Ravvivare la fiamma
di
LINOOS E AMONU
genere
tradimenti
Era da un pò che il loro rapporto andava male, Jonathan è sempre stato un ragazzo insicuro e la bellezza di Ilaria sicuramente non aiutava la sua mancanza di fiducia.
Ilaria era molto innamorata di lui ma le discussioni avute nelle ultime settimane hanno fatto ritirare Jonathan.
Tutto era partito da una domanda fatta da lui mentre facevano l'amore...
J: Ti piace?
I: Si che mi piace, dai mettilo dentro tutto...
J: Amore sono quasi arrivato! Sembra che tu abbia sperimentato altro nella vita! ahahah...
I: ...
J: Che c'è? Hai avuto..."cosi" più grossi?
I: Ma no dai! Concentrati e facciamo l'amore, su!
J: No no, aspetta un attimo. Tu mi avevi detto che io ero il più grosso che tu avessi mai avuto!
I: Amore per favore, la smetti?
Il dubbio si era insediato nella mente di lui.
Non riusciva a credere che la sua fidanzatina le aveva mentito, e soprattutto su una cosa così delicata per un ragazzo!
J: Ora voglio sapere quale dei tuoi ex era e quanto era più grosso di me!
I: Se te lo dico la smetti!? Mi sto innervosendo sul serio!
J: Si, dimmelo però...
I: Alex, era Alex. E non era molto più grande di te, forse un paio di centimetri! Ma niente di che!
Jonathan aveva il classico pene che rientra nella media, 15 centimetri e una larghezza che sicuramente non aiutava la fantasia di Ilaria, due pallette che somigliavano più a due olive e che si ritiravano quando gli si addrizzava.
Da quel giorno Jonathan era diventato ancor più insicuro e non sapeva se fidarsi delle parole di Ilaria, non sapeva se aveva avuto rapporti con un pene di soli due centimetri più grande del suo, non sapeva più niente ormai...
Non facevano più l'amore e quando provavano a farlo lui perdeva l'erezione. Forse c'era un modo di mantere le erezioni che il suo fidanzato perdeva ma ad Ilaria faceva schifo solo il pensiero di prendere quel coso rosa in bocca. Non aveva mai fatto pompini e non avrebbe di certo cominciato ora!
Le settimane passavano e anche i rapporti fuori dal letto diventavano più freddi, si vedevano una o due volte a settimana e quando succedeva mangiavano una pizza, parlavano un pò e poi lui la riaccompagnava a casa.
Ilaria lavorava come estetista, faceva le unghie in un centro estetico all'interno di un edificio che conteneva vari negozi e anche una palestra dove tra l'altro lei si allenava. Tutto sommato, anche nella situazione che stava vivendo, Ilaria non smetteva di curarsi. Faceva parte del suo essere e poi comunque doveva vendere il prodotto che offriva, quindi aveva sempre delle mani impeccabili: unghie lunghe naturali, molto spesse e il più delle volte di colore nero o bianco.
Quelle belle unghie lunghe facevano impazzire il suo fidanzato e lei lo sapeva, ma non gli piaceva toccare il suo piselletto ne si sognava di prenderlo in bocca quindi quella che era una fantasia di Jonathan sarebbe dovuta rimanere per sempre una fantasia.
Quello che Ilaria non sapeva è che c'era un'altra persona a cui facevano impazzire le sue belle mani e non solo e quella persona era uno degli istruttori della palestra dove lei si allenava.
Un bel ragazzone di origini nord-africane di nome Aziz, alto 192 centimetri.
Alto e palestrato, da tempo parlava con Ilaria e cercava di capire come scoparsi quella fighetta.
Spesso gli offriva un caffé al bar della palestra dopo allenamento e parlavano un pò.
Aveva capito che Ilaria era ancora innamorata del suo ragazzetto e quindi cercava di farsi raccontare il più possibile della sua vita sentimentale per capire come distruggerla. Tra l'altro anche se lei sapeva di non fare niente di male parlando con Aziz cercava di non farsi vedere da chi conosceva perché aveva paura che Jonathan, gia abbastanza insicuro, potesse farle una scenata anche perché lui odiava i negri.
Per Aziz questo era un periodo d'oro dato che molto più spesso era Ilaria che chiedeva di prendere un caffé insieme e parlare perché ne aveva bisogno.
Ma Ilaria non sapeva il piano demoniaco che aveva architettato il negro per scoparsela...
M: Allora? Come vanno le cose oggi?
