La sfilata per l’asta dei camionisti.
di
Mikela_crossdresser
genere
voyeur
“Brutto stronzo, non erano questi gli accordi! Io mi sono sempre fidata di te e tu che fai? Mi filmi?”
Lui: “Calmati e rilassati, queste foto e video sono dentro una chiavetta, non le ho messe in nessun tipo di cloud, nessuno le vedrà mai.. per ora!”
Io scocciata: “Come per ora? Cosa stai combinando?”
Lui: “Si ho deciso di tenerle come ‘ostaggio’ così che dovrai sempre obbedirmi, finchè non deciderò magari in futuro di ridartele o cancellarle”
Io: “ma lo sai che farei lo stesso tutto quello che mi chiedi! Che senso ha tutto questo?”
Lui: “E’ molto più eccitante per me e anche per te vedrai”.
Mi chiuse il telefono in faccia.
Ero amareggiata, frustata, tradita da chi credevo tenesse a me.
Feci una doccia e mi misi subito a letto senza cenare, piansi tutta la notte.
Avevo paura di essere riconosciuta dai miei amici, genitori anche se in quelle condizioni non credo che vedendo la foto lo avrebbero fatto, tra parrucca, trucco e bende ero irriconoscibile.. anche se c’è quel piccolo tatuaggio poco sopra il sedere che mi poteva far smascherare.
Un ciondolo, con un nastro a fiocchetto che stava a dimostrazione del mio lato femminile. Lo feci proprio dopo la mia prima volta con Luca al pub.
Riuscii ad addormentarmi.
Non lo risentii per qualche giorno finchè un venerdì pomeriggio mi chiamò chiedendomi cosa avrei fatto la sera stessa e, visto che ero libera, mi disse di passare al casolare e portarmi il solito cambio per uscire un po'.
Uscivamo spesso insieme ma mai vestita da ragazza.
Arrivata al casolare entrai e visto che non era ancora arrivato mi cambiai.
Per quella sera mi ero portata una maglietta nera a V, sopra un maglioncino aperto sempre colore nero, una gonnellina a balze a fantasia scozzese poco cora metà coscia, delle autoreggenti nere lisce classiche, degli stivali in pelle con tacco 10 e un perizoma di pizzo nero. Adoro il pizzo 😊
Mi vestii in fretta e mi truccai con più attenzione del solito visto che dovevamo uscire in pubblico.
Oltre questo misi una parrucca sempre di colore nero con capelli a caschetto e con la frangia fino le sopracciglia per coprire la fronte.
Ero bella.
Mi diressi in sala e quello stronzo era lì ad aspettarmi, disse: “Vedi sei venuta e sei fantastica”.
Si avvicinò e mi baciò come suo solito strizzandomi il culo.
Poi prese dalla tasca un girocollo che assomigliava ad un collare, nero di pelle con un cerchietto avanti contenente un cuore, molto carino ed elegante. Me lo fece indossare.
Disse poi: “Vieni appoggiati al tavolo che ho un giocattolo per te.”
Tirò fuori un ovetto di colore viola poco più grande che un uovo medio di gallina, me lo mise in bocca, voleva che lo inumidissi, poi si abbassò, scostò il perizoma e me lo infilò nel sedere.
Entrò senza troppi problemi.
Mi fece poi vedere il telecomando e, appena pigiò un bottone, capii subito a cosa sarebbe servito.
Sentivo vibrare dentro di me, ed essendo abbastanza intenso e vicino la prostata provavo anche parecchio piacere.
Lo guardai, dissi: “Le foto per un ovetto?”
Lui: “E’ solo l’inizio del gioco! Ora usciamo, andiamo a bere qualcosa.”
Salimmo sulla sua auto, mi portò in una zona commerciale poco distante ed entrammo in un pub che non conoscevo ma sicuramente era qualche ritrovo di camionisti perchè fuori ce n’erano parecchi.
Si girarono tutti a guardarci, non so se perchè avevano già intuito o solo perchè ero molto carina quella sera.
Iniziò a vibrarmi tutto, emisi un piccolo gemito e le gambe per poco cedettero, ma mi ricomposi subito.
Camminavo con l’ovetto acceso e lui come se niente fosse mi invitava a sedermi al tavolo.
“Cosa prendi?” chiese.
“Un martini e soda” risposi.
Bene. Ordinammo e nell’attesa mi spiegò le regole del gioco.
