L'ebbrezza della perversione
di
Simone R.
genere
dominazione
Erano le 21:21 di un venerdì sera, in una giornata di pioggia, ero seduto a un tavolo di un locale a chiacchierare con una ragazza conosciuta da poco.
Nonostante il chiasso che rimbombava in tutto il locale,
gli odori del cibo e delle persone intorno a noi, io,
tenevo lo sguardo fisso su di LEI.
Una ragazza di statura media alta circa 1.67,
con una voce femminile che sensualizzava ancora di più il suo
aspetto. Capelli neri, poco più sopra le spalle,
che richiamavano il maglioncino nero che indossava,
il quale risaltava la forma del seno.
Un viso dolce con uno sguardo intenso per via dei suoi occhi scuri,
labbra carnose che accompagnavano un sorriso perfetto.
Dopo una lunga e intensa chiacchierata fatta di immaginazioni perverse di quello che le avrei voluto fare,
non ci rendemmo conto che il locale stava per chiudere, così ci alzammo e solo in quel momento, mentre
eravamo uno difronte all'altro, senza un tavolo che ci separava, si rese conto che in confronto a me, un
ragazzo di 1.90, lei era una piccola ragazza indifesa.
Usciti dal locale, ci fu uno scambio di sguardi, lei con uno sguardo innocente verso l’alto, fissava i miei
occhi, mi fece un piccolo sorriso e distolse lo sguardo dalla timidezza.
Subito dopo con una voce melodica, mi disse: “Ormai è tutto chiuso dove possiamo andare?”
Con nonchalance le dissi: “Potremmo andare da me, d’altronde c’è ancora tanto da scoprire l’uno
dell’altro, non trovi?”
Rimase un pò scioccata dalla mia risposta, e ironicamente mi disse: “Cos’è, hai qualche lato nascosto che
devo ancora scoprire?”
Eh io risposi: “Tutti abbiamo un lato nascosto, che a prima impressione non viene velato, forse perché
dipende dalla circostanza in cui ci si trova”
Incuriosita dalle mie parole, accettò l’invito, ci recammo a casa mia e ritrovandoci davanti alla porta di
casa, sapevamo già tutti e due come sarebbe andata a finire. Ma la domanda fissa che mi ponevo dentro
di me era: “chissà se si lascerà dominare” una domanda la cui risposta l’avrei scoperta molto presto.
La feci accomodare sul divano, io nel mentre, decisi di preparare un tè caldo. Eravamo a qualche metro di
distanza ma i nostri sguardi continuavano a incrociarsi, fino a diventare fissi e piombare in un silenzio,
accompagnato da una delle canzoni di Twofeet che creavano un'atmosfera sensuale.
Spensi l’acqua del tè, mi avvicinai a lei lentamente, con i miei occhi marroni chiari quasi verdi, la fissavo
negli occhi e con una voce maschile profonda le dissi:
“Quanto pensi di resistere alla tentazione delle provocazioni?”
Abbassò lo sguardo dalla timidezza e con una voce imbarazzata mi disse:
“Oh ehm, io…io non saprei, fino ad ora sono stata con ragazzi che non provocano ma andavano dritti al
punto”
Le feci una carezza, le appoggiai la mia mano sul suo viso e lentamente le diedi un bacio sulla guancia
sussurrandole all’orecchio: “Vediamo se resisti…alle mie provocazioni”
Con un'aria di sfida, quasi di superiorità mi disse: “Sono proprio curiosa di sapere come mi
provocheresti” Ignara di ciò che la mia immaginazione stava tremando, la presi in braccio e la portai nella
camera matrimoniale, la misi seduta a bordo letto e con un atteggiamento autoritario mi misi davanti a lei
e le dissi: “Ora, dovrai fare tutto quello che ti dico, se non mi ascolterai…” non ho fatto in tempo a finire
la frase che lei, subito, mi mise una mano sul pacco.
Le tolsi la mano, la afferrai per il collo con la mia mano destra e senza metterci forza le feci sentire che
riuscivo a prenderle tutto il collo con facilità.
