L'incantesimo della strega (parte 0): Le Origini
di
Ermesincuriosito
genere
pissing
Questa è l'origine di tutto. Di come una ragazza, sedotta dal potere, abbia rinunciato alla sua umanità e di come, attraverso il dolore, il peccato e la perversione, sia riuscita ad ottenere quel potere demoniaco. Un potere che, crescendo con la perversione, le permise di controllare le persone cadute tra le sue grinfie.
La storia inizia in una periferia di una grande città come ce ne sono tante, dove ci sono due ragazze, come ce ne sono tante, due amiche che, come tante, per trovare il proprio posto nella società, provano da sole a farsi strada nel modo reale, cercando la propria indipendenza, per poter tagliare le catene che le legano a quella periferia, a quella città, a quelle famiglie che le hanno sempre così denigrate e mai supportate. Insieme fin da bambine, Giulia e Titti, sempre pronte ad aiutarsi l'un l'altra, sempre con tanta voglia di librarsi insieme in volo.
Erano i due opposti: Giulia dall'aspetto sempre così dolce, educata, delicata in tutto quello che faceva. Le era stata donata una bellezza fuori dal comune, una pelle bianca come il latte, dei capelli lisci e neri come la pece, un paio di occhi scuri e penetranti ed un corpo da fare invidia ad una modella. Titti al contrario era più grezza, più diretta nei modi e ruspante nell'abbigliamento. Era la classica ragazza che si sapeva far valere per strada, senza peli sulla lingua.
Si volevano un bene dell'anima. Sapevano che ci sarebbero sempre state l'una per l'altra...
.. almeno finché, per darsi una nuova chance, non si iscrissero a quel corso serale per provare a sfondare nel mondo.. finché non conobbero la loro insegnante, Manuela.
Manuela era una donna sui 40 anni bellissima, capelli biondi a boccoli, bellissimi occhi verdi, labbra rosse da sembrare essere disegnate, un seno florido e due bellissime gambe componevano il ritratto di quella che sarebbe potuta essere tranquillamente una tra le top attrici di Hollywood.
Manuela prese subito Giulia sotto la sua ala protettrice, dicendo che vedeva in lei un immenso potenziale, mentre non vedeva di buon grado Titti ed i suoi atteggiamenti a volte irriverenti.
Giulia, dal canto suo, iniziava davvero a credere di aver trovato la sua strada, di poter finalmente riuscire a riscattarsi. Manuela la elogiava continuamente, le insegnava tantissimi trucchi per riuscire al meglio in questo lavoro, e lei, ingenuamente, ci credeva davvero nelle sue parole.
Titti invece iniziava ad essere sempre più insofferente a Manuela ed al suo modo così ambiguo di approcciarsi a Giulia. Qualche volte si è trovata a confrontarsi con Giulia in merito, uscendone sempre più infastidita dal modo in cui l'amica difendeva quasi ingenuamente l'insegnante.
Lentamente Manuela tesseva la sua tela di ragno, intrappolando Giulia sempre più.
Sempre più frequenti erano le volte in cui Manuela tratteneva Giulia dopo le lezioni per approfondire qualche argomento in particolare, per poi arrivare a parlare di altro. Manuela dimostrava di avere un'enorme cultura su più argomenti, dalla storia, alla geografia, alla religione, fin anche all'esoterismo, argomento che stranamente attirava Giulia più di quanto potesse immaginare. E Giulia era sempre più affascinata dai suoi racconti, sempre più legata a Manuela e sempre più distante da Titti.
Manuela le raccontava di antiche credenze, libri perduti, civiltà scomparse, e Giulia si perdeva in quelle fantasie.
"Un tempo si credeva che dalla Luna derivassero immensi poteri. Si riteneva che i devoti alla dea Iside avessero accesso a poteri particolari, che permetteva loro di modificare il modo in cui la gente le percepiva, come nei profumi o addirittura controllare le menti. E gli adepti potevano utilizzare questi poteri per portare prosperità alla propria setta" raccontava Manuela in una delle tante sere in cui si tratteneva con la sua discepola preferita.
"Sarebbe fantastico poter avere questi poteri.." fantasticava Giulia "mi hanno sempre intrigato i racconti sulle streghe e antichi poteri occulti" scherzava Giulia.
"E se ti dicessi che non sono solo racconti..Che tramite la Luna e la perversione possiamo ottenere dei poteri straordinari?" iniziò a stuzzicarla Manuela, facendosi sempre più vicina a Giulia.
"Ma và.." sorrideva Giulia a questo strano cambio di tono di Manuela "..e poi perversione?"
"Per ottenere questo potere bisogna lasciare la propria umanità, ed abbracciare il peccato più perverso.." continuava Manuela a stuzzicarla
"Ma dai.." disse Giulia sempre più tra l'incuriosito e lo scherzo.
"Se tu assaggiassi il mio piacere..." si avvicinò sensualmente Manuela all'orecchio sinistro di Giulia "o meglio..la mia pipì..cadestri in mio potere".
"Che schifo..Che dici?..Pi..pipì?" iniziò a sentirsi un pò disgustata, tanto che le prese a girare leggermente la testa. Stranamente iniziò a percepire un forte profumo provenire da Manuela.
"Se tu bevessi dalla mia figa..saresti mia schiava per sempre" continuava Manuela sensualmente nell'orecchio di Giulia.
"Oddio.." esclamò Giulia sorpresa da quella frase così diretta di Manuela. Ma pur non avendo mai avuto minimamente attrazione per alcuna donna, la vicinanza di Manuela iniziava ad aumentarle il battito cardiaco, il suo profumo inebriarla. Ed ecco che come fuori dal suo controllo, gli occhi di Giulia presero ad accarezzare le forme di Manuela: le sue labbra rosse, i suoi grossi seni, l'addome piatto, fino all'incavo tra le gambe...
"Vedi come sei già caduta vittima del mio potere?" le fece notare Manuela.
"Ma che..." balbettò Giulia che ritornò in se di soprassalto, imbarazzandosi di quanto stesse iniziando a desiderare quel corpo femminile.
"Ma tranquilla..non voglio usare il mio potere su di te..voglio condividere con te questo potere..ti ho detto che hai un potenziale enorme, mia bellissima Giulia" le disse con voce calma Manuela.
"Po..tere?" chiese Giulia come appena svegliata da una trance.
Manuela annuì "Sono la Sacerdotesse di Iside e il mio compito è trovare un corpo adatto a ottenere i poteri della Dea..E tu sei perfetta mia bellissima Giulia" le disse Manuela carezzandole il viso.
"Ma dai..che dici.." rispose Giulia sentendosi un pò presa in giro e un pò spaurita.
"Credimi..devi solo abbracciare il peccato e la perversione." aggiunse seria Manuela.
"Cosa intendi..?"
"Devi essere disposta a tutto, e preparanti alle più grandi perversioni, anche a bere la mia urina"
"Ma..ma..che schifo.." tagliò corto Giulia.
"La pipì è deliziosa, Giulia.."
"Smettila..per favore" iniziò a sentirsi in imbarazzo
"Stai tranquilla..O hai paura che possa usare i miei poteri su di te..di nuovo?" scherzò Manuela "Anzi vieni qui vicino, ti do una dimostrazione pratica" prese in mano la situazione Manuela accarezzando il viso di Giulia, scostando i suoi bellissimi capelli corvini e sedendosi di fronte a lei, vicinissima l'una all'altra, tanto che le gambe si intrecciavano tra di loro. "Sei così bella Giulia, voglio farti mia.." continuava Manuela maliziosa.
"Manuela..io.." non sapeva cosa rispondere Giulia imbarazzatissima.
"Guardami negli occhi, così potrai vedere il mio Potere..La luna crescente accresce anche il nostro potere." continuava a stuzzicarla Manuela. E Giulia, sempre più incuriosita da questo lato esoterico di Manuela, quasi per sfida, posò il suo sguardo nei suoi occhi e vi si perse per qualche istante.
"Guardami Giulia e toccami tra le mie gambe, voglio che tu senta quanto mi ecciti.."
"Manuela smettila.." si ribellò Giulia finchè non sentì un forte calore sulla sua mano destra. Stupita, Giulia guardò giù e trovando la sua mano tra le gambe di Manuela, sentendo il calore della sua intimità. Questo scosse non poco Giulia perchè senza volerlo aveva obbedito alla richiesta di Manuela. Ritrasse velocemente la mano per l'imbarazzo e la paura.
"Manuela..basta.."
"Guardami Giulia.." continuava imperterrita Manuela "voglio che mi lecchi le labbra.."
"Smettila..per favore..non mi sto divertendo più.." si ritrasse Giulia, per poi ritrovarsi inspiegabilmente con la sua lingua tra le labbra di Manuela.