I: Sempre peggio...non so che fare...sembra che lui stia perdendo totalmente interesse per me...
M: Cazzo Ilaria! Però posso dirtela una cosa? Voi donne dovreste, per natura, essere in grado di farvi desiderare e tenerci per le palle!
I: In che senso scusa?
M: Andiamo! Sei una donna, sfodera le tue armi e riprenditi il tuo uomo!
I: Se solo sapessi come fare...
M: Bhe ma scusa...non voglio entrare troppo nella vostra intimità però...usare la... bocca? A tutti gli uomini piace prima di scopare!
I: Cosa!? Assolutamente no! Non se ne parla! Non lo farò mai, mi fa schifo!
M: Ma lui o...tutti?
I: Che cavolo di domanda è? Tutti! Ovvio!
M: Wow...allora credo tu sia destinata a farti lasciare perché non riesci a fare la donna...
I: Non può essere che con una...bocca...riesca a risollevare questo rapporto dai! E poi se proprio decidessi di farlo non sarei neanche capace...
M: Bhe ma dai, su quello non c'è problema. Ti aiuto io...oh, non fraintendere eh!
I: Ahahah, ammetterai che quello che hai detto è fraintendibile però! Come mi aiuteresti?
M: Bhe potremmo preparare il piano d'attacco per farlo ricadere ai tuoi piedi! Così io faccio contenta la mia amica e tu riavrai la tua vita sentimentale!
I: mmm...e come potremmo fare, sentiamo!
M: Se ci stai io ti aiuto volentieri, inventa una scusa e vieni a casa mia stasera dopo cena!
I: E cosa dico a Jonathan!?
M: Rivuoi il tuo uomo? Questo è un problema tuo!
Ilaria aveva mille dubbi.
Cosa intendeva Aziz con preparare il piano d'attacco?
Cosa avrebbero fatto a casa sua quella sera?
Lei amava Jonathan quindi ovviamente non sarebbe successo niente, ma questa complicità con quel bel ragazzo sotto sotto la faceva divertire, così quella sera dopo aver cenato a casa con sua madre e suo padre Ilaria scrisse un messaggio a Jonathan su Wathsapp dicendo: "vado a casa di Federica a vedere un film stasera, ci sentiamo più tardi...".
Ci pensò su ancora un pò mentre si preparava.
Si stava anche rifacendo lo smalto alle unghie, non era messo male ma voleva essere impeccabile.
Con l'acetone tolse lo smalto sbeccato dalla lunga e larga unghia del pollice e così venne fuori il colore giallognolo naturale dell'unghia. Prese la lima e la affilò meglio, in punta, lasciandola quadrata ed infine rimise su il colore nero lucido.
Poi si vestì, mise il telefono in borsa senza neanche guardare se il suo freddo fidanzato avesse risposto e andò a prendere la macchina.
Arrivata all'indirizzo, datole da Aziz quel pomeriggio, suonò al citofono e dopo qualche secondo un suono secco fece scattare la serratura del portoncino.
Sali ed entrò nell'appartamento, Aziz era sul divano.
Lei portava i capelli legati a coda di cavallo, aveva indosso un paio di jeans attillati che facevano risaltare molto il suo culetto e una maglietta nera con un grande fiocco nero sul petto che nonostante fosse ingombrante non riusciva a nascondere le sue grosse tettone.
Aziz aveva indosso una canottiera smanicata verde scura che lasciava scoperte le sue grosse spalle tonde e nere lucide, lasciava anche scoperti due enormi bicipiti con grosse vene che correvano sottopelle che sembravano pronte a scoppiare.
Portava un paio di grosse scarpe da basket bianchissime (46? 47??) e aveva indosso dei pantaloni di tuta rossi con una striscia bianca ai lati. Si poteva intravedere come una nervatura in corrispondenza del cavallo dei pantaloni. Intanto l'inconscio di Ilaria lavorava...
M: Ila, entra entra. Allora come ti senti? Pronta?
I: Pronta per cosa? Che facciamo stasera?
M: Stasera tu ti allenerai per riprenderti la tua vita sentimentale.
I: In che modo?
M: La prima cosa che ti insegnerò sarà come soddisfare per bene il tuo uomo.
I: Cioè?
Disse Ilaria con un'aria scocciata e sarcastica.
M: Lo rivuoi o no il tuo rapporto con la persona che ami? Allora togli quel sarcasmo che sento in quello che dici e mettiti a sedere qui sul divano vicino a me!
