A casa mia
di
Davide Sessanta9
genere
etero
Era un umido pomeriggio estivo e aspettavo il mio amico per un caffè, nella abitazione in cui vivevo da circa tre mesi. Ero in una profonda crisi sentimentale e insofferente nei confronti delle persone che avevo attorno. Non ero felice e piuttosto confusa su quanto desiderassi.
Lo screen dello smartphone si illuminò. Andai ad aprire il portone, il mio amico era arrivato.
Lo feci accomodare dopo un grande abbraccio e andai ai fornelli a preparare il caffè.
Indossava un pantaloncino beige e una maglietta azzurra, io invece avevo uno short e una maglietta gialla con un'ampia scollatura. Avevo acceso l'aria condizionata e il clima era piacevole, rispetto al caldo insopportabile all'esterno.
Parlammo del più e del meno, come al solito. Raccontò del suo lavoro e io gli parlai del mio, parlammo poi di come procedeva la vita in generale. Sapevo di potermi aprire con lui e gli parlai dei miei problemi relazionali. Vivevo di incertezza, perché non desideravo più sessualmente il mio partener e non riuscivo neanche a tollerare alcuni suoi atteggiamenti. Avevamo trascorso tanti anni insieme, eppure eravamo dei perfetti estranei. Lui sembrava non fosse più interessato a riconquistarmi e io tanto meno volevo che lo facesse. Per questo motivo avevamo concordato di prendere una pausa.
Il mio amico si mostrò premuroso e comprensibile, mi ascoltò e suggerì come comportarmi. Apprezzavo tanto le sue parole, perché caratterialmente eravamo simili e sapevo che una prospettiva diversa dalla mia sarebbe stato utile.
Continuai a parlare di quello che sentivo e di come stessi soffrendo per quella situazione, tuttavia dopo alcuni minuti notai un fare disinteressato da parte sua. Annuiva e non parlava, come se fosse distratto. Osservai che con la coda dell'occhio stava guardando la mia scollatura. Era un gran maiale, ma ne ero da tempo consapevole. Sapevo che moriva dalla voglia di scoparmi, ma avrei continuato a parlargli per farlo cuocere a fuoco lento. Avrebbe dovuto desiderarmi e io mi sarei concessa. Praticavo autoerotismo da tanto tempo ed era arrivato il momento di godermi una sana scopata.
Gli dissi che avevo dolore cervicale e lui si offrì di farmi un massaggio ed io ovviamente accettai. Il massaggio era piacevole e ben presto si trasformò in qualcos'altro. Con una mano agguantò un seno e incominciò a baciarmi sul collo. Avvertii le mutandine inumidirsi. Poi ci baciammo, mentre lui mi stimolava il capezzolo destro.
Alzandomi, lo presi per mano e lo condussi nella stanza da letto. Lui si stese, togliendosi pantaloncini e mutande, mostrandomi il suo membro dritto e duro. Presi a masturbarlo. Poco dopo mi spogliali e salii sul letto.
Posizionandomi a novanta gradi spostai il perizoma da un lato, scoprendo la mia figa bagnata. Desideravo con tutta me stessa essere penetrata e quando lo vidi sollevarsi sulle ginocchia bramai il suo cazzo. Ero pronta, ma ad un certo punto avvertii che la cappella era poggiata sul mio ano. Fu un istante e sentii i tessuti lacerarsi. Con impeto e violenza aveva infilato il suo cazzo nel mio culo, facendomi urlare di dolore. Gridai di fare piano, ma sapevo che sarebbe stato inutile. Più soffrivo e più godeva. Quando ebbe la sensazione che mi avesse penetrato per bene, incominciò a dare colpi di bacino ben assestati. Ogni botta era un dolore lancinante, tanto da farmi lacrimare. Piano piano l'ano si distese e tutto divenne finalmente piacevole. Agguantò i senti prima, continuando i suoi violenti colpi, poi prese il perizoma e lo posizionò tra i miei denti, tirandolo dietro alla mia testa, in modo tale da farne delle redini. Le botte divennero più frequenti e regolari. Notai che aveva preso il telefono e lo aveva posizionato tra le mie gambe, al fine di riprendere il mio ano e la mia figa umida durante la penetrazione.
Ad un certo punto avvertii che stava perdendo vigore. Ricordavo quanto fosse emotivo, per quello avrei dovuto inventarmi qualcosa per farlo tornare duro.
