Sottomessa a Scuola - 3
di
maria-00
genere
dominazione
La mattina stessa a mente più lucida pensai un pò sull'accaduto, da che potevano minacciarmi senza problemi ora avevano anche un video che a costo della vita non avrei mai voluto far pubblicare. Avrei potuto denunciarle anche solo per il video ma pensandoci su non era una buona idea, avrebbero potuto pubblicarlo non appena gli arrivava qualche segnalazione e quindi ero comunque fregata, un video di quei tipi in breve tempo si fa un giro incredibile in rete e a quel punto non avrei potuto farmi vedere nemmeno all'estero. Molto probabilmente il mio stesso ragionamento lo avevano fatto anche loro che la mattina dopo mi aspettarono nello stesso punto di ieri, la loro solo vista mi bastò per sentire forti palpitazione, avevo il cuore in gola. Con quel pò di me stessa che era rimasta andai avanti, facendo finta di salutarle come se si trovavano li per scambio, insomma, una piccola parte di me sperava che non fossero li per farmi qualcosa ma per una semplice coincidenza.
Speranze buttate al vento appena mi presero per mano e mi trascinarono di nuovo nello stesso bagno di ieri; il mio cuore era a mille, cercavo di pensare a cosa di peggio mi avrebbero potuto fare rispetto ai vibratori di ieri e quando una di loro mise le mani in borsa mi sentii quasi morire. I vibratori di ieri, la loro visione mi fece tranquillizzare, ovviamente non mi sentivo libera, ma rispetto a ciò che potevano farmi era un sollievo. Una di loro fece caso alla mia espressione di quasi-beatitudine che tenevo alla vista di quegli strumenti e la sua risposta mi rabbrividì : . In quell'instante la depressione cadde sul mio volto e tutte le presenti si trascinarono in una sonora risata.
Entrai in classe come ieri e oggi notai che si misero a giocherellare molto di più col telecomando, non ce la facevo più, ormai in classe la voce si era sparsa e tutte quante ridevano e mi prendevano in giro a ogni mio più piccolo gemito. I professori molto probabilmente non ci fecero caso più di tanto, d'altronde ero presa in giro dall'inizio dell'anno, non c'era niente di strano e si limitavano ai soliti richiami. Il peggio venne durante l'interrogazione di matematica, che ovviamente dovevo fare alla lavagna e non potevo saltare in nessun modo altrimenti oltre a loro si sarebbero messi anche i miei genitori a rendermi la vita peggiore.
Una volta li in piedi cercavo di mascherare lo strano sballottio del mio inguine col cappotto e alla men peggio ci riuscii, il problema principale erano le reazioni del mio corpo. Primo tra tutti riuscivo a stento a reggermi in piedi e alla prima distrazione tendevo a cadere contro la lavagna, ogni tanto quando mi veniva da gemere cercavo di fare una specie di piccolo mugugno come quello che fanno i cani bastonati.
Il culmine venne raggiunto quando li faccia a faccia con la professoressa venni, finché ero seduta era facilmente mascherabile ma li alzata fu come un inferno, dovevo cercare di farlo sembrare tutto tranne che un orgasmo e alla men peggio ci riuscii, chiudetti gli occhi e risucchiai le labbra in bocca, nel frattempo però caddi sulle ginocchia e stremata poggiai la testa al muro. Le mie "amiche" erano in delirio, ridevano come matte ed io mi sentivo sempre più imbarazzata e umiliata, attesi in quella posizione per qualche secondo e poi mi alzai. La professoressa mi chiese se stavo bene e se volevo continuare l'interrogazione, però mi avvertì che non c'era più tempo, se l'avessi saltata i miei voti avrebbero risentito. Ero tra l'incudine e il martello, se continuavo non poteva che andare peggio stessa cosa se andavo a posto, le tipe avrebbero continuato e in più avrei dovuto sopportare i miei. Mi balenò per un secondo l'idea di andare a casa, subito scartata dal lucchetto che avevo ai vibratori, se me ne fossi andata non avevo la sicurezza che me li avrebbero tolti.