"Ti piace il mio sapore?" chiese maliziosa Manuela
"Sa...di fragola.." balbettò Giulia "oddio...che ho fatto..che...che mi hai fatto fare.." iniziò a tremare impaurita Giulia.
"Questo è il Potere, Giulia..e io voglio condividerlo con te..lasciami solo entrare nella tua anima.." continuava maliziosa Manuela mentre toccando l'intimità di Giulia le procurava un sussulto di stupore e piacere.
"Fammi entrare..e sarà anche tuo..." continuava seducente Manuela mentre le gambe di Giulia perdevano forza e lentamente iniziavano ad aprirsi al tocco della sua mano.
"No Manuela..io non sono lesb..ahhh.." cercava di resistere Giulia alle carezze di Manuela.
La testa iniziava a farsi pesante, a Giulia sembrava di entrare in un sogno.
La mano di Manuela continuava ad accarezzarle la vulva e Giulia non riusciva a fermarla, il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi..
"Manuela..lasciami.." provava a implorare Giulia inutilmente ormai sempre più inerme.
"Lasciami entrare.." continuava Manuela facendo colare la sua saliva sulle labbra di Giulia "..bevila..".
"Uhmm.." provava a resistere Giulia, ma le sue labbra si aprirono comunque, riempendo la bocca di Giulia del dolce sapore di fragola di Manuela, mandandola ancora di più in confusione.
"Lascia entrare il peccato" ripeteva Manuela accarezzando Giulia.."Apriti alla perversione.."
"No...Manuela...ahhhh....io..."
"Lasciami entrare.." continuava Manuela premendo sempre più insistentemente con il suo dito medio sulla figa sempre più umida di Giulia.
"Oddio..ahhh..No, Manuela, io...ohh..si...siiiiii" cedette infine Giulia, spalancando le gambe alla mano di Manuela e protendendo il bacino in avanti, come ad agevolare le sue carezze.
"Giulia?? Andiamo??" La voce di Titti risuonò fortemente nella testa ormai vuota di Giulia, facendola riprendere da quella trance.
"Io...io..." balbettava Giulia incredula.."scusami devo andare.." disse Giulia dileguandosi.
"Tutto bene?" le chiese Titti non appena la raggiunse in strada.
"Si si scusa...ho un terribile mal di testa, e voglio solo andare a letto." provò a giustificarsi.
Quella notte Giulia non riuscì a chiudere occhio, finendo per masturbarsi ripensando alla mano di Manuela, al dolce sapore della sua saliva, alla sua voce maliziosa e soprattutto a quell'immenso potere di cui era quasi caduta vittima. Bagnò più volte il letto con i suoi orgasmi, quella notte, incredula di quanto piacere potesse provare pensando a cosa sarebbe potuto succedere con Manuela, una donna..genere verso cui, prima d'ora, non aveva mai provato alcuna attrazione.
Il giorno dopo a lezione Giulia non riusciva a sostenere lo sguardo di Manuela, destando non pochi sospetti in Titti, che comunque lasciò correre.
"Giulia ti trattieni 10 minuti dopo lezione?" chiese verso la fine Manuela.
"Io..non saprei...si...ok" balbettò Giulia imbarazzata.
"Giulia non dobbiamo andare al centro commerciale oggi?" provò Titti a salvare l'amica, sospettando qualcosa, ma non sapendo ancora cosa
"Ah si..si..ma ci metto solo 10 minuti, ti raggiungo lì" scaricò così l'amica, ormai irretita da quella situazione così magica.
A fine lezione, una volta sole in aula, Manuela si spogliò completamente davanti a Giulia, mostrando il suo bellissimo corpo, cogliendo non poco di sorpresa Giulia che non si aspettava un approccio così diretto.
"Giulia, ieri hai avuto un piccolo di assaggio di cosa si può fare con questo potere. Voglio condividerlo con te, se tu mi permetterai di potarti al peccato e alla perdizione.." ruppe il ghiaccio Manuela.
"Ma io..non ho mai avuto interesse verso le donne.." obiettò Giulia.
"Tanto più perversa è la tua sessualità, tanto più gravi saranno i tuoi peccati, tanto più grande sarà il potere di cui potrai disporre. Consideralo come un piccolo scotto da pagare.". Avvicinandosi a lei, portò la testa di Giulia tra i suoi seni.
"La luna sarà piena tra pochi giorni..Senti come il nostro Potere cresce..Bacia il mio corpo, Giulia".
Il dolcissimo profumo di Manuela prese subito possesso delle sue narici, dandole un leggero senso di stordimento, ma uno stordimento piacevole, che quasi le faceva venir meno le proprie inibizioni.
Il suo respiro si fece sempre più pesante, il contatto con la morbida pelle dei grossi seni di Manuela inspiegabilmente la stava eccitando. Non aveva più controllo sulla sua bocca, che prese a baciare la profumata pelle di Manuela.
"I profumi, i sapori che senti, sono tutti figli del nostro Potere. Vedi che è tutto reale, vedi che il tuo corpo è già controllato dal Potere?".
Giulia si rese conto di come fosse effettivamente usata come una marionetta da Manuela. Eppure questa sensazione di impotenza davanti a quel Potere, la eccitava sempre più. Voleva farne parte più che mai.
Ripreso il controllo sul suo corpo, Giulia in piena autonomia riprese a baciare la pelle nuda di Manuela, scendendo verso la sua figa.
"Brava Giulia..Portami all'orgasmo, nutriti di lui e sarai pronta a diventare il nuovo Ricettacolo.." così dicendo, Manuela prese il mento di Giulia tra due dita sollevandolo verso la sua bocca, da cui fece colare un rivolo della sua velenosa saliva.
Il magico sapore di fragola della sua saliva, riempì la bocca di Giulia, concorrendo a farle girare la testa sempre più vorticosamente.
Posando entrambe le mani sulla testa di Giulia, Manuela iniziò a spingerla verso il basso
"Avanti..leccami..nutriti.." la spingeva Manuela "Non puoi immaginare cosa potresti fare con questo potere, Giulia".
"Mi sembra così irreale.." disse Giulia ancora incredula.
"Invece è tutto vero..Devi solo farmi godere nella tua bocca.."
"Ma io..io non so se so farlo..non l'ho mai fatto.." rispose Giulia titubante arrivata già alla sottile peluria intima di Manuela.
"Ehi che succede qui?!?" Spalancò la porta Titti trovandosi davanti il corpo nudo di Manuela che forzava Giulia verso la sua vulva. "Avevo il sentore di qualcosa di strano e sono venuta a vedere se fosse tutto ok, e ho fatto bene vedo. Manuela toglile le mani di dosso, Giulia non è interessata a te".
"Non sai di cosa stai parlando, adesso vattene" rispose bruscamente Manuela.
"L'ho appena sentita dire che non vuole farlo, allontanati o te la vedi con me" tuonò minacciosa Titti.
"Titti...aspetta..." balbettava imbarazzata Giulia "non è come..."
"Tranquilla Giulia" la interruppe Manuela "ti darò ora una dimostrazione pratica del vero Potere di Iside". E così facendo Manuela si infilò l'indice e il medio della mano sinistra nella sua vagina, iniziando a muovere le dita forsennatamente.
"Imparerai a raggiungere l'orgasmo velocemente. L'orgasmo è la chiave di accesso" spiegava Manuela fino a raggiungere velocemente l'orgasmo davanti agli occhi disgustati di Titti.
"Ma che cazz..." Riuscì appena a esclamare Titti, quando con uno scatto rapido Manuela le infilò le sue dita ricolme dei propri umori in bocca.
Titti fece un primo passo indietro d'istinto, per allontanarsi, ma non si salvò. Gli umori di Manuela a contatto con la bocca di Titti le riempierono la bocca di un incredibile sapore di fiori. La testa le iniziò a girare vorticosamente, la vista ad offuscati, e le ginocchia le cedettero fino a ritrovarsi accasciata al suolo in uno stato di stordimento inspiegabile.
"Cosa...mi hai..fatto..?" provava a chiedere Titti spaventata. "..questo sapore di...fiori..cos'è? non..non è normale..".
Manuela avanzava vittoriosa verso di lei fino a mettersi a gambe larghe su di lei.
"Adesso leccami, cagna!" Le ordinò Manuela esternando tutto il disprezzo verso quella ragazza.
"No..io..mi fai schifo..io.." provava a resistere Titti, ma la vulva di Manuela era così vicina da permeare le narici con il suo inebriante odore, mandando ancora di più in confusione Titti.
"Sme..ttila...esci dalla mia testa.." urlava Titti come in preda ad una crisi psicotica. "No..Noo!..Non voglio...smettila!".
Manuela sovrastava Titti, completamente nuda, con le mani posate sui fianchi in segno di sfida, come a voler sottolineare che non aveva senso resisterle, che aveva già vinto.
"Perché... questo...sei..una.. strega" furono le ultime parole che Tutti riuscì a pronunciare prima di capitolare.
