Il supermercato
di
MrNessuno
genere
etero
Una storia di fantasia sull'ambiente di lavoro che tanto conosco, con personaggi che saranno un po' presi da persone che conosco e in parte mischiati alla mia fantasia. Per quanto riguarda appunto i personaggi non vi dico che saranno sempre diversi, ma ci saranno personaggi ricorrenti e altri meno, vi lascio la mia mail (Nightwing1990@hotmail.it) perché magari con i vostri suggerimenti e richieste (leggete il fondo per altri dettagli) la storia varierà anche di molto. Buona lettura.
“Mi stai sfondando il culo!” sibilò a denti stretti Alice schiacciandosi contro la colonna di pacchi di carta, mentre la sentivo spingere il sedere all'infuori incontrando il mio bacino che pompava il cazzo dentro di lei.
“Vuoi che mi fermi?” Le chiesi bloccandomi di colpo con il cazzo completamente infilato su per il culo e con le mie mani strette intorno al suo bacino.
Alice era una mia collega più giovane, aveva ventiquattro anni una statura piuttosto minuta visto che a malapena sembrava superare il metro e cinquanta, il suo fisico era snello però con tutte le curve al posto giusto e il suo lato forte, quello che faceva voltare tutti gli uomini era il suo culo perfettamente scolpito che veniva perfettamente incorniciato dai suoi jeans.
Lavorando in un supermercato aperto H24 diventava estremamente noioso il turno di notte, quando le persone che venivano si potevano contare sulle dita di una mano, così gran parte del lavoro non era altro che mettere a posto il magazzino e gli scaffali. Per questo mi piaceva quando il mio turno notturno coincideva con quello di Alice, era molto facile convincerla a calarsi i pantaloni. Erano quasi le undici di sera quando con una scusa io e Alice ci rintanammo nel fondo del magazzino, proprio dietro un enorme bancale di merce che ci poteva facilmente nascondere, poi Alice aveva preso una scatola abbastanza resistente su cui potesse salire per colmare il nostro divario di altezza e poi finì per abbassarsi il perizoma nero assieme ai leggings fino le ginocchia.
“Se ti fermi ti uccido!”
Scopare il culo di Alice non era facile, ogni mio movimento era ostacolato dal suo essere dannatamente stretta. In condizioni diverse l’avrei anche lubrificata prima, ma dovevamo essere veloci e non c’era tempo da perdere. Così usavo solo la forza facendomi strada dentro di lei con forza senza usare troppa irruenza, ma nonostante tutto Alice sembrava apprezzarlo visto che a parte qualche gemito sommesso doveva mordersi il labbro per evitare che qualche urletto attirasse attenzioni al momento indesiderate. Non ero l’unico che però si dava da fare, mentre il mio cazzo occupava il culo di Alice, le dita della mano destra di quest’ultima giocherellavano con la sua fighetta a dir poco fradicia.
“CHE CAZZO STATE COMBINANDO?”
Ho riconosciuto all’istante la voce della responsabile che urlava nella nostra direzione. Anche se relativamente tranquillo di non essere così nei guai come poteva sembrare, ma Alice non poteva saperlo e la vedevo sbiancare mentre fissava la rossa.
Daniela era l’unica donna del trio di responsabili del punto vendita ed era anche alla sua prima esperienza di responsabilità visti i suoi 28 anni. Portava i capelli rossi praticamente sempre raccolti in una coda di cavallo. Il suo fisico era snello e alta circa un metro e ottanta, ma quello che più si lasciva apprezzare di lei era la sua quarta di seno, che quasi sempre spariva nella maglia larga da responsabile, ma che con l’arrivo dell’estate faceva la sua comparsa per la gioia di tutti noi colleghi maschi.
“Alice vai! Con te ci parlo dopo.”
