Inaspettato
di
RobyRo
genere
interviste
Non sapevo come collocare ciò che vorrei raccontarvi; un'esperienza di vita che come dice il titolo è giunta inaspettata, riuscendo a coinvolgermi in un momento un pò piatto della mia vita.
Sono sposata, mio marito è un brav'uomo e gli voglio bene. La passione si è a poco a poco spenta; colpa mia, colpa sua, colpa di un giorno dopo l'altro, di una quotidianità che non abbiamo saputo vincere. Non abbiamo figli, lui è spesso via per lavoro, io mi destreggio fra il mio lavoro, le amiche e ammetto, più volte ho vissuto storie di sesso con uomini diversi.
Magari, se può interessare, vi racconterò di loro in un altro momento. Ora vorrei scrivere di Orazio.
Avevo passato la quarantina, ben tenuta, sicuramente ancora piacevole da vedere. Da sempre formosa, con qualche chiletto in più, ma ancora bella soda. Era un periodo in cui mio marito era via per lavoro, e mi si prospettavano un paio di mesi di solitudine.
Crescendo, con il passare degli anni, per me è sempre più difficile trovare una compagnia sessuale che mi intrighi veramente. Arrivi ad un punto che ti sembra di avere vissuto un pò di tutto e non è semplice sentirsi attratti da una persona o da una situazione.
Era l'inizio dell'estate e pensai di trasferirmi nell'appartamentino al mare di una mia amica per qualche settimana. Potevo lavorare usando il pc, e decisi di vivermi quella solitudine, via dalle consuetudini. In caso mi fosse venuta nostalgia di un aperitivo o di chiacchiere con le amiche, sarebbe bastato prendere l'auto e in un'ora avrei risolto il problema.
Dopo i primi giorni, in cui mi recavo in spiaggia alle prime luci dell'alba, passeggiavo, leggevo, prendevo il sole per poi rientrare verso metà mattina e lavorare, per ritornare al mare nel tardo pomeriggio e concedermi una cena in uno dei tanti piccoli ristoranti, cominciai a provare un certo languore. Non era fame, era quella mollezza che si prova quando l'erotismo un pò latente comincia a farsi strada nei tuoi pensieri.
Così iniziai a masturbarmi, delicatamente, ormai tutte le mattine iniziavo la giornata con un orgasmo e con un orgasmo la terminavo. Non era sufficiente. Mi sentivo turbata, quasi nervosa. A volte mi sembrava di avere la testa persa fra le nuvole.
Fu in quei giorni che incontrai Orazio. Era l'addetto alle pulizie del bagno in cui passavo il tempo in spiaggia. La mattina eravamo per diverso tempo le uniche persone presenti ma i primi giorni non lo avevo mai nemmeno osservato.
Dopo mi sono sentita una grandissima stupida, ma sto correndo.
Arrivai in spiaggia verso le sei del mattino, era un'alba fresca e serena. Lui stava spazzando la passerella. Gli detti il buongiorno e lui rispose con il suo "Buongiorno Signora". Qualcosa nella sua voce colse la mia attenzione, non so se ci sentii una sfumatura ironica, o di sfida, ma qualcosa c'era che mi incuriosì.
Mi stesi nel lettino e con gli occhi socchiusi lo osservavo. era un uomo non alto, robusto, con la pancia, i capelli radi e brizzolati; le mani piccole e cicciotte, forse sulla settantina.
Provai a leggere il mio libro ma non riuscivo a concentrarmi, la mente vagava fra le mie fantasie. Mi dissi che ero una gran stupida. Cazzo, mesi che non avevo un amante e cominciavo ad avere fantasie su un uomo anziano?
Fu più forte dime. Mi alzai e gli andai incontro. Gli sorrisi e, una domanda dopo l'altra dopo un pò parlavamo e scherzavamo come vecchi amici. Ero consapevole che stavo civettando apertamente, porgendomi verso di lui col viso, muovendomi mettendo in risalto il seno poco coperto dal costume.
Erano ormai le sette quando lui mi chiese se volevo andare con lui in cabina, dove doveva riporre i suoi attrezzi. Sorridendo apertamente accettai, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
La mezz'ora successiva non è chiarissima, o forse sì. Entrai con lui, che chiuse a chiave la cabina. In pochi secondi il mio costume era sul pavimento e le sue mani, la sua bocca erano ovunque su di me.
Sentivo succhiarmi le tette, morderle, mentre le sue dita entravano ed uscivano dalla figa e dal culo.
