Tornando dalla serata cinema
di
Klimt 9
genere
trio
Prima di tutto le presentazioni: Silvia 52, 1,68, Luca 62, 1,77. Sposati da circa 30 anni, due figli.
Quella sera stavamo tornando a casa dalla prima di Top Gun, da Milano verso casa. Erano ormai circa le 2 di notte vista sosta panino giusto. Durante la proiezione avevo più volte provocato Silvia accarezzandole le gambe sino a cercare di risalire verso il piacere. La sala era si piena ma non gremita ed i posti scelti, defilati verso sx lasciavano un margine di riservatezza ancora più accentuato da lei che posò il cappotto sulle gambe per nascondere la mia mano. Devo dire che non oppose resistenza anzi cercò di favorirmi nell’azione alzandosi per andare in bagno. Al ritorno mi sorrise e mi passò nella mano i suoi slip. “Che troia che sei” gli dissi. Lei di rimando: “Divertiti e intanto fammi godere! Porco”.
Fu così che mentre le scene scorrevano io la accarezzassi e Silvia gradiva il trattamento visto che era sempre più fradicia. Ogni tanto mi afferrava il polso e mi spostava la mano. Lo faceva perché non voleva godere e desiderava protrarre il più a lungo possibile il piacere di essere toccata prima di godere. Si girava ogni tanto verso di me e con la lingua mi provocava infilandola nell’orecchio o leccandomi il collo. “Porco, sei un porco!”, mi diceva con un sussurro all’orecchio. Riuscì senza farsi vedere e notare da nessuno a tirarmelo fuori e a segarmi lentamente sempre da sotto il cappotto. “Mi piace sapere che te l’ho fatto venire duro, amore, lo sai? Tenerlo in mano e sentirlo così significa sapere che mi desideri, che mi vuoi. La vuoi tua moglie? Hai voglia di scoparmi?” “Ti scoperei qui, in questo istante!”, risposi. La proiezione purtroppo terminò ed a noi due non restò che cercare mi mettersi in ordine ed uscire. Andammo verso il parcheggio e una volta nel l’ascensore ti spinsi contro la parete baciandoti. Spingevo l’inguine verso di te per farti sentire quanto ti desideravo. “A casa ti farò morire, porco, preparati a soddisfarmi!” mi dicesti. Recuperata l’auto ci avviammo verso casa ma ti proposi di fermarci per gustare un panino visto che non avevamo cenato. “Dunque vuoi tenermi sulle spine, vuoi farti desiderare nonostante ti abbia espressamente chiesto di farmi godere, di fare godere tua moglie. Sei un bastardo!”. Detto ciò parcheggiai l’auto e la invitai a scendere per andare al locale. Gustammo così il panino in una sorta di silenzio che pareva avesse molti significati. Prima di uscire mi dicesti che avevi bisogno del bagno e di andare avanti per pagare. Attesi per pagare e ti vidi uscire dal bagno con il cappotto già indossato. “Andiamo a casa” ti dissi. “Va bene” fu la tua risposta. Mentre percorrevamo le strade deserte appoggiai la mano sulla tua gamba e risalendo mi accorsi che non avevi più la gonna! “Ma sei nuda?” ti chiesi. “Si, sono nuda, guardami!” Nel dire ciò apristi il cappotto e mi resi conto che sotto lo stesso eri completamente nuda. Ti fu di aiuto la capiente borsa che avevi con te quel giorno per accogliere gonna e camicetta. “Toccami, fallo ora” ti sentii dire mentre avevi reclinato il sedile e appoggiato i piedi al cruscotto rimanendo a gambe divaricate completamente a mia disposizione. Non me lo feci dire due volte e mi diedi da fare ad accarezzarti la clitoride e infilare dita nella figa che raramente avevo trovato così bagnata e bollente. Al tuo primo orgasmo quasi andavo fuori strada quando ti sentii gridare “Sborro!!! Cazzo sborro!!!!”