Alice per la prima volta da quando avevamo iniziato quella sera, si era staccata da me e aveva finito con il quasi inciampare mentre cercava di correre via tirandosi su allo stesso tempo i Leggings. Era chiaro che voleva abbandonare la situazione il più velocemente possibile o forse stava semplicemente correndo in bagno a finire quello rimaneva della sua eccitazione.
“Togliti quel sorrisetto dalla faccia.”
“Dai Daniela, il negozio è vuoto e ci stavamo solo rilassando un po’ e per una volta, non succedere nulla.”
“Mi prendi per stupida? Ieri ho sentito che ti sei scopato Veronica dietro la cella frigo, ma sapevo che entrambi eravate in pausa, quindi non ho detto nulla, ma…”
Smisi di ascoltare di colpo, visto il fatto che Veronica era una delle poche con cui non avevo avuto il piacere di intrattenermi, poi ripensando alla giornata di ieri durante la pausa ero fuori nella zona parcheggio che discutevo al telefono con il mio padrone di casa per problemi degli ultimi giorni che avevo riscontrato negli ultimi giorni, quindi non potevo essere io la misteriosa persona. La mia attenzione però stava vagando troppo e credo che la responsabile se ne stesse per accorgere visto che quasi le vedevo la tempia pulsare.
“Non ti sei lamentata troppo la settimana scorsa.” La mia era una chiara sfida e poteva andare molto male o molto bene. Dovevo solo capire come giocarmela ed avere un po’ di fortuna. La settimana prima era morta la batteria della macchina di Daniela e siccome era notte, mi ero offerto di accompagnarla a casa ed era finita con lei che una volta accostato davanti al portone di casa sua mi aveva regalato uno splendido pompino come ringraziamento.
“Cosa vuol dire adesso questa storia? Lì non eravamo né sul posto di lavoro né in turno.”
“Beh non è molto serio per una responsabile di negozio ringraziare un sottoposto con un pompino solo per un passaggio, ma ho anche un’altra teoria.” In quel momento ero abbastanza compiaciuto di me stesso e il fatto che Daniela non mi avesse ancora invitato a rimettermi l’uccello nelle mutande lo prendevo come un buon segno.
“Sentiamo questa teoria.” Lo disse in tono scocciata, ma con un’espressione che sembrava nascondere un po’ di paura.
“Quando ho posteggiato ai guardato verso la tua casa, abiti in una villetta e hai fissato la parte dove si vedeva la luce dalla finestra. Credevo perché volessi essere sicura che non ti vedesse, ma poi ho aspettato….”
“Mi hai aspettato fuori?”
“Non proprio, ma ho aspettato ed ho notato come da quella finestra fosse molto facile vederci. Vedevo perfettamente all’interno uscendo dalla macchina e penso che lui in casa essendo un po’ rialzato avesse potuto vedere anche meglio. Il tuo fidanzato sicuramente era sveglio per aspettarti, ma credo tu ti sia eccitata all’idea che potesse scoprirci anche perché gli sarebbe bastato tendere l’orecchio e sentire una macchina fermarsi per guardare se eri arrivata. Anche perché era tardi e in quel paesino non sembrava esserci anima viva a quell’ora.”
“Sei uno stronzo lo sai?”
“Sì.” Risposi secco e con noncuranza, quasi compiaciuto.
La fortuna era che nessuno era ancora venuto a interromperci, in effetti era il mio grande timore che tutto potesse sfumare per qualche altro ficcanaso, ma in effetti quella parte del magazzino era piuttosto nascosta ed era difficile vedere chiunque, motivo per il quale io e Alice l’avevamo scelta più volte. Daniela improvvisamente si morse il labbro e prese a guardarsi intorno nervosa, poi fece qualcosa su cui avevo sperato tantissimo ovvero si tolse la maglietta rivelando uno splendido reggiseno nero che sosteneva la sua quarta di seno che strizzata com’era, sembrava una taglia più grande.
