La regola matematica
di
Lula
genere
trio
Aveva passato una notte insonne Marcello, quella notte, o meglio aveva dormito ad intervalli più o meno regolari di 2 ore, come gli capitava sempre ogni qualvolta l’indomani mattina aveva una faccenda importante da sbrigare. Un po’ per l’ansia di quel che sarebbe accaduto l’indomani, un po’ per paura di non sentire la sveglia, e quindi fare tardi, si svegliava durante la notte, guardava l’orologio e si rimetteva a dormire rassicurato dal fatto che mancavano 5 ore...3 ore...1 ora....Drin!Drin!Drin!!
Finalmente la sveglia suona, l’ha sentita, si sente più tranquillo e cerca ancora qualche minuto di conforto tra le coperte. Ma ora bisogna affrontare il nemico, e oggi si saprà se si è ritirato o se bisogna prepararsi alla guerra.
L’appuntamento con l’oncologo è alle 11.00 al Policlinico Umberto I. Sono le 9 e Daniele e Luigi sono già sotto casa sua ad aspettarlo.
Marcello, Daniele e Luigi ...eccoli davanti al prof. De Tommasi, il quale, con un tono fermo, pacato e un linguaggio comprensibile anche ai non medici, va dritto al punto e spiega cosa sia il glioblastoma (uno dei tumori cerebrali più aggressivi che si conosca) e le pochissime, se non esistenti, possibilità di guarigione. I tre rimangono di ghiaccio, sapevano si trattasse di qualcosa di grave, ma pensavano comunque curabile. E invece le speranze sono ridotte all’osso. Si calendarizza subito un ciclo di radio e di chemioterapia.
Marcello, Luigi e Daniele si sono conosciuti sui banchi di scuola, al liceo scientifico Archimede, e la loro amicizia è diventata indissolubile l’anno in cui Luigi fu bocciato ed arrivò nella classe di Daniele e Marcello, era il 1988 e frequentavano la IV B. Studiavano insieme, andavano alle partite insieme, affrontarono l’ansia della maturità insieme, vacanze insieme...
Da quel lontano 1988, anche se ognuno aveva la sua vita, si continuavano a sentire e vedere regolarmente.
Marcello era architetto, sposato e con un figlio adolescente.
Luigi era professore di filosofia, single e amante della montagna.
Daniele era un cuoco molto apprezzato, divorziato e senza figli.
Ad ogni evento importante della vita di uno dei tre gli altri due erano presenti. E oggi non poteva essere diversamente
Alle parole del medico, la mente di ognuno di loro si era malinconicamente persa nei ricordi di tutte le avventure passate insieme, per poi piombare in un senso di impotenza e di angoscia. La verità era che non potevano fare niente per cambiare le cose, se non affrontare insieme anche questa e cercare di farlo con il sorriso.
Uscirono dall’ospedale, e da quella stanza che in un istante era diventata gelida, si trovarono fuori sotto un sole primaverile, caldo e avvolgente, e decisero che dovevano fare insieme qualcosa che ancora non avevano mai fatto. Bella l’idea di salutare l’amico in questo modo, un po’ più difficile trovare cosa fare! In 33 anni di amicizia erano poche le cose che non avevano condiviso!
Viaggi? Fatti - Arrampicata? Fatta - Parapendio e deltaplano? Fatto - Surf? Fatto
Improvvisamente a Luigi balena un’idea, abbastanza stravagante anche per lui, e inizialmente non dice nulla. Ma ai suoi amici non è sfuggita la luce che gli ha attraversato gli occhi e iniziano a tampinarlo di domande.
E così alla fine cedette: seduti su una panchina a Villa Ada, Luigi dice “ Perché non andiamo tutti e tre con la stessa donna?” “Cioè insieme... noi tre” aggiunse dopo una breve pausa per far capire meglio la proposta. Dopo qualche secondo, il silenzio fu rotto dalla risata di Marcello che aggiunge “ Beh! Questo effettivamente ci mancava!”
Il segreto della longevità della loro amicizia forse stava anche in quella promessa che si erano fatti durante la loro prima vacanza insieme, in campeggio in Sardegna. “Mai con la donna dell’amico”
Promessa che avevano mantenuto, forse anche senza troppa fatica, poiché avevano gusti abbastanza differenti in fatto di donne.
Ora il problema era, appunto, trovare una donna che interessasse tutti e tre e, soprattutto, accettasse una proposta simile, dal momento che avevano escluso le professioniste. Avevano però deciso di offrirle del denaro e stabilirono la cifra di € 5000. A Luigi sembrò un po’ troppo, ma Daniele motivò così la scelta: “se dobbiamo trovare una donna che non lo fa di professione, magari sarà già impegnata, dovrà mettere a rischio la propria relazione, dovrà essere un’offerta almeno allettante”.
Ma ora dove andare a cercare? E soprattutto che tipo di donna cercare?
A Daniele piacevano le more, piccole ma formose; Luigi (a dir la verità a Luigi piacevano tutte!) preferiva le donne con gli occhi chiari e Marcello aveva un debole per le caviglie sottili.
Alla fine riuscirono a fare un identikit della donna “ricercata”: occhi chiari, capelli scuri, altezza media (1,60/1,65), formosa ma non sovrappeso, età compresa tra i 45-50. Iniziò la ricerca, a cui Marcello non partecipò attivamente, tra terapie, dottori, lavoro e famiglia non aveva molto tempo.
Dapprima si divisero i luoghi: Daniele andò davanti le scuole e poi nei supermercati , Luigi nei parchi giochi.
Daniele fu avvicinato dai bidelli che gli intimarono di non farsi più vedere altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Era stato preso per un possibile pedofilo e, in effetti, poteva sembrarlo: farsi vedere per diversi giorni davanti alla scuola senza avere nessun bambino da prendere, qualche sospetto lo destava. E allora passò ai supermercati.
Luigi, invece, destava meno sospetti. Si sedeva su una panchina con uno dei suoi libri di filosofia, che in più di un’occasione risultò galeotto. Riuscì così a conoscere babysitter, mamme più o meno giovani e a quelle che rispecchiavano i canoni stabiliti, faceva di nascosto delle foto. Ma quando le mostrò agli altri, non ottennero l’approvazione: una era troppo "bora”, una troppo grassa, una aveva il culo basso ecc.
Il primo ciclo di terapie era andato bene. Adesso Marcello poteva stare “tranquillo” per almeno tre settimane e allora i tre approfittarono di questo tempo per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore: la Torres di Sassari.
Perché una squadra sarda se nessuno dei tre era sardo? E per di più una squadra di serie D? Tutto risale al 1988: una vacanza itinerante per la Sardegna e si erano trovati così bene a Sassari che decisero di ricambiare quell’ospitalità con la "devozione” alla squadra.
Giocava Ostia Mare - Torres e decisero così di trascorrere una giornata al mare. Una bella passeggiata sul lungomare, un pranzo veloce e poi allo stadio dove si incontrarono con gli altri tifosi arrivati dalla Sardegna. Baci, abbracci, sistemazione degli striscioni e poi al bar per le birre fresche (perchè ai Torresini non dare birra che non sia ghiacciata!!).
E proprio al bar, mentre stavano pensando a tutt’altra cosa, incrociarono lo sguardo di una donna che stava prendendo un pacchetto di patatine e una bottiglietta d’acqua. Occhi chiari, quasi trasparenti con il sole che li colpiva; capelli castani con qualche riflesso rosso (forse frutto di tinta, con le donne non si può mai essere certi del colore naturale!) ricci ma domati; niente trucco. Indossava un paio di jeans, maglietta nera con un golfino grigio, abbastanza aderente da sottolineare le forme senza essere volgare, e stivaletti Dr. Martens. Prese il suo pacchetto di patatine, la sua bottiglietta senza tappo e se ne andò.
I tre rimasero in silenzio, si guardarono e dalle loro teste sembrava uscisse la nuvoletta dei fumetti che recitava “e adesso come facciano a conoscerla?”.
Ovviamente faceva parte della tifoseria avversaria e durante tutta la partita la cercarono sugli spalti. Volevano almeno sentire la sua voce. Sarà forse troppo “romanaccia”? Troppo sguaiata?
Alla fine della partita (per altro vinta dalla Torres 2 a 1) si trattennero ancora un po’ con gli altri, anche nella speranza di rivederla. Quando uscirono i giocatori della squadra di casa, si accorsero che uno di loro si allontanava e si dirigeva verso una Toyota parcheggiata all’interno della quale c’era proprio lei ad aspettarlo. Non ebbero la prontezza di dire o fare qualcosa, ma presero la targa.
Durante il viaggio di ritorno iniziarono ad interrogarsi su che tipo di relazione ci fosse tra la donna e il calciatore. Compagni? Il ragazzo era molto giovane, sui 22 anni, anche se a lei non avevano dato più di quarant’anni. Fratello e sorella? Cugini? Madre e figlio?
L’indomani fecero subito la ricerca della targa sul sito dell’ACI e ottennero nome e cognome: Laura Leopoldi. Iniziò la ricerca via social: facebook, instagram, twitter...qualcosa sarebbe emerso. Ed infatti su Facebook trovarono il suo profilo, poche foto, pochi post ma mirati e salienti, e scoprirono l’età (49) e la zona in cui viveva.
Daniele iniziò a fare jogging, Luigi ad andare in bicicletta nei dintorni della sua zona nella speranza di vederla. Un giorno Daniele la vede a spasso con il cane. La fotografa di nascosto per poter provare agli altri che era proprio lei. Dopo aver visto la foto dove appariva in tutta la sua semplicità ( era in tuta, capelli raccolti, scarpe da ginnastica e cuffiette alle orecchie) decisero che era arrivato il momento.
E così decisero di appostarsi tutti e tre nel luogo dove era stata vista, e appena fosse riapparsa l’avrebbero fermata e avrebbero parlato con lei.