Alla men peggio tra altre umiliazioni continuai l'interrogazione e con sforzi immani arrivai alla fine delle lezioni. Con una gran contentezza andai verso le ragazze che mi avrebbero dovuto togliere quei cosi dalla figa e dal culo, ma appena mi videro mi dissero : . Insieme a quella frase mi disse dove abitava, in una villetta a due fermate dalla scuola, relativamente vicina. Detto ciò mi spensero i vibratori e ce ne andammo ognuna alla casa propria. Ero nel completo panico, indecisa se andarci o no, anche se non lo aveva detto direttamente se non andavo avrebbero potuto pubblicare il video, al contrario se andavo chissà cosa potevano farmi mentre eravamo in una casa. Potevano tranquillamente farmi stuprare(anche se ciò che avevano fatto fin'ora non era tanto diverso) oppure vendermi, potevano fare di tutto, una volta che ero in loro presenza nulla potevo.
Alla fine tra mille palpitazioni e crisi di coscienza decisi di andare, lasciai casa dicendo che andavo a studiare da un amica, dicendo solo il nome, senza precisare di più, ammetto che per un attimo sperai che mia mamma mi bloccasse, che mi dicesse di non andare, ma ciò non accadde. Rassegnata di tutto mi avviai verso quella casa, mi presentai li 30 minuti in anticipo per paura che qualche ritardo dei treni o qualche imprevisto mi avesse fatto fare tardi. Mi poggiai vicino al campanello di casa loro, dietro il muro in modo che dalla finestra non potessero vedermi e vedevo palpitante il telefono, non avevo nessuna intenzione di andare li prima e cercavo di calmarmi psicologicamente in ogni modo possibile. Appena scattarono le 2,57 poggiai lentamente il dito al campanello e con quel poco di coraggio che mi era rimasto lo premetti, pochi instanti dopo sentii i due vibratori accendersi e la cosa fu così improvvisa che mi fece piegare in due fino a farmi cadere mentre lanciai un forte gemito. Subito dopo rispose una di loro che disse : . Con le poche forze rimaste e con quei cosi dentro mi avviai verso la porta di ingresso che mi aspettava semi aperta, entrai e la chiusi alle mie spalle.
Una volta dentro una di loro mi porta in una stanzetta, le altre sono li sedute sul letto che mi aspettano. Prima che posso conferire parola mi mettono una gag-ball in bocca e la stringono per bene, , è l'unica cosa che mi viene da pensare. Contemporaneamente vedo una di loro prendere una videocamera e cominciare a filmarmi mentre un altra mi dice : . Io rispondo atterrita con uno sguardo come se volessi dire: e la loro risposta è un calcio in faccia accompagnato da : . A quelle parole mi sentii sconvolta e obbedii, mi stavo svestendo volontariamente davanti a una telecamera, peggio di così non poteva andare. Cominciai con le scarpe, slacciai i lacci e le tolsi insieme ai calzini, subito dopo tolsi il pantalone; la cintura non potevo toglierla era sotto chiave e il fatto che quella zona vibrava paurosamente era solo una cosa in più da mostrare in quel video che stavano girando. Tocco quindi alla maglietta, una normalissima T-shirt a maniche lunghe, ero rimasta solo col reggiseno. In quel momento appena mi apprestai per sganciare il fermo, una di loro prese un paio di manette e me le mise alle caviglie mentre le altre stavano ridendo a più non posso. Per farle capire il mio disaccordo guardavo velocemente lei e le manette e mi rispose con : . Rassegnata ormai mi tolsi il reggiseno scoprendo la cosa di cui andavo più fiera del mio corpo, le mie tette 3° misura; quindi presi il reggiseno lo misi insieme agli altri vestiti che avevo tolto, appena fatto ciò prese un altro paio di manette e me le mise ai polsi, contemporaneamente mi diede uno spintone che mi fece cadere a terra.
