La doccia con Mimma
di
MrFrank
genere
etero
Sei a fare la doccia, e io sul divano che mi annoio a morte.
Improvvisamente mi ricordo di averti promesso che una volta l’avremmo fatta insieme.
Mi alzo di scatto, mi tolgo scarpe e calzini e vengo in bagno.
Mi slaccio la cintura e lascio cadere pantaloni e boxer mentre con un solo gesto deciso mi tolgo contemporaneamente maglia e camicia che lancio da qualche parte.
Tu mi vedi entrare e capisci cosa voglio, cosa sta per succedere e con sorriso malizioso mi fai posto sotto il getto dell’acqua.
Sono semi eccitato, ho fame, ho voglia di te, del tuo corpo, delle tue carezze. Ci avviciniamo e ci baciamo con passione.
Non posso fare a meno di mettere le mani sul tuo meraviglioso culetto e tu prendi in mano il mio sesso e lo stringi mentre inizi un lento ma fantastico massaggio.
Nel farlo lo scopri totalmente e alcuni schizzi d’acqua colpiscono la parte alta, quella più sensibile, donandomi sensazioni di dolore e piacere fusi insieme.
Mi guardi e poi mi rimproveri per averti fatto attendere tanto, perché tu mi stavi aspettando… E per un breve istante mi sento un idiota, ma poi ti guardo e dimentico ogni cosa.
Sei tutta bagnata, con i capelli appiccicati al volto che ne delineano i tratti, ti guardo dritto negli occhi, tu contraccambi ma poi timidamente abbassi lo sguardo, complici anche i continui schizzi che ti martellano dolcemente il viso. Poi mi riguardi e mi baci, sulla bocca, sul collo, sul torace di nuovo sulla bocca.
Mi piace sentirmi baciare, coccolare, adoro il contatto del tuo corpo sul mio.
Poi ti allontani, prendi il sapone e inizi a lavarti.
Ti fermo, con fare dolce ma deciso. Ti tolgo il sapone e ti dico che voglio lavarti io.
Lo sai che mi piace prendermi cura di te. Lo sai che adoro il tuo corpo e voglio dimostrartelo anche qui sotto la doccia.
Strofino energicamente il sapone fra le mani per formare una schiuma densa con la quale ti lavo il viso e il collo, poi prendo il docciatore, il “telefono” come lo chiami tu, e ti sciacquo dolcemente togliendo ogni traccia di detergente.
Ti bacio di nuovo.
Riprendo il sapone e come poc’anzi me lo rigiro fra le mani; parto dalle spalle e scendo lentamente lungo le braccia, prima una poi l’altra insaponando ogni centimetro di pelle, strofinando prima e toccandoti leggermente dopo, cercando di stimolare la tua pelle. So che soffri il solletico e so che essere sfiorata ti piace, e io ne approfitto. Giungo alle mani che ricopro di schiuma, prima il palmo poi le dita una ad una e come per le braccia sfioro la tua pelle. Tu hai un leggero fremito e istintivamente ritrai la mano, ma senza troppa decisione… mi guardi e me la riconsegni per continuare. Non mi lascio sfuggire l’occasione, e seguendo un percorso immaginario solletico il palmo della mano, risalgo tutto il braccio per giungere all’ascella.
Altra insaponata e la situazione si fa più calda: è la volta del seno. Lo adoro. Non è la parte più sexy di te ma mi piace. Con entrambe le mani, effettuando movimenti circolari, massaggio il tuo seno in tutti i modi fino a giungere ai capezzoli che prendo fra le dita e titillo, strizzo, piego e rigiro fino a quando li sento indurirsi.
Il mio desiderio si fa prepotente ed ho un sussulto.
A te non sfugge e sorridi. Non dico nulla ma so che questa reazione è grazie a te, al tuo corpo e alle sensazioni che mi trasmette.
