Un bacio ricco di sapore
di
desade80
genere
gay
“Lo hai visto anche oggi, vero?”
“No, te lo giuro!” E nel momento in cui lo disse vidi il suo volto avvamparsi.
Strinsi il suo mento nella mano destra e lo baciai. Sapeva di non potere oppormi resistenza. Succhiai la sua saliva.
“Mi dispiace, ma nonostante tu ti sia sciacquato più volte la bocca non sei riuscito a fare scomparire del tutto il sapore del suo sperma! Sei solo una puttana, Alessandro…”
“Amore, ti prego, perdonami, lo sai che amo solo te!”
Mentre piagnucolava sfilai cintura.
“Spogliati e mettiti carponi, cagna!”
Alessandro si spogliò e io feci altrettanto. Aspettai che si mettesse carponi. Guardai il suo corpo sinuoso, la sua pelle bianchissima e il desiderio di colpirlo si fece ancora più forte.
Arrotolai parte della cintura sulla mano destra e gli vibrai un paio di cinghiate sui glutei.
Alessandro iniziò a gemere.
Una terza cinghiata, più forte, gli fece scoppiare un piccolo lembo di pelle e iniziò a sanguinare. Alessandro iniziò a gridare: “Sborro, amore, sborroooo!”
Entrai dentro di lui con un colpo secco e comincia a sborrare a mia volta. L'eiaculazione fu dirompente.
Quando scaricai l’ultima stilla di sperma crollai sopra di lui che a sua volta si appiattì sul pavimento in legno, la pancia che si inzuppava del suo stesso sperma.
Rimanemmo così, ansimanti e appagati per un tempo indefinito.
“Ti amo, amore,” gli sussurrai all’orecchio.
“Anch’io ti amo da morire.”
Più tardi ci facemmo una doccia e andammo a letto. Lì, distesi, Alessandro mi accarezzava il petto.
“Dimmi la verità,” disse, “come pensi reagiresti se mentre mi stai baciando sentissi davvero il sapore dello sperma di un altro?”
“Onestamente? Penso che questo nostro giochino ormai stia mostrando un po’ la corda e che dovresti cominaciare a farlo per davvero.”
“Era la stessa cosa che pensavo io… ti amo, amore!”
“Anch’io ti amo, Alessandro.”
“No, te lo giuro!” E nel momento in cui lo disse vidi il suo volto avvamparsi.
Strinsi il suo mento nella mano destra e lo baciai. Sapeva di non potere oppormi resistenza. Succhiai la sua saliva.
“Mi dispiace, ma nonostante tu ti sia sciacquato più volte la bocca non sei riuscito a fare scomparire del tutto il sapore del suo sperma! Sei solo una puttana, Alessandro…”
“Amore, ti prego, perdonami, lo sai che amo solo te!”
Mentre piagnucolava sfilai cintura.
“Spogliati e mettiti carponi, cagna!”
Alessandro si spogliò e io feci altrettanto. Aspettai che si mettesse carponi. Guardai il suo corpo sinuoso, la sua pelle bianchissima e il desiderio di colpirlo si fece ancora più forte.
Arrotolai parte della cintura sulla mano destra e gli vibrai un paio di cinghiate sui glutei.
Alessandro iniziò a gemere.
Una terza cinghiata, più forte, gli fece scoppiare un piccolo lembo di pelle e iniziò a sanguinare. Alessandro iniziò a gridare: “Sborro, amore, sborroooo!”
Entrai dentro di lui con un colpo secco e comincia a sborrare a mia volta. L'eiaculazione fu dirompente.
Quando scaricai l’ultima stilla di sperma crollai sopra di lui che a sua volta si appiattì sul pavimento in legno, la pancia che si inzuppava del suo stesso sperma.
Rimanemmo così, ansimanti e appagati per un tempo indefinito.
“Ti amo, amore,” gli sussurrai all’orecchio.
“Anch’io ti amo da morire.”
Più tardi ci facemmo una doccia e andammo a letto. Lì, distesi, Alessandro mi accarezzava il petto.
“Dimmi la verità,” disse, “come pensi reagiresti se mentre mi stai baciando sentissi davvero il sapore dello sperma di un altro?”
“Onestamente? Penso che questo nostro giochino ormai stia mostrando un po’ la corda e che dovresti cominaciare a farlo per davvero.”
“Era la stessa cosa che pensavo io… ti amo, amore!”
“Anch’io ti amo, Alessandro.”
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