Quelle parole avevano fatto scattare qualcosa dentro Ilaria. Finalmente un uomo con fare deciso le diceva cosa fare...
I: Ok, ma prima voglio sapere che dovrei fare.
M: Adesso tu farai finta che io sia Jonathan, mi saluterai con un bel bacio e poi mi toccherai l'uccello.
I: Cosa? Tu non sei Jonathan! E io non sono stupida!
M: Lo so che non sei stupida e so che io non sono Jonathan ma questo è l'unico modo per prepararti a quello che poi dovrai fare nella realtà. Hai una chance, dovrai andare da Jonathan e replicare quello che farai stasera qui con me. Se non lo farai fatto bene tra voi sarà finita. Se farai esattamente come ti dico ti insegnerò come farti amare alla follia dal tuo uomo e recuperare tutto il tempo e i rapporti che avete perduto.
Ilaria era combattuta ma amava Jonathan più di qualsiasi cosa.
I: Ok, lo farò. Ma ripeto, non sono stupida! Non farò cose che non voglio fare!
M: Bene. Ricominciamo. Fai finta che io sia Jonathan, accoglimi con un bel bacio con la lingua e toccami il pacco.
Ilaria, si avvicinò lentamente al divano, posò la borsetta a terra, si mise a sedere lentamente vicino a Aziz e guardandolo fisso negli occhi si avvicinò piano piano, socchiudendo gli occhi, alle labbra del negrone.
Dentro di se sapeva che stava per baciare un altro uomo e che poteva essere considerato un tradimento, sapeva che questo forse era l'unico modo per riavere la persona che amava.
Le loro labbra si toccarono e istintivamente lei appoggiò una mano sul grosso pacco che gonfiava quella tuta.
Aziz gli infilò la lingua in bocca mentre intanto, divertito, guardava quelle belle unghie lunghe e nere grattare sulla sua grossa melanzana avvolta dai pantaloni della tuta.
Ilaria si sciolse e cominciò un lento e inconscio movimento delicato con le unghie: percorreva tutta la grossa asta fino ad arrivare alla cappella, grossa come una pesca, e ne stuzzicava il buco per pisciare con l'unghia del pollice, sentiva che ci entrava quasi tutta l'unghia dell'indice.
Era in trance e dopo un minuto abbondante si risvegliò dal sogno erotico che stava vivendo dentro di sè.
Si staccò dalle labbra del negrone ancora con la nerchia tra gli artigli e con la boccuccia ancora aperta guardò con stupore le dimensioni di quello che apparentemente non era un pene, ma un cazzone.
Il silenzio fu rotto da Aziz che recitando la parte seria disse...
M: Si lo so è un pochino sopra la media ma sono sicuro che Jonathan è messo altrettanto bene.
I: Eh? Ah, Jonathan. Si si, leggermente meno spesso forse...
Aziz la guardava soddisfatto mentre lei non credeva ai suoi occhi.
Era incantata da quel grosso affare, a occhio erano almeno 24 o 25 centimetri con uno spessore costante dalle palle alla punta: sembrava di afferrare una lattina di coca cola.
Il negro si alzò e di colpo si mise davanti a Ilaria che era seduta di fronte a lui.
M: Abbassami i pantaloni.
Fece come richiesto e si trovò davanti a un pisellone ancora non del tutto duro, marrone scuro con molti peli ricci e corti a incorniciarlo, nell'ansia del momento la ragazza si mordeva le labbra.
Guardava la cappella che era di un colore diverso da quello dell'asta venosa, era uno strano mix tra un marrone più chiaro e un viola scuro.
Non faceva pompini lei.
Però quella grossa cappella sembrava avere uno strano potere su di lei. Voleva pomiciare con quel cazzo.
Voleva leccare come una gattina e sentire quanto pesavano quelle palle grosse come due mandarini.
I: Non posso farlo, non posso tradirlo.
M: Non lo stai tradendo lo stai riconquistando. E poi lo sanno tutti, un pompino non è tradire.
I: Sei sicuro? Io non voglio tradirlo, lo amo.
M: Se lo ami devi farlo. Chiudi gli occhi, pensa a Jonathan e baciami la cappella.
Ilaria ci pensò ancora un'istante, guardò il grosso buco per pisciare di quel pisellone e disse ad alta voce pensando a Jonathan...
I: Amore mio, lo faccio per te, ti amo tanto.
Infilò la lingua in quel buco e appoggiò le labbra su quella cappellona. Sembrava posseduta, ciucciava come non pensava avrebbe mai potuto fare, mentre massaggiava e graffiava quelle grosse palle cariche di sburro che intanto toccavano l'anello di fidanzamento di Ilaria.
