Sveltine prima della spiaggia
di
Paul Canif
genere
orge
Eloisa e Laerte decisero di andare a festeggiare il loro anniversario di matrimonio da soli; presero quindi la macchina e andarono al mare, nella villa di famiglia. Ogni sera, una buonissima cena al ristorante in riva al mare, una bellissima passeggiata nella piazza di Sabaudia e poi a letto a festeggiare come si deve il loro felice matrimonio. Finalmente erano senza figli, senza parenti, senza amici, solo loro due, felici come due ragazzini. Quel sabato, i due, completamente nudi, dormivano tranquillamente quando verso le otto del mattino Laerte si svegliò e cominciò ad accarezzare il corpo seducente della moglie, che lui desiderava tanto.
Eloisa aveva due tette enormi, da sballo, che nonostante gli anni, erano ancora bellissime. Anzi, erano ancora più belle di quando era giovane. Dopo la gravidanza le tette di Eloisa si erano gonfiate ancora di più e lui le considerava perfette, tonde e meravigliose con loro grosse aureole rosa e i capezzoli rossi, duri e prepotenti: veramente per lui Eloisa era la donna ideale.
In più, negli ultimi anni, finalmente per la sua gioia, Eloisa era diventata una grande maialina e accumulava amanti su amanti. Ovviamente Laerte era d’accordo, anzi la cosa le piaceva tantissimo. Lui adorava preparare e vestire la moglie in modo succinto per le sue avventure con i ragazzi e poi andarla riprendere a fine serata.
C’era un accordo tra i due: lei non doveva dormire dai suoi amanti e non doveva mai farsi penetrare in fica e, cosa più importante, mai innamorarsi. Tutto il resto le era permesso e la sua specialità, oltre ai pompini che lei adorava fare, era diventata il sesso anale, facendo di necessità virtù. In questo modo poteva soddisfare I suoi amanti, poteva godere anche lei ed evitava di prendere la pillola e sorprese come gravidanze indesiderate, malattie, ecc. Importante era godere e far godere dei ragazzi vogliosi.
Il marito raramente cercava altra compagnia femminile, poiché poteva frequentare quasi a suo piacimento sua cognata e sua suocera, rispettivamente sorella maggiore e mamma di sua adorata mogliettina.
I due sposi avevano deciso di fare piccola vacanza insieme, per poi organizzare una bella festa per il loro anniversario di matrimonio.
Nella bella villa al Circeo Eloisa e Laerte hanno trascorso una settimana mangiando bene e bevendo degli ottimi vini, nuotando, passeggiando e scopando più volte al giorno. Quella mattina di sabato era per loro l’ultimo giorno da soli : infatti quella sera era stata organizzata una bella festa, un bel barbecue con la famiglia e gli amici. Una volta tanto, questo barbecue non sarebbe finito nella solita orgia sessuale tra i diversi partecipanti. Era semplicemente la loro festa di anniversario di matrimonio.
Laerte si svegliò quella mattina già voglioso, nonostante le tante scopate con la sua bambola di moglie. Quando vide il corpo voluttuoso della moglie e cominciò ad accarezzarla, capì immediatamente che sarebbero arrivati in ritardo allo stabilimento. Avevano dato appuntamento alla suocera e alla cognata presto la mattina, per evitare la confusione delle famiglie con bambini urlanti. Dovevano andare in spiaggia al solito stabilimento che frequentavano da anni, in un posto tranquillo a Sabaudia. Avevano concordato con la madre e la sorella di Anita di passare la mattina insieme in spiaggia per poi ritornare a casa e preparare il barbecue della sera.
Ma il contatto di Laerte con quella pelle liscia e levigata, con quel corpo esagerato, fece salire la libidine e gli diede un’ennesima erezione. Dimenticando l’appuntamento con le sue due amanti, la madre e la sorella di Eloisa, lui decise di sfruttare quella mattina, l’ultima opportunità per stare da soli con sua moglie, dato che da quella sera, con i parenti, figli, nipoti e amici non avrebbero avuto più opportunità di scopare tranquillamente.