Mi inchinai e le dissi: “Se non mi ascolterai verrai punita severamente”
Cominciai a sfilarle la maglia, poi i pantaloni e solo un intimo di pizzo nero abbinato, la separava dalla
nudità, percepivo il suo leggero imbarazzo, ma da dominatore che sono, vederla imbarazzata era ciò che
in quel momento mi eccitava.
Aveva un fisico snello, con delle belle forme, forme che avrei voluto vedere senza limitazioni.
Le posi la mano per aiutarla ad alzarsi, una volta in piedi, mi tolsi la maglietta davanti a lei, un corpo
scolpito muscoloso che emanava calore, rimase sorpresa del mio piercing al capezzolo che subito provò a
toccare, le presi il polso e le dissi: “Mi potrai toccare solo quando lo dico io, hai capito?”
Annuì con le testa e quella voglia sfrenata di vederle le tette e di poterle toccare, mi portò a toglierle il
reggiseno, rimasi a guardare l'immensità delle sue grosse e formose tette, saranno state una quarta
abbondante e in un modo sfrenato cesi con i baci, cominciando a leccarle e ciucciarle i capezzoli.
Sentivo il suo corpo che si irrigidiva accompagnato da una respirazione ansimata, dopo un pò che ero li a
giocare con le sue tette la girai e la feci inclinare, iniziai a baciarle la schiena e con baci delicati, scendevo
sempre di più, arrivando di fronte al suo formoso culo al quale diedi un piccolo morso.
Si percepiva già la sua eccitazione per via delle mutandine umide, decisi di aumentare il suo piacere,
sfilandogliele, dandole dei baci nell’interno coscia quasi sfiorando la sua figa, ben curata e con una forma
ancora da verginella.
Davanti alla forma di nudità totale, mi alzai mettendomi dietro di lei, e con la mano sinistra, le palpavo la
tetta, con la mano destra, cominciai a toccarle delicatamente, con un movimento circolare, le sue labbra
inferiori, cercando di capire il punto preciso che le dava piacere.
Lei iniziò a gemere più forte e io le sussurrai all'orecchio “Questo è nulla in confronto a quello che ti
succederà ora! Non ti devi muovere da qui”. E prima di spostarmi, le tirai una sculacciata, leggermente
forte così che poteva sentire il culo formicolare.
Aprii l'armadio che c'era dietro di noi in cui tenevo i miei sextoys tutti ordinati, lei guardando dallo
specchio di fronte, vide ciò che stavo prendendo, e con un'esclamazione quasi piacevole disse:
“Oh cazzo!”
Dall’armadio presi 2 paia di manette in pelle nera con l’interno peloso.
Mi avvicinai a lei, tutta nuda, in piedi davanti al bordo del letto e mentre ci fissavamo dallo specchio
davanti a noi, le dissi: “Apri le gambe”.
Lei divaricò le gambe e mi abbassai per metterle una manetta sulla caviglia sinistra e una su quella destra.
La spinsi giù e la feci piegare a 90, la presi le braccia e le misi le manette sui polsi.
non riusciva a muoversi, presi un frustino dall’armadio e iniziai a passarlo delicatamente sulle gambe,
come se fosse una piuma, avvicinandomi sempre di più al culo le diedi una piccola frustata, seguita da un
massaggio al clitoride, così da unire una sensazione di dolore con quella di piacere, lei non riuscì a
trattenersi e iniziò a fare versi di piacere e per sentirla ancora di più continuai ripetutamente,
aumentando sempre di più la forza della frustata e aumentando sempre di più la velocità del movimento
sul clitoride.
Sentivo che era bagnata così decisi di infilarle il mio dito indice, in quel piccolo buchetto stretto
incominciando a masturbarla senza mai fermarmi, anzi passai immediatamente a due dita cosi da sentirla
ansimare ancora di più.
la tirai su dalle manette dietro ai polsi e la lancia sul letto, facendola sdraiare a pancia in giù,
le misi un collare preso dall'armadio collegato con due corde le quali attaccai alle manette della gamba
destra e della gamba sinistra, nel mentre le dissi: “Ti conviene non muovere le gambe poichè potresti
strozzarti” pensava che stessi giocando, e allora provò a muovere la gambe, ma si strozzò, in quel
momento capì che era completamente indifesa e non poteva muoversi, ed è lì che iniziò il bello.
