Stefania
di
octavious
genere
etero
La conobbi a una festa durante l’Università, al secondo anno. La mia attenzione fu colpita dalle sue tette, grosse e piene su un corpo cicciottello. Non era molto bella di viso ma ci attaccai bottone. Avevo avuto delle ragazze, prima di lei, piuttosto piatte ma il mio sogno erotico andava in quella direzione.
Ci piacemmo e ci baciammo quella sera stessa. Ci sentimmo nelle settimane successive e una sera la invitai per un apericena. Chiacchierammo molto e ci baciammo con passione e gusto e mi invitò a casa sua. Facemmo un bel sesso romantico, ma era la prima volta che ci conoscevamo in quel modo e dunque era più lo studio dei nostri corpi che un vero e proprio lasciarsi andare.
Io stavo allo studentato e riuscii a portarla da me solo un’unica volta ancora, prima del viaggio al mare, tra esami miei e suoi, studio, rientri a casa dai genitori e altri impegni universitari.
Ci sentivamo entrambi in colpa che non riuscivamo a vederci, ci mancavamo. Stefania colse l’occasione, ai primi di luglio, poco prima del suo ultimo esame estivo, di invitarmi nella sua casa al mare in Liguria per un weekend.
Partimmo con il treno un venerdì sera e prendemmo subito possesso della casa. Avevo dato un esame alla mattina e quella sera ero molto stanco. MI addormentai a letto di colpo.
Il mattino dopo mi alzai poco dopo di lei e andai in bagno a lavarmi i denti: non avrei voluto che scoprisse il mio alito mattutino. Sulla porta del bagno mi ferma e mi bacia appassionata, a lungo. Non vuole staccarsi e mi impedisce di muovermi o fare altro, così glielo chiedo con lo sguardo, come sta, come ha dormito. Mi confessa che si è addormentata con la voglia e che al mattino non le era passata.
La stringo a me, sento il seno strizzarsi contro il mio petto, l’erezione già quasi al massimo. Andiamo a letto e le sfilo la maglietta con cui dormiva. La bacio ovunque e mi levo in un colpo solo pantaloni e mutande. Mentre la accarezzo sento che è bagnata e glielo dico, lei conferma “Te l’avevo detto”. Così le sfilo la parte di sotto e la prendo, siamo entrambi nudi. Entro facile e mi muovo con lentezza. Dopo qualche colpo mi appoggio sulle ginocchia e così sbattendola vedo le tettone che si muovono su e giù, lei geme. Continuo così sopra di lei, alla maniera classica e la sento venire, sento la sua vagina mungermi il cazzo.
Vengo anche io poco dopo di lei e crollo esausto al suo fianco, mi addormento. Mi sveglio dopo una decina di minuti, ho bisogno di mangiare qualcosa e lei mi offre un pezzo di torta fatta da lei e portata al mare. Mentre la mangio programmo la giornata: doccia e poi in spiaggia. Mi propone di fare la doccia assieme e io accetto.
Sotto la doccia le passo la schiuma ovunque, attorno ai capezzoli, sulla schiena massaggiandogliela, in mezzo alle chiappe. Lei fa lo stesso con me e sento molto relax quando mi massaggia il collo.
Usciamo dalla doccia e iniziamo a prepararci per la spiaggia ma lei non riesce a non notare la mia erezione, impossibile da nascondere anche sotto costume e pantaloncini. Sono un po’ imbarazzato e anche lei, di accompagnarmi fuori in quello stato. È sorpresa che ne abbia ancora voglia ma io minimizzo, non voglio fare sesso di nuovo, se lei non se la sente, d’altronde non siamo venuti al mare solo per stare chiusi in casa. Ma mentre dico queste cose e sono già “rassegnato” a uscire con l’asta alzata (mi sarebbe passata in qualche minuto) lei mi comunica che vuole accontentarmi, mi spinge sul divano, si toglie le mutande e vestita mi cavalca. Ha un vestitino leggero, poco scollato da cui salta fuori il costume da bagno. Immergo il viso nella scollatura e mi lascio andare, dopo pochi colpi vengo e non so se anche lei avesse raggiunto l’orgasmo. Prima delle 11 lo avevo già fatto due volte.
