Disposta a tutto per una gravidanza
di
pentita
genere
tradimenti
Sono Rita, ho 42 anni e vorrei raccontare la mia travagliata storia per tentare di rimanere incinta. Scusate se il racconto sarà crudo ma voglio essere sintetica e precisa. Sono una donna semplice, non alta, non bassa, non grassa, non magra, capelli castani con tinta riflessi mogano, occhi verdi, graziosa, sono sposata da 20 anni e adoro mio marito, abbiamo iniziato 10 anni fa a cercare un figlio che però non arrivava. La cosa iniziò col tempo a ledere la nostra armonia, quando ritenevo di avere l’ovulazione avevamo rapporti sempre più meccanici, lui perdeva spesso l’erezione, comprensibile visto il nervosismo. Quando riusciva a venire, forse per mancanza di una decente erezione, eiaculava una piccolissima quantità di seme. Col tempo iniziammo i percorsi per indagare, io avevo il ciclo irregolare ma definita scarsamente fertile, lui avevo pochissimi spermatozoi e con mobilità nulla. Il problema eravamo entrambi ma soprattutto lui. Non volevo ferirlo e cercai di rinunciare ma allo stesso era l’unica cosa che desideravo al mondo e non pensavo ad altro. Abbiamo provato tecniche di inseminazione assistita, raccoglievano il suo sperma per iniettarlo in me al momento giusto, previa cura ormonale somministrata a me. Nulla. Abbiamo pagato cifre esorbitanti per rifare esami, visite presso luminari, tentativi di fecondazione assistita. Nulla. La nostra coppia era distrutta, frustrata. Nulla ci dava più spensieratezza, ormai non tentavamo più perché non riusciva proprio ad arrivare a una minima erezione. Un giorno, in una ormai rassegnata visita, una dottoressa, vedendomi disperata mi parlò francamente. Mi disse che anche la mia situazione era ormai al limite, sindrome dell’ovaio policistico e relativo ciclo irregolare, età, scarsa riserva ovarica. Ricordo le sue parole”Rita, c’è un’ultima speranza, dovrai parlarne con tuo marito però. Serve un altro uomo, mi dispiace, un maschio molto fertile, che ti attragga fisicamente portandoti a una eccitazione importante, sano, che consumi un rapporto con te spensierata, perché se sarai bloccata e contratta non servirà a nulla. Dagli esami vedo che hai le tube aperte, prenderai una pillola a inizio ciclo e quando vedremo dall’ecografia che ovulerai dovrai concederti. Capisco che di fretta sia impossibile trovare qualcuno disposto, serio, certificato sano e fertile, attraente. Ma se vuoi conosco la persona adatta. Non saprai mai il suo nome, poi non lo vedrai mai più, posso garantire per lui, siamo amici fin da bambini, ha fecondato due mie pazienti nella tua identica condizione. Non so se la cosa è immorale o meno. La donazione di sperma per fecondazione artificiale non avrebbe la stessa probabilità di un rapporto passionale, la verità fa male ma è questa, pensaci”
Mio marito non avrebbe mai accettato e non gli dissi nulla, sono una stronza egoista lo so, ma dopo qualche giorno a sua insaputa chiamai la dottoressa. Ero disposta a tutto, lei mi avvisò che purtroppo lui chiedeva una cifra che comunque mi sembro onesta visto quello che avevo speso, nonostante ovviamente non ci fosse garanzia di successo. Lei organizzò la cosa, mi disse che se lui non mi fosse piaciuto o se ci avessi ripensato, potevo annullare senza spese la cosa in qualunque momento, l’attrazione era fondamentale per risvegliare la mia femminilità. Dovevo star con lui 12 ore, dalla cena al mattino dopo per poterci calare nella cosa a pieno. Inventai la scusa di una piccola vacanza con un’amica e andai. Mi sentivo