Una sborrata nel culo niente male

di
genere
gay

Fu il contatto tra la nostra pelle a far esplodere l’Amore.

Nessuno dei due aveva mai sfiorato il corpo di un altro uomo, ne tantomeno aveva avuto un amante prima di quel momento.
Entrambi giovani, accomunati dall’inesperienza e dall’amore che provavano uno nei confronti dell’altro.

Fu lui a prendere l’iniziativa, cominciando a baciarlo prima dolcemente e poi con sempre più foga in quanto le sue labbra si schiudevano ogni vota che quelle di lui gli si avvicinavano.
Ecco la lingua: soffice, delicata ma allo stesso tempo anche potente e persuasiva.

Il sapore delle sue labbra ed il calore del suo respiro furono ciò che fecero nascere il desiderio.
Togliendo la maglia e lasciando i loro petti adolescenziali scoperti, l’attenzione si spostò quasi immediatamente sui capezzoli.
Il primo a fare la loro conoscenza fu l’uno, che iniziò dapprima a stuzzicarli con la punta della lingua, alternandosi anche con leggere prese di questi tra il pollice e l’indice.

Fu poi l’altro che mettendo di peso l’uno su di se lo iniziò a baciare di nuovo.
Stavolta però dopo poco iniziò a scendere languidamente verso il collo, immobilizzando la testa ansimante dell’uno tra le sue mani.
Cominciò prima a leccargli il pomo d’Adamo per poi pian piano continuare a scendere fino ad arrivare all’ombelico.

I loro pantaloni caddero e insieme ad essi anche le mutande.
L’altro però iniziò la sua lenta risalita verso le labbra dell’uno che attendevano impazienti il suo ritorno.
Allora fu l’uno che dopo aver ristabilito un lungo e piacevole contatto con le labbra del suo amante prese in mano il sesso duro e pulsante di questo.
L’uno, non smettendo mai di guardare l’altro dritto negli occhi, si mise in ginocchio aspettando che accadesse ciò che entrambi desideravano.
L’altro allora gli prese con decisione la testa e gli impose di aprire la bocca, cosicché l’uno finalmente prese la sua erezione in bocca.

Non durò molto in quanto l’attesa, il desiderio e soprattutto l’Amore che provava per l’uno erano indescrivibilmente eccitanti.
L’uno a quel punto, non prima di aver ingoiato l’orgasmo del suo uomo, tornò alle labbra di colui a cui aveva donato il suo cuore.

Solo dopo un bacio che durò una troppo breve eternità l’altro sussurrò all’uno: “Voglio essere tuo”
L’uno girò l’altro, che istintivamente si ranicchiò, e divaricò i suoi glutei così da poter raggiungere con le labbra il punto che sapeva avrebbe fatto esplodere di piacere l’altro.
Prima con la lingua e poi con le ditta, l’uno esplorò il luogo più proibito dell’altro.
Giunse il momento.

I due si baciarono di nuovo, più intensamente che mai, come se quello sarebbe stato l’ultimo bacio che si sarebbero mai dati.
L’altro si girò, poggiando la schiena su quel letto che stava diventando il loro nido d’amore.
Iniziarono di nuovo a baciarsi e l’uno iniziò lentamente il suo ingresso all’interno del suo amante.
Le loro bocche non accennavano a staccarsi e l’altro sembrava voler risucchiare l’uno dentro di se; si stavano fondendo.

Fu solo quando l’uno era sul punto dell’orgasmo che l’altro gli impose che sarebbe rimasto dentro di lui.
Quando fu il momento, potenti schizzi d’Amore dell’uno pervasero l’altro.
Erano diventati una cosa unica.

A te mio ultimo uomo, che mi hai reso felice e mi stai facendo imparare cosa sia Amore.
Ti amo
scritto il
2020-10-28
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