“Vedi ti ho portata qua per farti vedere e mostrarti a tutti questi uomini. Per la maggior parte sono camionisti come vedi e quasi nessuno è accompagnato. Tutti ti hanno guardata quando sei entrata perché sei stupenda e molti son sicuro che pagherebbero oro per scoparti”
Risposi: “Che cazzo dici, non conosci nessuno! Se sono maniaci?”
Lui: “Non preoccuparti, io sarò sempre con te, almeno stasera.. e ricorda che io ho le foto!”
Io: “Vaffanculo stronzo” e sorrisi.
Arrivò da bere e bevendo e chiacchierando della volta scorsa della gogna tornò in me quell’eccitazione che la paura per le foto aveva annebbiato un pò.
Mi rendevo conto di essere a mio agio anche in mezzo a tanta gente, senza paura che mi potessero riconoscere e/o insultare.
Dopo un’oretta il locale si stava svuotando, gli uomini erano usciti quasi tutti a fumare e a finire le loro chiacchierate nel parcheggione dietro il locale.
Luca mi guardò e disse: “Andiamocene”
Pagò e uscimmo in direzione del parcheggio.
I camionisti che stavano fumando ci guardarono, in teoria quasi tutti mi guardavano il culo ma fa niente, mi piace farmi desiderare. Ci seguirono con gli occhi fino ad una panchina.
Lì adiacente c’era un piccolo parco, una zona picnic per intenderci.
Mi disse: “Inginocchiati a 4 zampe”.
Mi inginocchiai, lui tirò fuori un guinzaglio e me lo legò al cerchietto del girocollo, azionò l’ovetto e si mise a passeggiare strattonandomi se non mi muovevo, come se mi portasse a fare pipì.
I primi curiosi non ci misero tanto ad avvicinarsi quasi increduli.
Così quando una piccola folla di gente si formo Luca mi fece fermare e disse loro: “Ciao a tutti io sono Luca e lei è Michela, chiunque voglia passare Venerdì prossimo con Lei può inviarmi un messaggio a questo numero 336… con quanto sarebbe disposto a pagare per i suoi servizi, qualsiasi servizio. Il vincitore dell’asta passera una serata in sua compagnia. Come vedete è ben addestrata..” Mi strattonò verso di lui, si slacciò la patta dei calzoni e tirò fuori il suo cazzo già in tiro.
Senza che disse altro lo presi in bocca, succhiandolo avidamente davanti a tutta quella gente, senza usare le mani naturalmente.
Imponeva il suo ritmo spingendomi la testa verso di lui, e il suo amichetto ovetto continuava a vibrare incessantemente.
Sentii la sua cappella esplodermi in gola, quasi affogandomi, ma ormai ero brava a deviare il flusso con la lingua. Lo feci finire, mi scostai da lui e mostrai a tutti la mia bocca piena di sperma per poi ingoiare tutto davanti a loro. Presi di nuovo in bocca il cazzo di Luca e lo leccai pulendolo come da brava serva.
C’è chi fece un applauso, chi fischiò, chi disse “mamma che bocchinara”.
Arrossii un po' abbassando lo sguardo.
Mi disse: “Ora torniamo a casa, la sfilata è finita, saluta tutti e ringrazia”
“Ciao a tutti, sarà un piacere uscire con uno di voi Venerdì prossimo” feci un saluto timido con la mano.
Mi strattonò e tornammo in macchina, a gattoni naturalmente per far godere a tutti del mio scodinzolio, visto anche che la lunghezza della gonna dava quell’effetto vedo/non vedo molto accattivante.
Saliti in macchina mi slegò, spense l’ovetto e mi disse: “Sei proprio una troia”
Sorrisi e tornammo al casolare.
Entrai in casa mi cambiai e mi diressi al motorino.
Luca come solito era sulla porta ad aspettarmi.
Gli sorrisi e mi fermai, mi appoggiai allo stipite della porta chinandomi un poco ed estrassi l’ovetto.
Lo misi in bocca pulendolo per bene, mi avvicinai a lui e glielo restituii: “Questo è tuo vero?”
Sorrise, lo prese e mi baciò strizzandomi il culo.
Disse: “Vai ora, ci sentiamo presto ti aggiorno. E vedi di prepararti bene per venerdì non farmi fare brutte figure perchè poi te ne pentirai.. io ho le foto!!”
Ci salutammo e tornai a casa eccitata e felice comunque di essere piaciuta agli occhi di tutti quei uomini che mi stavano osservando, e poi aveva ragione Luca.. sono proprio troia!
