Ilenia fa una sega nel parco, mentre la mamma guarda

di
genere
esibizionismo

Maurizia, donna divorziata di cinquant'anni, rifletteva su sua figlia Ilenia che quella sera aveva appuntamento con un ragazzo più grande di lei. Ilenia ha 18 anni e, nel mezzo delle vacanze scolastiche estive, aveva fatto amicizia con Saoul, un ragazzo tunisino di 25 anni del suo quartiere. Maurizia vedeva Ilenia ancora nel suo candore di giovane figlia, anche se quel giorno emerse il retropensiero di ciò che poteva avvenire con quel ragazzo, che lei non conosveva. Ilenia spese molto tempo per truccarsi, rafforzando i dubbi della madre. Ilenia é una graziosa ragazza bionda, con un corpo esile e che, soprattutto a Maurizia, appariva ancora acerbo. Ilenia uscì e Maurizia mise per un po' da parte I suoi pensieri. Era quasi mezzanotte quando però  Maurizia sentí entrare dalle finestre aperte per il caldo estivo la voce di Ilenia. Pensò che stesse tornando a casa. Poi udì anche una voce maschile. Doveva essere Saoul. Allora si affacciò ad una finestra, perché era curiosa di vedere l'aspetto del ragazzo che stava uscendo con sua figlia. Ma quello che vide la trafisse di imbarazzo e sconforto. Ilenia, la sua bambina, era seduta al fianco di Saoul su una panchina del parco sottostante ed era intenta ad abbassagli i pantaloni. Il parco era poco frequentato a quell'ora, ma chiunque passando li avrebbe potuti vedere. In più la panchina era illuminata da un lampione, così che anche Maurizia, dalla finestra del primo piano poteva vedere con esattezza cosa succedeva. Restò a guardare in rigoroso silenzio per non farsi scoprire. Saoul era un ragazzone meticcio, alto, muscoloso e belloccio. Ma quello che sconvolse ancora di più Maurizia fu la vista dei suoi genitali. Abbassò i pantaloni fino al ginocchio, incurante dei possibili sguardi indiscreti. Il suo pube era completamente depilato, il che esaltava ulteriormente le possenti dimensioni del pene, che ancora moscio stava adagiato sulla panchina, sopra a due gonfi testicoli. Era circonciso, con un gigantesco glande. Maurizia si chiedeva come la sua minuta figliola potesse gestire un arnese del genere. E mentre la confusione nella testa di Maurizia era ancora tanta, fu percorsa da un fremito. Anche lei avrebbe voluto avere quel pene. Vide sua figlia prenderlo in mano in maniera goffa, complice la difficoltà nel maneggiare un membro così grosso e la sua evidente inesperienza, che rasserenò un poco Maurizia. Forse Ilenia non aveva avuto altri ragazzi. L'erezione fu scenografica e lasciò a bocca aperta Maurizia. Il pene di Saoul era lungo, largo, corpulento, scolpito in ogni suo dettaglio e non finiva mai di crescere. La punta arrivava ben oltre il suo ombelico e la circonferenza era talmente ampia che le mani di Ilenia non arrivavano a circondarlo tutto. Saoul sollevò la t-shirt mostrando un addominale definito. Ormai era chiaro l'intento di Ilenia : gli stava facendo una sega. Quella tenera brezza serale d'estate ricondusse il ricordo di Maurizia ad un Agosto di tanti anni prima. Era la sua adolescenza. Una vacanza al mare con i genitori. Quel ragazzo più grande di lei conosciuto sulla spiaggia. L'uscita serale e la prima volta che prese tra le mani un pene. I suoi movimenti maldestri e afinalistici, con quel ragazzo che sembrava indifferente e il pene che si afflosciava sempre di più tra le sue mani inesperte. La delusione e una calda notte insonne a pensare di essere stata incapace ad eccitare quel ragazzo più maturo. E il giorno dopo il coraggio che trovò nel domandare alle amiche, vicine di ombrellone, se loro avevano già masturbato un maschio. Una ragazza sembrava conoscere bene l'argomento. Le prese la mano e con pazienza le insegnò il movimento, simulandolo su un calippo acquistato appositamente al bar della spiaggia, e le spiegò alcune astuzie. Le disse soprattutto di avere fiducia, di insistere nel movimento, accelerando il ritmo fino all'eiaculazione. La sera rivide il ragazzo sulla spiaggia, si eccitava ancora a pensare al suo stupore nell'accorgersi che qualcosa era cambiato. Quella mano non era più timida, si muoveva decisa a un ritmo continuo e travolgente. Maurizia sorrideva ripensando alla soddisfazione nel vedere per la prima