La donna, piccoletta e focosa, una moretta tutta curve, con delle gambe magre e muscolose, un sedere tondo e sodo e le famose tettone da sballo, fu svegliata dal tocco del marito e si rese conto che di essere già bagnata. Lui allora infilò la mano tra le sue chiappette e cominciò a masturbarla da dietro, sentendo la fighetta grondante di desiderio. Eloisa, allo stesso tempo, cominciò a masturbarsi con la manina davanti, alzando la coscia e creando lo spazio per arrivare al clitoride.
Dopo qualche minuto di masturbazione la donna non resistette più e montò sul marito. Laerte aveva già il membro durissimo e lei si infilzò direttamente, cavalcando quel cazzo che conosceva tanto bene. Eloisa cominciò a muovere il bacino avanti e indietro, strofinando il clitoride sul pube del marito e sentendo il suo volume durissimo nella sua bella fighetta.
Proprio in questo momento si sentì arrivare una macchina nel vialetto d’accesso alla villa; visto che erano le 9 passate, i due sposi capirono chi erano le loro complici che arrivavano… Eloisa guardò Laerte negli occhi e subito i loro sguardi scambiavano i messaggi dicendo: ‘Sono arrivate Giulia e Anita, sono venute a prenderci…’
Eloisa continuò a muoversi sopra il marito, cercando di raggiungere l’orgasmo mentre la porta d’ingresso si apriva e si sentiva subito la voce squillante della mamma di Eloisa, suocera di Laerte:
- Dove stanno i miei fidanzatini ? Dove stanno I miei fidanzatini ?
Giulia arrivò in camera proprio mentre Eloisa stava cavalcando Laerte e costui tratteneva con le mani le sue enormi tettone stringendole i capezzoli turgidi.
- Ah ma allora siete proprio dei maniaci! Possibile che non fate altro? - disse la bella matrona bionda, sorridendo alla visione dei corpi nudi della figlia e del genero.
- Mamma… Mammina… Vieni qui… Mi fai godere ? Ti prego…
La matrona allora si sedette nella poltrona vicino al letto e sospirò:
- Ma è possibile che state sempre a fare l’amore? Sempre il sesso? Noi dobbiamo andare al mare!
- Mamma, se mi aiuti andiamo subito al mare, ti prego…
- E va bene, maniaca!
Giulia allora si tolse l’anello dal medio della mano sinistra e cominciò a succhiare il dito. Vedere quel dito con le unghie corte e lo smalto rosso scomparire tra quelle labbra che gli avevano fatto tanti pompini, fece quasi svenire Laerte. Giulia allora cominciò a percorrere la schiena della figlia con le sue dita grassottelle e poi quando costei si piegò in avanti offrendo le natiche, quasi soffocando il marito con le tettone immense, andò alla ricerca del buchino del culo della ragazza.
La mamma, con l’esperienza degli ultimi anni, cercò quindi il buchetto della figlia e cominciò a penetrarla da dietro con il dito medio, molto lentamente; un pò dentro e poi fuori, poi di nuovo dentro un po’ più in profondità e di nuovo fuori. Una volta il dito medio dentro l’ano della figlia, cominciò a rotearlo lentamente, facendo rabbrividire sia Eloisa sia Laerte, che sentiva il dito della suocera toccarli il cazzo, separati che erano soltanto dal perineo.
- Uff… mamma, mammina, che delizia… aaah…
A quel punto, da esperta che era diventata nelle arti sessuali, Giulia fece uscire il dito medio dalla profondità del retto della figlia, bagnò anche l’indice e ricominciò a penetrarla, questa volta con due dita, e anche con più violenza e decisione. Eloisa era percorsa da brividi di piacere con la doppia penetrazione. Sbavava, sospirava e gemeva, dicendo frasi sconnesse con il cazzo del marito in fica e le due dita della madre nel culo. Dopo pochi secondi cominciò a sbrodolare come una cagna.