Non fece nemmeno finta di fare il cavaliere, Ridacchiava sulla fortuna di certe mattine, sull'odore di sesso che hanno le troie quando sono infoiate ed io senza vergogna mi esponevo al suo sguardo e alle sue esplorazioni. Ero fradicia dei miei umori quando si abbassò i boxer ed espose il suo cazzo, duro, rosso. era di una bella dimensione, piu grosso che lungo e senza nessuna esitazione lo avvicinò alla mia bocca.
Lo spompinai per un tempo che mi sembrò lunghissimo; mi si erano indolenzite le mascelle e raccoglievo avidamente il liquido trasparente che normalmente è preludio dell'orgasmo.
Non mi fece finire la pompa perchè prima che potessi cambiare idea voleva riempirmi la figa del suo cazzo e della sua sborra.
Mi teneva la mano sulla bocca perchè l'eccitazione era tanta che avrei urlato. Entrava e usciva mentre godevo passando da un orgasmo all'altro. Quando venne anche lui, tutto fini in fretta. Mi passò un asciugamano, dicendomi che doveva tornare al lavoro. Aggiunse che era stato un piacere e che se avevo ancora delle voglie da soddisfare sarei potuta ripassare quella sera.
Rimasi sola, in quella cabina ad uso sgabuzzino, poco pulita, con l'odore del sesso che si univa a quello del salmastro.
Quando riuscii a ricompormi uscii, un pò barcollando e mi gettai in mare. Dovevo rinfrescare corpo e idee. Ero piena di segni rossi; sul seno, sulle braccia, in realtà ovunque avevo succhiotti e i segni lasciati dalle sue mani mentre mi stringeva. Sentivo bruciare figa e culo, era stato niente delicato. Per lui sono stata carne da usare e ho scoperto che questa cosa era eccitante da impazzire.
Risalita dal bagno mi asciugai in fretta, mi rivestii e rientrai in casa. Lui non era in giro, non lo vedevo. Non riuscivo a smettere di tremare, mi sembrava di avere vissuto uno stupro, con la differenza che ero stata totalmente consenziente.
Quando mi lavai trovai i miei umori mescolati alla sua sborra e solo pensandolo fui vicina ad un nuovo orgasmo. So che avevo perso a testa, ed il peggio era che di questa cosa mi compiacevo.
Subito dopo pranzo suonò il telefono. Numero sconosciuto. Era lui. Aveva recuperato il mio contatto dal bagnino, che era suo cognato. Mi chiese se mi fossi ripresa. Era viscido, lascivo. Ebbi un moto di schifo, ma non riuscivo a riagganciare. Si perse ad elencare i dettagli su ciò che mi aveva fatto e su ciò che mi avrebbe fatto. Si accorse che il mio respiro era accelerato e mi derise perchè era la prova del mio piacere di troia. Riuscii a chiedergli quando potevo vederlo e gli diedi l'indirizzo.
Da quel momento per me non ci fu altro che sesso e piacere.
Era un porco assurdo. Dove non arrivava con la prestanza fisica, arrivava con gli oggetti. Veniva da me con la sporta della spesa, con melanzane o zucchine delle più svariate dimensioni. Le rivestiva con i preservativi e dopo avermi scopata o inculata procedeva a dilatarmi. Ogni giorno un pò, ogni giorno di più.
Nella mia testa non entrava altro pensiero che godere con lui, non credevo avrei mai potuto emettere tutti i liquidi che col piacere mi tirava fuori.
Per una quindicina di giorni, tutti i giorni passavamo così almeno un paio di ore, fino a quando riuscì a scoparmi con il pugno chiuso e penetrarmi fino al polso.
I primi giorni ero dolorante ovunque. Non riuscivo nemmeno ad andare in bagno senza provare dolore, ma la situazione era così da fuori di testa che il dolore era l'ultimo dei miei pensieri.
Alla fine è stato solo piacere. Piacere e sesso allo stato più animale possibile. Godo ancora ora, nel ripensarlo.
Un pomeriggio è arrivato col cognato. Non ho chiesto nulla e Orazio disse nulla. Il cognato, Carlo, era un po' più alto e grosso di lui, più o meno la stessa età. Davvero brutto, ma l'aspetto era totalmente ininfluente.
