Il ragazzo dei miei sogni
di
Lellabella
genere
prime esperienze
Ho immaginato tante volte la mia prima scopata. Ogni dettaglio, ogni parola, ogni gesto. "Ci siamo, sta per succedere" pensai. Seduta sul bordo del letto, Federico mi limonava duro da dieci minuti tenendomi per le guance. Io intrecciavo vogliosa la mia lingua con la sua, le mani poggiate sulle sue cosce. Ci staccammo e senza indugio mi disse: "Elena voglio fare l'amore con te, non resisto più".
Io ero tutto un fuoco, lo volevo tanto e sorrisi guardandolo negli occhi. "Anche io" gli sussurrai all'orecchio mentre facevo scivolare le mani verso il cavallo dei pantaloni. Potevo sentire la sua grossa erezione. Iniziai a massaggiargli il cazzo lentamente, poi senza smettere di guardarlo lo sbottonai e gli abbassai la zip. In chat si era vantato del suo bel cazzone di 20 cm ed ora potei ammirarlo dal vivo in tutta la sua potenza, durissimo.
Fede mi accarezzò la nuca, mi strinse forte i capelli e ansimò: "Prendimelo in bocca tesoro". Si alzò di scatto di fronte a me e mi spinse verso di se. Affondai la faccia nel suo pube villoso, odorava di uomo, mi eccitava ancora di più. Iniziai a baciarlo sull'asta fino alla punta, la mia lingua umida roteava vorticosa intorno al glande, poi giù fino alle palle, le succhiai delicatamente, poi di nuovo su. Infilai in bocca la cappella mentre con una mano tenevo l'asta e con l'altra sfioravo le palle. Non riuscii a prenderlo tutto tanto era grosso, temevo un conato di vomito, ma feci del mio meglio per soddisfarlo ed alzando lo sguardo mi accorsi che gli stava piacendo molto; chiudeva gli occhi, respirava forte, mugolava, poi tornava a guardarmi tenendomi per i capelli.
"Fermati, ora voglio assaggiare te" mi disse. Gli sorrisi, con la bava che colava dalla bocca mi buttai supina sul letto. Lui mi raggiunse e si mise sopra di me, mi baciò le labbra mentre con una mano si infilava sotto al vestito e con l'indice percorreva l'elastico delle mutandine di pizzo. Mi sfilò veloce il vestito e con foga mi abbassò le spalline del reggiseno coordinato, liberando i miei seni bianchi e morbidi. Iniziò a leccare e mordere i capezzoli rosa e turgidi; emisi un gemito per quella sensazione nuova, avevo il corpo in fiamme, volevo sempre di più. Mi liberò dal reggiseno che volò lontano nella stanza. Io gli tolsi con veemenza felpa e maglietta. Scese ancora, respiravo affannosamente, ero impaziente che mi leccasse tutta la fighetta pelosa. Lui lo sapeva, mi torturava con baci e morsi sulle mutandine già bagnate del mio succo; me le tolse, lasciandole cadere a terra con un sorriso sornione. Ora avevo solo le mie décolleté preferite addosso. Si sfilò scarpe, pantaloni, mutande e stava per togliermi i tacchi quando gli dissi ridacchiando: "No, lasciale, mi sento più sexy con quelle".
Federico iniziò a baciarle, a leccarle, la sua lingua umida saliva sulla mia gamba e sull'interno coscia, le sue mani cercavano i miei seni. Finalmente arrivò a giocare con il clitoride; lanciai un gridolino di piacere e lui continuò sempre più veloce, su e giù con la punta della lingua, poi tutto intorno alle grandi labbra. Ero in estasi tanto era bravo, muovevo il bacino ritmicamente, ansimando e gemendo, stringevo le mie mani sulle sue. Lo afferrai per i capelli e sollevandogli la testa dalla mia patatina grondante dissi: "Voglio sentirti dentro di me, ora!". Non se lo fece ripetere e senza mettere il preservativo infilò lentamente la cappella: "Mmh...come sei stretta amore!". Poi...
