Umiliata e felice 3
di
Prof. G.
genere
dominazione
Quando l'ascensore arrivò al piano, come un gatto Mina uscì e si diresse alla porta di casa, la aprì è vi entrò, seguita ovviamente da Simone e dalle pizze.
- Ciao! Come va? Ottimo siete arrivati insieme, e vedo che Mina si è già messa comoda. -
- Ciao! Tutto bene dai, ho una voglia... Di pizza-
Ci mettemmo tutti a ridere.
- dai siediti mentre Mina apparecchia, vuoi una birra? -
- ma sì dai -
Stappai due birre fresche dal frigo e ne porsi una a Simone.
- alla tua salute! - e iniziammo a bere. Nel frattempo Mina aveva ultimato i preparativi sulla tavola e ci sedemmo tutti e tre attorno al tavolo, non volendo rovinare la serata non chiesi nulla di particolare a Mina, la quale nuda, si stava gustando la sua pizza.
Ci aprimmmo diverse bottiglie di birra in tutta la serata, e tutti e tre ci sentimmo un po' alticci.
- Mina, girane una -
Mina si alzò, prese la scatola di plastica dal cassetto che conteneva tutto il necessario per girare una canna e iniziò ad armeggiare.
Preparato il tutto ci buttammo tutti e tre sul divano, Mina ovviamente rimase nuda e si sedette in centro tra noi due.
Si accese la canna ed iniziò ad aspirare, qualche tiro e la passò a Simone, intanto si chiacchera a del più e del meno, si vedeva però, nei pantaloni miei e di Simone una grossa erezione.
Arrivò la canna anche a me, feci qualche tiro per poi spegnerla nel posacenere posto sul tavolino.
Vidi Simone alzarsi - dove vai? -
- a pisciare, dopo tutte quelle birre non la tengo più -
- anche io, ora che mi ci fai pensare, ma ehi... C'è qui Mina-
- e come faccio con 2? - chiese lei in un misto di stupore ed eccitazione-
- semplice - replicai - uno davanti e uno dietro -
- mmmm, interessante-
Mina si alzò e iniziò a slacciare i pantaloni di Simone.
L'eccitazione era evidente, quando gli calò i pantaloni e le mutande infatti, un grosso cazzo le si porse davanti.
Lo prese subito a leccare, poi disse - piscina pure quando vuoi-ed ingoiò l'asta.
Nel frattempo io tirai fuori il mio pisello e lo passai sulla figa di Mina
- cazzo ma sei un lago -
Mina fece una risatina.
Le infilati il cazzo dentro in solo colpo, senza alcuna fatica tanto era bagnata.
Simo guardò Mina e disse - non posso pisciare finché ho il cazzo così duro, dovrai svuotarsi le palle prima-
Mina alzò il pollice in segno di approvazione ed inizio a succhiare il cazzo di Simone come fosse un gelato.
- Ho lo stesso problema - dissi io
Altro pollice in su, la festa era iniziata.
Ci scopammo Mina per qualche minuto, fino a che Simo disse - sto per venire ! -
Mina fermò il pompino, alzò lo sguardo verso Simone e chiede - e dove vorresti sborrare? -
- che bella domanda, tu hai qualche idea? - disse rivolgendosi a me
- al momento no, ma sto per venire anche io -
Simone allora prese l'iniziativa
mettiti in ginocchio e guardami. Avevo già capito le sue intenzioni, ci piazzammo davanti alla faccia di Mina e lasciammo che fosse lei a concludere.
La ragazza afferrò i due membri e iniziò a segarli puntando la sua faccia.
Pochi sapienti movimenti e fiotti di caldo spera le inondarono la faccia, Mina aprì la bocca per tentare di recuperare qualche goccia, ma si ritrovò comunque faccia, occhi naso e capelli pieni di sperma.
- bene, ora posso pisciare - dissi io.
- concordo - disse Simone, prese Mina per un braccio e la fece alzare, poi girandola la mise a 90.
- ora le riempiamo il culo di liscio e poi chiudiamo-
- aspetta allora - disse Mina - sul mobile dovrebbe esserci un tappo di sughero -
- hai capito la maiala -
Simone si girò, vide il tappo e lo prese, nel frattempo io avevo già infilato l'uccello, ancora un po' duro, direttamente nell'ano della ragazza.
Iniziai a svuotarsi la vescica e quando ebbi finito Simone era già pronto a sostituirmi.
Infilò quindi il suo pene nello stesso buco e anche lui si svuotò.
Come promesso, appena concluso, chiuse il buco di Mina con il tappo.
- ora puoi sparecchiare - le dissi dandole una sonora pacca sulla natica .
- Vado- tutta contenta si avvicinò al tavolo.
Mentre ripuliva il tavolo, recuperando anche i grumi di sperma che le colavano dalla faccia io e Simone ci risedemmo sul divano, rimanendo nudi dalla vita in giù in attesa del secondo round, e accendemmo la play.
Dopo che ebbe finito, Mina ci raggiunse sul divano, si inginocchiò davanti a noi e iniziò di sua sponte a masturbarci tentando di farci riprendere l'erezione. Le dissi di posizionare una bacinella sotto il sedere per eviterei di bagnare il pavimento nel caso avesse perso il tappo. Ovviamente non se lo fece due volte.
Dopo qualche decina di minuti passati a giocare ai videogiochi mentre Mina massaggiava i nostri membri con lo sperma del viso che iniziava poco a poco a seccarsi, ebbi la sensazione che la ragazza stesse tremando.
