Claudia inizia a conoscersi
di
M_C
genere
prime esperienze
- Claudia, stai frequentando qualche ragazzo?
Non si aspettava questa domanda, divenne subito un po’ rossa.
- No mamma, perché me lo chiedi?
- Così...pensavo che…non lo so – ora era mamma ad essere imbarazzata – beh, stai sempre attenta, ecco.
- Certo mamma, non preoccuparti, davvero, te lo direi – rispose dubbiosa Claudia, chiedendosi come mamma fosse riuscita a scoprirlo
- forse sì, o forse no, non è importante: ti chiedo solo di fare attenzione, tesoro.
- ma mamma, non capisco perché mi chiedi queste cose – e non lo capiva davvero, era stata più attenta che potesse quando vedeva Leonardo.
- mettiamola così – ed ora era mamma ad essere rossa – sono sempre io che faccio la lavatrice, ricordi? ecco – e così dicendo uscì dalla stanza di Claudia, senza aggiungere altro, lasciandola senza parole.
- cazzo, cazzo, cazzo come ho fatto ad essere così stupida, a non pensarci?
Claudia era un misto di rabbia e vergogna per essere stata scoperta così, subito e senza possibilità di appello.
Era successo tutto circa un mese fa, all’inizio dell’ultimo anno di superiori. Leonardo era stato un suo compagno fin dal primo anno. Amico non sarebbe la parola giusta per definirlo, ma erano buoni compagni di classe. Nei quattro anni precedenti Claudia non lo aveva mai guardato in quel modo, ma da quando era iniziato l’anno della maturità…forse i muscoli che aveva messo su quell’estate, forse che erano ormai tutti e due maggiorenni, forse chissà…però qualcosa era cambiato. Anche solo a guardarlo, Claudia si eccitava terribilmente.
Sulle prime non ci fece tanto caso, accantonò la cosa come una cotta passeggera, di quelle che a tutti capitano ma non ancora a lei, sicuramente non in quel modo. Ma il tarlo non voleva andarsene, anzi, diventava giorno dopo giorno più grande, più insistente e Claudia non fu più in grado di resistergli.
Erano ormai due settimane che vedeva Leonardo, tutte le sere, allo stesso modo.
Dopo la cena era solita ripassare qualche materia per il giorno dopo o, nelle serate fortunate, guardare una serie tv o stare al telefono con qualche amica. Le solite cose, insomma.
Poi però arrivava il momento di andare a dormire, e arrivava puntuale Leonardo.
Era ormai l’inizio di ottobre, ma il caldo sembrava non andarsene, così una maglietta scelta a caso tra quelle vecchie andava benissimo per dormire, e nulla più.
Claudia si infilava sotto le coperte, e aspettava. Non passavano più di due o tre minuti, e lui arrivava, a darle la buonanotte.
Gli occhi le si chiudevano, si dipingeva un sorriso in faccia, mentre con la mano Claudia si accarezzava il seno, stringendosi il capezzolo tra le dita. Un piccolo fremito, il sorriso si allargava. Poi arrivavano i fianchi, le anche, il bacino, e la sua mano iniziava ad essere meno delicata, voleva toccare, voleva stringere, aveva voglia.
Per Claudia quella era la mano di Leonardo, che la teneva stretta a sé. Era tutta sua in quel momento.
Non impiegava molto per arrivare a sentire il bordo degli slip, inutile confine delle sue fantasie.
Ancora un attimo Leo, diceva mordendosi le labbra, mentre le dita percorrevano in lunghezza il suo intimo, da cui poteva sentire la forma delle labbra, indovinare la posizione del clitoride dal sussulto che l’aspettava ogni volta che premeva un po’ più forte nel punto giusto.
Sempre con gli occhi chiusi, sempre con Leo affianco a sé, Claudia iniziava ad inarcare la schiena, mentre sentiva gli slip diventare più caldi e umidi dei suoi desideri.
Se lo sognava gentile, Leo, ed era con quella gentilezza che le dita entravano nelle mutandine, ormai non più sorprese di trovarsi già così bagnate.
E l’indice percorreva le labbra, dall’alto verso il basso e viceversa una, due, tre volte. Il respiro non era più regolare. L’indice si fermava, in compagnia del medio, proprio lì, in quel puntino che Claudia aveva scoperto darle il massimo del piacere. Un movimento circolare, lento ma deciso. Un giro, due giri e l’indice affonda un po’ di più, tre giri e le dita sono come immerse in questo piacere liquido.
La mano libera iniziava a stringere più forte il cuscino, le punte dei piedi tirate come una ballerina, le cosce non riuscivano a rimanere aperte. Quarto giro, i brividi dalla testa ai piedi. Quinto giro, Leonardo sto venendo. Sesto giro, la mano libera si muove veloce a soffocare i gemiti. Uno spasmo percorre tutto il corpo, prepotente l’orgasmo prende Claudia e la trasporta solo lei sa dove, lei e Leonardo, insieme.
Claudia riapre gli occhi, riprende il controllo del respiro, il sorriso se ne sta ancora lì, beato. Passa un minuto, due, cinque. Il corpo si distende, i muscoli si rilassano.
Sente le mutandine bagnate, è una sensazione nuova per lei, ma le piace addormentarsi così, la sensazione continua dell’eccitazione appena sfogata, l’odore del piacere che arriva prepotentemente alle sue narici.
Ecco l’’indizio che si è fatta sfuggire con mamma. Ma in quel momento, è l’ultimo dei suoi pensieri.