Scendo fino alla pancia… mi piace la pancia, anzi mi piace la TUA pancia: è piatta, morbida e liscia senza nei o imperfezioni. Non so perché ma la trovo erotica.
La insapono per bene cercando di prendere tempo per godere del suo contatto e per ritardare il momento in cui arriverò al tuo centro, alla fonte di tanto desiderio.
Mi metto in ginocchio sul pavimento per agire più agevolmente.
Con movimenti decisi e veloci giungo all’interno coscia e nello spargere la schiuma sfioro volutamente il tuo sesso, ma non lo tocco. Ci giro intorno godendomi la tua attesa, i tuoi muscoli tesi per l’imminente massaggio.
Crudelmente scendo lungo le gambe e mi dedico a queste meravigliose estremità. Procedo come per le braccia, prima una poi l’altra, dall’alto verso il basso, prima strofino energicamente poi delicatamente e infine giungo ai piedi.
Impazzisco per i tuoi piedi e tu lo sai.
Attendo che tu ti appoggi al muro per avere un equilibrio più stabile e poi prendo un piede e inizio a lavarlo come ho fatto con le mani. Del sangue viene pompato nel mio sesso e lo fa drizzare di più, o almeno mi sembra. La sensazione è che stia per scoppiare, E’ tutto scoperto e i getti dell’acqua non mi danno più fastidio, è così gonfio e violaceo che temo possa eruttare di piacere senza neanche averlo toccato. Sento che gocce di lubrificante escono prepotenti. Avere in mano il tuo piede senza leccarlo o baciarlo è una sofferenza, una tortura.
Dopo avere lavato anche l’altro tu posi la pianta sul mio membro e la muovi avanti e indietro in un tentativo di masturbazione.
Mi piace. Mi piace da matti e sono costretto a fermarti.
Ti faccio girare.
Adesso mi volgi la schiena e ho davanti al viso il tuo culetto. Mi trattengo dal tuffarmici in mezzo. Prendo il sapone per l’ennesima volta e restando accucciato ti lavo la schiena procedendo, come per tutto il resto, dall’alto verso il basso, prima con energia poi con delicatezza; ti graffio con le mani messe ad artiglio, tutta la colonna vertebrale e tu reagisci inarcando la schiena. “Lo sapevo!”, penso fra me e me.
Adesso è il momento dei punti nevralgici. Altra insaponata, l’ultima, e mi dedico al lato B. Lo prendo a piene mani e lo ricopro di schiuma poi entro nel solco e con un dito non posso fare a meno di salutare ed omaggiare la sua apertura strappandoti un sospiro. Con l’altra mano mi occupo della zona frontale, liscia, depilata, come piace a me. E’ già aperta, bagnata, non solo di acqua e con due dita passo deciso sulle grandi labbra per giungere al bottoncino che riesco a stimolare a dovere. Tu allarghi immediatamente le gambe per favorire la carezza. Indugio un pò giocando con il tuo sesso e poi improvvisamente mi fermo, mi alzo e prendo il docciatore.
E’ un modello di quelli che permette di avere differenti flussi d’acqua. Ne scelgo uno che emetta spruzzi fini ma non fastidiosi e inizio a sciacquarti tutta: prima le spalle, poi le braccia e le mani, quindi il seno sul quale resto più a lungo colpendo mollemente i capezzoli, e quando lo faccio mi guardi strana, sorpresa. Non mi fermo su nessuna zona specifica piuttosto ci passo e ripasso più volte. Ho capito che gli spruzzi ti regalano sensazioni piacevoli. Scendo fino alla pancia per poi passare sulla fica e tu sgrani gli occhi e apri la bocca quasi a volere catturare aria che sembra mancarti di colpo. Vado dietro a sciacquare il lato B. Tu allarghi le gambe, è chiaro che ti piace. Torno davanti e mi diverto a stuzzicarti con il getto del “telefono”; ti piace tanto da appoggiarti al muro e sospirare, insisto in questo gioco dove sono io a gestire il tuo piacere. Mi soffermo a pensare che tu, donna di 44 anni hai scoperto solo adesso quanto piacevole può essere un massaggio generato da un getto d’acqua. Improvvisamente ti accendi e mi distogli dai pensieri. Ti metti in ginocchio e ti dedichi a me, al mio lui, al mio sesso. Lo prendi in mano e lo massaggi con forza, con vigore, con decisione, come se fosse pura energia vitale, lo abbracci con le labbra e lentamente lo fai scivolare in bocca, le labbra serrate all’asta. Non mi hai mai deliziato con questa energia, con questa passione. Chiudo gli occhi e mi godo il momento. Sono costretto ad appoggiarmi perché la sensazione è forte tanto da farmi traballare. Ti tocco per farti capire, come faccio sempre, che stai per farmi godere, ma tu non molli; neanche il getto della doccia sulla tua testa sembra distoglierti.