Siamo stati insieme a letto, mentre uno mi scopava, l'altro mi riempiva culo e bocca. Fra loro si incitavano reciprocamente. Orazio si vantava della bella troia che aveva trovato, come se io non fossi presente, e Carlo commentava che non pensava fossi davvero cosi una zozzona. Dopo che siamo venuti tutti e tre, ed il letto era davvero devastato dai nostri umori ci appisolammo. L'esperienza a due per me era una novità assoluta.
Risvegliati dal torpore i due si misero a confabulare, Orazio prese dal borsello una mascherina e mi chiese di indossarla. Carlo iniziò a spremermi le tette e a leccarmi la figa mentre Orazio ci filmava. Mi scopò con una melanzana, mentre commentavano oscenamente la scena. Si scambiarono i ruoli e la stessa melanzana Orazio me la mise in culo.
Quando, esausti finimmo l'esibizione, postarono il filmato in rete, non so in quale sito, vantandosi delle gioie di godersi un puttanone gratis.
Nelle settimane seguenti feci da troia a loro ed ai loro amici. Ogni pomeriggio c'era un orgia in cui erano presenti almeno tre o quattro uomini ed io ero l'eletta che godeva di ogni cazzo.
Ho bevuto litri di sborra, pensavo di avere una figa talmente sfondata da non richiudersi, per non parlare del buco del culo.
Una quindicina di giorni prima del rientro di mio marito tornai in città. Ero sfinita, avevo perso diversi chili ed avevo lividi soprattutto su seno e sulle coscie.
E' stata un'estate di follia. Folle da morire.
Non avvertii nessuno del mio rientro anticipato, non volevo che si sapesse quanto avevo combinato.
Mi riposai, curai corpo e capelli e quando mio marito rientro dalla sua trasferta lo accolsi come una brava mogliettina fedele. Non si accorse di nulla. Per fortuna.
Tornai alla mia vita di città, fatta di aperitivi, chiacchiere e un pò di noia.
Ogni tanto sento al telefono Orazio.
Mi racconta che non sono l'unica "signora" che va la mare a fare la vacca per poi rientrare come se nulla fosse stato.
Gli dico che mi manca, ma non posso rischiare.
Mi rassicura che quando sarò pronta devo solo tornare, e dove non arriverà lui, arriverà un suo amico e che sono stata talmente brava che potremmo anche pensare di farlo facendoci pagare.
Dei soldi non mi interessa. Ma tornare...... appena potrò..... certo...
Sono sposata, mio marito è un brav'uomo e gli voglio bene. La passione si è a poco a poco spenta; colpa mia, colpa sua, colpa di un giorno dopo l'altro, di una quotidianità che non abbiamo saputo vincere. Non abbiamo figli, lui è spesso via per lavoro, io mi destreggio fra il mio lavoro, le amiche e ammetto, più volte ho vissuto storie di sesso con uomini diversi.
Magari, se può interessare, vi racconterò di loro in un altro momento. Ora vorrei scrivere di Orazio.
Avevo passato la quarantina, ben tenuta, sicuramente ancora piacevole da vedere. Da sempre formosa, con qualche chiletto in più, ma ancora bella soda. Era un periodo in cui mio marito era via per lavoro, e mi si prospettavano un paio di mesi di solitudine.
Crescendo, con il passare degli anni, per me è sempre più difficile trovare una compagnia sessuale che mi intrighi veramente. Arrivi ad un punto che ti sembra di avere vissuto un pò di tutto e non è semplice sentirsi attratti da una persona o da una situazione.
Era l'inizio dell'estate e pensai di trasferirmi nell'appartamentino al mare di una mia amica per qualche settimana. Potevo lavorare usando il pc, e decisi di vivermi quella solitudine, via dalle consuetudini. In caso mi fosse venuta nostalgia di un aperitivo o di chiacchiere con le amiche, sarebbe bastato prendere l'auto e in un'ora avrei risolto il problema.
Dopo i primi giorni, in cui mi recavo in spiaggia alle prime luci dell'alba, passeggiavo, leggevo, prendevo il sole per poi rientrare verso metà mattina e lavorare, per ritornare al mare nel tardo pomeriggio e concedermi una cena in uno dei tanti piccoli ristoranti, cominciai a provare un certo languore. Non era fame, era quella mollezza che si prova quando l'erotismo un pò latente comincia a farsi strada nei tuoi pensieri.
Così iniziai a masturbarmi, delicatamente, ormai tutte le mattine iniziavo la giornata con un orgasmo e con un orgasmo la terminavo. Non era sufficiente. Mi sentivo turbata, quasi nervosa. A volte mi sembrava di avere la testa persa fra le nuvole.