volta quel liquido lattescente schizzare fuori dal pene. Dopo quella lontana estate prese l'abitudine di masturbare i ragazzi, adorava scrutare i loro sguardi vinti dal piacere, percepire le pulsazioni del pene tra le sue mani, ricevere il caldo nettare come ricompensa del lavoro. La chiamavano "l'amanuense". E ora, a pochi metri da lei, sua figlia stava compiendo lo stesso gesto, con la stessa indecisione che anche lei aveva vissuto. Ilenia cambiava spesso mano e ruotava il polso della mano che riposava. Maurizia sapeva che quando la sega si prolunga la mano diventa indolenzita e formicolante. Ilenia era mancina e il movimento con la mano sinistra appariva più deciso ed efficace scrutando l'espressione del volto di Saoul. Ma il movimento di Ilenia era discontinuo, la presa troppo bassa, il pugno poco stretto. I polsi sempre più appesantiti come se fossero di acciaio. Ilenia pensava a come quel banale movimento potesse essere semplice e complicato nello stesso tempo. Ma dopo mezz'ora di litanico cambio di arto, Ilenia afferrò l'asta di Saoul con tutte e due le mani, in uno scatto misto di sconforto e rabbia. Iniziò a scorrerla brutalmente. Il pene di Saoul era talmente lungo che anche impilando le due mani una sopra all'altra Ilenia riusciva a ricoprirlo per meno di metà. Ma ora il movimento era molto più efficace, riuscendo a stimolare il glande nelle sue escursioni alte. Ciò provocò un sussulto a Saoul, che fu colto dall'occhio curioso ed esperto di Maurizia, la quale provò un brivido di eccitazione nel comprendere lo sbocciare del piacere del ragazzo. Il pudore e il dispiacere che aveva provato nel rendersi conto che sua figlia non era più una ragazzina innocente stavano ormai scivolando via e con il pensiero iniziò ad incitare le mani di sua figlia. C'era anche lei dentro a quelle mani che frenetiche percorrevano l'immensa quantità di carne del pene di Saoul. Quasi si sentiva orgogliosa ad osservare come, dopo un faticoso preambolo, la sua figliola stava sottomettendo quel ragazzo al piacere. Maurizia aveva il fiato sospeso. Non staccava lo sguardo dalla scena. Ilaria aveva preso fiducia. Le mani scorrevano più leggere e sollevate, il movimento era fluido, continuo e in accelerazione lineare. Ogni colpo era più rapido del precedente e più lento del successivo. Anche gli interrogativi sulla qualità della presa e la tecnica del gesto erano ormai svaniti nella mente di Ilenia. La velocità delle mani sfuocava l'immagine. Ormai le mani di Ilenia erano come una locomotiva che marciava a spedita andatura su un unico binario. Maurizia fissava il corpo sempre più teso di Saoul inarcato all'indietro, la bocca semiaperta, il respiro corto e profondo, lo sguardo inebetito, tipico di tutti gli uomini prossimi all'orgasmo. Uno sguardo così simile nel piacere e nella sofferenza. Saoul lasciò sfuggire soffocati gemiti che aumentavano ad ogni espirazione, facendo sorridere all'unisono Maurizia e Ilenia. Madre e figlia. Fino a che un getto potente di sperma uscì dal colossale pene di Saoul e fluttuò nell'aria per poi ricadere, seguito da altri schizzi che zampillarono come in una fontana. Le mani di Ilenia, che avevano raggiunto al momento dell'eiaculazione una velocità supersonica, rallentarono bruscamente senza fermarsi del tutto, come una giostra che sta terminando il suo giro. Erano ora ricoperte dal bianco perlato dello sperma che sotto la luce della luna e del lampione appariva ancora più opalescente, tanto che anche Maurizia riusciva a coglierne il colore e aveva quasi la sensazione di percepirne la consistenza. Il vento accarezzava i genitali umidi di Saoul e i ricordi giovanili di Maurizia, fondendoli di unica gioia, fatta di sogno e di carne. Forse nel silenzio della notte qualcun'altro aveva scrutato la scena nascosto nella penombra del parco o appostato come Maurizia a una finestra. Quando Ilenia tornò a casa la mamma la guardò con occhi diversi. "Come é andata la serata?" le chiese. "Bene, abbiamo fatto una passeggiata nel parco" rispose Ilenia. E intanto si massaggiava le mani, affaticate e produttive come quelle degli amanuensi, in una tradizione che si tramanda di madre in figlia.
scritto il
2021-02-15
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