Non capisco più niente. La tua lingua serpeggia sulla punta, le labbra abbracciano l’asta e la mano stuzzica i testicoli.
Ti fermo con prepotenza altrimenti tutto si conclude velocemente. Riesco a prendere fiato e a trattenermi, ma non so per quanto altro ancora.
Ti alzi in piedi, ti metti di fronte al muro, mani appoggiate alla parete e schiena inclinata in avanti. “Facciamo l’amore!”. Pronunci la frase a bassa voce ma sembra un urlo prepotente che non ammette repliche. Mi avvicino e mentre busso alla tua porta per entrare in paradiso, mi chiedo “Fino ad ora cosa abbiamo fatto?”. Strano come reagisce il cervello in determinate situazioni.
Entro in te con estrema facilità; sei dilatata, eccitata, fradicia d’acqua e di un miscuglio dei nostri umori.
Inizio a pompare, prima lentamente poi più deciso, te lo spingo dentro, tutto, e poi lo faccio uscire quindi di nuovo dentro. Tu mugoli e io grugnisco. Suoni atavici, incontrollati, che provengono dal profondo, dalla pancia ed esprimono gioia.
Non passa molto che hai il primo orgasmo. Mi fermo, abbracciato a te, per permetterti di godere del momento e sopratutto per calmare, ancora una volta, la mia eccitazione.
Riparto con forza, ti tengo per i fianchi e stantuffo come un pistone impazzito, tu mi fai calmare, rallentare e allora con una mano ti giro la testa e ti faccio capire che voglio baciarti e con l’altra ti stimolo il clitoride. Le nostre lingue si toccano, danzano gioiose, felici di incontrarsi e di riconoscersi, mentre le mie dita tentano di stuzzicare il tuo piacere, ma non sono molto concentrato e non so bene cosa faccio, ma deve piacerti visto che giungi al secondo orgasmo.
Mi fermo di nuovo, ma so che siamo solo all’inizio. Ricordo quella volta che ti arrabbiasti perché te ne avevo fatti raggiungere solo 5 e tu ne volevi molti di più per essere soddisfatta.
Non ho mai avuto una donna come te.
Tento di sollevarti per scopare in piedi tenendoti in braccio, ma tu rifiuti per paura che io scivoli sul pavimento bagnato.
Allora mi accuccio e affondo la mia testa in mezzo alle tue gambe.
Bacio, lecco e succhio il tuo clitoride, lo scopro totalmente e lo succhio di nuovo. So che questo ti piace, ti fa impazzire e so che a breve mi fermerai per l’intensità delle sensazioni che dici di provare, ma a me piace sapere che ti faccio provare i brividi.
Continuo a leccare tutto il tuo sesso, dappertutto, con l’acqua che mi cade sulla testa e scende sul viso togliendomi aria e impedendomi di farlo bene. Ma non mollo. Mi piace la tua fica. Ci infilo due dita e avvio un andirivieni che sembri gradire. Ma so cosa vuoi e non ti faccio attendere oltre. Affondo le due dita dentro di te e vado a cercare quella zona un po più ruvida che si trova esattamente in corrispondenza del clitoride ma dentro al tuo corpo. E la massaggio, la struscio, ci disegno cerchi ci tamburello mentre con le labbra succhio il clitoride fuori.
