L’insospettabile zia troia

di
genere
voyeur

Ciao a tutti, mi chiamo Arturo, vengo dal Nord e ho 22 anni.
La serie di avvenimenti che sto per raccontare è assolutamente reale ed è ciò che mi ha portato a essere oggi un cuckold. Partiamo con ordine.
La prima delle mie esperienze voyeur risale a un estate di qualche anno fa, avevo 16 anni. Fino a quel punto il mio approccio alla sessualità era stato abbastanza standard: una fidanzatina e poche esperienze. Non avevo particolari kink, né dimostravo particolare interesse verso il voyeurismo, ero un normalissimo ragazzo del liceo. Basket, libri (non di scuola, sempre stato una frana) e pochi altri interessi caratterizzavano quel periodo.
Quell’estate trovo lavoro come cameriere in un locale del centro, vicino alla casa dei miei zii. Data la vicinanza, spesso mi fermavo da loro per la pausa pranzo, trovando praticamente sempre mia zia Martina. È mia zia acquisita, avendo sposato mio zio (fratello di mio padre), ed è una donna di cultura,
laureata in lettere e appassionata di arte, letteratura e musica. Appartenente a circoli che definirei “radical-chic”, mi piaceva passare con lei quella mia ora libera a discutere del più e del meno, di politica e di svariate tematiche, mi aiutava a sentirmi intellettualmente valido. Una donna chiaramente dal fine intelletto (molto diversa da mio zio, per giunta), che mai avrei immaginato si sarebbe rivelata il mio ingresso nel mondo voyeur.
Martina all’epoca aveva 43 anni e mai mi aveva suscitato interesse sessuale di alcun tipo. Alta 170 cm, ha capelli ricci e neri con una carnagione scura, data dalle origini meridionali. Rispecchia un po’ lo stereotipo della professoressa di letteratura, sia nel linguaggio che nel portamento.
Come accennato prima era una giornata d’estate. Mi trovo in centro per motivi slegati al lavoro ed era il mio giorno libero, decido quindi di passare a fare un salto a casa dei miei zii, per far loro una sorpresa. Pensavo che avrei intrattenuto una di quelle solite conversazioni, mi sarei trattenuto al massimo per un caffè, tutto mi aspettavo meno quel che effettivamente mi sono ritrovato ad assistere.
Suono al citofono, ma nessuno risponde. Penso che sia strano, a quest’ora mia zia dovrebbe essere a casa (mio zio lavora fino a sera), e decido quindi, per curiosità, di vedere nel parcheggio della corte se fosse presente la sua macchina. Man mano che mi avvicino sento tuttavia delle voci, una maschile e una femminile. Noto che la porta del garage in cui vengono messe le macchine del condominio è socchiusa, la mia curiosità aumenta sempre di più è deciso di sbirciare. Ciò che vedo mi lascia allibito: mia zia sta limonando, nuda, con qualcun altro, che decisamente non sembra essere mio zio. Per paura di essere visto distolgo immediatamente lo sguardo, non so cosa fare. Non avevo mai visto mia zia così, la mia reazione era esterrefatta. In più, non capivo chi fosse quel tipo. Spinto dall’eccitazione e dalla curiosità, decido quindi di passare per il retro del garage, in concomitanza di una piccola finestra sopraelevata che mi avrebbe permesso di guardare la scena, senza essere visto.
Finalmente posso quindi valutare chi fosse il porco che si stava per scopare mia zia. Si tratta di un uomo sulla quarantina, muscoloso e tatuato, capelli corti spazzolati e neri.
“Sì Gio sfondami ti prego”, era mia zia a guidarlo. Il bestione aveva sdraiato la mia zietta su un divanetto e si era messo a pompare, pompare più forte che poteva.
“Sì Giovanni godoooooo, sì sì sì vengo vengooooo”
Ecco chi cazzo era, Giovanni. Ne avevo sentito parlare da mio zio: uno scarto di galera, legato all’estrema destra cittadina e agli ambienti di curva, gestiva il bar di fronte a casa degli zii. Ne avevo sentito solo con prese per il culo da parte di mio zio, contornate da compiaciute risate di mia zia. Mai avrei pensato che una donna così “elevata” si sarebbe fatta sfondare da uno stronzo qualsiasi. E il porco era pure eccitatissimo, pompava con un ritmo pauroso. Zia godeva e chiedeva di pomparla più forte, per ben tre volte viene sul cazzo di Giovanni. Come se non bastasse, prima di finire decide di montarlo “alla cowgirl”, gestendo lei stavolta i ritmi della scopata. Ero incazzato, sentivo un po’ ferito l’onore di famiglia (sempre stata comunque vicina ad ambienti di sinistra) nel vedere mia zia trattata come una troia, ma al contempo vedere quel suo culo scuro saltare sul cazzone di Giovanni era una visione eccitantissima. Mi rendo conto di essere stato a guardare, inerme e impassibile, per circa venti minuti.
“Aaaaaah sì Marti vengoooooo”
“Vienimi dentro porco, fammi sentire tutta quella sborra”
Ero semplicemente incredulo. Non potevo credere che quelle parole stessero uscendo dalla bocca di mia zia. E al contempo guardavo, guardavo come veniva riempita di sperma in figa da uno scaricatore di porto qualsiasi. Decido quindi di ricompormi in fretta e allontanarmi.
Come avrei scoperto negli anni a venire, nella mia famiglia, che prima reputavo normale, c’è una certa indole alla “troiaggine”. Sarà il fatto che tutte le donne nella mia famiglia sono sempre state libertine, saranno semplice coincidenze, non lo so. Fatto sta che non sarebbe stata l’ultima volta, né l’unica parente, a scopare (a sua insaputa) d’avanti ai miei occhi. La mia ossessione per il voyeurismo parte però da qui, ossessione che si sarebbe poi trasformata (lo vedremo a tempo debito), in desiderio di essere cuckold, poi avveratosi.
Mi scuso per la forma, più che un racconto vorrei portare delle confessioni, sono delle storie reali che mi eccitano infinitamente e che vorrei assolutamente trasporre e levarmi, in un certo senso, dalla coscienza.
arturocuck@gmail.com è la mia mail, scrivete pure.
scritto il
2022-03-16
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