Sbrodolare era il termine gusto: quando godeva Eloisa sborrava come una grondaia, liberando il suo liquido orgasmico in grande quantità dopo l’orgasmo clitorideo. Il suo godimento somigliava veramente una cascata: sbrodolando in una maniera allucinante, il liquido del suo piacere bagnò il pube del marito e le lenzuola, e lei godette abbondantemente.
Eloisa allora si liberò dal corpo del suo maschio e si gettò sul letto, ansimante ed esausta dopo l’orgasmo; la madre si alzò dicendo:
- Beh ragazzi, adesso andiamo al mare!
E invece… no… perché la vista del cazzo del genero, il suo vecchio amante di tanti anni prima, ancora bagnato del godimento della figlia, vibrante e ancora duro poiché non aveva goduto, diede alla matrona voglia di spompinare. Giulia si piegò in avanti e prese in bocca il membro pulsante, fradicio del godimento della figlia. Laerte accarezzava la testa dai ricci e corti capelli biondi della suocera, mentre questa lo succhiava con dedizione e la moglie era mezza addormentata al suo fianco. Proprio in quel momento arrivò in camera da letto la sua cognata Anita, sorella di Eloisa e l’altra figlia di Giulia.
- Mamma, eri venuta a farli alzare dal letto e non per partecipare alle loro orge!
Giulia succhiava con voglia il cazzo di colui che era stato, molti anni prima, il suo amante Laerte. Sentiva su questo cazzo i succhi della propria figlia, il sapore di godimento che lei adorava.
- Vieni Anita, perché Laerte ancora non ha goduto! Sono sicuro che ti piacerà una bella cavalcata!
Anita si diresse eccitata ai piedi del letto e slacciò le mutandine del bikini che portava sotto il corto vestitino da mare. Lei era pronta per andare in spiaggia ma la visione dei corpi sudati dei due amanti le fece venire voglia di godere. Il suo nuovo fidanzato era simpatico e gentile, un ‘pezzo di pane’, come si dice. Però Anita voleva un po’ di sesso animalesco, violento. Godere con una sveltina, cavalcando suo cognato, sotto lo sguardo e le carezze di sua madre e sua sorella le facevano impazzire di libidine.
Mentre la madre, seduta sulla poltrona vicino al letto, era piegata in avanti a spompinare l’uomo e la sorella più piccola, ancora ansimante dopo l’orgasmo, era vicina a lui appoggiata a un gomito a guardare la scena, Anita si diresse a quattro zampe verso quel corpo maschile che conosceva tanto bene.
La madre lasciò il membro dell’uomo con uno schiocco finale di labbra… Anita allora si posizionò accovacciata e Giulia trattenne il cazzo, tenendolo in posizione per penetrare la figlia più grande.
- Bravi, adesso godete e poi andiamo al mare - disse alzandosi, mentre puliva le labbra dalla propria saliva e dai succhi della figlia più piccola - Hai un sapore dolce Eloisa, sento il sapore di…
- Nutella! - disse la moretta tettona, mentre la madre, davanti allo specchio montato sopra la cassapanca, si sistemava i capelli e si rimetteva il rossetto.
- Nutella… - sorrise la mamma - che porcellina…
Nel frattempo, Anita cavalcava Laerte, ma in modo diverso della sorella. Invece di tenere il cazzo dentro di sé e muoversi avanti e indietro col bacino contro il pube dell’uomo, cercando di strofinare clitoride per godere, lei andava su e giù col corpo, le gambe piegate, i sandaletti da mare sul letto a fianco del maschio. Era la posizione che loro, nel loro gergo sessuale, chiamavano ‘ranocchia’…
Anche in questo erano diverse, le due ragazze. E poi, come godevano facilmente con Laerte! Dopo qualche minuto di questo sù e giù, Anita cominciò a sospirare e gemere con gli occhioni color miele spalancati e schizzò il suo piacere tre, quattro, cinque volte. Eloisa era una donna fontanella, sbrodolava tanto durante l’orgasmo, mentre Anita schizzava con violenza, liberando una bella quantità di liquido profumato dall’uretra, lanciando getti del suo liquido orgasmico. Ad ogni schizzo del suo piacere, la vagina si contraeva, dando all’uomo un piacere immenso. Ma Laerte non riuscì ancora a godere.
