Vita da Schiava (05)
di
sheherazade
genere
sadomaso
Avevo solo 22 anni e la notizia che sarei stata uccisa,al compimento dei miei 60 anni,mi devastò la mente.Continuavo a pensare:mi restavano 38 anni di vita.Passai da in incubo all'altro,non riuscii a dormire e mangiare.Infatti mi dovettero nutrire a forza infilandomi un tubo fino allo stomaco,nel quale fecero scendere del cibo liquido.La mia compagna di prigionia,della quale non seppi mai il suo nome,venne prelevata da alcuni uomini e portata via di peso e scomparve.Rimasi sola al buio pensando sempre e solo alla morte che mi aspettava:stavo impazzendo.
Una mattina,perchè mi dissero che era una mattina,mi presero e mi chiusero,sempre legata e con la museruola,in una cassa di legno con dei buchi per respirare e mi caricarono nel retro di un furgone che partì poco dopo che caricarono altre 4 casse.Il viaggio non fu molto lungo ma fu intervallato da due fermate nelle quali scaricarono due casse ognuna.Rimasta sola il furgone proseguì sempre lungo strade asfaltate fino a quando non girò su una strada sconnessa,sentivo da dentro la cassa le buche che mi sballottavano da una parte all'altra.Una volta arrivata la cassa,nella quale ero contenuta,fu portata all'interno di una abitazione,che poi seppi essere un'altra fattoria,e sistemata in una cantina.La cassa venne aperta ne fui estratta,mi fu tolta la museruola e infilata in una gabbia di acciaio imbullonata al pavimento,quindi coloro che mi avevano trasportato se ne andarono.Nella gabbia c'erano due ciotole,una con del cibo ed una con dell'acqua.Era la prima volta da lunghissimo tempo che vedevo del cibo solido.Essendo legata strisciai fino alle ciotole e così mangiai e bevvi avidamente come fossi un animale.Mentre stavo mangiando mi accorsi di alcune persone che mi osservavano divertite e,mentre lo facevano sorseggiando bevande e mangiando stuzzichini,si scambiavano dei commenti ridendo.Non comprendevo il senso delle loro parole ma capivo che mi stavano valutando come si valuta un oggetto qualunque oppure un animale da soma.Ormai avevo ben compreso che,non ero più un essere umano,ma ero diventata un oggetto e che non potevo aspettarmi altro da nessuno.Restarono a lungo ad osservarmi,anche quando dovetti espletare i miei bisogni fisiologici,e ciò li fece ancora più divertire.Quando se ne andarono,alcuni di loro mi gettarono nella gabbia qualche pezzo di cibo sbocconcellato che mangiai avidamente.Quella giornata finì così:spensero le luci e restai al buio con i miei pensieri di morte a tenermi compagnia.
Una mattina,perchè mi dissero che era una mattina,mi presero e mi chiusero,sempre legata e con la museruola,in una cassa di legno con dei buchi per respirare e mi caricarono nel retro di un furgone che partì poco dopo che caricarono altre 4 casse.Il viaggio non fu molto lungo ma fu intervallato da due fermate nelle quali scaricarono due casse ognuna.Rimasta sola il furgone proseguì sempre lungo strade asfaltate fino a quando non girò su una strada sconnessa,sentivo da dentro la cassa le buche che mi sballottavano da una parte all'altra.Una volta arrivata la cassa,nella quale ero contenuta,fu portata all'interno di una abitazione,che poi seppi essere un'altra fattoria,e sistemata in una cantina.La cassa venne aperta ne fui estratta,mi fu tolta la museruola e infilata in una gabbia di acciaio imbullonata al pavimento,quindi coloro che mi avevano trasportato se ne andarono.Nella gabbia c'erano due ciotole,una con del cibo ed una con dell'acqua.Era la prima volta da lunghissimo tempo che vedevo del cibo solido.Essendo legata strisciai fino alle ciotole e così mangiai e bevvi avidamente come fossi un animale.Mentre stavo mangiando mi accorsi di alcune persone che mi osservavano divertite e,mentre lo facevano sorseggiando bevande e mangiando stuzzichini,si scambiavano dei commenti ridendo.Non comprendevo il senso delle loro parole ma capivo che mi stavano valutando come si valuta un oggetto qualunque oppure un animale da soma.Ormai avevo ben compreso che,non ero più un essere umano,ma ero diventata un oggetto e che non potevo aspettarmi altro da nessuno.Restarono a lungo ad osservarmi,anche quando dovetti espletare i miei bisogni fisiologici,e ciò li fece ancora più divertire.Quando se ne andarono,alcuni di loro mi gettarono nella gabbia qualche pezzo di cibo sbocconcellato che mangiai avidamente.Quella giornata finì così:spensero le luci e restai al buio con i miei pensieri di morte a tenermi compagnia.
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