Lo sento che sei tesa, tutti i muscoli tirati, concentrata come sei sulle sensazioni, avverto il tuo respiro affannoso e immagino i tuoi occhi chiusi.
Improvvisamente mi fermo, mi siedo sul pavimento e tu senza dire nulla ti impali su di me. Faccia a faccia. Ho il tuo seno all’altezza della mia bocca e ne approfitto. Lecco con trasporto un capezzolo, lo succhio, lo frusto con la lingua, lo tiro e strattono con le labbra, ci incollo sopra la bocca ed aspiro forte, quasi a farti un succhiotto. So che ti piace, e ripeto ancora e ancora ma devo fermarmi perché tu giungi alla vetta del piacere. Inizi a tremare come una foglia, chiudi gli occhi e il tuo corpo si scuote con forza. Ti lascio fare e mi calmo ancora una volta. Non è ancora arrivato il momento di godere e poi come sempre, trascorsi i primi minuti di grande eccitazione, perdo un pò di sensibilità e sono capace di ritardare a piacimento la conclusione tanto attesa. Questa cosa accade con te, con altre donne non so. Con la mia ex avevo l’eiaculazione precoce, con te è l’esatto contrario. Non so se è merito mio o tuo…. chissà.
Sono ancora dentro di te, teso e tu sei appoggiata sulla mani poste dietro di te. Ci guardiamo negli occhi ci baciamo e poi una strana luce si accende nel tuo sguardo. Ti metti carponi mostrandomi il tuo lato B, ti giri verso di me e mi chiedi di prenderti dietro. Non sei molto abituata a questa pratica; anche se ogni tanto lo facciamo non sei elastica abbastanza per violarti senza crema. Uso il sapone. Lo cospargo sulla mia asta, non molto in verità, e provo ad entrare. Forse la situazione, forse l’acqua, forse tu che sei eccitatissima, fatto sta che entra abbastanza bene.
Lo so già non resisterò. Sei troppo stretta, sexy, adoro questa posizione e sopratutto il tuo culetto. Mi fa impazzire. Vado lento per non farti male ma tu mi sorprendi spingendo indietro il corpo e impostando un ritmo più sostenuto. Comincio ad avere freddo. La posizione mi obbliga a stare fuori del getto caldo della doccia e anche se il bagno è impregnato di vapore avverto la differenza di temperatura. Ma non tutto il male viene per nuocere. Il freddo mi deconcentra dalle sensazioni e pur rimanendo eccitato sono meno coinvolto. Tu no, sei ancora calda… ed esplodi in un altro orgasmo.
Ti chiedo di girarti. Schiena a terra e gambe in alto appoggiate alle mie spalle. Ti prendo così. Adesso entra più agevolmente e tu gemi per il piacere. Ricomincio a martellare, ma questa volta non ce la faccio a trattenermi sento che sto per esplodere. La miccia l’accendi tu mettendomi i piedi sul viso e ordinandomi di leccarteli.
Non capisco più nulla. Ti stantuffo nel culetto e contemporaneamente ti lecco le piante dei piedi e le dita. Ti accorgi che sto per concludere, mi chiedi di resistere ancora un poco, ma non ce la faccio. I tuoi piedi sono la ciliegina sulla torta ed erutto tutto il mio piacere sul tuo addome e mi accascio sopra di te esausto.
Siamo distesi sul letto, puliti e asciutti entrambi appagati ma stanchi sia per la precedente attività fisica che per il fatto di essere stati sotto il getto di acqua calda per quasi un ora.
Come sempre quella piena di energia sei tu. Io non riesco a muovere un muscolo e tu sei arzilla come appena svegliata e ti stai preparando per l’imminente uscita a cena con amici. E poi dicono che voi donne siete il sesso debole….
