Soddisfarlo
di
Freya
genere
sadomaso
Era lì…chi? Lui, lui bello come il sole, come un angelo caduto.
Era lì sulla porta che mi guardava. Io ero bendata ma dentro di me sapevo che era lì, sulla porta e che mi guardava.
Apre un cassetto. Cosa succederà ora?
È questa la cosa che più amo, che più mi eccita e mi fa sentire viva. Non sapere cosa succederà da lì a poco ma sapere che lui lo sa, lui lo sa benissimo e io mi fido di lui, mi abbandono al suo volere, lui mi culla nei suoi desideri e io mi sento estremamente viva.
Qualcosa mi solletica una coscia. Una piuma. Mi fa sorridere, il solletico lo soffro, anche molto, mi divincolo leggermente, rido.
Una sculacciata.
Sobbalzo. Non me l’aspettavo. Una sculacciata perché ho riso.
Oggi lui lo sento amorevole.
Mi accarezza le natiche sempre con la piuma, passa nell’interno coscia ed io mi eccito, mi eccito eccome, la mia pelle va a fuoco, il respiro inizia a farsi corto, nella testa passano tutte le immagini di come desidererei venire, comincio a pregarlo, dentro di me, di fare quella determinata cosa, perché mi fa eccitare ancora di più, perché so che mi porterà ad un orgasmo bellissimo, liberatorio. Ma tutto questo è sbagliato. Non posso prendere iniziative. In realtà non voglio neanche prendere iniziative. Ma quella fottuta piuma, ti fonde il cervello e non capisci più niente. I polsi legati, non troppo stretti e poi la cinghia attorno al collo, per ricordarmi cosa sono e qual è il mio posto.
Improvvisamente si ferma, non sento più il solleticare della piuma, mi sposto leggermente con il corpo, cercandola.
Mi toglie la benda. E lo vedo, davanti a me. Mi accarezza con la mano destra il viso, posa la sua mano sulla guancia, io mi prendo tutte le carezze come una bimba imbambolata. Porta il suo pollice sulle mie labbra, me le allarga leggermente, come se me le controllasse, poi spinge leggermente nell’entrata della mia bocca. La apro, ma non molto, come piace a lui. Il giusto, per vedere parte dei denti, le labbra non tirate e parte della lingua. Ricordo la prima volta, io non aprii la bocca…la spalancai e lui mi disse “non voglio vedere se hai le tonsille o meno”, mi morderei il labbro ma ho il suo pollice in bocca. Si adagia sulla lingua, questo è il segnale di partire con il movimento della testa, per provare quanto sono desiderosa di prenderglielo in bocca.
Io fremo dall’eccitazione. Eccitazione sia fisica che mentale.
Succhio, lecco, il suo pollice muovo la testa avanti e indietro. Il rumore della cinghia per conseguenza dei miei movimenti, e tutto estremamente eccitante. Mi ferma prendendo la cinghia attorno al mio collo, la tira uno strattone leggero. Mi fermo, so che vuole questo. È ora di passare a quello vero.
Rilascia la cinghia che cade davanti a me.
Si slaccia i pantaloni, sento i suoi occhi sul mio corpo, libera il suo membro, duro come il marmo. Ogni volta che lo vedo rimango sempre un po’ stupita, è grande di circonferenza e di lunghezza.
Non mi ha dato ancora il segnale di cominciare, attendo.
Si avvicina, mi tenta, so che questo non è il segnale, sto ferma.
Con la mano mi prende la testa, da dietro e mi spinge verso di lui, ma non verso il suo membro. Il mio naso è a contatto con la sua pelle dell’inguine. Lui ha cominciato a muovere la mano, si masturba e a me non ha ancora dato il segnale.
Guardo con la coda dell’occhio i movimenti sulla sua asta e mi chiedo per quale motivo non lo farà fare a me.
Sento che la presa dietro alla mia testa è libera, ha tolto la mano, riprende in mano la cinghia, quello che sarebbe il guinzaglio, ecco il segnale, mi avvicino toccando con la punta del naso la sua cappella, so che gli piace, lo struscio come fanno i gatti con le cose che ritengono loro, inizio, dedico qualche minuto a leccargli la cappella, passo poi all’asta e lecco per tutta la sua lunghezza, quando arrivo alla base del suo cazzo allungo le mani legate insieme per massaggiargli le palle, so che questo passaggio lo fa impazzire, infatti cambia velocità di respiro. Torno sulla cappella e la faccio entrare, per ora muovo la testa solo sul glande. Man mano scendo sempre più in profondità. Gli piace, lo sento dal respiro, lo guardo, gode.