Ci vediamo domani Leo, buonanotte.
Non si aspettava questa domanda, divenne subito un po’ rossa.
- No mamma, perché me lo chiedi?
- Così...pensavo che…non lo so – ora era mamma ad essere imbarazzata – beh, stai sempre attenta, ecco.
- Certo mamma, non preoccuparti, davvero, te lo direi – rispose dubbiosa Claudia, chiedendosi come mamma fosse riuscita a scoprirlo
- forse sì, o forse no, non è importante: ti chiedo solo di fare attenzione, tesoro.
- ma mamma, non capisco perché mi chiedi queste cose – e non lo capiva davvero, era stata più attenta che potesse quando vedeva Leonardo.
- mettiamola così – ed ora era mamma ad essere rossa – sono sempre io che faccio la lavatrice, ricordi? ecco – e così dicendo uscì dalla stanza di Claudia, senza aggiungere altro, lasciandola senza parole.
- cazzo, cazzo, cazzo come ho fatto ad essere così stupida, a non pensarci?
Claudia era un misto di rabbia e vergogna per essere stata scoperta così, subito e senza possibilità di appello.
Era successo tutto circa un mese fa, all’inizio dell’ultimo anno di superiori. Leonardo era stato un suo compagno fin dal primo anno. Amico non sarebbe la parola giusta per definirlo, ma erano buoni compagni di classe. Nei quattro anni precedenti Claudia non lo aveva mai guardato in quel modo, ma da quando era iniziato l’anno della maturità…forse i muscoli che aveva messo su quell’estate, forse che erano ormai tutti e due maggiorenni, forse chissà…però qualcosa era cambiato. Anche solo a guardarlo, Claudia si eccitava terribilmente.
Sulle prime non ci fece tanto caso, accantonò la cosa come una cotta passeggera, di quelle che a tutti capitano ma non ancora a lei, sicuramente non in quel modo. Ma il tarlo non voleva andarsene, anzi, diventava giorno dopo giorno più grande, più insistente e Claudia non fu più in grado di resistergli.
Erano ormai due settimane che vedeva Leonardo, tutte le sere, allo stesso modo.
Dopo la cena era solita ripassare qualche materia per il giorno dopo o, nelle serate fortunate, guardare una serie tv o stare al telefono con qualche amica. Le solite cose, insomma.
Poi però arrivava il momento di andare a dormire, e arrivava puntuale Leonardo.
Era ormai l’inizio di ottobre, ma il caldo sembrava non andarsene, così una maglietta scelta a caso tra quelle vecchie andava benissimo per dormire, e nulla più.
Claudia si infilava sotto le coperte, e aspettava. Non passavano più di due o tre minuti, e lui arrivava, a darle la buonanotte.
Gli occhi le si chiudevano, si dipingeva un sorriso in faccia, mentre con la mano Claudia si accarezzava il seno, stringendosi il capezzolo tra le dita. Un piccolo fremito, il sorriso si allargava. Poi arrivavano i fianchi, le anche, il bacino, e la sua mano iniziava ad essere meno delicata, voleva toccare, voleva stringere, aveva voglia.
Per Claudia quella era la mano di Leonardo, che la teneva stretta a sé. Era tutta sua in quel momento.
Non impiegava molto per arrivare a sentire il bordo degli slip, inutile confine delle sue fantasie.
Ancora un attimo Leo, diceva mordendosi le labbra, mentre le dita percorrevano in lunghezza il suo intimo, da cui poteva sentire la forma delle labbra, indovinare la posizione del clitoride dal sussulto che l’aspettava ogni volta che premeva un po’ più forte nel punto giusto.
Sempre con gli occhi chiusi, sempre con Leo affianco a sé, Claudia iniziava ad inarcare la schiena, mentre sentiva gli slip diventare più caldi e umidi dei suoi desideri.
Se lo sognava gentile, Leo, ed era con quella gentilezza che le dita entravano nelle mutandine, ormai non più sorprese di trovarsi già così bagnate.
E l’indice percorreva le labbra, dall’alto verso il basso e viceversa una, due, tre volte. Il respiro non era più regolare. L’indice si fermava, in compagnia del medio, proprio lì, in quel puntino che Claudia aveva scoperto darle il massimo del piacere. Un movimento circolare, lento ma deciso. Un giro, due giri e l’indice affonda un po’ di più, tre giri e le dita sono come immerse in questo piacere liquido.
La mano libera iniziava a stringere più forte il cuscino, le punte dei piedi tirate come una ballerina, le cosce non riuscivano a rimanere aperte. Quarto giro, i brividi dalla testa ai piedi. Quinto giro, Leonardo sto venendo. Sesto giro, la mano libera si muove veloce a soffocare i gemiti. Uno spasmo percorre tutto il corpo, prepotente l’orgasmo prende Claudia e la trasporta solo lei sa dove, lei e Leonardo, insieme.
Claudia riapre gli occhi, riprende il controllo del respiro, il sorriso se ne sta ancora lì, beato. Passa un minuto, due, cinque. Il corpo si distende, i muscoli si rilassano.
Sente le mutandine bagnate, è una sensazione nuova per lei, ma le piace addormentarsi così, la sensazione continua dell’eccitazione appena sfogata, l’odore del piacere che arriva prepotentemente alle sue narici.
Ecco l’’indizio che si è fatta sfuggire con mamma. Ma in quel momento, è l’ultimo dei suoi pensieri.
Ci vediamo domani Leo, buonanotte.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Claudia si scopre intraprendente
Commenti dei lettori al racconto erotico