Quei due occhi neri pece

di
genere
sentimentali

Agosto 2019 - Roma

Non sono mai stato un grande corteggiatore ma lei aveva risvegliato in me qualcosa che pensavo fosse sepolto in profondità.
Non era una ragazza perfetta nelle forme ma aveva quei due occhi neri pece che mi trasmettevano delle emozioni nuove e confuse.
Il suo fascino mi aveva conquistato ed io dovevo presentarmi.
Ero in un locale con qualche amico, la mattina seguente sarei dovuto tornare a Milano, avevo solo quella sera per farla cadere ai miei piedi.
Era proprio il tipo di ragazza che avrei voluto nel mio letto, da riempire del mio amore e del mio seme.
Capelli castani altezza spalle, occhiali tondi da hipster ed uno stile nel vestirsi e nel truccarsi che definirei indie.
Era una ragazza che sapeva il fatto suo, anche a parlarci e questo non mi svantaggiava.
Non era una sempliciotta, non era una ragazza superficiale che poteva darmi confidenza in una sola serata di conoscenza ed io essendo una persona MOLTO sicura di me stesso avevo perso le speranze al primo approccio.
Lei se ne deve essere accorta e le devo aver fatto tenerezza, mi offrì da bere e chiacchierammo dei nostri problemi.
Farsi offrire da bere alla ragazza che vuoi rimorchiare, ottimo risultato Federico complimenti, tu sì che sei un maschio alpha.
Nonostante mi sentissi così inadeguato in quel preciso istante parlare di argomenti non leggeri con lei mi mise a mio agio e iniziammo
dopo solo qualche minuto a comprendere i nostri rispettivi modi di essere.
Una ragazza bella, fascinosa e pure empatica, non sapevo ancora cosa volessi di preciso da lei ma non era una semplice scopata in hotel.
No, sarebbe successo come con la ragazza dell'anno scorso, mi aggrada scopare per accontentare la mia sfera animale ma allo stesso tempo sento di deludere il mio lato sentimentale che si innamora ogni singola volta della persona che mi porto a letto.
Eh già di questa ragazza mi innamorai dopo qualche secondo, beh innamorarsi, è complicato capire cosa io definisca come amore.
Con il tempo l'amore per me è diventato "voglio fare sesso ma anche fare le coccole dopo" e mi accontento di questa definizione.
Dopo ben due ore spese a parlare lei mi disse che le avevo migliorato la serata e mi diede il suo instagram.
Oh bene Federico, ha fatto tutto lei, cazzo se ti sei fatto valere oggi.
Almeno grazie al suo contatto Instagram sono riuscito a ricordarmi il suo nome e a salutarla quando uscì dal locale.
"Ciao Amanda".
Amanda, una ragazza che in quelle intense ore aveva fatto breccia nel mio cuore e che dovevo assolutamente continuare a sentire nonostante la distanza.

Settembre 2019 - Milano

Arrivato a Milano iniziai a scriverle e a conoscerla sempre di più.
Avevamo entrambi 19 anni, studiavamo entrambi psicologia ed avevamo entrambi un cane. Sembravamo fatti l'uno per l'altro.
O almeno nella mia testa.
Federico, ricorda quanto ti piace farti film mentali, non illuderti pure stavolta, vola basso.
La mia coscienza in quei giorni cercava di avvertirmi ma io avevo per la testa solo questa dannata Amanda che mi aveva rapito con la sua profondità e i suoi discorsi contorti ma brillanti.

Gennaio 2020- Milano

Dopo 4 mesi ormai ci scrivevamo ininterrottamente tutti i giorni ed avevamo compreso l'interesse dell'altro nei nostri confronti.
Lei mi disse che sarebbe passata a Milano per un concerto e che avrebbe passato la notte in hotel.
Con un particolare modo di fare mi invitò a venire in hotel da lei quella notte.
Nelle sue parole c'era una nota aspra che sia mi preoccupa sia rendeva ancora più intrigante quella ragazza misteriosa.
Io ero perso per lei ed il pensiero di passare la notte insieme a scopare mi rendeva così soddisfatto e fiero di me.
Ero riuscito a conquistare la ragazza dei miei sogni, chissà oltre alle belle sessioni di sesso, quante altre belle esperienze avrei potuto vivere insieme a lei, mi iniziavo già ad informare sulla facoltà di psicologia a Roma, stavo seriamente pensando di lasciare Milano.
Quanti pensieri frizzanti che mi tormentavano, quanti programmi e quante pazzie avrei potuto fare per Amanda e chissà com'era a letto.