Improvvisamente mi ricordo di averti promesso che una volta l’avremmo fatta insieme.
Mi alzo di scatto, mi tolgo scarpe e calzini e vengo in bagno.
Mi slaccio la cintura e lascio cadere pantaloni e boxer mentre con un solo gesto deciso mi tolgo contemporaneamente maglia e camicia che lancio da qualche parte.
Tu mi vedi entrare e capisci cosa voglio, cosa sta per succedere e con sorriso malizioso mi fai posto sotto il getto dell’acqua.
Sono semi eccitato, ho fame, ho voglia di te, del tuo corpo, delle tue carezze. Ci avviciniamo e ci baciamo con passione.
Non posso fare a meno di mettere le mani sul tuo meraviglioso culetto e tu prendi in mano il mio sesso e lo stringi mentre inizi un lento ma fantastico massaggio.
Nel farlo lo scopri totalmente e alcuni schizzi d’acqua colpiscono la parte alta, quella più sensibile, donandomi sensazioni di dolore e piacere fusi insieme.
Mi guardi e poi mi rimproveri per averti fatto attendere tanto, perché tu mi stavi aspettando… E per un breve istante mi sento un idiota, ma poi ti guardo e dimentico ogni cosa.
Sei tutta bagnata, con i capelli appiccicati al volto che ne delineano i tratti, ti guardo dritto negli occhi, tu contraccambi ma poi timidamente abbassi lo sguardo, complici anche i continui schizzi che ti martellano dolcemente il viso. Poi mi riguardi e mi baci, sulla bocca, sul collo, sul torace di nuovo sulla bocca.
Mi piace sentirmi baciare, coccolare, adoro il contatto del tuo corpo sul mio.
Poi ti allontani, prendi il sapone e inizi a lavarti.
Ti fermo, con fare dolce ma deciso. Ti tolgo il sapone e ti dico che voglio lavarti io.
Lo sai che mi piace prendermi cura di te. Lo sai che adoro il tuo corpo e voglio dimostrartelo anche qui sotto la doccia.
Strofino energicamente il sapone fra le mani per formare una schiuma densa con la quale ti lavo il viso e il collo, poi prendo il docciatore, il “telefono” come lo chiami tu, e ti sciacquo dolcemente togliendo ogni traccia di detergente.
Ti bacio di nuovo.
Riprendo il sapone e come poc’anzi me lo rigiro fra le mani; parto dalle spalle e scendo lentamente lungo le braccia, prima una poi l’altra insaponando ogni centimetro di pelle, strofinando prima e toccandoti leggermente dopo, cercando di stimolare la tua pelle. So che soffri il solletico e so che essere sfiorata ti piace, e io ne approfitto. Giungo alle mani che ricopro di schiuma, prima il palmo poi le dita una ad una e come per le braccia sfioro la tua pelle. Tu hai un leggero fremito e istintivamente ritrai la mano, ma senza troppa decisione… mi guardi e me la riconsegni per continuare. Non mi lascio sfuggire l’occasione, e seguendo un percorso immaginario solletico il palmo della mano, risalgo tutto il braccio per giungere all’ascella.
Altra insaponata e la situazione si fa più calda: è la volta del seno. Lo adoro. Non è la parte più sexy di te ma mi piace. Con entrambe le mani, effettuando movimenti circolari, massaggio il tuo seno in tutti i modi fino a giungere ai capezzoli che prendo fra le dita e titillo, strizzo, piego e rigiro fino a quando li sento indurirsi.
Il mio desiderio si fa prepotente ed ho un sussulto.
A te non sfugge e sorridi. Non dico nulla ma so che questa reazione è grazie a te, al tuo corpo e alle sensazioni che mi trasmette.
Scendo fino alla pancia… mi piace la pancia, anzi mi piace la TUA pancia: è piatta, morbida e liscia senza nei o imperfezioni. Non so perché ma la trovo erotica.