Subito le mia mani andarono oltre la protezione dell’indumento e strinsi forte nei palmi delle mie mani abbastanza forte da far emettere a Daniela un urlo, che però trattenne abbastanza da farlo diventare un gridolino a malapena udibile. Erano così belle che pochi secondi dopo tuffai il mio viso in mezzo a quelle due morbide tette e lasciandomi avvolgere da quella bellissima sensazione di morbidezza.
“Non vedevi l’ora di immergerti vero?”
“Hai delle tette fantastiche!” dissi iniziando a passare la mia lingua sul suo capezzolo e mordicchiandolo sulla punta. “Ma scommetto che non sono il primo che te lo dice.”
“Tutti uguali vuoi uomini.” Disse maliziosa e non capì se si riferisse al mio commento o al fatto che la mia mano destra stava scorrendo lungo il suo fianco, strizzandole prima il sedere e poi facendo scorrere il pollice oltre il bordo dei pantaloni di Daniela.
“Hey, ma che?!” disse non appena Daniela mi colpì la mano che si stava insinuando nei suoi pantaloni e allontanandola. Non capivo il perché di quel gesto, ma poi la vidi fare un passo indietro e allontanarsi da me, mentre frugava nel marsupio che teneva legato alla vita ed estraendo lo smartphone da una delle tasche.
“Non ho intenzione di dartela, ma mi hai dato l’occasione per provare una cosa.” Disse ridacchiando e si inginocchio mettendo il viso proprio davanti alla punta del mio uccello.
Però non fece niente se non smanettare sul telefono per poi portarselo all’orecchio. Stava chiamando qualcuno e quel qualcuno ero sicuro che fosse il suo fidanzato, cosa che mi sorprese non poco. Il mio non era solo un bluff perché avevo capito che l’eccitava il rischio, ma di lì a farmi un pompino mentre è al telefono con il fidanzato era tutto un altro discorso.
“Ciao Marco.” Esclamò Daniela sorridendomi dal basso mentre con la mano libera afferrava la mia asta di carne con la mano ancora libera. “Ho un po’ di tempo libero e volevo sentire cosa avevi mangiato per cena.”
E mentre il fidanzato Marco era intento a rispondere, Daniela massaggiava la punta del mio cazzo con la sua lingua muovendo lentamente la mano per stimolarmi da farmi tornare completamente eretto.
“Io sto mangiando adesso.” E prese completamente in bocca il mio cazzo fino alla sua base e sentivo che il fiato le veniva a mancare, ero praticamente con il cazzo nella sua gola, ma ci mise un po’ per lasciarlo andare. Daniela era decisamente brava nei gola profonda. “Uno dei ragazzi ha portato un po’ di salsiccia e ne sto prendendo un po’.”
Non riuscivo purtroppo a sentire cosa diceva o se Marco era in silenzio riflettendo sulle parole della fidanzata, ero troppo impegnato a godermi le labbra che scorrevano sul mio uccello e la lingua di Daniela che lo massaggiava ogni volta che lo inghiottiva. Era tutto così dannatamente eccitante che non ci mise molto il mio cazzo a tornare sull’attenti.
“Lo so che in genere non amo la carne, ma questa è molto buona.” Non resistetti al sorriso che mi fece e le afferrai la testa prendendola per la coda di cavallo e la spinsi ad ingoiare nuovamente il mio cazzo. Questa volta però non rimasi passivo. Servendomi della presa che avevo sui suoi capelli, la tenni ferma mentre muovevo i miei fianchi scopandole con vigore la bocca.
Era impossibile che dall’altra parte del telefono Marco non sentisse i rumori che emetteva Daniela, infatti quest’ultima aveva anche allontanato il telefono per minimizzare il rumore, ma la cosa non mi importava. Mi godevo la sua bocca e la lingua che batteva sul mio cazzo, facendo continuare la cosa fino al momento in cui sentì Daniela agitarsi probabilmente per la mancanza di fiato, ma anche lì continuai giusto quel tanto che basta per portarla appena al limite.
