L'occupazione a scuola

di
genere
prime esperienze

Non sapevo minimamente cosa voleva dire amare qualcuno fino a quando non vidi Luca, quel 7 dicembre di 6 anni passare davanti la porta della mia aula 3 Liceo dell'istituto Classico di Roma.
Aveva in mano un Ipod e si trascinava la cuffie cercando di non inciamparvisi.
Il suo sguardo zampillava in cerca di qualcosa e nelle frenesia avrei voluto vedere il suo sguardo poggiarsi su di me, per vedere anche solo in un istante il colore dei suoi occhi; questo incredibile avvenimento accadde qualche ora più tardi quando ritrovai Luca e il suo Ipod, alle prese con la macchietta del caffè che non si decideva a far scendere il bicchiere.
Dato che mi era capitato diverse volte, accorsi in suo aiuto, quanto meno per non restare lì imbambolata a fissarlo.
"Serve una mano?" gli dissi
"Non capisco cosa devo premere, devo essere così disperato per agoniare un caffè tanto brutto." rise
Erano verdi, i suoi occhi, e nel mio petto senti come se il cuore face un battito in più.
"Be... risposi, basta fare così" e diedi una piccola spinta al distributore, questa si sveglio con un rantolo e sputacchiò il caffè, con tanto di bicchiere, zucchero e bastoncino.
"Sei il mio nuovo mito..." mi ingaggiò con la mano.
"Ambra" gli dissi sorridendo un po' troppo da sembrare una smorfia.
"Luca" mi rispose alzando la mano destra che era libera dal bicchiere.
"A questo punto fattene offire uno" mi disse indicandosi la mano sinistra.
"Non prendo caffè, ma credo che per questa volta faccio eccezione"
Lui sorrise, i suoi denti erano assolutamente perfetti e le sue labbra formavano un arco decisamente delizioso provai l'impulso di modicchiarglielo.
Un lampo verde mi trafisse mentre mi porgeva il mio espresso e nell'esatto istante in cui le suo dita sfiorarono le mie sentii che ero completamente persa.

Nei giorni seguenti non potei fare a meno di spiare il corridoio nell'attesa di vederlo passare, ma la nostra scuola comprendeva 3 indirizzi diversi Classico, Linguistico e Artistico, e lui era sicuramente un artista, le sue mani erano letteralmente impiastricciate di carbone per essere uno Shakespiriano.
Il problema era che, be'... si trovava dall'altra parte dell'istituto e non avevo idea di come arriverci, troppo scale e posti inesplorati.

Quel pomeriggio stesso il ricordo di lui mi tormentava, non riuscivo a studiare e immaginavo solamente il sul tocco, i suoi occhi, le sue labbra.
All'improvviso mi sentii avvampare e un formicolio si impossessò di me proprio lì sotto.

A quel punto capii che ero troppo bagnata per concentrarmi su Platone, decisi così di rilassarmi.
Chiusi a chiave la porta della camera da letto e mi spogliai completamente, mi sdraiai e iniziai ad accarezzarmi i seni.
Non so se per le temperature rigide ma il mio corpo era un fremito, lentamente la mia mani sfiorò il mio inguine, poi le labbra, poi il clitoride e così presi a titillarmi.
Nel giro di poco tempo sentii che avevo bisogno di più, ma non ero mai stata con un uomo e anche se il mio corpo mi chiedeva di essere soddisfatto non sapevo in che modo renderlo compiaciuto, così sfregai il clitoride più voracemente possibile finché il corpo non fu tutto un brivido e usci un gemito gutturale dalla mia bocca.

Sette giorni dopo, i Caposcuola decisero di Occupare la scuola, a detta loro quest'ultima non era del tutto laica e si imponeva un'educazione estremamente Cattolica.
Detto ciò, molti ragazzi si organizzano per sorvegliare la loro protesta anche durante la notte, fra questi ovviamente c'era anche la mia migliore amica Lara.
Decisi che era arrivato il momento di fare qualcosa da grandi e così, con tutto il coraggio che avevo chiamai i miei genitori e dissi che anche io avevo deciso di restare per la notte.