Ero li stesa a terra, non potevo ne gridare ne muovermi e avevo ancora i vibratori che mi vibravano incessantemente nella figa e nel culo che rendevano il tutto più esasperante, e aggiunto a ciò c'era il fatto che mi stavano filmando. Mi sentivo come in una scena di un film porno, anzi lo ero, ormai avevo perso la mia identità, non potevo più nulla. Dopo pochi secondi spengono la telecamera, pensavo fosse tutto finito, ma non era così, una di loro dice . Atterrita seguo l'ordine e tra mille fatiche striscio fino al letto, appena mi avvicino loro si si tolgono le scarpe e i calzini, prendono tutti i calzini compresi i miei e me li infilano in bocca stringendo poi di più la gag-ball. Era rivoltante, però la mia bocca era così chiusa che non riuscivo nemmeno a vomitare, anzi cercai di trattenermi per non peggiorare le cose; avevo sei paia di calzini in bocca e la mia lingua era costretta a leccarli, mi bastava muoverla di poco per avvertire quella schifezza. Mentre le altre ridono una di loro comincia ad accarezzarmi la testa col piede e subito dopo mi sferra un violento calcio, le altre la imitano e dopo pochi minuti ero distrutta. Avevo avuto calci dappertutto ma si erano concentrate sul seno, sulla figa e sul culo. Le tette mi facevano male e i calci li in basso altri non facevano che far andare i vibratori su e giù, ammetto però che stavo sentendo piacere, ma la cosa ovviamente non giustificava ciò. Dopo avermi fatto tutto ciò mi tolgono la gag-ball e io sputo immediatamente quei calzini che loro successivamente strusciano sul mio corpo bagnandolo tutto. Mi mettono in posizione in ginocchio e mi dicono, per oggi basta così leccaci giusto un pò i piedi e ti lasciamo libera fino a domani mattina. Rassegnata seguo gli ordini, i loro piedi erano piccolini, lisci e curati. Comincia e leccai il collo piede di una di loro e passai al piede successivo, appena lo feci ricevetti 3 violenti calci in faccia e mi dissero : . pensai e mi accinsi ad assecondare i loro pensieri. Chinai la testa sotto la pianta e pazientemente la leccai, poi presi in bocca la parte delle dita e mano mano facevo scivolare la lingua. Lo feci a tutte e 5 che finalmente mi dissero, ottimo puoi andare, però vieni che dobbiamo toglierti i vibratori.
Stavolta mi portarono in giardino, in un punto non visibile dalla strada e mi diedero in mano la chiave del lucchetto mentre loro erano lontane e mi filmavano. Rassegnata da ciò tolsi la mutanda quella bloccata e mi trovai di fronte alla mia tutta sporca di traccie di umori e urina. Me la sfilai e ricordandomi della volta scorsa cercai di toglierli con calma e uno alla volta, purtroppo non era ciò che volevano dato che appena videro cosa stavo per fare mi intimarono di toglierli insieme e di botto. Dovetti sottostare e appena li tolsi successe la stessa cosa dell'altra volta, uscii da sola molta urina e feci, volevo cadere a terra dalla disperazione ma desistetti dal farlo per non sporcarmi. Ora eravamo a quota 3 video che potevano pubblicare e tutto questo in soli 5 mesi che era iniziata la scuola. Mi avviai verso la camera in cui eravamo prima per recuperare i miei vestiti e metterli però me lo proibirono. Mi diedero una loro minigonna, dei collant e una maglietta a maniche corte con una visibile scollatura, io controbattei dicendo che se fossi tornata così mia madre avrebbe sospettato qualcosa ma loro risposero tranquillamente : . Il ragionamento aveva senso, eravamo in Gennaio e il fatto che tornavo con vestiti estivi avvalorava l'ipotesi del prestito mentre anche se avrebbe avuto dei sospetti o da ridire sul fatto che li avesse tenuti lei per lavarli non avrebbe indagato più di tanto.
