Mutandine

di
genere
feticismo

Se c'è una cosa che mi fa impazzire sono le sue mutandine bagnate, mutandine da leccare, baciare, annusare, da avvolgerci il cazzo e masturbarmi, riempirle del mio sperma e riconsegnarle alla proprietaria che ha il mio stesso gusto perché anche lei lo faccia, le lecchi, le baci le annusi, ci si masturbi strofinandosi la passera e infilandole dentro fino all'orgasmo. Che bello, un feticismo che ha origini lontane per me e forse anche per lei che non è sempre la stessa ma che quasi sempre risponde al mio ardore, alla mia oscena vista, alle mie mosse strane e impudiche, come contagiata.
Quaranta anni prima, sono un quindicenne arrapato ospite di una cugina molto più grande, una cugina di secondo grado, bella, gentile, molto affettuosa. Mi portava spesso con sé in giro per Roma, prendendomi a braccetto e parlavamo, parlavamo, ridevamo, ridevamo e se per me era un piacere flirtare con una ragazza tale, una ventenne procace, una donna fatta, il suo comportamento denotava un eguale piacere, forse quello di sentire i miei fremiti, di avvertire la mia dirompente libidine maschile di adolescente.
Aveva un profumo particolare Lucia, un profumo in cui la sua dolce corporeità si univa ad ad un essenza di cui si avvaleva per completare la toilette, un essenza fatta di agrumi, vaniglia e tabacco. Sono stato sempre così sensibile agli odori, tanto che il mio naso è tale da superare le vista come origine di ogni attrazione.
Un giorno che ero solo in casa fui sospinto dalla curiosità id entrare in camera sua, la camera che di solito Lucia chiudeva a chiave per difendere la sua intimità ovviamente, non tanto da me quanto dai genitori e dal fratello maggiore. Invece era aperta ed entrai. Era tutto in ordine solo su una sedia una minigonna appoggiata e un golfino rosa che subito presi portandolo al naso e aspirando il profumo di Lucia pressoché intatto. Poi la mia vista si posò inaspettatamente sulle sue mutandine cadute in terra sotto la sedia come se nel cambiarsi fossero finite lì e lei non se ne fosse accorta dimenticandole. Non potei fare a meno di prenderle: lo stesso profumo ma arricchito da un sentore di mare, di pesce fresco olezzante. Irrefrenabile poi la voglia di leccarle e contemporaneamente prendere con la mano libera l'erezione e afferrare il cazzo dando inizio a una conturbante masturbazione. Poi, al momento della eiaculazione, lo copro con le mutandine, sospinto dal gusto irrefrenabile di bagnarle. Riavutomi, non so che fare, l'oggetto del reato, o meglio del desiderio, non posso distruggerlo né posso pulirlo, Lucia se ne accorgerebbe. Allora che fare ? Lasciarle lì dove sono? Sarei tentato, far capire a Lucia cosa è avvenuto. Chissà come reagirebbe? Farebbe finta di niente? Farebbe in qualche modo capirmi che ha capito? Alla fine decido di metterle tra i panni da lavare. Lucia potrebbe non ricordare e pensare di averlo fatto lei oppure che a farlo sia stata sua madre avendole viste lì gettate a terra. E' la soluzione migliore.
Il giorno dopo Lucia non batte ciglia, il suo comportamento verso di me è lo stesso di sempre e così sarà nei giorni seguenti, io che continuo a sentire quel profumo inebriante. Poi la partenza, Lucia mi accompagna al treno con il solito affettuoso atteggiamento. Parliamo, scherziamo, mi tiene a braccetto come fossimo fidanzati. Quando arriva il treno, mi accompagna al vagone, mi bacia, mi abbraccia e alla fine mi dice "a presto Fausto" e poi, mentre il treno si muove, "guarda nelle valigia!". Intanto che Roma si allontana mi risuonano le ultime parole di Lucia, sono solo nello scompartimento e apro la valigia: ben visibili, sopra tutto il resto, appaiono le sue mutandine, pulite stirate, profumate.
Quell'esperienza adolescenziale era state così forte, così forte l'erotismo che ne era scaturito, che per tutta la vita futura ne fui condizionato, per tutta la vita fino ad oggi che ho superato la giovinezza. Le mutandine, oggetto incancellabile del mio desiderio più forte.
scritto il
2022-02-16
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