Storie di Francia

di
genere
gay

.Noi siamo fatti per la guerra e l’amore
Cantò marco mentre rientravamo da Orleans spronando i nostri stalloni stanchi ma frementi.
Su bravi , disse Andra rivolto al suo purosangue. Per oggi ti ho montato abbastanza, stasera a te montare la puledra.
Marco lo guardo con sulla bocca un risolino d’intesa. “Certo” disse Andrea ,” anche noi questa sera siamo stalloni stanchi” Erano smontati nella scuderia . Soli si baciarono lasciando che i corpi si toccassero.
Al principe e ai suoi Garçons particuliers piaceva molto la coppia Andrea Marco, coppia di cavalieri che fattisi onore in Spagna contro i Mori, tornati nella bella Francia si dedicavano ai tornei talvolta combattendo tra loro, ma più frequentemente atterrando sfidanti presuntuosi che ingannati dalla gentilezza dei loro modi e da una presunta effeminatezza narrata a fior di labbra da dame puttane restate insoddisfatte, pensavano di vincerli senza fatica.
Si ritirarono nella loro camera dove i servi avevano preparato la rande vasca si rame, Era in origine parte di una fontana a Bejar in Spagna. I due la avevano presa come preda di guerra.
Così grande era la vasca che permetteva a due persone di bagnarsi assieme. Ed era precisamente quello che Andrea e Marco intendevano fare. In piedi nell’acqua calda si insaponarono reciprocamente ma le esigenze di pulizia cedettero presto spazio al piacere che avevano di carezzare il corpo dell’amico. Prima si versarono usando un catino l’acqua profumata sulle spalle poi con il sapone ripassarono tutto il corpo dell’amico toccando i forti pettorali, i fianchi stretti e il ventre piatto, discendendo e risalendo le gambe dritte e muscolose e infine prendendo nelle mani a coppa le natica alte e sode. Andrea girò Marco e lo strinse a sé lasciando che le spalle muscolose si appoggiassero al suo petto mentre le mani scendevano lentamente indugiando sul ventre, giocherellando con l’inguine irsuto e stringendo la virilità di Marco che stava crescendo mentre sa sua accomodata nel solco delle natiche di Marco, indurendosi chiedeva la pietà di penetrare nel nido d’amore che occhieggiava tra i sodi globi.
Sfortunatamente dovettero affrettarsi a rivestirsi perché la cena era pronta e scortese era arrivare in ritardo. Lo scultore Meraldo da Tier, invitato ammirò i loro corpi così maschi e estasiato da quella vista, lui che più di madonne pudiche e santi affamati non scolpiva li paragonò a quelle belle statue di guerrieri greci nudi pronti alla gara che aveva visto in Gracia quando era stato invitato dal Basileo a Costantinopoli.
La serata finì col gioco d’azzardo e vinsero ai dadi l’alsaziano signore di Goltstein.
Questi ormai senza soldi, pagò confidando un segreto su suo nipote Kuno. Andrea accetto e con Marco quella notte stessa discusse come incassare la vincita.
Kuno aveva 16anni ed era roseo, tenero e ingenuo come una verginella. Doveva in quei giorni andare sposo a Carola di Anstatt piccola vergine tredicenne per fare razza. Lei poco sapeva, solo quanto accennato dalle domestiche e Kuno ne sapeva ancora di meno solo interessato alle arti specie musica e poesia. Però dentro di sé non sentiva attrazione per quei corpi di donna dal ventre bucato e dai seni penduli. Talvolta ,nudo si rimirava nello specchio orgoglioso della sua magrezza addolcita dal piccolo pene cicciuto e dalle tonde natiche che difendevano quel forellino che toccato gli dava brividi di piacere.
Era il giorno tre di maggio quando Andrea e Marco che già nel freddo dell’alba si erano riscaldati facendosi reciprocamente penetrare dai loro grossi istrumenti e poi succhiarli bevendo la bianca crema come una dolce colazione.
Si fecero annunciare a Kuno al quale consegnarono lo scritto di suo zio che gli imponeva di pagare il debito nelle forme e nei modi che I nobili cavalieri Andrea e Marco avrebbero deciso.

Spogliati ordino Andrea mentre Marco cantava

Kuno,garçonette superbe et joyeuse,
laissez -moi baiser votre rose.
Kuno stupito si trovò con due Maschi che lo presero tra loro.
Andrea lo costrinse a mettersi a gambe larghe e abbassare il busto spingendo in fuori le natiche Mentre Marco gli infilò il suo grosso membro in bocca.
Kuno sentì la mano accarezzare le rosee piegoline dello sfintere e capì cosa si intendeva per rosa.
Come se fosse nato per questo e finalmente il suo destino gli fossa stato rivelato, lasciò che la sua bocca e la lingua dessero il massimo piacere ad Marco , mentre con la destra afferrata la mano di Andrea guidò dentro la sua rosa le forti lunghe dita.
Prima uno poi due e infine sino al palmo lasciando che la mano ora unta di balsamo aprisse la rosellina.
Kuno ora impazziva di piacere e malediva in cuor suo preti, parenti, amici che lo volevano far sposare con una puttanella insulsa nascondendogli il piacere che aveva scoperto.
Ubriaco di libidine Sorrise ai due maschi e trascinandoli per le palle che avevano inanellate li portò sul letto.
Qui scarse le parole , abbondanti gli atti. Kuno offerse alternativamente bocca e rosellina all’uno e all'altro dei cavalieri.
Questi vennero in lui fecondandogli la bocca e il culetto. Quando con la mano Kuno volle soddisarsi, Andrea lo fermò. Lo farai quando decideremo noi. .
Ora per riposarti guarda come si amano i maschi. Vide Andrea amare il corpo di Marco baciandolo ingoiando il suo membro leccando con la lingua dura come una spada l’ombelico di Marco ,il ventre piatto, penetrando nella sua bocca facendosi succhiare la lingua. Poi girarlo e scendendo baciargli le natiche e infine entrare in lui con la lingua come fosse un membro di maschio. A sua volta Marco accarezzò con sapienti e oscene carezze ogni centimetro del corpo di Adrea, dagli alluci che succhiò alla nuca che mordicchio e infine sculacciate gioiosamente quelle belle tonde natiche, lo penetrò con la mano lascando che il muoversi delle dita facesse gemere di piacere Andrea.
scritto il
2021-08-14
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