Quello che vuoi da me - 5.a parte (io e Chiara)

di
genere
bondage

Appena tornata a casa mi agghindai con gli ornamenti che volevo mi qualificassero come quella che mi sentivo di essere. Ero entusiasta della mia nuova sistemazione nel loft concessomi da Marco, a cui pagavo un affitto pressoché nominale. Era il mio castello bellissimo, ma mi piaceva sentirmi una principessa prigioniera. Uscivo, anche da sola, qualche volta con lui, ma una volta in casa mi piaceva spogliarmi di tutte le protezioni che indossavo nella vita pubblica e restare così, collare, polsiere e cavigliere. Pronta, in caso il mio carceriere si fosse presentato. Passava spesso a trovarmi, quasi quotidianamente, ma molte volte non mi trattava solo come una sua schiava. Parlavamo, facevamo sesso, facevamo l'amore, o semplicemente stavamo sul divano a guardare la TV come una coppia qualunque, con la differenza che io in un angolino della mente speravo che mi mettesse le mani addosso, che mi ordinasse di fare qualcosa, che mi usasse. Avevo voglia di lui in continuazione, ma mi bastava sentirmelo addosso, e per lui cercavo sempre di essere perfetta, capire quando voleva sesso, quando voleva un angelo consolatore, quando voleva una puttana. E ci stavo riuscendo abbastanza bene.
La scelta degli ornamenti era stata una delle serate "chiacchiere", e avevamo scelto attrezzature varie. Io ero attratta da oggetti che avrei potuto indossare con una certa disinvoltura anche fuori da casa, perché mi piaceva l'idea di esternare la mia condizione, ancorché in modo garbato, mentre lui ovviamente puntava ad oggetti funzionali
- Guarda che belli questi! Non pensi che potrei metterli sempre?
- Carini, ma poco più che decorativi
- Appunto! Potrei tenerli sempre, anche in ufficio, e far nascere domande in quelle testoline, no? Al circolo poi chissà cosa penserebbero
- Penserebbero che sei un po' pazza, ma lo fanno già. A proposito, il tipo che ti ha chiesto di posare l'altra volta...
- gli ho detto che ci sto pensando, dovrò dirgli qualcosa. Se tu non vuoi gli dico di no, mi ha già detto che vuole provare a fare nudo e so come andrà a finire
- legata come un salame?
- probabile. Gli dirò di no
- non é un problema, basta che faccia solo foto
- geloso?
- no, lo sai. Non voglio che tu finisca in una situazione spiacevole
- sembra un tranquillo appassionato di foto
- se arrivi con collare e bracciali con le anelle penserà...
- pensi quello che vuole. Se prova a fare qualcosa che non sia regolare le luci e premere il pulsante di scatto lo uccido
- mesi fa non avresti risposto così
- lo so...
- tornando a noi, visto che ho capito, prendiamo questi quattro - e mi mostrò il carrello degli acquisti - per le serate mondane, anche se sarai a casa, e questi qui per quando non voglio farti male ai polsi mentre te ne faccio altrove. Ok?
- Belli quelli che hai scelto tu, ma non penso li mostrerei alle colleghe. O a mia madre. Troppo espliciti e non si abbinano a niente.
- infatti quando li indosserai saranno abbinati alla tua pelle e basta
- magari un domani, quando renderai ufficiale la mia condizione e farai di me una schiava onesta?
- in caso, una donna onesta. Non solo una schiava.
- non dirmi che ci stai pensando...
- devo risolvere alcune cose. Non questioni di donne, te l'assicuro. Ma cose serie
- vuoi parlarne?
- No. A cose fatte
- Non ti ho mai chiesto l'esclusiva. Prima non potevo, ora non voglio forzarti la mano su una questione alla quale sei refrattario.
- Dici sempre quella frase che vorresti sentire dire da me. Non é forzarmi la mano ma quasi
- Io ti amo e te lo dico. Se tu non me lo dici so comunque che ti piaccio abbastanza e mi vuoi bene comunque. Mi basta. Mi basti. E per quello che vale ti sono fedele
- da quando mi vedo con te mi vedo solo con te.
- Non te l'ho chiesto. Se volessi potresti. Mi sento di dover riparare al periodo in cui non ero sola
- Non ci tenevo allora, non ci tengo adesso. Ho tutto quello che mi serve da te.
Trovai il primo set di collare e polsiere sullo zerbino, tornando dall'ufficio. Lo indossai appena entrata, buttando borsa e vestiti dove capitava. Era il set di maglia di metallo argentato, e gli girai le foto in chat. Mise il cuore a quella in cui il braccio copriva i seni, con il braccialetto ed il collare in bella mostra
- penso che passerò sul tardi. Riesci a stare sveglia?
- Hai le chiavi, dovessi addormentarmi mi sveglierai
Col cazzo che mi addormento, pensai.
Lo attesi per un' ora, inginocchiata in posizione nadu davanti alla porta d'ingresso. Fui sollevata quando sentii la chiave infilarsi nella serratura. Alzai gli occhi e lo vidi sorridere
- sei pazza. Da quanto sei lì?