Presi il vibratore e iniziai a masturbarla, la velocità e la vibrazione andavano pari passo con la tonalità
della sua voce eccitata, stava gemendo come non mai, voleva che la facessi venire, così incomincia a
rallentare, dicendole: “Decido io quando è il momento di farti venire” rallentai la velocità ma aumentai la
vibrazione del vibratore al massimo, e con un movimento lento andai a stimolare tutti i punti più sensibili,
mi stava salendo la voglia e il mio cazzo voleva rendersi partecipe,
allora all’improvviso incominciai ad andare veloce sempre più veloce ed ecco che con il vibratore dentro
di lei e le mie dita sul clitoride, lanciò un urlo di eccitazione e vidi la sua figa grondare del liquido bianco.
Con una pacca sul culo le dissi. “Sei stata brava, ma non credere che sia finita qui”
Le tolsi le manette sia dai polsi che dalle caviglie, a malapena riusciva a muoversi da quanto aveva goduto,
ma subito le ordinai: “Mettiti in ginocchio” e con uno sguardo eccitato e voglioso, si mise davanti a me o
meglio davanti ai pantaloni color beige che esaltano la forma del cazzo.
“Sfilami i pantaloni e le mutande”, le dissi, ed ecco che mi sfilò la cintura, mi sbottonò il pantalone e mi
calò il tutto molto lentamente, davanti ai suoi occhi penzolava un grosso e uniforme cazzo non ancora del
tutto duro.
Mi misi seduto a bordo del letto e mentre lei era in ginocchio davanti a me, le ordinai, con una voce
profonda e dura. “Voglio che ci giochi, baciandolo e leccandolo tutto”
Lei subito fece ciò che le avevo ordinato, mi prese il cazzo nella sua piccola manina, cominciando a
leccarlo e baciarlo e leccata dopo leccata e bacio dopo bacio, il cazzo cresceva e diventava sempre più
grosso.
Dopo che il cazzo aveva raggiunto la sua forma più virile, le presi la testa le dissi:
“Ora fammi vedere cosa sai fare!” incominciai a farmelo succhiare, iniziai a godere emanando io stesso
dei gemiti di eccitazione, lei era bravissima, sentivo le sue carnose labbra su tutto il cazzo, la cappella
diventava sempre più gonfia grazie ai movimenti con la lingua.
Il mio cazzo pulsava, era diventato di marmo, così le dissi: “Ora! Lo devi prendere tutto in bocca”
lei poverina senza dire nulla, ci provò, ma per via delle grosse dimensioni si fermò poco dopo la metà
dove la parte del cazzo si allargava.
Visto che da sola non c’era riuscita, decisi di tenere la fine del cazzo con la mano sinistra, spingendolo un
po verso di lei, come se la stessi imboccando, mentre con la mano destra le presi la testa e la spinsi giù,
lei subito si tirò su e con le lacrime che scendevano dagli occhi mi disse: “Non riesco a prenderlo tutto”
io con un'aria di sfida le dissi: “Ah no?”
Le presi di nuovo la testa e stavolta le feci fare su e giù più veloce che poteva, sentivo il calore sulla
cappella quando arrivava alla gola, ogni volta che arrivava fino in fondo la sentivo soffocare per via dei
rumori che emanava e questo mi faceva eccitare ancora di più e rendeva il mio cazzo ancora più duro.
Dopo 20 minuti di pompino, mi alzai davanti a lei e le dissi “Apri la bocca” glielo misi dentro e iniziai a
muovermi veloce come se le stessi scopando la bocca, lei provava a spingermi via ma il piacere che
provava nel soffocare, non le faceva mettere tutta la forza nelle braccia.