In spiaggia andò tutto bene, ci siamo rilassati, bagnati al mare, coccolati e abbronzati. Abbiamo pranzato in spiaggia e intorno alle 16 torniamo in casa per cambiarci per la sera. Abbiamo cenato in un ristorante del carrugio e fatto una passeggiata serale sul lungomare. Siamo rincasati presto, abbiamo indossato i nostri pigiami e siamo andati a letto.
Stavo sfogliando il libro da leggere quando lei mi si mette sopra a cavalcioni. MI guarda e mi dice che teme di avere di nuovo voglia come la sera prima, ma anche che è stanca. Le dico di provare a rilassarsi e dormire, e vedere come va.
Dopo qualche istante le propongo di farla venire solo con la bocca. Battibecchiamo simpaticamente sulla cosa e alla fine accetta. Inizio a leccarle l’interno coscia e lentamente arrivo alla figa. Vado di lingua deciso, roteandola e picchiettando, lei geme, si contorce. Alzo le mani e arrivo a stuzzicarle i capezzoli. Dopo molti minuti di lavoro di bocca lei viene, emette un gemito gutturale, una voce che non ho mai sentito. MI guarda sconvolta, come se non avesse mai provato niente del genere.
Riprendendo fiato mi dice che vuole restituirmi il favore, che anche io devo godere ma io insisto che non è il caso, che va bene così. Lei mi accarezza il pene, sente a che punto è l’erezione e in effetti non è al suo massimo, anche se ci sta arrivando con Stefania che continua ad accarezzarmi.
La chiudo lì, le dico che siamo stanchi e che va bene così. Si addormenta serena, quasi subito.
L’indomani è domenica. Andiamo in spiaggia al mattino e torniamo all’appartamento a pranzo. Dopo pranzo mi viene sempre voglia di scopare ma lei non mi sembrava particolarmente convinta. Tuttavia voleva soddisfarmi e così mi fa un bel pompino. Non è molto brava, ma riesco a venire dentro la sua bocca, e riesce a compensare la sua scarsa bravura di bocca, passandoselo ogni tanto in mezzo alle belle tettone strizzate. Dopo un pisolino torniamo in spiaggia e iniziamo la serata a casa, cena e tv abbracciati a letto. Io voglio salutare questo weekend romantico facendolo la sera prima di partire, non sono stanco e vorrei proseguire la serata. Lei non sembra molto convinta ma dopo qualche bacio e carezza si convince. La penetro stando sopra, baciandola sul collo, accarezzandole il seno; la posizione non i piace troppo perché sono schiacciato su di lei e non posso guardarle o accarezzarla. Dentro di lei mi muovo poco, per far durare di più la scopata e cerco, muovendomi, di portarla sopra di me. Lei capisce e inizia a cavalcarmi con velocità e passione. Fa diversi movimenti, solo con il bacino, saltellando, facendo ballare le tette e ogni tanto strizzandosele tra le mani; io affondo le dita nelle sue chiappone, le muovo il bacino con le mani, le strizzo anche io il seno di tanto in tanto, mi metto seduto per stantuffarla da sotto. Oggi tanto inarca la schiena è proprio mentre è in questa posizione sento che viene, mi stringe il cazzo a lungo, tanti piccoli colpettini. Io però non sono ancora venuto, ci ero vicino quando lei si è interrotta. Così si gira e mi cavalca da dietro. Ora ho la visione del suo grosso culo che va su e giù ma si sfila subito, è tutto troppo bagnato lì sotto e scivola. Si mette a pecorina e mi invita a prenderla così. In quella posizione la sento moltissimo, vengo dopo pochi colpi, non riesco neanche ad accarezzarle le tette da dietro.
Dopo un breve passaggio in bagno si addormenta.