La terza sera di appostamento, la videro passeggiare con il cane e Daniele fu il primo ad avvicinarla usando come scusa il bel cagnolino! “Ma che bel cagnolino? E’ una femmina? Bellissima sembra una volpe con occhi da cerbiatta!” Allora intervenne Luigi, a cui le battute non hanno mai fatto difetto, “E che è un incrocio degno di Animali Fantastici della Rowling?” A quella battuta Laura rise...il ghiaccio era rotto!
Fecero la passeggiata insieme, iniziarono a parlare: scoprirono che era divorziata, aveva due figli, uno di 22 anni (il calciatore) e una ragazza di 18. Aveva perso il lavoro come contabile ed ora faceva la babysitter perché stava molto meglio con i bambini che con gli adulti. Era ancora “ingenua”, se si può usare questo aggettivo per descrivere chi crede ancora nel prossimo, chi crede che nell’aiutare gli altri stia la felicità. Comunque il primo incontro fu una bella chiacchierata.
A quella passeggiata ne seguirono altre. Ormai si era creata una certa confidenza e il tempo era maturo per fare la proposta, anche perché stavano per giungere al termine le tre settimane di relativa tranquillità per Marcello.
E così decisero di invitarla a bere una birra in un pub nelle vicinanze. E davanti ad una buona birra Laura ascoltò la loro storia e diventava sempre più rossa per l’imbarazzo di essere stata scelta, lei che non si era mai sentita una vamp, che non si era mai messa in mostra. Il suo imbarazzo non passò inosservato , si sentiva le orecchie bollenti ma fortunatamente erano coperte dai capelli, ma le gote, “due arance ancor più rosse”, quelle non poteva nasconderle. E allora i tre cambiarono discorso e le chiesero solo di pensarci, si rendevano conto dell’inusualità della richiesta e avrebbero accettato ogni decisione.
Per Laura fu una notte terribilmente agitata, non insonne perché lei riusciva comunque a dormire, e questo era una cosa che le rimproverava il suo ex marito, perché anche quando c’erano crisi o problemi, lei la notte dormiva.
Pensò ai pro e ai contro della proposta, e c’è da dire ad onor del vero che fu colta sì dall’imbarazzo, ma ne fu anche lusingata e in più una sua fantasia erotica ricorrente era proprio far l’amore con più uomini contemporaneamente. Che fare? Realizzare questa fantasia, tanto più che avrebbe ricevuto anche del denaro e avrebbe fatto una buona azione verso un malato terminale? Oppure lasciare che resti una fantasia e cercare di restare amica di Marcello, Daniele e Luigi? Ma in caso di rifiuto, l’avrebbero voluta ancora come amica?
La mattina, dopo la tazza di caffè, Laura cercò di sistemare tutti i tasselli del puzzle, ma ne mancava sempre uno: la sua decisione. Chiamò Cinzia, la sua ex collega, ma non riuscì a parlarle di questo, poiché conoscendola , era un po’ riservata, se non puritana, su certi argomenti. Allora chiamò una sua vecchia amica, Paola, più aperta e come si dice a Roma più “scaciata”. Alla fine del racconto, Paola se ne uscì con un “Beata Te!” seguito da una sonora risata.
Ma come beata? Io non so cosa fare e lei ride - pensò Laura. Anche la telefonata con Paola si concluse con un niente di fatto. La decisione la doveva prendere Laura e solo lei, e non poteva né doveva trovare appoggio in altre persone, pronte poi ad essere additate come responsabili se le cose fossero andate male!
Quel giorno Laura ripensò alla sua vita, non trovò nulla di trasgressivo ( a parte qualche canna): una vita normale, quasi anonima, che a volte le andava stretta e altre le era comoda. Risfogliò l’album di fotografie: i figli piccoli, i compleanni, le vacanze al mare...
La sera era pronta per la consueta passeggiata con il cane ed era pronta all’incontro con i tre. Aveva preso una decisione. Ma proprio quella sera non si videro e Laura ripiombò nell’incertezza sul da farsi. Il suo pensiero , però, si rivolse subito a Marcello, magari si era aggravato.
Finalmente Luigi la chiamò, si scusò a nome di tutti per non essersi presentati e la rassicurò subito sulle condizioni di salute di Marcello e decisero di vedersi la sera seguente, sarebbero andati a bere una birra.
Eccola lì, davanti all’armadio con il pensiero che attraversa la mente di ogni donna “Che mi metto?” Il tailleur no, troppo austero; il vestito a fiori no, troppo scollato; la gonna no , non mi sento a mio agio... E dopo mezz’ora di prova e il letto pieno di vestiti, era pronta: jeans, maglietta rossa e blu (tra l’altro i colori della Torres) e chiodo rosso e scarpe rosse. Un po’ di trucco su insistenza della figlia ed eccola che sale in macchina e parte.
Non è lontano il luogo dell’appuntamento, ma in quel breve tragitto la sua mente è attraversata da mille pensieri e dal loro contrario.
Il pub è carino; abbastanza intimo e con un arredamento country e in un’altra sala c’è musica dal vivo...
Sono già arrivati, sono seduti ad un tavolo e le fanno cenno con la mano. Laura li raggiunge. Dopo le prime battute e lo sguardo al menù per essere pronti all’arrivo del cameriere (se c’è una cosa che la infastidisce è proprio far aspettare il cameriere al tavolo perché ancora non si è letto il menu).
Laura, come al suo solito, va dritta al nocciolo della questione, ma stavolta fa un preambolo.
La richiesta, per quanto strana le possa essere sembrata all’inizio, l’ha portata a conoscere tre uomini a cui ormai si sente legata; sente che è nata una sintonia e si sente pronta per fare questa nuova esperienza. I tre si guardarono in faccia, direi abbastanza sorpresi dalla decisione, ma felici.
Organizzarono a casa di Luigi per la sera successiva.
Stranamente Laura era tranquilla e non si preoccupò più di tanto dell'abbigliamento. Quando suonò alla porta, si trovò davanti i tre amici apparentemente impacciati. Si domandò se non avessero cambiato idea, ma subito quell'idea svanì dalla sua mente quando Luigi le disse che avevano tutti e tre regalo per lei, ma ne avrebbe dovuto scegliere uno. Lì per lì non capì, ma la portarono in camera da letto e sul letto erano distesi tre completini intimi. C'era un baby doll tutto trasparente con abbinato un perizoma; un body di pizzo nero e una tutina in lattice con aperture strategiche. Ognuno di loro ne aveva scelto uno, ma a Laura sembrava una scortesia scegliere uno invece di un altro.
La lasciarono sola nella stanza e sarebbero rientrati quando li avesse chiamati.
Laura, allora, presi tutti i completini e iniziò a pensare chi avesse scelto cosa. Li provò tutti e tre e con ognuno si sentiva più sensuale. Dopo qualche minuto li chiamò.
Entrarono nella stanza e la trovarono completamente nuda al centro del letto.
Si guardarono e le dissero quasi all'unisono "Sei più bella e desiderabile di quel che immaginavamo". Quindi iniziarono ad accarezzarle con una mano le cosce, i seni, i fianchi mentre nell'altra avevano il loro membro già duro ( diciamo che si erano un po' preparati prima!)
Luigi iniziò a leccare la sua fica e Laura con le mani strette alla spalliera del letto si muoveva sinuosa, quando il suo movimento fu interrotto da Marcello che glielo mise n bocca. Daniele le toccava magistralmente i seni ed i capezzoli. Con la bocca succhiava avidamente e andava su e giù , la lingua lo avvolgeva tutto e cercava di andare sempre più in fondo, lo voleva sentire fino in fondo e tutto ... Laura godeva e lo fece sentire anche a Luigi che improvvisamente fu inondato dagli schizzi. I tre si scambiarono le posizioni di frequente. La toccarono, la penetrarono con le dita, davanti e dietro e lei era tutta bagnata.
Poi sdraiata sl letto si trovò ad avere tutti i buchi riempiti: uno ce l'aveva in fica, un altro in culo e il terzo in bocca! Non so dire chi fosse dove, perché anche stavolta si scambiarono le posizioni in modo da godere tutti di tutto.
Posso però dire che Laura godeva tanto...finalmente stava realizzando la sua fantasia erotica. E nel sentire le loro voci, quasi meravigliate, che la descrivevano si eccitava ancora di più ( " Che tette dure" "Oh!Che culetto! come si allarga" ). Una cosa che notò e che le fece molto piacere è che nessuno dei tre usò mai termini volgari. Nessuno dei tre la chiamò mai Troia.
Ora era sdraiata su Luigi che la prendeva da dietro, su di lei c'era Marcello e Daniele glielo metteva in bocca. La testa di Laura sporgeva dal materasso, era reclinata in modo che Daniele potesse vedere il suo cazzo sparire tutto nella sua bocca.
All'improvviso sentì un liquido caldo nel culo e ai sospiri di Luigi, seguì quasi un urlo di Marcello e poi la bocca le si riempì dello sperma di Daniele.
Ma Laura voleva assaporare anche Luigi e Marcello e allora prese in bocca prima il cazzo dell'uno , poi quello dell'altro e infine riuscì a prenderli insieme e sentì il loro sapore.
Ora c'era il momento imbarazzante del pagamento, e infatti Laura disse che non avrebbe accettato. Aveva deciso di farlo perchè li aveva trovati interessanti e perché era nata una sintonia ed essere pagata l'avrebbe fatta sentire, questo si, una troia.
Forse Marcello, Luigi e Daniele avevano davvero imparato a conoscerla perché le dissero che si aspettavano un'osservazione del genere e quindi avevano già provveduto ad effettuare ognuno un bonifico sul suo conto, aggiungendo che non era stato difficile trovare l'iban dato che nella sua agendina c'è tutto.
Laura non sapeva se ringraziare o fare l'offesa. Optò per la prima.
