Fanntasia porno con Pamela Anderson
di
Anonimo
genere
etero
Mi chiamo Pamela Anderson, gli amici tutti mi chiamano Pam. Sono alta un metro e 75, mora sia di carnagione che di capelli abbastanza lunghi, ho una sesta di seno bello sodo, ed un culo molto pronunciato con due chiappe sode, non mi piace radermi la fica, quindi mi piace bella pelosa, del resto anche mio marito ne va pazzo, e non solo lui. Ho 27 anni e sin da piccola ho sempre avuto voglia di essere guardata, non sono mai arrossita quando un uomo o una donna mi guardavano il seno omi facevano i complimenti per la mia abbondanza, anzi a me piaceva molto anzi ci godevo,sono sempre stata un po’ sfacciata. La prima volta che hò scopato, è stato verso i miei 18 anni, e fu il fratello di mia Pamre (mio zio), a liberarmi della verginità. Quel giorno, mia mamma mi disse di andare a casa di suo fratello, per portarci un piatto caldo, perché sua moglie era andata a trovare la mamma malata, e lui non stava tanto bene. Io a 18 anni ne dimostravo una ventina, avevo già un bel seno sodo, e le mie belle chiappe sode. Eravamo in piena estate, indossavo una minuscola minigonna, con una camicetta bianca mezza sbottonata sul davanti, mi piaceva farmi guardare sia dagli uomini che dalle donne. Zio Rocco era a letto con un po’ di febbre, lo feci mangiare, dopodichè, presi una sedia, e mi sedetti di fronte a lui, mostrandogli le mie gambe, nel sedermi, la minigonna si alzò ancora più su mettendo in mostra le mie belle cosce. -Pam cosi me lo fai venire duro? -Ed è quellol che voglio, questo caldo mi ha messo una voglia addosso che non ti dico. A queste parole, mi accarezzai tra le cosce, facendogli intravedere il mio pube pieno di peli, anche perché prima di entrare mi avevo tolto il minuscolo perizoma. -Dai vieni a sederti qui accanto a me sul letto. Mi alzai, e mi sedetti accanto a lui, lo zio senza dire una parola, posò la sua mano tra le mie cosce, salendo sempre più su fino a che non arrivò al mio folto pelo, e a quel punto insinuò nella mia ormai bagnatissima figa il suo dito medio, infilandolo dentro con molta calma ma con decisione. Ero al settimo cielo, quella mano calda e callosa, che mi frugava nel mio intimo mi piaceva da morire. -Dai tiralo fuori dalle lenzuola, fammelo vedere, anche perché finora ho visto solo dei piccoli cazzettini dei miei compagni di scuola, mai uno vero di un uomo. A queste mie parole, buttò da un lato le lenzuola che gli coprivano il corpo nudo, e cosi potei rimirare un enorme cazzo, bello duro, e prendendomi la mia mano disse di accarezzarlo, come lo presi tra le mani, ebbi un sussulto, era caldissimo anche per via della febbre, ma la mia voglia più grande in quel momento, era quello di prenderlo tra le mie labbra e poterlo succhiare con avidità. Era la prima volta che lo facevo ma sembrava che lo avessi sempre fatto, mi piaceva molto, ma dopo un po’ il desiderio era quello di sentirmelo tutto in figa, lo desideravo tantissimo al che mi denudai completamente, e adagiandomi accanto al suo corpo nudo, lo accarezzavo dappertutto, mi alzai sul letto, e prendendo il pene con la mia mano destra, poggiai il suo glande rosso fuoco tra le labbra della mia figa pelosa, e con molta calma mi ci sedetti sopra facendolo sparire nel mio corpo con molta calma, anche perché mi stavo sverginando da sola, non è che sentii tanto dolore, forse era talmente la voglia che sentivo solo piacere. Prima con calma, man mano che andavo avanti incominciai a cavalRocco sempre con maggiore foga, fino a quando non ebbi il mio primo orgasmo, mentre godevo strabuzzai gli occhi era bellissimo, mentre lo zio, mi infilava un dito nell’ano questo contributi a farmi godere con maggiore ardore. Alla fine esausta per il troppo godimento, mi adagiai sfinita sul letto, mentre lo zio mi accarezzava tutto il corpo, aveva ancora il suo enorme cazzo duro, visto che lui ancora aveva goduto. Azzardai un timido: -Scusa, non ti ho fatta godere? -Non preoccuparti, non potevo sburrarti in figa, mica prendi la pillola? -Ancora no, questa è la mia prima chiavata, tu mi hai sverginata. -Dai ora girati a pancia in giù, che voglio leccarti il culetto, lo voglio preparare per quando fra poco te lo sfonderò con questo bell’uccello. Non appena mi distesi a pancia in giu, divaricai le gambe, ed invitai mio zio Rocco a leccarmi il culetto e la figa, cosa che mio zio fece con molto piacere. Godevo come una cagna in calore, mio zio ci sapeva fare con le donne, mi leccava dappertutto, ed io ogni tanto inarcavo il culo per farmelo leccare meglio, la sua lingua sembrava un piccolo pene, e andava una volta in figa e una volta nel buchetto del mio culetto. -Dai ora inarcati un po’ di più, che ti voglio deflorare questo bel buchetto, non preoccuparti che non ti farò male, anzi nel comodino c’è una crema che uso per il culo della zia Moana, ora te ne spalmerò un po’ anche sul tuo forellino, cosi scivolerà dentro con più facilità senza farti sentire dolore. Non appena sentii la cappella poggiarsi sul culetto, mi irrigidii, ma lo zio mi disse che non dovevo, mi dovevo rilassare, cosi avrei agevolato la penetrazione senza sentire dolore. Era molto bravo lo zio, premeva contro le mie natiche, senza farmi avvertire nessun dolore, anzi fui io ad un certo punto ad invogliarlo a penetrarmi di più, ormai la strada era fatta, come lo zio ha capito che poteva osare di più, ha incominciato a stantuffarmelo bene dentro, con il suo andirivieni, intanto mi propinava un sacco di parolacce, a noi donne ci piacciono mentre scopiamo, dopo un po’ di su e giù, incominciò a rantolare con parole che non si capiva nulla, sentii solo vengo. Sentii un caldo e dei fiotti di sperma che mi inondavano l’interno del mio corpo, quando ebbe finito e tirò fuori il suo pene dal mio culo, mi misi accovacciata sul letto, a gambe divaricate, e vedevo scendere sulle lenzuola tutto lo sperma che lo zio mi aveva eiaculato all’interno del mio sedere. Esausti, ci abbracciammo, e senza accorgercene, ci addormentammo l’uno nelle braccia dell’altro. P.S: il prossimo scritto sarà quando è tornata la zia Moana a casa. Se vi fate una sega pensate a me e alla mia figa nera.
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