Mi mette una mano dietro la testa, ci siamo, mi devo preparare per il soffocone, so che lo vuole.
L’ultima volta è stato proprio questo la punizione, mi aveva fatto fare dei soffoconi molto violenti, non me li scorderò mai, ero contro il muro, bloccata con la testa contro la parete, mi scopava in bocca e ogni tre spinte spingeva con forza il suo pene nella mia gola e io non respiravo e le lacrime scendevano.
Oggi però no, non posso tirarmi indietro, mentre me lo dico lui spinge la mia testa per cercare di scendere in profondità e ci riesce, io non respiro, ma lo accetto, non lo combatto, mi sale un conato, ma a lui non importa, il mio naso tocca il suo pube, sono arrivata alla base del suo cazzo. Esce velocemente, come una molla. Respiro. Continuo la mia opera e lui mi fa rifare altri 3 soffoconi. Io cerco di aumentare sempre più il ritmo e lui mi aiuta spingendomi la testa, mi stacca, sta per venire e vuole venire come piace a lui. Apro la bocca e tiro fuori la lingua, lui ci sbatte ripetutamente la cappella, masturbandosi velocissimamente, un ritmo che forse non avrei retto, mi viene sulla lingua, una quantità immaginabile di sborra, dolce, ingoio mostrando bene il collo, come piace a lui, riapro la bocca per succiare e fare gli ultimi movimenti, visto che dopo che è venuto, il suo pene è supersensibile. Mi prende il viso tra le mani, mi stacca dal suo cazzo e mi bacia in fronte. Si sdraia sul letto, io lo raggiungo. So che è ora delle coccole, a me piacciono tanto, mi accoccolo tra le sue gambe posando la testa sempre vicino al suo cazzo, sull’inguine. Mi accarezza la testa e la spalla. Poi si alza per rivestirsi, chiede anche a me di rivestirmi. Torniamo nuovamente sul letto a coccolarci e a riposare e a mangiare patatine. Entrambi soddisfatti. Perché si, lui è soddisfatto e io sono soddisfatta perché l’ho soddisfatto.
Era lì sulla porta che mi guardava. Io ero bendata ma dentro di me sapevo che era lì, sulla porta e che mi guardava.
Apre un cassetto. Cosa succederà ora?
È questa la cosa che più amo, che più mi eccita e mi fa sentire viva. Non sapere cosa succederà da lì a poco ma sapere che lui lo sa, lui lo sa benissimo e io mi fido di lui, mi abbandono al suo volere, lui mi culla nei suoi desideri e io mi sento estremamente viva.
Qualcosa mi solletica una coscia. Una piuma. Mi fa sorridere, il solletico lo soffro, anche molto, mi divincolo leggermente, rido.
Una sculacciata.
Sobbalzo. Non me l’aspettavo. Una sculacciata perché ho riso.
Oggi lui lo sento amorevole.
Mi accarezza le natiche sempre con la piuma, passa nell’interno coscia ed io mi eccito, mi eccito eccome, la mia pelle va a fuoco, il respiro inizia a farsi corto, nella testa passano tutte le immagini di come desidererei venire, comincio a pregarlo, dentro di me, di fare quella determinata cosa, perché mi fa eccitare ancora di più, perché so che mi porterà ad un orgasmo bellissimo, liberatorio. Ma tutto questo è sbagliato. Non posso prendere iniziative. In realtà non voglio neanche prendere iniziative. Ma quella fottuta piuma, ti fonde il cervello e non capisci più niente. I polsi legati, non troppo stretti e poi la cinghia attorno al collo, per ricordarmi cosa sono e qual è il mio posto.
Improvvisamente si ferma, non sento più il solleticare della piuma, mi sposto leggermente con il corpo, cercandola.
Mi toglie la benda. E lo vedo, davanti a me. Mi accarezza con la mano destra il viso, posa la sua mano sulla guancia, io mi prendo tutte le carezze come una bimba imbambolata. Porta il suo pollice sulle mie labbra, me le allarga leggermente, come se me le controllasse, poi spinge leggermente nell’entrata della mia bocca. La apro, ma non molto, come piace a lui. Il giusto, per vedere parte dei denti, le labbra non tirate e parte della lingua. Ricordo la prima volta, io non aprii la bocca…la spalancai e lui mi disse “non voglio vedere se hai le tonsille o meno”, mi morderei il labbro ma ho il suo pollice in bocca. Si adagia sulla lingua, questo è il segnale di partire con il movimento della testa, per provare quanto sono desiderosa di prenderglielo in bocca.
