Sex Workers

di
genere
esibizionismo

SEX WORKERS
Non lo fo per piacer mio, ma per far porno da dio.
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Quarantenne, cassintegrato per colpa del Covid-19, residente in due camere e cucina da qualche parte nell’estesa periferia romana: questo sono io. Convivo con Corvina, mia seconda moglie, disoccupata sempre per colpa della pandemia e più giovane di me di qualche anno. Lavorava in nero come commessa nel negozio di abbigliamento, ma in tempi di lockdown tutti giravano per casa in pigiama o – se collegati via zoom - in giacca, cravatta e mutande. Lavoro nel turismo, quindi ho passato mesi in cassa integrazione, visto che a Roma il turismo era crollato. In più le bollette e tutto il resto… da qui la scelta di riciclarci nel porno web. Io ogni tanto dò sempre un’occhiata ai siti hard, per noia tra una pratica e l’altra, a casa nessuno ti controlla, basta che rispondi ai clienti e sbrighi le pratiche. Ma proprio (por)navigando mi ero accorto dello sviluppo della pornografia domestica, autogestita ma strutturata in siti aggregatori di tutto rispetto, i quali si prendono la percentuale ma garantiscono una vetrina internazionale alle tue prodezze sessuali. Prima dell’esplosione dell’Internet il porno era un mondo chiuso e tutti sognavamo di entrare nel cerchio magico dei Siffredi, pagati per amare ragazze bellissime e disponibili. Poi sono venute le chat line, prima telefoniche e poi anche in video. Mia moglie ci lavorava, non per esibizionismo, ma per campare. All’epoca – parlo degli anni ’90 – tante ragazze dell’Est disoccupate lavoravano nei call center e per le hot line erotiche. Niente di più arrapante della voce di una “facile” ragazza che nel suo incerto italiano ti promette tutto e s’inventa cazzate. Quella che sarebbe diventata la mia seconda moglie era all’epoca solo un’onesta ragazza di provincia del Mar Nero, ma al telefono aveva imparato come tenere in linea il maschio italiano anche per due ore. All’epoca non poteva immaginarlo, ma quelle competenze le sarebbero state molto utili in seguito. Ma se a sacrificarsi per la giusta causa poteva essere lei, vista la sua esperienza di call center e chat-line, decidiamo invece di comune accordo di lavorare in coppia, cercando di non farlo sapere in giro.
Problema successivo: a chi vendere le riprese? Fatti i conti, ci sono i siti che trasmettono in diretta e quelli che mettono in rete materiale registrato, sorta di Youtube del sesso amatoriale. Questi ultimi non ti obbligano a recitare a ore fisse davanti a una telecamera, ma si limitano a distribuire le tue prodezze sessuali pagando un forfait, più una percentuale sul numero dei download. Esibirsi? Già, ma da dove cominciare? Intanto serve un minimo di attrezzatura tecnica, anche se in rete gira pure roba ripresa con normali iphone, ma si tratta di brevi sequenze. Una volta mi è capitato addirittura un pornazzo ripreso da una telecamera di sorveglianza, sicuramente autoprodotto da qualche vigilantes. Comunque un treppiede, una buona videocamera HD e il parco luci si rimediano e con l’attuale tecnologia un video saprebbe girarlo anche un bambino, anche se piazzare le luci nei punti giusti non è facile: troppe volte la fotografia illumina la scena in modo diretto, senza ombre, quasi una metafora del porno stesso. Ancora: per scopare, il letto va bene – ci mancherebbe! - ma dobbiamo metterci in modo da far vedere a tutti quello che facciamo. A questo punto copio da un sito di chat erotica l’idea del telecomando per videocamera: primi piani, zoom e movimenti di macchina sono regolabili a distanza, senza spostarsi ogni volta e far vedere pure la mano davanti all’obiettivo. Prove generali: luci a posto, videocamera ben piazzata, schermo del computer per controllare la scena. Interni giorno, lui e lei in camera da letto, ciak! cominciamo a spogliarci, ma con lo spirito di chi va al lavoro e così non va. Ci viene da ridere e ricominciamo da capo. Io resto in boxer e lei in sottana di pizzo e mentre gliela sfilo, controllo l’inquadratura sul monitor. Pessimo: sembra che aspetto le istruzioni di un fantomatico regista. Da capo, decidiamo di fare come se nessuno ci guardasse, il che è un paradosso: il Nudo prevede sempre un osservatore. Già, e le luci? Quando uno di noi incrocia il fascio di luce davanti al volto, istintivamente chiude gli occhi e si vede. Da capo: mettiamo le luci in modo che non disturbino troppo il nostro lavoro. Ora, la luce principale (key lite) è la luce più forte e determina come apparirà la scena. La luce di riempimento (fill lite), che di solito è più morbida della prima fonte di luce, dovrebbe trovarsi sul lato opposto della luce principale. La retroilluminazione (back lite) deve essere posizionata dietro l’oggetto in modo da fornire la profondità di campo. Vi annoio? Corvina s’innervosisce, mentre mi chiedo se ce la farò a mantenere un’erezione. In quel momento capisco che il mestiere di pornoattore non dev’essere così facile come sembra. Qui almeno siamo soli, ma immagino con una troupe intorno… ma dobbiamo essere spontanei.
Ripieghiamo sul rapporto orale. Nel porno con un pompino puoi andare avanti anche per mezz’ora; nella realtà di coppia invece non è una pratica così frequente come uno potrebbe pensare. Con gli adolescenti sarà diverso, ma tra adulti si va subito al sodo. Molte poi lo fanno “quando si sentono”, cioè quasi mai, oppure lo considerano roba da puttane, ed è anche per questo che molti mariti vanno a puttane. La mia prima moglie oltretutto non ci sapeva fare: troppo sbrigativa e poco attenta alle nervature del membro. Se almeno avesse visto con attenzione appena un paio di pornazzi, non era poi tanto difficile imparare. Corvina almeno sa farlo, intendo ad arte: prima timide leccate, poi lo prende in mano e comincia a lavorarlo nei punti giusti, per poi ingoiarlo per intero chiudendo gli occhi. Dove e da chi ha imparato? Meglio non chiederlo e godersi la bocca che avviluppa l’uccello e la lingua che gira attorno al glande. Nel porno poi il pompino funziona sempre: si guadagna tempo, il cazzo è ben visibile e se ben inquadrato piace agli uomini sia etero che gay. In più, per farlo venir duro non esiste niente di meglio: bocca di rosa resusciterebbe anche un morto. E mentre lei si concentra sull’uccello, io posso anche controllare il monitor. E qui con la coda dell’occhio annoto un’altra grana: Corvina deve tenere con la mano destra i capelli lunghi e mostrare l’orecchio, altrimenti copre completamente quello che sta facendo. La prossima volta deve tener meglio i capelli, magari con un fermaglio o un’acconciatura diversa. L’interrompo (peccato!) e glielo faccio notare. In realtà vorrei che continuasse, ma stiamo girando un film, è lavoro.