Dopo quella sera non successe mai più. Si continuarono a vedere come vecchi amici e si dissero che avevano cambiato le regole della matematica perché da quella sera, per loro, l'equazione (3+1)-1=4
Erano in tre, se n'è aggiunta una e quando uno se ne andrà rimarranno sempre quattro.
Aveva passato una notte insonne Marcello, quella notte, o meglio aveva dormito ad intervalli più o meno regolari di 2 ore, come gli capitava sempre ogni qualvolta l’indomani mattina aveva una faccenda importante da sbrigare. Un po’ per l’ansia di quel che sarebbe accaduto l’indomani, un po’ per paura di non sentire la sveglia, e quindi fare tardi, si svegliava durante la notte, guardava l’orologio e si rimetteva a dormire rassicurato dal fatto che mancavano 5 ore...3 ore...1 ora....Drin!Drin!Drin!!
Finalmente la sveglia suona, l’ha sentita, si sente più tranquillo e cerca ancora qualche minuto di conforto tra le coperte. Ma ora bisogna affrontare il nemico, e oggi si saprà se si è ritirato o se bisogna prepararsi alla guerra.
L’appuntamento con l’oncologo è alle 11.00 al Policlinico Umberto I. Sono le 9 e Daniele e Luigi sono già sotto casa sua ad aspettarlo.
Marcello, Daniele e Luigi ...eccoli davanti al prof. De Tommasi, il quale, con un tono fermo, pacato e un linguaggio comprensibile anche ai non medici, va dritto al punto e spiega cosa sia il glioblastoma (uno dei tumori cerebrali più aggressivi che si conosca) e le pochissime, se non esistenti, possibilità di guarigione. I tre rimangono di ghiaccio, sapevano si trattasse di qualcosa di grave, ma pensavano comunque curabile. E invece le speranze sono ridotte all’osso. Si calendarizza subito un ciclo di radio e di chemioterapia.
Marcello, Luigi e Daniele si sono conosciuti sui banchi di scuola, al liceo scientifico Archimede, e la loro amicizia è diventata indissolubile l’anno in cui Luigi fu bocciato ed arrivò nella classe di Daniele e Marcello, era il 1988 e frequentavano la IV B. Studiavano insieme, andavano alle partite insieme, affrontarono l’ansia della maturità insieme, vacanze insieme...
Da quel lontano 1988, anche se ognuno aveva la sua vita, si continuavano a sentire e vedere regolarmente.
Marcello era architetto, sposato e con un figlio adolescente.
Luigi era professore di filosofia, single e amante della montagna.
Daniele era un cuoco molto apprezzato, divorziato e senza figli.
Ad ogni evento importante della vita di uno dei tre gli altri due erano presenti. E oggi non poteva essere diversamente
Alle parole del medico, la mente di ognuno di loro si era malinconicamente persa nei ricordi di tutte le avventure passate insieme, per poi piombare in un senso di impotenza e di angoscia. La verità era che non potevano fare niente per cambiare le cose, se non affrontare insieme anche questa e cercare di farlo con il sorriso.
Uscirono dall’ospedale, e da quella stanza che in un istante era diventata gelida, si trovarono fuori sotto un sole primaverile, caldo e avvolgente, e decisero che dovevano fare insieme qualcosa che ancora non avevano mai fatto. Bella l’idea di salutare l’amico in questo modo, un po’ più difficile trovare cosa fare! In 33 anni di amicizia erano poche le cose che non avevano condiviso!
Viaggi? Fatti - Arrampicata? Fatta - Parapendio e deltaplano? Fatto - Surf? Fatto
Improvvisamente a Luigi balena un’idea, abbastanza stravagante anche per lui, e inizialmente non dice nulla. Ma ai suoi amici non è sfuggita la luce che gli ha attraversato gli occhi e iniziano a tampinarlo di domande.
E così alla fine cedette: seduti su una panchina a Villa Ada, Luigi dice “ Perché non andiamo tutti e tre con la stessa donna?” “Cioè insieme... noi tre” aggiunse dopo una breve pausa per far capire meglio la proposta. Dopo qualche secondo, il silenzio fu rotto dalla risata di Marcello che aggiunge “ Beh! Questo effettivamente ci mancava!”
Il segreto della longevità della loro amicizia forse stava anche in quella promessa che si erano fatti durante la loro prima vacanza insieme, in campeggio in Sardegna. “Mai con la donna dell’amico”
Promessa che avevano mantenuto, forse anche senza troppa fatica, poiché avevano gusti abbastanza differenti in fatto di donne.
Ora il problema era, appunto, trovare una donna che interessasse tutti e tre e, soprattutto, accettasse una proposta simile, dal momento che avevano escluso le professioniste. Avevano però deciso di offrirle del denaro e stabilirono la cifra di € 5000. A Luigi sembrò un po’ troppo, ma Daniele motivò così la scelta: “se dobbiamo trovare una donna che non lo fa di professione, magari sarà già impegnata, dovrà mettere a rischio la propria relazione, dovrà essere un’offerta almeno allettante”.
Ma ora dove andare a cercare? E soprattutto che tipo di donna cercare?
A Daniele piacevano le more, piccole ma formose; Luigi (a dir la verità a Luigi piacevano tutte!) preferiva le donne con gli occhi chiari e Marcello aveva un debole per le caviglie sottili.
Alla fine riuscirono a fare un identikit della donna “ricercata”: occhi chiari, capelli scuri, altezza media (1,60/1,65), formosa ma non sovrappeso, età compresa tra i 45-50. Iniziò la ricerca, a cui Marcello non partecipò attivamente, tra terapie, dottori, lavoro e famiglia non aveva molto tempo.
Dapprima si divisero i luoghi: Daniele andò davanti le scuole e poi nei supermercati , Luigi nei parchi giochi.
Daniele fu avvicinato dai bidelli che gli intimarono di non farsi più vedere altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Era stato preso per un possibile pedofilo e, in effetti, poteva sembrarlo: farsi vedere per diversi giorni davanti alla scuola senza avere nessun bambino da prendere, qualche sospetto lo destava. E allora passò ai supermercati.
Luigi, invece, destava meno sospetti. Si sedeva su una panchina con uno dei suoi libri di filosofia, che in più di un’occasione risultò galeotto. Riuscì così a conoscere babysitter, mamme più o meno giovani e a quelle che rispecchiavano i canoni stabiliti, faceva di nascosto delle foto. Ma quando le mostrò agli altri, non ottennero l’approvazione: una era troppo "bora”, una troppo grassa, una aveva il culo basso ecc.
Il primo ciclo di terapie era andato bene. Adesso Marcello poteva stare “tranquillo” per almeno tre settimane e allora i tre approfittarono di questo tempo per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore: la Torres di Sassari.
Perché una squadra sarda se nessuno dei tre era sardo? E per di più una squadra di serie D? Tutto risale al 1988: una vacanza itinerante per la Sardegna e si erano trovati così bene a Sassari che decisero di ricambiare quell’ospitalità con la "devozione” alla squadra.
Giocava Ostia Mare - Torres e decisero così di trascorrere una giornata al mare. Una bella passeggiata sul lungomare, un pranzo veloce e poi allo stadio dove si incontrarono con gli altri tifosi arrivati dalla Sardegna. Baci, abbracci, sistemazione degli striscioni e poi al bar per le birre fresche (perchè ai Torresini non dare birra che non sia ghiacciata!!).
E proprio al bar, mentre stavano pensando a tutt’altra cosa, incrociarono lo sguardo di una donna che stava prendendo un pacchetto di patatine e una bottiglietta d’acqua. Occhi chiari, quasi trasparenti con il sole che li colpiva; capelli castani con qualche riflesso rosso (forse frutto di tinta, con le donne non si può mai essere certi del colore naturale!) ricci ma domati; niente trucco. Indossava un paio di jeans, maglietta nera con un golfino grigio, abbastanza aderente da sottolineare le forme senza essere volgare, e stivaletti Dr. Martens. Prese il suo pacchetto di patatine, la sua bottiglietta senza tappo e se ne andò.
I tre rimasero in silenzio, si guardarono e dalle loro teste sembrava uscisse la nuvoletta dei fumetti che recitava “e adesso come facciano a conoscerla?”.
Ovviamente faceva parte della tifoseria avversaria e durante tutta la partita la cercarono sugli spalti. Volevano almeno sentire la sua voce. Sarà forse troppo “romanaccia”? Troppo sguaiata?
Alla fine della partita (per altro vinta dalla Torres 2 a 1) si trattennero ancora un po’ con gli altri, anche nella speranza di rivederla. Quando uscirono i giocatori della squadra di casa, si accorsero che uno di loro si allontanava e si dirigeva verso una Toyota parcheggiata all’interno della quale c’era proprio lei ad aspettarlo. Non ebbero la prontezza di dire o fare qualcosa, ma presero la targa.
Durante il viaggio di ritorno iniziarono ad interrogarsi su che tipo di relazione ci fosse tra la donna e il calciatore. Compagni? Il ragazzo era molto giovane, sui 22 anni, anche se a lei non avevano dato più di quarant’anni. Fratello e sorella? Cugini? Madre e figlio?
L’indomani fecero subito la ricerca della targa sul sito dell’ACI e ottennero nome e cognome: Laura Leopoldi. Iniziò la ricerca via social: facebook, instagram, twitter...qualcosa sarebbe emerso. Ed infatti su Facebook trovarono il suo profilo, poche foto, pochi post ma mirati e salienti, e scoprirono l’età (49) e la zona in cui viveva.
Daniele iniziò a fare jogging, Luigi ad andare in bicicletta nei dintorni della sua zona nella speranza di vederla. Un giorno Daniele la vede a spasso con il cane. La fotografa di nascosto per poter provare agli altri che era proprio lei. Dopo aver visto la foto dove appariva in tutta la sua semplicità ( era in tuta, capelli raccolti, scarpe da ginnastica e cuffiette alle orecchie) decisero che era arrivato il momento.
E così decisero di appostarsi tutti e tre nel luogo dove era stata vista, e appena fosse riapparsa l’avrebbero fermata e avrebbero parlato con lei.