Sebbene contro la propria volontà, la lingua di Titti iniziò a lambire le grandi labbra di Manuela. Una lacrima le solcò il viso mentre il velenoso sapore di Manuela la catturava definitivamente.
Giulia ammirava estasiata come Manuela avesse sottomesso così facilmente la sua Titti, nonostante il suo carattere sempre così forte e risoluto. Adesso Titti non era che una marionetta sotto il controllo della strega, intenta a dare leccare la figa di una persona che detestava, pienamente controllata da quel potere oscuro.
"L'urina, Giulia, è la nostra briglia. Con la pipì le controlliamo definitivamente". Continuava la sua macabra lezione Manuela.
Staccandosi dalla bocca di Titti le disse "Sto per pisciare, e tu berrai tutto. La pipì è deliziosa".
Manuelà posò una gamba su una sedia e indirizzo la sua vulva verso il viso di Titti.
Come rinsavita per un momento, Titti provò inutilmente a ribellarsi "..no..ti prego..no..io.."
"Non ribellarti" disse Manuela posando nuovamente la sua figa fradicia sulla bocca di Titti che cadde nuovamente in uno stato di semi-trance.
"La pipì è deliziosa" ripeté Manuela.
"... deli..ziosa..? No...Io..la pipì..no..." Balbettava Titti.
"La pipì è deliziosa" ripeteva impassibile Manuela.
"De..li..ziosa..?"
"Si, la pipì è deliziosa, ripeti" continuava Manuela la sua formula.
"La......pipì..è...deli..ziosa.." ripeté Titti come in trance mentre si preparava, aprendo la bocca, ad accogliere la minzione di Manuela.
Giulia guardava estasiata come la sua amica non poteva far altro che mettersi in ginocchio, aprire la bocca e aspettare di essere innaffiata dal piscio di Manuela.
Con un sibilo la pipì di Manuela sgorgò dalla sua intimità andandosi ad infrangere sul viso di Titti fino a colarle in bocca. L'urina la bagnò completamente, inzuppandola dai capelli ai vestiti. Obbedendo alla voce nella sua testa, Titti non poté che deglutire il più possibile quel dorato veleno.
E anche quando Manuela finì di urinare, Titti continuava a leccare la pipì persino dal terreno, come se non riuscisse a saziarsi mai.
I neri occhi di Giulia non smettevano di osservar estasiati quella scena di pura perversione a cui stava assistendo.
Aveva provato prima su di sé e poi visti gli effetti su un'altra persona di quel potere. Adesso voleva a tutti i costi farne parte.
"Lo voglio..si Manuela lo voglio, condividi con me il tuo potere. Dimmi cosa devo fare e lo farò. Berrò anch'io..la..la tua pipì.." Le chiese decisa.
"La pipì...no cara..non così..non adesso..ma la conoscerai e te ne nutrirai, quando il tempo sarà propizio.." le rispose Manuela "Adesso spogliati e siediti qui accanto a me, vediamo cosa sei disposta a fare" le ordinó Manuela. E Giulia obbedì, si spogliò rimanendo completamente nuda offrendo agli occhi beati della Sacerdotessa il suo bellissimo esile corpo.
"Come sei bella Giulia..." Si distrasse per un momento Manuela ammirando i seni così alti e grossi di Giulia nonostante il suo ecorpo così esile e magro "adesso voglio che pisci in faccia alla tua amica".
Giulia si preparò così alla minzione, con due dita divaricò leggermente le sue rosee labbra e puntando l'inguine verso Titti, rilassò la vescica, liberandosi sulla sua amica.
Estasiata Manuela infilò la lingua nella bocca di Giulia ed entrambe presero a pisciare sul corpo della povera Titti perse in un perverso e saffico bacio.
"Si si! Sei così bella..e perversa! Sento in te un potere così intenso..sarai la nostra nuova Dea" adulava così la sua Giulia.
Giulia finalmente stava per realizzare se stessa.
Passarono tre giorni dalla notte in cui Manuela sottomise Titti, la luna piena è alta nel cielo. Titti era scomparsa, non se ne sapeva nulla di lei, ma Giulia ormai pensava ad altro..Pensava solo a quel potere, che ormai le aveva avvelenato l'animo.
Anche Manuela non si è presentata più a lezione, lasciando Giulia spaesata e con la paura di aver perso l'occasione di ottenere quell'immenso potere. A fine della lezione, scense giù al parcheggio Giulia per tornare a casa come la solito, quando da una grossa macchina nera, due estranei la prendono alle spalle, Giulia fa appena in tempo ad accorgersi di questi due energumeni vestiti con un completo nero, la camicia nera e la cravatta bianca, prima di essere incappucciata e trascinata in auto.
Giulia è terrorizzata. Urla e si dimena, ma senza sortire effetto, i due uomini sono straordinariamente forti, e lei è troppo debole . Giulia viene completamente denudata ma non la violano. Le ammanettano però mani e piedi: polso destro con caviglia destra, polso sinistro con caviglia sinistra. Il tragitto è lungo, oltre un'ora di macchina attraverso le campagne, per Giulia un ora che dura un'eternità.
L'automobile finalmente si ferma e Giulia viene trascinata fuori e tirata dalle catene.
Sente il terreno sotto i piedi, la brezza sul suo corpo nudo. In lontananza sente un mormorio, una specie di canto Gregoriano. È ancora incappucciata.
Viene finalmente liberata dal sacco e può finalmente guardarsi intorno: si ritrova in un enorme anfiteatro di pietra, all'apparenza molto antico. Al centro c'è un grosso altare, anch'esso di pietra, anch'esso sembra essere li da millenni. Seduto di fronte all'altare c'è un uomo nudo, indossa una maschera dalle sembianze egizie, il suo grosso membro floscio, è immobile. Intorno all'altare sono disposte varie persone, tutte nude, tutte di sesso femminile, tutte con indosso solo un mantello nero ed una maschera, a volte raffigurante un animale, a volte il volto di una donna, ma tutte sembrano antiche e di stile dell'antico Egitto. I loro seni ed i loro genitali sono esposti allo sguardo di Giulia.
Completamente nuda e senza maschera è solo Manuela, che attende davanti all'altare.
"Ecco il nuovo Ricettacolo!" Esclama appena vede Giulia. "In questa notte di luna piena, la nostra Dea tornerà tra noi ancora una volta!" Continuava Manuela ad esclamare tra l'estasi degli astanti.
Giulia, ancora parecchio spaventata dal rapimento, iniziava a tranquillizzarsi vedendo un volto amico, ma ignorava totalmente quello che le sarebbe successo di lì a poco.
"Sorelle! Iniziamo il rituale di risveglio della Dea!"
A quelle parole Giulia fu sollevata fino all'altare dove fu legata. La luna baciava sensualmente il suo bellissimo corpo nudo, facendo risplendere ancora di più i suoi bellissimi capelli neri come la notte.
"Che l'ospite si disseti alla Fonte della Madre Incestuosa".
Le consorelle iniziarono a pregare all'unisono "La Madre Incestuosa abbeverandosi alla Vera Fonte, ottenne il potere per sedurre anche il proprio Figlio".
Sei ragazze gravide con la maschera a forma di serpente, si misero in fila davanti all'altare. Tre consorelle con la maschera di cane, si posero ai lati dell'altare, una spalancando gli occhi l'altra la bocca di Giulia, la terza tappandole il naso.
Le sei ragazze una alla volta salirono sull'altare e posizionandosi sul volto di Giulia, liberarono la loro vescica su di lei, insozzando il suo bellissimo viso, riempiendole la bocca di piscio e accecandole gli occhi.
Giulia non riusciva a dimenarsi nonostante quell'urina le bruciasse in un modo inumano gli occhi ed il palato. Pur provando disgusto, Giulia doveva deglutire ad ogni minzione pur di non soffocare, assimilando questo veleno.
Non aveva un cattivo sapore, o un cattivo odore, ma era quella irreale sensazione di bruciore che la faceva dimenare.
Bevuta l'ultima minzione della sesta consorella incinta, Giulia fu sollevata da due energumeni e portata al cospetto dell'uomo nudo.
Solo adesso però si accorse che tra le gambe di Manuela era posata una coppa di argento, e dalla sua intimità un rivolo giallo di urina colava giù attraverso la gamba, riempendo la coppa.
Manuela sollevò la coppa alla luna "Che il Figlio sia sedotto dall'urina della Madre Incestuosa!" e porgendola all'uomo nudo, gli fece bere l'urina appena raccolta.
Non appena deglutito, il membro dell'uomo si gonfiò, fino a raggiungere il massimo della propria erezione, davanti agli occhi impauriti di Giulia.