schifosa e bugiarda ma non potevo trattenermi, non saprò mai spiegare quella sensazione. Guidai per 80 km fino a Bologna dove mi aspettava in un ristorante, entrai e dissi che ero attesa al tavolo 13. La cameriera mi accompagnò, il respiro era praticamente nullo, agitatissima, ad aspettarmi c’era lui, si alzò in piedi per stringermi la mano sorridendo. Non avevo aspettative, anzi ero quasi certa che a pelle non me la sarei sentita, titubante anche perché non avevo approcci fisici con un altro uomo da più di venti anni, invece mi sentii a mio agio, un bell’uomo, fine, spigliato, loquace, direi un 38enne alto 185cm, spalle larghe, bocca e mani stupende, moro occhi scuri dal taglio sottile, la cosa mi sembrò peretta perché anche mio marito è castano capelli e occhi, iniziavo già a fantasticare sull’aspetto dell’ipotetico figlio. Cenammo insieme, senza mai accennare a quello che ci aspettava nel dopo cena, bevemmo qualche bicchiere di vino, stavo bene, anzi, a volte mi guardava con uno sguardo più intenso, e sentivo di desiderarlo. Andai in bagno per chiamare mio marito prima che si insospettisse. Ero altrove, come in una bolla, stavo per compiere un gesto vile e disgustoso e lo stavo facendo elettrizzata e senza alcun senso di colpa. Mi facevo schifo solo concettualmente e la cosa non mi toccava lo spirito. Tornai da lui, la cena volse al termine e lui mi disse che ero libera di ripensarci senza dover pagare nulla. Risposi che non ci pensavo nemmeno all’idea di tornare indietro. Lui ribadì le regole, lui avrebbe solo eseguito un atto fisico, aggiunse che lo faceva per guadagnarsi da vivere, aveva iniziato senza riflettere ma col tempo questa cosa lo stava turbando, perché ogni volta perdeva una parte di se che non sarebbe più tornata.
Continuavo a stupirmi di me stessa, ero lì per uno scopo, avrei dovuto accelerare la cosa, eseguirla meccanicamente, invece provavo un brivido quasi perverso, una smania di assaggiarlo.. ma non sapevo se i baci fossero compresi, come avrei dovuto pormi. Uscimmo dal locale, entrammo nell’hotel adiacente, lui credo utilizzò un documento falso per non esser registrato col vero nome. Mi prese la mano e salimmo verso la camera.
Camminando, lo sbirciavo in piedi, mi piaceva, com’era possibile? Mi sentii improvvisamente inadatta a lui, gli chiesi se avermi fisicamente lo disgustasse a pelle. Sorrise, mi guardò negli occhi, e mi disse che non riusciva più ad aspettare, che voleva denudarmi e prendermi senza contegno.
Una scossa contrasse i muscoli del mio basso ventre, qualche goccia iniziò a inumidirmi, mi avrebbe trovata fradicia e me ne vergognavo. Chissà cosa avrebbe pensato, che ero porca, vogliosa, repressa, più cercavo di pensare ad altro più sentivo che tra poco mi avrebbe privata di ogni indumento e più mi eccitavo. Aprimmo la porta, una camera da favola, lettone enorme, candele già accese, lieve musica di sottofondo, qualcuno doveva aver pensato a tutto. Chiuse la porta, si avvicinò a me, mi prese il viso tra le mani, il bacio più intenso della mia vita, senza smettere ci spogliammo, lo toccavo ovunque, il suo modo di toccarmi, baciarmi, spogliarmi, il suo odore di pelle mi portavano via, mi inginocchiai, gli sfilai i boxer e trovai la sua erezione pazzesca, un pene enorme, durissimo, bellissimo. Sembrava quasi il doppio di quello di mio marito, come diametro, come durezza, come lunghezza. Me lo infilai in bocca come una ragazzina inesperta. Non avevo speranza di contenerlo tutto, ero impazzita, accarezzavo quei testicoli, erano gonfi, pieni. Doveva