Allora Anita si piegò in avanti, baciò l’uomo che da tanti anni la possedeva e chiese:
- E tu, amore? Non godi? - prima che l’uomo potesse rispondere, fu sua moglie a farlo:
- Sai, questi giorni abbiamo scopato tanto, l’ho sfiancato… - e così dicendo infilò la propria lingua in bocca alla sorella - Vieni, mettiti di qua che ti voglio succhiare!
- Anch’io voglio la tua fighetta liscia, sorellina!
Le due donne si misero in posizione e cominciarono un 69 meraviglioso.
L’uomo, sudato e col fiatone, guardava la scena e sentiva il proprio cazzo vibrare. Disperato, cominciò allora a segarsi, poiché era vicinissimo alla sborrata.
- Eh, no! Niente sprechi! - disse la matrona bionda, mentre ritornava alla sua posizione seduta in poltrona - Ti faccio godere e poi andiamo, eh?
L’uomo riuscì a grugnire di piacere come risposta affermativa, proprio mentre le labbra calde dalla suocera toccavano di nuovo la corona del cazzo. Le due figlie, una ancora nuda e l’altra col vestito da mare alzato, risposero con un ‘Sì, mamma’, mentre si leccavano l’una l’altra.
La suocera tratteneva la pelle del cazzo bella tesa con due dita per liberarne la testa, esponendo la delicata corona. Cominciò nuovamente a succhiare il cazzo del genero, muovendo la testa su e giù. Per la prima volta, l’uomo parlò:
- Non vuoi cavalcare anche tu, Giulia? - la donna lo guardò e disse:
- Ho promesso a Mitsuko che non avrei fatto l’amore con te… è così gelosa… ma non abbiamo detto niente a proposito di pompini…
A sentire la promessa della suocera alla sua amante giapponese, Laerte non riuscì a trattenersi e sborrò in bocca alla donna, che smise di muoversi, chiuse le labbra intorno alla corona del membro e fece in modo di prendere gli schizzi sulla lingua e non in gola. Le piaceva degustare la sborra prima dell’ingoio.
La sborrata fu copiosa e la matrona non perse neanche una goccia. La bella suocera degustò il sapore aspro del genero, girando in bocca la lingua con un sospiro di soddisfazione, mentre le sue figlie continuavano ad amoreggiare, pettinandosi a vicenda, ridendo allegre
- Buonissima… mi hai fatto fare una bella colazione! Bene - disse Giulia alzandosi - adesso andiamo!
Anita si liberò di Eloisa e si rimise le mutandine del bikini, mentre Eloisa aprì il cassetto cercando il suo nuovo costume intero. Giulia ingoiò il seme del genero mentre si aggiustava i ricci biondi davanti allo specchio.
- Ma… ragazze! Non vi fate neanche una doccia? Venite così? Siete sporche, sudate e odorate di sesso!
- Appunto mamma! Così riusciamo a rimorchiare qualche bel giovanotto! - e risero insieme tutte e tre.
- Se solo si sapesse in giro cole sono piena di sborra - disse la mamma schiarendosi la gola - la sento scendere… tuo marito ne ha fatta tanta, Eloisa!
- Sbrigati Laerte! Andiamo! - dissero le tre donne all’uomo ancora mezzo svenuto a letto - ti aspettiamo in macchina, sbrigati!