Fu in quei giorni che incontrai Orazio. Era l'addetto alle pulizie del bagno in cui passavo il tempo in spiaggia. La mattina eravamo per diverso tempo le uniche persone presenti ma i primi giorni non lo avevo mai nemmeno osservato.
Dopo mi sono sentita una grandissima stupida, ma sto correndo.
Arrivai in spiaggia verso le sei del mattino, era un'alba fresca e serena. Lui stava spazzando la passerella. Gli detti il buongiorno e lui rispose con il suo "Buongiorno Signora". Qualcosa nella sua voce colse la mia attenzione, non so se ci sentii una sfumatura ironica, o di sfida, ma qualcosa c'era che mi incuriosì.
Mi stesi nel lettino e con gli occhi socchiusi lo osservavo. era un uomo non alto, robusto, con la pancia, i capelli radi e brizzolati; le mani piccole e cicciotte, forse sulla settantina.
Provai a leggere il mio libro ma non riuscivo a concentrarmi, la mente vagava fra le mie fantasie. Mi dissi che ero una gran stupida. Cazzo, mesi che non avevo un amante e cominciavo ad avere fantasie su un uomo anziano?
Fu più forte dime. Mi alzai e gli andai incontro. Gli sorrisi e, una domanda dopo l'altra dopo un pò parlavamo e scherzavamo come vecchi amici. Ero consapevole che stavo civettando apertamente, porgendomi verso di lui col viso, muovendomi mettendo in risalto il seno poco coperto dal costume.
Erano ormai le sette quando lui mi chiese se volevo andare con lui in cabina, dove doveva riporre i suoi attrezzi. Sorridendo apertamente accettai, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
La mezz'ora successiva non è chiarissima, o forse sì. Entrai con lui, che chiuse a chiave la cabina. In pochi secondi il mio costume era sul pavimento e le sue mani, la sua bocca erano ovunque su di me.
Sentivo succhiarmi le tette, morderle, mentre le sue dita entravano ed uscivano dalla figa e dal culo.
Non fece nemmeno finta di fare il cavaliere, Ridacchiava sulla fortuna di certe mattine, sull'odore di sesso che hanno le troie quando sono infoiate ed io senza vergogna mi esponevo al suo sguardo e alle sue esplorazioni. Ero fradicia dei miei umori quando si abbassò i boxer ed espose il suo cazzo, duro, rosso. era di una bella dimensione, piu grosso che lungo e senza nessuna esitazione lo avvicinò alla mia bocca.
Lo spompinai per un tempo che mi sembrò lunghissimo; mi si erano indolenzite le mascelle e raccoglievo avidamente il liquido trasparente che normalmente è preludio dell'orgasmo.
Non mi fece finire la pompa perchè prima che potessi cambiare idea voleva riempirmi la figa del suo cazzo e della sua sborra.
Mi teneva la mano sulla bocca perchè l'eccitazione era tanta che avrei urlato. Entrava e usciva mentre godevo passando da un orgasmo all'altro. Quando venne anche lui, tutto fini in fretta. Mi passò un asciugamano, dicendomi che doveva tornare al lavoro. Aggiunse che era stato un piacere e che se avevo ancora delle voglie da soddisfare sarei potuta ripassare quella sera.
Rimasi sola, in quella cabina ad uso sgabuzzino, poco pulita, con l'odore del sesso che si univa a quello del salmastro.
Quando riuscii a ricompormi uscii, un pò barcollando e mi gettai in mare. Dovevo rinfrescare corpo e idee. Ero piena di segni rossi; sul seno, sulle braccia, in realtà ovunque avevo succhiotti e i segni lasciati dalle sue mani mentre mi stringeva. Sentivo bruciare figa e culo, era stato niente delicato. Per lui sono stata carne da usare e ho scoperto che questa cosa era eccitante da impazzire.
Risalita dal bagno mi asciugai in fretta, mi rivestii e rientrai in casa. Lui non era in giro, non lo vedevo. Non riuscivo a smettere di tremare, mi sembrava di avere vissuto uno stupro, con la differenza che ero stata totalmente consenziente.
Quando mi lavai trovai i miei umori mescolati alla sua sborra e solo pensandolo fui vicina ad un nuovo orgasmo. So che avevo perso a testa, ed il peggio era che di questa cosa mi compiacevo.