Lui: “Calmati e rilassati, queste foto e video sono dentro una chiavetta, non le ho messe in nessun tipo di cloud, nessuno le vedrà mai.. per ora!”
Io scocciata: “Come per ora? Cosa stai combinando?”
Lui: “Si ho deciso di tenerle come ‘ostaggio’ così che dovrai sempre obbedirmi, finchè non deciderò magari in futuro di ridartele o cancellarle”
Io: “ma lo sai che farei lo stesso tutto quello che mi chiedi! Che senso ha tutto questo?”
Lui: “E’ molto più eccitante per me e anche per te vedrai”.
Mi chiuse il telefono in faccia.
Ero amareggiata, frustata, tradita da chi credevo tenesse a me.
Feci una doccia e mi misi subito a letto senza cenare, piansi tutta la notte.
Avevo paura di essere riconosciuta dai miei amici, genitori anche se in quelle condizioni non credo che vedendo la foto lo avrebbero fatto, tra parrucca, trucco e bende ero irriconoscibile.. anche se c’è quel piccolo tatuaggio poco sopra il sedere che mi poteva far smascherare.
Un ciondolo, con un nastro a fiocchetto che stava a dimostrazione del mio lato femminile. Lo feci proprio dopo la mia prima volta con Luca al pub.
Riuscii ad addormentarmi.
Non lo risentii per qualche giorno finchè un venerdì pomeriggio mi chiamò chiedendomi cosa avrei fatto la sera stessa e, visto che ero libera, mi disse di passare al casolare e portarmi il solito cambio per uscire un po'.
Uscivamo spesso insieme ma mai vestita da ragazza.
Arrivata al casolare entrai e visto che non era ancora arrivato mi cambiai.
Per quella sera mi ero portata una maglietta nera a V, sopra un maglioncino aperto sempre colore nero, una gonnellina a balze a fantasia scozzese poco cora metà coscia, delle autoreggenti nere lisce classiche, degli stivali in pelle con tacco 10 e un perizoma di pizzo nero. Adoro il pizzo 😊
Mi vestii in fretta e mi truccai con più attenzione del solito visto che dovevamo uscire in pubblico.
Oltre questo misi una parrucca sempre di colore nero con capelli a caschetto e con la frangia fino le sopracciglia per coprire la fronte.
Ero bella.
Mi diressi in sala e quello stronzo era lì ad aspettarmi, disse: “Vedi sei venuta e sei fantastica”.
Si avvicinò e mi baciò come suo solito strizzandomi il culo.
Poi prese dalla tasca un girocollo che assomigliava ad un collare, nero di pelle con un cerchietto avanti contenente un cuore, molto carino ed elegante. Me lo fece indossare.
Disse poi: “Vieni appoggiati al tavolo che ho un giocattolo per te.”
Tirò fuori un ovetto di colore viola poco più grande che un uovo medio di gallina, me lo mise in bocca, voleva che lo inumidissi, poi si abbassò, scostò il perizoma e me lo infilò nel sedere.
Entrò senza troppi problemi.
Mi fece poi vedere il telecomando e, appena pigiò un bottone, capii subito a cosa sarebbe servito.
Sentivo vibrare dentro di me, ed essendo abbastanza intenso e vicino la prostata provavo anche parecchio piacere.
Lo guardai, dissi: “Le foto per un ovetto?”
Lui: “E’ solo l’inizio del gioco! Ora usciamo, andiamo a bere qualcosa.”
Salimmo sulla sua auto, mi portò in una zona commerciale poco distante ed entrammo in un pub che non conoscevo ma sicuramente era qualche ritrovo di camionisti perchè fuori ce n’erano parecchi.
Si girarono tutti a guardarci, non so se perchè avevano già intuito o solo perchè ero molto carina quella sera.
Iniziò a vibrarmi tutto, emisi un piccolo gemito e le gambe per poco cedettero, ma mi ricomposi subito.
Camminavo con l’ovetto acceso e lui come se niente fosse mi invitava a sedermi al tavolo.
“Cosa prendi?” chiese.
“Un martini e soda” risposi.
Bene. Ordinammo e nell’attesa mi spiegò le regole del gioco.
“Vedi ti ho portata qua per farti vedere e mostrarti a tutti questi uomini. Per la maggior parte sono camionisti come vedi e quasi nessuno è accompagnato. Tutti ti hanno guardata quando sei entrata perché sei stupenda e molti son sicuro che pagherebbero oro per scoparti”
Risposi: “Che cazzo dici, non conosci nessuno! Se sono maniaci?”