Daniela diede qualche colpo di tosse, ma non sembrava arrabbiata, subito però si mise il telefono all’orecchio e disse: “Mi era andato un grosso boccone di traverso.”
Mi rivolse un sorriso e tornò a leccarmi le palle.
“Non morirò soffocata per un po’ di salsiccia, ma quando è così buona diventa difficile rifiutare.” Un altro sorriso provocante nella mia direzione facendo poi sparire il cazzo nella sua bocca.
Che troia pensavo tra me e me, altro che responsabile.
“Ti avevo detto che mi accompagnavano, ma che ne dici di venirmi a prendere te?” Daniela tolse il cazzo dalla sua bocca e con la mano libera prese a farmi una sega. Scuoteva la mano su e giù con tutta la forza che aveva e di tanto in tanto mi leccava la punta, era chiaro che voleva finire velocemente. In effetti tra Alice prima e le doti da pompinara di Daniela ero già al limite.
“Dai tesoro vieni!” Mi guardava con i suoi occhi nocciola dal basso verso l’alto, questa volta sapevo che era riferito a me in particolare.
Improvvisamente ebbi un’idea, presi il telefono dalla mani di Daniele e anche se era spaventata di quello che stavo per fare, non aveva minimamente smesso di segarmi il cazzo.
“Ciao Marco.”
“Ciao…..Giovanni.” Era chiaro che era confuso del perché improvvisamente fossi io al telefono e non più la sua fidanzata.
“Daniela pensava che la cosa mi avrebbe messo in imbarazzo.” Daniela smise con la sega e si aggrappò alle mie gambe con entrambe le mani, iniziando il pompino più selvaggio che avessi mai ricevuto. Schizzava con la testa avanti e indietro ad un ritmo folle, facendo sparire il mio cazzo dalla punta alla base senza la benché minima esitazione. Era difficile concentrarmi, ma dovevo andare avanti: “Siccome Daniela insiste che io e Ylenia saremmo una bella coppia, voleva lasciarci un po’ soli, ma non voleva dirlo….”Il mio respiro si faceva più pesante, ero vicino a scoppiare, ma dovevo terminare. “…Davanti a me, per questo ti ha chiesto di venirla a prendere.”
“Tranquillo amico, nessun problema. Di a Daniela che ci sarò a prenderla.”
Lo disse nell’esatto comento in cui il mio cazzo scoppiò riempiendo di sborra la bocca della sua fidanzata, che però non smise di pompare il mio cazzo assicurandosi di prenderne fino all’ultima goccia, alcune delle quali finirono inevitabilmente sul suo generoso petto.
“Beh è stato piacevole, ma non diventerà un’abitudine.” Disse Daniela dopo essersi ricomposta non prima di aver salutato Marco al telefono e aver chiuso la telefonata.
“Peccato. Però hai un vero talento come pompinara. Io e il mio cazzo abbiamo gradito molto.”
Daniela si diresse verso l’uscita del magazzino con un: “Che stronzo!”
Due ore e mezza più tardi, con il cambio turno e io in macchina ad aspettare Ylenia, vidi Marco che aspettava fuori nel parcheggio che Daniela la raggiungesse e non appena lo fece si scambiarono un bacio appassionato. Daniela aveva ingoiato tutta la sborra che ero riuscito a darle, anche se era passato un po’ di tempo era impossibile che il sapore fosse totalmente scomparso dalla sua bocca eppure non aveva avuto problemi a baciarlo. Questo mi faceva pensare che oltre a me non era il primo a cui aveva messo le corna al fidanzato, questo per me non era un problema, mi dava solo la certezza che da lì a poco sarei sicuramente riuscito ad infilarmi anche tra le gambe di Daniela e non solo nella sua bocca.