Mi inginocchiai di fronte a lui e lo presi a spompinare. Subito osservai la sua ripresa. In quel momento il suo enorme membro puntava dritto verso il mio viso, con la sua cappella grossa e pulsante. Con la lingua strofinai lungo tutto il frenulo, facendo dei mugugni a bocca piana, come piaceva a lui. Fui presa dal collo con una mano e spinta contro il suo bacino, fino a quando il cazzo non superò le corde vocali arrivando fino in faringe. Con l'altra mano mi tappò il naso impedendomi di respirare. Durò qualche secondo fino quando non lo spinsi via e finalmente fui liberata giusto il tempo di fare un colpo di tosse e poi riprenderlo in bocca. Solo lui era capace di scoparmi la bocca in quel modo e io ingurgitavo avida il suo cazzo, consapevole che quella esperienza sublime sarebbe terminata da lì a breve. Avrei tanto desiderato assaporare il suo sperma caldo e denso, ingoiarlo esclusivamente per mostrargli quanto fossi porca e prostrata a lui. Tuttavia quello spompinare terminò lì, perché mi prese dai capelli, facendo inginocchiare sul bordo del letto. Subii un'altra tremenda inculata. Lui parlava, insultandomi su quanto fossi vacca e troia, sminuendo il mio essere donna. Tuttavia il suo tentativo di umiliarmi non era efficace quanto quello di sottomettermi. Si, perché era capace di sottomettermi con le sue parole e le sue capacità e io era felice di essere martellata in quel modo. Le sue palle insalivate dal pompino precedente, sbattevano contro le mie grandi labbra, provocando dei forti "CLAP". Questi si susseguirono. Compresi che stava per sborrare, ma io avrei dovuto godere prima di lui. Lo feci stendere supino e lo montai. Con la mano presi il cazzo e lo inserii nell'ano, iniziando un movimento di sali scendi fino a fare sparire completamento il suo membro nel mio culo. La cavalcata proseguì per un paio di minuti fino a quando inarcai la schiena mentre lui prese a leccarmi i capezzoli. Il clitoride sfregava sul suo addome peloso e presto avvertii le contrazioni vaginali che mi fecero urlare di piacere. Ricaddi sul suo torace e lui prese le mie natiche, iniziando ad entrare ed uscire con ritmo forsennato. Era stato stupendo il modo in cui mi aveva aperto in due il culo e ora non avevo dolore, ma provavo esclusivamente piacere. Mi prese la testa con entrambe le mani e completamente in estasi inizio ad eiacularmi dentro, con colpi sempre più lenti ed assestati, fino a quando non svuotò completamente le palle.
Lo screen dello smartphone si illuminò. Andai ad aprire il portone, il mio amico era arrivato.
Lo feci accomodare dopo un grande abbraccio e andai ai fornelli a preparare il caffè.
Indossava un pantaloncino beige e una maglietta azzurra, io invece avevo uno short e una maglietta gialla con un'ampia scollatura. Avevo acceso l'aria condizionata e il clima era piacevole, rispetto al caldo insopportabile all'esterno.
Parlammo del più e del meno, come al solito. Raccontò del suo lavoro e io gli parlai del mio, parlammo poi di come procedeva la vita in generale. Sapevo di potermi aprire con lui e gli parlai dei miei problemi relazionali. Vivevo di incertezza, perché non desideravo più sessualmente il mio partener e non riuscivo neanche a tollerare alcuni suoi atteggiamenti. Avevamo trascorso tanti anni insieme, eppure eravamo dei perfetti estranei. Lui sembrava non fosse più interessato a riconquistarmi e io tanto meno volevo che lo facesse. Per questo motivo avevamo concordato di prendere una pausa.
Il mio amico si mostrò premuroso e comprensibile, mi ascoltò e suggerì come comportarmi. Apprezzavo tanto le sue parole, perché caratterialmente eravamo simili e sapevo che una prospettiva diversa dalla mia sarebbe stato utile.
Continuai a parlare di quello che sentivo e di come stessi soffrendo per quella situazione, tuttavia dopo alcuni minuti notai un fare disinteressato da parte sua. Annuiva e non parlava, come se fosse distratto. Osservai che con la coda dell'occhio stava guardando la mia scollatura. Era un gran maiale, ma ne ero da tempo consapevole. Sapevo che moriva dalla voglia di scoparmi, ma avrei continuato a parlargli per farlo cuocere a fuoco lento. Avrebbe dovuto desiderarmi e io mi sarei concessa. Praticavo autoerotismo da tanto tempo ed era arrivato il momento di godermi una sana scopata.