Con mia grande sorpresa i miei non si opposero e appoggiarono la mia decisione.

Fu una serata particolare, i ragazzi e le ragazze si unirono e smistarono i sacchi a pelo nell'aula magna, tutto intorno le luci erano spente ed eravamo illuminati solo da candele ma nonostante tutto riconobbi quel verde smeraldo che mi aveva folgorata.

Luca, rideva.
Luca, rideva mostrando i suoi bianchissimi denti.
Luca, rideva mostrando i suoi bianchissimi denti e mi stava fissando.

Mi stava fissando.

"Non ti ho più vista" mi disse
"Neanche io..." risposi timidamente
"Frequento il Liceo Artistico e scommetto 100€ che tu sei una latinista"
"Vale anche se il latino sono una frana?"
Lui alzò le spalle in segno di disapprovazione e poi disse "Quelle come te devono per forza essere brave in tutto, si vede che sei una secchiona."
"E lo hai notato da come ho sferrato una spallata al distributore automatico?"

Oddio, stavo letteralmente filtrando con lui, il mio corpo mi bruciava, avevo i suoi occhi incollati addosso e ogni tanto scendevano sulla scollatura del mio generoso seno.

"Ho un'idea" disse lui "hai mai visto una scuola vuota e nell'oscurità?"

Dopo pochi istanti ci trovammo a gironzolare per i corridoi della scuola illuminata soltanto da una candela, lui mi teneva per mano e anche se avevo una paura fottuta del buio in me non trasparse neanche un briciolo di emozioni se non quelle di felicità perché ci riscoprimmo a ridere di quella innocente evasione.

Nelle successive 4 ore, lui fu un fiume in piena mi raccontò di come aveva scoperto di voler essere un restauratore e di quanto non gli piacesse il gelato a Fragola.
Io ero completamente imbambolata ma libera da ogni pregiudizio perché proprio mentre lui fece una pausa per accendere una nuova candela, io gli presi le guance e lo baciai.

Scoprii che anche lui fremeva di desiderio perché i miei occhi restarono aperti a guardare i suoi che erano chiusi dolcemente.
A questo punto mi lasciai andare completamente... ero in estasi.
Le nostre lingue si intrecciatrarono perfettamente e la sua saliva era rinfrescante per me che bruciavo di passione.
Le sue mani erano dappertutto prima nei capelli, poi sul mento, poi sulla schiena, poi...

In quel momento si bloccò, ripresi fiato ma lui disse: "ti ho desiderata dal primo giorno che ti go vista varcare la soglia di questa scuola l'anno scorso. Non potevo credere che quel giorno alla macchinetta finalmente ti eri accorto di me."

Lo zittii con un bacio che gli esprimeva tutta la mia passione, ero ardente per lui, mi sentivo solleticare la vagina il mio corpo bramava per lui.
Lui lo capì e mi slacciò la cintura dei pantaloni che con uno scattò lasciò cadere per terra.
Mi sbattonò i jeans e io li sfilai lentamente, il suo sguardo era implorante ma io non volevo rinunciare ad ogni singolo ricordo per la foga del momento.
Mi fece sdraiare sui gradoni dell'anfiteatro dove ci eravamo rifugiato 4 ore prima, prese a baciare l'incavo del ginocchio fino a salire dolcemente all'inguine.
Non volevo che andasse via nemmeno per un istante...
Con i due indici mi sfilò gli slip rosa e il suo sguardo ricadde su di me, oddio quanto lo desideravo, forse quanto lui desiderava me perché mi guardò interrogativo e disse:"l'hai già fatto?"

A quel punto non potei mentire e feci di no con la testa,io sembrava preoccupato ma allo stesso tempo eccitato perché il suo membro mostrò un'erezione potente.