La terza sera di appostamento, la videro passeggiare con il cane e Daniele fu il primo ad avvicinarla usando come scusa il bel cagnolino! “Ma che bel cagnolino? E’ una femmina? Bellissima sembra una volpe con occhi da cerbiatta!” Allora intervenne Luigi, a cui le battute non hanno mai fatto difetto, “E che è un incrocio degno di Animali Fantastici della Rowling?” A quella battuta Laura rise...il ghiaccio era rotto!
Fecero la passeggiata insieme, iniziarono a parlare: scoprirono che era divorziata, aveva due figli, uno di 22 anni (il calciatore) e una ragazza di 18. Aveva perso il lavoro come contabile ed ora faceva la babysitter perché stava molto meglio con i bambini che con gli adulti. Era ancora “ingenua”, se si può usare questo aggettivo per descrivere chi crede ancora nel prossimo, chi crede che nell’aiutare gli altri stia la felicità. Comunque il primo incontro fu una bella chiacchierata.
A quella passeggiata ne seguirono altre. Ormai si era creata una certa confidenza e il tempo era maturo per fare la proposta, anche perché stavano per giungere al termine le tre settimane di relativa tranquillità per Marcello.
E così decisero di invitarla a bere una birra in un pub nelle vicinanze. E davanti ad una buona birra Laura ascoltò la loro storia e diventava sempre più rossa per l’imbarazzo di essere stata scelta, lei che non si era mai sentita una vamp, che non si era mai messa in mostra. Il suo imbarazzo non passò inosservato , si sentiva le orecchie bollenti ma fortunatamente erano coperte dai capelli, ma le gote, “due arance ancor più rosse”, quelle non poteva nasconderle. E allora i tre cambiarono discorso e le chiesero solo di pensarci, si rendevano conto dell’inusualità della richiesta e avrebbero accettato ogni decisione.
Per Laura fu una notte terribilmente agitata, non insonne perché lei riusciva comunque a dormire, e questo era una cosa che le rimproverava il suo ex marito, perché anche quando c’erano crisi o problemi, lei la notte dormiva.
Pensò ai pro e ai contro della proposta, e c’è da dire ad onor del vero che fu colta sì dall’imbarazzo, ma ne fu anche lusingata e in più una sua fantasia erotica ricorrente era proprio far l’amore con più uomini contemporaneamente. Che fare? Realizzare questa fantasia, tanto più che avrebbe ricevuto anche del denaro e avrebbe fatto una buona azione verso un malato terminale? Oppure lasciare che resti una fantasia e cercare di restare amica di Marcello, Daniele e Luigi? Ma in caso di rifiuto, l’avrebbero voluta ancora come amica?
La mattina, dopo la tazza di caffè, Laura cercò di sistemare tutti i tasselli del puzzle, ma ne mancava sempre uno: la sua decisione. Chiamò Cinzia, la sua ex collega, ma non riuscì a parlarle di questo, poiché conoscendola , era un po’ riservata, se non puritana, su certi argomenti. Allora chiamò una sua vecchia amica, Paola, più aperta e come si dice a Roma più “scaciata”. Alla fine del racconto, Paola se ne uscì con un “Beata Te!” seguito da una sonora risata.
Ma come beata? Io non so cosa fare e lei ride - pensò Laura. Anche la telefonata con Paola si concluse con un niente di fatto. La decisione la doveva prendere Laura e solo lei, e non poteva né doveva trovare appoggio in altre persone, pronte poi ad essere additate come responsabili se le cose fossero andate male!
Quel giorno Laura ripensò alla sua vita, non trovò nulla di trasgressivo ( a parte qualche canna): una vita normale, quasi anonima, che a volte le andava stretta e altre le era comoda. Risfogliò l’album di fotografie: i figli piccoli, i compleanni, le vacanze al mare...
La sera era pronta per la consueta passeggiata con il cane ed era pronta all’incontro con i tre. Aveva preso una decisione. Ma proprio quella sera non si videro e Laura ripiombò nell’incertezza sul da farsi. Il suo pensiero , però, si rivolse subito a Marcello, magari si era aggravato.
Finalmente Luigi la chiamò, si scusò a nome di tutti per non essersi presentati e la rassicurò subito sulle condizioni di salute di Marcello e decisero di vedersi la sera seguente, sarebbero andati a bere una birra.
Eccola lì, davanti all’armadio con il pensiero che attraversa la mente di ogni donna “Che mi metto?” Il tailleur no, troppo austero; il vestito a fiori no, troppo scollato; la gonna no , non mi sento a mio agio... E dopo mezz’ora di prova e il letto pieno di vestiti, era pronta: jeans, maglietta rossa e blu (tra l’altro i colori della Torres) e chiodo rosso e scarpe rosse. Un po’ di trucco su insistenza della figlia ed eccola che sale in macchina e parte.
Non è lontano il luogo dell’appuntamento, ma in quel breve tragitto la sua mente è attraversata da mille pensieri e dal loro contrario.
Il pub è carino; abbastanza intimo e con un arredamento country e in un’altra sala c’è musica dal vivo...
Sono già arrivati, sono seduti ad un tavolo e le fanno cenno con la mano. Laura li raggiunge. Dopo le prime battute e lo sguardo al menù per essere pronti all’arrivo del cameriere (se c’è una cosa che la infastidisce è proprio far aspettare il cameriere al tavolo perché ancora non si è letto il menu).
Laura, come al suo solito, va dritta al nocciolo della questione, ma stavolta fa un preambolo.
La richiesta, per quanto strana le possa essere sembrata all’inizio, l’ha portata a conoscere tre uomini a cui ormai si sente legata; sente che è nata una sintonia e si sente pronta per fare questa nuova esperienza. I tre si guardarono in faccia, direi abbastanza sorpresi dalla decisione, ma felici.
Organizzarono a casa di Luigi per la sera successiva.
Stranamente Laura era tranquilla e non si preoccupò più di tanto dell'abbigliamento. Quando suonò alla porta, si trovò davanti i tre amici apparentemente impacciati. Si domandò se non avessero cambiato idea, ma subito quell'idea svanì dalla sua mente quando Luigi le disse che avevano tutti e tre regalo per lei, ma ne avrebbe dovuto scegliere uno. Lì per lì non capì, ma la portarono in camera da letto e sul letto erano distesi tre completini intimi. C'era un baby doll tutto trasparente con abbinato un perizoma; un body di pizzo nero e una tutina in lattice con aperture strategiche. Ognuno di loro ne aveva scelto uno, ma a Laura sembrava una scortesia scegliere uno invece di un altro.
La lasciarono sola nella stanza e sarebbero rientrati quando li avesse chiamati.
Laura, allora, presi tutti i completini e iniziò a pensare chi avesse scelto cosa. Li provò tutti e tre e con ognuno si sentiva più sensuale. Dopo qualche minuto li chiamò.
Entrarono nella stanza e la trovarono completamente nuda al centro del letto.
Si guardarono e le dissero quasi all'unisono "Sei più bella e desiderabile di quel che immaginavamo". Quindi iniziarono ad accarezzarle con una mano le cosce, i seni, i fianchi mentre nell'altra avevano il loro membro già duro ( diciamo che si erano un po' preparati prima!)
Luigi iniziò a leccare la sua fica e Laura con le mani strette alla spalliera del letto si muoveva sinuosa, quando il suo movimento fu interrotto da Marcello che glielo mise n bocca. Daniele le toccava magistralmente i seni ed i capezzoli. Con la bocca succhiava avidamente e andava su e giù , la lingua lo avvolgeva tutto e cercava di andare sempre più in fondo, lo voleva sentire fino in fondo e tutto ... Laura godeva e lo fece sentire anche a Luigi che improvvisamente fu inondato dagli schizzi. I tre si scambiarono le posizioni di frequente. La toccarono, la penetrarono con le dita, davanti e dietro e lei era tutta bagnata.
Poi sdraiata sl letto si trovò ad avere tutti i buchi riempiti: uno ce l'aveva in fica, un altro in culo e il terzo in bocca! Non so dire chi fosse dove, perché anche stavolta si scambiarono le posizioni in modo da godere tutti di tutto.
Posso però dire che Laura godeva tanto...finalmente stava realizzando la sua fantasia erotica. E nel sentire le loro voci, quasi meravigliate, che la descrivevano si eccitava ancora di più ( " Che tette dure" "Oh!Che culetto! come si allarga" ). Una cosa che notò e che le fece molto piacere è che nessuno dei tre usò mai termini volgari. Nessuno dei tre la chiamò mai Troia.
Ora era sdraiata su Luigi che la prendeva da dietro, su di lei c'era Marcello e Daniele glielo metteva in bocca. La testa di Laura sporgeva dal materasso, era reclinata in modo che Daniele potesse vedere il suo cazzo sparire tutto nella sua bocca.
All'improvviso sentì un liquido caldo nel culo e ai sospiri di Luigi, seguì quasi un urlo di Marcello e poi la bocca le si riempì dello sperma di Daniele.
Ma Laura voleva assaporare anche Luigi e Marcello e allora prese in bocca prima il cazzo dell'uno , poi quello dell'altro e infine riuscì a prenderli insieme e sentì il loro sapore.
Ora c'era il momento imbarazzante del pagamento, e infatti Laura disse che non avrebbe accettato. Aveva deciso di farlo perchè li aveva trovati interessanti e perché era nata una sintonia ed essere pagata l'avrebbe fatta sentire, questo si, una troia.
Forse Marcello, Luigi e Daniele avevano davvero imparato a conoscerla perché le dissero che si aspettavano un'osservazione del genere e quindi avevano già provveduto ad effettuare ognuno un bonifico sul suo conto, aggiungendo che non era stato difficile trovare l'iban dato che nella sua agendina c'è tutto.
Laura non sapeva se ringraziare o fare l'offesa. Optò per la prima.