Il mio cazzo era pieno di saliva perciò la presi dalle guance e le dissi: “Alzati” le ciucciai e le schiaffeggiai
le tette, poi la buttai sul letto a pancia in su , la presi da sotto le cosce, la avvicinai a me e le misi le gambe
sulle mie spalle, puntai la mia grossa cappella dentro a quel buchetto ancora bagnato, e lentamente
spingevo il cazzo per farlo entrare, la presi per il collo con la mano sinistra iniziai un movimento piacevole
che aumentava gradualmente, finché, un suo sguardo, la sua espressione e un suo gemito, mi fecero
eccitare così tanto che iniziai a scoparla forte.
Esprimevo la forza con dei gemiti maschili di piacere, dopo un po rallentati, dandole dei colpi forti fino in
fondo per sentirla gemere ancora di più, sentivo il calore della sua figa sul mio cazzo.
Stanco di quella posizione la presi dai fianchi e la misi a 90 e non appena il suo culo si avvicinò, le buttai
il cazzo dentro prepotentemente, iniziando a muovermi, spingendolo fino in fondo e muovendole i fianchi
per farle sentire ogni centimetro, lei era lì che urlava e gemeva con la figa che grondava dei suoi averi.
Le urla mi stavano eccitando, sentivo il cazzo pompare, le dissi con una voce eccitata: “Girati” si girò
e glie lo misi in bocca, con lo sguardo fisso su di lei, le dissi: “Fammi venire” cominciò a succhiarmelo
velocissimamente ed ecco che il mio cazzo esplose con un getto fortissimo di sborra che riempì la sua
bocca. Lei mi guardò, aprì la bocca e mi fece vedere quanto avevo sborrato.
Successivamente deglutì e subito dopo con uno sguardo dolce e con una voce sensuale, lo riprese di
nuovo in bocca dicendomi: “Prima di continuare, fammelo pulire per bene” e mentre lei era lì che si
gustava il mio cazzo ancora duro, le dissi:
“Ora tocca a te a cavalcarmi e dominarmi come meglio sai fare”.
Nonostante il chiasso che rimbombava in tutto il locale,
gli odori del cibo e delle persone intorno a noi, io,
tenevo lo sguardo fisso su di LEI.
Una ragazza di statura media alta circa 1.67,
con una voce femminile che sensualizzava ancora di più il suo
aspetto. Capelli neri, poco più sopra le spalle,
che richiamavano il maglioncino nero che indossava,
il quale risaltava la forma del seno.
Un viso dolce con uno sguardo intenso per via dei suoi occhi scuri,
labbra carnose che accompagnavano un sorriso perfetto.
Dopo una lunga e intensa chiacchierata fatta di immaginazioni perverse di quello che le avrei voluto fare,
non ci rendemmo conto che il locale stava per chiudere, così ci alzammo e solo in quel momento, mentre
eravamo uno difronte all'altro, senza un tavolo che ci separava, si rese conto che in confronto a me, un
ragazzo di 1.90, lei era una piccola ragazza indifesa.
Usciti dal locale, ci fu uno scambio di sguardi, lei con uno sguardo innocente verso l’alto, fissava i miei
occhi, mi fece un piccolo sorriso e distolse lo sguardo dalla timidezza.
Subito dopo con una voce melodica, mi disse: “Ormai è tutto chiuso dove possiamo andare?”
Con nonchalance le dissi: “Potremmo andare da me, d’altronde c’è ancora tanto da scoprire l’uno
dell’altro, non trovi?”
Rimase un pò scioccata dalla mia risposta, e ironicamente mi disse: “Cos’è, hai qualche lato nascosto che
devo ancora scoprire?”
Eh io risposi: “Tutti abbiamo un lato nascosto, che a prima impressione non viene velato, forse perché
dipende dalla circostanza in cui ci si trova”
Incuriosita dalle mie parole, accettò l’invito, ci recammo a casa mia e ritrovandoci davanti alla porta di
casa, sapevamo già tutti e due come sarebbe andata a finire. Ma la domanda fissa che mi ponevo dentro
di me era: “chissà se si lascerà dominare” una domanda la cui risposta l’avrei scoperta molto presto.