"Che il ricettacolo assimili il Seme del Figlio della Luna!" Comandò Manuela
Tra gli applausi delle consorelle, Giulia venne sollevata dai due energumeni in tuxedo e posizionata sopra l'uomo in erezione. Due consorelle prendendo ognuna una catena, le tiravano verso l'esterno in modo da aprire gambe e braccia di Giulia, contro la sua volontà.
Il corpo di Giulia venne abbassato, ritrovandosi a sfiorare con il corpo il rigido membro dell'uomo mascherato.
Lui l'afferrò per i fianchi per guidarla fin sul suo membro, posando la cappella gonfia sul deretano ancora vergine di Giulia.
Senza nessun lubrificante, senza nessuna gentilezza, senza nessun preavviso, Giulia fu penetrata analmente dall'uomo. Il dolore lancinante le tolse il fiato. Un urlo agghiacciante le sfuggì dalla bocca per essere poi interrotto dai singhiozzi delle sue stesse lacrime. Un rivolo di sangue dal retto iniziò a colare lungo l'asta dell'estraneo: il suo culo era appena stato rotto.
Le consorelle iniziarono a recitare in coro la propria parte del rituale "Il Figlio Impuro sedotto dalla Madre Incestuosa, le donò il Bianco Seme del Peccato!".
Inutili le sue grida, i suoi lamenti, ed i suoi tentativi di dimenarsi, Giulia continuava ad essere scopata nel culo senza alcuna via di fuga, sotto la cantilena incessante delle consorelle.
Finché, dopo un piccolo grugnito proveniente dall'uomo, sentì un inspiegabile calore pervaderla dal basso. L'uomo era appena venuto copiosamente dentro di lei, riversandole litri di sborra direttamente nel suo intestino.
Dopo l'eiaculazione, Giulia fu riportata sull'altare dove venne legata nuovamente, mentre sentiva qualcosa di caldo e viscido come muoversi nel suo intestino.
"Il ricettacolo è stato riempito con il Seme del Figlio della Luna. Il ricettacolo ha ricevuto entrambe le benedizioni della Madre Incestuosa!" Esultava Manuela.
"Manuela..ti prego...aiutami" provava a supplicare Giulia, senza ricevere risposta.
"Che il Peccato della Madre germogli nel Vaso della Peccatrice!" Pronunciò la Sacerdotessa.
"L'Incesto e la Sodomia, il Seme e l'Aureo Nettare, diedero vita al Sommo Peccato ed alla Resurrezione della Dea" ripetevano le accolite di quella scandalosa setta.
Improvvisamente Giulia iniziò a sentire come se qualcosa di viscoso e caldo dentro di lei iniziasse a muoversi dal basso ventre, come se lo sperma appena ricevuto le risalisse l'intestino fino allo stomaco, come se fosse richiamato dall'urina di cui si era dissetata. Sentiva come se le interiora avessero preso fuoco, bruciandola dall'interno in un modo inspiegabile, come se quell'intruglio di seme e urina fosse una sostanza demoniaca, ed il suo corpo stesse provando inutilmente a rigettarla.
"Basta..basta..vi prego" supplicava Giulia in preda ai bruciori soprannaturali che il suo corpo stava provando. Ma il rituale procedeva noncurante delle sue sofferenze.
"Il Vaso è pronto!" Esclamò Manuela tra le urla dei presenti. "Bevendo l'essenza del Peccato, la Dea tornerà tra noi". E così dicendo Manuela iniziò a masturbarsi veementemente usando l'indice ed il medio della mano sinistra, mentre le consorelle recitavano "La Madre Incestuosa trovò perverso Piacere sul membro del Figlio della Luna. La Madre Incestuosa trovò il Piacere nel Peccato e la Dea trovò lei" e tra le preghiere delle accolite, Manuela raggiunse l'orgasmo schizzando dopo pochi minuti il nella coppa di argento. Dopo l'orgasmo, la Sacerdotessa pisciò nella coppa, e sputando sulle dita ancora intrise di orgasmo, le usò per mescolare quel cocktail abominevole.
Intingendo le dita in quella coppa, la Sacerdotessa unse i piedi, l'ano, la vulva, le ascelle ed i capezzoli di Giulia, dopodiché, avvicinatasi al volto di Giulia, esclamò "Bevi! Il Peccato della Madre ed il Nettare della Dea e risorgi a nuova vita!"
E così dicendo Manuela riversò il contenuto della coppa sul viso di Giulia, la cui bocca e occhi erano tenuti ancora aperti dalle 3 consorelle.
Manuela si sedette con la sua gonfia vulva sulla bocca di Giulia, impedendole di sputare quel veleno.
Giulia dovette deglutire, nonostante i conati di vomito, quel disgustoso intruglio.
Mentre deglutiva, sentiva la sua pelle bruciare ancora più forte, l'addome contrarsi come se qualcosa la squarciasse da dentro. Passarono dei secondi interminabili finché la sua bocca non iniziò ad abituarsi a quel sapore, finché non riuscì a distinguere il sapore leggermente agrumato e acidognolo dell'urina di Manuela, da quello alcalino e floreale del suo orgasmo.
Come posseduta da una forza esterna, Giulia inizio a leccare come un'ossessa la figa di Manuela. Che urlando raggiunse un nuovo orgasmo "La Dea è con noi!" Urlò venendo nella bocca di Giulia.
Le accolite liberarono Giulia dalle catene.
La ragazza si alzò dall'altare e si mise in piedi davanti ad esso. Di fronte alle sue sorelle.
I due energumeni portarono incatenata e nuda Tuitti, e la lasciarono al cospetto della Dea Risorta.
"Oddio..Giulia...che ti hanno fatto?" Scoppio in lacrime alla vista dell'amica sporca di urina.
"Giulia non c'è più" le rispose Manuela "la Madre Incestuosa, la nostra prima sacerdotessa, bevendo l'urina conservata di Iside, ottenne il potere di sedurre il proprio figlio facendogli bere la sua urina. Quando il figlio sedotto, liberò nell'amplesso contro natura il suo seme nell'intestino della Madre, la Madre raggiunse il piacere in questa unione peccaminosa, dando vita al Sommo Peccato, richiamando a sé la Dea che in lei si reincarnò. Questo è successo alla tua Giulia, adesso la Dea Iside è scesa tra di noi, ed ha scelto il corpo di Giulia come nuova casa" spiegò Manuela ad una Titti sempre più disgustata.
Senza proferire parola, con un bellissimo sorriso di pura perversione, Giulia si avvicinò a Titty accarezzandole una guancia.
Presa la coppa d'argento in mano ed intinto un dito lo strofinò sulle labbra dell'amica, per poi posarlo a terra e con estrema grazia sedersi sopra.
La Dea espulse dal suo perfetto e candido sedere un liquido biancastro e viscoso, raccogliendolo nella coppa.
Rialzatasi, Giulia iniziò a pisciare nelle sue mani e cospargere il proprio corpo con la sua stessa urina, come a purificarsi dal rituale appena compiuto.
Titti guardava incredula la sua amica, che ormai pensava essere impazzita.
Dopo aver lavato il corpo con la propria minzione, Giulia si avvicinò a Titti.
Titti distolse lo sguardo girando la testa, disgustata dal corpo intriso di urina di Giulia. Ma, inspiegabilmente, invece di sentire l'olezzo di urina provenire dal corpo di Giulia, Titti sentì un fortissimo profumo di agrumi. Si girò incuriosita, in tempo per vedere il pollice sporco di urina di Giulia strofinarsi sulle sue labbra e farsi largo nella sua bocca toccandole la lingua. Non fece in tempo a sputare, che la testa le prese a girare turbinosamente, facendola finire a terra.
Con la poca lucidità rimasta, riuscì solo ad alzare lo sguardo, solo per bearsi della vista dei perfetti glutei di Giulia avvicinarsi al suo viso, ed il suo ano roseo come un fiore, posarsi sulla sua bocca, che inconsciamente aprì.
Giulia si liberò in Titti, che totalmente succube del potere della divinità ingoiò tutto per poi prendere a pulire quel roseo ano, cresta dopo cresta, con la sua lingua.
"La Dea è finalmente con noi! La Dea è finalmente con noi!" Esultava di gioia Manuela, mentre le consorelle si inginocchiarono tutte ai piedi di Giulia.
"Mia Dea!" Iniziò Manuela "la tua venuta era predetta, un nuovo Figlio del Peccato dovrà nascere. Una vergine, nutrita del tuo nettera, dovrà ricevere il seme del proprio padre e partorire il vostro nuovo fratello..".
"Lo so" la interruppe Giulia "ma prima dimostra a tutti la tua fedeltà".
E così dicendo, Giulia poggiata con i suoi candidi glutei all'altare, allargò le sue grandi labbra, esponendo la sua intimità.
Manuela si inginocchiò e la prese a leccare finché un caldo e dolce getto di urina non la colpì in viso e poi in bocca. Manuela bevve tutto, e quando la minzione terminò, inginocchiata davanti a Giulia prese a leccare il terreno dove la pipì della Dea aveva creato un piccolo lago dorato.