Rivediamo insieme il podcast. Come porno niente male, ma è poco eccitante, si vede lo scarso entusiasmo tipico del sex-worker. Nell’hard casomai si arriva all’eccesso opposto: troppa teatralità alla fine suona falsa, almeno adesso: quello che negli anni 80 e 90 veniva preso per buono oggi sembra tanto una sceneggiata, soprattutto ora che coppie vere anche nella vita si esibiscono in rete e non fanno finta di urlare a ogni botta. Ma ancora adesso in stupende serie come Brazzers o Blacked per mezz’ora intera le ragazze non sanno dire altro che “Fuck! Fuck!” oppure un ossessivo “Oh, my God!”. Eppure noi due, pur essendo una coppia vera, diamo l’impressione di recitare una parte. Come mai? Rivediamo di nuovo il filmato e scopro in me qualcosa che non sapevo: la propria moglie scopata da un altro fa un certo effetto, anche se quello che se la tromba… sono io. Ma immedesimarsi in se stessi ha forse un senso?
Bisogna ricominciare da capo e lei dovrebbe affrontare “gli orali”… con un gesto di sfida. Esatto: niente è più eccitante di una donna che ti guarda negli occhi prima di abbassare la testa e prenderlo in bocca. Lo sguardo deve esprimere voluttà ma anche suggerire una minaccia: se vuole te lo potrebbe staccare con un morso, cosa che stava quasi per fare una ragazzona conosciuta in vacanza. Un uomo ha sempre terrore della castrazione e il pompino è un rischio calcolato: sottomissione e dominio nello stesso tempo. E poche cose nel sesso funzionano come scambiarsi ogni tanto le parti: classica è la vergine che alla fine conduce il gioco (come in Le Parfum de Mathilde, 1994, con Draghixa Laurent). Ma in questo momento il problema immediato è trovare un’inquadratura che renda ragione anche degli occhi di lei, del suo sguardo. Proviamo in due maniere: nella prima scena la camera fissa ci inquadra di lato, ma lei deve guardare per un attimo anche l’obiettivo. Nella seconda scena tengo in mano io la camera mentre lei lavora e la inquadro di faccia. Sono in realtà così teso che neanche le vengo in bocca. Dopo mezz’ora rivediamo tutto (il tempo di fare una doccia e rivestirci). Che dire? Nella prima sequenza andrebbe pure bene, ma sembra che lei si rivolga al regista per chiedere istruzioni. Nella seconda sequenza invece l’inquadratura balla, nei primi piani ogni minimo sbandamento viene amplificato. Comunque per oggi basta così.
Oggi studiamo meglio le inquadrature facendo alcune foto di scena con lo smartphone. Buffo è che tanta gente abituata a vedere ogni giorno ore di sceneggiati, film e riprese giornalistiche, quando arriva il proprio turno non sa metter insieme un’inquadratura decente. Lo vedi nei collegamenti Zoom o Skype, lo vedi nelle sgangherate riprese postate su Whatsapp, persino nei collegamenti Rai da casa del parlamentare di turno. Quindi la prima regola è posizionare bene la telecamera e le luci. Possibilmente evitare anche i rumori di fondo o la musica distorta da cattiva amplificazione. Scorrendo siti di videochat, certe volte è meglio levare l’audio: musica sudamericana scadente, eco, rumori inutili, chiacchiere continue, distorsioni acustiche…
Nel frattempo è l’ora di pranzo. Ricordo alla mia partner che cibo e sesso vanno da sempre insieme: è dunque uno stimolo per avere fantasia anche in cucina. Nel pomeriggio, una doccia insieme. E’ la mia passione e non ne posso fare a meno. Oltre a divertirci con saponi e bagnoschiuma, ci amiamo da pazzi. Ma per ora inutile riprendere la scena in video: va prima risolto il problema del vapore dell’acqua calda che appanna l’obiettivo. Comunque il “genere” va tanto. Qualche titolo da PornHub?
Johnny Sins - Sesso fantastico nella doccia; Passion-HD Sesso in doccia e sperma in bocca con Sydney Cole; La doccia con mio marito finisce per diventare sesso romantico (?!?); Madre troia sorprende il ragazzo della figlia nella doccia; Troietta arrapata si tocca la figa sotto la doccia mentre ha un giocattolo nel culo; Di nascosto nella doccia delle ragazze ed è subito sborra; Sesso con la mia matrigna dopo la doccia; Charity Crawford si fa una doccia e Jmac si comporta in modo strano (?); Coppia fa sesso doccia, una giovane culona scopata appassionatamente; Bellissima Leah Gotti scopata e schizzata in faccia dopo la doccia; Sesso eccitante nella doccia – SolaZola; Scopata passionale nella doccia con una ragazza amatoriale (?); Angela White & Madison Ivy giocano nella doccia; Valentina e Cherie fanno la doccia e sforbiciano unte di gel Nuru; Sexy bruna dopo la doccia si fa scopare dal cazzo del suo uomo nella sua fica vogliosa; miglior leccata di culo con il dito dentro - sesso in doccia; Sofia Cucci si fa la doccia e lava la fica e il culo profondamente e gode: Una bella mora scopa con un muscoloso ragazzo mentre fa la doccia…
Oggi sono venuto due volte. L’ho presa sempre da dietro, in modo da poter controllare la scena ripresa nello schermo del monitor, cosa che può fare anche lei tra una botta e l’altra quando riesce a guardare in avanti senza storcere il collo. Il monitor non è un granché, è quello del computer. Quando avremo i soldi ne compreremo uno grande. Faccio un rapido calcolo: se dobbiamo consegnare a Sell your Porn sei ore di girato, finora potremmo dargliene una mezz’ora, non di più. Non è come nei vecchi film, dove tre rapporti bastavano solo perché il resto era fuffa. Nel porno 2.0 non c’è spazio per trame che non siano canovacci da Commedia dell’Arte. L’altr’anno avevo pure seguito un corso online di sceneggiatura, ma qui chiedono solo scopate. Corvina non ha di questi problemi: mi sfotte ogni volta che cerco di inventarmi una trama per i miei romanzi mai finiti, figuriamoci ora. Ma ancora ricordo le collane di narrativa spinta che si vendevano in edicola quando ero ragazzo, come I viola del momento, ma anche romanzetti scritti da laureati disoccupati, corredati da foto: Tre gattine con gli stivali, Uno yacht per peccare, Una candela per Mary, Ammucchiata Story (kitsch!), più tutti i racconti (veri o cazzate che fossero) pubblicati su Le Ore.