Sera del concerto - Milano

Il concerto era finito e Amanda era arrivata nell'hotel e ad aspettarla c'ero io, le sorrisi come un'idiota e lei mi guardava con superiorità, c'era qualcosa di così enigmatico nel suo sguardo, non riuscivo a guardare altro che i suoi occhi.
Come non detto, mi fece strada verso la sua stanza di hotel ed ebbi modo di avere un'ottima inquadratura sul suo fondoschiena.
Il suo culo era paradisiaco e dentro di me esultavo come avessi trovato El Dorado.
Quante palpate le avrei dato appena saliti in stanza.
Entrati nella sua camera mi guardò in faccia e mi disse che era stanca e che non avevamo tempo da perdere.
Sì inginocchiò e iniziò a mordermi i jeans in prossimità del mio cazzo che dopo qualche secondo era già diventato duro come il marmo.
Lei mi guardò compiaciuta e mentre affondava i denti nelle mie palle iniziai a sentire dei versi gutturali.
Non riuscivo a comprendere in un primo momento cosa stava succedendo.
Quei versi erano dei singhiozzi e Amanda iniziò a piangermi addosso.
Le sue lacrime mi colpirono nel profondo, mi inginocchiai insieme a lei e la abbracciai forte.
Le dissi "ti amo Amanda sai?" e lei mi rispose con un lamento.
Si alzò bruscamente, andò in bagno a pulirsi dal mascara che colava e poi si accucciò ancora in lacrime nel letto.
Le sedetti vicino e cercai di calmare il suo pianto e capirne l'origine.
Vedendo i miei gesti di comprensione si irrigidì ulteriormente e iniziò un discorso che mi gelò il cuore.
"Basta Federico, non mi merito la tua compassione, io non sono qui per essere consolata, io sono qui perché sono una troia e merito di essere inculata fino a provare dolore, io non voglio il tuo amore, io voglio che mi dai quello che mi spetta, voglio che mi stupri.
Federico, voglio che mi usi come un'oggetto a cui non tieni perché nessuno deve tenere a me.
Ho solo bisogno di essere abusata, voglio che mi scopi l'anima, ti prego Federico, stupra la tua cagna.
Se non hai intenzione di farlo vai fuori, non ti voglio nella mia vita, se davvero vuoi invece farmi un piacere devi farmi male, quello vero.
Se non te la senti scappa da me, sono una pazza psicopatica, dovevi averlo compreso già da tempo.
Scappa ora o scopami fino a farmi sanguinare".
Davanti a queste parole mi immobilizzai, provavo troppe emozioni per decidere quale esprimere, tutto era diventato irrazionale e i miei pensieri iniziavano a pulsare nel silenzio glaciale di quella stanza.
Più parti di me stavano cercando di raggiungermi
"Ti stai cacciando in una situazione fuori dal tuo controllo Federico, esci da quella cazzo di porta e cerca di dimenticare ciò che provavi per questa squilibrata"
"Tu la ami e l'unico modo per continuare ad averla per te è accontentarla ma non so se hai le palle per scoparla come lei vuole essere scopata, sei troppo coinvolto psicologicamente"
"Questa troia non mi ama, vuole solo il mio cazzo, che illuso di merda che sono, ecco l'ennesima conferma, questa puttana si merita proprio di essere strangolata, le piacerebbe anche, vuole essere sfondata ed io ho l'onore di farle capire che con i miei sentimenti non si scherza".
Avrei voluto far prevalere qualsiasi parte di me tranne l'ultima, mi sentivo in colpa anche solo a pensarle quelle cose, mai avrei potuto metterle in pratica.
Vero?
Federico! Vero?
Hey Federico?
Fede?
Coscienza chiama Federicooo.
Merda.