"Bene" gioì Giulia "adesso non ci resta che aumentare le nostre accolite per l'Eclissi Eterna".
La storia inizia in una periferia di una grande città come ce ne sono tante, dove ci sono due ragazze, come ce ne sono tante, due amiche che, come tante, per trovare il proprio posto nella società, provano da sole a farsi strada nel modo reale, cercando la propria indipendenza, per poter tagliare le catene che le legano a quella periferia, a quella città, a quelle famiglie che le hanno sempre così denigrate e mai supportate. Insieme fin da bambine, Giulia e Titti, sempre pronte ad aiutarsi l'un l'altra, sempre con tanta voglia di librarsi insieme in volo.
Erano i due opposti: Giulia dall'aspetto sempre così dolce, educata, delicata in tutto quello che faceva. Le era stata donata una bellezza fuori dal comune, una pelle bianca come il latte, dei capelli lisci e neri come la pece, un paio di occhi scuri e penetranti ed un corpo da fare invidia ad una modella. Titti al contrario era più grezza, più diretta nei modi e ruspante nell'abbigliamento. Era la classica ragazza che si sapeva far valere per strada, senza peli sulla lingua.
Si volevano un bene dell'anima. Sapevano che ci sarebbero sempre state l'una per l'altra...
.. almeno finché, per darsi una nuova chance, non si iscrissero a quel corso serale per provare a sfondare nel mondo.. finché non conobbero la loro insegnante, Manuela.
Manuela era una donna sui 40 anni bellissima, capelli biondi a boccoli, bellissimi occhi verdi, labbra rosse da sembrare essere disegnate, un seno florido e due bellissime gambe componevano il ritratto di quella che sarebbe potuta essere tranquillamente una tra le top attrici di Hollywood.
Manuela prese subito Giulia sotto la sua ala protettrice, dicendo che vedeva in lei un immenso potenziale, mentre non vedeva di buon grado Titti ed i suoi atteggiamenti a volte irriverenti.
Giulia, dal canto suo, iniziava davvero a credere di aver trovato la sua strada, di poter finalmente riuscire a riscattarsi. Manuela la elogiava continuamente, le insegnava tantissimi trucchi per riuscire al meglio in questo lavoro, e lei, ingenuamente, ci credeva davvero nelle sue parole.
Titti invece iniziava ad essere sempre più insofferente a Manuela ed al suo modo così ambiguo di approcciarsi a Giulia. Qualche volte si è trovata a confrontarsi con Giulia in merito, uscendone sempre più infastidita dal modo in cui l'amica difendeva quasi ingenuamente l'insegnante.
Lentamente Manuela tesseva la sua tela di ragno, intrappolando Giulia sempre più.
Sempre più frequenti erano le volte in cui Manuela tratteneva Giulia dopo le lezioni per approfondire qualche argomento in particolare, per poi arrivare a parlare di altro. Manuela dimostrava di avere un'enorme cultura su più argomenti, dalla storia, alla geografia, alla religione, fin anche all'esoterismo, argomento che stranamente attirava Giulia più di quanto potesse immaginare. E Giulia era sempre più affascinata dai suoi racconti, sempre più legata a Manuela e sempre più distante da Titti.
Manuela le raccontava di antiche credenze, libri perduti, civiltà scomparse, e Giulia si perdeva in quelle fantasie.
"Un tempo si credeva che dalla Luna derivassero immensi poteri. Si riteneva che i devoti alla dea Iside avessero accesso a poteri particolari, che permetteva loro di modificare il modo in cui la gente le percepiva, come nei profumi o addirittura controllare le menti. E gli adepti potevano utilizzare questi poteri per portare prosperità alla propria setta" raccontava Manuela in una delle tante sere in cui si tratteneva con la sua discepola preferita.
"Sarebbe fantastico poter avere questi poteri.." fantasticava Giulia "mi hanno sempre intrigato i racconti sulle streghe e antichi poteri occulti" scherzava Giulia.
"E se ti dicessi che non sono solo racconti..Che tramite la Luna e la perversione possiamo ottenere dei poteri straordinari?" iniziò a stuzzicarla Manuela, facendosi sempre più vicina a Giulia.
"Ma và.." sorrideva Giulia a questo strano cambio di tono di Manuela "..e poi perversione?"
"Per ottenere questo potere bisogna lasciare la propria umanità, ed abbracciare il peccato più perverso.." continuava Manuela a stuzzicarla
"Ma dai.." disse Giulia sempre più tra l'incuriosito e lo scherzo.
"Se tu assaggiassi il mio piacere..." si avvicinò sensualmente Manuela all'orecchio sinistro di Giulia "o meglio..la mia pipì..cadestri in mio potere".
"Che schifo..Che dici?..Pi..pipì?" iniziò a sentirsi un pò disgustata, tanto che le prese a girare leggermente la testa. Stranamente iniziò a percepire un forte profumo provenire da Manuela.
"Se tu bevessi dalla mia figa..saresti mia schiava per sempre" continuava Manuela sensualmente nell'orecchio di Giulia.
"Oddio.." esclamò Giulia sorpresa da quella frase così diretta di Manuela. Ma pur non avendo mai avuto minimamente attrazione per alcuna donna, la vicinanza di Manuela iniziava ad aumentarle il battito cardiaco, il suo profumo inebriarla. Ed ecco che come fuori dal suo controllo, gli occhi di Giulia presero ad accarezzare le forme di Manuela: le sue labbra rosse, i suoi grossi seni, l'addome piatto, fino all'incavo tra le gambe...
"Vedi come sei già caduta vittima del mio potere?" le fece notare Manuela.
"Ma che..." balbettò Giulia che ritornò in se di soprassalto, imbarazzandosi di quanto stesse iniziando a desiderare quel corpo femminile.
"Ma tranquilla..non voglio usare il mio potere su di te..voglio condividere con te questo potere..ti ho detto che hai un potenziale enorme, mia bellissima Giulia" le disse con voce calma Manuela.
"Po..tere?" chiese Giulia come appena svegliata da una trance.
Manuela annuì "Sono la Sacerdotesse di Iside e il mio compito è trovare un corpo adatto a ottenere i poteri della Dea..E tu sei perfetta mia bellissima Giulia" le disse Manuela carezzandole il viso.
"Ma dai..che dici.." rispose Giulia sentendosi un pò presa in giro e un pò spaurita.
"Credimi..devi solo abbracciare il peccato e la perversione." aggiunse seria Manuela.
"Cosa intendi..?"
"Devi essere disposta a tutto, e preparanti alle più grandi perversioni, anche a bere la mia urina"
"Ma..ma..che schifo.." tagliò corto Giulia.
"La pipì è deliziosa, Giulia.."
"Smettila..per favore" iniziò a sentirsi in imbarazzo
"Stai tranquilla..O hai paura che possa usare i miei poteri su di te..di nuovo?" scherzò Manuela "Anzi vieni qui vicino, ti do una dimostrazione pratica" prese in mano la situazione Manuela accarezzando il viso di Giulia, scostando i suoi bellissimi capelli corvini e sedendosi di fronte a lei, vicinissima l'una all'altra, tanto che le gambe si intrecciavano tra di loro. "Sei così bella Giulia, voglio farti mia.." continuava Manuela maliziosa.
"Manuela..io.." non sapeva cosa rispondere Giulia imbarazzatissima.
"Guardami negli occhi, così potrai vedere il mio Potere..La luna crescente accresce anche il nostro potere." continuava a stuzzicarla Manuela. E Giulia, sempre più incuriosita da questo lato esoterico di Manuela, quasi per sfida, posò il suo sguardo nei suoi occhi e vi si perse per qualche istante.
"Guardami Giulia e toccami tra le mie gambe, voglio che tu senta quanto mi ecciti.."
"Manuela smettila.." si ribellò Giulia finchè non sentì un forte calore sulla sua mano destra. Stupita, Giulia guardò giù e trovando la sua mano tra le gambe di Manuela, sentendo il calore della sua intimità. Questo scosse non poco Giulia perchè senza volerlo aveva obbedito alla richiesta di Manuela. Ritrasse velocemente la mano per l'imbarazzo e la paura.
"Manuela..basta.."
"Guardami Giulia.." continuava imperterrita Manuela "voglio che mi lecchi le labbra.."
"Smettila..per favore..non mi sto divertendo più.." si ritrasse Giulia, per poi ritrovarsi inspiegabilmente con la sua lingua tra le labbra di Manuela.
"Ti piace il mio sapore?" chiese maliziosa Manuela
"Sa...di fragola.." balbettò Giulia "oddio...che ho fatto..che...che mi hai fatto fare.." iniziò a tremare impaurita Giulia.