Dopo quella sera non successe mai più. Si continuarono a vedere come vecchi amici e si dissero che avevano cambiato le regole della matematica perché da quella sera, per loro, l'equazione (3+1)-1=4
Erano in tre, se n'è aggiunta una e quando uno se ne andrà rimarranno sempre quattro.
Finalmente la sveglia suona, l’ha sentita, si sente più tranquillo e cerca ancora qualche minuto di conforto tra le coperte. Ma ora bisogna affrontare il nemico, e oggi si saprà se si è ritirato o se bisogna prepararsi alla guerra.
L’appuntamento con l’oncologo è alle 11.00 al Policlinico Umberto I. Sono le 9 e Daniele e Luigi sono già sotto casa sua ad aspettarlo.
Marcello, Daniele e Luigi ...eccoli davanti al prof. De Tommasi, il quale, con un tono fermo, pacato e un linguaggio comprensibile anche ai non medici, va dritto al punto e spiega cosa sia il glioblastoma (uno dei tumori cerebrali più aggressivi che si conosca) e le pochissime, se non esistenti, possibilità di guarigione. I tre rimangono di ghiaccio, sapevano si trattasse di qualcosa di grave, ma pensavano comunque curabile. E invece le speranze sono ridotte all’osso. Si calendarizza subito un ciclo di radio e di chemioterapia.
Marcello, Luigi e Daniele si sono conosciuti sui banchi di scuola, al liceo scientifico Archimede, e la loro amicizia è diventata indissolubile l’anno in cui Luigi fu bocciato ed arrivò nella classe di Daniele e Marcello, era il 1988 e frequentavano la IV B. Studiavano insieme, andavano alle partite insieme, affrontarono l’ansia della maturità insieme, vacanze insieme...
Da quel lontano 1988, anche se ognuno aveva la sua vita, si continuavano a sentire e vedere regolarmente.
Marcello era architetto, sposato e con un figlio adolescente.
Luigi era professore di filosofia, single e amante della montagna.
Daniele era un cuoco molto apprezzato, divorziato e senza figli.
Ad ogni evento importante della vita di uno dei tre gli altri due erano presenti. E oggi non poteva essere diversamente
Alle parole del medico, la mente di ognuno di loro si era malinconicamente persa nei ricordi di tutte le avventure passate insieme, per poi piombare in un senso di impotenza e di angoscia. La verità era che non potevano fare niente per cambiare le cose, se non affrontare insieme anche questa e cercare di farlo con il sorriso.
Uscirono dall’ospedale, e da quella stanza che in un istante era diventata gelida, si trovarono fuori sotto un sole primaverile, caldo e avvolgente, e decisero che dovevano fare insieme qualcosa che ancora non avevano mai fatto. Bella l’idea di salutare l’amico in questo modo, un po’ più difficile trovare cosa fare! In 33 anni di amicizia erano poche le cose che non avevano condiviso!
Viaggi? Fatti - Arrampicata? Fatta - Parapendio e deltaplano? Fatto - Surf? Fatto
Improvvisamente a Luigi balena un’idea, abbastanza stravagante anche per lui, e inizialmente non dice nulla. Ma ai suoi amici non è sfuggita la luce che gli ha attraversato gli occhi e iniziano a tampinarlo di domande.
E così alla fine cedette: seduti su una panchina a Villa Ada, Luigi dice “ Perché non andiamo tutti e tre con la stessa donna?” “Cioè insieme... noi tre” aggiunse dopo una breve pausa per far capire meglio la proposta. Dopo qualche secondo, il silenzio fu rotto dalla risata di Marcello che aggiunge “ Beh! Questo effettivamente ci mancava!”
Il segreto della longevità della loro amicizia forse stava anche in quella promessa che si erano fatti durante la loro prima vacanza insieme, in campeggio in Sardegna. “Mai con la donna dell’amico”
Promessa che avevano mantenuto, forse anche senza troppa fatica, poiché avevano gusti abbastanza differenti in fatto di donne.
Ora il problema era, appunto, trovare una donna che interessasse tutti e tre e, soprattutto, accettasse una proposta simile, dal momento che avevano escluso le professioniste. Avevano però deciso di offrirle del denaro e stabilirono la cifra di € 5000. A Luigi sembrò un po’ troppo, ma Daniele motivò così la scelta: “se dobbiamo trovare una donna che non lo fa di professione, magari sarà già impegnata, dovrà mettere a rischio la propria relazione, dovrà essere un’offerta almeno allettante”.
Ma ora dove andare a cercare? E soprattutto che tipo di donna cercare?
A Daniele piacevano le more, piccole ma formose; Luigi (a dir la verità a Luigi piacevano tutte!) preferiva le donne con gli occhi chiari e Marcello aveva un debole per le caviglie sottili.
Alla fine riuscirono a fare un identikit della donna “ricercata”: occhi chiari, capelli scuri, altezza media (1,60/1,65), formosa ma non sovrappeso, età compresa tra i 45-50. Iniziò la ricerca, a cui Marcello non partecipò attivamente, tra terapie, dottori, lavoro e famiglia non aveva molto tempo.
Dapprima si divisero i luoghi: Daniele andò davanti le scuole e poi nei supermercati , Luigi nei parchi giochi.
Daniele fu avvicinato dai bidelli che gli intimarono di non farsi più vedere altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Era stato preso per un possibile pedofilo e, in effetti, poteva sembrarlo: farsi vedere per diversi giorni davanti alla scuola senza avere nessun bambino da prendere, qualche sospetto lo destava. E allora passò ai supermercati.
Luigi, invece, destava meno sospetti. Si sedeva su una panchina con uno dei suoi libri di filosofia, che in più di un’occasione risultò galeotto. Riuscì così a conoscere babysitter, mamme più o meno giovani e a quelle che rispecchiavano i canoni stabiliti, faceva di nascosto delle foto. Ma quando le mostrò agli altri, non ottennero l’approvazione: una era troppo "bora”, una troppo grassa, una aveva il culo basso ecc.
Il primo ciclo di terapie era andato bene. Adesso Marcello poteva stare “tranquillo” per almeno tre settimane e allora i tre approfittarono di questo tempo per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore: la Torres di Sassari.
Perché una squadra sarda se nessuno dei tre era sardo? E per di più una squadra di serie D? Tutto risale al 1988: una vacanza itinerante per la Sardegna e si erano trovati così bene a Sassari che decisero di ricambiare quell’ospitalità con la "devozione” alla squadra.
Giocava Ostia Mare - Torres e decisero così di trascorrere una giornata al mare. Una bella passeggiata sul lungomare, un pranzo veloce e poi allo stadio dove si incontrarono con gli altri tifosi arrivati dalla Sardegna. Baci, abbracci, sistemazione degli striscioni e poi al bar per le birre fresche (perchè ai Torresini non dare birra che non sia ghiacciata!!).
E proprio al bar, mentre stavano pensando a tutt’altra cosa, incrociarono lo sguardo di una donna che stava prendendo un pacchetto di patatine e una bottiglietta d’acqua. Occhi chiari, quasi trasparenti con il sole che li colpiva; capelli castani con qualche riflesso rosso (forse frutto di tinta, con le donne non si può mai essere certi del colore naturale!) ricci ma domati; niente trucco. Indossava un paio di jeans, maglietta nera con un golfino grigio, abbastanza aderente da sottolineare le forme senza essere volgare, e stivaletti Dr. Martens. Prese il suo pacchetto di patatine, la sua bottiglietta senza tappo e se ne andò.
I tre rimasero in silenzio, si guardarono e dalle loro teste sembrava uscisse la nuvoletta dei fumetti che recitava “e adesso come facciano a conoscerla?”.
Ovviamente faceva parte della tifoseria avversaria e durante tutta la partita la cercarono sugli spalti. Volevano almeno sentire la sua voce. Sarà forse troppo “romanaccia”? Troppo sguaiata?
Alla fine della partita (per altro vinta dalla Torres 2 a 1) si trattennero ancora un po’ con gli altri, anche nella speranza di rivederla. Quando uscirono i giocatori della squadra di casa, si accorsero che uno di loro si allontanava e si dirigeva verso una Toyota parcheggiata all’interno della quale c’era proprio lei ad aspettarlo. Non ebbero la prontezza di dire o fare qualcosa, ma presero la targa.
Durante il viaggio di ritorno iniziarono ad interrogarsi su che tipo di relazione ci fosse tra la donna e il calciatore. Compagni? Il ragazzo era molto giovane, sui 22 anni, anche se a lei non avevano dato più di quarant’anni. Fratello e sorella? Cugini? Madre e figlio?
L’indomani fecero subito la ricerca della targa sul sito dell’ACI e ottennero nome e cognome: Laura Leopoldi. Iniziò la ricerca via social: facebook, instagram, twitter...qualcosa sarebbe emerso. Ed infatti su Facebook trovarono il suo profilo, poche foto, pochi post ma mirati e salienti, e scoprirono l’età (49) e la zona in cui viveva.
Daniele iniziò a fare jogging, Luigi ad andare in bicicletta nei dintorni della sua zona nella speranza di vederla. Un giorno Daniele la vede a spasso con il cane. La fotografa di nascosto per poter provare agli altri che era proprio lei. Dopo aver visto la foto dove appariva in tutta la sua semplicità ( era in tuta, capelli raccolti, scarpe da ginnastica e cuffiette alle orecchie) decisero che era arrivato il momento.
E così decisero di appostarsi tutti e tre nel luogo dove era stata vista, e appena fosse riapparsa l’avrebbero fermata e avrebbero parlato con lei.
La terza sera di appostamento, la videro passeggiare con il cane e Daniele fu il primo ad avvicinarla usando come scusa il bel cagnolino! “Ma che bel cagnolino? E’ una femmina? Bellissima sembra una volpe con occhi da cerbiatta!” Allora intervenne Luigi, a cui le battute non hanno mai fatto difetto, “E che è un incrocio degno di Animali Fantastici della Rowling?” A quella battuta Laura rise...il ghiaccio era rotto!
