Quando facevo la commessa in farmacia

di
genere
prime esperienze

Ho scoperto per caso questo sito, a dire il vero, ne ho trovato traccia nella cronologia nel pc di mio marito.
Mi presento, sono Enza dalla Calabria, sposata con Franco, ho 55 anni e credo di essere ancora una signora appetibile, lo capisco dagli sguardi dei maschi, sono piccolina di statura, alta 1.55 circa, leggermente formosa, ma fatta bene dice mio marito, ho una 5 misura di seno, per la quale non passo inosservata.
Franco, sin da fidanzati, nei nostri rapporti intimi, mi parlava di avere almeno per una volta una esperienza trasgressiva, infatti, a lui piaceva che altri mi guardassero le cosce, e per tale motivo, spesso mi chiedeva di indossare gonne, tacchi alti, e autoreggenti, si eccitava ad andare in giro, anche semplicemente a fare rifornimento con la macchina, e gli piaceva far guardare le mie cosce al benzinaio di turno.
Non sono una fotomodella, ma l'idea era stuzzicante, all'epoca del nostro fidanzamento, negli anni '90, facevo la commessa in una farmacia del mio paese, il titolare, era un uomo di circa 60 anni, considerato un porcellone, ed un donnaiolo, a me serviva quel lavoro per avere una indipendenza economia.
Avevo instaurato un buon rapporto col titolare, tanto che avevo conquistato la sua fiducia, infatti mi lasciava le chiavi della farmacia, per cui, potevo aprire e chiudere io l'attività commerciale.
Col passare del tempo, la sua stima nei miei confronti era diventata oramai di routine, ma un giorno nel periodo di dicembre, dovendo fare l'inventario, mi chiese di rimanere in farmacia, avvisai il mio fidanzato, che non sarei tornata per pranzo.
Arrivato l'orario di chiusura al pubblico, mi chiese di salire sugli scaffali per vedere la merce in farmacia, ed eventualmente le medicine ed altro da ordinare.
Avevo indossato una gonna a portafoglio, e calze nere velate, appena salita sulla scala che mi avrebbe permesso di guardare la merce, lui era sotto con il foglio dell'inventario in mano, sentii una mano che mi accarezzava le gambe, insinuandosi sotto la mia gonna, rimasi impietrita ed attonita, ma sentivo quelle carezze sulle mie cosce che mi pervadevano tutta, i capezzoli si inturgidirono e diventai viola dalla vergogna, ma lui sapientemente, mi disse.....dai Enza....non temere...nessuno saprà mai nulla, continuava a frugarmi tra le gambe, ed io ero eccitatissima, scesi dalla scala, e lui afferrandomi per le braccia, mi baciò in bocca, mettendo la sua mano tra le mie tette, mi prese per mano e mi fece afferrare il suo cazzo, era durissimo, lo sentivo da sopra i pantaloni, li sbottonò e tirò fuori un cazzo enorme, il mio ragazzo aveva un cazzo che per dimensioni era la metà.
Mi chiese di prenderlo in mano e di baciarlo, acconsenti e iniziai a leccare e a succhiare quel enorme cazzo durissimo, aveva anche due palle gonfie e dure come mai le avevo viste, mi fece girare a pecora, sollevò la mia gonna ed iniziò a stantuffarmi e sculacciarmi, dicendomi parole volgari come....."troia....puttana....zoccola....mi diceva dai Enza....sei una troia....scommetto che non hai mai goduto così vero?" Io in preda a vari orgasmi ammettevo che godevo come una vacca.
Da quel giorno, gli inventari li facevamo ogni settimana, per circa due anni mi ha scopato ed appagato, dopo due anni ho sposato il mio ragazzo, e sono andata a vivere nel suo paese di origine, ma spesso ripenso a quelle esperienze vissute con il mio datore.
Oltretutto, non me ne faccio una colpa, non era forse quello che da sempre desiderava Franco?
scritto il
2022-01-08
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