essersi astenuto da orgasmi da giorni per poter avere più sperma. Stupidamente succhiavo e masturbavo come volessi bermelo tutto. Mi fermò lui, mi disse che dovevamo tenerla per il seguito. Mi vergognai, mi prese, mi strappò tutto. Mi spinse sul letto. Lo guardai nudo, era irresistibile, un fisico fatto per il sesso, sodo, atletico, il pene marmoreo e maestoso. Si avvicinò col viso al mio sesso, ero una schifosa laguna di succhi, aprì con le dita lento le grandi labbra e con la punta della lingua accarezzo leggero il mio clitoride gonfio e scoperto, sobbalzai, ero in preda al demonio, anni di vita integerrima, disciplinata, buoni propositi, comportamenti consoni al buon costume, andati totalmente in fumo, non ricordavo più nulla, avevo solo un ingestibile bisogno di venir trafitta da lui. Avrei mandato all’aria tutto in quell’istante pur di essere scopata da quell’uomo, avrei pagato tutto quello che avevo, mi succhiava e baciava tra le cosce in un modo che non potevo far altro di contorcermi dal piacere, appena infilò un dito venni subito, gridai, affondai le unghie nelle sue spalle, venni come mai prima, per la prima volta in vita partirono due schizzetti di liquido. Lui salì sul mio corpo e lento mi penetrò, sembrava aprirmi, dilatarmi, riempirmi e non finire mai. Si muoveva piano. Lo teneva fermo piantato, ero in preda ad uno sconvolgimento sensoriale ormonale, il suo pube sfiorò appena il clitoride e venni ancora, piena di lui, contraevo spasmodicamente i muscoli attorno a quel caldo membro così perfettamente combaciante. Si muoveva piano, continuando a baciarmi, ma non riuscivo a tenere il passo della bacio perché gemevo e ansimavo come una ninfomane scandalosa. Continuò a invadermi e ad affondare in me, a disintegrare ogni mio pudore, a condannarmi alla scoperta del piacere sconfinato fino a quando capii che stava per venire. Mi sollevò appena, mi disse di cingergli la schiena con le gambe, spinse ancora, credo trattenne il più possibile per ritardare, fino a quando mi sentii colpita interiormente da un getto caldo profondo, avevo il suo glande nel ventre, poi un secondo fiotto, un terzo, fra spinte lente li sentivo benissimo, mi stava inseminando in maniera spropositata, un altro getto, l’ultimo poi restò dentro me e ci baciammo per un tempo indefinito senza sfilarci, gli dissi addirittura “ti amo”, gli accarezzavo il viso, ero piena zeppa di lui,in tutti i sensi, lo amavo senza senso, lentamente si sfilò, si addormentò accanto a me, mandai un messaggio della buonanotte a mio marito e mi addormentai abbracciata a lui. Ci svegliammo all’alba, o meglio svegliai io lui, leccando ogni cm del suo corpo, e sì, non mi trattenni nemmeno dal leccare per la prima volta l’ano di un uomo, non riconoscevo più me stessa. Facemmo sesso ancora, non potevo smettere di cibarmi di quella carne, di quelle carezze, di quei respiri, di quella passione, di quella completezza, venne ancora dentro. Lo implorai di sodomizzarmi, io che non avevo mai nemmeno contemplato di fare sesso anale, si rifiutò con la scusa che non poteva rischiare di contaminare con batteri la zona intima. Penosa, chiesi di poter ingoiare un suo orgasmo ma non riuscii a farlo venire la terza volta. Ci baciammo sotto la doccia, poi venne l’ora di andare, afferrai la borsetta, estrassi la busta che conteneva il rimborso per il disturbo, mi rivestii. Il momento dell’addio era arrivato, avrei varcato quella soglia e sarei ritornata al mondo là fuori, sarebbe stato ancora lo stesso?
Se interessa continuo con l’epilogo.