. Mi allagasti la mano con il tuo piacere. Guidavo quasi in automatico verso casa cercando di non perdermi nulla di te. Mi piaceva vederti così esibita e piena di voglia quando mi accorsi che di lì a poco saremmo giunti ad un centro commerciale con un grande parcheggio di cui si diceva essere trasgressivo. “Silvia, ti piacerebbe se ti facessi fare un po’ di esibizione in questo parcheggio? So che ti piace e vorrei soddisfarti stasera. Vuoi?” “Prova se piace anche a te”. Così mi infilai nel parcheggio ma forse a causa dell’ora tarda non c’era nessuno ne non un grosso tir parcheggiato verso il fondo nella zona di scarico. Fu così che decisi di avvicinarmi all’autotreno senza smettere di carezzarti la figa cercando di forzare la tua mano quando cercava di fermarmi. Mi fermai sul fianco dell’autista e questi si sporse per guardare. Non credeva ai suoi occhi! Vedere te, Silvia, splendida donna, nuda, a gambe oscenamente aperte, è un regalo che pochi hanno avuto la fortuna di ricevere. Nel mentre l’autista scese dal tir e si mise dalla parte dx della auto per guardare meglio. Tu ti girasti verso lui per capire cosa stesse facendo. Godevi nel sentirti guardata nuda mentre io non smettevo di sditalinarti. “Sborro ancora, porco, mi hai portata qui per farmi guardare, maiale, ti piace fare vedere tua moglie nuda, nuda mentre sborra?” “Mi piace ciò che piace a te e so che soddisfare il tuo lato esibizionista ti fa godere ma se vuoi puoi andare oltre” “Cosa significa posso andare oltre?” “Significa che se vuoi puoi decidere di farti montare da lui, sul suo camion, così coroneremmo un desiderio che da tempo condividiamo” “Cioè tu vorresti che io mi faccia montare da lui in tua presenza è che gli sborrassi sul cazzo? Vuoi diventare un cornuto?”. Nel frattempo l’autista aveva aperto i pantaloni ed estratto un cazzo dì dimensioni veramente notevoli. Lungo il giusto ma con un diametro veramente extra! “Guarda, amore, guarda che cazzo che ha, lo vedi?” “Accidenti che cazzone, anche volendo non riuscirei a farlo entrare dentro è troppo grosso!” “Io invece penso di sì, che riusciresti e sono certo che ti farà godere come non mai!”. Detto ciò mentre il camionista non smetteva di segarsi davanti a te abbassai il finestrino e gli chiesi se avesse avuto piacere di montarti mentre io guardavo. Lui mi disse di rimando che non aveva mai avuto una esperienza simile ma che avrebbe preferito pagare la signora e non avermi tra i piedi. Rimasi un attimo perplesso e guardai mia moglie che mi disse “perché no? Sarò la sua puttana per stasera, non vuoi?” “Quanto pagheresti?” gli chiesi. “100 euro, non di più ma voglio tutto, bocca, figa e culo!”