Avevo preso la mia decisione, quale parte malata di me l'avesse presa non era mio interesse saperlo ora, il mio unico scopo ora era massacrare la ragazza che sognavo da mesi di scopare.
La presi per i capelli, le dissi "Ok" e le iniziai a mettere le mie dita nella sua bocca.
Ero diventato un automa e mi disinteressavo totalmente di renderle piacevole il modo in cui la stavo trattando.
Infilai le dita fino in profondità senza pensare alle conseguenze.
Prima le misi due dita dentro, poi subito quattro e aspettai di vedere entrare tutta la mia mano dentro prima di uscire.
Feci questo movimento una decina di volte con una certa velocità e Amanda iniziò a vomitare la cena.
Tutta sul letto e sui miei vestiti.
Avere i vestiti pieni del suo vomito aumentò solo la mia rabbia repressa verso il mio amore non ricambiato e la presi a schiaffi facendole capire che non avevo apprezzato il gesto.
Il mio cazzo nel frattempo era sempre più duro anche se l'estremità delle mie azioni inconsciamente mi rendevano irrequieto e diminuivano la mia erezione effettiva.
Avevo paura di quello che ero diventato e quello che le stavo facendo ma non volevo ascoltare quello che il mio corpo cercava di dirmi e quindi continuai a tastare la gola di Amanda con le mie falangi.
Anche il vomito mi aveva fatto un po' di senso e quindi non insistetti ulteriormente.
Per le mie sberle era diventata tutta rossa in viso, forse stavo un po' esagerando ma era palese che entrambi ci stavamo eccitando come degli animali, questo come conferma dell'immensa intesa che c'era tra noi.
Una parte di me era ancora molto ferita per certe parole di Amanda "io non voglio il tuo amore".
"Io non voglio il tuo amore"
"Non voglio il tuo amore"
Quelle parole rimbalzavano nella mia testa e la mia risposta a quel dolore era così brutale che iniziavo a dubitare del mio reale amore nei suoi confronti.
"Allora avrai il mio cazzo in ogni buco brutta cagna bastarda"
Questo era l'unica cosa che pensavo in quel preciso istante e nulla mi avrebbe fermato da quello che stavo facendo.
Le tolsi la felpa e la maglietta contemporaneamente, intanto mi massaggiavo il cazzo da sopra i pantaloni e sentivo quanto era pronto per spaccare questa puttana che non aspettava altro.
Sfilai i suoi pantaloncini e rimasi colpito ulteriormente da quel culo, il pensiero che a breve l'avrei visto tutto dilatato aumentava i miei livelli di testosterone e la mia voglia di trattare Amanda come un pezzo di carne.
La donna che amavo, che avevo idealizzato ai massimi sistemi in quei giorni, ora la volevo solo sodomizzare e farle sentire fisicamente il dolore che lei aveva provocato in me interiormente.
Mentre mi toglievo i vestiti frettolosamente Amanda fece lo stesso con le sue mutandine e le sue calze, si sistemò sul letto a pecorina, con la testa sul cuscino e le mani sulle sue natiche, nel tentativo di dilatare il suo buco.
Era lì pronta, mi mostrava il culo come se l'unica cosa che volesse era sentirlo dentro.
Feci per applicare un filo di saliva sul mio cazzo per inumidirlo istintivamente ma poi pensai che quella puttana non si meritava un cazzo umido che riesce ad entrare facilmente.
Mi avvicinai a lei e senza esitare iniziai a spingere la mia capella sul suo buco del culo.
Entrambi molto asciutti faticavano ad entrare e mentre solitamente avrei rinunciato cercando di allargarle il buco con le dita questa volta optai per una strada alternativa.
"Devo solo spingere di più, fin quando non entra"
Iniziai a fare pressione sulla punta del mio cazzo e notai che piano piano il mio cazzo stava entrando.
Provai fastidio, l'attrito con la pelle interna del suo culo mi tirava tutto il cazzo che si sentiva stretto.
Notando che piano piano stava entrando dentro continuai a spingere ma Amanda mi fermò bruscamente, mi spinse indietro e fece uscire quella parte di cappella che era entrata dentro.
"Non così piano" mi disse.
"Devi metterlo tutto dentro di forza, voglio sentirlo fino in fondo in qualche decimo di secondo"
Le risposi un altro semplice "Ok" e sentendomi banale aggiunsi "Lo sai che ti sfonderò troia? Vuoi veramente questo?"
Lei mi guardò con un'aria complice e maliziosa senza proferire parola, rimise le sue mani sul culo e me lo aprì di fronte.
"Inculami per farmi male Federico, fammi vedere che ne sei capace, nutro dei forti dubbi a riguardo".
"Ne riparleremo poi quando non riuscirai a camminare dei tuoi dubbi"
Questo è quello che pensavo ma ero ancora un po' "Federico quello insicuro" per cui evitai di riferirle tali parole.
Era giunto il momento, rimisi la mia cappella in prossimità del suo buco e stavolta senza pensarci e senza quasi guardare la presi per i fianchi e spinsi più che potevo.
Per fortuna lei aveva la bocca sul cuscino perché iniziò ad urlare dal dolore.
Davanti a quelle urla il Federico che si sarebbe preoccupato era ormai scomparso ed era solo uno schifoso pezzo di merda che avrebbe fatto di tutto per far male a quella ragazza.
Più lei urlava più io spingevo forte e iniziai a scoparle il culo con violenza.
Lei non riusciva più a stare a pecorina e si accasciò sul letto, le tremavano le gambe e le sue dita dei piedi si muovevano in continuazione, di tanto in tanto partivano delle scosse che la facevano irrigidire e poi tornava ad urlare.
Misi una mano sulla sua figa e lì compresi che quello che le stavo facendo era realmente la sua volontà, non avevo mai sentito una figa così bagnata, grondava ed io la trovavo così eccitante che le mie spinte nel suo culo erano aumentate di frequenza ed intensità.