To be continued...
Ilaria era molto innamorata di lui ma le discussioni avute nelle ultime settimane hanno fatto ritirare Jonathan.
Tutto era partito da una domanda fatta da lui mentre facevano l'amore...
J: Ti piace?
I: Si che mi piace, dai mettilo dentro tutto...
J: Amore sono quasi arrivato! Sembra che tu abbia sperimentato altro nella vita! ahahah...
I: ...
J: Che c'è? Hai avuto..."cosi" più grossi?
I: Ma no dai! Concentrati e facciamo l'amore, su!
J: No no, aspetta un attimo. Tu mi avevi detto che io ero il più grosso che tu avessi mai avuto!
I: Amore per favore, la smetti?
Il dubbio si era insediato nella mente di lui.
Non riusciva a credere che la sua fidanzatina le aveva mentito, e soprattutto su una cosa così delicata per un ragazzo!
J: Ora voglio sapere quale dei tuoi ex era e quanto era più grosso di me!
I: Se te lo dico la smetti!? Mi sto innervosendo sul serio!
J: Si, dimmelo però...
I: Alex, era Alex. E non era molto più grande di te, forse un paio di centimetri! Ma niente di che!
Jonathan aveva il classico pene che rientra nella media, 15 centimetri e una larghezza che sicuramente non aiutava la fantasia di Ilaria, due pallette che somigliavano più a due olive e che si ritiravano quando gli si addrizzava.
Da quel giorno Jonathan era diventato ancor più insicuro e non sapeva se fidarsi delle parole di Ilaria, non sapeva se aveva avuto rapporti con un pene di soli due centimetri più grande del suo, non sapeva più niente ormai...
Non facevano più l'amore e quando provavano a farlo lui perdeva l'erezione. Forse c'era un modo di mantere le erezioni che il suo fidanzato perdeva ma ad Ilaria faceva schifo solo il pensiero di prendere quel coso rosa in bocca. Non aveva mai fatto pompini e non avrebbe di certo cominciato ora!
Le settimane passavano e anche i rapporti fuori dal letto diventavano più freddi, si vedevano una o due volte a settimana e quando succedeva mangiavano una pizza, parlavano un pò e poi lui la riaccompagnava a casa.
Ilaria lavorava come estetista, faceva le unghie in un centro estetico all'interno di un edificio che conteneva vari negozi e anche una palestra dove tra l'altro lei si allenava. Tutto sommato, anche nella situazione che stava vivendo, Ilaria non smetteva di curarsi. Faceva parte del suo essere e poi comunque doveva vendere il prodotto che offriva, quindi aveva sempre delle mani impeccabili: unghie lunghe naturali, molto spesse e il più delle volte di colore nero o bianco.
Quelle belle unghie lunghe facevano impazzire il suo fidanzato e lei lo sapeva, ma non gli piaceva toccare il suo piselletto ne si sognava di prenderlo in bocca quindi quella che era una fantasia di Jonathan sarebbe dovuta rimanere per sempre una fantasia.
Quello che Ilaria non sapeva è che c'era un'altra persona a cui facevano impazzire le sue belle mani e non solo e quella persona era uno degli istruttori della palestra dove lei si allenava.
Un bel ragazzone di origini nord-africane di nome Aziz, alto 192 centimetri.
Alto e palestrato, da tempo parlava con Ilaria e cercava di capire come scoparsi quella fighetta.
Spesso gli offriva un caffé al bar della palestra dopo allenamento e parlavano un pò.
Aveva capito che Ilaria era ancora innamorata del suo ragazzetto e quindi cercava di farsi raccontare il più possibile della sua vita sentimentale per capire come distruggerla. Tra l'altro anche se lei sapeva di non fare niente di male parlando con Aziz cercava di non farsi vedere da chi conosceva perché aveva paura che Jonathan, gia abbastanza insicuro, potesse farle una scenata anche perché lui odiava i negri.
Per Aziz questo era un periodo d'oro dato che molto più spesso era Ilaria che chiedeva di prendere un caffé insieme e parlare perché ne aveva bisogno.
Ma Ilaria non sapeva il piano demoniaco che aveva architettato il negro per scoparsela...
M: Allora? Come vanno le cose oggi?
I: Sempre peggio...non so che fare...sembra che lui stia perdendo totalmente interesse per me...