. “Lasciami andare, amore, quel cazzo e’ così grosso che mi ha fatto venire voglia di prenderlo, di sentirlo dentro, di sentirlo godere. Poi ti racconto”. Il camionista si spostò sul late dx del tir e io feci lo stesso con l’auto. Silvia scese dall’auto cercando di tenere chiuso il cappotto con un braccio mentre con l’altra mano prendeva i 100 euro per poi darli a me. L’uomo apri la portiera ed aiuto Silvia a salire sostenendola da dietro. Poi sai lui. Chiuse la porta e vidi le tendine tirate su tutto il perimetro della cabina. Ero sceso dall’auto e cercavo di captare ogni rumore proveniente dall’interno. Per fortuna una porzione di circa 1 centimetro del finestrino era rimasta aperta e questo mi permetteva di udire cosa stava accadendo e di immaginarlo non potendolo vedere. Dopo svariati minuti di silenzio iniziai a sentire dei gemiti. Riconobbi mia moglie. I gemiti a volte erano contornati da lunghi sospiri e urla trattenute. Sino a che sentii mia moglie: “Leccamela, cazzo, leccamela e non fermarti, fammi sborrare ancora, bevila, stronzo, uuuuuhhhhhhh …….., sborro, sborrooooo, ancora, ancora, ti prego, non smettere, è tutta tua, leccala, leccala, cazzo come godoooooo…….,! Basta ora, voglio succhiarti il cazzo, vieni qui!”. Non sentii più rumori per alcuni minuti ma immaginai fosse perché glielo stavi prendendo in bocca. Poi:”Dio, che cazzo, mai visto un cazzo così, è così duro e ha una cappella stupenda, circoncisa, lucida per la mia saliva. Resta qui che voglio sentirlo ancora in bocca!” “Dai, leccalo tutto che poi vedrai come ti farà godere! Ti sfonderò la figa e proverai il piacere di sentirti finalmente piena di cazzo!” “Siiiii, si, lo voglio!!”. “Allora vieni qui, mettiti a pecora, troia, che te lo metto dentro!”. Sentii cigolare il lettino ed immaginai che fossi tu che stavi mettendoti in ginocchio per lui. Ti immaginavo girata, le spalle abbassate sul letto, il culo sollevato e la tua figa offerta alla sua vista e fra poco al suo cazxo! “Aaaahhhhhh, porco, non passarlo solo tra le labbra o sul culo ma mettilo dentro! Dai, lo voglio, mettilo, porco!!!” “Dimmi che lo vuoi, troia” “Lo voglio, quante volte devo dirtelo, lo voglio, l’ho detto anche a mio marito, a quel cornuto di mio marito che lo volevo il tuo cazzo, montami ora, monta la troia, falla godere così dopo racconterò tutto al cornuto. Ma ora dammelo, ti prego, mettilo dentro, riempimi la figa, dai, dai, ti prego, cosa vuoi che faccia per farmi riempire? Non ce la faccio più, voglio il cazzo, voglio il tuo cazzo dentro, bastardo!!! Si, si, siiiiii, piano, ti prego, ancora, siiiiiiii, spingi, spingilo tutto dentro!!!!! Aaaahhhhhh ……. dio, mi stai sfondando tutta, mi dilanii la figa, non mi sono mai sentita così piena, fermati un momento, fammi abituare a te”. Ancora silenzio condito da respiri affannosi, cigolii e schiocchi che parevano sberle sulle natiche. “Montami, ora, dai, montami, chiava la troia e falla sborrare!!! Dopo gliela farò leccare al cornuto, dopo la monta, così la vedrà aperta per bene. Aaaahhhhhhhh …… chiava, sborro, sborrooooo, sboroooooooo, oh dio che cazzo, che cazzo!!!! Non tirarlo fuori continua ancora un po’, fammi sborrare ancora, ti prego, così, si, così, cosiiiiii …… chiavami!!! Cazzo, ma come puoi farmi sborrare così, sei un diavolo!” “Cosa stai facendo? Non tirarlo fuori, non farlo! Perché lo hai fatto?” “Ricordi che quando ho pagato ho detto che volevo tutto? Ora voglio il culo!” “No il culo no!!! Me lo spacchi, non ho mai preso un cazzo come il tuo!! Non posso!” “Vieni qui, mi bagno bene il cazzo e ti lubrifico come si deve il buco del culo. Vedrai che non ti farò male e che una volta dentro mi pregherai di incularti e di riempirti di sborra!” “Piano, fai piano, aahhhhh …… , mi fai male, ferma, si sì, ancora un po’” “Vedi che ti piace, dai, sono dentro a metà, rilassa i muscoli del buco e lasciami entrare” “Si ma spingi piano, aaahhhhhh ….., bastardo lo hai spinto dentro tutto di colpo, toglilo che mi fa male, toglilo!!!” “Vuoi che lo tolga, lo vuoi davvero?” “Nooooo, non toglierlo, inculami, inculami, ti prego, montami il culo e fammi godere, sono una troia, una vera troia, chi cazzo sei per incularmi così, non voglio più vederti, aaaahhhhhh sborro, mi fai sborrare anche con il culo, si, si, si, spingilo dentro tutto, di più, dai, bastardo, rompimi il culo!!!” “Adesso ti sborro dentro, prendila tutta!” “No, aspetta, ne voglio ancora, ne voglio ancora di cazzo, non smettere, ti prego, no” “Devo partire, sono in ritardo, ma ti lascerò il mio telefono così se avrai voglia di farti chiavare ancora potrai chiamarmi e impegni permettendo ci potremo incontrare nuovamente, ora ti sborro nel culo, prendila tutta!” “Ahhhhhhhh ……. si, tutta, tutta, la voglio tutta!!!” “Hai dei fazzoletti? Aspetta, fatti pulire il cazzo, voglio tenerlo ancora un po’ in mano, una bestia così!”. Dopo qualche minuto sento la portiera che si apre e ti vedo, radiosa, coperta solo dal cappotto. Saliamo in auto dopo avere salutato lui, il camionista ed avere ricevuto in dono il suo numero telefonico. Mentre ci avviamo verso casa mi dici “Amore, mai provato un piacere così!!! Quello non aveva un cazzo ma qualcosa di più!! Era grossissime duro, duro! Dio se mi ha fatta godere. Mi spiace tu non abbia potuto vedermi” “Ti ho sentita, il finestrino era un po’ abbassato e ti ho sentita, ho sentito quanto ti è piaciuto!” “Si mi ha fatta godere non so quante volte e mi ha rotto il culo per poi sborrarmi dentro. Trova un angolo tranquillo che voglio farti vedere e voglio che tu me lo metta nel culo, ora, e che mi sborri dentro anche tu! È il tuo premio da cornuto!!!”
Quella sera stavamo tornando a casa dalla prima di Top Gun, da Milano verso casa. Erano ormai circa le 2 di notte vista sosta panino giusto. Durante la proiezione avevo più volte provocato Silvia accarezzandole le gambe sino a cercare di risalire verso il piacere. La sala era si piena ma non gremita ed i posti scelti, defilati verso sx lasciavano un margine di riservatezza ancora più accentuato da lei che posò il cappotto sulle gambe per nascondere la mia mano. Devo dire che non oppose resistenza anzi cercò di favorirmi nell’azione alzandosi per andare in bagno. Al ritorno mi sorrise e mi passò nella mano i suoi slip. “Che troia che sei” gli dissi. Lei di rimando: “Divertiti e intanto fammi godere! Porco”.