La cosa in se per se non mi preoccupava più di tanto, ma si erano tenute anche l'intimo, dissero che me lo avrebbero ridato domani, ma ora il problema principale era prendere il treno con quei vestiti, sembravo una puttana in piena regola e uno stupro in quelle condizioni sarebbe stato più che normale. Per evitare ciò aspettai nel centro abitato che passasse il treno ed entrai nella stazione appena il treno aprì le porte, mi mise nel vagone del conducente e mi guardavo attorno spaurita. Tornata a casa bussai la porta, e mi mise sulle scale in modo che mi si vedeva solo la faccia e quando aprì la porta dissi di rimanerla aperta che andavo a controllare la posta(cosa un pò sospetta alle 8 di sera ma mia madre non si fa tutti questi problemi). Con questa finta evitai di farmi vedere, mi fiondai nella stanza e subito mi cambiai. Mi stesi sul letto a faccia in giù e piansi per ore mentre pensavo al domani...
Speranze buttate al vento appena mi presero per mano e mi trascinarono di nuovo nello stesso bagno di ieri; il mio cuore era a mille, cercavo di pensare a cosa di peggio mi avrebbero potuto fare rispetto ai vibratori di ieri e quando una di loro mise le mani in borsa mi sentii quasi morire. I vibratori di ieri, la loro visione mi fece tranquillizzare, ovviamente non mi sentivo libera, ma rispetto a ciò che potevano farmi era un sollievo. Una di loro fece caso alla mia espressione di quasi-beatitudine che tenevo alla vista di quegli strumenti e la sua risposta mi rabbrividì : . In quell'instante la depressione cadde sul mio volto e tutte le presenti si trascinarono in una sonora risata.
Entrai in classe come ieri e oggi notai che si misero a giocherellare molto di più col telecomando, non ce la facevo più, ormai in classe la voce si era sparsa e tutte quante ridevano e mi prendevano in giro a ogni mio più piccolo gemito. I professori molto probabilmente non ci fecero caso più di tanto, d'altronde ero presa in giro dall'inizio dell'anno, non c'era niente di strano e si limitavano ai soliti richiami. Il peggio venne durante l'interrogazione di matematica, che ovviamente dovevo fare alla lavagna e non potevo saltare in nessun modo altrimenti oltre a loro si sarebbero messi anche i miei genitori a rendermi la vita peggiore.
Una volta li in piedi cercavo di mascherare lo strano sballottio del mio inguine col cappotto e alla men peggio ci riuscii, il problema principale erano le reazioni del mio corpo. Primo tra tutti riuscivo a stento a reggermi in piedi e alla prima distrazione tendevo a cadere contro la lavagna, ogni tanto quando mi veniva da gemere cercavo di fare una specie di piccolo mugugno come quello che fanno i cani bastonati.
Il culmine venne raggiunto quando li faccia a faccia con la professoressa venni, finché ero seduta era facilmente mascherabile ma li alzata fu come un inferno, dovevo cercare di farlo sembrare tutto tranne che un orgasmo e alla men peggio ci riuscii, chiudetti gli occhi e risucchiai le labbra in bocca, nel frattempo però caddi sulle ginocchia e stremata poggiai la testa al muro. Le mie "amiche" erano in delirio, ridevano come matte ed io mi sentivo sempre più imbarazzata e umiliata, attesi in quella posizione per qualche secondo e poi mi alzai. La professoressa mi chiese se stavo bene e se volevo continuare l'interrogazione, però mi avvertì che non c'era più tempo, se l'avessi saltata i miei voti avrebbero risentito. Ero tra l'incudine e il martello, se continuavo non poteva che andare peggio stessa cosa se andavo a posto, le tipe avrebbero continuato e in più avrei dovuto sopportare i miei. Mi balenò per un secondo l'idea di andare a casa, subito scartata dal lucchetto che avevo ai vibratori, se me ne fossi andata non avevo la sicurezza che me li avrebbero tolti.
Alla men peggio tra altre umiliazioni continuai l'interrogazione e con sforzi immani arrivai alla fine delle lezioni. Con una gran contentezza andai verso le ragazze che mi avrebbero dovuto togliere quei cosi dalla figa e dal culo, ma appena mi videro mi dissero : . Insieme a quella frase mi disse dove abitava, in una villetta a due fermate dalla scuola, relativamente vicina. Detto ciò mi spensero i vibratori e ce ne andammo ognuna alla casa propria. Ero nel completo panico, indecisa se andarci o no, anche se non lo aveva detto direttamente se non andavo avrebbero potuto pubblicare il video, al contrario se andavo chissà cosa potevano farmi mentre eravamo in una casa. Potevano tranquillamente farmi stuprare(anche se ciò che avevano fatto fin'ora non era tanto diverso) oppure vendermi, potevano fare di tutto, una volta che ero in loro presenza nulla potevo.
Alla fine tra mille palpitazioni e crisi di coscienza decisi di andare, lasciai casa dicendo che andavo a studiare da un amica, dicendo solo il nome, senza precisare di più, ammetto che per un attimo sperai che mia mamma mi bloccasse, che mi dicesse di non andare, ma ciò non accadde. Rassegnata di tutto mi avviai verso quella casa, mi presentai li 30 minuti in anticipo per paura che qualche ritardo dei treni o qualche imprevisto mi avesse fatto fare tardi. Mi poggiai vicino al campanello di casa loro, dietro il muro in modo che dalla finestra non potessero vedermi e vedevo palpitante il telefono, non avevo nessuna intenzione di andare li prima e cercavo di calmarmi psicologicamente in ogni modo possibile. Appena scattarono le 2,57 poggiai lentamente il dito al campanello e con quel poco di coraggio che mi era rimasto lo premetti, pochi instanti dopo sentii i due vibratori accendersi e la cosa fu così improvvisa che mi fece piegare in due fino a farmi cadere mentre lanciai un forte gemito. Subito dopo rispose una di loro che disse : . Con le poche forze rimaste e con quei cosi dentro mi avviai verso la porta di ingresso che mi aspettava semi aperta, entrai e la chiusi alle mie spalle.
Una volta dentro una di loro mi porta in una stanzetta, le altre sono li sedute sul letto che mi aspettano. Prima che posso conferire parola mi mettono una gag-ball in bocca e la stringono per bene, , è l'unica cosa che mi viene da pensare. Contemporaneamente vedo una di loro prendere una videocamera e cominciare a filmarmi mentre un altra mi dice : . Io rispondo atterrita con uno sguardo come se volessi dire: e la loro risposta è un calcio in faccia accompagnato da : . A quelle parole mi sentii sconvolta e obbedii, mi stavo svestendo volontariamente davanti a una telecamera, peggio di così non poteva andare. Cominciai con le scarpe, slacciai i lacci e le tolsi insieme ai calzini, subito dopo tolsi il pantalone; la cintura non potevo toglierla era sotto chiave e il fatto che quella zona vibrava paurosamente era solo una cosa in più da mostrare in quel video che stavano girando. Tocco quindi alla maglietta, una normalissima T-shirt a maniche lunghe, ero rimasta solo col reggiseno. In quel momento appena mi apprestai per sganciare il fermo, una di loro prese un paio di manette e me le mise alle caviglie mentre le altre stavano ridendo a più non posso. Per farle capire il mio disaccordo guardavo velocemente lei e le manette e mi rispose con : . Rassegnata ormai mi tolsi il reggiseno scoprendo la cosa di cui andavo più fiera del mio corpo, le mie tette 3° misura; quindi presi il reggiseno lo misi insieme agli altri vestiti che avevo tolto, appena fatto ciò prese un altro paio di manette e me le mise ai polsi, contemporaneamente mi diede uno spintone che mi fece cadere a terra.
Ero li stesa a terra, non potevo ne gridare ne muovermi e avevo ancora i vibratori che mi vibravano incessantemente nella figa e nel culo che rendevano il tutto più esasperante, e aggiunto a ciò c'era il fatto che mi stavano filmando. Mi sentivo come in una scena di un film porno, anzi lo ero, ormai avevo perso la mia identità, non potevo più nulla. Dopo pochi secondi spengono la telecamera, pensavo fosse tutto finito, ma non era così, una di loro dice . Atterrita seguo l'ordine e tra mille fatiche striscio fino al letto, appena mi avvicino loro si si tolgono le scarpe e i calzini, prendono tutti i calzini compresi i miei e me li infilano in bocca stringendo poi di più la gag-ball. Era rivoltante, però la mia bocca era così chiusa che non riuscivo nemmeno a vomitare, anzi cercai di trattenermi per non peggiorare le cose; avevo sei paia di calzini in bocca e la mia lingua era costretta a leccarli, mi bastava muoverla di poco per avvertire quella schifezza. Mentre le altre ridono una di loro comincia ad accarezzarmi la testa col piede e subito dopo mi sferra un violento calcio, le altre la imitano e dopo pochi minuti ero distrutta. Avevo avuto calci dappertutto ma si erano concentrate sul seno, sulla figa e sul culo. Le tette mi facevano male e i calci li in basso altri non facevano che far andare i vibratori su e giù, ammetto però che stavo sentendo piacere, ma la cosa ovviamente non giustificava ciò. Dopo avermi fatto tutto ciò mi tolgono la gag-ball e io sputo immediatamente quei calzini che loro successivamente strusciano sul mio corpo bagnandolo tutto. Mi mettono in posizione in ginocchio e mi dicono, per oggi basta così leccaci giusto un pò i piedi e ti lasciamo libera fino a domani mattina. Rassegnata seguo gli ordini, i loro piedi erano piccolini, lisci e curati. Comincia e leccai il collo piede di una di loro e passai al piede successivo, appena lo feci ricevetti 3 violenti calci in faccia e mi dissero : . pensai e mi accinsi ad assecondare i loro pensieri. Chinai la testa sotto la pianta e pazientemente la leccai, poi presi in bocca la parte delle dita e mano mano facevo scivolare la lingua. Lo feci a tutte e 5 che finalmente mi dissero, ottimo puoi andare, però vieni che dobbiamo toglierti i vibratori.
Stavolta mi portarono in giardino, in un punto non visibile dalla strada e mi diedero in mano la chiave del lucchetto mentre loro erano lontane e mi filmavano. Rassegnata da ciò tolsi la mutanda quella bloccata e mi trovai di fronte alla mia tutta sporca di traccie di umori e urina. Me la sfilai e ricordandomi della volta scorsa cercai di toglierli con calma e uno alla volta, purtroppo non era ciò che volevano dato che appena videro cosa stavo per fare mi intimarono di toglierli insieme e di botto. Dovetti sottostare e appena li tolsi successe la stessa cosa dell'altra volta, uscii da sola molta urina e feci, volevo cadere a terra dalla disperazione ma desistetti dal farlo per non sporcarmi. Ora eravamo a quota 3 video che potevano pubblicare e tutto questo in soli 5 mesi che era iniziata la scuola. Mi avviai verso la camera in cui eravamo prima per recuperare i miei vestiti e metterli però me lo proibirono. Mi diedero una loro minigonna, dei collant e una maglietta a maniche corte con una visibile scollatura, io controbattei dicendo che se fossi tornata così mia madre avrebbe sospettato qualcosa ma loro risposero tranquillamente : . Il ragionamento aveva senso, eravamo in Gennaio e il fatto che tornavo con vestiti estivi avvalorava l'ipotesi del prestito mentre anche se avrebbe avuto dei sospetti o da ridire sul fatto che li avesse tenuti lei per lavarli non avrebbe indagato più di tanto.
La cosa in se per se non mi preoccupava più di tanto, ma si erano tenute anche l'intimo, dissero che me lo avrebbero ridato domani, ma ora il problema principale era prendere il treno con quei vestiti, sembravo una puttana in piena regola e uno stupro in quelle condizioni sarebbe stato più che normale. Per evitare ciò aspettai nel centro abitato che passasse il treno ed entrai nella stazione appena il treno aprì le porte, mi mise nel vagone del conducente e mi guardavo attorno spaurita. Tornata a casa bussai la porta, e mi mise sulle scale in modo che mi si vedeva solo la faccia e quando aprì la porta dissi di rimanerla aperta che andavo a controllare la posta(cosa un pò sospetta alle 8 di sera ma mia madre non si fa tutti questi problemi). Con questa finta evitai di farmi vedere, mi fiondai nella stanza e subito mi cambiai. Mi stesi sul letto a faccia in giù e piansi per ore mentre pensavo al domani...
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