L'avvocatessa Cap 17 ( il socio - parte decima)

di
genere
dominazione

L'A V V O C A T E S S A
Cap. 17 (Il cliente – parte - decima-)

Sono distesa nuda su un lettino da massaggio, le mani sapienti di una ragazza bruna stanno carezzando il mio corpo, con lo sguardo ho già mandato segnali di gradire molto, anzi voglio che si spinga oltre, raccogliendo il tacito invito, languidamente si slaccia il camice, mettendo in mostra un seno tornito e pieno, un ventre piatto, si denuda completamente si avvicina al lettino in modo che possa carezzargli la micetta, sento che anche lei è bagnata, le inserisco due dita nella vulva le ritraggo, le lecco voluttuosamente, finalmente un sapore dolce di pulito, sono percorsa da un brivido, spalanco le gambe e mi inarco, la ragazza capisce immediatamente e si tuffa sul mio sesso, leccando e succhiando come un'ossessa,
E' una nottata incandescente, sesso allo stato puro,in tutte le salse, non sono mai paga, oramai sono ore che do e ricevo piacere, dovrei sentirmi svuotata ed invece sono come una pila che si ricarica con gli orgasmi: il dito medio nel sedere, la lingua della ragazza che mi stuzzica il clitoride, ed ecco che le scarico in bocca uno squirt infinito, tremo in ogni mia fibra, godo per l'ennesima volta questa sera, rialza la testa e mi bacia, sento il mio sapore sulle sue labbra, sulla sua lingua; allungo la mano e la penetro con due dita, scorrono come sul velluto, ansima sul mio viso, la sento irrigidirsi per poi spingere il suo ventre sulla mia mano:”Tutta dentro, la voglio tutta dentro!” mi mormora all'orecchio; non me lo faccio ripetere: la faccio mettere supina ed inizio la manovra di fisting, inserisco la mano sino al polso, si agita, mugola, la muovo lentamente con dolcezza, il suo ventre si contrae involontariamente, capisco che sta raggiungendo l'orgasmo, estraggo la mano e vengo investita da una fontana di liquido, siamo completamente bagnate, sudate, ci lecchiamo i corpi vicendevolmente, ci baciamo, i nostri seni si strofinano così come i nostri sessi; alla fine mi prende la mano e mi conduce nella stanza vicina dove ci aspetta una vasca idromassaggio a livello pavimento, ci immergiamo e lasciamo che l'acqua ci rigeneri; praticamente non ci siamo parlate, è stato solo sesso, una ricerca del piacere puro e semplice; usciamo dalla vasca, i nostri corpi sono lucidi, ci asciughiamo, carezzandoci con teli morbidi, mi indica una porta e mi saluta sfiorandomi le labbra con un tenero bacio; entro nella stanza indicatami, c'è un grande letto con lenzuola di seta nera,e finalmente posso riposarmi, mi stendo e piombo immediatamente in un sonno profondo senza sogni.
La luce del sole che entra dalla vetrata, mi sveglia: è domenica mattina, sono riposata e curiosa per quello che mi attende ancora in questo fine settimana così diverso ed inusuale; sento un leggero bussare alla porta:”Avanti!”, compare la bella ragazza della sera precedente che spinge un carrello colmo di cornetti, frutta, affettati, formaggi, caraffe di succhi ed un thermos che emana un buonissimo profumo di caffè, le sorrido, mi accorgo di avere una fame “lupigna” del resto è dal pranzo di sabato che non metto nulla in bocca -salvo sperma e secrezioni umane varie-, mi copro con il lenzuolo sino al collo, prendo un vassoio, mi servo abbondantemente ed inizio a mangiare, mentre la ragazza si ritira senza proferire parola. Dopo essermi saziata, mi alzo, allo specchio vedo uno splendido corpo, che, per fortuna, non mostra i segni degli oltraggi subiti: i seni sono ben distanziati, tondi e sodi, come sodo è il sedere, il ventre piatto con una leggera peluria scura che sembra una indicazione per dove inserire il membro, sorrido fra me e me per la similitudine, le cosce ben tornite, muscolose, ma non troppo: vedo proprio una bella ragazza, che potrebbe essere oggetto del desiderio di moltissimi uomini, ma non di Antonio, o almeno così sembra finora.