Cinguettando felici se ne uscirono dalla camera, commentando le belle scopate. Alla fine Laerte si alzò barcollante, prese i suoi soliti pantaloncini neri, si vestì e, esausto, seduto a letto, disse a se stesso:
- Queste tre finiranno per ammazzarmi… che trio… che troie…
Già immaginava una dormita di almeno due ore sul lettino, mentre quelle ninfomani chissà cosa avrebbero combinato…
Eloisa aveva due tette enormi, da sballo, che nonostante gli anni, erano ancora bellissime. Anzi, erano ancora più belle di quando era giovane. Dopo la gravidanza le tette di Eloisa si erano gonfiate ancora di più e lui le considerava perfette, tonde e meravigliose con loro grosse aureole rosa e i capezzoli rossi, duri e prepotenti: veramente per lui Eloisa era la donna ideale.
In più, negli ultimi anni, finalmente per la sua gioia, Eloisa era diventata una grande maialina e accumulava amanti su amanti. Ovviamente Laerte era d’accordo, anzi la cosa le piaceva tantissimo. Lui adorava preparare e vestire la moglie in modo succinto per le sue avventure con i ragazzi e poi andarla riprendere a fine serata.
C’era un accordo tra i due: lei non doveva dormire dai suoi amanti e non doveva mai farsi penetrare in fica e, cosa più importante, mai innamorarsi. Tutto il resto le era permesso e la sua specialità, oltre ai pompini che lei adorava fare, era diventata il sesso anale, facendo di necessità virtù. In questo modo poteva soddisfare I suoi amanti, poteva godere anche lei ed evitava di prendere la pillola e sorprese come gravidanze indesiderate, malattie, ecc. Importante era godere e far godere dei ragazzi vogliosi.
Il marito raramente cercava altra compagnia femminile, poiché poteva frequentare quasi a suo piacimento sua cognata e sua suocera, rispettivamente sorella maggiore e mamma di sua adorata mogliettina.
I due sposi avevano deciso di fare piccola vacanza insieme, per poi organizzare una bella festa per il loro anniversario di matrimonio.
Nella bella villa al Circeo Eloisa e Laerte hanno trascorso una settimana mangiando bene e bevendo degli ottimi vini, nuotando, passeggiando e scopando più volte al giorno. Quella mattina di sabato era per loro l’ultimo giorno da soli : infatti quella sera era stata organizzata una bella festa, un bel barbecue con la famiglia e gli amici. Una volta tanto, questo barbecue non sarebbe finito nella solita orgia sessuale tra i diversi partecipanti. Era semplicemente la loro festa di anniversario di matrimonio.
Laerte si svegliò quella mattina già voglioso, nonostante le tante scopate con la sua bambola di moglie. Quando vide il corpo voluttuoso della moglie e cominciò ad accarezzarla, capì immediatamente che sarebbero arrivati in ritardo allo stabilimento. Avevano dato appuntamento alla suocera e alla cognata presto la mattina, per evitare la confusione delle famiglie con bambini urlanti. Dovevano andare in spiaggia al solito stabilimento che frequentavano da anni, in un posto tranquillo a Sabaudia. Avevano concordato con la madre e la sorella di Anita di passare la mattina insieme in spiaggia per poi ritornare a casa e preparare il barbecue della sera.
Ma il contatto di Laerte con quella pelle liscia e levigata, con quel corpo esagerato, fece salire la libidine e gli diede un’ennesima erezione. Dimenticando l’appuntamento con le sue due amanti, la madre e la sorella di Eloisa, lui decise di sfruttare quella mattina, l’ultima opportunità per stare da soli con sua moglie, dato che da quella sera, con i parenti, figli, nipoti e amici non avrebbero avuto più opportunità di scopare tranquillamente.
