Ruoli aziendali
di
aldobrando
genere
dominazione
- Cazzo! Il dottor P* sbattè il suo enorme pugno sul tavolo, facendo sobbalzare tutti i presenti.
- E questo me lo chiamate un contratto? E' una trappola per gonzi e voi ci stavate cascando in pieno! Idioti!
Quelli dell'ufficio acquisti si guardavano intimoriti, le sfuriate del dottor P* erano leggendarie e temutissime.
- Porca puttana, devo fare tutto io? Adesso vi do il contratto della Veralux così vediamo se capite come si fanno le cose. Gloria! Gloria! Porta il contratto Veralux, sta nell'archivio.
La segretaria sgattaiolò nell'archivio, ben contenta di sfuggire per una attimo la tempesta.
Si fece silenzio attorno all'enorme scrivania, il dottor P* guardava schifato i manager degli acquisti.
- Gloria! dove cazzo sta quella cretina? quanto ci vuole? Gloria, porca troia! l'hai trovato?
La segretaria, una biondina minuta, tornò col contratto in mano. Fra tutti i posti di lavoro della ditta il suo era il meno invidiato. Tutto il giorno dagli uffici intorno si sentivano le urla di "cretina!", "cazzo fai?", "muoviti!" del dottor P*.
- Pigliate 'ste carte e studiatele tutto il weekend, lunedì mi portate un contratto decente. E tu cazzo guardi? Non devi scrivere al cliente argentino? Muoviti!
I manager dell'ufficio acquisti uscirono con la coda tra le gambe, il dottor P* li guardava come se volesse incenerirgli la nuca mentre Gloria si sedeva al computer e cominciava a scrivere rapidamente.
La pesante porta di mogano si chiuse alle loro spalle; dopo pochi secondi di silenzio, Gloria si alzò, andò alla porta e la chiuse a chiave. Poi si voltò verso il dottor P* e si tolse gli occhiali.
- Bravo, ma adesso la commedia è finita. Torniamo alla realtà. Levati da quel trono e mettiti al tuo vero posto. Svelto, stronzo!
Il dottor P* si alzò, ruotò la poltrona e vi si inginocchiò davanti a testa bassa. Gloria si diresse verso la poltrona a passi decisi, si sedette e allargò le gambe appoggiandole agli ampi braccioli. La minigonna le risalì in vita, mettendo in luce la sua figa. Non aveva le mutandine.
- Hai visto, frocio? me le sono tolte quando mi hai mandato di là in archivio. Non sbirciare! Chiudi gli occhi, non è uno spettacolo per te! E' roba per veri uomini! Puoi servire solo come bidet, perciò puliscimi il buco del culo.
Il dottor P* si sporse in avanti, tirò fuori la lingua e cominciò a leccare delicatamente l'ano di Gloria, che aveva sollevato ancor di più le anche.
- Guai a te se mi tocchi la figa! Non è roba per molluschi come te. Io la dò solo a veri uomini. Hai presente Jamaal, il magazziniere marocchino? Ecco, lui sì che è degno di toccarla, e anche di fotterla. Proprio lui, l'ultima ruota del carro. Vale mille volte te.
Il dottor P* continuava a leccare il culo di Gloria, infilando leggermente la lingua all'interno. La posizione era scomoda e faticosa, proteso in avanti con il collo piegato per evitare di toccare col naso la figa di Gloria.
- Proprio stamattina Jamaal mi ha scopata, anzi mi sono fatta inculare e venire nel culo. In questo momento stai leccando la sborra del tuo magazziniere. Devi sentirti onorato, vali meno della sua sborra!
Il dottor P* ansimava, sudava.
- Cosa cazzo combini? Tirati giù i pantaloni e le mutande! Mi stai facendo incazzare: chi ti ha dato il permesso di avere un'erezione?
Il dottor P* era sempre in ginocchio, ora si era calato pantaloni e mutande e il suo membro eretto spuntava da sotto la camicia. Gloria era furiosa, si guardò attorno e prese un righello dalla scrivania.