"Questo è il Potere, Giulia..e io voglio condividerlo con te..lasciami solo entrare nella tua anima.." continuava maliziosa Manuela mentre toccando l'intimità di Giulia le procurava un sussulto di stupore e piacere.
"Fammi entrare..e sarà anche tuo..." continuava seducente Manuela mentre le gambe di Giulia perdevano forza e lentamente iniziavano ad aprirsi al tocco della sua mano.
"No Manuela..io non sono lesb..ahhh.." cercava di resistere Giulia alle carezze di Manuela.
La testa iniziava a farsi pesante, a Giulia sembrava di entrare in un sogno.
La mano di Manuela continuava ad accarezzarle la vulva e Giulia non riusciva a fermarla, il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi..
"Manuela..lasciami.." provava a implorare Giulia inutilmente ormai sempre più inerme.
"Lasciami entrare.." continuava Manuela facendo colare la sua saliva sulle labbra di Giulia "..bevila..".
"Uhmm.." provava a resistere Giulia, ma le sue labbra si aprirono comunque, riempendo la bocca di Giulia del dolce sapore di fragola di Manuela, mandandola ancora di più in confusione.
"Lascia entrare il peccato" ripeteva Manuela accarezzando Giulia.."Apriti alla perversione.."
"No...Manuela...ahhhh....io..."
"Lasciami entrare.." continuava Manuela premendo sempre più insistentemente con il suo dito medio sulla figa sempre più umida di Giulia.
"Oddio..ahhh..No, Manuela, io...ohh..si...siiiiii" cedette infine Giulia, spalancando le gambe alla mano di Manuela e protendendo il bacino in avanti, come ad agevolare le sue carezze.
"Giulia?? Andiamo??" La voce di Titti risuonò fortemente nella testa ormai vuota di Giulia, facendola riprendere da quella trance.
"Io...io..." balbettava Giulia incredula.."scusami devo andare.." disse Giulia dileguandosi.
"Tutto bene?" le chiese Titti non appena la raggiunse in strada.
"Si si scusa...ho un terribile mal di testa, e voglio solo andare a letto." provò a giustificarsi.
Quella notte Giulia non riuscì a chiudere occhio, finendo per masturbarsi ripensando alla mano di Manuela, al dolce sapore della sua saliva, alla sua voce maliziosa e soprattutto a quell'immenso potere di cui era quasi caduta vittima. Bagnò più volte il letto con i suoi orgasmi, quella notte, incredula di quanto piacere potesse provare pensando a cosa sarebbe potuto succedere con Manuela, una donna..genere verso cui, prima d'ora, non aveva mai provato alcuna attrazione.
Il giorno dopo a lezione Giulia non riusciva a sostenere lo sguardo di Manuela, destando non pochi sospetti in Titti, che comunque lasciò correre.
"Giulia ti trattieni 10 minuti dopo lezione?" chiese verso la fine Manuela.
"Io..non saprei...si...ok" balbettò Giulia imbarazzata.
"Giulia non dobbiamo andare al centro commerciale oggi?" provò Titti a salvare l'amica, sospettando qualcosa, ma non sapendo ancora cosa
"Ah si..si..ma ci metto solo 10 minuti, ti raggiungo lì" scaricò così l'amica, ormai irretita da quella situazione così magica.
A fine lezione, una volta sole in aula, Manuela si spogliò completamente davanti a Giulia, mostrando il suo bellissimo corpo, cogliendo non poco di sorpresa Giulia che non si aspettava un approccio così diretto.
"Giulia, ieri hai avuto un piccolo di assaggio di cosa si può fare con questo potere. Voglio condividerlo con te, se tu mi permetterai di potarti al peccato e alla perdizione.." ruppe il ghiaccio Manuela.
"Ma io..non ho mai avuto interesse verso le donne.." obiettò Giulia.
"Tanto più perversa è la tua sessualità, tanto più gravi saranno i tuoi peccati, tanto più grande sarà il potere di cui potrai disporre. Consideralo come un piccolo scotto da pagare.". Avvicinandosi a lei, portò la testa di Giulia tra i suoi seni.
"La luna sarà piena tra pochi giorni..Senti come il nostro Potere cresce..Bacia il mio corpo, Giulia".
Il dolcissimo profumo di Manuela prese subito possesso delle sue narici, dandole un leggero senso di stordimento, ma uno stordimento piacevole, che quasi le faceva venir meno le proprie inibizioni.
Il suo respiro si fece sempre più pesante, il contatto con la morbida pelle dei grossi seni di Manuela inspiegabilmente la stava eccitando. Non aveva più controllo sulla sua bocca, che prese a baciare la profumata pelle di Manuela.
"I profumi, i sapori che senti, sono tutti figli del nostro Potere. Vedi che è tutto reale, vedi che il tuo corpo è già controllato dal Potere?".
Giulia si rese conto di come fosse effettivamente usata come una marionetta da Manuela. Eppure questa sensazione di impotenza davanti a quel Potere, la eccitava sempre più. Voleva farne parte più che mai.
Ripreso il controllo sul suo corpo, Giulia in piena autonomia riprese a baciare la pelle nuda di Manuela, scendendo verso la sua figa.
"Brava Giulia..Portami all'orgasmo, nutriti di lui e sarai pronta a diventare il nuovo Ricettacolo.." così dicendo, Manuela prese il mento di Giulia tra due dita sollevandolo verso la sua bocca, da cui fece colare un rivolo della sua velenosa saliva.
Il magico sapore di fragola della sua saliva, riempì la bocca di Giulia, concorrendo a farle girare la testa sempre più vorticosamente.
Posando entrambe le mani sulla testa di Giulia, Manuela iniziò a spingerla verso il basso
"Avanti..leccami..nutriti.." la spingeva Manuela "Non puoi immaginare cosa potresti fare con questo potere, Giulia".
"Mi sembra così irreale.." disse Giulia ancora incredula.
"Invece è tutto vero..Devi solo farmi godere nella tua bocca.."
"Ma io..io non so se so farlo..non l'ho mai fatto.." rispose Giulia titubante arrivata già alla sottile peluria intima di Manuela.
"Ehi che succede qui?!?" Spalancò la porta Titti trovandosi davanti il corpo nudo di Manuela che forzava Giulia verso la sua vulva. "Avevo il sentore di qualcosa di strano e sono venuta a vedere se fosse tutto ok, e ho fatto bene vedo. Manuela toglile le mani di dosso, Giulia non è interessata a te".
"Non sai di cosa stai parlando, adesso vattene" rispose bruscamente Manuela.
"L'ho appena sentita dire che non vuole farlo, allontanati o te la vedi con me" tuonò minacciosa Titti.
"Titti...aspetta..." balbettava imbarazzata Giulia "non è come..."
"Tranquilla Giulia" la interruppe Manuela "ti darò ora una dimostrazione pratica del vero Potere di Iside". E così facendo Manuela si infilò l'indice e il medio della mano sinistra nella sua vagina, iniziando a muovere le dita forsennatamente.
"Imparerai a raggiungere l'orgasmo velocemente. L'orgasmo è la chiave di accesso" spiegava Manuela fino a raggiungere velocemente l'orgasmo davanti agli occhi disgustati di Titti.
"Ma che cazz..." Riuscì appena a esclamare Titti, quando con uno scatto rapido Manuela le infilò le sue dita ricolme dei propri umori in bocca.
Titti fece un primo passo indietro d'istinto, per allontanarsi, ma non si salvò. Gli umori di Manuela a contatto con la bocca di Titti le riempierono la bocca di un incredibile sapore di fiori. La testa le iniziò a girare vorticosamente, la vista ad offuscati, e le ginocchia le cedettero fino a ritrovarsi accasciata al suolo in uno stato di stordimento inspiegabile.
"Cosa...mi hai..fatto..?" provava a chiedere Titti spaventata. "..questo sapore di...fiori..cos'è? non..non è normale..".
Manuela avanzava vittoriosa verso di lei fino a mettersi a gambe larghe su di lei.
"Adesso leccami, cagna!" Le ordinò Manuela esternando tutto il disprezzo verso quella ragazza.
"No..io..mi fai schifo..io.." provava a resistere Titti, ma la vulva di Manuela era così vicina da permeare le narici con il suo inebriante odore, mandando ancora di più in confusione Titti.
"Sme..ttila...esci dalla mia testa.." urlava Titti come in preda ad una crisi psicotica. "No..Noo!..Non voglio...smettila!".
Manuela sovrastava Titti, completamente nuda, con le mani posate sui fianchi in segno di sfida, come a voler sottolineare che non aveva senso resisterle, che aveva già vinto.
"Perché... questo...sei..una.. strega" furono le ultime parole che Tutti riuscì a pronunciare prima di capitolare.
Sebbene contro la propria volontà, la lingua di Titti iniziò a lambire le grandi labbra di Manuela. Una lacrima le solcò il viso mentre il velenoso sapore di Manuela la catturava definitivamente.