Passiamo ora ai siti che ci interessano: Chaturbate, Bonga Cams, Cam4, My Free Cams, Camster, sono un bel teatrino: una decina di finestre da cui si affacciano donne e uomini di ogni tipo, coppie. Cliccando su una di queste si potrà assistere, gratuitamente e insieme ad altri spettatori, allo show in diretta. Aprendo una chat, non sempre ci si trova davanti a ragazze in atteggiamenti provocanti: c’è veramente di tutto, persino uomini grassi, casalinghe in giardino o coraggiose signore di mezza età che bevono caffè in cucina con lo sguardo rivolto verso la webcam. Spesso ti invitano a iscriverti al fan club. Le prime volte ci siamo divertiti parecchio non dico a sceglierci la parte, ma solo a curiosare in tanta varietà. In genere trasmettono da stanze chiuse, ma anche da camper. Un gruppo forse russo addirittura dall’interno di un pub chiuso di giorno. Alcune ragazze si vede che lo fanno per lavoro, nel senso che le vedi ogni giorno a ore fisse; ma c’è anche chi si fa vedere ogni tanto. Le scene si possono filtrare per zone (Asia, Europa) o per categorie (teen, trans, gay, couples, etc.). Non si paga, ma sono gradite le mancette, i tokens o gettoni. Si comprano e valgono 10 centesimi di dollaro.La differenza con Ragazze in vendita? Si fa la colletta. La ragazza o la coppia cazzeggiano ma non si danno da fare sotto una cifra stabilita, diciamo 200 gettoni. Se il piatto piange i punti li mettiamo tutti insieme fino al tetto concordato, mentre su RIV pago solo io. Le camgirl guadagnano 5 centesimi di dollaro per ogni gettone ricevuto; il resto va al sito, quindi per fare 50 dollari devono entrarti in tasca 1000 punti. Inoltre, guardando gratis che aria tira possiamo anche farci un’idea. Reciteremo la parte… della coppia scopereccia. Ma ogni tanto Corvina si esibirà da sola: non ho più vent’anni e non ce la farei a pompare ogni giorno; in più, visto che devo lavorare in smart, non posso fare lo stallone a tempo pieno, mentre può decidere lei cosa fare davanti alla webcam, se stuzzicare l’arrapato di turno o tenerlo in chat per un’ora (a tassametro), cosa che lei sa fare benissimo; oppure passare a qualcosa di più spinto, magari in private show. Occhio alle sigle: BRB significa Be Right Back (torno subito), Trampling è chi ama essere calpestato, Twerking sculettare e muovere le chiappe; No Pee no Poo vuol dire non chiedere perversioni da cesso (c’è anche il mercato Scat, soprattutto in Germania). Peggio che mai dover rispondere a chi parla in slang.
Nel frattempo scopriamo che una giovane coppia siciliana è star di Pornhub: Stefano e Federica, in arte Steve e Danika Mori, 29 e 30 anni. Fidanzati da nove anni, da quattro sono produttori di sé stessi, caricando video che non lasciano nulla all'immaginazione, totalizzando (in meno di 3 anni) milioni di views sul sito per adulti più famoso al mondo e guadagnando – dicono – 500.000 dollari. La coppia è ormai tra le più celebri nel mondo del porno: i due sono riusciti a entrare nell’Olimpo delle 20 pornostar più viste sulla piattaforma video di Pornhub. La famiglia di lei all’inizio non accettava. Possiamo crederci: vivi in provincia e vedi tua figlia bocchinara inculata. Ma quando in famiglia arriva un fiume di soldi, alla fine si è molto tolleranti. Quelli hanno fatto i soldi, ma noi? Ne discutiamo, visto che dobbiamo camparci. E come farci pagare? Per lo Stato italiano le prestazioni sessuali a pagamento, pur se in videoconferenza, sono prostituzione. Quindi, si ricorre a ePayments (o a Payoneer, molto simile). Si tratta di un sito molto funzionale: a registrazione avvenuta e verificata la propria identità (inviando documenti di identità e prova di residenza), permette di ricevere i dollari guadagnati. Quando il sito emetterà il payout, entro 24 ore ci verrà accreditato sul nostro conto ePayments, trasferibile su conto corrente bancario o carta credito.
Ma quando fai l’amore con una donna, c’è comunque (e per fortuna) un momento in cui dimentichi di essere ripreso da una telecamera. Magari all’inizio provi imbarazzo, oppure sei un po’ esibizionista (soprattutto le donne). Però alla fine stacchi lo sguardo dal monitor, non pensi ai gettoni e ti dedichi esclusivamente a quello che stai facendo. Il sito si prende la metà del guadagno, quindi per fare 50 dollari dobbiamo in giornata raggiungere un monte premi di 1000 gettoni (ognuno vale 10 centesimi di dollaro e la ditta ne trattiene 5). Da qui l’ossessivo sguardo dei performers davanti allo schermo, al limite del surreale. Come è surreale nel porno in genere la scelta di determinate posizioni, scomode per chi fa l’amore ma più adatte a una ripresa in video. In privato nessuno scopa di fianco per farsi vedere meglio, né sborra fuori dalla fessura per dimostrare a se stesso la propria eiaculazione. Ma il porno è un mondo a sé. Nel frattempo ci studiamo a memoria alcune sigle di generi hard da tenere a mente: Vacaporn, BDSM, DIC, Limo, CMNF, ENF, Frossage, Hussie... BDSM è un termine ormai comune: Bondage, Sado Maso. DIC è italiano: dito in culo. Vacaporn sono le scopate fatte in vacanza. Frossage è lo sfregamento tra due fiche di due ragazze lesbiche che s’inforcano a Y, dette anche Sweet scissors (forbici); CMNF sta per Clothed Male Naked Female, cioè un uomo vestito che umilia un gruppo di donne facendole spogliare davanti a lui col cazzo dritto; in genere lui è un carceriere o un sergente dei Marines. ENF sta per Embarrassment and Forced Nudity, ovvero ragazze nude che si vergognano di essere riprese (Embarrassed naked women, shy and reluctant). Vera o finta vergogna? Come è abbondante il genere “Uomo nero con tre bianche bionde”, e non sempre lui è BBC (Big Black Dick). Quanto a Limo, non ci arriverete mai: sono le scopate di lusso, fatte dentro una limousine che gira la sera con i vetri scuri. Per chi ha fatto l’amore con la propria fidanzata o con una mignotta dentro una Fiat e cercando di scansare la manopola del cambio, è decisamente un sogno proibito. E se di notte a Roma vedete una macchina bianca lunga otto metri che gira per i viali del centro, sappiate che chi c’è dentro non ammira solo il Colosseo.