La donna, piccoletta e focosa, una moretta tutta curve, con delle gambe magre e muscolose, un sedere tondo e sodo e le famose tettone da sballo, fu svegliata dal tocco del marito e si rese conto che di essere già bagnata. Lui allora infilò la mano tra le sue chiappette e cominciò a masturbarla da dietro, sentendo la fighetta grondante di desiderio. Eloisa, allo stesso tempo, cominciò a masturbarsi con la manina davanti, alzando la coscia e creando lo spazio per arrivare al clitoride.
Dopo qualche minuto di masturbazione la donna non resistette più e montò sul marito. Laerte aveva già il membro durissimo e lei si infilzò direttamente, cavalcando quel cazzo che conosceva tanto bene. Eloisa cominciò a muovere il bacino avanti e indietro, strofinando il clitoride sul pube del marito e sentendo il suo volume durissimo nella sua bella fighetta.
Proprio in questo momento si sentì arrivare una macchina nel vialetto d’accesso alla villa; visto che erano le 9 passate, i due sposi capirono chi erano le loro complici che arrivavano… Eloisa guardò Laerte negli occhi e subito i loro sguardi scambiavano i messaggi dicendo: ‘Sono arrivate Giulia e Anita, sono venute a prenderci…’
Eloisa continuò a muoversi sopra il marito, cercando di raggiungere l’orgasmo mentre la porta d’ingresso si apriva e si sentiva subito la voce squillante della mamma di Eloisa, suocera di Laerte:
- Dove stanno i miei fidanzatini ? Dove stanno I miei fidanzatini ?
Giulia arrivò in camera proprio mentre Eloisa stava cavalcando Laerte e costui tratteneva con le mani le sue enormi tettone stringendole i capezzoli turgidi.
- Ah ma allora siete proprio dei maniaci! Possibile che non fate altro? - disse la bella matrona bionda, sorridendo alla visione dei corpi nudi della figlia e del genero.
- Mamma… Mammina… Vieni qui… Mi fai godere ? Ti prego…
La matrona allora si sedette nella poltrona vicino al letto e sospirò:
- Ma è possibile che state sempre a fare l’amore? Sempre il sesso? Noi dobbiamo andare al mare!
- Mamma, se mi aiuti andiamo subito al mare, ti prego…
- E va bene, maniaca!
Giulia allora si tolse l’anello dal medio della mano sinistra e cominciò a succhiare il dito. Vedere quel dito con le unghie corte e lo smalto rosso scomparire tra quelle labbra che gli avevano fatto tanti pompini, fece quasi svenire Laerte. Giulia allora cominciò a percorrere la schiena della figlia con le sue dita grassottelle e poi quando costei si piegò in avanti offrendo le natiche, quasi soffocando il marito con le tettone immense, andò alla ricerca del buchino del culo della ragazza.
La mamma, con l’esperienza degli ultimi anni, cercò quindi il buchetto della figlia e cominciò a penetrarla da dietro con il dito medio, molto lentamente; un pò dentro e poi fuori, poi di nuovo dentro un po’ più in profondità e di nuovo fuori. Una volta il dito medio dentro l’ano della figlia, cominciò a rotearlo lentamente, facendo rabbrividire sia Eloisa sia Laerte, che sentiva il dito della suocera toccarli il cazzo, separati che erano soltanto dal perineo.
- Uff… mamma, mammina, che delizia… aaah…
A quel punto, da esperta che era diventata nelle arti sessuali, Giulia fece uscire il dito medio dalla profondità del retto della figlia, bagnò anche l’indice e ricominciò a penetrarla, questa volta con due dita, e anche con più violenza e decisione. Eloisa era percorsa da brividi di piacere con la doppia penetrazione. Sbavava, sospirava e gemeva, dicendo frasi sconnesse con il cazzo del marito in fica e le due dita della madre nel culo. Dopo pochi secondi cominciò a sbrodolare come una cagna.
Sbrodolare era il termine gusto: quando godeva Eloisa sborrava come una grondaia, liberando il suo liquido orgasmico in grande quantità dopo l’orgasmo clitorideo. Il suo godimento somigliava veramente una cascata: sbrodolando in una maniera allucinante, il liquido del suo piacere bagnò il pube del marito e le lenzuola, e lei godette abbondantemente.