Fu così che mentre le scene scorrevano io la accarezzassi e Silvia gradiva il trattamento visto che era sempre più fradicia. Ogni tanto mi afferrava il polso e mi spostava la mano. Lo faceva perché non voleva godere e desiderava protrarre il più a lungo possibile il piacere di essere toccata prima di godere. Si girava ogni tanto verso di me e con la lingua mi provocava infilandola nell’orecchio o leccandomi il collo. “Porco, sei un porco!”, mi diceva con un sussurro all’orecchio. Riuscì senza farsi vedere e notare da nessuno a tirarmelo fuori e a segarmi lentamente sempre da sotto il cappotto. “Mi piace sapere che te l’ho fatto venire duro, amore, lo sai? Tenerlo in mano e sentirlo così significa sapere che mi desideri, che mi vuoi. La vuoi tua moglie? Hai voglia di scoparmi?” “Ti scoperei qui, in questo istante!”, risposi. La proiezione purtroppo terminò ed a noi due non restò che cercare mi mettersi in ordine ed uscire. Andammo verso il parcheggio e una volta nel l’ascensore ti spinsi contro la parete baciandoti. Spingevo l’inguine verso di te per farti sentire quanto ti desideravo. “A casa ti farò morire, porco, preparati a soddisfarmi!” mi dicesti. Recuperata l’auto ci avviammo verso casa ma ti proposi di fermarci per gustare un panino visto che non avevamo cenato. “Dunque vuoi tenermi sulle spine, vuoi farti desiderare nonostante ti abbia espressamente chiesto di farmi godere, di fare godere tua moglie. Sei un bastardo!”. Detto ciò parcheggiai l’auto e la invitai a scendere per andare al locale. Gustammo così il panino in una sorta di silenzio che pareva avesse molti significati. Prima di uscire mi dicesti che avevi bisogno del bagno e di andare avanti per pagare. Attesi per pagare e ti vidi uscire dal bagno con il cappotto già indossato. “Andiamo a casa” ti dissi. “Va bene” fu la tua risposta. Mentre percorrevamo le strade deserte appoggiai la mano sulla tua gamba e risalendo mi accorsi che non avevi più la gonna! “Ma sei nuda?” ti chiesi. “Si, sono nuda, guardami!” Nel dire ciò apristi il cappotto e mi resi conto che sotto lo stesso eri completamente nuda. Ti fu di aiuto la capiente borsa che avevi con te quel giorno per accogliere gonna e camicetta. “Toccami, fallo ora” ti sentii dire mentre avevi reclinato il sedile e appoggiato i piedi al cruscotto rimanendo a gambe divaricate completamente a mia disposizione. Non me lo feci dire due volte e mi diedi da fare ad accarezzarti la clitoride e infilare dita nella figa che raramente avevo trovato così bagnata e bollente. Al tuo primo orgasmo quasi andavo fuori strada quando ti sentii gridare “Sborro!!! Cazzo sborro!!!!”. Mi allagasti la mano con il tuo piacere. Guidavo quasi in automatico verso casa cercando di non perdermi nulla di te. Mi piaceva vederti così esibita e piena di voglia quando mi accorsi che di lì a poco saremmo giunti ad un centro commerciale con un grande parcheggio di cui si diceva essere trasgressivo. “Silvia, ti piacerebbe se ti facessi fare un po’ di esibizione in questo parcheggio? So che ti piace e vorrei soddisfarti stasera. Vuoi?” “Prova se piace anche a te”. Così mi infilai nel parcheggio ma forse a causa dell’ora tarda non c’era nessuno ne non un grosso tir parcheggiato verso il fondo nella zona di scarico. Fu così che decisi di avvicinarmi all’autotreno senza smettere di carezzarti la figa cercando di forzare la tua mano quando cercava di fermarmi. Mi fermai sul fianco dell’autista e questi si sporse per guardare. Non credeva ai suoi occhi! Vedere te, Silvia, splendida donna, nuda, a gambe oscenamente aperte, è un regalo che pochi hanno avuto la fortuna di ricevere. Nel mentre l’autista scese dal tir e