Ma torniamo al lavoro. La videocamera oggi l’abbiamo messa in modo che lei guardi fisso l’obiettivo mentre la monto da dietro. In questo modo otteniamo due vantaggi: lei controlla in ogni momento chat e salvadanaio quando non impazzisce per il piacere; in più chi guarda si eccita davanti a quel volto di donna in primo piano, mentre man mano i muscoli facciali si contraggono e il respiro si fa sempre più affannoso e raggiunge l’orgasmo. L’abbiamo provata ieri pomeriggio e funziona, cazzo se funziona! A questo punto il filmato va solo montato e confezionato con VideoStudio Prox2 per mandarlo a qualche sito americano che paga le riprese complete. Non arriveremo a guadagnare i 2500 dollari a posa giornaliera di una giovane pornostar, ma ti accreditano soldi veri. Trovare le informazioni è facilissimo: aprite Google e digitate: sell your video porn.:
Non è il caso di far riconoscere i quadri del salotto, e la Madonnina che ogni sera ci guarda e ci protegge col suo sguardo allo stesso tempo materno e verginale, forse non sarebbe contenta di quello che facciamo nel talamo nuziale per pagare le bollette. Già, perché sotto sotto siamo buoni cattolici. Detto questo, di nuovo al lavoro. Problema del giorno? Non riesco a convincere Corvina a depilarsi la passera e da almeno trent’anni il porno richiede un pube liscio e ormai anche le fidanzate e le amanti si sono adeguate alle richieste del mercato. Le mogli no, quelle restano ancora ferme a criteri estetici vintage. Nel porno anni Settanta e Ottanta il pelo c’era: il primo amore che riuscii a portarmi a letto aveva tanto di quel pelo pubico che non sapevo bene dove infilarlo. Il mercato oggi vuole una fica liscia e depilata, non importa se slabbrata. Altrimenti il pelo resta confinato a settori di nicchia, come hairy pussy. Per non parlare dei tatuaggi. Corvina non ne ha, ma possiamo usare decalcomanie. Mentre ancora discutiamo, troviamo alla fine una soluzione di compromesso: se la raserà alla russa, cioè lasciando una specie di fiammella centrale. Fa molto scena ed è pure arrapante. In fondo poi lei viene da una città del Mar Nero, l’antica Tracia. Altro passo: dobbiamo decidere i nomi d’arte. Carta e matita, ne proviamo una decina, ma alla fine puntiamo su Fallen Angels, gli Angeli Caduti. Rende bene l’idea della drammatica discesa verso la dura realtà terrena e così ci registreremo. Come solista lei invece sarà Jovanka, quella che la spalanca.
Nel frattempo ripassiamo il nostro inglese scolastico, adeguandolo allo slang dei sex-workers, quali ci proponiamo. La parola “Sex workers” ci piace: l’applicazione del politically correct al puttanesimo dona novella dignità al nostro sudato lavoro. Già, perché si suda parecchio. Nel film L’amante (1992) diretto da Jean-Jacques Annaud e tratto dal romanzo autobiografico di Marguerite Duras, nel crudo realismo della regia c’era una svista di non poco conto: pur vivendo in un paese tropicale, lei e il cinese scopano come ricci ma non sudano mai. Ci stavo pensando oggi mentre ci facevamo l’ennesima doccia dopo un’ora di duro lavoro. Ma in realtà la fatica consiste anche nello star dietro alle chiacchiere e alle cazzate dei fan, da cui comunque dipendi economicamente. Se il “goal” è lo spogliarello o il rapporto orale o la sculacciata non ti devi preparare più di tanto, ma se come traguardo metti un rapporto completo e non simulato io devo allora mantenere intatte le mie forze fisiche e mentali. Purtroppo molti spettatori sono poco educati. Finché pagano, mi direte… già, ma quando la propria moglie viene apostrofata come fosse una puttana di strada e tu sei un frocio se non la penetri per mezz’ora di seguito, che fare? Li mandi comunque affanculo, bulli a distanza. Non dobbiamo scopare, ma esibirci. Ricordatevelo: le pornostar non scopano, ma fanno spettacolo..
Il titolo della stanza è cambiato in “D𝗲𝘀𝘁𝗿𝗼𝘆 𝗺𝘆 𝗮𝘀𝘀, boobs will shake ! ( #pvt open) 𝗧𝗿𝘆 𝘁𝗼 𝘄𝗶𝗻 𝘃𝗶𝗱𝘀 𝟮𝟱𝘁𝗸 #anal #private #milf #bignipples”- Ticket sale ready!
Ma a questo punto deve essere pronta a farsi inculare. Altrimenti specifica fin dall’inizio. NO ANAL, my body is too tiny! e a quel punto il curiosone cerca altrove, tanto c’è anche chi ogni giorno si fa sfondare da enormi cazzi finti pieni di nervature o anche da quello del partner. Ma per ora aspettiamo che i chattaroli siano almeno cinque o sei, in modo che creino il “gruppo di acquisto” per qualcosa che vada oltre lo strip o il pompino da mezz’ora (sempre che uno non venga prima). Meglio se alla fine chiedono un privato (pvt): sono più soldi. C’è persino chi manda un gettone per volta, ma per fortuna la media è di 10-15 a testa. Ricordo che 10 gettoni sono circa 1 euro, di cui a noi tocca la metà. Fatevi quindi un calcolo e capirete perché ci stiamo per tre ore. Alla tastiera rispondo alla chat sperando di capire il loro inglese gergale o lo spagnolo (ma chi l’ha detto che lo spagnolo è come l’italiano?). E’ una sequela di domande intime, insulti e desideri sfacciati, lodi puttanesche e gesti di sfida, ai quali devi esser pronto a rispondere al momento. A un moralista che rompeva i coglioni invece gli ho chiesto – in stile “Zanzara” – “ma secondo te tu come cazzo sei nato?”. Ma sono eccezioni: alla fine esce sempre fuori la stessa proiezione: la donna buco e il superman del cazzo. Non puoi deluderli: vogliono la slut for daddy (incesto che passione) o il deep fucking. Quando la colletta raggiunge il goal (ovvero la cifra stabilita), si fa quello che vogliono loro. E siccome piace anche a noi, collaboriamo volentieri. Con l’anale poi sono 5000 gettoni, cioè 250 dollari per noi, e in fondo (esattamente) lo amiamo entrambi: il muscolo stringe molto l’arnese e quindi l’erezione dura di più e dentro resta più a lungo, mentre lei continua a masturbarsi e le terminazioni nervose dell’utero e della vescica sono come tempestate di scariche. E se va bene – ma lei, oltre ad aver bevuto un litro d’acqua deve stare davanti alla videocamera a fica aperta, ma letteralmente impalata – le esce uno schizzo di pissing che fa impazzire i fan più generosi e fa saltare il banco. Direi che ci divertiamo, almeno per ora.