La feci accomodare sul divano, io nel mentre, decisi di preparare un tè caldo. Eravamo a qualche metro di
distanza ma i nostri sguardi continuavano a incrociarsi, fino a diventare fissi e piombare in un silenzio,
accompagnato da una delle canzoni di Twofeet che creavano un'atmosfera sensuale.
Spensi l’acqua del tè, mi avvicinai a lei lentamente, con i miei occhi marroni chiari quasi verdi, la fissavo
negli occhi e con una voce maschile profonda le dissi:
“Quanto pensi di resistere alla tentazione delle provocazioni?”
Abbassò lo sguardo dalla timidezza e con una voce imbarazzata mi disse:
“Oh ehm, io…io non saprei, fino ad ora sono stata con ragazzi che non provocano ma andavano dritti al
punto”
Le feci una carezza, le appoggiai la mia mano sul suo viso e lentamente le diedi un bacio sulla guancia
sussurrandole all’orecchio: “Vediamo se resisti…alle mie provocazioni”
Con un'aria di sfida, quasi di superiorità mi disse: “Sono proprio curiosa di sapere come mi
provocheresti” Ignara di ciò che la mia immaginazione stava tremando, la presi in braccio e la portai nella
camera matrimoniale, la misi seduta a bordo letto e con un atteggiamento autoritario mi misi davanti a lei
e le dissi: “Ora, dovrai fare tutto quello che ti dico, se non mi ascolterai…” non ho fatto in tempo a finire
la frase che lei, subito, mi mise una mano sul pacco.
Le tolsi la mano, la afferrai per il collo con la mia mano destra e senza metterci forza le feci sentire che
riuscivo a prenderle tutto il collo con facilità.
Mi inchinai e le dissi: “Se non mi ascolterai verrai punita severamente”
Cominciai a sfilarle la maglia, poi i pantaloni e solo un intimo di pizzo nero abbinato, la separava dalla
nudità, percepivo il suo leggero imbarazzo, ma da dominatore che sono, vederla imbarazzata era ciò che
in quel momento mi eccitava.
Aveva un fisico snello, con delle belle forme, forme che avrei voluto vedere senza limitazioni.
Le posi la mano per aiutarla ad alzarsi, una volta in piedi, mi tolsi la maglietta davanti a lei, un corpo
scolpito muscoloso che emanava calore, rimase sorpresa del mio piercing al capezzolo che subito provò a
toccare, le presi il polso e le dissi: “Mi potrai toccare solo quando lo dico io, hai capito?”
Annuì con le testa e quella voglia sfrenata di vederle le tette e di poterle toccare, mi portò a toglierle il
reggiseno, rimasi a guardare l'immensità delle sue grosse e formose tette, saranno state una quarta
abbondante e in un modo sfrenato cesi con i baci, cominciando a leccarle e ciucciarle i capezzoli.
Sentivo il suo corpo che si irrigidiva accompagnato da una respirazione ansimata, dopo un pò che ero li a
giocare con le sue tette la girai e la feci inclinare, iniziai a baciarle la schiena e con baci delicati, scendevo
sempre di più, arrivando di fronte al suo formoso culo al quale diedi un piccolo morso.
Si percepiva già la sua eccitazione per via delle mutandine umide, decisi di aumentare il suo piacere,
sfilandogliele, dandole dei baci nell’interno coscia quasi sfiorando la sua figa, ben curata e con una forma
ancora da verginella.
Davanti alla forma di nudità totale, mi alzai mettendomi dietro di lei, e con la mano sinistra, le palpavo la
tetta, con la mano destra, cominciai a toccarle delicatamente, con un movimento circolare, le sue labbra
inferiori, cercando di capire il punto preciso che le dava piacere.