Mio marito non avrebbe mai accettato e non gli dissi nulla, sono una stronza egoista lo so, ma dopo qualche giorno a sua insaputa chiamai la dottoressa. Ero disposta a tutto, lei mi avvisò che purtroppo lui chiedeva una cifra che comunque mi sembro onesta visto quello che avevo speso, nonostante ovviamente non ci fosse garanzia di successo. Lei organizzò la cosa, mi disse che se lui non mi fosse piaciuto o se ci avessi ripensato, potevo annullare senza spese la cosa in qualunque momento, l’attrazione era fondamentale per risvegliare la mia femminilità. Dovevo star con lui 12 ore, dalla cena al mattino dopo per poterci calare nella cosa a pieno. Inventai la scusa di una piccola vacanza con un’amica e andai. Mi sentivo schifosa e bugiarda ma non potevo trattenermi, non saprò mai spiegare quella sensazione. Guidai per 80 km fino a Bologna dove mi aspettava in un ristorante, entrai e dissi che ero attesa al tavolo 13. La cameriera mi accompagnò, il respiro era praticamente nullo, agitatissima, ad aspettarmi c’era lui, si alzò in piedi per stringermi la mano sorridendo. Non avevo aspettative, anzi ero quasi certa che a pelle non me la sarei sentita, titubante anche perché non avevo approcci fisici con un altro uomo da più di venti anni, invece mi sentii a mio agio, un bell’uomo, fine, spigliato, loquace, direi un 38enne alto 185cm, spalle larghe, bocca e mani stupende, moro occhi scuri dal taglio sottile, la cosa mi sembrò peretta perché anche mio marito è castano capelli e occhi, iniziavo già a fantasticare sull’aspetto dell’ipotetico figlio. Cenammo insieme, senza mai accennare a quello che ci aspettava nel dopo cena, bevemmo qualche bicchiere di vino, stavo bene, anzi, a volte mi guardava con uno sguardo più intenso, e sentivo di desiderarlo. Andai in bagno per chiamare mio marito prima che si insospettisse. Ero altrove, come in una bolla, stavo per compiere un gesto vile e disgustoso e lo stavo facendo elettrizzata e senza alcun senso di colpa. Mi facevo schifo solo concettualmente e la cosa non mi toccava lo spirito. Tornai da lui, la cena volse al termine e lui mi disse che ero libera di ripensarci senza dover pagare nulla. Risposi che non ci pensavo nemmeno all’idea di tornare indietro. Lui ribadì le regole, lui avrebbe solo eseguito un atto fisico, aggiunse che lo faceva per guadagnarsi da vivere, aveva iniziato senza riflettere ma col tempo questa cosa lo stava turbando, perché ogni volta perdeva una parte di se che non sarebbe più tornata.
Continuavo a stupirmi di me stessa, ero lì per uno scopo, avrei dovuto accelerare la cosa, eseguirla meccanicamente, invece provavo un brivido quasi perverso, una smania di assaggiarlo.. ma non sapevo se i baci fossero compresi, come avrei dovuto pormi. Uscimmo dal locale, entrammo nell’hotel adiacente, lui credo utilizzò un documento falso per non esser registrato col vero nome. Mi prese la mano e salimmo verso la camera.
Camminando, lo sbirciavo in piedi, mi piaceva, com’era possibile? Mi sentii improvvisamente inadatta a lui, gli chiesi se avermi fisicamente lo disgustasse a pelle. Sorrise, mi guardò negli occhi, e mi disse che non riusciva più ad aspettare, che voleva denudarmi e prendermi senza contegno.