Ieri ho scoperto un gioco che ci potrebbe servire: Cunt Empire (l’Impero della Fica). Da qualche parte c’è pure un tutorial video che spiega come metter su una serie di stanze-teatrino per cam-girl e far tanti soldi: “Cunt Empire è un gioco porno che ti dà l’opportunità di fare carriera in questo settore, dove sei chiamato a fare spettacoli in cui le ragazze calde devono eccitarsi per soddisfare la clientela. L’obiettivo è quello di costruire dall’inizio un impero nell’industria della pornografia. Devi essere in grado di trasformare il tuo studio originale in una fabbrica che domina l’intera città. Le linee guida del gioco ti aiuteranno a fare ciò che serve per raggiungere il livello di successo desiderato.” Il video tutorial e le istruzioni sono chiare e anche divertenti: come arredare le stanze (studio, BDSM, salotto), come scegliere le ragazze (casting e biografie), quali giocattoli comprare, come motivare e tenere le ragazze (timide, troiette, dominatrici, c’è di tutto). Devi essere determinato e conoscere i tuoi polli e adattare l’azienda alla crescente domanda. In fondo – questo dice il tutorial – tu sei un ex regista porno che ora si è adattato al nuovo mercato e hai tante troiette per iniziare l’impresa e te le puoi anche scopare (magari!). Per il casting hai al fianco Little Caprice (una vera pornostar) e devi testare i prodotti prima di offrirli ai consumatori (un duro lavoro!). Mi rivedo più volte il video tutorial e inizio a giocare qualche partita insieme alla mia complice moglie, incuriosita dalla mia scoperta in rete. Mi consiglia anche di non fare il tirchio con le ragazze (visto che me le scopo pure) e di investire di più sugli arredi. In più possiamo affittare una sala BDSM: si guadagna parecchio, ma le scenografie devono essere curate e le ragazze non devono solo recitare, ma provare piacere nelle punizioni: nel casting cinicamente selezioneremo quelle che da bambine sono state trattate male. Quando i musulmani e gli ortodossi parlano di Occidente immorale, forse hanno ragione. Di tutto questo parliamo come se niente fosse: ormai anche lei è entrata nel meccanismo e si comporta come una perversa, lucida donna di affari. Solo ora so chi ho sposato.
Oggi, aspettando che qualcuno ci si fili, do un’occhiata alle altre coppie (ma quanto sono troie le sudamericane!) scorro un catalogo di giocattoli per grandi. Corvina indossa un baby doll rosa, io uno slip nero e siamo sbracati sul divano, ma scorriamo le liste degli articoli in vendita con poco entusiasmo. Ad Amsterdam ricordo l’impatto con un sex-shop (ero molto giovane): sembrava un museo criminale, soprattutto nel settore giocattoli e in quello BDSM. Oggi quella roba fa ridere pure i bambini, ma è impressionante la segmentazione del mercato: questo catalogo solo alla voce “falli realistici” elenca 576 prodotti diversi, più gli omaggi: lo sculacciatore in ecopelle ( = plastica) nera a forma di paletta, la “catena anale Thai” con 10 sfere progressive 30x2.5, la maschera in stile veneziano “Royal”. Meglio il cuneo anale (butt plug) da passeggio; per 11 euro la catena anale da 6 palline in forma di cuori in silicone (che romantici!). Altrimenti c’è quello con la coda di volpe. I cazzi finti si possono filtrare per misura (scegli la lunghezza, fino a 13 cm > oltre i 25; scegli il diametro, fino a 3 > oltre 8 con le gradazioni intermedie) o per tipo: anale a sfere progressive con ventosa, africano (no Racism!), equino (sic), realistico curvabile a piacimento, morbido con glande scoperto, termo reattivo africano, più la serie dei falli indossabili (non ho un cazzo da mettermi?). Il pensiero corre immediato alla supercazzola con scappellamento di Amici miei.
Ma ora finalmente l’atmosfera si scalda: abbiamo 8 utenti collegati, ben lontani dai 234 di una buona giornata e lontani anni luce dai 952 di LucyNuty, una signora asiatica che gioca da 7-8 ore con un cazzo finto (ogni scheda ha la statistica in tempo reale). Noi siamo ancora dilettanti, certa gente lo fa proprio per mestiere e si mostra ogni giorno (o di notte, visto il gioco dei fusi orari). Comunque ci dice bene: dopo aver chattato per 40 minuti, Corvina fissa un tema: slut for daddy, che funziona bene: lei ha il corpo e l’aspetto di un’adolescente, al punto che qualcuno me la scambia per figlia. Come padre incestuoso sarò molto delicato, almeno all’inizio, poi… Molte donne esibizioniste sono state sicuramente trascurate dal padre quando erano bambine e cercano di attirare l’attenzione su di sé. Quale migliore occasione per riparare ai torti subìti? Quel baby doll sarà presto sfilato da papino e questo è solo l’inizio. Mi dicono che ormai l’incesto impazza, e ci credo: le ragazze ormai sono sessualizzate fin da bambine e quando ti ritrovi una moglie sciatta e una figlia ninfetta, la vai a prendere fuori scuola e vedi le sue compagne con l’ombelico di fuori e il capello liscio, allora entri in cortocircuito e ti sfoghi in chat. Io invece recito per bene la parte di papino affettuoso che si spupazza la figlia mezza nuda e provocante quanto bisognosa di affetto. I vecchi filmetti porno erano pieni di false minorenni con lentiggini, treccine e calzettoni, tutte sorelle di Pippi Cazzilunghi.
Ora ci divertiamo: alla tastiera digitiamo “next goal: blowjob”, mettendo 300 gettoni come monte. In mezz’ora dovremo farcela e nel frattempo ci carezziamo e baciamo levandoci quei pochi stracci che avevamo ancora addosso. In ogni caso prima o poi dovremo concedere quanto promesso e per fortuna Corvina sa il suo mestiere: il pompino come spettacolo. Ma il vero problema è farselo succhiare e lavorare per mezz’ora senza eiaculare. E’ un bel controsenso: lei ti eccita ma tu non devi venire prima di poter sbirciare sul video, controllare il piatto e non appena leggi “300 tks” puoi digitare “goal reached” e solo allora puoi schizzarle lo sperma in faccia. La scena poi può continuare con un’altra mezz’ora di bocca fino a che non ridiventa duro e nel frattempo la colletta ha raggiunto 500 gettoni, il che significa poco più di dodici euro in tasca per noi. Questo significa stare sempre con gli occhi sul display e infatti nessuna camgirl si leva mai gli occhiali anche se ce l’ha dentro la gola. Ma se ci faremo una certa fama possiamo alzare il prezzo delle nostre prestazioni.
Abbiamo finalmente un feticista: per noi è solo un buon cliente, assiduo quanto stupido e ossessivo. Show feet 24 tokens, ma poi chiede il privato e qui a 30 gettoni al minuto possiamo alzarne anche 1000, cioè 100 dollari di cui la metà va a noi, l’importante inventarsi qualcosa per un’ora e passa. Ma quando per mezz’ora hai fatto vedere i piedi con piante e dita in primo piano, li hai leccati o succhiati (bleah!), che altro t’inventi? Lei si dà da fare lavorandomelo con i piedi (prima l’olio!), io mantengo la chat chiedendo di continuo che altro vogliono vedere. Mia moglie è una bella fica ma questo vuol vederne solo i piedi e spara in chat un delirio non si sa bene se letto nei fumetti o creato sul momento. Meno male che siamo lontani. Il guaio è che alla fine ti adegui al mercato, e se ti chiedono di frustare le bambine c’è sempre qualcuno che per soldi ti verrà incontro con le nipotine, al netto della galera. Qui è tutto legale e finita la performance, una bella doccia senza telecamere (magari avessimo una Jacuzzi!). E poi, in fondo non c’è niente che una moglie non sappia fare anche meglio di una pornostar. Il problema è che molte mogli col tempo s’impigriscono.