Giulia ammirava estasiata come Manuela avesse sottomesso così facilmente la sua Titti, nonostante il suo carattere sempre così forte e risoluto. Adesso Titti non era che una marionetta sotto il controllo della strega, intenta a dare leccare la figa di una persona che detestava, pienamente controllata da quel potere oscuro.
"L'urina, Giulia, è la nostra briglia. Con la pipì le controlliamo definitivamente". Continuava la sua macabra lezione Manuela.
Staccandosi dalla bocca di Titti le disse "Sto per pisciare, e tu berrai tutto. La pipì è deliziosa".
Manuelà posò una gamba su una sedia e indirizzo la sua vulva verso il viso di Titti.
Come rinsavita per un momento, Titti provò inutilmente a ribellarsi "..no..ti prego..no..io.."
"Non ribellarti" disse Manuela posando nuovamente la sua figa fradicia sulla bocca di Titti che cadde nuovamente in uno stato di semi-trance.
"La pipì è deliziosa" ripeté Manuela.
"... deli..ziosa..? No...Io..la pipì..no..." Balbettava Titti.
"La pipì è deliziosa" ripeteva impassibile Manuela.
"De..li..ziosa..?"
"Si, la pipì è deliziosa, ripeti" continuava Manuela la sua formula.
"La......pipì..è...deli..ziosa.." ripeté Titti come in trance mentre si preparava, aprendo la bocca, ad accogliere la minzione di Manuela.
Giulia guardava estasiata come la sua amica non poteva far altro che mettersi in ginocchio, aprire la bocca e aspettare di essere innaffiata dal piscio di Manuela.
Con un sibilo la pipì di Manuela sgorgò dalla sua intimità andandosi ad infrangere sul viso di Titti fino a colarle in bocca. L'urina la bagnò completamente, inzuppandola dai capelli ai vestiti. Obbedendo alla voce nella sua testa, Titti non poté che deglutire il più possibile quel dorato veleno.
E anche quando Manuela finì di urinare, Titti continuava a leccare la pipì persino dal terreno, come se non riuscisse a saziarsi mai.
I neri occhi di Giulia non smettevano di osservar estasiati quella scena di pura perversione a cui stava assistendo.
Aveva provato prima su di sé e poi visti gli effetti su un'altra persona di quel potere. Adesso voleva a tutti i costi farne parte.
"Lo voglio..si Manuela lo voglio, condividi con me il tuo potere. Dimmi cosa devo fare e lo farò. Berrò anch'io..la..la tua pipì.." Le chiese decisa.
"La pipì...no cara..non così..non adesso..ma la conoscerai e te ne nutrirai, quando il tempo sarà propizio.." le rispose Manuela "Adesso spogliati e siediti qui accanto a me, vediamo cosa sei disposta a fare" le ordinó Manuela. E Giulia obbedì, si spogliò rimanendo completamente nuda offrendo agli occhi beati della Sacerdotessa il suo bellissimo esile corpo.
"Come sei bella Giulia..." Si distrasse per un momento Manuela ammirando i seni così alti e grossi di Giulia nonostante il suo ecorpo così esile e magro "adesso voglio che pisci in faccia alla tua amica".
Giulia si preparò così alla minzione, con due dita divaricò leggermente le sue rosee labbra e puntando l'inguine verso Titti, rilassò la vescica, liberandosi sulla sua amica.
Estasiata Manuela infilò la lingua nella bocca di Giulia ed entrambe presero a pisciare sul corpo della povera Titti perse in un perverso e saffico bacio.
"Si si! Sei così bella..e perversa! Sento in te un potere così intenso..sarai la nostra nuova Dea" adulava così la sua Giulia.
Giulia finalmente stava per realizzare se stessa.
Passarono tre giorni dalla notte in cui Manuela sottomise Titti, la luna piena è alta nel cielo. Titti era scomparsa, non se ne sapeva nulla di lei, ma Giulia ormai pensava ad altro..Pensava solo a quel potere, che ormai le aveva avvelenato l'animo.
Anche Manuela non si è presentata più a lezione, lasciando Giulia spaesata e con la paura di aver perso l'occasione di ottenere quell'immenso potere. A fine della lezione, scense giù al parcheggio Giulia per tornare a casa come la solito, quando da una grossa macchina nera, due estranei la prendono alle spalle, Giulia fa appena in tempo ad accorgersi di questi due energumeni vestiti con un completo nero, la camicia nera e la cravatta bianca, prima di essere incappucciata e trascinata in auto.
Giulia è terrorizzata. Urla e si dimena, ma senza sortire effetto, i due uomini sono straordinariamente forti, e lei è troppo debole . Giulia viene completamente denudata ma non la violano. Le ammanettano però mani e piedi: polso destro con caviglia destra, polso sinistro con caviglia sinistra. Il tragitto è lungo, oltre un'ora di macchina attraverso le campagne, per Giulia un ora che dura un'eternità.
L'automobile finalmente si ferma e Giulia viene trascinata fuori e tirata dalle catene.
Sente il terreno sotto i piedi, la brezza sul suo corpo nudo. In lontananza sente un mormorio, una specie di canto Gregoriano. È ancora incappucciata.
Viene finalmente liberata dal sacco e può finalmente guardarsi intorno: si ritrova in un enorme anfiteatro di pietra, all'apparenza molto antico. Al centro c'è un grosso altare, anch'esso di pietra, anch'esso sembra essere li da millenni. Seduto di fronte all'altare c'è un uomo nudo, indossa una maschera dalle sembianze egizie, il suo grosso membro floscio, è immobile. Intorno all'altare sono disposte varie persone, tutte nude, tutte di sesso femminile, tutte con indosso solo un mantello nero ed una maschera, a volte raffigurante un animale, a volte il volto di una donna, ma tutte sembrano antiche e di stile dell'antico Egitto. I loro seni ed i loro genitali sono esposti allo sguardo di Giulia.
Completamente nuda e senza maschera è solo Manuela, che attende davanti all'altare.
"Ecco il nuovo Ricettacolo!" Esclama appena vede Giulia. "In questa notte di luna piena, la nostra Dea tornerà tra noi ancora una volta!" Continuava Manuela ad esclamare tra l'estasi degli astanti.
Giulia, ancora parecchio spaventata dal rapimento, iniziava a tranquillizzarsi vedendo un volto amico, ma ignorava totalmente quello che le sarebbe successo di lì a poco.
"Sorelle! Iniziamo il rituale di risveglio della Dea!"
A quelle parole Giulia fu sollevata fino all'altare dove fu legata. La luna baciava sensualmente il suo bellissimo corpo nudo, facendo risplendere ancora di più i suoi bellissimi capelli neri come la notte.
"Che l'ospite si disseti alla Fonte della Madre Incestuosa".
Le consorelle iniziarono a pregare all'unisono "La Madre Incestuosa abbeverandosi alla Vera Fonte, ottenne il potere per sedurre anche il proprio Figlio".
Sei ragazze gravide con la maschera a forma di serpente, si misero in fila davanti all'altare. Tre consorelle con la maschera di cane, si posero ai lati dell'altare, una spalancando gli occhi l'altra la bocca di Giulia, la terza tappandole il naso.
Le sei ragazze una alla volta salirono sull'altare e posizionandosi sul volto di Giulia, liberarono la loro vescica su di lei, insozzando il suo bellissimo viso, riempiendole la bocca di piscio e accecandole gli occhi.
Giulia non riusciva a dimenarsi nonostante quell'urina le bruciasse in un modo inumano gli occhi ed il palato. Pur provando disgusto, Giulia doveva deglutire ad ogni minzione pur di non soffocare, assimilando questo veleno.
Non aveva un cattivo sapore, o un cattivo odore, ma era quella irreale sensazione di bruciore che la faceva dimenare.
Bevuta l'ultima minzione della sesta consorella incinta, Giulia fu sollevata da due energumeni e portata al cospetto dell'uomo nudo.
Solo adesso però si accorse che tra le gambe di Manuela era posata una coppa di argento, e dalla sua intimità un rivolo giallo di urina colava giù attraverso la gamba, riempendo la coppa.
Manuela sollevò la coppa alla luna "Che il Figlio sia sedotto dall'urina della Madre Incestuosa!" e porgendola all'uomo nudo, gli fece bere l'urina appena raccolta.
Non appena deglutito, il membro dell'uomo si gonfiò, fino a raggiungere il massimo della propria erezione, davanti agli occhi impauriti di Giulia.
"Che il ricettacolo assimili il Seme del Figlio della Luna!" Comandò Manuela
Tra gli applausi delle consorelle, Giulia venne sollevata dai due energumeni in tuxedo e posizionata sopra l'uomo in erezione. Due consorelle prendendo ognuna una catena, le tiravano verso l'esterno in modo da aprire gambe e braccia di Giulia, contro la sua volontà.
