L'abito del sexi shop per mia moglie.
di
lafro
genere
esibizionismo
Per motivi di lavoro passai davanti ad un sexi shop, Non l’avevo mai fatto, la curiosità mi fece decidere, ero distante dalla mia abitazione, non correvo nessun rischio. La prima cosa che saltò all’occhio fu la caterva di cazzi di plastica, mille misure, mille forme, mille colori alcuni sembra-vano veri. Quelli non mi servivano ne ero dotato a sufficienza. Volevo portare un pensiero a
Lucilla, mia moglie, che sembrava non avesse tendenze tali da vestirsi in un sexi shop. Non si sa mai, fu il truce pensiero. La commessa una ragazza discretamente bella, discretamente vestita, e discretamente eccitante volle aiutarmi. Spiegai quello che avevo in mente, cioè nulla, lei capì che sotto quell’aspetto ero imbranato, prese delle scatole di intimo, dove la stoffa latitava e disse
“Questo completino fa il caso suo” praticamente in tutto erano cinque centimetri quadrati di stoffa che coprivano in parte la figa ed in parte i capezzoli. Totale 60 €. Se fossi tornato a casa con 60 € in meno e 2 metri di cordoncino in più, Lucilla mi avrebbe deriso, quindi oltre al completo chiesi un abitino. La ragazza lo indossò e mi raggiunse “Questo andrà sicuramente bene” Porca miseria somigli anche a lei, hai la stessa corporatura, ti sta proprio bene, saresti da scopare” Mi lasciò di stucco la risposta “Niente paura 50 € e scopiamo”. Obiettai “E’ meglio che torno col fucile carico a casa, non vorrei fare cilecca” “Se vuoi anche una che ci lecca sono 100 €. “Forse mi sono spiegato male, comunque lasciamo perdere”. Totale spesa 150€, venivano 160 , 10 € di sconto per aver interpretato male una frase. Non ero pentito, ma un conto alla femminile mi fece capire che con quell’importo avrei potuto fare da tre a quattro scopate con una puttana di rango.
Rientro in casa la sera, con tanta poesia e tanta voglia di farle indossare la mise, l’accoglienza non fu delle migliori appena vide la carta pubblicitaria della confezione mi fece un’occhiataccia, quando la aprì peggiorò la situazione. “Mi hai preso per una puttana” ? “Amore indossa questo regalo, sicuramente ti sta benissimo”. Dopo aver indossato il tutto cambiò letteralmente espressione ” E’ meraviglioso. Mi faresti uscire così vestita” “Certo non l’ ho mica comprato per fartelo indossare in casa”. Effettivamente tutto sembrava cucita per lei, la perfezione a cui si unì la sua bellezza. Le chiesi di provare il tutto calzando il tacco 12, ancora più eccitante, l’abito diventava cortissimo.
Dopo essersi spogliata scopammo subito. Il sabato pomeriggio andammo al centro commerciale con quell’abitino, era uno spettacolo, la guardavano tutti. Ci fermammo a prendere un caffè nel bar, il titolare non volle essere pagato in omaggio alla sua bellezza, ma soprattutto perché nei 10 minuti in cui siamo stati seduti aumentò la clientela. Da quella volta non volle indossare più i vecchi vestiti. Mi costò parecchio il rinnovo del guardaroba. Mi piaceva portarla in giro, piaceva di più a lei farsi vedere. Come per incanto aumentarono le amicizie, cominciai a preoccuparmi, a volte la tentazione fa brutti scherzi. Il sabato successivo come al solito tornammo al centro commerciale, ripassando col carrello della spesa al solito bar per il solito caffè, il titolare chiese di aspettarlo un minuto. Ci raggiunse e chiese se Lucilla avesse un lavoro, Rispose lei “No non abbiamo mai valutato un lavoro per me” “Bene” continuò lui “ Se vuoi lavorare in questo bar puoi iniziare da questo momento con questa retribuzione, unica condizione che chiedo, quella di indossare abiti simili a quelli che indossi ora” Restammo stupiti, certo che la retribuzione era altissima, lei mi
guardava negli occhi aspettando la mia approvazione. Respinsi la palla, dissi “Per me va bene se
lei vuole” La mattina successiva iniziò il nuovo lavoro, il titolare pensava a prenderla ed a riportarla a casa. Il sabato successivo la spesa diventò il mio problema, passai dal bar dove lavorava lei per il solito caffè. C’era la fila, con lei a servire tra i tavolini. Il titolare era entusiasta. Purtroppo anche le mie abitudini cambiarono perché ci dividemmo i lavori di casa. La sua presenza nel bar era indispensabile, Gianfranco il titolare la mangiava con gli occhi. Immaginavo durante il tragitto da casa al bar, appena dieci minuti di macchina, cosa potesse accadere. Ne parlavamo io e Lucilla non dava nessun problema. La prima retribuzione fu spesa interamente per l’acquisto di nuovi abiti. Fui obbligato ad accompagnarla nel sexi shop del primo acquisto. La ragazza mi riconobbe, ci venne incontro, accompagnandoci al piano superiore mostrando tutta l’esposizione. Acquisti favolosi, così come lo sconto che ci fecero. Tutti abiti in linea col primo acquisto, perfino le scarpe. Sempre più bella la mia Lucilla. Mi chiedevo “Durerà”????