Ero diventato una cazzo di macchina da guerra ed iniziavo a sudare.
Più la sbattevo forte più Amanda si bagnava, le piaceva il dolore ed io scoprì quel giorno di essere molto capace di far soffrire un essere umano.
Senza aver più controllo sulle mie azioni conficcai le mie unghie sui glutei sodi di Amanda e strinsi più che potevo.
Merda, la stavo facendo sanguinare, quella visione mi frenò un attimo, la vista del sangue che fuoriusciva dai graffi che le avevo creato mi impressionò e con uno scatto tirai fuori il mio cazzo dal suo culo.
Il senso di disgusto aumentò quando notai che anche sul mio pene erano presenti tracce di sangue.
Lo feci presente ad Amanda, lei si girò rapidamente, mi osservò il cazzo per una decina di secondi e poi mi disse con la sua voce spaventosamente tranquilla "Non ti preoccupare, è tutto mio il sangue, ora te lo pulisco via".
Dopo qualche gemito di soddisfazione per quello che le avevo fatto iniziò a leccarmi il cazzo, partì dalla cappella, mi stimolò il frenulo con la punta della lingua e poi si diresse verso l'asta andando a cercare i punti dove il sangue si era esteso.
Arrivò fino alle palle, erano così sudate e lei sembrava adorare il gusto salato del mio scroto.
Mi stavo troppo rilassando, non ero lì per farmi leccare il cazzo come il Federico di prima, sicuramente anche lei si stava già annoiando di tutta quella calma.
La presi per il collo e strinsi fin quando non sentii la sua gola lamentarsi, con l'altra mano afferrai la testa e appena aprì la bocca le infilai il mio cazzo duro tutto fino in fondo, lo stringeva tra le labbra e godeva come una cagna nel sentire la mia cappella pulsare al centro delle sue tonsille.
Quella bocca era fatta per essere scopata, quella bocca che non riuscì nemmeno mai a baciare, i pensieri romantici erano spariti del tutto ed io provavo solo un forte rancore nei confronti di Amanda e godevo nel vederla soffocare, con il culo sanguinante e la figa bagnata.
La puttana non reggeva le misure del mio cazzo che seppur di lunghezza media era così duro che a fatica riuscivo ad andare fino in fondo.
Amanda stava smattando per quel cazzo, l'avrebbe voluto avere fino nello stomaco ma il suo corpo era meno d'accordo e per la seconda volta dopo aver spinto la sua testa verso di me, vomitò copiosamente.
"Sei una troia che non sa fare altro che sboccare, vergognati"
Stavolta lo dissi, anche a voce alta, Federico mi stava abbandonando ed io ero diventato un animale.
In questa dinamica il mio unico bisogno era quello di eiaculare e le mie palle erano così gonfie e piene di sborra.
Noi uomini sentiamo nel profondo quando siamo in procinto di fare la sborrata della nostra vita, lo sentiamo nelle palle, scorrere lungo l'asta, lo percepiamo nelle vene del nostro cazzo e la punta della cappella freme e si agita come fosse indemoniata.
Forse siamo solo noi che trasferiamo i nostri sentimenti sul nostro cazzo, come se fosse lui a controllarci.
Il punto è che quel giorno io ero pronto per riempire Amanda della mia sborra e dovevo già pensare dove volevo venire.
La faccia, quel viso che per tanti mesi avevo sognato di avere nel mio letto, tra coccole, baci e delle scopate romantiche, ora si meritava la mia sborra.
Mh no banale.
Non mi bastava la faccia, volevo andare nello specifico.
Cosa mi generava quel senso di vuoto mentre la guardavo?
Gli occhi, quei due piccoli buchi neri di cui ero follemente innamorato, erano anche la ragione del mio disgusto.
Mentre continuavo a scoparle la gola senza ritegno, l'osservavo, probabilmente con una faccia che non avevo mai avuto prima, perché lei per la prima volta non resse il mio sguardo.
Ero diventato più inquietante di lei, avevo giocato al suo stesso gioco.
Per arrivare a cosa di preciso?
Ero ancora troppo confuso per comprendere come fossi arrivato a quel punto.
Il mio cazzo però mi diceva quali erano le sue intenzioni ed io volevo solo concentrarmi su quello.
Finita quella scopata che sembrava più che altro uno stupro me ne sarei andato in fretta via da quel posto, avrei camminato fino a casa fumando via i miei sensi di colpa dall'ultima Marlboro rimasta nel pacchetto.
Mentre pensavo alla cenere scendere dalla sigaretta, osservavo la cenere negli occhi di Amanda che sfiancata dalle mie spinte nella sua gola iniziava a non tenere più il mio ritmo e a soffocare sempre di più.
Vomitò una terza volta, stavolta erano semplici succhi gastrici, ma io non mi fermai, anzi andai più forte.
Il mio cazzo mi stava dicendo di continuare perché le pareti della sua gola sfregando sulla mia cappella mi riempivano di piacere e stavano già cominciando le prime contrazioni di quando comprendi che di lì a poco sarebbe arrivato il momento decisivo.
Uscì dalla sua bocca e iniziai a segarmi sulla sua fronte mentre le mi succhiava le palle con forza.
"Ti voglio sborrare negli occhi lurida troia, tu devi tenerli aperti, guai a te se li chiudi"
La sua reazione scosse ulteriormente il mio cazzo, smise di succhiare e afferrò con le dita i lati superiore ed inferiore dei suoi occhi, allargandoli in modo da tenerli sempre aperti.
Con gli occhi totalmente aperti aumentava il mio senso di inquietudine e forse stavo capendo che era proprio quello ad eccitarmi in quel modo.
Mi guardava vogliosa di sborra, il suo trucco colava inesorabilmente e lei ansimava come una cagna in calore, probabilmente anche per il dolore.
Avevo abusato di quella troia che ora voleva solo farmi finire in bellezza.
Il mio cazzo era pronto, mancava qualche secondo prima di riempire le sue pupille nere come lo spazio della mia sborra bianca e calda.