- Solleva il cazzo, fammi vedere i coglioni. Ecco!
Slap! Il righello si abbattè sui coglioni del dottor P*, che sussultò e strinse i denti. Slap! Un secondo colpo lo fece piegare in due, dall'angolo degli occhi chiusi per il dolore scesero due lacrime silenziose.
- Piange lui, poverino! Il grande dottor P*, il cattivone che tiene in pugno la ditta piange! Con me non devi fare il furbo, hai capito? Ti verrà duro quando ti darò il permesso e stai sicuro che non sarà tanto presto, non impari mai un cazzo. Vediamo se ha studiato: che giorno è oggi?
- Venerdì, farfugliò il dottor P*.
- Non dimentichi qualcosa, pezzo di merda? Una delle gambe di Gloria scattò dalla poltrona e colpì il dottor P* sui coglioni. Come devi rivolgerti a me?
- Venerdì, padrona.
- Ecco, vedi che qualcosa ricordi? E cosa succede il venerdì?
- Le pulizie, padrona, rispose in ginocchio a testa bassa, davanti alla figa spalancata di Gloria che brillava umida mentre la ragazza si masturbava.
- Le pulizie i venerdì normali, invece oggi mi rifarai il letto. Nel pomeriggio viene Jamaal a scoparmi come si deve, devi cambiare le lenzuola. Ti ricordi come devi venire?
- Sì padrona, tacchi a spillo, calze a rete e slip.
- Se vedo una sola piega nelle lenzuola, guai a te! Quando scoperò con Jamaal tu starai nell'altra stanza e guarderai tutto dalla webcam nascosta. Appena mi riempie vengo a vederti, se ti trovo col cazzo duro giuro che ti spacco la faccia davanti a lui, ne parlerà tutta l'azienda per mesi. Hai capito stronzo?
- Sì padrona.
- E adesso rivestiti, sei ridicolo. Io devo scrivere al cliente argentino. Ci vediamo nel pomeriggio.
- E questo me lo chiamate un contratto? E' una trappola per gonzi e voi ci stavate cascando in pieno! Idioti!
Quelli dell'ufficio acquisti si guardavano intimoriti, le sfuriate del dottor P* erano leggendarie e temutissime.
- Porca puttana, devo fare tutto io? Adesso vi do il contratto della Veralux così vediamo se capite come si fanno le cose. Gloria! Gloria! Porta il contratto Veralux, sta nell'archivio.
La segretaria sgattaiolò nell'archivio, ben contenta di sfuggire per una attimo la tempesta.
Si fece silenzio attorno all'enorme scrivania, il dottor P* guardava schifato i manager degli acquisti.
- Gloria! dove cazzo sta quella cretina? quanto ci vuole? Gloria, porca troia! l'hai trovato?
La segretaria, una biondina minuta, tornò col contratto in mano. Fra tutti i posti di lavoro della ditta il suo era il meno invidiato. Tutto il giorno dagli uffici intorno si sentivano le urla di "cretina!", "cazzo fai?", "muoviti!" del dottor P*.
- Pigliate 'ste carte e studiatele tutto il weekend, lunedì mi portate un contratto decente. E tu cazzo guardi? Non devi scrivere al cliente argentino? Muoviti!
I manager dell'ufficio acquisti uscirono con la coda tra le gambe, il dottor P* li guardava come se volesse incenerirgli la nuca mentre Gloria si sedeva al computer e cominciava a scrivere rapidamente.
La pesante porta di mogano si chiuse alle loro spalle; dopo pochi secondi di silenzio, Gloria si alzò, andò alla porta e la chiuse a chiave. Poi si voltò verso il dottor P* e si tolse gli occhiali.
- Bravo, ma adesso la commedia è finita. Torniamo alla realtà. Levati da quel trono e mettiti al tuo vero posto. Svelto, stronzo!