Ieri l’abbiamo fatto in cucina. Certo, fornelli accesi e tavoli di marmo non sono i posti più comodi, ma alla gente piace sognare questo. Anche l’ascensore è molto gettonato, ma nel nostro condominio finiremmo arrestati dopo mezz’ora. Comunque ricordo una volta di aver sentito in un ascensore di un ministero un penetrante odore di ormoni che nulla lasciava al dubbio. Chissà quale coppia di impiegati l’aveva fatto.
Corvina oggi lavora come solista, io devo sbrigare le pratiche di ufficio. I giocattoli sono stati lavati la sera prima con acqua e sapone, lei è in lingerie e digita già le prime risposte ai fan. Cerca di farli scoprire, sta attenta alle loro ossessive ripetizioni, ormai ha imparato anche lo slang. Naturalmente gioca coi cazzi finti, i quali hanno un grande vantaggio: funzionano sempre, mentre lavorare per ore con uno vero non garantisce un rendimento costante. Un video lo puoi rimontare con prestazioni riprese in momenti diversi, mentre la diretta deve garantire la continuità. Non per niente spesso per una o due donne ci sono almeno tre uomini: ci si alterna come gli operai di turno alla macchina. In più, gli arnesi finti sono ormai ben fatti – colori e nervature comprese – e si può giocare con le varie dimensioni, alternando misure diverse o chiedendo al cliente da dove cominciare. Più è grosso, più si paga. Se poi è di scena l’anale, meglio ancora. Certo, rispondere alla tastiera con la destra mentre la sinistra ci si infila a pistone un cazzo finto dentro la topa non è facile, ma ci si abitua.
Siamo i proletari del sesso. Alla fine controlliamo sempre il video per leggere in chat l’umore del pubblico, quali prestazioni ti chiedono, quanti gettoni stanno arrivando. E se non si raggiunge per tempo l’obiettivo fissato – tipo pompino non prima di 300 gettoni – devi comunque prendere tempo ma lasciarti le forze per la penetrazione finale, magari in show privato a 40 gettoni al minuto (tradotto, per noi sono 2 euro/min). Alla tastiera lascio sempre lei: può digitare e rispondere ai fan anche con l’arnese dentro la topa, mentre io invece devo concentrarmi ed evitare distrazioni. Quando sento però il “ding” del lovense so che qualcuno ha mandato gettoni in più. Il resto dei fan segue guardando magari anche per ore, ma senza spendere una lira. Per loro è una droga. Ma lo è anche per noi. Siamo dipendenti dal sesso. Già farlo ogni giorno crea dipendenza: da un sondaggio è emerso che gli uomini europei tollererebbero l'astinenza per due settimane, ma farlo ogni giorno aumenta la dopamina. Ricordo quando da giovane riuscii a farlo più volte al giorno per diciotto giorni di seguito con una ragazza che purtroppo non ho sposato. Il diciannovesimo giorno – le vacanze erano finite, dovevamo separarci - eravamo come storditi, in autentica crisi di astinenza.
Nel frattempo la mia fedele Corvina ha messo in rete il nuovo tariffario: "'CrazyGoal': deepthroat bj ( = blow job, pompino) every @goal (100tkns) @30 (cum on --> choose in poll) ❤PvT open (sex, bj, cum)❤ : 60 tokens/min #18 #teen #cum #couple, tutte sigle che ormai anche voi avrete imparato a decifrare. Un pompino sono 100 gettoni, quindi 5 euro vanno alla coppia. Piacevole o faticoso che sia, per noi il sesso è ormai un lavoro, ma non possiamo farne a meno. In fondo aspettiamo solo il momento del collegamento, gratificati dai fan e sessualmente dipendenti quanto loro. Solo che noi scopiamo e loro si fanno le seghe. E’ una società di grandi, infaticabili segaioli.
Una cosa la vorremmo copiare dalle performance dei ragazzotti e puttanelle sudamericane che sembrano uscire da Gomorra: il Divano Tantra. Ci vuole meno a disegnarlo che a descriverlo: è un divano con un profilo doppio ondulato, che permette alla donna di star comoda in qualsiasi posizione sessuale. Viene descritto in rete come Divano Tantra, poltrona erotica. Divano per rilassarsi e sperimentare il Kamasutra. Divano per fare l'amore. L’unica cosa è il prezzo, almeno 600 euro. Rimandiamo quindi l’acquisto. Tra l’altro è arrivata la fattura del condominio, più la bolletta del telefono, in più scade il bollo auto, anche se non la usiamo. Per aumentare il mensile decidiamo quindi di far entrare un’altra persona. Deve avere precise caratteristiche: una ragazza giovane dai tratti di adolescente, quelle che in gergo si chiamano barely legal (mentre le jailbait sono quelle per cui vai in galera) e che possa passare per figlia. Nel trio erotico in genere lei spia la coppia masturbandosi, oppure seduce l’uomo mentre l’altra è fuori campo e quando li scopre si unisce a loro iniziando un rapporto lesbico che poi continua con un menage à trois. E’ la Commedia dell’Arte in versione porno, le parti sono assegnate da copione. Nella realtà è plausibile la prima immagine, ma non la seconda, tipica di qualsiasi filmetto hard, dove le porte non le chiudono mai, ma sappiamo tutti che se tua moglie ti becca a letto con la ragazzina cava gli occhi a tutti e due. Nel migliore dei casi vi gonfia di botte (da chi comincia?), mentre nel porno la famiglia allargata (esattamente) è garanzia di felicità. Residuo forse della poligamia, quando una moglie più giovane affrancava la prima dal lavoro manuale e familiare.