Fecero la passeggiata insieme, iniziarono a parlare: scoprirono che era divorziata, aveva due figli, uno di 22 anni (il calciatore) e una ragazza di 18. Aveva perso il lavoro come contabile ed ora faceva la babysitter perché stava molto meglio con i bambini che con gli adulti. Era ancora “ingenua”, se si può usare questo aggettivo per descrivere chi crede ancora nel prossimo, chi crede che nell’aiutare gli altri stia la felicità. Comunque il primo incontro fu una bella chiacchierata.
A quella passeggiata ne seguirono altre. Ormai si era creata una certa confidenza e il tempo era maturo per fare la proposta, anche perché stavano per giungere al termine le tre settimane di relativa tranquillità per Marcello.
E così decisero di invitarla a bere una birra in un pub nelle vicinanze. E davanti ad una buona birra Laura ascoltò la loro storia e diventava sempre più rossa per l’imbarazzo di essere stata scelta, lei che non si era mai sentita una vamp, che non si era mai messa in mostra. Il suo imbarazzo non passò inosservato , si sentiva le orecchie bollenti ma fortunatamente erano coperte dai capelli, ma le gote, “due arance ancor più rosse”, quelle non poteva nasconderle. E allora i tre cambiarono discorso e le chiesero solo di pensarci, si rendevano conto dell’inusualità della richiesta e avrebbero accettato ogni decisione.
Per Laura fu una notte terribilmente agitata, non insonne perché lei riusciva comunque a dormire, e questo era una cosa che le rimproverava il suo ex marito, perché anche quando c’erano crisi o problemi, lei la notte dormiva.
Pensò ai pro e ai contro della proposta, e c’è da dire ad onor del vero che fu colta sì dall’imbarazzo, ma ne fu anche lusingata e in più una sua fantasia erotica ricorrente era proprio far l’amore con più uomini contemporaneamente. Che fare? Realizzare questa fantasia, tanto più che avrebbe ricevuto anche del denaro e avrebbe fatto una buona azione verso un malato terminale? Oppure lasciare che resti una fantasia e cercare di restare amica di Marcello, Daniele e Luigi? Ma in caso di rifiuto, l’avrebbero voluta ancora come amica?
La mattina, dopo la tazza di caffè, Laura cercò di sistemare tutti i tasselli del puzzle, ma ne mancava sempre uno: la sua decisione. Chiamò Cinzia, la sua ex collega, ma non riuscì a parlarle di questo, poiché conoscendola , era un po’ riservata, se non puritana, su certi argomenti. Allora chiamò una sua vecchia amica, Paola, più aperta e come si dice a Roma più “scaciata”. Alla fine del racconto, Paola se ne uscì con un “Beata Te!” seguito da una sonora risata.
Ma come beata? Io non so cosa fare e lei ride - pensò Laura. Anche la telefonata con Paola si concluse con un niente di fatto. La decisione la doveva prendere Laura e solo lei, e non poteva né doveva trovare appoggio in altre persone, pronte poi ad essere additate come responsabili se le cose fossero andate male!
Quel giorno Laura ripensò alla sua vita, non trovò nulla di trasgressivo ( a parte qualche canna): una vita normale, quasi anonima, che a volte le andava stretta e altre le era comoda. Risfogliò l’album di fotografie: i figli piccoli, i compleanni, le vacanze al mare...
La sera era pronta per la consueta passeggiata con il cane ed era pronta all’incontro con i tre. Aveva preso una decisione. Ma proprio quella sera non si videro e Laura ripiombò nell’incertezza sul da farsi. Il suo pensiero , però, si rivolse subito a Marcello, magari si era aggravato.
Finalmente Luigi la chiamò, si scusò a nome di tutti per non essersi presentati e la rassicurò subito sulle condizioni di salute di Marcello e decisero di vedersi la sera seguente, sarebbero andati a bere una birra.
Eccola lì, davanti all’armadio con il pensiero che attraversa la mente di ogni donna “Che mi metto?” Il tailleur no, troppo austero; il vestito a fiori no, troppo scollato; la gonna no , non mi sento a mio agio... E dopo mezz’ora di prova e il letto pieno di vestiti, era pronta: jeans, maglietta rossa e blu (tra l’altro i colori della Torres) e chiodo rosso e scarpe rosse. Un po’ di trucco su insistenza della figlia ed eccola che sale in macchina e parte.
Non è lontano il luogo dell’appuntamento, ma in quel breve tragitto la sua mente è attraversata da mille pensieri e dal loro contrario.
Il pub è carino; abbastanza intimo e con un arredamento country e in un’altra sala c’è musica dal vivo...
Sono già arrivati, sono seduti ad un tavolo e le fanno cenno con la mano. Laura li raggiunge. Dopo le prime battute e lo sguardo al menù per essere pronti all’arrivo del cameriere (se c’è una cosa che la infastidisce è proprio far aspettare il cameriere al tavolo perché ancora non si è letto il menu).
Laura, come al suo solito, va dritta al nocciolo della questione, ma stavolta fa un preambolo.
La richiesta, per quanto strana le possa essere sembrata all’inizio, l’ha portata a conoscere tre uomini a cui ormai si sente legata; sente che è nata una sintonia e si sente pronta per fare questa nuova esperienza. I tre si guardarono in faccia, direi abbastanza sorpresi dalla decisione, ma felici.
Organizzarono a casa di Luigi per la sera successiva.
Stranamente Laura era tranquilla e non si preoccupò più di tanto dell'abbigliamento. Quando suonò alla porta, si trovò davanti i tre amici apparentemente impacciati. Si domandò se non avessero cambiato idea, ma subito quell'idea svanì dalla sua mente quando Luigi le disse che avevano tutti e tre regalo per lei, ma ne avrebbe dovuto scegliere uno. Lì per lì non capì, ma la portarono in camera da letto e sul letto erano distesi tre completini intimi. C'era un baby doll tutto trasparente con abbinato un perizoma; un body di pizzo nero e una tutina in lattice con aperture strategiche. Ognuno di loro ne aveva scelto uno, ma a Laura sembrava una scortesia scegliere uno invece di un altro.
La lasciarono sola nella stanza e sarebbero rientrati quando li avesse chiamati.
Laura, allora, presi tutti i completini e iniziò a pensare chi avesse scelto cosa. Li provò tutti e tre e con ognuno si sentiva più sensuale. Dopo qualche minuto li chiamò.
Entrarono nella stanza e la trovarono completamente nuda al centro del letto.
Si guardarono e le dissero quasi all'unisono "Sei più bella e desiderabile di quel che immaginavamo". Quindi iniziarono ad accarezzarle con una mano le cosce, i seni, i fianchi mentre nell'altra avevano il loro membro già duro ( diciamo che si erano un po' preparati prima!)
Luigi iniziò a leccare la sua fica e Laura con le mani strette alla spalliera del letto si muoveva sinuosa, quando il suo movimento fu interrotto da Marcello che glielo mise n bocca. Daniele le toccava magistralmente i seni ed i capezzoli. Con la bocca succhiava avidamente e andava su e giù , la lingua lo avvolgeva tutto e cercava di andare sempre più in fondo, lo voleva sentire fino in fondo e tutto ... Laura godeva e lo fece sentire anche a Luigi che improvvisamente fu inondato dagli schizzi. I tre si scambiarono le posizioni di frequente. La toccarono, la penetrarono con le dita, davanti e dietro e lei era tutta bagnata.
Poi sdraiata sl letto si trovò ad avere tutti i buchi riempiti: uno ce l'aveva in fica, un altro in culo e il terzo in bocca! Non so dire chi fosse dove, perché anche stavolta si scambiarono le posizioni in modo da godere tutti di tutto.
Posso però dire che Laura godeva tanto...finalmente stava realizzando la sua fantasia erotica. E nel sentire le loro voci, quasi meravigliate, che la descrivevano si eccitava ancora di più ( " Che tette dure" "Oh!Che culetto! come si allarga" ). Una cosa che notò e che le fece molto piacere è che nessuno dei tre usò mai termini volgari. Nessuno dei tre la chiamò mai Troia.
Ora era sdraiata su Luigi che la prendeva da dietro, su di lei c'era Marcello e Daniele glielo metteva in bocca. La testa di Laura sporgeva dal materasso, era reclinata in modo che Daniele potesse vedere il suo cazzo sparire tutto nella sua bocca.
All'improvviso sentì un liquido caldo nel culo e ai sospiri di Luigi, seguì quasi un urlo di Marcello e poi la bocca le si riempì dello sperma di Daniele.
Ma Laura voleva assaporare anche Luigi e Marcello e allora prese in bocca prima il cazzo dell'uno , poi quello dell'altro e infine riuscì a prenderli insieme e sentì il loro sapore.
Ora c'era il momento imbarazzante del pagamento, e infatti Laura disse che non avrebbe accettato. Aveva deciso di farlo perchè li aveva trovati interessanti e perché era nata una sintonia ed essere pagata l'avrebbe fatta sentire, questo si, una troia.
Forse Marcello, Luigi e Daniele avevano davvero imparato a conoscerla perché le dissero che si aspettavano un'osservazione del genere e quindi avevano già provveduto ad effettuare ognuno un bonifico sul suo conto, aggiungendo che non era stato difficile trovare l'iban dato che nella sua agendina c'è tutto.
Laura non sapeva se ringraziare o fare l'offesa. Optò per la prima.
Dopo quella sera non successe mai più. Si continuarono a vedere come vecchi amici e si dissero che avevano cambiato le regole della matematica perché da quella sera, per loro, l'equazione (3+1)-1=4
Erano in tre, se n'è aggiunta una e quando uno se ne andrà rimarranno sempre quattro.