3...
Il mio cazzo iniziava a pulsare, sentivo il flusso che stava per arrivare e mi avvicinai ancora di più al suo occhio sinistro fino a toccarlo con la punta del glande, lei impassibile si lasciava premere sulla cornea nonostante la cosa la stesse infastidendo.

...2...
Smisì di tirare avanti e indietro la pelle del mio prepuzio, ormai dovevo solo aspettare che uscisse tutto, stavo godendo come un animale e mi preparavo ad ansimare insieme a lei dal piacere.

...1
La guardai per l'ultima volta prima di inondarla del mio seme, io sapevo cosa stava pensando e lei lo stesso, la nostra sintonia era palpabile e mentre premevo sul suo occhio capivo che quella ragazza stava solo facendo risaltare la mia vera natura, stava solo facendomi capire la merda umana che ero.
Voleva farmi sentire inadeguato come al nostro primo incontro, offredomi da bere.
Ora ero io a dissetarle gli occhi, puttana schifosa.
Le prime gocce iniziavano a zampillare e...

Eccolo.
Un getto di piacere iniziò a sgorgare violentemente dal mio cazzo ed io convinto di riuscire a gestire la mia eccitazione cominciai ad ansimare ma presto i gemiti si tramutarono in urla perché non riuscivo a contenere la libido, non riuscivo a non schiacciare su quell'occhio per poi passare all'altro e schiacciare ancora più forte.
Non riuscivo a controllarmi e devo averle fatto un male incredibile ma nulla mi importava in quel momento, non riuscire più a vedere quel cupo nero perché sommerso dalla mia sborra mi faceva impazzire e dovevo continuare a venirle prima a sinistra e poi a destra.
Gli schizzi le rimbalzavano sull'iride e anche le ultime gocce le riversai su quelle due palline ora diventate tutte bianche.
Avevo finito, era stata la sborrata più soddisfacente della mia vita e in quel preciso momento non mi interessavo più ad Amanda, ero solo felice di come l'avevo castigata e di come era andata a finire quella serata.
Prima che lei facesse in tempo a pulirsi, io mi ero già vestito, ero uscito dall'hotel ed ero per strada a pensare a tutto quello che era successo.
Nessun senso di colpa, il fumo dalla mia Marlboro era fumo di rinascita.
Mi innamorai per quei due occhi neri pece ed ora non provavo più nulla, e non perché non volevo fare le coccole con una puttana ma perché quei due occhi neri pece erano spariti, li avevo cancellati per sempre dalla mia vita con la mia sborra.





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2020-09-14
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