Per i capitoli successivi pensavo di lasciare in parte a voi la scelta sul tema tra tre possibilità, se poi volete anche suggerire, fare richieste o addirittura arrivare a richiedere l'inserimento di un personaggio (di cui si occuperà della caratterizzazione chi fa la richiesta, ma ne ho molti da inserire e quindi verrà questo valutato attentamente):
1)pubblico
2)Anale
3)Trio
La mia mail per qualunque cosa è: Nightwing1990@hotmail.it
“Mi stai sfondando il culo!” sibilò a denti stretti Alice schiacciandosi contro la colonna di pacchi di carta, mentre la sentivo spingere il sedere all'infuori incontrando il mio bacino che pompava il cazzo dentro di lei.
“Vuoi che mi fermi?” Le chiesi bloccandomi di colpo con il cazzo completamente infilato su per il culo e con le mie mani strette intorno al suo bacino.
Alice era una mia collega più giovane, aveva ventiquattro anni una statura piuttosto minuta visto che a malapena sembrava superare il metro e cinquanta, il suo fisico era snello però con tutte le curve al posto giusto e il suo lato forte, quello che faceva voltare tutti gli uomini era il suo culo perfettamente scolpito che veniva perfettamente incorniciato dai suoi jeans.
Lavorando in un supermercato aperto H24 diventava estremamente noioso il turno di notte, quando le persone che venivano si potevano contare sulle dita di una mano, così gran parte del lavoro non era altro che mettere a posto il magazzino e gli scaffali. Per questo mi piaceva quando il mio turno notturno coincideva con quello di Alice, era molto facile convincerla a calarsi i pantaloni. Erano quasi le undici di sera quando con una scusa io e Alice ci rintanammo nel fondo del magazzino, proprio dietro un enorme bancale di merce che ci poteva facilmente nascondere, poi Alice aveva preso una scatola abbastanza resistente su cui potesse salire per colmare il nostro divario di altezza e poi finì per abbassarsi il perizoma nero assieme ai leggings fino le ginocchia.
“Se ti fermi ti uccido!”
Scopare il culo di Alice non era facile, ogni mio movimento era ostacolato dal suo essere dannatamente stretta. In condizioni diverse l’avrei anche lubrificata prima, ma dovevamo essere veloci e non c’era tempo da perdere. Così usavo solo la forza facendomi strada dentro di lei con forza senza usare troppa irruenza, ma nonostante tutto Alice sembrava apprezzarlo visto che a parte qualche gemito sommesso doveva mordersi il labbro per evitare che qualche urletto attirasse attenzioni al momento indesiderate. Non ero l’unico che però si dava da fare, mentre il mio cazzo occupava il culo di Alice, le dita della mano destra di quest’ultima giocherellavano con la sua fighetta a dir poco fradicia.
“CHE CAZZO STATE COMBINANDO?”
Ho riconosciuto all’istante la voce della responsabile che urlava nella nostra direzione. Anche se relativamente tranquillo di non essere così nei guai come poteva sembrare, ma Alice non poteva saperlo e la vedevo sbiancare mentre fissava la rossa.
Daniela era l’unica donna del trio di responsabili del punto vendita ed era anche alla sua prima esperienza di responsabilità visti i suoi 28 anni. Portava i capelli rossi praticamente sempre raccolti in una coda di cavallo. Il suo fisico era snello e alta circa un metro e ottanta, ma quello che più si lasciva apprezzare di lei era la sua quarta di seno, che quasi sempre spariva nella maglia larga da responsabile, ma che con l’arrivo dell’estate faceva la sua comparsa per la gioia di tutti noi colleghi maschi.
“Alice vai! Con te ci parlo dopo.”
Alice per la prima volta da quando avevamo iniziato quella sera, si era staccata da me e aveva finito con il quasi inciampare mentre cercava di correre via tirandosi su allo stesso tempo i Leggings. Era chiaro che voleva abbandonare la situazione il più velocemente possibile o forse stava semplicemente correndo in bagno a finire quello rimaneva della sua eccitazione.