M: Cazzo Ilaria! Però posso dirtela una cosa? Voi donne dovreste, per natura, essere in grado di farvi desiderare e tenerci per le palle!
I: In che senso scusa?
M: Andiamo! Sei una donna, sfodera le tue armi e riprenditi il tuo uomo!
I: Se solo sapessi come fare...
M: Bhe ma scusa...non voglio entrare troppo nella vostra intimità però...usare la... bocca? A tutti gli uomini piace prima di scopare!
I: Cosa!? Assolutamente no! Non se ne parla! Non lo farò mai, mi fa schifo!
M: Ma lui o...tutti?
I: Che cavolo di domanda è? Tutti! Ovvio!
M: Wow...allora credo tu sia destinata a farti lasciare perché non riesci a fare la donna...
I: Non può essere che con una...bocca...riesca a risollevare questo rapporto dai! E poi se proprio decidessi di farlo non sarei neanche capace...
M: Bhe ma dai, su quello non c'è problema. Ti aiuto io...oh, non fraintendere eh!
I: Ahahah, ammetterai che quello che hai detto è fraintendibile però! Come mi aiuteresti?
M: Bhe potremmo preparare il piano d'attacco per farlo ricadere ai tuoi piedi! Così io faccio contenta la mia amica e tu riavrai la tua vita sentimentale!
I: mmm...e come potremmo fare, sentiamo!
M: Se ci stai io ti aiuto volentieri, inventa una scusa e vieni a casa mia stasera dopo cena!
I: E cosa dico a Jonathan!?
M: Rivuoi il tuo uomo? Questo è un problema tuo!
Ilaria aveva mille dubbi.
Cosa intendeva Aziz con preparare il piano d'attacco?
Cosa avrebbero fatto a casa sua quella sera?
Lei amava Jonathan quindi ovviamente non sarebbe successo niente, ma questa complicità con quel bel ragazzo sotto sotto la faceva divertire, così quella sera dopo aver cenato a casa con sua madre e suo padre Ilaria scrisse un messaggio a Jonathan su Wathsapp dicendo: "vado a casa di Federica a vedere un film stasera, ci sentiamo più tardi...".
Ci pensò su ancora un pò mentre si preparava.
Si stava anche rifacendo lo smalto alle unghie, non era messo male ma voleva essere impeccabile.
Con l'acetone tolse lo smalto sbeccato dalla lunga e larga unghia del pollice e così venne fuori il colore giallognolo naturale dell'unghia. Prese la lima e la affilò meglio, in punta, lasciandola quadrata ed infine rimise su il colore nero lucido.
Poi si vestì, mise il telefono in borsa senza neanche guardare se il suo freddo fidanzato avesse risposto e andò a prendere la macchina.
Arrivata all'indirizzo, datole da Aziz quel pomeriggio, suonò al citofono e dopo qualche secondo un suono secco fece scattare la serratura del portoncino.
Sali ed entrò nell'appartamento, Aziz era sul divano.
Lei portava i capelli legati a coda di cavallo, aveva indosso un paio di jeans attillati che facevano risaltare molto il suo culetto e una maglietta nera con un grande fiocco nero sul petto che nonostante fosse ingombrante non riusciva a nascondere le sue grosse tettone.
Aziz aveva indosso una canottiera smanicata verde scura che lasciava scoperte le sue grosse spalle tonde e nere lucide, lasciava anche scoperti due enormi bicipiti con grosse vene che correvano sottopelle che sembravano pronte a scoppiare.
Portava un paio di grosse scarpe da basket bianchissime (46? 47??) e aveva indosso dei pantaloni di tuta rossi con una striscia bianca ai lati. Si poteva intravedere come una nervatura in corrispondenza del cavallo dei pantaloni. Intanto l'inconscio di Ilaria lavorava...
M: Ila, entra entra. Allora come ti senti? Pronta?
I: Pronta per cosa? Che facciamo stasera?
M: Stasera tu ti allenerai per riprenderti la tua vita sentimentale.
I: In che modo?
M: La prima cosa che ti insegnerò sarà come soddisfare per bene il tuo uomo.
I: Cioè?
Disse Ilaria con un'aria scocciata e sarcastica.
M: Lo rivuoi o no il tuo rapporto con la persona che ami? Allora togli quel sarcasmo che sento in quello che dici e mettiti a sedere qui sul divano vicino a me!
Quelle parole avevano fatto scattare qualcosa dentro Ilaria. Finalmente un uomo con fare deciso le diceva cosa fare...
I: Ok, ma prima voglio sapere che dovrei fare.