- non volevo addormentarmi. Che ora é?
- le 11
- allora un'ora
- alzati e fatti guardare
Mi osservò il collare
- non é troppo stretto?
- mi piace così
- contenta tu. Toglili, ti faccio un bagno
Andammo in bagno e mi sedetti sulla vasca, mentre lui apriva il getto. Istintivamente allungai una mano verso la zip dei jeans, trovandolo già semi eccitato. Lo presi in bocca
- porcella
- mmmhhh
Vedendo l'apprezzamento che dimostrava proseguii, fino a quando non mi tirò i capelli e si chinò per esplorarmi la bocca con la lingua. Senza mollare la presa mi fece alzare in piedi e voltare. Appoggiai le mani sulla vasca per non cadere in avanti quando mi penetrò con foga. Una scopata che trasmetteva passione vera, e non ebbi nemmeno bisogno di sfiorarmi per venire quasi immediatamente, rumorosamente.
- avevi voglia
- di te sempre
Dopo il sesso ci stendemmo nella vasca. Adoravo quei momenti di intimitá, con noi due sospesi fuori dal mondo.
- Penso che li metterò domani per andare in ufficio. Sono troppo scandalosi?
- Solo se metti una catena dal collare alle polsiere
- nah
- ti aiuterò a vestirti, se posso dormire qui
- non devi chiederlo
Dormii a koala sul suo corpo tutta la notte, e al mattino mi aiutò con la scelta
- Pelle nera?
- Ottimo
Completino giacca e mini di pelle nera con borchie, camicetta bianca un po' particolare e tronchetti neri con borchie. Più collare e braccialetti
- non fare morti. E stasera foto
- dove?
- non so. Mi verrà in mente. Il tipo poi?
- Le altre foto? Sabato
- ok...
- ti spiace?
- no
- avevi programmi?
- per il dopo. Fatti dare le foto poi.
- ovvio. Posso andare così?
- trucco?
- ok. Mi toccherà spogliarmi di nuovo
- non mi oppongo
- mi tolgo solo la camicetta
- peccato...
Notai qualche sguardo più insistente in metro, ed anche in ufficio notai che lo sguardo delle colleghe si spostava verso il collo o verso i polsi, ma solo Chiara, l'ultima arrivata nel mio reparto, mi fece una domanda diretta. Era una ragazza un po' più grande di me, che dall'abbigliamento ed il taglio dei capelli non ero riuscito a catalogare tra le sportive o le lesbiche. Era comunque estremamente rispettosa ed affabile, e con un certo fascino.
- hanno un motivo o sono solo un gingillo?
- diciamo che ce l'hanno
- mi piacerebbe parlare più nel dettaglio
- io però sono già impegnata.
- andiamo a prendere un caffè di là?
Mi alzai per andare nella saletta, che era deserta
- Posso parlare liberamente?
- Certo
- io sono appena arrivata in questa città. Visto che da quelli capisco che tu sia nel bdsm
- sono una slave, si. Ma non frequento club o altro, almeno per ora. Sto con il mio master
- e pensi che potrei sentire lui per qualche dritta?
- ti do il numero e lo avviso
- ti stanno molto bene
- grazie
Non avevo mai avuto pulsioni verso altre donne, ma ero rimasta colpita dalle mani di Chiara, da come le faceva danzare nell'aria. Pensai che non mi sarebbe dispiaciuto provare qualcosa con lei
- Mi piacerebbe comunque uscire con te una sera. Cena tranquilla, non ho mire. E sempre che il tuo master acconsenta
Avevo voglia di trasgredire? Un po' sì, e Chiara avrebbe potuto essere una confidente esperta con cui scambiare chiacchiere non futili
- per la cena nessun problema. Mi fa piacere poter parlare con qualcuno che capisca senza fraintendere
- é lo stesso per me
- sei dominante?
- oh no, totalmente sottomessa
Avevo pensato l'esatto contrario e glielo dissi
- me lo hanno già detto. Tutti pensano che io viva con una frusta in mano, in realtà sono così sul lavoro. Dipendesse da me vivrei in catene.
Pensieri pensieri...
- senti, facciamo stasera a casa mia ?
- non ho impegni. Ti seguo con l'auto
- io uso la metro
- allora andiamo con la mia
- va bene
Uscimmo insieme con l'aria di chi ha un grosso segreto, e in effetti era così. Per strada mi raccontò qualcuna delle sue esperienze, alcune interessanti e simili alla con Marco. Stavo già fantasticando
- ci fermiamo a ordinare un cinese o un giappo?
- ordiniamo da casa, é meglio
Arrivate lá, il coraggio che aveva era misteriosamente scomparso. Io avevo già prefigurato la mia spavalda presentazione a Chiara nelle mie vesti di schiava, e magari arrivare a chiederle qualcosa...
Chiara continuava a parlare, ordinammo. Marco mi chiamò come al solito, quando aveva un momento e sapeva che ero già a casa. Sembrava un po' giù
- che succede?
- cose di lavoro, niente con cui annoiarti
- sai che ascolto sempre volentieri. Passi stasera?