“Togliti quel sorrisetto dalla faccia.”
“Dai Daniela, il negozio è vuoto e ci stavamo solo rilassando un po’ e per una volta, non succedere nulla.”
“Mi prendi per stupida? Ieri ho sentito che ti sei scopato Veronica dietro la cella frigo, ma sapevo che entrambi eravate in pausa, quindi non ho detto nulla, ma…”
Smisi di ascoltare di colpo, visto il fatto che Veronica era una delle poche con cui non avevo avuto il piacere di intrattenermi, poi ripensando alla giornata di ieri durante la pausa ero fuori nella zona parcheggio che discutevo al telefono con il mio padrone di casa per problemi degli ultimi giorni che avevo riscontrato negli ultimi giorni, quindi non potevo essere io la misteriosa persona. La mia attenzione però stava vagando troppo e credo che la responsabile se ne stesse per accorgere visto che quasi le vedevo la tempia pulsare.
“Non ti sei lamentata troppo la settimana scorsa.” La mia era una chiara sfida e poteva andare molto male o molto bene. Dovevo solo capire come giocarmela ed avere un po’ di fortuna. La settimana prima era morta la batteria della macchina di Daniela e siccome era notte, mi ero offerto di accompagnarla a casa ed era finita con lei che una volta accostato davanti al portone di casa sua mi aveva regalato uno splendido pompino come ringraziamento.
“Cosa vuol dire adesso questa storia? Lì non eravamo né sul posto di lavoro né in turno.”
“Beh non è molto serio per una responsabile di negozio ringraziare un sottoposto con un pompino solo per un passaggio, ma ho anche un’altra teoria.” In quel momento ero abbastanza compiaciuto di me stesso e il fatto che Daniela non mi avesse ancora invitato a rimettermi l’uccello nelle mutande lo prendevo come un buon segno.
“Sentiamo questa teoria.” Lo disse in tono scocciata, ma con un’espressione che sembrava nascondere un po’ di paura.
“Quando ho posteggiato ai guardato verso la tua casa, abiti in una villetta e hai fissato la parte dove si vedeva la luce dalla finestra. Credevo perché volessi essere sicura che non ti vedesse, ma poi ho aspettato….”
“Mi hai aspettato fuori?”
“Non proprio, ma ho aspettato ed ho notato come da quella finestra fosse molto facile vederci. Vedevo perfettamente all’interno uscendo dalla macchina e penso che lui in casa essendo un po’ rialzato avesse potuto vedere anche meglio. Il tuo fidanzato sicuramente era sveglio per aspettarti, ma credo tu ti sia eccitata all’idea che potesse scoprirci anche perché gli sarebbe bastato tendere l’orecchio e sentire una macchina fermarsi per guardare se eri arrivata. Anche perché era tardi e in quel paesino non sembrava esserci anima viva a quell’ora.”
“Sei uno stronzo lo sai?”
“Sì.” Risposi secco e con noncuranza, quasi compiaciuto.
La fortuna era che nessuno era ancora venuto a interromperci, in effetti era il mio grande timore che tutto potesse sfumare per qualche altro ficcanaso, ma in effetti quella parte del magazzino era piuttosto nascosta ed era difficile vedere chiunque, motivo per il quale io e Alice l’avevamo scelta più volte. Daniela improvvisamente si morse il labbro e prese a guardarsi intorno nervosa, poi fece qualcosa su cui avevo sperato tantissimo ovvero si tolse la maglietta rivelando uno splendido reggiseno nero che sosteneva la sua quarta di seno che strizzata com’era, sembrava una taglia più grande.
Subito le mia mani andarono oltre la protezione dell’indumento e strinsi forte nei palmi delle mie mani abbastanza forte da far emettere a Daniela un urlo, che però trattenne abbastanza da farlo diventare un gridolino a malapena udibile. Erano così belle che pochi secondi dopo tuffai il mio viso in mezzo a quelle due morbide tette e lasciandomi avvolgere da quella bellissima sensazione di morbidezza.
