente alle mie debordanti stantuffate.
Ad un certo punto ricordo solo che essendo vicino all’estasi assoluta, lo tirai fuori e venni ricoprendola tutta di sperma bollente. Lei sembrava sfinita, distrutta, tutta sudata con i capelli spettinati e rossa in viso uscì dalla mia stanza senza dire una parola, mentre io probabilmente mi addormentai solo pochi minuti dopo, sfinito pure io ma in uno stato di estasi mai sentita prima.
La mattina successiva dopo la sveglia lei si presenta di nuovo in camera mia e mi spiega dove ho sbagliato, dicendomi che avrò bisogno di ulteriori “lezioni”…
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