Eloisa allora si liberò dal corpo del suo maschio e si gettò sul letto, ansimante ed esausta dopo l’orgasmo; la madre si alzò dicendo:
- Beh ragazzi, adesso andiamo al mare!
E invece… no… perché la vista del cazzo del genero, il suo vecchio amante di tanti anni prima, ancora bagnato del godimento della figlia, vibrante e ancora duro poiché non aveva goduto, diede alla matrona voglia di spompinare. Giulia si piegò in avanti e prese in bocca il membro pulsante, fradicio del godimento della figlia. Laerte accarezzava la testa dai ricci e corti capelli biondi della suocera, mentre questa lo succhiava con dedizione e la moglie era mezza addormentata al suo fianco. Proprio in quel momento arrivò in camera da letto la sua cognata Anita, sorella di Eloisa e l’altra figlia di Giulia.
- Mamma, eri venuta a farli alzare dal letto e non per partecipare alle loro orge!
Giulia succhiava con voglia il cazzo di colui che era stato, molti anni prima, il suo amante Laerte. Sentiva su questo cazzo i succhi della propria figlia, il sapore di godimento che lei adorava.
- Vieni Anita, perché Laerte ancora non ha goduto! Sono sicuro che ti piacerà una bella cavalcata!
Anita si diresse eccitata ai piedi del letto e slacciò le mutandine del bikini che portava sotto il corto vestitino da mare. Lei era pronta per andare in spiaggia ma la visione dei corpi sudati dei due amanti le fece venire voglia di godere. Il suo nuovo fidanzato era simpatico e gentile, un ‘pezzo di pane’, come si dice. Però Anita voleva un po’ di sesso animalesco, violento. Godere con una sveltina, cavalcando suo cognato, sotto lo sguardo e le carezze di sua madre e sua sorella le facevano impazzire di libidine.
Mentre la madre, seduta sulla poltrona vicino al letto, era piegata in avanti a spompinare l’uomo e la sorella più piccola, ancora ansimante dopo l’orgasmo, era vicina a lui appoggiata a un gomito a guardare la scena, Anita si diresse a quattro zampe verso quel corpo maschile che conosceva tanto bene.
La madre lasciò il membro dell’uomo con uno schiocco finale di labbra… Anita allora si posizionò accovacciata e Giulia trattenne il cazzo, tenendolo in posizione per penetrare la figlia più grande.
- Bravi, adesso godete e poi andiamo al mare - disse alzandosi, mentre puliva le labbra dalla propria saliva e dai succhi della figlia più piccola - Hai un sapore dolce Eloisa, sento il sapore di…
- Nutella! - disse la moretta tettona, mentre la madre, davanti allo specchio montato sopra la cassapanca, si sistemava i capelli e si rimetteva il rossetto.
- Nutella… - sorrise la mamma - che porcellina…
Nel frattempo, Anita cavalcava Laerte, ma in modo diverso della sorella. Invece di tenere il cazzo dentro di sé e muoversi avanti e indietro col bacino contro il pube dell’uomo, cercando di strofinare clitoride per godere, lei andava su e giù col corpo, le gambe piegate, i sandaletti da mare sul letto a fianco del maschio. Era la posizione che loro, nel loro gergo sessuale, chiamavano ‘ranocchia’…
Anche in questo erano diverse, le due ragazze. E poi, come godevano facilmente con Laerte! Dopo qualche minuto di questo sù e giù, Anita cominciò a sospirare e gemere con gli occhioni color miele spalancati e schizzò il suo piacere tre, quattro, cinque volte. Eloisa era una donna fontanella, sbrodolava tanto durante l’orgasmo, mentre Anita schizzava con violenza, liberando una bella quantità di liquido profumato dall’uretra, lanciando getti del suo liquido orgasmico. Ad ogni schizzo del suo piacere, la vagina si contraeva, dando all’uomo un piacere immenso. Ma Laerte non riuscì ancora a godere.
