Finalmente mia cognata 2
di
Nash
genere
sentimentali
(Segue)
Il resto del weekend proseguì senza particolare interesse. I bambini giocavano, si parlava del più e del meno, apparentemente solo io stavo vivendo una situazione irreale. Mia cognata appariva quasi distratta, sfuggente, un po’ lontana da tutto. Forse stava ripensando a qualche ora prima quando nel chiuso della cabina di una piscina stava scopando con me come forse non aveva mai fatto nella vita e non riusciva ancora a capacitarsi di quanto avvenuto.
Lei, cosi irreprensibile, un medico, una madre apparentemente felicemente sposata che si faceva infilare le dita nella figa e si faceva scopare contro un muro dal cognato fino all’orgasmo, come una zoccola qualsiasi.
La mattina seguente mentre si cominciava a fare le borse per ripartire quasi casualmente ci incontriamo faccia a faccia nel vialetto verso le automobili e quasi meccanicamente mi dice “ancora ti sento dentro, sento ancora il tuo odore” mi fa un sorriso quasi colpevole.
Io provo a domandargli qualcosa ma lei prosegue a camminare lontano da me.
Al momento dei saluti gli dico in un orecchio “Quando possiamo rivederci? ho bisogno di rivederti”.
Lei mi guarda con occhi imploranti quasi a dire “ti prego non farlo.”
Nei giorni successivi rimasi combattuto tra l’attendere e il fare il passo successivo. Per settimane non ebbi sue notizie.
Lei vive a circa 120 Km da dove vivo io e i suoi turni lavorativi sono molto complessi. Ma dovevo vederla.
Quella lingua, quella figa bagnata e accogliente dovevano essere di nuovo mie. Non riuscivo a staccare il pensiero da quel momento. I suoi orgasmi mi avevano messo una voglia di sesso incredibile.
Quei giorni quasi quotidianamente scopavo mia moglie sempre più brutalmente, la inculavo quasi con rabbia immaginando che davanti a me non avevo il culo di mia moglie scopato decine e decine di volte da anni ormai, ma il culo sicuramente vergine di mia cognata.
Mia moglie che è ancora una donna piacente e appetibile era piacevolmente sorpresa da questa mia ripresa di voglia sessuale visto che ultimamente la trascuravo un po', ma non immaginava che quello che stavo facendo a lei avrei voluto farlo alla moglie di suo fratello. Era quella la figa che volevo, il culo che volevo. Stavo impazzendo, dovevo trovare una soluzione.
La soluzione arrivò quasi fortuitamente grazie al mio compleanno.
Il giorno del mio compleanno ricevetti da lei un messaggio di auguri. Io colsi subito la palla al balzo per rispondere che dovevo andare per lavoro nella sua città nei prossimi giorni e se aveva voglia di prendere un caffè con me. Mi rispose alcune ore dopo che era molto impegnata però potevo passare per un caffè a casa sua.
L’invito era interessante. Mi preparai ed il giorno stabilito mi presentai puntuale a questo caffè.
Lei era in casa sola, vestita casual, senza trucco ne particolari accorgimenti. La cosa non faceva ben sperare.
Invece dopo i primi convenevoli iniziò a dirmi che da quel giorno non faceva altro che pensare al nostro rapporto sessuale, che era stata la cosa più sconvolgente della sua vita. La cosa che l’aveva sconvolta di più, mi disse, fu il fatto che le era piaciuto, che non aveva mai avuto un orgasmo cosi forte nella sua vita e che era rimasta quasi narcotizzata per un giorno intero.
A quel punto io mi avvicinai, la baciai sul collo e sulla bocca, lei rispose subito e iniziò a baciarmi.
Io le presi le mani abbracciandola, iniziai a spogliarla, lei mi lasciava fare, arrivai fino al reggiseno e alle mutandine.
I suoi seni piccoli, il ventre piatto e quello sguardo mi eccitarono da matti. La sdraiai sul divano ed iniziai a baciarla sempre più giù. Lei era già eccitata e reagiva con lunghi sospiri contraendo lo stomaco. Quando arrivai alla figa era già bagnatissima, larga e pronta per prendere quello che aspettava.
Succhiavo il clitoride mettendogli due o tre dita nella figa. Il misto di saliva e liquidi iniziava a colare bagnando il buco del culo, su cui mi diressi immediatamente con la lingua.
In un primo momento ebbe una reazione di sorpresa, di disagio, ma non mi fece spostare.
La presi per il bacino e la sollevai verso la mia bocca. Leccavo la sua figa e il suo culo rendendoli ormai entrambi perfettamente lubrificati.
A quel punto la girai di schiena e gli infilai il cazzo nella figa spalancata ed iniziai a scoparla alternando colpi forti e colpi morbidi cercando di entrare il più possibile.
Godemmo insieme in pochi istanti gettandoci poi uno nelle braccia dell’altro, rimanendo immobili per alcuni minuti. Il mio cazzo era rimasto dentro di lei, per godere di quel paradiso il più a lungo possibile e avvertivo dai suoi piccoli tremori e movimenti involontari che invece lei stava proseguendo il suo orgasmo.