Il lunedì siamo ripartiti e siamo tornati a casa. Non lo abbiamo mai più fatto, in seguito, con la stessa intensità e dopo un paio di volte che ci siamo rivisti entrambi abbiamo iniziato a non cercarci più molto. Con l’estate la nostra storia finì
Ci piacemmo e ci baciammo quella sera stessa. Ci sentimmo nelle settimane successive e una sera la invitai per un apericena. Chiacchierammo molto e ci baciammo con passione e gusto e mi invitò a casa sua. Facemmo un bel sesso romantico, ma era la prima volta che ci conoscevamo in quel modo e dunque era più lo studio dei nostri corpi che un vero e proprio lasciarsi andare.
Io stavo allo studentato e riuscii a portarla da me solo un’unica volta ancora, prima del viaggio al mare, tra esami miei e suoi, studio, rientri a casa dai genitori e altri impegni universitari.
Ci sentivamo entrambi in colpa che non riuscivamo a vederci, ci mancavamo. Stefania colse l’occasione, ai primi di luglio, poco prima del suo ultimo esame estivo, di invitarmi nella sua casa al mare in Liguria per un weekend.
Partimmo con il treno un venerdì sera e prendemmo subito possesso della casa. Avevo dato un esame alla mattina e quella sera ero molto stanco. MI addormentai a letto di colpo.
Il mattino dopo mi alzai poco dopo di lei e andai in bagno a lavarmi i denti: non avrei voluto che scoprisse il mio alito mattutino. Sulla porta del bagno mi ferma e mi bacia appassionata, a lungo. Non vuole staccarsi e mi impedisce di muovermi o fare altro, così glielo chiedo con lo sguardo, come sta, come ha dormito. Mi confessa che si è addormentata con la voglia e che al mattino non le era passata.
La stringo a me, sento il seno strizzarsi contro il mio petto, l’erezione già quasi al massimo. Andiamo a letto e le sfilo la maglietta con cui dormiva. La bacio ovunque e mi levo in un colpo solo pantaloni e mutande. Mentre la accarezzo sento che è bagnata e glielo dico, lei conferma “Te l’avevo detto”. Così le sfilo la parte di sotto e la prendo, siamo entrambi nudi. Entro facile e mi muovo con lentezza. Dopo qualche colpo mi appoggio sulle ginocchia e così sbattendola vedo le tettone che si muovono su e giù, lei geme. Continuo così sopra di lei, alla maniera classica e la sento venire, sento la sua vagina mungermi il cazzo.
Vengo anche io poco dopo di lei e crollo esausto al suo fianco, mi addormento. Mi sveglio dopo una decina di minuti, ho bisogno di mangiare qualcosa e lei mi offre un pezzo di torta fatta da lei e portata al mare. Mentre la mangio programmo la giornata: doccia e poi in spiaggia. Mi propone di fare la doccia assieme e io accetto.
Sotto la doccia le passo la schiuma ovunque, attorno ai capezzoli, sulla schiena massaggiandogliela, in mezzo alle chiappe. Lei fa lo stesso con me e sento molto relax quando mi massaggia il collo.
Usciamo dalla doccia e iniziamo a prepararci per la spiaggia ma lei non riesce a non notare la mia erezione, impossibile da nascondere anche sotto costume e pantaloncini. Sono un po’ imbarazzato e anche lei, di accompagnarmi fuori in quello stato. È sorpresa che ne abbia ancora voglia ma io minimizzo, non voglio fare sesso di nuovo, se lei non se la sente, d’altronde non siamo venuti al mare solo per stare chiusi in casa. Ma mentre dico queste cose e sono già “rassegnato” a uscire con l’asta alzata (mi sarebbe passata in qualche minuto) lei mi comunica che vuole accontentarmi, mi spinge sul divano, si toglie le mutande e vestita mi cavalca. Ha un vestitino leggero, poco scollato da cui salta fuori il costume da bagno. Immergo il viso nella scollatura e mi lascio andare, dopo pochi colpi vengo e non so se anche lei avesse raggiunto l’orgasmo. Prima delle 11 lo avevo già fatto due volte.