Ma intanto bisogna cercare la persona adatta. Ci pensa Corvina e neanche ci mette molto: Sara è una giovane attrice di teatro e in questi mesi i teatri sono chiusi. Ha un volto interessante. Il volto vuol dire molto. Ci sono bambine con cui hai paura di incrociare lo sguardo per non fissare nella memoria il loro naturale, magnetico sguardo da bambola perversa, mentre ragazze con la faccia acqua e sapone son capaci di fare le peggio porcherie, ma questo vieni a saperlo dagli altri o resti a bocca aperta quando in rete vedi un’angelica biondina che si fa sbattere per mezz’ora da un senegalese. Sara ha pochissimo seno e dimostra meno dei suoi 22 anni, anche se nel disclaimer dovremo sempre dire che è maggiorenne. Ha bisogno di soldi come noi, ed è abbastanza disinibita, né per ora ha un ragazzo che le sta addosso. Corvina e Sara si erano conosciute durante un laboratorio teatrale e dopo non si erano mai perse di vista. Me la ricordavo, presto ho capito di che pasta è fatta certa gioventù: di farsi vedere non gliene fregava niente, tanto lei era scappata dal paese a diciotto anni per seguire il DAMS e un regista di teatro, con il quale aveva in effetti non solo avuto una storia, ma anche lavorato in diverse produzioni. Con lo sguardo seguiva il nostro discorso, facendo capire che la parte della verginella timida la divertiva pure. Abbiamo concordato il canovaccio, che qui riporto:
• L’iniziazione della (finta) adolescente deve essere graduale e credibile;
• Quando lei spia i “grandi” che scopano, meglio usare due videocamere alternate, una puntata sul letto della coppia, l’altra in primo piano su di lei che spia e si masturba;
• Non bisogna scoprire subito la ragazza che spia, ma insospettirsi di continuo per i rumori. Per l’uomo è una tortura; deve interrompere ogni volta e alla fine sarà lui, incazzato (esattamente) a scoprire la ragazza mezza nuda che si tocca.
• Una volta che lui prende per un braccio la fanciulla e la porta davanti alla moglie, non devono subito lesbicare: farà spogliare lentamente la piccola spia e la farà lentamente avvicinare a lei. Poi farà un cenno a lui di uscire… non è chiaro se la ragazza sarà punita e come.
• Lui se vuole può guardare la scena dalla stessa prospettiva della ragazza, oppure tornare dieci minuti dopo, chiamato dalla moglie, la quale condurrà il gioco autorizzando l’accoppiamento.
Proviamo l’ingresso in scena della ragazza: deve semplicemente passare ogni tanto dietro a noi come se fosse una di casa, ovviamente vestita. Saranno gli utenti collegati a far domande, a chiedere chi è e che ci fa a casa nostra in salotto o perché è così impacciata quando stiamo “lavorando”. Non deve per nessun motivo sembrare una complice prezzolata, ma una ragazza che per caso passa ogni tanto da noi, cosciente del nostro lavoro ma imbarazzata davanti al sesso esplicito. Né deve accorgersi di essere ripresa dalla camera anche lei, anche se entra in campo. A quel punto la trappola è pronta…
…e funziona. Io e Corvina stiamo nudi sul divano come da routine, lei alla tastiera e io a concentrarmi sull’uccello. A quest’ora ci sono molti utenti collegati (dipende anche dal fuso orario di residenza) e non appena Sara entra lentamente in campo per chiedere qualcosa a Corvina, la chat impazzisce: tutti a chiedere di lei. Ma non ce la sprechiamo: diciamo solo che è figlia di amici e che viene una volta ogni tanto, magari prende ripetizioni di russo. Ebbene, per almeno un paio d’ore dovremo rispondere in italiano e in inglese alle peggio richieste, facendo finta che cercheremo di convincerla a venire più spesso e a levarsi qualche straccio di dosso. Questo serve anche per alleggerire il nostro lavoro – soprattutto il mio – e a creare diversità: alla fine neanche Corvina sa più che inventarsi e il lesbo in fondo non è poi faticoso. Aumentando l’interesse del pubblico aumentano i guadagni, anche se Sara (la futura Sara Squirt) vuole la sua parte. Anche lei deve campare. Strano mondo l’hard: in rete ci sono giga di porno gratis senza che nessuno si chieda da dove provengano gli investimenti miliardari che lo alimentano. Dall’altra parte ci siamo noi, i guitti del porno fai-da-te, pronti a vendere la figlia (fasulla) o a farselo succhiare dalla moglie davanti a tutti pur di arrivare alla fine del mese. Anche se venti o trent’anni fa il porno casalingo era di nicchia, oggi sono le major dell’hard a imitare volutamente lo stile casuale e sgangherato delle porcherie girate in casa. Am-pro si chiama, professionale ma girato in stile amatoriale. Esempio brillante di manierismo.
Noi invece continuiamo a “lavorare”. Un’ora di “riscaldamento” e chat coi clienti, poi la penetrazione vera e propria, che può andare avanti per mezz’ora, un’ora al massimo (non sono Rocco Siffredi), ma solo se il monte premi raggiunge la cifra stabilita. “La pornografia spesso assolve al bisogno di sesso essendo veloce, illimitata, economica ed essendo accessibile in qualunque momento della giornata e per tempo prolungato”. Solo che questo vale per chi guarda, non per chi suda lavorando. Noi siamo la carne fresca, giornaliera. We are a couple who likes to have fun here.
E’ ora di andare a letto, ma per dormire. Siamo esausti, ma abbiamo il coraggio di coricarci nello stesso letto dove abbiamo “lavorato” per ore. Ci vuole un certo coraggio a prender sonno nello stesso luogo dove l’hai fatto davanti a tutti, ma siamo stanchi e poi chi se ne frega. Quanto tempo siamo stati in linea? Il contatore dice 5,15 ore. Neanche ce ne siamo accorti, attenti ad aumentare l’audience e a far sesso dilatando i tempi e i buchi per incoraggiare la donazione di gettoni. Corvina dal canto suo mette i giocattoli dentro una bacinella piena di acqua e sapone e lysoform, lava e sterilizza tutto. Buffo vedere i cazzi ad asciugare. Ieri poi lei non voleva rientrare nel letto, diceva che le prendeva la nausea a rivedere le stesse lenzuola e gli stessi cuscini dove aveva fatto per ore i pompini con lo sguardo fisso sul video e le dita sulla tastiera. L’ho guardata in viso: aveva ormai gli occhi a cinescopio, come se avesse lavorato al computer per troppe ore. Neanch’io dovevo sembrare fresco e riposato, ma per un uomo è diverso: occhi a parte, ero totalmente spompato e l’arnese ormai serviva solo per pisciare. Finale? Ci siamo coricati tutti e due sul divano: mai lasciare sola una moglie. Quanto avevamo fatto? L’avrei controllato il giorno dopo, ero troppo stanco.
