Io, umile serva (II parte)

di
genere
dominazione


Quella mattina, nella mia stanza di servizio della locanda, mi ero svegliata già stanca. La notte il padrone mi aveva lasciato esausta.
Per la prima volta da quando lo conoscevo aveva deciso che mi avrebbe sodomizzata. Anche se non glielo avevo detto, per timore di contrariarlo, ero molto riluttante… Ho avuto esperienze molto dure… ma non potevo sottrarmi: se il padrone voleva usare il mio culetto non c'era altro da fare che sottostare.
"Serva, stasera ti devo legare. Non voglio ribellioni e perdite di tempo. Mettiti in ginocchio su quella poltrona con le mani in avanti!"
Con una corda molto spessa mi aveva bloccato le caviglie intorno alla seduta e poi aveva legato le mani sullo schienale. Ero piegata con il cubetto sporgente all'indietro… Sentivo, senza potermi girare che si spogliava. Come sempre, lui ha il cazzo continuamente eccitato… E' incredibile in questo! In ogni momento della giornata è duro. Mentre lavoro mi prende la mano e mi dice: "Guarda, maialona, senti qua!" oppure mi tira in basso con i capelli e mi costringe a schiacciare il naso e le labbra sui pantaloni… Se succede alla fine di una giornata di lavoro, prima di sentire quanto è duro, sento solo la puzza… Poi mi fa tornare a lavorare dicendomi: "Vai, vai a servire, bella cameriera, mentre sai di cazzo!"
Ora mi trovavo immobilizzata su quella poltroncina, esposta a lui completamente. Ho subito sentito le sue mani stringermi i fianchi, affondare le dita.
"Finalmente anche il tuo culo ora diventerà mio!" mi ha detto mentre a cominciato a sculacciarmi. Fra uno sberlone e l'altro mi strusciava il cazzo fra le natiche e cominciava a puntare sul buchetto. In breve, dopo qualche sputo molto abbondante, era pronto…
Non ho detto una parola… mi sono forzata di godere di quella situazione animalesca e sono stata usata. Con una decina di colpi, vigorosi ma lenti, ho ceduto. Il suo cazzo ora era dentro di me….nel profondo.
Il padrone ansimava come un animale.
"Ora cominciamo a divertirci. Senti cosa ti faccio! E non dire una parola. Muta!"
E' stata una lunghissima sodomia. Per fortuna mi ha alleviato il dolore facendomi godere, con le mani. Senza staccarsi dal mio cubetto mi ha stimolato moltissimo…e sono venuta anche io...
Il padrone entrava e usciva completamente dal mio culetto. Dieci, venti, trenta volte… Mi tirava a sè aggrappato alle mie natiche o al mio seno. E ogni volta mi sembrava più profondo. Non avevo più bruciore, nessuna resistenza… Mi aveva aperta per bene…
E ansimava…mugolava, come un cinghiale. Mi stava strizzando i capezzoli all'inverosimile… Me li tirava… sentivo che erano come elastici… che li voleva allungare… Urlavo. Non mi sentiva. Mi ricopriva di insulti:
"Che cagna che sei! Lo sapevo che eri sfondata! Ma io ti sfondo ancora, maialona! AHHHHH!" E entrava e mi sbatteva. Mi stava sbattendo da mezz'ora!
A un certo punto ha cominciato a respirare fortissimo… ha detto che stava per venire… e di colpo mi ha lasciato il culo.
Quasi mi mancava… mi sentivo aperta…sfondata…
E' venuto davanti a me e mi ordinato di succhiare il cazzo.
Nemmeno il tempo di poggiarci la lingua che il suo godimento mi ha sorpreso. Ed è venuto sul mio viso, sugli occhi, sulle guance… Mugolando e respirando affannosamente…
Quando ha finito si è buttato sul divano, io ho approfittato del momento di relax per chiedergli di liberarmi…
"Dopo, cagna. Voglio vedere come ti ho ridotto questo bel buchetto di culo".
E' tornato dietro di me. Mi ha dato degli sculaccioni e poi mi ha detto:
"Ma guarda qua come ti ho sfondato… senti… ci entrano tre dita come niente… Prometti bene, cagna. Ci divertiremo… non sai quanto!"
Ero muta, pietrificata… Mi faceva male tutto il corpo per quella postura. Il padrone intanto con i pollici stava tentando di allargarmi ancora di più…
"Basta padrone, la prego! Non resisto più!"
E' stato pietoso. Mi ha slegato. Ero indolenzita e dolorante…
"Vai a prepararti, serva. Oggi devi trottare. Ho un tavolo prenotato per 15 persone, a pranzo. Riposati, lavati e poi preparati come si deve. Troverai le cose da indossare sul tuo letto".
Dopo la doccia, in camera, ho visto gli indumenti. Il solito vestito abbottonato, bianco, delle calze parigine nere e sandali tacco 12 sempre neri di vernice.
I clienti di oggi saranno molto importanti...
scritto il
2011-11-21
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