“Non vedevi l’ora di immergerti vero?”
“Hai delle tette fantastiche!” dissi iniziando a passare la mia lingua sul suo capezzolo e mordicchiandolo sulla punta. “Ma scommetto che non sono il primo che te lo dice.”
“Tutti uguali vuoi uomini.” Disse maliziosa e non capì se si riferisse al mio commento o al fatto che la mia mano destra stava scorrendo lungo il suo fianco, strizzandole prima il sedere e poi facendo scorrere il pollice oltre il bordo dei pantaloni di Daniela.
“Hey, ma che?!” disse non appena Daniela mi colpì la mano che si stava insinuando nei suoi pantaloni e allontanandola. Non capivo il perché di quel gesto, ma poi la vidi fare un passo indietro e allontanarsi da me, mentre frugava nel marsupio che teneva legato alla vita ed estraendo lo smartphone da una delle tasche.
“Non ho intenzione di dartela, ma mi hai dato l’occasione per provare una cosa.” Disse ridacchiando e si inginocchio mettendo il viso proprio davanti alla punta del mio uccello.
Però non fece niente se non smanettare sul telefono per poi portarselo all’orecchio. Stava chiamando qualcuno e quel qualcuno ero sicuro che fosse il suo fidanzato, cosa che mi sorprese non poco. Il mio non era solo un bluff perché avevo capito che l’eccitava il rischio, ma di lì a farmi un pompino mentre è al telefono con il fidanzato era tutto un altro discorso.
“Ciao Marco.” Esclamò Daniela sorridendomi dal basso mentre con la mano libera afferrava la mia asta di carne con la mano ancora libera. “Ho un po’ di tempo libero e volevo sentire cosa avevi mangiato per cena.”
E mentre il fidanzato Marco era intento a rispondere, Daniela massaggiava la punta del mio cazzo con la sua lingua muovendo lentamente la mano per stimolarmi da farmi tornare completamente eretto.
“Io sto mangiando adesso.” E prese completamente in bocca il mio cazzo fino alla sua base e sentivo che il fiato le veniva a mancare, ero praticamente con il cazzo nella sua gola, ma ci mise un po’ per lasciarlo andare. Daniela era decisamente brava nei gola profonda. “Uno dei ragazzi ha portato un po’ di salsiccia e ne sto prendendo un po’.”
Non riuscivo purtroppo a sentire cosa diceva o se Marco era in silenzio riflettendo sulle parole della fidanzata, ero troppo impegnato a godermi le labbra che scorrevano sul mio uccello e la lingua di Daniela che lo massaggiava ogni volta che lo inghiottiva. Era tutto così dannatamente eccitante che non ci mise molto il mio cazzo a tornare sull’attenti.
“Lo so che in genere non amo la carne, ma questa è molto buona.” Non resistetti al sorriso che mi fece e le afferrai la testa prendendola per la coda di cavallo e la spinsi ad ingoiare nuovamente il mio cazzo. Questa volta però non rimasi passivo. Servendomi della presa che avevo sui suoi capelli, la tenni ferma mentre muovevo i miei fianchi scopandole con vigore la bocca.
Era impossibile che dall’altra parte del telefono Marco non sentisse i rumori che emetteva Daniela, infatti quest’ultima aveva anche allontanato il telefono per minimizzare il rumore, ma la cosa non mi importava. Mi godevo la sua bocca e la lingua che batteva sul mio cazzo, facendo continuare la cosa fino al momento in cui sentì Daniela agitarsi probabilmente per la mancanza di fiato, ma anche lì continuai giusto quel tanto che basta per portarla appena al limite.
Daniela diede qualche colpo di tosse, ma non sembrava arrabbiata, subito però si mise il telefono all’orecchio e disse: “Mi era andato un grosso boccone di traverso.”
Mi rivolse un sorriso e tornò a leccarmi le palle.