si mise dalla parte dx della auto per guardare meglio. Tu ti girasti verso lui per capire cosa stesse facendo. Godevi nel sentirti guardata nuda mentre io non smettevo di sditalinarti. “Sborro ancora, porco, mi hai portata qui per farmi guardare, maiale, ti piace fare vedere tua moglie nuda, nuda mentre sborra?” “Mi piace ciò che piace a te e so che soddisfare il tuo lato esibizionista ti fa godere ma se vuoi puoi andare oltre” “Cosa significa posso andare oltre?” “Significa che se vuoi puoi decidere di farti montare da lui, sul suo camion, così coroneremmo un desiderio che da tempo condividiamo” “Cioè tu vorresti che io mi faccia montare da lui in tua presenza è che gli sborrassi sul cazzo? Vuoi diventare un cornuto?”. Nel frattempo l’autista aveva aperto i pantaloni ed estratto un cazzo dì dimensioni veramente notevoli. Lungo il giusto ma con un diametro veramente extra! “Guarda, amore, guarda che cazzo che ha, lo vedi?” “Accidenti che cazzone, anche volendo non riuscirei a farlo entrare dentro è troppo grosso!” “Io invece penso di sì, che riusciresti e sono certo che ti farà godere come non mai!”. Detto ciò mentre il camionista non smetteva di segarsi davanti a te abbassai il finestrino e gli chiesi se avesse avuto piacere di montarti mentre io guardavo. Lui mi disse di rimando che non aveva mai avuto una esperienza simile ma che avrebbe preferito pagare la signora e non avermi tra i piedi. Rimasi un attimo perplesso e guardai mia moglie che mi disse “perché no? Sarò la sua puttana per stasera, non vuoi?” “Quanto pagheresti?” gli chiesi. “100 euro, non di più ma voglio tutto, bocca, figa e culo!”. “Lasciami andare, amore, quel cazzo e’ così grosso che mi ha fatto venire voglia di prenderlo, di sentirlo dentro, di sentirlo godere. Poi ti racconto”. Il camionista si spostò sul late dx del tir e io feci lo stesso con l’auto. Silvia scese dall’auto cercando di tenere chiuso il cappotto con un braccio mentre con l’altra mano prendeva i 100 euro per poi darli a me. L’uomo apri la portiera ed aiuto Silvia a salire sostenendola da dietro. Poi sai lui. Chiuse la porta e vidi le tendine tirate su tutto il perimetro della cabina. Ero sceso dall’auto e cercavo di captare ogni rumore proveniente dall’interno. Per fortuna una porzione di circa 1 centimetro del finestrino era rimasta aperta e questo mi permetteva di udire cosa stava accadendo e di immaginarlo non potendolo vedere. Dopo svariati minuti di silenzio iniziai a sentire dei gemiti. Riconobbi mia moglie. I gemiti a volte erano contornati da lunghi sospiri e urla trattenute. Sino a che sentii mia moglie: “Leccamela, cazzo, leccamela e non fermarti, fammi sborrare ancora, bevila, stronzo, uuuuuhhhhhhh …….., sborro, sborrooooo, ancora, ancora, ti prego, non smettere, è tutta tua, leccala, leccala, cazzo come godoooooo…….,! Basta ora, voglio succhiarti il cazzo, vieni qui!”. Non sentii più rumori per alcuni minuti ma immaginai fosse perché glielo stavi prendendo in bocca. Poi:”Dio, che cazzo, mai visto un cazzo così, è così duro e ha una cappella stupenda, circoncisa, lucida per la mia saliva. Resta qui che voglio sentirlo ancora in bocca!” “Dai, leccalo tutto che poi vedrai come ti farà godere! Ti sfonderò la figa e proverai il piacere di sentirti finalmente piena di cazzo!” “Siiiii, si, lo voglio!!”. “Allora vieni qui, mettiti a pecora, troia, che te lo metto dentro!”