Il corpo di Giulia venne abbassato, ritrovandosi a sfiorare con il corpo il rigido membro dell'uomo mascherato.
Lui l'afferrò per i fianchi per guidarla fin sul suo membro, posando la cappella gonfia sul deretano ancora vergine di Giulia.
Senza nessun lubrificante, senza nessuna gentilezza, senza nessun preavviso, Giulia fu penetrata analmente dall'uomo. Il dolore lancinante le tolse il fiato. Un urlo agghiacciante le sfuggì dalla bocca per essere poi interrotto dai singhiozzi delle sue stesse lacrime. Un rivolo di sangue dal retto iniziò a colare lungo l'asta dell'estraneo: il suo culo era appena stato rotto.
Le consorelle iniziarono a recitare in coro la propria parte del rituale "Il Figlio Impuro sedotto dalla Madre Incestuosa, le donò il Bianco Seme del Peccato!".
Inutili le sue grida, i suoi lamenti, ed i suoi tentativi di dimenarsi, Giulia continuava ad essere scopata nel culo senza alcuna via di fuga, sotto la cantilena incessante delle consorelle.
Finché, dopo un piccolo grugnito proveniente dall'uomo, sentì un inspiegabile calore pervaderla dal basso. L'uomo era appena venuto copiosamente dentro di lei, riversandole litri di sborra direttamente nel suo intestino.
Dopo l'eiaculazione, Giulia fu riportata sull'altare dove venne legata nuovamente, mentre sentiva qualcosa di caldo e viscido come muoversi nel suo intestino.
"Il ricettacolo è stato riempito con il Seme del Figlio della Luna. Il ricettacolo ha ricevuto entrambe le benedizioni della Madre Incestuosa!" Esultava Manuela.
"Manuela..ti prego...aiutami" provava a supplicare Giulia, senza ricevere risposta.
"Che il Peccato della Madre germogli nel Vaso della Peccatrice!" Pronunciò la Sacerdotessa.
"L'Incesto e la Sodomia, il Seme e l'Aureo Nettare, diedero vita al Sommo Peccato ed alla Resurrezione della Dea" ripetevano le accolite di quella scandalosa setta.
Improvvisamente Giulia iniziò a sentire come se qualcosa di viscoso e caldo dentro di lei iniziasse a muoversi dal basso ventre, come se lo sperma appena ricevuto le risalisse l'intestino fino allo stomaco, come se fosse richiamato dall'urina di cui si era dissetata. Sentiva come se le interiora avessero preso fuoco, bruciandola dall'interno in un modo inspiegabile, come se quell'intruglio di seme e urina fosse una sostanza demoniaca, ed il suo corpo stesse provando inutilmente a rigettarla.
"Basta..basta..vi prego" supplicava Giulia in preda ai bruciori soprannaturali che il suo corpo stava provando. Ma il rituale procedeva noncurante delle sue sofferenze.
"Il Vaso è pronto!" Esclamò Manuela tra le urla dei presenti. "Bevendo l'essenza del Peccato, la Dea tornerà tra noi". E così dicendo Manuela iniziò a masturbarsi veementemente usando l'indice ed il medio della mano sinistra, mentre le consorelle recitavano "La Madre Incestuosa trovò perverso Piacere sul membro del Figlio della Luna. La Madre Incestuosa trovò il Piacere nel Peccato e la Dea trovò lei" e tra le preghiere delle accolite, Manuela raggiunse l'orgasmo schizzando dopo pochi minuti il nella coppa di argento. Dopo l'orgasmo, la Sacerdotessa pisciò nella coppa, e sputando sulle dita ancora intrise di orgasmo, le usò per mescolare quel cocktail abominevole.
Intingendo le dita in quella coppa, la Sacerdotessa unse i piedi, l'ano, la vulva, le ascelle ed i capezzoli di Giulia, dopodiché, avvicinatasi al volto di Giulia, esclamò "Bevi! Il Peccato della Madre ed il Nettare della Dea e risorgi a nuova vita!"
E così dicendo Manuela riversò il contenuto della coppa sul viso di Giulia, la cui bocca e occhi erano tenuti ancora aperti dalle 3 consorelle.
Manuela si sedette con la sua gonfia vulva sulla bocca di Giulia, impedendole di sputare quel veleno.
Giulia dovette deglutire, nonostante i conati di vomito, quel disgustoso intruglio.
Mentre deglutiva, sentiva la sua pelle bruciare ancora più forte, l'addome contrarsi come se qualcosa la squarciasse da dentro. Passarono dei secondi interminabili finché la sua bocca non iniziò ad abituarsi a quel sapore, finché non riuscì a distinguere il sapore leggermente agrumato e acidognolo dell'urina di Manuela, da quello alcalino e floreale del suo orgasmo.
Come posseduta da una forza esterna, Giulia inizio a leccare come un'ossessa la figa di Manuela. Che urlando raggiunse un nuovo orgasmo "La Dea è con noi!" Urlò venendo nella bocca di Giulia.
Le accolite liberarono Giulia dalle catene.
La ragazza si alzò dall'altare e si mise in piedi davanti ad esso. Di fronte alle sue sorelle.
I due energumeni portarono incatenata e nuda Tuitti, e la lasciarono al cospetto della Dea Risorta.
"Oddio..Giulia...che ti hanno fatto?" Scoppio in lacrime alla vista dell'amica sporca di urina.
"Giulia non c'è più" le rispose Manuela "la Madre Incestuosa, la nostra prima sacerdotessa, bevendo l'urina conservata di Iside, ottenne il potere di sedurre il proprio figlio facendogli bere la sua urina. Quando il figlio sedotto, liberò nell'amplesso contro natura il suo seme nell'intestino della Madre, la Madre raggiunse il piacere in questa unione peccaminosa, dando vita al Sommo Peccato, richiamando a sé la Dea che in lei si reincarnò. Questo è successo alla tua Giulia, adesso la Dea Iside è scesa tra di noi, ed ha scelto il corpo di Giulia come nuova casa" spiegò Manuela ad una Titti sempre più disgustata.
Senza proferire parola, con un bellissimo sorriso di pura perversione, Giulia si avvicinò a Titty accarezzandole una guancia.
Presa la coppa d'argento in mano ed intinto un dito lo strofinò sulle labbra dell'amica, per poi posarlo a terra e con estrema grazia sedersi sopra.
La Dea espulse dal suo perfetto e candido sedere un liquido biancastro e viscoso, raccogliendolo nella coppa.
Rialzatasi, Giulia iniziò a pisciare nelle sue mani e cospargere il proprio corpo con la sua stessa urina, come a purificarsi dal rituale appena compiuto.
Titti guardava incredula la sua amica, che ormai pensava essere impazzita.
Dopo aver lavato il corpo con la propria minzione, Giulia si avvicinò a Titti.
Titti distolse lo sguardo girando la testa, disgustata dal corpo intriso di urina di Giulia. Ma, inspiegabilmente, invece di sentire l'olezzo di urina provenire dal corpo di Giulia, Titti sentì un fortissimo profumo di agrumi. Si girò incuriosita, in tempo per vedere il pollice sporco di urina di Giulia strofinarsi sulle sue labbra e farsi largo nella sua bocca toccandole la lingua. Non fece in tempo a sputare, che la testa le prese a girare turbinosamente, facendola finire a terra.
Con la poca lucidità rimasta, riuscì solo ad alzare lo sguardo, solo per bearsi della vista dei perfetti glutei di Giulia avvicinarsi al suo viso, ed il suo ano roseo come un fiore, posarsi sulla sua bocca, che inconsciamente aprì.
Giulia si liberò in Titti, che totalmente succube del potere della divinità ingoiò tutto per poi prendere a pulire quel roseo ano, cresta dopo cresta, con la sua lingua.
"La Dea è finalmente con noi! La Dea è finalmente con noi!" Esultava di gioia Manuela, mentre le consorelle si inginocchiarono tutte ai piedi di Giulia.
"Mia Dea!" Iniziò Manuela "la tua venuta era predetta, un nuovo Figlio del Peccato dovrà nascere. Una vergine, nutrita del tuo nettera, dovrà ricevere il seme del proprio padre e partorire il vostro nuovo fratello..".
"Lo so" la interruppe Giulia "ma prima dimostra a tutti la tua fedeltà".
E così dicendo, Giulia poggiata con i suoi candidi glutei all'altare, allargò le sue grandi labbra, esponendo la sua intimità.
Manuela si inginocchiò e la prese a leccare finché un caldo e dolce getto di urina non la colpì in viso e poi in bocca. Manuela bevve tutto, e quando la minzione terminò, inginocchiata davanti a Giulia prese a leccare il terreno dove la pipì della Dea aveva creato un piccolo lago dorato.
"Bene" gioì Giulia "adesso non ci resta che aumentare le nostre accolite per l'Eclissi Eterna".
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