La insapono per bene cercando di prendere tempo per godere del suo contatto e per ritardare il momento in cui arriverò al tuo centro, alla fonte di tanto desiderio.
Mi metto in ginocchio sul pavimento per agire più agevolmente.
Con movimenti decisi e veloci giungo all’interno coscia e nello spargere la schiuma sfioro volutamente il tuo sesso, ma non lo tocco. Ci giro intorno godendomi la tua attesa, i tuoi muscoli tesi per l’imminente massaggio.
Crudelmente scendo lungo le gambe e mi dedico a queste meravigliose estremità. Procedo come per le braccia, prima una poi l’altra, dall’alto verso il basso, prima strofino energicamente poi delicatamente e infine giungo ai piedi.
Impazzisco per i tuoi piedi e tu lo sai.
Attendo che tu ti appoggi al muro per avere un equilibrio più stabile e poi prendo un piede e inizio a lavarlo come ho fatto con le mani. Del sangue viene pompato nel mio sesso e lo fa drizzare di più, o almeno mi sembra. La sensazione è che stia per scoppiare, E’ tutto scoperto e i getti dell’acqua non mi danno più fastidio, è così gonfio e violaceo che temo possa eruttare di piacere senza neanche averlo toccato. Sento che gocce di lubrificante escono prepotenti. Avere in mano il tuo piede senza leccarlo o baciarlo è una sofferenza, una tortura.
Dopo avere lavato anche l’altro tu posi la pianta sul mio membro e la muovi avanti e indietro in un tentativo di masturbazione.
Mi piace. Mi piace da matti e sono costretto a fermarti.
Ti faccio girare.
Adesso mi volgi la schiena e ho davanti al viso il tuo culetto. Mi trattengo dal tuffarmici in mezzo. Prendo il sapone per l’ennesima volta e restando accucciato ti lavo la schiena procedendo, come per tutto il resto, dall’alto verso il basso, prima con energia poi con delicatezza; ti graffio con le mani messe ad artiglio, tutta la colonna vertebrale e tu reagisci inarcando la schiena. “Lo sapevo!”, penso fra me e me.
Adesso è il momento dei punti nevralgici. Altra insaponata, l’ultima, e mi dedico al lato B. Lo prendo a piene mani e lo ricopro di schiuma poi entro nel solco e con un dito non posso fare a meno di salutare ed omaggiare la sua apertura strappandoti un sospiro. Con l’altra mano mi occupo della zona frontale, liscia, depilata, come piace a me. E’ già aperta, bagnata, non solo di acqua e con due dita passo deciso sulle grandi labbra per giungere al bottoncino che riesco a stimolare a dovere. Tu allarghi immediatamente le gambe per favorire la carezza. Indugio un pò giocando con il tuo sesso e poi improvvisamente mi fermo, mi alzo e prendo il docciatore.
E’ un modello di quelli che permette di avere differenti flussi d’acqua. Ne scelgo uno che emetta spruzzi fini ma non fastidiosi e inizio a sciacquarti tutta: prima le spalle, poi le braccia e le mani, quindi il seno sul quale resto più a lungo colpendo mollemente i capezzoli, e quando lo faccio mi guardi strana, sorpresa. Non mi fermo su nessuna zona specifica piuttosto ci passo e ripasso più volte. Ho capito che gli spruzzi ti regalano sensazioni piacevoli. Scendo fino alla pancia per poi passare sulla fica e tu sgrani gli occhi e apri la bocca quasi a volere catturare aria che sembra mancarti di colpo. Vado dietro a sciacquare il lato B. Tu allarghi le gambe, è chiaro che ti piace. Torno davanti e mi diverto a stuzzicarti con il getto del “telefono”; ti piace tanto da appoggiarti al muro e sospirare, insisto in questo gioco dove sono io a gestire il tuo piacere. Mi soffermo a pensare che tu, donna di 44 anni hai scoperto solo adesso quanto piacevole può essere un massaggio generato da un getto d’acqua. Improvvisamente ti accendi e mi distogli dai pensieri. Ti metti in ginocchio e ti dedichi a me, al mio lui, al mio sesso. Lo prendi in mano e lo massaggi con forza, con vigore, con decisione, come se fosse pura energia vitale, lo abbracci con le labbra e lentamente lo fai scivolare in bocca, le labbra serrate all’asta. Non mi hai mai deliziato con questa energia, con questa passione. Chiudo gli occhi e mi godo il momento. Sono costretto ad appoggiarmi perché la sensazione è forte tanto da farmi traballare. Ti tocco per farti capire, come faccio sempre, che stai per farmi godere, ma tu non molli; neanche il getto della doccia sulla tua testa sembra distoglierti.