Il dottor P* si alzò, ruotò la poltrona e vi si inginocchiò davanti a testa bassa. Gloria si diresse verso la poltrona a passi decisi, si sedette e allargò le gambe appoggiandole agli ampi braccioli. La minigonna le risalì in vita, mettendo in luce la sua figa. Non aveva le mutandine.
- Hai visto, frocio? me le sono tolte quando mi hai mandato di là in archivio. Non sbirciare! Chiudi gli occhi, non è uno spettacolo per te! E' roba per veri uomini! Puoi servire solo come bidet, perciò puliscimi il buco del culo.
Il dottor P* si sporse in avanti, tirò fuori la lingua e cominciò a leccare delicatamente l'ano di Gloria, che aveva sollevato ancor di più le anche.
- Guai a te se mi tocchi la figa! Non è roba per molluschi come te. Io la dò solo a veri uomini. Hai presente Jamaal, il magazziniere marocchino? Ecco, lui sì che è degno di toccarla, e anche di fotterla. Proprio lui, l'ultima ruota del carro. Vale mille volte te.
Il dottor P* continuava a leccare il culo di Gloria, infilando leggermente la lingua all'interno. La posizione era scomoda e faticosa, proteso in avanti con il collo piegato per evitare di toccare col naso la figa di Gloria.
- Proprio stamattina Jamaal mi ha scopata, anzi mi sono fatta inculare e venire nel culo. In questo momento stai leccando la sborra del tuo magazziniere. Devi sentirti onorato, vali meno della sua sborra!
Il dottor P* ansimava, sudava.
- Cosa cazzo combini? Tirati giù i pantaloni e le mutande! Mi stai facendo incazzare: chi ti ha dato il permesso di avere un'erezione?
Il dottor P* era sempre in ginocchio, ora si era calato pantaloni e mutande e il suo membro eretto spuntava da sotto la camicia. Gloria era furiosa, si guardò attorno e prese un righello dalla scrivania.
- Solleva il cazzo, fammi vedere i coglioni. Ecco!
Slap! Il righello si abbattè sui coglioni del dottor P*, che sussultò e strinse i denti. Slap! Un secondo colpo lo fece piegare in due, dall'angolo degli occhi chiusi per il dolore scesero due lacrime silenziose.
- Piange lui, poverino! Il grande dottor P*, il cattivone che tiene in pugno la ditta piange! Con me non devi fare il furbo, hai capito? Ti verrà duro quando ti darò il permesso e stai sicuro che non sarà tanto presto, non impari mai un cazzo. Vediamo se ha studiato: che giorno è oggi?
- Venerdì, farfugliò il dottor P*.
- Non dimentichi qualcosa, pezzo di merda? Una delle gambe di Gloria scattò dalla poltrona e colpì il dottor P* sui coglioni. Come devi rivolgerti a me?
- Venerdì, padrona.
- Ecco, vedi che qualcosa ricordi? E cosa succede il venerdì?
- Le pulizie, padrona, rispose in ginocchio a testa bassa, davanti alla figa spalancata di Gloria che brillava umida mentre la ragazza si masturbava.
- Le pulizie i venerdì normali, invece oggi mi rifarai il letto. Nel pomeriggio viene Jamaal a scoparmi come si deve, devi cambiare le lenzuola. Ti ricordi come devi venire?
- Sì padrona, tacchi a spillo, calze a rete e slip.
- Se vedo una sola piega nelle lenzuola, guai a te! Quando scoperò con Jamaal tu starai nell'altra stanza e guarderai tutto dalla webcam nascosta. Appena mi riempie vengo a vederti, se ti trovo col cazzo duro giuro che ti spacco la faccia davanti a lui, ne parlerà tutta l'azienda per mesi. Hai capito stronzo?
- Sì padrona.
- E adesso rivestiti, sei ridicolo. Io devo scrivere al cliente argentino. Ci vediamo nel pomeriggio.
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