Una scossa contrasse i muscoli del mio basso ventre, qualche goccia iniziò a inumidirmi, mi avrebbe trovata fradicia e me ne vergognavo. Chissà cosa avrebbe pensato, che ero porca, vogliosa, repressa, più cercavo di pensare ad altro più sentivo che tra poco mi avrebbe privata di ogni indumento e più mi eccitavo. Aprimmo la porta, una camera da favola, lettone enorme, candele già accese, lieve musica di sottofondo, qualcuno doveva aver pensato a tutto. Chiuse la porta, si avvicinò a me, mi prese il viso tra le mani, il bacio più intenso della mia vita, senza smettere ci spogliammo, lo toccavo ovunque, il suo modo di toccarmi, baciarmi, spogliarmi, il suo odore di pelle mi portavano via, mi inginocchiai, gli sfilai i boxer e trovai la sua erezione pazzesca, un pene enorme, durissimo, bellissimo. Sembrava quasi il doppio di quello di mio marito, come diametro, come durezza, come lunghezza. Me lo infilai in bocca come una ragazzina inesperta. Non avevo speranza di contenerlo tutto, ero impazzita, accarezzavo quei testicoli, erano gonfi, pieni. Doveva essersi astenuto da orgasmi da giorni per poter avere più sperma. Stupidamente succhiavo e masturbavo come volessi bermelo tutto. Mi fermò lui, mi disse che dovevamo tenerla per il seguito. Mi vergognai, mi prese, mi strappò tutto. Mi spinse sul letto. Lo guardai nudo, era irresistibile, un fisico fatto per il sesso, sodo, atletico, il pene marmoreo e maestoso. Si avvicinò col viso al mio sesso, ero una schifosa laguna di succhi, aprì con le dita lento le grandi labbra e con la punta della lingua accarezzo leggero il mio clitoride gonfio e scoperto, sobbalzai, ero in preda al demonio, anni di vita integerrima, disciplinata, buoni propositi, comportamenti consoni al buon costume, andati totalmente in fumo, non ricordavo più nulla, avevo solo un ingestibile bisogno di venir trafitta da lui. Avrei mandato all’aria tutto in quell’istante pur di essere scopata da quell’uomo, avrei pagato tutto quello che avevo, mi succhiava e baciava tra le cosce in un modo che non potevo far altro di contorcermi dal piacere, appena infilò un dito venni subito, gridai, affondai le unghie nelle sue spalle, venni come mai prima, per la prima volta in vita partirono due schizzetti di liquido. Lui salì sul mio corpo e lento mi penetrò, sembrava aprirmi, dilatarmi, riempirmi e non finire mai. Si muoveva piano. Lo teneva fermo piantato, ero in preda ad uno sconvolgimento sensoriale ormonale, il suo pube sfiorò appena il clitoride e venni ancora, piena di lui, contraevo spasmodicamente i muscoli attorno a quel caldo membro così perfettamente combaciante. Si muoveva piano, continuando a baciarmi, ma non riuscivo a tenere il passo della bacio perché gemevo e ansimavo come una ninfomane scandalosa. Continuò a invadermi e ad affondare in me, a disintegrare ogni mio pudore, a condannarmi alla scoperta del piacere sconfinato fino a quando capii che stava per venire. Mi sollevò appena, mi disse di cingergli la schiena con le gambe, spinse ancora, credo trattenne il più possibile per ritardare, fino a quando mi sentii colpita interiormente da un getto caldo profondo, avevo il suo glande nel ventre, poi un secondo fiotto, un terzo, fra spinte lente li sentivo benissimo, mi stava inseminando in maniera spropositata, un altro getto, l’ultimo poi restò dentro me e ci baciammo per un tempo indefinito senza sfilarci, gli dissi addirittura “ti amo”, gli accarezzavo il viso, ero piena zeppa di lui,in tutti i sensi, lo amavo senza senso, lentamente si sfilò, si addormentò accanto a me, mandai un messaggio della buonanotte a mio marito e mi addormentai abbracciata a lui. Ci svegliammo all’alba, o meglio svegliai io lui, leccando ogni cm del suo corpo, e sì, non mi trattenni nemmeno dal leccare per la prima volta l’ano di un uomo, non riconoscevo più me stessa. Facemmo sesso ancora, non potevo smettere di cibarmi di quella carne, di quelle carezze, di quei respiri, di quella passione, di quella completezza, venne ancora dentro. Lo implorai di sodomizzarmi, io che non avevo mai nemmeno contemplato di fare sesso anale, si rifiutò con la scusa che non poteva rischiare di contaminare con batteri la zona intima. Penosa, chiesi di poter ingoiare un suo orgasmo ma non riuscii a farlo venire la terza volta. Ci baciammo sotto la doccia, poi venne l’ora di andare, afferrai la borsetta, estrassi la busta che conteneva il rimborso per il disturbo, mi rivestii. Il momento dell’addio era arrivato, avrei varcato quella soglia e sarei ritornata al mondo là fuori, sarebbe stato ancora lo stesso?
Se interessa continuo con l’epilogo.
1
9
voti
voti
valutazione
4.6
4.6
Commenti dei lettori al racconto erotico