Lui: “Non preoccuparti, io sarò sempre con te, almeno stasera.. e ricorda che io ho le foto!”
Io: “Vaffanculo stronzo” e sorrisi.
Arrivò da bere e bevendo e chiacchierando della volta scorsa della gogna tornò in me quell’eccitazione che la paura per le foto aveva annebbiato un pò.
Mi rendevo conto di essere a mio agio anche in mezzo a tanta gente, senza paura che mi potessero riconoscere e/o insultare.
Dopo un’oretta il locale si stava svuotando, gli uomini erano usciti quasi tutti a fumare e a finire le loro chiacchierate nel parcheggione dietro il locale.
Luca mi guardò e disse: “Andiamocene”
Pagò e uscimmo in direzione del parcheggio.
I camionisti che stavano fumando ci guardarono, in teoria quasi tutti mi guardavano il culo ma fa niente, mi piace farmi desiderare. Ci seguirono con gli occhi fino ad una panchina.
Lì adiacente c’era un piccolo parco, una zona picnic per intenderci.
Mi disse: “Inginocchiati a 4 zampe”.
Mi inginocchiai, lui tirò fuori un guinzaglio e me lo legò al cerchietto del girocollo, azionò l’ovetto e si mise a passeggiare strattonandomi se non mi muovevo, come se mi portasse a fare pipì.
I primi curiosi non ci misero tanto ad avvicinarsi quasi increduli.
Così quando una piccola folla di gente si formo Luca mi fece fermare e disse loro: “Ciao a tutti io sono Luca e lei è Michela, chiunque voglia passare Venerdì prossimo con Lei può inviarmi un messaggio a questo numero 336… con quanto sarebbe disposto a pagare per i suoi servizi, qualsiasi servizio. Il vincitore dell’asta passera una serata in sua compagnia. Come vedete è ben addestrata..” Mi strattonò verso di lui, si slacciò la patta dei calzoni e tirò fuori il suo cazzo già in tiro.
Senza che disse altro lo presi in bocca, succhiandolo avidamente davanti a tutta quella gente, senza usare le mani naturalmente.
Imponeva il suo ritmo spingendomi la testa verso di lui, e il suo amichetto ovetto continuava a vibrare incessantemente.
Sentii la sua cappella esplodermi in gola, quasi affogandomi, ma ormai ero brava a deviare il flusso con la lingua. Lo feci finire, mi scostai da lui e mostrai a tutti la mia bocca piena di sperma per poi ingoiare tutto davanti a loro. Presi di nuovo in bocca il cazzo di Luca e lo leccai pulendolo come da brava serva.
C’è chi fece un applauso, chi fischiò, chi disse “mamma che bocchinara”.
Arrossii un po' abbassando lo sguardo.
Mi disse: “Ora torniamo a casa, la sfilata è finita, saluta tutti e ringrazia”
“Ciao a tutti, sarà un piacere uscire con uno di voi Venerdì prossimo” feci un saluto timido con la mano.
Mi strattonò e tornammo in macchina, a gattoni naturalmente per far godere a tutti del mio scodinzolio, visto anche che la lunghezza della gonna dava quell’effetto vedo/non vedo molto accattivante.
Saliti in macchina mi slegò, spense l’ovetto e mi disse: “Sei proprio una troia”
Sorrisi e tornammo al casolare.
Entrai in casa mi cambiai e mi diressi al motorino.
Luca come solito era sulla porta ad aspettarmi.
Gli sorrisi e mi fermai, mi appoggiai allo stipite della porta chinandomi un poco ed estrassi l’ovetto.
Lo misi in bocca pulendolo per bene, mi avvicinai a lui e glielo restituii: “Questo è tuo vero?”
Sorrise, lo prese e mi baciò strizzandomi il culo.
Disse: “Vai ora, ci sentiamo presto ti aggiorno. E vedi di prepararti bene per venerdì non farmi fare brutte figure perchè poi te ne pentirai.. io ho le foto!!”
Ci salutammo e tornai a casa eccitata e felice comunque di essere piaciuta agli occhi di tutti quei uomini che mi stavano osservando, e poi aveva ragione Luca.. sono proprio troia!
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Gogna GangBangracconto sucessivo
Serata a pagamento
Commenti dei lettori al racconto erotico