Non capisco più niente. La tua lingua serpeggia sulla punta, le labbra abbracciano l’asta e la mano stuzzica i testicoli.
Ti fermo con prepotenza altrimenti tutto si conclude velocemente. Riesco a prendere fiato e a trattenermi, ma non so per quanto altro ancora.
Ti alzi in piedi, ti metti di fronte al muro, mani appoggiate alla parete e schiena inclinata in avanti. “Facciamo l’amore!”. Pronunci la frase a bassa voce ma sembra un urlo prepotente che non ammette repliche. Mi avvicino e mentre busso alla tua porta per entrare in paradiso, mi chiedo “Fino ad ora cosa abbiamo fatto?”. Strano come reagisce il cervello in determinate situazioni.
Entro in te con estrema facilità; sei dilatata, eccitata, fradicia d’acqua e di un miscuglio dei nostri umori.
Inizio a pompare, prima lentamente poi più deciso, te lo spingo dentro, tutto, e poi lo faccio uscire quindi di nuovo dentro. Tu mugoli e io grugnisco. Suoni atavici, incontrollati, che provengono dal profondo, dalla pancia ed esprimono gioia.
Non passa molto che hai il primo orgasmo. Mi fermo, abbracciato a te, per permetterti di godere del momento e sopratutto per calmare, ancora una volta, la mia eccitazione.
Riparto con forza, ti tengo per i fianchi e stantuffo come un pistone impazzito, tu mi fai calmare, rallentare e allora con una mano ti giro la testa e ti faccio capire che voglio baciarti e con l’altra ti stimolo il clitoride. Le nostre lingue si toccano, danzano gioiose, felici di incontrarsi e di riconoscersi, mentre le mie dita tentano di stuzzicare il tuo piacere, ma non sono molto concentrato e non so bene cosa faccio, ma deve piacerti visto che giungi al secondo orgasmo.
Mi fermo di nuovo, ma so che siamo solo all’inizio. Ricordo quella volta che ti arrabbiasti perché te ne avevo fatti raggiungere solo 5 e tu ne volevi molti di più per essere soddisfatta.
Non ho mai avuto una donna come te.
Tento di sollevarti per scopare in piedi tenendoti in braccio, ma tu rifiuti per paura che io scivoli sul pavimento bagnato.
Allora mi accuccio e affondo la mia testa in mezzo alle tue gambe.
Bacio, lecco e succhio il tuo clitoride, lo scopro totalmente e lo succhio di nuovo. So che questo ti piace, ti fa impazzire e so che a breve mi fermerai per l’intensità delle sensazioni che dici di provare, ma a me piace sapere che ti faccio provare i brividi.
Continuo a leccare tutto il tuo sesso, dappertutto, con l’acqua che mi cade sulla testa e scende sul viso togliendomi aria e impedendomi di farlo bene. Ma non mollo. Mi piace la tua fica. Ci infilo due dita e avvio un andirivieni che sembri gradire. Ma so cosa vuoi e non ti faccio attendere oltre. Affondo le due dita dentro di te e vado a cercare quella zona un po più ruvida che si trova esattamente in corrispondenza del clitoride ma dentro al tuo corpo. E la massaggio, la struscio, ci disegno cerchi ci tamburello mentre con le labbra succhio il clitoride fuori.