Lei iniziò a gemere più forte e io le sussurrai all'orecchio “Questo è nulla in confronto a quello che ti
succederà ora! Non ti devi muovere da qui”. E prima di spostarmi, le tirai una sculacciata, leggermente
forte così che poteva sentire il culo formicolare.
Aprii l'armadio che c'era dietro di noi in cui tenevo i miei sextoys tutti ordinati, lei guardando dallo
specchio di fronte, vide ciò che stavo prendendo, e con un'esclamazione quasi piacevole disse:
“Oh cazzo!”
Dall’armadio presi 2 paia di manette in pelle nera con l’interno peloso.
Mi avvicinai a lei, tutta nuda, in piedi davanti al bordo del letto e mentre ci fissavamo dallo specchio
davanti a noi, le dissi: “Apri le gambe”.
Lei divaricò le gambe e mi abbassai per metterle una manetta sulla caviglia sinistra e una su quella destra.
La spinsi giù e la feci piegare a 90, la presi le braccia e le misi le manette sui polsi.
non riusciva a muoversi, presi un frustino dall’armadio e iniziai a passarlo delicatamente sulle gambe,
come se fosse una piuma, avvicinandomi sempre di più al culo le diedi una piccola frustata, seguita da un
massaggio al clitoride, così da unire una sensazione di dolore con quella di piacere, lei non riuscì a
trattenersi e iniziò a fare versi di piacere e per sentirla ancora di più continuai ripetutamente,
aumentando sempre di più la forza della frustata e aumentando sempre di più la velocità del movimento
sul clitoride.
Sentivo che era bagnata così decisi di infilarle il mio dito indice, in quel piccolo buchetto stretto
incominciando a masturbarla senza mai fermarmi, anzi passai immediatamente a due dita cosi da sentirla
ansimare ancora di più.
la tirai su dalle manette dietro ai polsi e la lancia sul letto, facendola sdraiare a pancia in giù,
le misi un collare preso dall'armadio collegato con due corde le quali attaccai alle manette della gamba
destra e della gamba sinistra, nel mentre le dissi: “Ti conviene non muovere le gambe poichè potresti
strozzarti” pensava che stessi giocando, e allora provò a muovere la gambe, ma si strozzò, in quel
momento capì che era completamente indifesa e non poteva muoversi, ed è lì che iniziò il bello.
Presi il vibratore e iniziai a masturbarla, la velocità e la vibrazione andavano pari passo con la tonalità
della sua voce eccitata, stava gemendo come non mai, voleva che la facessi venire, così incomincia a
rallentare, dicendole: “Decido io quando è il momento di farti venire” rallentai la velocità ma aumentai la
vibrazione del vibratore al massimo, e con un movimento lento andai a stimolare tutti i punti più sensibili,
mi stava salendo la voglia e il mio cazzo voleva rendersi partecipe,
allora all’improvviso incominciai ad andare veloce sempre più veloce ed ecco che con il vibratore dentro
di lei e le mie dita sul clitoride, lanciò un urlo di eccitazione e vidi la sua figa grondare del liquido bianco.
Con una pacca sul culo le dissi. “Sei stata brava, ma non credere che sia finita qui”
Le tolsi le manette sia dai polsi che dalle caviglie, a malapena riusciva a muoversi da quanto aveva goduto,
ma subito le ordinai: “Mettiti in ginocchio” e con uno sguardo eccitato e voglioso, si mise davanti a me o
meglio davanti ai pantaloni color beige che esaltano la forma del cazzo.
“Sfilami i pantaloni e le mutande”, le dissi, ed ecco che mi sfilò la cintura, mi sbottonò il pantalone e mi
calò il tutto molto lentamente, davanti ai suoi occhi penzolava un grosso e uniforme cazzo non ancora del
tutto duro.
Mi misi seduto a bordo del letto e mentre lei era in ginocchio davanti a me, le ordinai, con una voce
profonda e dura. “Voglio che ci giochi, baciandolo e leccandolo tutto”
Lei subito fece ciò che le avevo ordinato, mi prese il cazzo nella sua piccola manina, cominciando a
leccarlo e baciarlo e leccata dopo leccata e bacio dopo bacio, il cazzo cresceva e diventava sempre più
grosso.