Sto cercando di convincerla che col kink si guadagna di più. Non c’è bisogno di farsi legare con un salame mentre la schiaffeggio e la prendo a calci; basta che faccia finta di avere le mani legate dietro la schiena e mezza nuda sembri costretta a prenderlo in bocca. Me lo chiede in chat un utente BDSM, che escludo: servirebbe un bravo scenografo che sappia organizzare la scena, posizionare bene le luci e scandire la progressione delle torture. Ma nel frattempo Sara Squirt, la nostra “figlioccia” entra timidamente a curiosare, ma è tutta una messinscena: Corvina è in lingerie, io in slip, siamo in salotto e rispondiamo in chat a chi si è collegato, con gli occhi fissati davanti al video e le mani sulla tastiera. Sara si avvicina piano piano e noi cerchiamo di tenerla lontana dalla chat, ma alla fine accettiamo che si sieda in mezzo a noi. Sembra più giovane dei suoi 20 anni e come da copione, gli ammiratori (guai a chiamarli clienti) iniziano a fare un sacco di domande, per poi passare a richieste più esplicite. Il piatto piange, quindi si parte con la posta: “undress slowly”, spogliati lentamente. Sara fa la pudica e ci guarda negli occhi, come dire “lo devo proprio fare?” , noi la guardiamo come a dire “devi stare al gioco” e lei recita per benino la parte di Maria Peluria: poco trucco, capello corto liscio, sguardo curioso ma non complice. Se solo sapessero che prima abbiamo fatto le prove… comunque i gettoni cominciano a suonare e iniziamo a levarle la camicetta. Rimane col reggiseno Yamamay. E qui il lento passaggio di consegne: man mano che arrivano i gettoni, invece di Corvina sarà lei a rispondere alla tastiera, facendo capire che vuole essere trattata bene come una fidanzata, ma rispondendo sinceramente (?) alle domande sulla sua vita privata. A crederci, è una brava ragazza disposta ad aprirsi a nuove esperienze, curiosa ma non perversa. Più chiacchiera, più gettoni arrivano. Ci sono ragazze che prima di levarsi uno straccetto te la tirano anche per due ore e Sara forse è il tipo adatto: non è sexy, ha poco seno e non mette a disagio i timidi. E quando in futuro chiederanno un rapporto lesbico con mia moglie, si può creare un profilo parallelo e chiamarlo Corvina & Sara, contabilizzato a parte. Tutto dipende dalle reazioni del pubblico, che controllo a distanza: sono uscito di scena e controllo la chat da un’altra stanza col mio smartphone. Esperienza curiosa: faccio ora io la parte del cliente e devo dire che Sara mi fa pure arrapare con quelle movenze da zozzetta di provincia nello stile di Che Dio ci aiuti, ma questo meglio che non dirlo. Piuttosto, più tardi faremo il debriefing e devo riferire. L’idea deve funzionare, visto che dobbiamo dividere i guadagni con Sara. Mentalmente immagino che Sara sia mia figlia: nei siti e nei racconti erotici l’incesto impazza. Sono immagini spesso amatoriali, dove si vede gente comune in interni di case anche modeste; manca la cura formale dei siti industriali, ma proprio questa impronta artigianale è in fondo garanzia di autenticità e al pubblico piace la sincerità, per quanto erano teatralmente costruiti i film di una volta.
“Allora, come siamo andate?” “Siete state bravissime; i tempi in qualche momento possono essere abbreviati, ma può andare”. Sara può rimettersi il reggiseno. Peccato.
Nel frattempo Anal_girl1 fa sul serio: gioca con un attrezzo lungo 60 cm, sagomato come una grossa lingua. Oppure un fallo equino. Solo che ci mette un’ora e nel frattempo fa i soldi: 1020, 999, 712, 438 gettoni. Sta alla tastiera e si vede di schiena e ogni tanto gioca col dildo facendo capire il giro che quella lingua di drago farà nelle sue viscere dall’ano su per il retto e infine stimolando il colon. Sicuramente lavora o lavorava in qualche club e ora ha capito che può farlo di giorno da casa invece che in qualche night o in uno squallido teatrino di Amsterdam. Noi invece siamo solo modesti artigiani del sesso. E non prendo il viagra (per ora), mentre nel porno gira anche parecchia gorbaciof: i maschi la usano per lavorare, le pornostar si fanno di cocaina e lo sanno tutti.
Perché uno dovrebbe pagare una che si spoglia più lentamente? Ce lo chiedevamo io e Corvina. La domanda mi ricorda una questione da liceali: perché corteggiare una ragazza di mentalità tradizionale se c’è quella che si concede con più facilità e facendo meno storie? Lei ormai è bravissima: intanto cerca di capire l’età del cliente. E’ importante: la maggior parte dei clienti che spendono soldi, soprattutto sulle lunghe esibizioni, tendono ad avere più di 30 anni: gli ammiratori con meno dii 25 anni difficilmente saranno buoni clienti, lo dicono le statistiche; qualche volte chiedono persino consigli per uscire con una ragazza vera. Ma, una volta finita l’esibizione, Corvina non fa l’errore di rivestirsi davanti alla telecamera, ma esce fuori campo e magari va al bagno o a mangiare qualcosa che le ho preparato fra una pratica e l’altra. Lavorare da casa significa darsi una disciplina e non girare per casa in pigiama. Oddio, davanti alla telecamera non ho neanche quello…
…mentre Corvina conosce l’arte della seduzione: biancheria intima scelta con cura. Non si veste invece da infermiera, da studentessa con gli occhiali, da schiava o da regina, dice che sono stronzate. E’ diventata poi bravissima a inventare una storia confrontandosi con l’ammiratore di turno, specie se chiede un privato. Una volta capito il tipo psicologico, affabula un’autobiografia su misura, sorta di film a episodi di cui è lei la regista, e così se lo porta in privato anche quando appena lo vede entrare in chat. Quella del gioco segreto è roba che funzionava anche da bambini e in fondo ognuno di noi vuole sognare o tornare all’età dell’innocenza… perversa. E di fronte a un richiamo così potente ed esplicito alla continuazione del “gioco segreto”, difficile resistere: vi chiederà di andare in privato per vedere la nuova puntata della serie. Un privato un po’ strano: si può spiare un “private show” per 12 gettoni al minuto, quindi io pago per guardare da solo, ma in quel momento forse lo fa pure qualcun altro di nascosto. E poi, cosa possono fare una donna o una coppia di diverso da quello che faceva davanti a tutti un minuto prima? Evidentemente c’è a chi piace la visione esclusiva dello spettacolo, oppure è sempre la vecchia storia: l’illusione di un rapporto personale.
Oggi in rete puoi avere tutto e subito. Resta però un limite: gli ingredienti del sesso sono solo due e sempre gli stessi dai tempi di Adamo ed Eva e certe volte non sappiamo più che inventarci: l’anatomia quella è. Ma non è un gran problema: il porno è necessariamente ripetitivo. Detto questo, ci prendiamo una pausa. Siamo esibizionisti, ma ogni tanto a letto ci andiamo con la telecamera spenta. Ma se mi prende un infarto possiamo sempre girare il sequel di Necromantik (1987), quel film porno-horror necrofilo prodotto in modo semiamatoriale da Jörg Buttgereit, magari lo intitoliamo Pompe funebri. Ma spero di non morire sul campo. Abbiamo imparato a separare il sentimento dal sesso spinto, a scindere l’affettività dalla sessualità, anche se questo lavoro ha modificato il nostro rapporto fra emozione e immagine. Tutte le camgirl e gli attori su un punto sono tutte concordi: per mantenere una vita normale sdoppiano necessariamente la loro personalità. Dobbiamo per forza sdoppiarci. Lo facciamo già col nome, più difficile farlo con l’anima. Ma bisogna farlo.

scritto il
2022-05-12
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