- sul tardi, dopo le 10
- cercherò di farti pensare ad altro. Magari una sorpresina riesco a fartela - il coraggio mi stava tornando - se sei in vena
- non so...proverò ad essere in vena. Che cosa devo aspettarmi?
- vedrai...
Mentre mangiavamo iniziai io a raccontare la mia unica storia, quella che stavo ancora vivendo, di come era iniziata e di come la stavo vivendo.
- cioè tu vuoi dirmi che quando sei qui lo aspetti sempre, anche se non sai se arriverà?
- certo. Per lui voglio essere sempre pronta, anche se non passa o se non vuole fare niente
- abbiamo più cose in comune di quanto non immaginassi. Sei stata molto fortunata.
- lo so. Infatti questo é il mio modo di ringraziare. Oggi tra l'altro é la prima sera in cui sono ancora vestita, da quando abito qui. Per te sarebbe un problema se io...
- devi spogliarti? No, certo, fai pure
- per me ormai é più naturale. Mi fa stare meglio, pensare che sono così per Marco, e per me.
- è una cosa molto bella che hai. Che avete. Trovarvi così, perfettamente complementari...e sei bella. Lui com'è?
- a me piace molto - gli parlai di Marco, cosa faceva e come viveva
- a parte il lato dom, sembra un tipo molto figo
- oh sì, mai conosciuto uno così. E porta gli anni con una gran leggerezza
- Mi piacerebbe conoscere anche lui. Senza secondi fini, non voglio...
- io avevo pensato una cosa...vorresti conoscerlo stasera?
- ma tu lo stai aspettando così...per fare cose. Come faccio a stare qui anche io?
- e se fossi parte dello show?
- in che senso?
- nel senso che forse gli piacerebbe trovarci in due, anziché solo me. Sono sicura che gli piacerebbe, e se a te andasse di provare qualcosa con lui, diciamo come benvenuto in città ...
Sulle prime rimase molto sulle sue. Forse avevo sopravvalutato la sua voglia di mettersi in gioco, oppure era troppa la sorpresa per essere contenta della proposta. Battè la.mano sul tavolo, come se avesse preso una decisione di importanza capitale.
- vabbè, diciamo che accetto. Ma che succede se a lui sorpresa non piacesse? Se non gli piacessi io? Non voglio farvi litigare o peggio
- sa che sono matta come un cavallo, e credo che nessuno direbbe di no a due donne invece di una.
- sai che sei parecchio spudorata? Oppure lo conosci bene
- spudorata magari no, ma lo conosco bene ormai. Tu sei la prima con cui ho parlato di queste cose un po' a fondo. Non ci conosciamo ancora molto, ma penso che saremo ottime amiche. E magari qualcosa in più
- se accetto, sicuramente qualcosa in più
- accetti?
- spero di non pentirmene
Immaginai la faccia di Marco entrando, e mi si stampó un sorriso enorme sul viso
- Manca un'ora, possiamo fare le cose per bene
- mi spoglio e mi do una rinfrescata allora.
- fai pure la doccia, io preparo qui
Chiara si trasló nel bagno, io rassettai il tavolo e tirai fuori un po' di corde e attrezzi. Per me l'inizio doveva essere in piedi. Io dovevo essere la prima ad essere vista, ma Chiara doveva ricevere le sue attenzioni
La mia nuova collega tornó indossando l'accappatoio che le avevo detto di usare. Non aveva allacciato la cintura, e notai il pube curatissimo ed ebbi la conferma che aveva un bel corpo, anche se un po' troppo asciutto
- mi spoglio anche io?
- se non ti serve più puoi riportare l'accappatoio di là
- giusto. Così saremo pari
Il corpo era quasi da indossatrice, molto secco e un seno più piccolo del mio, meno bello anche ma gradevole
- sei bella, gli piacerai
- pensavo di metterci così - le spiegai il mio piano. Non era del tutto convinta
- se ci legassimo insieme lì dove vuoi stare tu? Ci vedrebbe insieme da subito
- come vuoi. Allora prendo le manette e ci appendiamo insieme
- ok
Tornai con l'occorrente quando mancavano dieci minuti alla 10. Legai le manette alla corda che avevo attaccato alla trave, e le concessi l'onore di scelta
- Di spalle o di fronte? Come ci mettiamo?
- non sono lesbica, ma se ci mettiamo di fronte finirei per baciarti
Poteva essere anche interessante, ma lasciai questa scelta eventualmente a Marco
- Non che non mi attiri la cosa, e nemmeno io sono lesbica, ma in caso Marco vorrà avere la parola su questo...facciamo di spalle
Immobilizzarci fu questione di un attimo. Schiena contro schiena ebbi gli ultimi dubbi
- ora speriamo che arrivi, altrimenti sarà un casino essere in ufficio domani
- già. Non abbiamo molte speranze di liberarci da sole...
Sentii dei passi che si avvicinavano alla porta. Potevano essere i vicini...poi la chiave si infilò nella serratura, e la porta si aprì
- sono arrivato, stai dor...porca puttana...
- sorpresa amore
scritto il
2022-03-27
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