M: Adesso tu farai finta che io sia Jonathan, mi saluterai con un bel bacio e poi mi toccherai l'uccello.
I: Cosa? Tu non sei Jonathan! E io non sono stupida!
M: Lo so che non sei stupida e so che io non sono Jonathan ma questo è l'unico modo per prepararti a quello che poi dovrai fare nella realtà. Hai una chance, dovrai andare da Jonathan e replicare quello che farai stasera qui con me. Se non lo farai fatto bene tra voi sarà finita. Se farai esattamente come ti dico ti insegnerò come farti amare alla follia dal tuo uomo e recuperare tutto il tempo e i rapporti che avete perduto.
Ilaria era combattuta ma amava Jonathan più di qualsiasi cosa.
I: Ok, lo farò. Ma ripeto, non sono stupida! Non farò cose che non voglio fare!
M: Bene. Ricominciamo. Fai finta che io sia Jonathan, accoglimi con un bel bacio con la lingua e toccami il pacco.
Ilaria, si avvicinò lentamente al divano, posò la borsetta a terra, si mise a sedere lentamente vicino a Aziz e guardandolo fisso negli occhi si avvicinò piano piano, socchiudendo gli occhi, alle labbra del negrone.
Dentro di se sapeva che stava per baciare un altro uomo e che poteva essere considerato un tradimento, sapeva che questo forse era l'unico modo per riavere la persona che amava.
Le loro labbra si toccarono e istintivamente lei appoggiò una mano sul grosso pacco che gonfiava quella tuta.
Aziz gli infilò la lingua in bocca mentre intanto, divertito, guardava quelle belle unghie lunghe e nere grattare sulla sua grossa melanzana avvolta dai pantaloni della tuta.
Ilaria si sciolse e cominciò un lento e inconscio movimento delicato con le unghie: percorreva tutta la grossa asta fino ad arrivare alla cappella, grossa come una pesca, e ne stuzzicava il buco per pisciare con l'unghia del pollice, sentiva che ci entrava quasi tutta l'unghia dell'indice.
Era in trance e dopo un minuto abbondante si risvegliò dal sogno erotico che stava vivendo dentro di sè.
Si staccò dalle labbra del negrone ancora con la nerchia tra gli artigli e con la boccuccia ancora aperta guardò con stupore le dimensioni di quello che apparentemente non era un pene, ma un cazzone.
Il silenzio fu rotto da Aziz che recitando la parte seria disse...
M: Si lo so è un pochino sopra la media ma sono sicuro che Jonathan è messo altrettanto bene.
I: Eh? Ah, Jonathan. Si si, leggermente meno spesso forse...
Aziz la guardava soddisfatto mentre lei non credeva ai suoi occhi.
Era incantata da quel grosso affare, a occhio erano almeno 24 o 25 centimetri con uno spessore costante dalle palle alla punta: sembrava di afferrare una lattina di coca cola.
Il negro si alzò e di colpo si mise davanti a Ilaria che era seduta di fronte a lui.
M: Abbassami i pantaloni.
Fece come richiesto e si trovò davanti a un pisellone ancora non del tutto duro, marrone scuro con molti peli ricci e corti a incorniciarlo, nell'ansia del momento la ragazza si mordeva le labbra.
Guardava la cappella che era di un colore diverso da quello dell'asta venosa, era uno strano mix tra un marrone più chiaro e un viola scuro.
Non faceva pompini lei.
Però quella grossa cappella sembrava avere uno strano potere su di lei. Voleva pomiciare con quel cazzo.
Voleva leccare come una gattina e sentire quanto pesavano quelle palle grosse come due mandarini.
I: Non posso farlo, non posso tradirlo.
M: Non lo stai tradendo lo stai riconquistando. E poi lo sanno tutti, un pompino non è tradire.
I: Sei sicuro? Io non voglio tradirlo, lo amo.
M: Se lo ami devi farlo. Chiudi gli occhi, pensa a Jonathan e baciami la cappella.
Ilaria ci pensò ancora un'istante, guardò il grosso buco per pisciare di quel pisellone e disse ad alta voce pensando a Jonathan...
I: Amore mio, lo faccio per te, ti amo tanto.
Infilò la lingua in quel buco e appoggiò le labbra su quella cappellona. Sembrava posseduta, ciucciava come non pensava avrebbe mai potuto fare, mentre massaggiava e graffiava quelle grosse palle cariche di sburro che intanto toccavano l'anello di fidanzamento di Ilaria.
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