Lucilla, mia moglie, che sembrava non avesse tendenze tali da vestirsi in un sexi shop. Non si sa mai, fu il truce pensiero. La commessa una ragazza discretamente bella, discretamente vestita, e discretamente eccitante volle aiutarmi. Spiegai quello che avevo in mente, cioè nulla, lei capì che sotto quell’aspetto ero imbranato, prese delle scatole di intimo, dove la stoffa latitava e disse
“Questo completino fa il caso suo” praticamente in tutto erano cinque centimetri quadrati di stoffa che coprivano in parte la figa ed in parte i capezzoli. Totale 60 €. Se fossi tornato a casa con 60 € in meno e 2 metri di cordoncino in più, Lucilla mi avrebbe deriso, quindi oltre al completo chiesi un abitino. La ragazza lo indossò e mi raggiunse “Questo andrà sicuramente bene” Porca miseria somigli anche a lei, hai la stessa corporatura, ti sta proprio bene, saresti da scopare” Mi lasciò di stucco la risposta “Niente paura 50 € e scopiamo”. Obiettai “E’ meglio che torno col fucile carico a casa, non vorrei fare cilecca” “Se vuoi anche una che ci lecca sono 100 €. “Forse mi sono spiegato male, comunque lasciamo perdere”. Totale spesa 150€, venivano 160 , 10 € di sconto per aver interpretato male una frase. Non ero pentito, ma un conto alla femminile mi fece capire che con quell’importo avrei potuto fare da tre a quattro scopate con una puttana di rango.
Rientro in casa la sera, con tanta poesia e tanta voglia di farle indossare la mise, l’accoglienza non fu delle migliori appena vide la carta pubblicitaria della confezione mi fece un’occhiataccia, quando la aprì peggiorò la situazione. “Mi hai preso per una puttana” ? “Amore indossa questo regalo, sicuramente ti sta benissimo”. Dopo aver indossato il tutto cambiò letteralmente espressione ” E’ meraviglioso. Mi faresti uscire così vestita” “Certo non l’ ho mica comprato per fartelo indossare in casa”. Effettivamente tutto sembrava cucita per lei, la perfezione a cui si unì la sua bellezza. Le chiesi di provare il tutto calzando il tacco 12, ancora più eccitante, l’abito diventava cortissimo.
Dopo essersi spogliata scopammo subito. Il sabato pomeriggio andammo al centro commerciale con quell’abitino, era uno spettacolo, la guardavano tutti. Ci fermammo a prendere un caffè nel bar, il titolare non volle essere pagato in omaggio alla sua bellezza, ma soprattutto perché nei 10 minuti in cui siamo stati seduti aumentò la clientela. Da quella volta non volle indossare più i vecchi vestiti. Mi costò parecchio il rinnovo del guardaroba. Mi piaceva portarla in giro, piaceva di più a lei farsi vedere. Come per incanto aumentarono le amicizie, cominciai a preoccuparmi, a volte la tentazione fa brutti scherzi. Il sabato successivo come al solito tornammo al centro commerciale, ripassando col carrello della spesa al solito bar per il solito caffè, il titolare chiese di aspettarlo un minuto. Ci raggiunse e chiese se Lucilla avesse un lavoro, Rispose lei “No non abbiamo mai valutato un lavoro per me” “Bene” continuò lui “ Se vuoi lavorare in questo bar puoi iniziare da questo momento con questa retribuzione, unica condizione che chiedo, quella di indossare abiti simili a quelli che indossi ora” Restammo stupiti, certo che la retribuzione era altissima, lei mi
guardava negli occhi aspettando la mia approvazione. Respinsi la palla, dissi “Per me va bene se
lei vuole” La mattina successiva iniziò il nuovo lavoro, il titolare pensava a prenderla ed a riportarla a casa. Il sabato successivo la spesa diventò il mio problema, passai dal bar dove lavorava lei per il solito caffè. C’era la fila, con lei a servire tra i tavolini. Il titolare era entusiasta. Purtroppo anche le mie abitudini cambiarono perché ci dividemmo i lavori di casa. La sua presenza nel bar era indispensabile, Gianfranco il titolare la mangiava con gli occhi. Immaginavo durante il tragitto da casa al bar, appena dieci minuti di macchina, cosa potesse accadere. Ne parlavamo io e Lucilla non dava nessun problema. La prima retribuzione fu spesa interamente per l’acquisto di nuovi abiti. Fui obbligato ad accompagnarla nel sexi shop del primo acquisto. La ragazza mi riconobbe, ci venne incontro, accompagnandoci al piano superiore mostrando tutta l’esposizione. Acquisti favolosi, così come lo sconto che ci fecero. Tutti abiti in linea col primo acquisto, perfino le scarpe. Sempre più bella la mia Lucilla. Mi chiedevo “Durerà”????
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Commenti dei lettori al racconto erotico