Lo sento che sei tesa, tutti i muscoli tirati, concentrata come sei sulle sensazioni, avverto il tuo respiro affannoso e immagino i tuoi occhi chiusi.
Improvvisamente mi fermo, mi siedo sul pavimento e tu senza dire nulla ti impali su di me. Faccia a faccia. Ho il tuo seno all’altezza della mia bocca e ne approfitto. Lecco con trasporto un capezzolo, lo succhio, lo frusto con la lingua, lo tiro e strattono con le labbra, ci incollo sopra la bocca ed aspiro forte, quasi a farti un succhiotto. So che ti piace, e ripeto ancora e ancora ma devo fermarmi perché tu giungi alla vetta del piacere. Inizi a tremare come una foglia, chiudi gli occhi e il tuo corpo si scuote con forza. Ti lascio fare e mi calmo ancora una volta. Non è ancora arrivato il momento di godere e poi come sempre, trascorsi i primi minuti di grande eccitazione, perdo un pò di sensibilità e sono capace di ritardare a piacimento la conclusione tanto attesa. Questa cosa accade con te, con altre donne non so. Con la mia ex avevo l’eiaculazione precoce, con te è l’esatto contrario. Non so se è merito mio o tuo…. chissà.
Sono ancora dentro di te, teso e tu sei appoggiata sulla mani poste dietro di te. Ci guardiamo negli occhi ci baciamo e poi una strana luce si accende nel tuo sguardo. Ti metti carponi mostrandomi il tuo lato B, ti giri verso di me e mi chiedi di prenderti dietro. Non sei molto abituata a questa pratica; anche se ogni tanto lo facciamo non sei elastica abbastanza per violarti senza crema. Uso il sapone. Lo cospargo sulla mia asta, non molto in verità, e provo ad entrare. Forse la situazione, forse l’acqua, forse tu che sei eccitatissima, fatto sta che entra abbastanza bene.
Lo so già non resisterò. Sei troppo stretta, sexy, adoro questa posizione e sopratutto il tuo culetto. Mi fa impazzire. Vado lento per non farti male ma tu mi sorprendi spingendo indietro il corpo e impostando un ritmo più sostenuto. Comincio ad avere freddo. La posizione mi obbliga a stare fuori del getto caldo della doccia e anche se il bagno è impregnato di vapore avverto la differenza di temperatura. Ma non tutto il male viene per nuocere. Il freddo mi deconcentra dalle sensazioni e pur rimanendo eccitato sono meno coinvolto. Tu no, sei ancora calda… ed esplodi in un altro orgasmo.
Ti chiedo di girarti. Schiena a terra e gambe in alto appoggiate alle mie spalle. Ti prendo così. Adesso entra più agevolmente e tu gemi per il piacere. Ricomincio a martellare, ma questa volta non ce la faccio a trattenermi sento che sto per esplodere. La miccia l’accendi tu mettendomi i piedi sul viso e ordinandomi di leccarteli.
Non capisco più nulla. Ti stantuffo nel culetto e contemporaneamente ti lecco le piante dei piedi e le dita. Ti accorgi che sto per concludere, mi chiedi di resistere ancora un poco, ma non ce la faccio. I tuoi piedi sono la ciliegina sulla torta ed erutto tutto il mio piacere sul tuo addome e mi accascio sopra di te esausto.
Siamo distesi sul letto, puliti e asciutti entrambi appagati ma stanchi sia per la precedente attività fisica che per il fatto di essere stati sotto il getto di acqua calda per quasi un ora.
Come sempre quella piena di energia sei tu. Io non riesco a muovere un muscolo e tu sei arzilla come appena svegliata e ti stai preparando per l’imminente uscita a cena con amici. E poi dicono che voi donne siete il sesso debole….
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