Si apre la porta ed Antonio entra, senza bussare, naturalmente, è avvolto in una vestaglia di seta nera, si ferma e mi guarda sorpreso, forse non si aspettava quello spettacolo, non cerco di coprirmi, anzi mi metto di fronte a lui, lo guardo con aria di sfida come a dire:”Eccomi qua,ti piaccio? Prendimi! Se vuoi sono tua!” Noto un gonfiore promettente sotto la vestaglia: sorrido, finalmente raggiungerò il mio scopo, dopo tutto quello che avevo dovuto subire... Mi avvicino muovendo sinuosamente le anche, senza tacchi sono alta quasi quanto lui, lo bacio con ardore, forzando con la lingua le sue labbra, le mie mani lo stringono alle spalle, che sento forti e muscolose, scendono sui glutei anch'essi duri come il marmo, poi si spostano davanti: sento un membro non lungo ma molto largo e duro come il legno stagionato; slaccio la cinta della vestaglia e lo sento pelle contro pelle sulla mia pancia:”Cara Giovanna, adesso dovrai soffrire; la natura mi ha dotato in maniera sproporzionata: tutte le tue aperture che violerò, e credimi,le violerò tutte, si dilateranno in maniera non comune, per cui quello che hai subito finora ti sembrerà una passeggiata!”
Mi scosto, poso il mio sguardo sul suo inguine: quello che dice deve corrispondere a verità: il suo pene è lungo si e no dodici centimetri ma ha un diametro di circa quindici, se non più, da cui pendono due testicoli grossi come pesche – conterranno mezzo litro di sperma -, praticamente non ha punta, è un cilindro. Adesso lo guardo negli occhi, non ho paura, anzi mi sto bagnando, sono pronta:” Fai di me quello che vuoi, signore, sono pronta!” Vedo passare nel suo sguardo un lampo di cupidigia, come un lupo che ha adocchiato l'agnello più tenero del gregge, si appoggia su di me.
Se possibile il suo membro si è più indurito ed allargato, mi ispeziona la bocca con la sua lingua, già ansima, penso che la sua voglia sia così tanta che non durerà tanto: forse sarà meglio considerato quanto avevo visto. Mi appoggia al muro, mi solleva le braccia sopra la testa e mi costringe a scivolare piegando le gambe sino a giungere con la bocca all'altezza del suo membro: da così vicino è mostruoso, sembra quello di un cavallo, anche se più corto. Lo appoggia alle mie labbra e spinge per entrarmi in bocca, mi slogo quasi la mascella per riceverlo: vedo la mia immagine riflessa nello specchio della camera, è eccitante: le mie gote sono gonfie, ho il viso deformato, riesco a malapena a respirare, i suoi testicoli ballonzolano sul mio mento, mentre inizia la eterna danza del dentro e fuori; le mie ghiandole salivari producono un liquido viscoso che mi cola dagli angoli della bocca e si posa sulle sue palle; esce dalla mia bocca, con la mano le raccoglie e me le fa leccare, le succhio, prima l'una e poi l'altra, poi tutte e due insieme, anche se è una impresa difficile, ma le prendo ambedue in bocca e ci gioco con la lingua; il mio viso è coperto di saliva e tutto bagnato, mi solleva alla sua altezza ed inizia a leccarmelo:”Sei bellissima,Giovanna, ti voglio!” Mi sussurra all'orecchio, le sue mani sono come ventose sui miei seni, gli indici ed i pollici mi stringono i capezzoli fino a farmi male, ma non lo do a vedere, anzi partecipo: con la destra impugno il suo membro, lo masturbo con forza; mi gira faccia al muro, adesso è lui che scende all'altezza dei miei glutei; si intrufola in mezzo con il viso, sento la sua lingua che forza l'ano, che lecca la vulva, mi inarco per favorirlo, ho la pelle d'oca in mezzo alle gambe; le sue dita forti si insinuano nel mio di dietro, mi masturba l'ano velocemente,inserisce tre dita, insomma cerca di prepararmi a ricevere la sua mostruosità; ecco che si rialza:”Sei pronta?” mi sussurra, cerco di rilassarmi il più possibile, sento il suo membro spingere senza cedere di un millimetro, vorrei sottrarmi, mi mordo le labbra per non urlare; con le mani allargo i glutei, sento quasi squarciarmi l'ano, sta entrando, gli occhi mi si riempono di lacrime, sono dilatata al massimo, ma il suo membro ancora fatica a farsi strada, poi all'improvviso sento i testicoli ballonzolare sul mio sesso, il dolore diminuisce, è entrato tutto! Con la mano cerco la mia micetta provo a penetrarmi ma la trovo ostruita dalla dilatazione del rettocele, la membrana che divide il retto dalla vagina. Allora prendo a sfregarmi il clitoride, le gambe mi tremano, sembrano non essere più in