Aveva passato una notte insonne Marcello, quella notte, o meglio aveva dormito ad intervalli più o meno regolari di 2 ore, come gli capitava sempre ogni qualvolta l’indomani mattina aveva una faccenda importante da sbrigare. Un po’ per l’ansia di quel che sarebbe accaduto l’indomani, un po’ per paura di non sentire la sveglia, e quindi fare tardi, si svegliava durante la notte, guardava l’orologio e si rimetteva a dormire rassicurato dal fatto che mancavano 5 ore...3 ore...1 ora....Drin!Drin!Drin!!
Finalmente la sveglia suona, l’ha sentita, si sente più tranquillo e cerca ancora qualche minuto di conforto tra le coperte. Ma ora bisogna affrontare il nemico, e oggi si saprà se si è ritirato o se bisogna prepararsi alla guerra.
L’appuntamento con l’oncologo è alle 11.00 al Policlinico Umberto I. Sono le 9 e Daniele e Luigi sono già sotto casa sua ad aspettarlo.
Marcello, Daniele e Luigi ...eccoli davanti al prof. De Tommasi, il quale, con un tono fermo, pacato e un linguaggio comprensibile anche ai non medici, va dritto al punto e spiega cosa sia il glioblastoma (uno dei tumori cerebrali più aggressivi che si conosca) e le pochissime, se non esistenti, possibilità di guarigione. I tre rimangono di ghiaccio, sapevano si trattasse di qualcosa di grave, ma pensavano comunque curabile. E invece le speranze sono ridotte all’osso. Si calendarizza subito un ciclo di radio e di chemioterapia.
Marcello, Luigi e Daniele si sono conosciuti sui banchi di scuola, al liceo scientifico Archimede, e la loro amicizia è diventata indissolubile l’anno in cui Luigi fu bocciato ed arrivò nella classe di Daniele e Marcello, era il 1988 e frequentavano la IV B. Studiavano insieme, andavano alle partite insieme, affrontarono l’ansia della maturità insieme, vacanze insieme...
Da quel lontano 1988, anche se ognuno aveva la sua vita, si continuavano a sentire e vedere regolarmente.
Marcello era architetto, sposato e con un figlio adolescente.
Luigi era professore di filosofia, single e amante della montagna.
Daniele era un cuoco molto apprezzato, divorziato e senza figli.
Ad ogni evento importante della vita di uno dei tre gli altri due erano presenti. E oggi non poteva essere diversamente
Alle parole del medico, la mente di ognuno di loro si era malinconicamente persa nei ricordi di tutte le avventure passate insieme, per poi piombare in un senso di impotenza e di angoscia. La verità era che non potevano fare niente per cambiare le cose, se non affrontare insieme anche questa e cercare di farlo con il sorriso.
Uscirono dall’ospedale, e da quella stanza che in un istante era diventata gelida, si trovarono fuori sotto un sole primaverile, caldo e avvolgente, e decisero che dovevano fare insieme qualcosa che ancora non avevano mai fatto. Bella l’idea di salutare l’amico in questo modo, un po’ più difficile trovare cosa fare! In 33 anni di amicizia erano poche le cose che non avevano condiviso!
Viaggi? Fatti - Arrampicata? Fatta - Parapendio e deltaplano? Fatto - Surf? Fatto
Improvvisamente a Luigi balena un’idea, abbastanza stravagante anche per lui, e inizialmente non dice nulla. Ma ai suoi amici non è sfuggita la luce che gli ha attraversato gli occhi e iniziano a tampinarlo di domande.
E così alla fine cedette: seduti su una panchina a Villa Ada, Luigi dice “ Perché non andiamo tutti e tre con la stessa donna?” “Cioè insieme... noi tre” aggiunse dopo una breve pausa per far capire meglio la proposta. Dopo qualche secondo, il silenzio fu rotto dalla risata di Marcello che aggiunge “ Beh! Questo effettivamente ci mancava!”
Il segreto della longevità della loro amicizia forse stava anche in quella promessa che si erano fatti durante la loro prima vacanza insieme, in campeggio in Sardegna. “Mai con la donna dell’amico”
Promessa che avevano mantenuto, forse anche senza troppa fatica, poiché avevano gusti abbastanza differenti in fatto di donne.
Ora il problema era, appunto, trovare una donna che interessasse tutti e tre e, soprattutto, accettasse una proposta simile, dal momento che avevano escluso le professioniste. Avevano però deciso di offrirle del denaro e stabilirono la cifra di € 5000. A Luigi sembrò un po’ troppo, ma Daniele motivò così la scelta: “se dobbiamo trovare una donna che non lo fa di professione, magari sarà già impegnata, dovrà mettere a rischio la propria relazione, dovrà essere un’offerta almeno allettante”.
Ma ora dove andare a cercare? E soprattutto che tipo di donna cercare?
A Daniele piacevano le more, piccole ma formose; Luigi (a dir la verità a Luigi piacevano tutte!) preferiva le donne con gli occhi chiari e Marcello aveva un debole per le caviglie sottili.
Alla fine riuscirono a fare un identikit della donna “ricercata”: occhi chiari, capelli scuri, altezza media (1,60/1,65), formosa ma non sovrappeso, età compresa tra i 45-50. Iniziò la ricerca, a cui Marcello non partecipò attivamente, tra terapie, dottori, lavoro e famiglia non aveva molto tempo.
Dapprima si divisero i luoghi: Daniele andò davanti le scuole e poi nei supermercati , Luigi nei parchi giochi.
Daniele fu avvicinato dai bidelli che gli intimarono di non farsi più vedere altrimenti avrebbero chiamato la polizia. Era stato preso per un possibile pedofilo e, in effetti, poteva sembrarlo: farsi vedere per diversi giorni davanti alla scuola senza avere nessun bambino da prendere, qualche sospetto lo destava. E allora passò ai supermercati.
Luigi, invece, destava meno sospetti. Si sedeva su una panchina con uno dei suoi libri di filosofia, che in più di un’occasione risultò galeotto. Riuscì così a conoscere babysitter, mamme più o meno giovani e a quelle che rispecchiavano i canoni stabiliti, faceva di nascosto delle foto. Ma quando le mostrò agli altri, non ottennero l’approvazione: una era troppo "bora”, una troppo grassa, una aveva il culo basso ecc.
Il primo ciclo di terapie era andato bene. Adesso Marcello poteva stare “tranquillo” per almeno tre settimane e allora i tre approfittarono di questo tempo per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore: la Torres di Sassari.
Perché una squadra sarda se nessuno dei tre era sardo? E per di più una squadra di serie D? Tutto risale al 1988: una vacanza itinerante per la Sardegna e si erano trovati così bene a Sassari che decisero di ricambiare quell’ospitalità con la "devozione” alla squadra.
Giocava Ostia Mare - Torres e decisero così di trascorrere una giornata al mare. Una bella passeggiata sul lungomare, un pranzo veloce e poi allo stadio dove si incontrarono con gli altri tifosi arrivati dalla Sardegna. Baci, abbracci, sistemazione degli striscioni e poi al bar per le birre fresche (perchè ai Torresini non dare birra che non sia ghiacciata!!).
E proprio al bar, mentre stavano pensando a tutt’altra cosa, incrociarono lo sguardo di una donna che stava prendendo un pacchetto di patatine e una bottiglietta d’acqua. Occhi chiari, quasi trasparenti con il sole che li colpiva; capelli castani con qualche riflesso rosso (forse frutto di tinta, con le donne non si può mai essere certi del colore naturale!) ricci ma domati; niente trucco. Indossava un paio di jeans, maglietta nera con un golfino grigio, abbastanza aderente da sottolineare le forme senza essere volgare, e stivaletti Dr. Martens. Prese il suo pacchetto di patatine, la sua bottiglietta senza tappo e se ne andò.
I tre rimasero in silenzio, si guardarono e dalle loro teste sembrava uscisse la nuvoletta dei fumetti che recitava “e adesso come facciano a conoscerla?”.
Ovviamente faceva parte della tifoseria avversaria e durante tutta la partita la cercarono sugli spalti. Volevano almeno sentire la sua voce. Sarà forse troppo “romanaccia”? Troppo sguaiata?
Alla fine della partita (per altro vinta dalla Torres 2 a 1) si trattennero ancora un po’ con gli altri, anche nella speranza di rivederla. Quando uscirono i giocatori della squadra di casa, si accorsero che uno di loro si allontanava e si dirigeva verso una Toyota parcheggiata all’interno della quale c’era proprio lei ad aspettarlo. Non ebbero la prontezza di dire o fare qualcosa, ma presero la targa.
Durante il viaggio di ritorno iniziarono ad interrogarsi su che tipo di relazione ci fosse tra la donna e il calciatore. Compagni? Il ragazzo era molto giovane, sui 22 anni, anche se a lei non avevano dato più di quarant’anni. Fratello e sorella? Cugini? Madre e figlio?
L’indomani fecero subito la ricerca della targa sul sito dell’ACI e ottennero nome e cognome: Laura Leopoldi. Iniziò la ricerca via social: facebook, instagram, twitter...qualcosa sarebbe emerso. Ed infatti su Facebook trovarono il suo profilo, poche foto, pochi post ma mirati e salienti, e scoprirono l’età (49) e la zona in cui viveva.
Daniele iniziò a fare jogging, Luigi ad andare in bicicletta nei dintorni della sua zona nella speranza di vederla. Un giorno Daniele la vede a spasso con il cane. La fotografa di nascosto per poter provare agli altri che era proprio lei. Dopo aver visto la foto dove appariva in tutta la sua semplicità ( era in tuta, capelli raccolti, scarpe da ginnastica e cuffiette alle orecchie) decisero che era arrivato il momento.
E così decisero di appostarsi tutti e tre nel luogo dove era stata vista, e appena fosse riapparsa l’avrebbero fermata e avrebbero parlato con lei.