Io fremo dall’eccitazione. Eccitazione sia fisica che mentale.
Succhio, lecco, il suo pollice muovo la testa avanti e indietro. Il rumore della cinghia per conseguenza dei miei movimenti, e tutto estremamente eccitante. Mi ferma prendendo la cinghia attorno al mio collo, la tira uno strattone leggero. Mi fermo, so che vuole questo. È ora di passare a quello vero.
Rilascia la cinghia che cade davanti a me.
Si slaccia i pantaloni, sento i suoi occhi sul mio corpo, libera il suo membro, duro come il marmo. Ogni volta che lo vedo rimango sempre un po’ stupita, è grande di circonferenza e di lunghezza.
Non mi ha dato ancora il segnale di cominciare, attendo.
Si avvicina, mi tenta, so che questo non è il segnale, sto ferma.
Con la mano mi prende la testa, da dietro e mi spinge verso di lui, ma non verso il suo membro. Il mio naso è a contatto con la sua pelle dell’inguine. Lui ha cominciato a muovere la mano, si masturba e a me non ha ancora dato il segnale.
Guardo con la coda dell’occhio i movimenti sulla sua asta e mi chiedo per quale motivo non lo farà fare a me.
Sento che la presa dietro alla mia testa è libera, ha tolto la mano, riprende in mano la cinghia, quello che sarebbe il guinzaglio, ecco il segnale, mi avvicino toccando con la punta del naso la sua cappella, so che gli piace, lo struscio come fanno i gatti con le cose che ritengono loro, inizio, dedico qualche minuto a leccargli la cappella, passo poi all’asta e lecco per tutta la sua lunghezza, quando arrivo alla base del suo cazzo allungo le mani legate insieme per massaggiargli le palle, so che questo passaggio lo fa impazzire, infatti cambia velocità di respiro. Torno sulla cappella e la faccio entrare, per ora muovo la testa solo sul glande. Man mano scendo sempre più in profondità. Gli piace, lo sento dal respiro, lo guardo, gode.
Mi mette una mano dietro la testa, ci siamo, mi devo preparare per il soffocone, so che lo vuole.
L’ultima volta è stato proprio questo la punizione, mi aveva fatto fare dei soffoconi molto violenti, non me li scorderò mai, ero contro il muro, bloccata con la testa contro la parete, mi scopava in bocca e ogni tre spinte spingeva con forza il suo pene nella mia gola e io non respiravo e le lacrime scendevano.
Oggi però no, non posso tirarmi indietro, mentre me lo dico lui spinge la mia testa per cercare di scendere in profondità e ci riesce, io non respiro, ma lo accetto, non lo combatto, mi sale un conato, ma a lui non importa, il mio naso tocca il suo pube, sono arrivata alla base del suo cazzo. Esce velocemente, come una molla. Respiro. Continuo la mia opera e lui mi fa rifare altri 3 soffoconi. Io cerco di aumentare sempre più il ritmo e lui mi aiuta spingendomi la testa, mi stacca, sta per venire e vuole venire come piace a lui. Apro la bocca e tiro fuori la lingua, lui ci sbatte ripetutamente la cappella, masturbandosi velocissimamente, un ritmo che forse non avrei retto, mi viene sulla lingua, una quantità immaginabile di sborra, dolce, ingoio mostrando bene il collo, come piace a lui, riapro la bocca per succiare e fare gli ultimi movimenti, visto che dopo che è venuto, il suo pene è supersensibile. Mi prende il viso tra le mani, mi stacca dal suo cazzo e mi bacia in fronte. Si sdraia sul letto, io lo raggiungo. So che è ora delle coccole, a me piacciono tanto, mi accoccolo tra le sue gambe posando la testa sempre vicino al suo cazzo, sull’inguine. Mi accarezza la testa e la spalla. Poi si alza per rivestirsi, chiede anche a me di rivestirmi. Torniamo nuovamente sul letto a coccolarci e a riposare e a mangiare patatine. Entrambi soddisfatti. Perché si, lui è soddisfatto e io sono soddisfatta perché l’ho soddisfatto.
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