Dopo che il cazzo aveva raggiunto la sua forma più virile, le presi la testa le dissi:
“Ora fammi vedere cosa sai fare!” incominciai a farmelo succhiare, iniziai a godere emanando io stesso
dei gemiti di eccitazione, lei era bravissima, sentivo le sue carnose labbra su tutto il cazzo, la cappella
diventava sempre più gonfia grazie ai movimenti con la lingua.
Il mio cazzo pulsava, era diventato di marmo, così le dissi: “Ora! Lo devi prendere tutto in bocca”
lei poverina senza dire nulla, ci provò, ma per via delle grosse dimensioni si fermò poco dopo la metà
dove la parte del cazzo si allargava.
Visto che da sola non c’era riuscita, decisi di tenere la fine del cazzo con la mano sinistra, spingendolo un
po verso di lei, come se la stessi imboccando, mentre con la mano destra le presi la testa e la spinsi giù,
lei subito si tirò su e con le lacrime che scendevano dagli occhi mi disse: “Non riesco a prenderlo tutto”
io con un'aria di sfida le dissi: “Ah no?”
Le presi di nuovo la testa e stavolta le feci fare su e giù più veloce che poteva, sentivo il calore sulla
cappella quando arrivava alla gola, ogni volta che arrivava fino in fondo la sentivo soffocare per via dei
rumori che emanava e questo mi faceva eccitare ancora di più e rendeva il mio cazzo ancora più duro.
Dopo 20 minuti di pompino, mi alzai davanti a lei e le dissi “Apri la bocca” glielo misi dentro e iniziai a
muovermi veloce come se le stessi scopando la bocca, lei provava a spingermi via ma il piacere che
provava nel soffocare, non le faceva mettere tutta la forza nelle braccia.
Il mio cazzo era pieno di saliva perciò la presi dalle guance e le dissi: “Alzati” le ciucciai e le schiaffeggiai
le tette, poi la buttai sul letto a pancia in su , la presi da sotto le cosce, la avvicinai a me e le misi le gambe
sulle mie spalle, puntai la mia grossa cappella dentro a quel buchetto ancora bagnato, e lentamente
spingevo il cazzo per farlo entrare, la presi per il collo con la mano sinistra iniziai un movimento piacevole
che aumentava gradualmente, finché, un suo sguardo, la sua espressione e un suo gemito, mi fecero
eccitare così tanto che iniziai a scoparla forte.
Esprimevo la forza con dei gemiti maschili di piacere, dopo un po rallentati, dandole dei colpi forti fino in
fondo per sentirla gemere ancora di più, sentivo il calore della sua figa sul mio cazzo.
Stanco di quella posizione la presi dai fianchi e la misi a 90 e non appena il suo culo si avvicinò, le buttai
il cazzo dentro prepotentemente, iniziando a muovermi, spingendolo fino in fondo e muovendole i fianchi
per farle sentire ogni centimetro, lei era lì che urlava e gemeva con la figa che grondava dei suoi averi.
Le urla mi stavano eccitando, sentivo il cazzo pompare, le dissi con una voce eccitata: “Girati” si girò
e glie lo misi in bocca, con lo sguardo fisso su di lei, le dissi: “Fammi venire” cominciò a succhiarmelo
velocissimamente ed ecco che il mio cazzo esplose con un getto fortissimo di sborra che riempì la sua
bocca. Lei mi guardò, aprì la bocca e mi fece vedere quanto avevo sborrato.
Successivamente deglutì e subito dopo con uno sguardo dolce e con una voce sensuale, lo riprese di
nuovo in bocca dicendomi: “Prima di continuare, fammelo pulire per bene” e mentre lei era lì che si
gustava il mio cazzo ancora duro, le dissi:
“Ora tocca a te a cavalcarmi e dominarmi come meglio sai fare”.
1
voti
voti
valutazione
2
2
Commenti dei lettori al racconto erotico