(segue)
Il resto del weekend proseguì senza particolare interesse. I bambini giocavano, si parlava del più e del meno, apparentemente solo io stavo vivendo una situazione irreale. Mia cognata appariva quasi distratta, sfuggente, un po’ lontana da tutto. Forse stava ripensando a qualche ora prima quando nel chiuso della cabina di una piscina stava scopando con me come forse non aveva mai fatto nella vita e non riusciva ancora a capacitarsi di quanto avvenuto.
Lei, cosi irreprensibile, un medico, una madre apparentemente felicemente sposata che si faceva infilare le dita nella figa e si faceva scopare contro un muro dal cognato fino all’orgasmo, come una zoccola qualsiasi.
La mattina seguente mentre si cominciava a fare le borse per ripartire quasi casualmente ci incontriamo faccia a faccia nel vialetto verso le automobili e quasi meccanicamente mi dice “ancora ti sento dentro, sento ancora il tuo odore” mi fa un sorriso quasi colpevole.
Io provo a domandargli qualcosa ma lei prosegue a camminare lontano da me.
Al momento dei saluti gli dico in un orecchio “Quando possiamo rivederci? ho bisogno di rivederti”.
Lei mi guarda con occhi imploranti quasi a dire “ti prego non farlo.”
Nei giorni successivi rimasi combattuto tra l’attendere e il fare il passo successivo. Per settimane non ebbi sue notizie.
Lei vive a circa 120 Km da dove vivo io e i suoi turni lavorativi sono molto complessi. Ma dovevo vederla.
Quella lingua, quella figa bagnata e accogliente dovevano essere di nuovo mie. Non riuscivo a staccare il pensiero da quel momento. I suoi orgasmi mi avevano messo una voglia di sesso incredibile.
Quei giorni quasi quotidianamente scopavo mia moglie sempre più brutalmente, la inculavo quasi con rabbia immaginando che davanti a me non avevo il culo di mia moglie scopato decine e decine di volte da anni ormai, ma il culo sicuramente vergine di mia cognata.
Mia moglie che è ancora una donna piacente e appetibile era piacevolmente sorpresa da questa mia ripresa di voglia sessuale visto che ultimamente la trascuravo un po', ma non immaginava che quello che stavo facendo a lei avrei voluto farlo alla moglie di suo fratello. Era quella la figa che volevo, il culo che volevo. Stavo impazzendo, dovevo trovare una soluzione.
La soluzione arrivò quasi fortuitamente grazie al mio compleanno.
Il giorno del mio compleanno ricevetti da lei un messaggio di auguri. Io colsi subito la palla al balzo per rispondere che dovevo andare per lavoro nella sua città nei prossimi giorni e se aveva voglia di prendere un caffè con me. Mi rispose alcune ore dopo che era molto impegnata però potevo passare per un caffè a casa sua.
L’invito era interessante. Mi preparai ed il giorno stabilito mi presentai puntuale a questo caffè.
Lei era in casa sola, vestita casual, senza trucco ne particolari accorgimenti. La cosa non faceva ben sperare.
Invece dopo i primi convenevoli iniziò a dirmi che da quel giorno non faceva altro che pensare al nostro rapporto sessuale, che era stata la cosa più sconvolgente della sua vita. La cosa che l’aveva sconvolta di più, mi disse, fu il fatto che le era piaciuto, che non aveva mai avuto un orgasmo cosi forte nella sua vita e che era rimasta quasi narcotizzata per un giorno intero.
A quel punto io mi avvicinai, la baciai sul collo e sulla bocca, lei rispose subito e iniziò a baciarmi.
Io le presi le mani abbracciandola, iniziai a spogliarla, lei mi lasciava fare, arrivai fino al reggiseno e alle mutandine.
I suoi seni piccoli, il ventre piatto e quello sguardo mi eccitarono da matti. La sdraiai sul divano ed iniziai a baciarla sempre più giù. Lei era già eccitata e reagiva con lunghi sospiri contraendo lo stomaco. Quando arrivai alla figa era già bagnatissima, larga e pronta per prendere quello che aspettava.
Succhiavo il clitoride mettendogli due o tre dita nella figa. Il misto di saliva e liquidi iniziava a colare bagnando il buco del culo, su cui mi diressi immediatamente con la lingua.
In un primo momento ebbe una reazione di sorpresa, di disagio, ma non mi fece spostare.
La presi per il bacino e la sollevai verso la mia bocca. Leccavo la sua figa e il suo culo rendendoli ormai entrambi perfettamente lubrificati.
A quel punto la girai di schiena e gli infilai il cazzo nella figa spalancata ed iniziai a scoparla alternando colpi forti e colpi morbidi cercando di entrare il più possibile.
Godemmo insieme in pochi istanti gettandoci poi uno nelle braccia dell’altro, rimanendo immobili per alcuni minuti. Il mio cazzo era rimasto dentro di lei, per godere di quel paradiso il più a lungo possibile e avvertivo dai suoi piccoli tremori e movimenti involontari che invece lei stava proseguendo il suo orgasmo.
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