La signora Valeria e la piccola Ida. Capitolo V
di
Padrona buona
genere
dominazione
La signora Valeria e la piccola Ida. Capitolo V
Valeria si denudò anche lei e si distese sul grande letto. Si appoggiò semisdraiata alla spalliera e fece inginocchiare la schiava innanzi alle sue gambe divaricate.
Le fece adorare per qualche minuto la sua fica, la conturbante foresta di peli che la contornava e più su le mammelle turgide e formose. Poi la fece protendere verso il suo seno e le disse: – Leccalo bene tutto –. Ida lo fece a lungo con grande dedizione e la sua linguetta calda e ben bagnata donava alla padrona brividi di piacere. Ogni tanto Valeria le dirigeva il capo per insegnarle a seguire con la lingua sensuali percorsi dalla piega e dalla curva inferiore fino alle aureole ed ai capezzoli. Più volte tenne affondato il viso della schiava tra le sue grandi mammelle. Poi volle essere ciucciata e Ida restò per tanto tempo a succhiare intensamente l’una e l’altra mammella alternativamente.
Valeria apprezzò l’umile servigio resole dalla schiava e si era molto eccitata. Spostò il viso di Ida innanzi alla sua vulva. – Ora leccami la fica, schiava – disse languida.
Ida si mise a leccargliela con fervore e ritrovò il sapore inebriante degli umori della padrona.
Valeria le insegnò tanti modi in cui le piaceva essere soddisfatta. Le faceva risucchiare in bocca le piccole labbra e doveva suggerle. Le faceva percorrere con la lingua l’intero solco della fica lambendolo da sotto a sopra con una marcata pressione. Le faceva indurire la lingua per introdurla avanti e indietro in vagina. Le faceva dare colpetti di lingua al clitoride o intorno ad esso oppure doveva slapparlo o prenderlo tra le labbra oppure succhiarlo ma delicatamente. Se si fermava per qualche secondo di troppo o non eseguiva i comandi alla perfezione, la spronava a fare bene il suo dovere con qualche scapaccione o schiaffi sul culo.
Ida si impegnò tantissimo per quasi mezz’ora e Valeria ebbe un bellissimo orgasmo invadendole la bocca dei suoi umori.
Come la notte prima, la padrona lasciò la schiava col viso accostato alla sua fica per ripulirla. Le disse: – Tieniti pronta se vorrò in qualsiasi momento essere soddisfatta ancora. – Ed infatti verso le 7 Valeria volle usarla un’altra volta.
Al mattino Valeria chiarì a Ida che avrebbe continuato a tenerla nuda in modalità schiava per tutto il giorno ed anche il giorno seguente. Poi le permise di fare colazione con lei.
Era piacevole tenerla nuda a tempo pieno e goderne continuativamente la bellezza in versione integrale. A Valeria venne l’idea di farle fare la cuoca e camerierina sexy. Le fece indossare un grembiulino che lasciava in vista il seno, la fichetta e il culetto e le disse: – Oggi cucinerai tu il brasato al Barolo. Prendi la punta di natica di manzo che abbiamo lasciato in infusione nel vino con spezie e aromi. – Ogni tanto andava a controllarla mentre cucinava e la obbligava a sculettare o a mettersi in pose oscene. Ma forse la cosa più voluttuosa fu proprio il brasato che Ida servì a pranzo ancheggiando come prescrittole. Era squisito, da urlo! Valeria le permise di sedersi a tavola per gustarlo assieme a lei, ma anche per porgersi prontamente ai palpeggi con cui la padrona le manifestò il suo gradimento. Erotismo e gastronomia: esisteva un’accoppiata più desiderabile?
Trascorsero la notte nella camera da letto padronale e fu una splendida replica della notte precedente. Ida appagò con grande dedizione le infuocate pretese della padrona e, come insegnatole, restò a giacere accostata alla sua fica per pulirgliela ed essere pronta a porgersi per qualsiasi ulteriore servigio. Valeria, che era in tumultuoso fermento erotico, la svegliò due volte per essere soddisfatta ancora.
La domenica mattina Valeria si ricordò che le prime effusioni con Ida erano iniziate giusto la domenica precedente e dunque l’intenso rapporto padrona / schiava che ormai le legava era maturato nel breve volgere di soli sette giorni. Chi l’avrebbe detto? Forse era destino che dovessero incontrarsi. A Valeria piacque l’idea di ritrovarsi nella megavasca idromassaggio per evocare quella loro prima volta e compiacersi dell’avvenuta rapida evoluzione in dominazione.
Aveva ordinato a Ida di attenderla lì semisdraiata con la testa appoggiata sul bordo della vasca. Quando la raggiunse, Valeria si sfilò lo slip e dandole le spalle si sedette sul suo volto per schiaffarle in faccia il grande culo e la sua fica pelosa. Ida iniziò a strusciarle il muso tra le natiche. Poi Valeria le ordinò di leccarle il buco del culo e la schiava glielo slinguò con fervore per molti minuti. Dovette anche spingere avanti e indietro la sua linguetta verso l’interno del buco, assaggiandone il sapore particolare. A quel punto Valeria spinse verso la bocca di Ida la sua fica, che approcciata da dietro sembrò alla schiava ancora più conturbante. Gli umori di cui si era intrisa iniziarono a colare direttamente in bocca a Ida. La schiava, memore degli insegnamenti della padrona, si mise a lavorargliela in tutti i modi. Quel devoto servigio di leccatura durava da quasi mezz’ora, quando Valeria non riuscì più a trattenersi dal venire: le ordinò di tirare fuori la lingua ben dura ed iniziò a cavalcarla con colpi possenti e veloci fino a godere un lungo e intensissimo orgasmo.
padronabuona@gmail.com
[continua . . .]