In spiaggia andò tutto bene, ci siamo rilassati, bagnati al mare, coccolati e abbronzati. Abbiamo pranzato in spiaggia e intorno alle 16 torniamo in casa per cambiarci per la sera. Abbiamo cenato in un ristorante del carrugio e fatto una passeggiata serale sul lungomare. Siamo rincasati presto, abbiamo indossato i nostri pigiami e siamo andati a letto.
Stavo sfogliando il libro da leggere quando lei mi si mette sopra a cavalcioni. MI guarda e mi dice che teme di avere di nuovo voglia come la sera prima, ma anche che è stanca. Le dico di provare a rilassarsi e dormire, e vedere come va.
Dopo qualche istante le propongo di farla venire solo con la bocca. Battibecchiamo simpaticamente sulla cosa e alla fine accetta. Inizio a leccarle l’interno coscia e lentamente arrivo alla figa. Vado di lingua deciso, roteandola e picchiettando, lei geme, si contorce. Alzo le mani e arrivo a stuzzicarle i capezzoli. Dopo molti minuti di lavoro di bocca lei viene, emette un gemito gutturale, una voce che non ho mai sentito. MI guarda sconvolta, come se non avesse mai provato niente del genere.
Riprendendo fiato mi dice che vuole restituirmi il favore, che anche io devo godere ma io insisto che non è il caso, che va bene così. Lei mi accarezza il pene, sente a che punto è l’erezione e in effetti non è al suo massimo, anche se ci sta arrivando con Stefania che continua ad accarezzarmi.
La chiudo lì, le dico che siamo stanchi e che va bene così. Si addormenta serena, quasi subito.
L’indomani è domenica. Andiamo in spiaggia al mattino e torniamo all’appartamento a pranzo. Dopo pranzo mi viene sempre voglia di scopare ma lei non mi sembrava particolarmente convinta. Tuttavia voleva soddisfarmi e così mi fa un bel pompino. Non è molto brava, ma riesco a venire dentro la sua bocca, e riesce a compensare la sua scarsa bravura di bocca, passandoselo ogni tanto in mezzo alle belle tettone strizzate. Dopo un pisolino torniamo in spiaggia e iniziamo la serata a casa, cena e tv abbracciati a letto. Io voglio salutare questo weekend romantico facendolo la sera prima di partire, non sono stanco e vorrei proseguire la serata. Lei non sembra molto convinta ma dopo qualche bacio e carezza si convince. La penetro stando sopra, baciandola sul collo, accarezzandole il seno; la posizione non i piace troppo perché sono schiacciato su di lei e non posso guardarle o accarezzarla. Dentro di lei mi muovo poco, per far durare di più la scopata e cerco, muovendomi, di portarla sopra di me. Lei capisce e inizia a cavalcarmi con velocità e passione. Fa diversi movimenti, solo con il bacino, saltellando, facendo ballare le tette e ogni tanto strizzandosele tra le mani; io affondo le dita nelle sue chiappone, le muovo il bacino con le mani, le strizzo anche io il seno di tanto in tanto, mi metto seduto per stantuffarla da sotto. Oggi tanto inarca la schiena è proprio mentre è in questa posizione sento che viene, mi stringe il cazzo a lungo, tanti piccoli colpettini. Io però non sono ancora venuto, ci ero vicino quando lei si è interrotta. Così si gira e mi cavalca da dietro. Ora ho la visione del suo grosso culo che va su e giù ma si sfila subito, è tutto troppo bagnato lì sotto e scivola. Si mette a pecorina e mi invita a prenderla così. In quella posizione la sento moltissimo, vengo dopo pochi colpi, non riesco neanche ad accarezzarle le tette da dietro.
Dopo un breve passaggio in bagno si addormenta.
Il lunedì siamo ripartiti e siamo tornati a casa. Non lo abbiamo mai più fatto, in seguito, con la stessa intensità e dopo un paio di volte che ci siamo rivisti entrambi abbiamo iniziato a non cercarci più molto. Con l’estate la nostra storia finì
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