La geometra parte 5
di
porco40
genere
etero
Mi lasciò in pace per qualche giorno e ne fui davvero contento, considerato che il mio cazzo era in condizioni pietose, solo qualche giorno dopo scoprì che la tregua era dovuta al fatto che era venuto il suo ragazzo a trovarla e quindi per qualche giorno era stata impegnata in altro.
Mi mandò un messaggio che erano le prime ore del mattino e lo trovai al risveglio. “Oggi ci divertiremo un altro po’” mi scrisse, ti chiamo io quando è il momento. Le risposi che mi attendeva una giornata piuttosto impegnativa e che non si facesse venire strane idee in testa, ma mi rispose che avevo poco da contrattare avrei dovuto fare quello che voleva e basta.
E così intorno alle sette del pomeriggio mi chiamò e mi disse cosa avrei dovuto fare e cioè andare in un negozio di intimo da donna e chiedere un perizoma trasparente; successivamente avrei dovuto chiedere alla commessa di poterlo provare ed una volta in camerino avrei dovuto chiamarla.
Le mie proteste servirono a poco, solo a farmi minacciare ancora e così andai verso l’orario di chiusura in un famoso negozio di intimo femminile, chiesi alla commessa qualcosa con le caratteristiche richieste e poi chiesi se potevo provarlo. La commessa strabuzzò gli occhi: “E’…per lei?” disse con tono incerto. Risposi di si, che era per uno scherzo e mi accompagnò al camerino. Non c’era nessuno in negozio, mi chiusi dentro e la chiamai indossando le cuffiette. Mi disse che avrei dovuto prima segarmi un po’ e non appena avessi avuto una bella erezione, uscire fuori e chiedere alla commessa come mi stavano. La scongiurai ma come sempre fu tempo perso, così mi tolsi pantaloni e mutande e cominciai a segarmi. Devo dire che almeno fu gentile, mi aiutò cominciando a masturbarsi anche lei.
Sebbene vedessi solo il viso, la sua voce mi eccitò ed in poco tempo avevo il cazzo bello in erezione. A quel punto mi chiese di indossare il perizoma. Fu imbarazzante, per quanto provassi, qualcosa restava sempre fuori ed il cazzo duro non aiutava. Misi il il cellulare nel taschino della giacca con la videocamera rivolta in avanti ed uscì fuori.
Chiamai la commessa e, come ordinatomi, le chiesi se mi stava bene. Lei istintivamente si voltò per distogliere lo sguardo, sorrise e mi disse che forse non era proprio la misura adatta. Dall’air pods mi suggerì di chiederle una misura più grande e così feci; mentre la commessa andava via, mi ordinò di riprendere a segarmi e così la povera ragazza al suo ritornò mi trovò di nuovo in erezione. Mi passò il perizoma allungandosi il più possibile per stare più lontana da me. Lo presi e andai verso il camerino. La voce che mi guidava mi ordinò di lasciare la porta del camerino aperta. Eseguì e seguendo sempre i suoi ordini mi sedetti sullo sgabello nel camerino e cominciai a segarmi. La mia aguzzina mi incitava e gemeva di piacere anche lei, mi fece tirare fuori il telefono per inquadrare meglio la scena mentre dallo specchio vidi che anche la commessa sbirciava per cercare di capire cosa stavo facendo.
“Schizza contro il vetro mi ordinò” e così feci non appena sentii l’orgasmo sopraggiungere “ e poi pulisci tutto con le mutandine che hai provato, poi riportale alla commessa tutte sborrate e le dici che non sono di tuo gradimento e vai via, senza dire una parola di più”.
Eseguì senza contestare, la commessa non appena prese il mini perizoma fradicio di sborra lo lasciò cadere per terra, era disgustata. Uscì fuori dal negozio e le chiesi se era contenta. Era soddisfatta della mia nuova prestazione e chiuse la comunicazione senza aggiungere una parola.
Istintivamente rientrai nel negozio, volevo scusarmi con quella povera ragazza. Mi invitò subito ad uscire, mi avvicinai, la pregai di ascoltarmi ma cominciò a urlare. Non mi lasciò alternativa che andare via, con la testa bassa ed un pensiero fisso nella testa: “ e se c’era un sistema di videosorveglianza?”.