La terza sera di appostamento, la videro passeggiare con il cane e Daniele fu il primo ad avvicinarla usando come scusa il bel cagnolino! “Ma che bel cagnolino? E’ una femmina? Bellissima sembra una volpe con occhi da cerbiatta!” Allora intervenne Luigi, a cui le battute non hanno mai fatto difetto, “E che è un incrocio degno di Animali Fantastici della Rowling?” A quella battuta Laura rise...il ghiaccio era rotto!
Fecero la passeggiata insieme, iniziarono a parlare: scoprirono che era divorziata, aveva due figli, uno di 22 anni (il calciatore) e una ragazza di 18. Aveva perso il lavoro come contabile ed ora faceva la babysitter perché stava molto meglio con i bambini che con gli adulti. Era ancora “ingenua”, se si può usare questo aggettivo per descrivere chi crede ancora nel prossimo, chi crede che nell’aiutare gli altri stia la felicità. Comunque il primo incontro fu una bella chiacchierata.
A quella passeggiata ne seguirono altre. Ormai si era creata una certa confidenza e il tempo era maturo per fare la proposta, anche perché stavano per giungere al termine le tre settimane di relativa tranquillità per Marcello.
E così decisero di invitarla a bere una birra in un pub nelle vicinanze. E davanti ad una buona birra Laura ascoltò la loro storia e diventava sempre più rossa per l’imbarazzo di essere stata scelta, lei che non si era mai sentita una vamp, che non si era mai messa in mostra. Il suo imbarazzo non passò inosservato , si sentiva le orecchie bollenti ma fortunatamente erano coperte dai capelli, ma le gote, “due arance ancor più rosse”, quelle non poteva nasconderle. E allora i tre cambiarono discorso e le chiesero solo di pensarci, si rendevano conto dell’inusualità della richiesta e avrebbero accettato ogni decisione.
Per Laura fu una notte terribilmente agitata, non insonne perché lei riusciva comunque a dormire, e questo era una cosa che le rimproverava il suo ex marito, perché anche quando c’erano crisi o problemi, lei la notte dormiva.
Pensò ai pro e ai contro della proposta, e c’è da dire ad onor del vero che fu colta sì dall’imbarazzo, ma ne fu anche lusingata e in più una sua fantasia erotica ricorrente era proprio far l’amore con più uomini contemporaneamente. Che fare? Realizzare questa fantasia, tanto più che avrebbe ricevuto anche del denaro e avrebbe fatto una buona azione verso un malato terminale? Oppure lasciare che resti una fantasia e cercare di restare amica di Marcello, Daniele e Luigi? Ma in caso di rifiuto, l’avrebbero voluta ancora come amica?
La mattina, dopo la tazza di caffè, Laura cercò di sistemare tutti i tasselli del puzzle, ma ne mancava sempre uno: la sua decisione. Chiamò Cinzia, la sua ex collega, ma non riuscì a parlarle di questo, poiché conoscendola , era un po’ riservata, se non puritana, su certi argomenti. Allora chiamò una sua vecchia amica, Paola, più aperta e come si dice a Roma più “scaciata”. Alla fine del racconto, Paola se ne uscì con un “Beata Te!” seguito da una sonora risata.
Ma come beata? Io non so cosa fare e lei ride - pensò Laura. Anche la telefonata con Paola si concluse con un niente di fatto. La decisione la doveva prendere Laura e solo lei, e non poteva né doveva trovare appoggio in altre persone, pronte poi ad essere additate come responsabili se le cose fossero andate male!
Quel giorno Laura ripensò alla sua vita, non trovò nulla di trasgressivo ( a parte qualche canna): una vita normale, quasi anonima, che a volte le andava stretta e altre le era comoda. Risfogliò l’album di fotografie: i figli piccoli, i compleanni, le vacanze al mare...
La sera era pronta per la consueta passeggiata con il cane ed era pronta all’incontro con i tre. Aveva preso una decisione. Ma proprio quella sera non si videro e Laura ripiombò nell’incertezza sul da farsi. Il suo pensiero , però, si rivolse subito a Marcello, magari si era aggravato.
Finalmente Luigi la chiamò, si scusò a nome di tutti per non essersi presentati e la rassicurò subito sulle condizioni di salute di Marcello e decisero di vedersi la sera seguente, sarebbero andati a bere una birra.
Eccola lì, davanti all’armadio con il pensiero che attraversa la mente di ogni donna “Che mi metto?” Il tailleur no, troppo austero; il vestito a fiori no, troppo scollato; la gonna no , non mi sento a mio agio... E dopo mezz’ora di prova e il letto pieno di vestiti, era pronta: jeans, maglietta rossa e blu (tra l’altro i colori della Torres) e chiodo rosso e scarpe rosse. Un po’ di trucco su insistenza della figlia ed eccola che sale in macchina e parte.
Non è lontano il luogo dell’appuntamento, ma in quel breve tragitto la sua mente è attraversata da mille pensieri e dal loro contrario.
Il pub è carino; abbastanza intimo e con un arredamento country e in un’altra sala c’è musica dal vivo...
Sono già arrivati, sono seduti ad un tavolo e le fanno cenno con la mano. Laura li raggiunge. Dopo le prime battute e lo sguardo al menù per essere pronti all’arrivo del cameriere (se c’è una cosa che la infastidisce è proprio far aspettare il cameriere al tavolo perché ancora non si è letto il menu).
Laura, come al suo solito, va dritta al nocciolo della questione, ma stavolta fa un preambolo.
La richiesta, per quanto strana le possa essere sembrata all’inizio, l’ha portata a conoscere tre uomini a cui ormai si sente legata; sente che è nata una sintonia e si sente pronta per fare questa nuova esperienza. I tre si guardarono in faccia, direi abbastanza sorpresi dalla decisione, ma felici.
Organizzarono a casa di Luigi per la sera successiva.
Stranamente Laura era tranquilla e non si preoccupò più di tanto dell'abbigliamento. Quando suonò alla porta, si trovò davanti i tre amici apparentemente impacciati. Si domandò se non avessero cambiato idea, ma subito quell'idea svanì dalla sua mente quando Luigi le disse che avevano tutti e tre regalo per lei, ma ne avrebbe dovuto scegliere uno. Lì per lì non capì, ma la portarono in camera da letto e sul letto erano distesi tre completini intimi. C'era un baby doll tutto trasparente con abbinato un perizoma; un body di pizzo nero e una tutina in lattice con aperture strategiche. Ognuno di loro ne aveva scelto uno, ma a Laura sembrava una scortesia scegliere uno invece di un altro.
La lasciarono sola nella stanza e sarebbero rientrati quando li avesse chiamati.
Laura, allora, presi tutti i completini e iniziò a pensare chi avesse scelto cosa. Li provò tutti e tre e con ognuno si sentiva più sensuale. Dopo qualche minuto li chiamò.
Entrarono nella stanza e la trovarono completamente nuda al centro del letto.
Si guardarono e le dissero quasi all'unisono "Sei più bella e desiderabile di quel che immaginavamo". Quindi iniziarono ad accarezzarle con una mano le cosce, i seni, i fianchi mentre nell'altra avevano il loro membro già duro ( diciamo che si erano un po' preparati prima!)
Luigi iniziò a leccare la sua fica e Laura con le mani strette alla spalliera del letto si muoveva sinuosa, quando il suo movimento fu interrotto da Marcello che glielo mise n bocca. Daniele le toccava magistralmente i seni ed i capezzoli. Con la bocca succhiava avidamente e andava su e giù , la lingua lo avvolgeva tutto e cercava di andare sempre più in fondo, lo voleva sentire fino in fondo e tutto ... Laura godeva e lo fece sentire anche a Luigi che improvvisamente fu inondato dagli schizzi. I tre si scambiarono le posizioni di frequente. La toccarono, la penetrarono con le dita, davanti e dietro e lei era tutta bagnata.
Poi sdraiata sl letto si trovò ad avere tutti i buchi riempiti: uno ce l'aveva in fica, un altro in culo e il terzo in bocca! Non so dire chi fosse dove, perché anche stavolta si scambiarono le posizioni in modo da godere tutti di tutto.
Posso però dire che Laura godeva tanto...finalmente stava realizzando la sua fantasia erotica. E nel sentire le loro voci, quasi meravigliate, che la descrivevano si eccitava ancora di più ( " Che tette dure" "Oh!Che culetto! come si allarga" ). Una cosa che notò e che le fece molto piacere è che nessuno dei tre usò mai termini volgari. Nessuno dei tre la chiamò mai Troia.
Ora era sdraiata su Luigi che la prendeva da dietro, su di lei c'era Marcello e Daniele glielo metteva in bocca. La testa di Laura sporgeva dal materasso, era reclinata in modo che Daniele potesse vedere il suo cazzo sparire tutto nella sua bocca.
All'improvviso sentì un liquido caldo nel culo e ai sospiri di Luigi, seguì quasi un urlo di Marcello e poi la bocca le si riempì dello sperma di Daniele.
Ma Laura voleva assaporare anche Luigi e Marcello e allora prese in bocca prima il cazzo dell'uno , poi quello dell'altro e infine riuscì a prenderli insieme e sentì il loro sapore.
Ora c'era il momento imbarazzante del pagamento, e infatti Laura disse che non avrebbe accettato. Aveva deciso di farlo perchè li aveva trovati interessanti e perché era nata una sintonia ed essere pagata l'avrebbe fatta sentire, questo si, una troia.
Forse Marcello, Luigi e Daniele avevano davvero imparato a conoscerla perché le dissero che si aspettavano un'osservazione del genere e quindi avevano già provveduto ad effettuare ognuno un bonifico sul suo conto, aggiungendo che non era stato difficile trovare l'iban dato che nella sua agendina c'è tutto.
Laura non sapeva se ringraziare o fare l'offesa. Optò per la prima.
Dopo quella sera non successe mai più. Si continuarono a vedere come vecchi amici e si dissero che avevano cambiato le regole della matematica perché da quella sera, per loro, l'equazione (3+1)-1=4
Erano in tre, se n'è aggiunta una e quando uno se ne andrà rimarranno sempre quattro.
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