...suonò la sveglia. Erano le 07:00 e dovevo andare a lezione. Quel giorno sarei rimasta volentieri un altro po' nei miei sogni.
Io ero tutto un fuoco, lo volevo tanto e sorrisi guardandolo negli occhi. "Anche io" gli sussurrai all'orecchio mentre facevo scivolare le mani verso il cavallo dei pantaloni. Potevo sentire la sua grossa erezione. Iniziai a massaggiargli il cazzo lentamente, poi senza smettere di guardarlo lo sbottonai e gli abbassai la zip. In chat si era vantato del suo bel cazzone di 20 cm ed ora potei ammirarlo dal vivo in tutta la sua potenza, durissimo.
Fede mi accarezzò la nuca, mi strinse forte i capelli e ansimò: "Prendimelo in bocca tesoro". Si alzò di scatto di fronte a me e mi spinse verso di se. Affondai la faccia nel suo pube villoso, odorava di uomo, mi eccitava ancora di più. Iniziai a baciarlo sull'asta fino alla punta, la mia lingua umida roteava vorticosa intorno al glande, poi giù fino alle palle, le succhiai delicatamente, poi di nuovo su. Infilai in bocca la cappella mentre con una mano tenevo l'asta e con l'altra sfioravo le palle. Non riuscii a prenderlo tutto tanto era grosso, temevo un conato di vomito, ma feci del mio meglio per soddisfarlo ed alzando lo sguardo mi accorsi che gli stava piacendo molto; chiudeva gli occhi, respirava forte, mugolava, poi tornava a guardarmi tenendomi per i capelli.
"Fermati, ora voglio assaggiare te" mi disse. Gli sorrisi, con la bava che colava dalla bocca mi buttai supina sul letto. Lui mi raggiunse e si mise sopra di me, mi baciò le labbra mentre con una mano si infilava sotto al vestito e con l'indice percorreva l'elastico delle mutandine di pizzo. Mi sfilò veloce il vestito e con foga mi abbassò le spalline del reggiseno coordinato, liberando i miei seni bianchi e morbidi. Iniziò a leccare e mordere i capezzoli rosa e turgidi; emisi un gemito per quella sensazione nuova, avevo il corpo in fiamme, volevo sempre di più. Mi liberò dal reggiseno che volò lontano nella stanza. Io gli tolsi con veemenza felpa e maglietta. Scese ancora, respiravo affannosamente, ero impaziente che mi leccasse tutta la fighetta pelosa. Lui lo sapeva, mi torturava con baci e morsi sulle mutandine già bagnate del mio succo; me le tolse, lasciandole cadere a terra con un sorriso sornione. Ora avevo solo le mie décolleté preferite addosso. Si sfilò scarpe, pantaloni, mutande e stava per togliermi i tacchi quando gli dissi ridacchiando: "No, lasciale, mi sento più sexy con quelle".
Federico iniziò a baciarle, a leccarle, la sua lingua umida saliva sulla mia gamba e sull'interno coscia, le sue mani cercavano i miei seni. Finalmente arrivò a giocare con il clitoride; lanciai un gridolino di piacere e lui continuò sempre più veloce, su e giù con la punta della lingua, poi tutto intorno alle grandi labbra. Ero in estasi tanto era bravo, muovevo il bacino ritmicamente, ansimando e gemendo, stringevo le mie mani sulle sue. Lo afferrai per i capelli e sollevandogli la testa dalla mia patatina grondante dissi: "Voglio sentirti dentro di me, ora!". Non se lo fece ripetere e senza mettere il preservativo infilò lentamente la cappella: "Mmh...come sei stretta amore!". Poi...
...suonò la sveglia. Erano le 07:00 e dovevo andare a lezione. Quel giorno sarei rimasta volentieri un altro po' nei miei sogni.
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