Mi mandò un messaggio che erano le prime ore del mattino e lo trovai al risveglio. “Oggi ci divertiremo un altro po’” mi scrisse, ti chiamo io quando è il momento. Le risposi che mi attendeva una giornata piuttosto impegnativa e che non si facesse venire strane idee in testa, ma mi rispose che avevo poco da contrattare avrei dovuto fare quello che voleva e basta.
E così intorno alle sette del pomeriggio mi chiamò e mi disse cosa avrei dovuto fare e cioè andare in un negozio di intimo da donna e chiedere un perizoma trasparente; successivamente avrei dovuto chiedere alla commessa di poterlo provare ed una volta in camerino avrei dovuto chiamarla.
Le mie proteste servirono a poco, solo a farmi minacciare ancora e così andai verso l’orario di chiusura in un famoso negozio di intimo femminile, chiesi alla commessa qualcosa con le caratteristiche richieste e poi chiesi se potevo provarlo. La commessa strabuzzò gli occhi: “E’…per lei?” disse con tono incerto. Risposi di si, che era per uno scherzo e mi accompagnò al camerino. Non c’era nessuno in negozio, mi chiusi dentro e la chiamai indossando le cuffiette. Mi disse che avrei dovuto prima segarmi un po’ e non appena avessi avuto una bella erezione, uscire fuori e chiedere alla commessa come mi stavano. La scongiurai ma come sempre fu tempo perso, così mi tolsi pantaloni e mutande e cominciai a segarmi. Devo dire che almeno fu gentile, mi aiutò cominciando a masturbarsi anche lei.
Sebbene vedessi solo il viso, la sua voce mi eccitò ed in poco tempo avevo il cazzo bello in erezione. A quel punto mi chiese di indossare il perizoma. Fu imbarazzante, per quanto provassi, qualcosa restava sempre fuori ed il cazzo duro non aiutava. Misi il il cellulare nel taschino della giacca con la videocamera rivolta in avanti ed uscì fuori.
Chiamai la commessa e, come ordinatomi, le chiesi se mi stava bene. Lei istintivamente si voltò per distogliere lo sguardo, sorrise e mi disse che forse non era proprio la misura adatta. Dall’air pods mi suggerì di chiederle una misura più grande e così feci; mentre la commessa andava via, mi ordinò di riprendere a segarmi e così la povera ragazza al suo ritornò mi trovò di nuovo in erezione. Mi passò il perizoma allungandosi il più possibile per stare più lontana da me. Lo presi e andai verso il camerino. La voce che mi guidava mi ordinò di lasciare la porta del camerino aperta. Eseguì e seguendo sempre i suoi ordini mi sedetti sullo sgabello nel camerino e cominciai a segarmi. La mia aguzzina mi incitava e gemeva di piacere anche lei, mi fece tirare fuori il telefono per inquadrare meglio la scena mentre dallo specchio vidi che anche la commessa sbirciava per cercare di capire cosa stavo facendo.
“Schizza contro il vetro mi ordinò” e così feci non appena sentii l’orgasmo sopraggiungere “ e poi pulisci tutto con le mutandine che hai provato, poi riportale alla commessa tutte sborrate e le dici che non sono di tuo gradimento e vai via, senza dire una parola di più”.
Eseguì senza contestare, la commessa non appena prese il mini perizoma fradicio di sborra lo lasciò cadere per terra, era disgustata. Uscì fuori dal negozio e le chiesi se era contenta. Era soddisfatta della mia nuova prestazione e chiuse la comunicazione senza aggiungere una parola.
Istintivamente rientrai nel negozio, volevo scusarmi con quella povera ragazza. Mi invitò subito ad uscire, mi avvicinai, la pregai di ascoltarmi ma cominciò a urlare. Non mi lasciò alternativa che andare via, con la testa bassa ed un pensiero fisso nella testa: “ e se c’era un sistema di videosorveglianza?”.
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