Subito dopo pranzo suonò il telefono. Numero sconosciuto. Era lui. Aveva recuperato il mio contatto dal bagnino, che era suo cognato. Mi chiese se mi fossi ripresa. Era viscido, lascivo. Ebbi un moto di schifo, ma non riuscivo a riagganciare. Si perse ad elencare i dettagli su ciò che mi aveva fatto e su ciò che mi avrebbe fatto. Si accorse che il mio respiro era accelerato e mi derise perchè era la prova del mio piacere di troia. Riuscii a chiedergli quando potevo vederlo e gli diedi l'indirizzo.
Da quel momento per me non ci fu altro che sesso e piacere.
Era un porco assurdo. Dove non arrivava con la prestanza fisica, arrivava con gli oggetti. Veniva da me con la sporta della spesa, con melanzane o zucchine delle più svariate dimensioni. Le rivestiva con i preservativi e dopo avermi scopata o inculata procedeva a dilatarmi. Ogni giorno un pò, ogni giorno di più.
Nella mia testa non entrava altro pensiero che godere con lui, non credevo avrei mai potuto emettere tutti i liquidi che col piacere mi tirava fuori.
Per una quindicina di giorni, tutti i giorni passavamo così almeno un paio di ore, fino a quando riuscì a scoparmi con il pugno chiuso e penetrarmi fino al polso.
I primi giorni ero dolorante ovunque. Non riuscivo nemmeno ad andare in bagno senza provare dolore, ma la situazione era così da fuori di testa che il dolore era l'ultimo dei miei pensieri.
Alla fine è stato solo piacere. Piacere e sesso allo stato più animale possibile. Godo ancora ora, nel ripensarlo.
Un pomeriggio è arrivato col cognato. Non ho chiesto nulla e Orazio disse nulla. Il cognato, Carlo, era un po' più alto e grosso di lui, più o meno la stessa età. Davvero brutto, ma l'aspetto era totalmente ininfluente.
Siamo stati insieme a letto, mentre uno mi scopava, l'altro mi riempiva culo e bocca. Fra loro si incitavano reciprocamente. Orazio si vantava della bella troia che aveva trovato, come se io non fossi presente, e Carlo commentava che non pensava fossi davvero cosi una zozzona. Dopo che siamo venuti tutti e tre, ed il letto era davvero devastato dai nostri umori ci appisolammo. L'esperienza a due per me era una novità assoluta.
Risvegliati dal torpore i due si misero a confabulare, Orazio prese dal borsello una mascherina e mi chiese di indossarla. Carlo iniziò a spremermi le tette e a leccarmi la figa mentre Orazio ci filmava. Mi scopò con una melanzana, mentre commentavano oscenamente la scena. Si scambiarono i ruoli e la stessa melanzana Orazio me la mise in culo.
Quando, esausti finimmo l'esibizione, postarono il filmato in rete, non so in quale sito, vantandosi delle gioie di godersi un puttanone gratis.
Nelle settimane seguenti feci da troia a loro ed ai loro amici. Ogni pomeriggio c'era un orgia in cui erano presenti almeno tre o quattro uomini ed io ero l'eletta che godeva di ogni cazzo.
Ho bevuto litri di sborra, pensavo di avere una figa talmente sfondata da non richiudersi, per non parlare del buco del culo.
Una quindicina di giorni prima del rientro di mio marito tornai in città. Ero sfinita, avevo perso diversi chili ed avevo lividi soprattutto su seno e sulle coscie.
E' stata un'estate di follia. Folle da morire.
Non avvertii nessuno del mio rientro anticipato, non volevo che si sapesse quanto avevo combinato.
Mi riposai, curai corpo e capelli e quando mio marito rientro dalla sua trasferta lo accolsi come una brava mogliettina fedele. Non si accorse di nulla. Per fortuna.
Tornai alla mia vita di città, fatta di aperitivi, chiacchiere e un pò di noia.
Ogni tanto sento al telefono Orazio.
Mi racconta che non sono l'unica "signora" che va la mare a fare la vacca per poi rientrare come se nulla fosse stato.
Gli dico che mi manca, ma non posso rischiare.
Mi rassicura che quando sarò pronta devo solo tornare, e dove non arriverà lui, arriverà un suo amico e che sono stata talmente brava che potremmo anche pensare di farlo facendoci pagare.
Dei soldi non mi interessa. Ma tornare...... appena potrò..... certo...
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico