L'eccezione

di
genere
bisex

Simone da qualche anno era ingaggiato per scattare le foto alle conferenze aziendali del suo compagno, Giacomo. Erano una bella coppia, affiatati, belli e sicuramente omosessuali. Avevano più volte ricevuto proposte da altri colleghi per unirsi alla loro coppia, si sa che il mondo omosessuale è promiscuo e gli ambienti aziendali non sono di certo casti. Ma avevano sempre declinato elegantemente non spingendosi mai al di là di qualche flirt scherzoso.
Nell'ufficio commerciale insieme a Giacomo lavoravano un ragazzo e una ragazza, Elena e Alessandro, amici anche al di fuori del lavoro. Lui spudoratamente innamorato dei due ragazzi della coppia non perdeva occasione per stuzzicarli.
Giacomo andava d'accordo con Alessandro, ma non nutriva simpatia per Elena, troppo altezzosa, una lesbica frustrata, la definiva. La gelosia di Giacomo era data dal suo cambio di posizione all'interno dell'azienda da quando Elena era entrata nel gruppo commerciale. Simone seguiva le simpatie del suo ragazzo e spesso si trovava a passare con loro il tempo di questi noiosi eventi. Quella sera in più Giacomo e Alessandro avrebbero dovuto formulare una proposta di marketing sul palco quindi Simone si trovò da solo gran parte del tempo e spesso insieme a Elena.
Elena agli occhi di Simone era semplicemente una ragazza silenziosa e taciturna..era difficile inquadrarla ma più passavano del tempo insieme più notava arguzia e sarcasmo, con poche parole ben piazzate lo faceva ridere di gusto.
A metà pomeriggio si ritirarono per prepararsi alla cena che si sarebbe tenuta nella grande sala dell'hotel. Quando si ripresentò non la riconobbe subito. "Stai benissimo truccata così!" Lo stupore di Simone era sincero. I capelli tirati indietro le scoprivano il viso mostrando i suoi lineamenti abbronzati. "Dovresti tagliarti i capelli!" Era la prima volta che una ragazza suscitava in lui un'emozione sincera. Non era attrazione, ma sincera ammirazione della sua bellezza. Ridevano di gusto, Simone era un ragazzo brillante, ironico, i suoi occhietti nocciola brillavano di arguzia e malizia. I capelli ricciolini schiariti dal sole vivevano in sintonia con lui. Aveva tatuaggi e piercing e non mancava di stile, amava l'originalità. Elena rideva alle sue battute, buttava la testa indietro, sembrava già brilla e l'aperitivo doveva ancora cominciare. Simone non la aveva mai vista così sciolta. Dopo i suoi complimenti si era creata una certa sintonia e scherzosamente giocavano a fare la coppietta, tenendosi sotto braccio. "Voglio sedermi vicino a te , sei veramente bella stasera. Mi stai facendo dubitare della mia omosessualità." Durante la conferenza i posti erano assegnati e Simone dovette girare per la sala più volte per fotografare il palco. Finita la conferenza si recarono nel cortile fuori dall'albergo dove era stato inaugurato l'open bar. "Una palla come sempre, ma ti ho cercata tutto il tempo" rise Roberto.
"Ma smettila, io devo ammettere che ho ascoltato solo Giacomo e Alessandro, chissà per quanto ne avranno ancora" controbatté Elena. Non voleva ammettere che la vicinanza di Simone la stava confondendo. Lei bisessuale da sempre ma con grande tendenza omosessuale non si sentiva attratta da anni da un uomo. Essere attratta da un uomo gay, per giunta, le sembrava davvero bizzarro. Ma il gioco era iniziato ed era carino alimentarlo almeno per quella serata, tra l'altro faceva piuttosto fresco, tanto che risultava piacevole quel leggero contatto fisico. Divisero una poltrona piuttosto grande ma su cui stavamo stretti con la scusa di stare vicini. In quel momento arrivò Alessandro: "Ohi ma stasera fate i piccioncini? Sarà felice Giacomo!" Non senza una punta di invidia visto che Simone sfoderando tutta la sua bella dentatura sorrideva malizioso stringendosi al braccio di Elena. "Ci stiamo scaldando, non senti che freddo?" Fece lei. "Si infatti me ne vado a dormire, Giacomo ne avrà ancora per un bel po', è stato incastrato a sistemare la sala, avete tempo di abbracciarvi ancora un po'" Alessandro si allontanò sarcastico e leggermente amareggiato da questa nuova amicizia.
Continuarono a chiacchierare, Simone le mostrava i suoi progetti fotografici a tema queer e lei pareva sinceramente interessata.
Parlarono di sesso, lui disse che non aveva mai apprezzato le donne, "Mai prima di questa sera" ci teneva a lusingarla, con i suoi occhietti ironici che birillavano. Lei dal canto suo era stata per tre anni in una relazione con una donna e al momento bastava a se stessa un quanto trovare qualcuno che la animasse era impossibile. Indossava un abito scollato con uno spacco vertiginoso. Aveva un corpo morbido e materno, era un piacere stare avvinghiati alla sua carne profumata di pulito e profumo costoso. Elena era turbata da questa strana sensazione ma al tempo stesso si sentiva tremendamente a proprio agio. Per questo decise di alzarsi e andare a dormire. Trovava che questa situazione potesse essere compromettente dei rapporti già precari con Giacomo e potesse rovinare quello con Alessandro, suo amico. Le sembrava altamente improbabile che potesse spingersi oltre questo gioco, ma il suo corpo le dava dei segnali chiari di reale attrazione. Sentiva un calore in mezzo alle gambe dato dalla piacevolezza del contatto fisico con lui. "Posso venire con te finché non finisce Giacomo? Fammi compagnia un altro po'." Si ritirarono nella stanza di lei. Una leggera scossa li pervadeva mentre attraversavano il corridoio verso la stanza di lei. Sapevano che c'era qualcosa di diverso nel loro stato d'animo e l'elettricità era palpabile. Entrarono nella stanza. "Posso usare il bagno?" "Certo"
Quando Simone uscì la trovo adagiata sulla grande poltrona vicino alla finestra con una gamba su e una giù. Una spallina del vestito che calava sulla spalla destra.
" Non scherzo sai quando ti dico che ti trovo bella. Te l'ho ripetuto almeno cinque volte, ma mi sembra così strano che ne lo ripeto per capire meglio cosa sto sentendo dentro." "Anche tu mi attrai. Non mi capiva di sentirmi così da un po', sono sincera. Magari è l'alcol"
"Può essere, fammi spazio li vicino"
"Riprendiamo la formazione di prima? Guarda che qui non fa freddo" lo provocò lei.
Il contatto qui era ancora più sfacciato e intimo lontano da occhi indiscreti. Elena si trovò l'erezione di Simone contro la coscia, la testa appoggiata al suo seno. In un'altra situazione avrebbe provato panico ma si sentiva fortemente in intimità con questo ragazzo, gli toccava i ricciolini, lo trovava tenero, continuava a scherzare a parlare della cena, le raccontava vecchi aneddoti.
"Non ho mai baciato una donna per davvero." Le disse all'improvviso. La scossa che li agitava da tutta la sera li porto con i visi vicini le labbra che si toccavano. Si baciavano e sembrava naturale per entrambi, vissuta un po' come un esperimento, questa strana complicità. Lui non copriva la sua erezione ormai palese
"Non vergognarti sento lo stesso anche io"
"Non ho mai toccato una donna non so se mi piacerà"
"Sssh chiudi gli occhi"
Gli abbasso la zip dei jeans prendendoglielo in mano. Lo segava piano, che bella la sensazione della pelle che scivola sul corpo duro del pene, non se lo ricordava. Lui godeva con la testa appoggiata indietro contro lo schienale, la bocca semi aperta in un sorriso beffardo, le lunghe ciglia chiuse. A un certo punto gli fu sopra, vestita, con la spallina del vestito che le scopriva un seno. Si spostò le mutandine e se lo infilò dentro. Era una bella sensazione, una bella scossa. Era morbida calda, più larga di quanto pensasse e così lubrificata. Quando si riprese appena inizio a toccarle il seno morbido e poi passò in mezzo alle sue gambe, lei si muoveva abile sopra di lui e con una mano lo aiutava a trovare il suo clitoride e a tratti si masturbava sopra di lui. Il suo corpo rimbalzava e emanava un buon odore di donna, ebbe un orgasmo quasi subito per via della tensione accumulata. Simone passata l'ondata iniziale perse ben presto l'erezione. Nella sua testa si alternavano tanti pensieri. La trovava ancora bella e provava tenerezza per lei e per il suo corpo morbido. Ora leggermente abbandonata, aveva appoggiato la testa sulla spalla e per via della connessione che si era creata tra loro lei capí e rallentò fino a fermarsi. "Io.."
"Non mi devi spiegare niente, è strano anche per me. Chiudi gli occhi"
Si inginocchiò sul pavimento, tra le sue gambe e inizio a succhiarglielo con il seno che usciva da sopra il vestito. La bocca di Elena era piccola ma generosa, si impegnava per leccarlo nei punti giusti. Lo osservava dal basso, nel frattempo si era sfilato la maglietta. Nella luce soffusa brillavano i riflessi rossi della sua barba e dei riccioli dell pube e del petto. Gli accrezzava le gambe tatuate, trattava quel corpo semplicemente come un corpo amato. Lui dal canto suo le accarezzava i capelli, e la manina morbida, quella non impegnata a segarlo. Lo sentí sussultare, lui fece per spostarle la testa. Ma lei rimase lì e ingoiò il suo sperma.
"Mi avevi detto che non ti piacevano gli uomini. Io non mi posso lamentare di questa esperienza direi" il suo sorriso beffardo era tornato.
"Non taci nemmeno dopo, avrei dovuto capirlo. Le persone che parlano subito dopo mi piacciono ancora meno degli uomini"
Eccola tornata un po' stronza e sarcastica.
"Ah sì e cosa ti piace fare dopo?"
Seduta dall'altro lato della poltrona completamente nuda con le gambe sulle sue gambe, le aprí mostrandogli oscenamente la figa. Inizio a toccarsela chiudendo gli occhi disegnando dei cerchi intorno al clitoride.
Lui con il suo fare giocoso "Dai insegnami, sono qui per imparare." Gli prese la mano e se la porto a soddisfarsi e mentre lui imparava il movimento anche lei aggiungeva la sua, penetrandosi con due dita. "Fermati così" le scatto una foto in quella posizione oscena. Indossava solo una sottile collana e un bracciale di perle. Era spettinata e il trucco leggermente colato, ma manteneva il fascino di quella sera. "Ti scatto alcune foto, così mi ricordo di questa occasione unica"
Lei si girò con la schiena appoggiata alla seduta e le gambe sullo schienale, a testa in giù. La testa pendeva e si trovò all'altezza del suo cazzo con la bocca. Lui continuava scattarle delle foto fotografando i dettagli di quelle belle labbra sulla sua punta, della sua lingua rosa, dei suoi denti bianchi, degli umori che facevano capolino ancora una volta dalla punta del suo cazzo. Apriva la bocca e la chiudeva e lui per provocarla si avvicinava e si allontanava fino a che non riuscí a leccarlo tutto dalla base alla punta continuandogli a massaggiare le palle con l'altra mano. Elena con una mano invece continuava a toccarsela. Ebbe un orgasmo di nuovo. E fu lì che torno alla realtà. "Cancella quelle foto"
"Giacomo lo sa, stai tranquilla. Siamo una coppia aperta e da un po' gli dico che vorrei provare con una donna. A inizio serata mi ha lanciato una sfida, mi dovevo scopare te o Alessandro e ho scelto te."
"Siete due stronzi, ma irresistibili, l'ho capito subito. Esci dalla mia stanza ora" Simone si rivestì e prima di uscire la abbracció e le diede un bacio sulla fronte, sapendo che quello che era successo in quella stanza era l'eccezione che conferma la regola.
di
scritto il
2022-09-08
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