Gli dissi che avevo dolore cervicale e lui si offrì di farmi un massaggio ed io ovviamente accettai. Il massaggio era piacevole e ben presto si trasformò in qualcos'altro. Con una mano agguantò un seno e incominciò a baciarmi sul collo. Avvertii le mutandine inumidirsi. Poi ci baciammo, mentre lui mi stimolava il capezzolo destro.
Alzandomi, lo presi per mano e lo condussi nella stanza da letto. Lui si stese, togliendosi pantaloncini e mutande, mostrandomi il suo membro dritto e duro. Presi a masturbarlo. Poco dopo mi spogliali e salii sul letto.
Posizionandomi a novanta gradi spostai il perizoma da un lato, scoprendo la mia figa bagnata. Desideravo con tutta me stessa essere penetrata e quando lo vidi sollevarsi sulle ginocchia bramai il suo cazzo. Ero pronta, ma ad un certo punto avvertii che la cappella era poggiata sul mio ano. Fu un istante e sentii i tessuti lacerarsi. Con impeto e violenza aveva infilato il suo cazzo nel mio culo, facendomi urlare di dolore. Gridai di fare piano, ma sapevo che sarebbe stato inutile. Più soffrivo e più godeva. Quando ebbe la sensazione che mi avesse penetrato per bene, incominciò a dare colpi di bacino ben assestati. Ogni botta era un dolore lancinante, tanto da farmi lacrimare. Piano piano l'ano si distese e tutto divenne finalmente piacevole. Agguantò i senti prima, continuando i suoi violenti colpi, poi prese il perizoma e lo posizionò tra i miei denti, tirandolo dietro alla mia testa, in modo tale da farne delle redini. Le botte divennero più frequenti e regolari. Notai che aveva preso il telefono e lo aveva posizionato tra le mie gambe, al fine di riprendere il mio ano e la mia figa umida durante la penetrazione.
Ad un certo punto avvertii che stava perdendo vigore. Ricordavo quanto fosse emotivo, per quello avrei dovuto inventarmi qualcosa per farlo tornare duro.
Mi inginocchiai di fronte a lui e lo presi a spompinare. Subito osservai la sua ripresa. In quel momento il suo enorme membro puntava dritto verso il mio viso, con la sua cappella grossa e pulsante. Con la lingua strofinai lungo tutto il frenulo, facendo dei mugugni a bocca piana, come piaceva a lui. Fui presa dal collo con una mano e spinta contro il suo bacino, fino a quando il cazzo non superò le corde vocali arrivando fino in faringe. Con l'altra mano mi tappò il naso impedendomi di respirare. Durò qualche secondo fino quando non lo spinsi via e finalmente fui liberata giusto il tempo di fare un colpo di tosse e poi riprenderlo in bocca. Solo lui era capace di scoparmi la bocca in quel modo e io ingurgitavo avida il suo cazzo, consapevole che quella esperienza sublime sarebbe terminata da lì a breve. Avrei tanto desiderato assaporare il suo sperma caldo e denso, ingoiarlo esclusivamente per mostrargli quanto fossi porca e prostrata a lui. Tuttavia quello spompinare terminò lì, perché mi prese dai capelli, facendo inginocchiare sul bordo del letto. Subii un'altra tremenda inculata. Lui parlava, insultandomi su quanto fossi vacca e troia, sminuendo il mio essere donna. Tuttavia il suo tentativo di umiliarmi non era efficace quanto quello di sottomettermi. Si, perché era capace di sottomettermi con le sue parole e le sue capacità e io era felice di essere martellata in quel modo. Le sue palle insalivate dal pompino precedente, sbattevano contro le mie grandi labbra, provocando dei forti "CLAP". Questi si susseguirono. Compresi che stava per sborrare, ma io avrei dovuto godere prima di lui. Lo feci stendere supino e lo montai. Con la mano presi il cazzo e lo inserii nell'ano, iniziando un movimento di sali scendi fino a fare sparire completamento il suo membro nel mio culo. La cavalcata proseguì per un paio di minuti fino a quando inarcai la schiena mentre lui prese a leccarmi i capezzoli. Il clitoride sfregava sul suo addome peloso e presto avvertii le contrazioni vaginali che mi fecero urlare di piacere. Ricaddi sul suo torace e lui prese le mie natiche, iniziando ad entrare ed uscire con ritmo forsennato. Era stato stupendo il modo in cui mi aveva aperto in due il culo e ora non avevo dolore, ma provavo esclusivamente piacere. Mi prese la testa con entrambe le mani e completamente in estasi inizio ad eiacularmi dentro, con colpi sempre più lenti ed assestati, fino a quando non svuotò completamente le palle.
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