. Sentii cigolare il lettino ed immaginai che fossi tu che stavi mettendoti in ginocchio per lui. Ti immaginavo girata, le spalle abbassate sul letto, il culo sollevato e la tua figa offerta alla sua vista e fra poco al suo cazxo! “Aaaahhhhhh, porco, non passarlo solo tra le labbra o sul culo ma mettilo dentro! Dai, lo voglio, mettilo, porco!!!” “Dimmi che lo vuoi, troia” “Lo voglio, quante volte devo dirtelo, lo voglio, l’ho detto anche a mio marito, a quel cornuto di mio marito che lo volevo il tuo cazzo, montami ora, monta la troia, falla godere così dopo racconterò tutto al cornuto. Ma ora dammelo, ti prego, mettilo dentro, riempimi la figa, dai, dai, ti prego, cosa vuoi che faccia per farmi riempire? Non ce la faccio più, voglio il cazzo, voglio il tuo cazzo dentro, bastardo!!! Si, si, siiiiii, piano, ti prego, ancora, siiiiiiii, spingi, spingilo tutto dentro!!!!! Aaaahhhhhh ……. dio, mi stai sfondando tutta, mi dilanii la figa, non mi sono mai sentita così piena, fermati un momento, fammi abituare a te”. Ancora silenzio condito da respiri affannosi, cigolii e schiocchi che parevano sberle sulle natiche. “Montami, ora, dai, montami, chiava la troia e falla sborrare!!! Dopo gliela farò leccare al cornuto, dopo la monta, così la vedrà aperta per bene. Aaaahhhhhhhh …… chiava, sborro, sborrooooo, sboroooooooo, oh dio che cazzo, che cazzo!!!! Non tirarlo fuori continua ancora un po’, fammi sborrare ancora, ti prego, così, si, così, cosiiiiii …… chiavami!!! Cazzo, ma come puoi farmi sborrare così, sei un diavolo!” “Cosa stai facendo? Non tirarlo fuori, non farlo! Perché lo hai fatto?” “Ricordi che quando ho pagato ho detto che volevo tutto? Ora voglio il culo!” “No il culo no!!! Me lo spacchi, non ho mai preso un cazzo come il tuo!! Non posso!” “Vieni qui, mi bagno bene il cazzo e ti lubrifico come si deve il buco del culo. Vedrai che non ti farò male e che una volta dentro mi pregherai di incularti e di riempirti di sborra!” “Piano, fai piano, aahhhhh …… , mi fai male, ferma, si sì, ancora un po’” “Vedi che ti piace, dai, sono dentro a metà, rilassa i muscoli del buco e lasciami entrare” “Si ma spingi piano, aaahhhhhh ….., bastardo lo hai spinto dentro tutto di colpo, toglilo che mi fa male, toglilo!!!” “Vuoi che lo tolga, lo vuoi davvero?” “Nooooo, non toglierlo, inculami, inculami, ti prego, montami il culo e fammi godere, sono una troia, una vera troia, chi cazzo sei per incularmi così, non voglio più vederti, aaaahhhhhh sborro, mi fai sborrare anche con il culo, si, si, si, spingilo dentro tutto, di più, dai, bastardo, rompimi il culo!!!” “Adesso ti sborro dentro, prendila tutta!” “No, aspetta, ne voglio ancora, ne voglio ancora di cazzo, non smettere, ti prego, no” “Devo partire, sono in ritardo, ma ti lascerò il mio telefono così se avrai voglia di farti chiavare ancora potrai chiamarmi e impegni permettendo ci potremo incontrare nuovamente, ora ti sborro nel culo, prendila tutta!” “Ahhhhhhhh ……. si, tutta, tutta, la voglio tutta!!!” “Hai dei fazzoletti? Aspetta, fatti pulire il cazzo, voglio tenerlo ancora un po’ in mano, una bestia così!”. Dopo qualche minuto sento la portiera che si apre e ti vedo, radiosa, coperta solo dal cappotto. Saliamo in auto dopo avere salutato lui, il camionista ed avere ricevuto in dono il suo numero telefonico. Mentre ci avviamo verso casa mi dici “Amore, mai provato un piacere così!!! Quello non aveva un cazzo ma qualcosa di più!! Era grossissime duro, duro! Dio se mi ha fatta godere. Mi spiace tu non abbia potuto vedermi” “Ti ho sentita, il finestrino era un po’ abbassato e ti ho sentita, ho sentito quanto ti è piaciuto!” “Si mi ha fatta godere non so quante volte e mi ha rotto il culo per poi sborrarmi dentro. Trova un angolo tranquillo che voglio farti vedere e voglio che tu me lo metta nel culo, ora, e che mi sborri dentro anche tu! È il tuo premio da cornuto!!!”
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