Mia cognata Rebecca (ep1)

di
genere
sentimentali

Il rapporto con mia cognata lo definirei particolare. Ho sempre avuto la sensazione che tutto possa cambiare tra di noi in un instante. Uno sguardo, un gesto affettuoso, alle volte basta poco per ritrovarsi in una situazione nella quale ti rendi conto di varcare quella soglia da cui non si torna indietro.

In questa serie di racconti proveró a descrivere quella soglia, lascio al lettore il compito di distinguere la fantasia dalla realtá.

Mia cognata si chiama Rebecca, Becky per gli amici. Ha 44 anni, alta poco piú di un metro e settanta, capelli e occhi castani. Se l'occasione lo merita ha sempre amato vestirsi in maniera
provocante, o forse é solo come appare ai miei occhi. Dalla nascita della figlia ha mantenuto una terza di seno e anche se con gli anni qualche chiletto in piú lo ha messo, ha un corpo che ritengo estremamente sensuale.

In un caldo giorno di Agosto, avendo il pomeriggio libero mi ritrovo a girovagare per la cittá senza meta. Sulla dashboard della mia auto una chiamata in arrivo da mia moglie che mi informa dei piani per la serata, una pizza a casa della sorella visto che il marito é via per lavoro.

Ci accordiamo per le sette, orario in cui passeró a prenderla a lavoro per poi dirigerci a casa della sorella.

Il climatizzatore in auto non é abbastanza per attenuare il caldo afoso, decido quindi di dirigermi verso casa per una doccia fredda, quando la dashboard si illumina di nuovo. Una chiamata da Becky.

Mia moglie l'ha informata del mio girovagare senza meta e cosí ha deciso di estendere l'invito al pomeriggio per un gelato in attesa che la sorella finisca di lavorare. Possiamo passare a prenderla
insieme al ritorno dalla pizzeria, mi dice.

La parte posteriore della mia maglia é aderente ai sedili di pelle, tra un gelato e una doccia fredda avrei di certo preferito la doccia ma non volendo sembrare sgarbato decido di accettare l'invito.

Giunto a destinazione suono al citofono e Becky non tarda ad aprire, l'idea della doccia balza improvvisamente in secondo piano. Ha in dosso un vestitino verde di cotone a fiori, corto a metá coscia e smanicato.

Mi invita dentro e si scusa per l'abbigliamento, leggermente sconcio, dovuto al caldo torrido degli ultimi giorni. Sorrido e rispondo di non preoccuparsi.

Non vedendo la figlia in giro per casa, le chiedo dove sia. E dove vuoi che sia, mi risponde, in giro con gli amici! Alla sua etá sembra essere il suo unico interesse!

Non che noi alla sua etá fossimo tanto diversi, le dico, lei sorride.

Ci accomodiamo in cucina, la parte piu' fresca della casa a quell'ora.

Ora ci rinfreschiamo con il gelato, mi dice!

Sporgendosi in punta di piedi per raggiungere le coppe, che aveva posizionato al fondo del freezer, mi da un’ampia visuale sul lato del seno scopertosi a cause del movimento. Essendosi accorta dell'accaduto si gira verso di me cogliendomi in fragrante, il mio sguardo é fisso su un punto in particolare.

Lo spettacolo sconcio non era previsto, mi dice, scoppiamo in una risata!

Rinfrescati dal gelato, e dalla piacevole conversazione, mentre io mi diriggo verso il divano, in salotto, Becky va in doccia per poi preparsi ad uscire.

Dopo circa venti minuti mi sento chiamare.

Entrando in camera da letto la trovo di fronte allo specchio, dandomi le spalle. Ha in dosso un vestitino rosa con una lunga cerniera dietro aperta fino a sopra il culo.

Esorta con: seconda parte dello spettacolo sconcio, ti dispiace tirarla su?

Imbambolato le rispondo: certo la terza parte deduco sia in seconda serata visti i temi da affrontare.

Ancora una risata mentre mi accingo ad eseguire l’ordine.

Prendendo in mano la zip, la mie dita toccano la sua zona lombare, lei sobbalza come elettrizzata.

Il mio viso é a pochi centimetri dal suo collo, sento il profumo della sua pelle misto al caldo afoso, é inebriante.

Alzo lo sguardo, con un lieve imbarazzo, e vedo i suoi occhi nello specchio, mi guardano fisso.

Non riesco a quantificare il tempo trascorso, sono certo si tratta solo di pochi secondi, anche se sembrano minuti.

Oops, sono le uniche parole che mi escono di bocca.

Lei mi guarda fisso e sorride, senza proferire parola.

Sembra ci fossimo detti qualcosa in quel breve silenzio.

Tiro su la zip e ci dirigiamo verso la pizzeria.

Continua… se volete.
di
scritto il
2020-11-16
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