Valeria si denudò anche lei e si distese sul grande letto. Si appoggiò semisdraiata alla spalliera e fece inginocchiare la schiava innanzi alle sue gambe divaricate.
Le fece adorare per qualche minuto la sua fica, la conturbante foresta di peli che la contornava e più su le mammelle turgide e formose. Poi la fece protendere verso il suo seno e le disse: – Leccalo bene tutto –. Ida lo fece a lungo con grande dedizione e la sua linguetta calda e ben bagnata donava alla padrona brividi di piacere. Ogni tanto Valeria le dirigeva il capo per insegnarle a seguire con la lingua sensuali percorsi dalla piega e dalla curva inferiore fino alle aureole ed ai capezzoli. Più volte tenne affondato il viso della schiava tra le sue grandi mammelle. Poi volle essere ciucciata e Ida restò per tanto tempo a succhiare intensamente l’una e l’altra mammella alternativamente.
Valeria apprezzò l’umile servigio resole dalla schiava e si era molto eccitata. Spostò il viso di Ida innanzi alla sua vulva. – Ora leccami la fica, schiava – disse languida.
Ida si mise a leccargliela con fervore e ritrovò il sapore inebriante degli umori della padrona.
Valeria le insegnò tanti modi in cui le piaceva essere soddisfatta. Le faceva risucchiare in bocca le piccole labbra e doveva suggerle. Le faceva percorrere con la lingua l’intero solco della fica lambendolo da sotto a sopra con una marcata pressione. Le faceva indurire la lingua per introdurla avanti e indietro in vagina. Le faceva dare colpetti di lingua al clitoride o intorno ad esso oppure doveva slapparlo o prenderlo tra le labbra oppure succhiarlo ma delicatamente. Se si fermava per qualche secondo di troppo o non eseguiva i comandi alla perfezione, la spronava a fare bene il suo dovere con qualche scapaccione o schiaffi sul culo.
Ida si impegnò tantissimo per quasi mezz’ora e Valeria ebbe un bellissimo orgasmo invadendole la bocca dei suoi umori.
Come la notte prima, la padrona lasciò la schiava col viso accostato alla sua fica per ripulirla. Le disse: – Tieniti pronta se vorrò in qualsiasi momento essere soddisfatta ancora. – Ed infatti verso le 7 Valeria volle usarla un’altra volta.
Al mattino Valeria chiarì a Ida che avrebbe continuato a tenerla nuda in modalità schiava per tutto il giorno ed anche il giorno seguente. Poi le permise di fare colazione con lei.
Era piacevole tenerla nuda a tempo pieno e goderne continuativamente la bellezza in versione integrale. A Valeria venne l’idea di farle fare la cuoca e camerierina sexy. Le fece indossare un grembiulino che lasciava in vista il seno, la fichetta e il culetto e le disse: – Oggi cucinerai tu il brasato al Barolo. Prendi la punta di natica di manzo che abbiamo lasciato in infusione nel vino con spezie e aromi. – Ogni tanto andava a controllarla mentre cucinava e la obbligava a sculettare o a mettersi in pose oscene. Ma forse la cosa più voluttuosa fu proprio il brasato che Ida servì a pranzo ancheggiando come prescrittole. Era squisito, da urlo! Valeria le permise di sedersi a tavola per gustarlo assieme a lei, ma anche per porgersi prontamente ai palpeggi con cui la padrona le manifestò il suo gradimento. Erotismo e gastronomia: esisteva un’accoppiata più desiderabile?
Trascorsero la notte nella camera da letto padronale e fu una splendida replica della notte precedente. Ida appagò con grande dedizione le infuocate pretese della padrona e, come insegnatole, restò a giacere accostata alla sua fica per pulirgliela ed essere pronta a porgersi per qualsiasi ulteriore servigio. Valeria, che era in tumultuoso fermento erotico, la svegliò due volte per essere soddisfatta ancora.
La domenica mattina Valeria si ricordò che le prime effusioni con Ida erano iniziate giusto la domenica precedente e dunque l’intenso rapporto padrona / schiava che ormai le legava era maturato nel breve volgere di soli sette giorni. Chi l’avrebbe detto? Forse era destino che dovessero incontrarsi. A Valeria piacque l’idea di ritrovarsi nella megavasca idromassaggio per evocare quella loro prima volta e compiacersi dell’avvenuta rapida evoluzione in dominazione.
Aveva ordinato a Ida di attenderla lì semisdraiata con la testa appoggiata sul bordo della vasca. Quando la raggiunse, Valeria si sfilò lo slip e dandole le spalle si sedette sul suo volto per schiaffarle in faccia il grande culo e la sua fica pelosa. Ida iniziò a strusciarle il muso tra le natiche. Poi Valeria le ordinò di leccarle il buco del culo e la schiava glielo slinguò con fervore per molti minuti. Dovette anche spingere avanti e indietro la sua linguetta verso l’interno del buco, assaggiandone il sapore particolare. A quel punto Valeria spinse verso la bocca di Ida la sua fica, che approcciata da dietro sembrò alla schiava ancora più conturbante. Gli umori di cui si era intrisa iniziarono a colare direttamente in bocca a Ida. La schiava, memore degli insegnamenti della padrona, si mise a lavorargliela in tutti i modi. Quel devoto servigio di leccatura durava da quasi mezz’ora, quando Valeria non riuscì più a trattenersi dal venire: le ordinò di tirare fuori la lingua ben dura ed iniziò a cavalcarla con colpi possenti e veloci fino a godere un lungo e intensissimo orgasmo.
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