grado di sorreggermi, vorrei che si scaricasse dentro di me per porre fine al supplizio, ma allo stesso tempo spero che continui; mi ansima all'orecchio:”Ti piace, vacca eh! Prendilo nel culo!” Dopo un tempo che non so quantificare, sono quasi allo stremo, lo sento uscire dalle mie viscere, l'uscita mi procura un orgasmo indicibile con relativo squirt che mi bagna l'interno delle cosce e scende fino al pavimento; un odore acre mi colpisce le narici, non può essere che il suo membro che si è imbrattato nella sua penetrazione estrema, ma non mi importa, sono talmente eccitata che sono disposta a tutto:”Adesso assaggia il sapore del tuo culo!” mi giro e mi accascio davanti alla sua virilità, lo guardo negli occhi mentre, spalancando la bocca, lo ricevo: ha un sapore amarognolo, noto un lampo di soddisfazione nei suoi occhi, ma non mi importa, oramai sono in balia dei miei sensi, godo per ogni atto sessuale, per sporco che sia, godo per gli sguardi del mio amante, godo in ogni centimetro del mio corpo e con ogni centimetro. Lecco e succhio e glielo restituisco lucido, mi sollevo mi sottraggo al suo abbraccio e lo spingo verso il muro, lo giro faccia al muro e scendo fra i suoi glutei: glieli allargo e mi tuffo sul suo ano grinzoso, lo lecco ben bene, cerco di forzarlo con la lingua, poi introduco due dita, lo sento irrigidirsi:”Rilassati, ti farò un massaggio alla prostata, ti piacerà!” Anche lui è
disposto a ricevere umiliazioni per il piacere, questo mi eccita, estraggo le dita, mi metto dinanzi a lui e, mentre lo guardo lasciva, le lecco con gusto; “Che puttana!” esclama e sollevandomi di peso, con le braccia sotto le mie ginocchia, mi penetra con forza, quasi inchiodandomi contro la parete; urlo di piacere e di dolore, perché, anche se ben lubrificata, il mio sesso fa fatica a riceverlo; sento il freddo della parete sulla mia schiena, che contrasta con il calore che si sprigiona dal mio basso ventre; Antonio è forte e sembra non faticare in questa posizione, sono sballottata aggrappata alle sue spalle, chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal movimento; oramai il suo pene ha compiuto l'opera opera di adattamento delle pareti del mio sesso allargate e ben aderenti, i movimenti si fanno via via più veloci e concitati, sento che sta per venire, lo stringo ancora di più cercando di aderire il più possibile al suo ventre e di lì a poco sento, letteralmente, un fiume in piena che mi riempe mentre comincio a pulsare, quasi a volergli stillare fino all'ultima goccia del suo sperma:l'eiaculazione dura almeno un minuto e, come avevo intuito, il mio grembo avrà ricevuto mezzo litro di liquido. Sono spossata, riapro gli occhi, cerco la sua bocca, lo bacio:”E' stato meraviglioso, Antonio!” “Aspetta, ancora non è finita, devi essere la mia puttana fino alla fine!” mi rispose, cogliendomi di sorpresa. Mi appoggia in terra, prende un bicchiere dal vicino tavolo, poi guardandomi con il suo beffardo sorriso:” Accucciati e riempilo con la mia sborra!” mi ordina ponendomi la mano sul capo: quel gesto mi fa piacere, sento che mi vuole dominare, ma capisco anche che un legame si è stretto fra noi, non capisco bene che tipo di legame, ma c'è. Con un leggero rumore il suo liquido seminale esce da me e quasi riempe il bicchiere, saranno duecentocinquanta centilitri, mi fa distendere e mi versa lo sperma lentamente, partendo dal mio sesso per raggiungere la fronte, passando fra i seni e sulla mia bocca spalancata, come alla ricerca di aria. Poi lo raccolgo con la mano e, guardandolo negli occhi, me lo faccio scivolare in bocca, gli mostro che è piena e poi ingoio come se fosse acqua. Mi prende per i capelli e mi costringe ad alzarmi, mi bacia esplorandomi la bocca in ogni angolo; lo adoro quando fa così: mi domina ma poi si abbandona come un innamorato: sono pazza di lui potrà chiedermi qualsiasi cosa ed io sarò disponibile a tutto: ci sono vari tipi di donne: quelle che del sesso non ne vogliono sentir parlare, quelle normali che lo fanno, anche con partecipazione, ma poi tutto si ferma lì, e quelle come me: puttane, nel senso più ampio della parola e non spregiativo, disposte a tutto per godere ed anzi più il sesso è sporco, umiliante e più godono, che raggiungono l'apice del piacere quando trovano l'uomo giusto: io credo di averlo trovato!

scritto il
2020-11-03
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