Allora Anita si piegò in avanti, baciò l’uomo che da tanti anni la possedeva e chiese:
- E tu, amore? Non godi? - prima che l’uomo potesse rispondere, fu sua moglie a farlo:
- Sai, questi giorni abbiamo scopato tanto, l’ho sfiancato… - e così dicendo infilò la propria lingua in bocca alla sorella - Vieni, mettiti di qua che ti voglio succhiare!
- Anch’io voglio la tua fighetta liscia, sorellina!
Le due donne si misero in posizione e cominciarono un 69 meraviglioso.
L’uomo, sudato e col fiatone, guardava la scena e sentiva il proprio cazzo vibrare. Disperato, cominciò allora a segarsi, poiché era vicinissimo alla sborrata.
- Eh, no! Niente sprechi! - disse la matrona bionda, mentre ritornava alla sua posizione seduta in poltrona - Ti faccio godere e poi andiamo, eh?
L’uomo riuscì a grugnire di piacere come risposta affermativa, proprio mentre le labbra calde dalla suocera toccavano di nuovo la corona del cazzo. Le due figlie, una ancora nuda e l’altra col vestito da mare alzato, risposero con un ‘Sì, mamma’, mentre si leccavano l’una l’altra.
La suocera tratteneva la pelle del cazzo bella tesa con due dita per liberarne la testa, esponendo la delicata corona. Cominciò nuovamente a succhiare il cazzo del genero, muovendo la testa su e giù. Per la prima volta, l’uomo parlò:
- Non vuoi cavalcare anche tu, Giulia? - la donna lo guardò e disse:
- Ho promesso a Mitsuko che non avrei fatto l’amore con te… è così gelosa… ma non abbiamo detto niente a proposito di pompini…
A sentire la promessa della suocera alla sua amante giapponese, Laerte non riuscì a trattenersi e sborrò in bocca alla donna, che smise di muoversi, chiuse le labbra intorno alla corona del membro e fece in modo di prendere gli schizzi sulla lingua e non in gola. Le piaceva degustare la sborra prima dell’ingoio.
La sborrata fu copiosa e la matrona non perse neanche una goccia. La bella suocera degustò il sapore aspro del genero, girando in bocca la lingua con un sospiro di soddisfazione, mentre le sue figlie continuavano ad amoreggiare, pettinandosi a vicenda, ridendo allegre
- Buonissima… mi hai fatto fare una bella colazione! Bene - disse Giulia alzandosi - adesso andiamo!
Anita si liberò di Eloisa e si rimise le mutandine del bikini, mentre Eloisa aprì il cassetto cercando il suo nuovo costume intero. Giulia ingoiò il seme del genero mentre si aggiustava i ricci biondi davanti allo specchio.
- Ma… ragazze! Non vi fate neanche una doccia? Venite così? Siete sporche, sudate e odorate di sesso!
- Appunto mamma! Così riusciamo a rimorchiare qualche bel giovanotto! - e risero insieme tutte e tre.
- Se solo si sapesse in giro cole sono piena di sborra - disse la mamma schiarendosi la gola - la sento scendere… tuo marito ne ha fatta tanta, Eloisa!
- Sbrigati Laerte! Andiamo! - dissero le tre donne all’uomo ancora mezzo svenuto a letto - ti aspettiamo in macchina, sbrigati!
Cinguettando felici se ne uscirono dalla camera, commentando le belle scopate. Alla fine Laerte si alzò barcollante, prese i suoi soliti pantaloncini neri, si vestì e, esausto, seduto a letto, disse a se stesso:
- Queste tre finiranno per ammazzarmi… che trio… che troie…
Già immaginava una dormita di almeno due ore sul lettino, mentre quelle ninfomani chissà cosa avrebbero combinato…
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