"Non preoccuparti" gli dissi "io ti voglio, qui e ora"
Lui non se lo fece ripetere due volte e baciò il mio clitoride con bruciante desiderio.
Io inarcai la testa all'indietro in cerca di qualcosa di più e lui prese a succhiarmi il clitoride stesso, urlai senza ritegno al piacere che mi provocava la bocca di Luca così morbide e carnose.
A questo punto prese a leccarmi con voracità l'ingresso della mia vagina, entrava e usciva con la lingua e io di conseguenza mi muovevo al ritmo.
Poi mi disse: "metto due dita, dentro se ti faccio male mi fermo."

In quel momento ero in estasi e non riuscii ad immaginare come una cosa così bella potesse farmi male.
A quel punto mentre lui continuava a leccarsi in maniera scandalosa infilò lentamente le dita dentro, la sensazione era magnifica e io alzai i fianchi per chiedere di più, il ritmo era regolare e non potei fare a meno di ansimare.
"AAAAAH!" dissi,lui mi guardò estasiato senza mai smettere di laccatre e di penetrarmi con le dita.
Il mio corpo era uno fremito e sentii che stavo per raggiungere qualcosa, lui pareva aver capito perché le mie guance erano in fiamme e le mie gambe nom volevano smetterla di tremare.

Si staccò violentemente da me e con bramosia su sfilò i pantaloni, io che ne frattempo mi sentii svuotata ero alla ricerca del piacere che mi aveva privato poco prima, con la mani cercai il suo corpo e con sorpresa mi resi conto che era senza maglietta perché sentii il calore della sua pelle.

Allora feci lo stesso e lui mi leccò con la punta della lingua i miei capezzoli torbidi mandandomi in estasi più totale. Prese a mordicchiarmi il collo, il seno, le orecchie.
Poi non ce la feci più e dissi "Vieni dentro ti prego"
Lui armeggiò con il preservativo e d'un tratto mi sentii pervasa da un fuoco, dovevo averlo dentro.
Mi penetrò dolcemente, facendo attenzione a titillarmi il clitoride per mantenermi bagnata.

La soddisfazione che provai quando sentii il suo membro dentro di me mi estasiava, il fastidio c'era ma era sopportabile perché il piacere era molto più accentuato.
Il suo ritmo incalzava sempre di più fino a quando mi scoprii a spingere il mio bacino verso l'alto insieme a lui.

Lui mi baciava, mi accarezzava e all'orecchio mi diceva "Sei così stretta, potrei impazzire, tu mi fai impazzire."

Quello era troppo, il suo alito caldo mu solleticava le orecchie, volevo di più e gli disse di spingere ancora di più incurante del dolore che mi avrebbe provocato, lui non resistette e incalzò le spinte.
'AAAAH! ODDIO! PIÙ FORTE! STO PER VENIRE' urla
Qualcosa dentro di me si ruppe e sentii il piacere scorrermi lungo le vene, la testa mi pulsava, il ventre mi chiedeva di non fermarmi, le mie gambe tremavano...

Fu in quel momento che aprii gli occhi e vidi il suo viso che agoniava lamia stessa sorte, così decisi di prendere i suoi testicoli in mano infilandola tra di noi.
Lui fece una smorfia di piacere e nelle spinte si perse completamente al piacere, esercitando pressione sul mio clitoride.

Ero di nuovo vogliosa, questa volta più consapevole di quello che sarebbe successo lo chiesi disperatamente così spinsi Luca in modo da ritrovarmi sopra di lui e cavalacai quel grosso, caldo e disperato membro.

Una sensazione di benessere assoluto mi pervase per tutto il corpo, lui fremere sotto di me e capii che stava per raggiungere l'orgasmo, questo mi diede l'eccitazione necessaria per spingere ancora di più.

Luca mi prese in bocca i capezzoli, li succhiò e io inarcai la schiena a quel punto sentii caldo e fuoco dentro di me espose poi Luca gemette così forte che dovetti tappargli la bocca.

Sfinita caddi sulle sue spalle e lui mi accarezzò i capelli, era ancora ansimante e con un gesto sfilai il suo membro che era ancora dentro di me.

Seconda parte?
scritto il
2022-04-10
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