- Che succede ? - le chiesi, mettendo in pausa il gioco
- Mi scappa -
- Cosa ti scappa ? - chiesi con tono malizioso
- La pipì -
- Basta chiedere - Mi alzai, la presi per un braccio e la portai sul balcone.
Una volta fuori la feci nuovamente sdraiare, sollevandole le gambe e la schiena contro la parete ruvida di cemento, in questo modo la figa le puntava la faccia
- Falla tutta eh, così magari lavi via anche la sborra che hai in faccia -
Mina sorrise, poi chiuse gli occhi per concentrarsi, ma appena il primo fiotto di urina uscì dalla sua vagina e le colpì il viso, presi il tappo che chiudeva il suo buco posteriore, lo tirai con forza producendo il tipico "pop" di quando si stappa una bottiglia.
Una cascata di urina iniziò a travolgerle il corpo, finendo poi inesorabilmente sul pavimento del balcone e sotto in strada. Quando la feci rialzare era un bagno di urina - Bhe, almeno la faccia è pulita -
Mi tornai a sedere e, ripreso in mano il joystick, schioccai le dia per attirare l'attenzione della ragazza, poi le indicai il pavimento.
- Arrivo subito - disse lei
- Dove vai ? Non penserai di farti lavarti e lasciarci così -
- Devo solo prendere una cosa - disse dirigendosi verso l'armadietto dei suoi "giochi", mentre gocciolava piscio dalle gambe, dal seno e dal mento, i capelli fradici disegnavano piccoli solchi di bagnato sulla schiena che scendevano fino ai glutei, ridisegnando con dolcezza le curve del suo corpo.
- Voglio godere anche io ! - sentenziò mostrandoci un dildo con ventosa di dimensioni medie, dopo aver leccato la ventosa lo posizionò a terra tra me e Simone, poi ci si inginocchiò sopra, iniziando a scoparselo come fosse un vero cazzo, nel mentre riprese a masturbare entrambi i nostri cazzi, mentre noi riprendemmo la nostra partita.
- Mi è venuta un'idea! - Disse Simone - Mettiamo il collare a questa puttana e portiamola alla Pietra -
- Ottima idea - Dissi io - Baldracca, appena finisci qui vai a prendere il tuo collare e la tua targhetta -
Gli occhi di Mina si illuminarono, come se non stesse aspettando altro, iniziò a mettere più energia e impegno nella sega, e quando entrambi fummo sul culmine di venire, si mise abbastanza vicina al mio pube da ingoiare le palle e strofinarsi il cazzo sulla faccia, mentre il cazzo di Simone era puntato sulle tette. Venimmo quasi all'unisono riempiendole capelli, faccia, occhi, naso, bocca, mento, collo e seno di sperma.
Si alzò di scatto, lasciando che una piccola parte che colava dal mento si staccasse e cadesse in terra, la vide, si inginocchiò e la leccò direttamente dal pavimento.
Andò poi nell'armadio dei suoi giochi, si mise un plug anale con una coda, il guinzaglio, poi prese la "targhetta" ossia un cartello sorretto da una corda che metteva al collo e che riportava la scritta "SBORRATOIO".
Così conciata, nuda e sporca di sperma, con un cartello al collo e il guinzaglio, uscì seguita da me e Simone per raggiungere la macchina.
L'ascensore, premuto il tasto "T", ci trasportò all'androne e poi fuori.
Camminammo sul marciapiede, coperti dall'oscurità della sera, con la pelle e lo sperma che luccicavano alla luce fioca dei lampioni. Raggiunta la macchina facemmo salire Mina nel bagagliaio e ci dirigemmo verso la Pietra, una costruzione naturale posta poco distante dal centro della città, in mezzo ad una distesa di erba secca e sabbia, di solito luogo molto amato dai possessori di camper e roulotte.
Arrivati facemmo scendere Mina, la portammo vicino ad un palo al quale legammo il guinzaglio, la mettemmo in ginocchio e la lasciammo lì, abbandonata come si abbandona un cane, ma il cane almeno non porta la "targhetta" quando viene abbandonato.
Pochi minuti dopo che fummo andati via, la povera ragazza fu circondata dai nomadi che vivevano appunto nei pressi della Pietra.
Prima si avvicinarono incuriositi, una volta compresa la situazione, iniziarono ad usare Mina come fosse un oggetto, con il solo scopo di svuotarsi i coglioni, attività ben pubblicizzata anche dalla targhetta che la ragazza portava.
Erano in tutto circa una cinquantina di uomini, le età erano abbastanza disparate, erano campagnoli, puzzavano ed erano mal vestiti.
La povera Mina fu utilizzata in tutti i modi, chi si fece fare un pompino, chi le infilò l'asta nel culo, chi utilizzò la sua figa ben rasata, eiaculando poi dove capitava.
La mattina dopo Mina fu risvegliata dal sorgere del sole, dolorante, affaticata, nuda e completamente coperta di sperma, non un centimetro della sua pelle fu lasciato libero.
Per la foga il guinzaglio si era rotto, la targhetta, piena di sperma anch'essa, era un po' malconcia ma ancora integra e con il messaggio sempre più chiaro.
Mina recuperò le forze, si mise in piedi e si incamminò, aveva lo stimolo della pipì ma non le forze per potersi accovacciare, decise quindi di lasciarsi andare mentre camminava. Durante la prima parte del percorso, passando tra le roulotte e i camper, Mina ricevette insulti, fischi e qualche schizzo di sperma o di urina dagli uomini che si trovavano sui tetti del camper che avevano visto che stava arrivando.
La ragazza camminò con un sorriso verso casa, sapendo di aver passato una delle più belle notti della sua vita.
Prof. G.
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