“Non morirò soffocata per un po’ di salsiccia, ma quando è così buona diventa difficile rifiutare.” Un altro sorriso provocante nella mia direzione facendo poi sparire il cazzo nella sua bocca.
Che troia pensavo tra me e me, altro che responsabile.
“Ti avevo detto che mi accompagnavano, ma che ne dici di venirmi a prendere te?” Daniela tolse il cazzo dalla sua bocca e con la mano libera prese a farmi una sega. Scuoteva la mano su e giù con tutta la forza che aveva e di tanto in tanto mi leccava la punta, era chiaro che voleva finire velocemente. In effetti tra Alice prima e le doti da pompinara di Daniela ero già al limite.
“Dai tesoro vieni!” Mi guardava con i suoi occhi nocciola dal basso verso l’alto, questa volta sapevo che era riferito a me in particolare.
Improvvisamente ebbi un’idea, presi il telefono dalla mani di Daniele e anche se era spaventata di quello che stavo per fare, non aveva minimamente smesso di segarmi il cazzo.
“Ciao Marco.”
“Ciao…..Giovanni.” Era chiaro che era confuso del perché improvvisamente fossi io al telefono e non più la sua fidanzata.
“Daniela pensava che la cosa mi avrebbe messo in imbarazzo.” Daniela smise con la sega e si aggrappò alle mie gambe con entrambe le mani, iniziando il pompino più selvaggio che avessi mai ricevuto. Schizzava con la testa avanti e indietro ad un ritmo folle, facendo sparire il mio cazzo dalla punta alla base senza la benché minima esitazione. Era difficile concentrarmi, ma dovevo andare avanti: “Siccome Daniela insiste che io e Ylenia saremmo una bella coppia, voleva lasciarci un po’ soli, ma non voleva dirlo….”Il mio respiro si faceva più pesante, ero vicino a scoppiare, ma dovevo terminare. “…Davanti a me, per questo ti ha chiesto di venirla a prendere.”
“Tranquillo amico, nessun problema. Di a Daniela che ci sarò a prenderla.”
Lo disse nell’esatto comento in cui il mio cazzo scoppiò riempiendo di sborra la bocca della sua fidanzata, che però non smise di pompare il mio cazzo assicurandosi di prenderne fino all’ultima goccia, alcune delle quali finirono inevitabilmente sul suo generoso petto.
“Beh è stato piacevole, ma non diventerà un’abitudine.” Disse Daniela dopo essersi ricomposta non prima di aver salutato Marco al telefono e aver chiuso la telefonata.
“Peccato. Però hai un vero talento come pompinara. Io e il mio cazzo abbiamo gradito molto.”
Daniela si diresse verso l’uscita del magazzino con un: “Che stronzo!”
Due ore e mezza più tardi, con il cambio turno e io in macchina ad aspettare Ylenia, vidi Marco che aspettava fuori nel parcheggio che Daniela la raggiungesse e non appena lo fece si scambiarono un bacio appassionato. Daniela aveva ingoiato tutta la sborra che ero riuscito a darle, anche se era passato un po’ di tempo era impossibile che il sapore fosse totalmente scomparso dalla sua bocca eppure non aveva avuto problemi a baciarlo. Questo mi faceva pensare che oltre a me non era il primo a cui aveva messo le corna al fidanzato, questo per me non era un problema, mi dava solo la certezza che da lì a poco sarei sicuramente riuscito ad infilarmi anche tra le gambe di Daniela e non solo nella sua bocca.
Per i capitoli successivi pensavo di lasciare in parte a voi la scelta sul tema tra tre possibilità, se poi volete anche suggerire, fare richieste o addirittura arrivare a richiedere l'inserimento di un personaggio (di cui si occuperà della caratterizzazione chi fa la richiesta, ma ne ho molti da inserire e quindi verrà questo valutato attentamente):
1)pubblico
2)Anale
3)Trio
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